Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: Elayne_1812    09/06/2017    2 recensioni
Raccolta di oneshot dedicata ad Orbit
Heechul tornò a guardare Kibum che lo fissava con occhietti vispi e magnetici. -Kibummie -, sussurrò a fior di labbra con un sorriso. (da Orgel)
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Onew, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao! Come promesso prima di andare a seppellirmi in magazzino archeologico a catalogare cocci per due settimane vi lascio un nuovo episodio dedicato a Diva&Diva XD
Colgo l’occasione per comunicarvi che la stesura del capitolo 34 di Orbit è a buon punto, ma che purtroppo vedrà la luce solo a fine mese. Si sta rivelando parecchio lungo e benchè abbia cercato di fare dei tagli in modo da pubblicare questo fine settimane è risultato impossibile, perchè mi avrebbe incasinato la tabella di marcia. Sappiate solo che per farmi perdonare a fine mese vi troverete con circa 30 pagine di capitolo XD
Ringrazio chi ha inserito questa raccolta tra le preferite, seguite e da ricordare. In particolare chi ha commentato gli scorsi episodi: Jae_Hwa e MagicaAli.
Spero di nona ver lasciato scempiaggini nel testo perché attualmente il mio stato di salute è molto precario XD
Ricordo che i commenti sono sempre graditi!
Buona lettura!
 
 
The air is sweet like candy[1]
 
 

“It goes round and round, this song for me
It goes round and round, slowly, my melody box
Round and round, getting dizzy
My orgel that is only mine”
Shinee, Orgel
 
 
 
-Kibumah, Kibumah –
Le nuove scarpette lucide di Heechul ticchettarono sul pavimento di marmo del corridoio immerso nella penombra. Era primo pomeriggio e dei tenui fasci di luce filtravano dalle vetrate del palazzo immerso nel silenzio, tranne che per l’eco della sua vocina eccitata che chiamava il più piccolo.
Heechul percorse il corridoio alla ricerca del possibile nascondiglio di Kibum.
Nonostante fosse l’ora del sonnellino, ormai Kibum aveva sei anni e non era più obbligato a rimanere in stanza a dormire fino alla merenda. Quando all’inizio dell’estate gli era stata rivelata questa splendida novità avrebbe voluto urlare per la gioia. Finalmente potevano giocare senza tutte quelle stupide restrizioni! Certo al più piccolo era ancora proibito fare molte cose, ma quel paio di ore in più di gioco, che prima Heechul non era costretto a passare solo, erano sicuramente un fatto molto positivo.
Heechul unì le mani dietro la schiena e si puntellò sui talloni arricciando le labbra.
Il nascondino era uno dei loro giochi preferiti, soprattutto di Kibum, ma anche uno dei più stancanti. Haewan non era di certo piccola e Bummie aveva la straordinaria capacità di scegliere i luoghi più impensabili in cui nascondersi.
Risultato: Heechul passava ore a cercarlo vagabondando per i corridoi.
-Kibummieeee -, chiamò di nuovo.
Silenzio, solo l’eco della sua voce.
Heechul si gratto il capo. Ma dov’era?
Attraversò il corridoio apparentemente privo di vita e salì una rampa di scale di marmo. Corse eccitato non appena notò la porta di una stanza aperta dalla quale provenivano dei rumori. Che si trovasse lì?
Heechul sbirciò oltre la porta semi aperta facendo scorrere gli occhi curiosi sul salottino immerso nella luce pomeridiana. Tese le orecchie non appena udì degli altri rumori provenire dal suo interno e fece un passo per entrare, tuttavia la sua mano ricadde lungo lo stipite laccato d’oro quando si accorse dell’identità degli occupanti.
La sua umma e quella di Kibum stavano bevendo il tè e lui sapeva bene che non poteva permettersi di disturbarle, tuttavia rimase fermo qualche secondo ad osservare il viso gentile e delicato dell’imperatrice. Quella donna era splendida ai suoi occhi ed emanava un’aria rassicurante e benevola. Bummie era molto fortunato ad averla come umma.
E’ tanto bella, pensò.
Naturalmente anche la sua umma lo era!
Heechul sorrise orgoglioso. Quell’anno la sua umma si era dimostrata più felice del solito all’idea di passare l’estate ad Haewan e per l’occasione gli aveva fatto moltissime raccomandazioni. Sii educato, comportati come un ometto gentile, passa tutto il tempo con il principino…e un sacco di altre cose che Heechul aveva scordato.
Bhe, in realtà si era un po' risentito per quella lunga sequela di direttive che lui considerava assolutamente superflue.
Era ovvio che sarebbe stato educato, così come intendeva comportarsi come un ometto gentile.
-Ma umma -, gli aveva detto mal celando il piccolo orgoglio ferito, - io voglio stare sempre con Kibum. –
La donna aveva sorriso raggiante.
Ah sì, e poi la sua umma gli aveva preso tanti vestitini nuovi. Erano molto eleganti.
Heechul annuì tra sé mentre il suo nuovo guardaroba sfilava nella sua mente. D’istinto i suoi occhi si posarono sulle scarpette nuove. Appena arrivato ad Haewan le aveva mostrate subito a Kibum.
-Ohh Chul che belle! Brillano! –, aveva detto il più piccolo.
Questo aveva reso Heechul molto orgoglioso di sé stesso, e ovviamente delle sue scarpe.
Stava per girare i tacchi e rimettersi alla ricerca del più piccolo la conversazione delle due donne attirò la sua attenzione. Curioso, rimase nascosto ad osservare.
-I bambini vanno molto d’accordo. –
Era stata l’imperatrice a parlare, il viso sempre radioso, mentre sorseggiava il suo tè.
-Heechul accoglie sempre con piacere l’arrivo del periodo estivo. –
-Posso dire lo stesso di Kibum. –
Le donne si scambiarono dei sorrisi soddisfatti, poi l’espressione dell’imperatrice si fece seria.
Heechul udì il tintinnare di tazzine.
-L’unione tra Soul e Busan è fondamentale per Chosun, l’abilità di Heechul è molto forte e anche il mio Kibum si sta dimostrando molto dotato, sicuramente dei fattori da tenere in considerazione in vista di un legame di fratellanza. Tuttavia in qualità di madre, oltre che di regnante, la mia prima preoccupazione va alla felicità di mio figlio. –
L’imperatrice si portò una mano inanellata alla fronte e ad Heechul, per un attimo, parve molto triste.
-Ho già compiuto le scelte sbagliate per me stessa e Kibum è un bambino sensibile. Voglio essere certa che abbia il compagno giusto. -
-Naturalmente. Vi posso assicurare che Heechul tiene moltissimo a sua grazia e prova per lui un affetto incondizionato. –
L’imperatrice tornò a sorridere.
-Lo vedo, ma crescendo…-
-Sta a noi guidarli, Myungsoo. –
Heechul reclinò il capo di lato. Sapeva che la sua umma e l’imperatrice erano amiche d’infanzia, ma non l’aveva mai sentita pronunciare il nome di Myungsoo.
-Se tutto procede in questo modo il futuro si prospetta sicuramente roseo -, osservò l’imperatrice.
-Sono piccoli, ma tra qualche anno chissà, forse potrebbero anche innamorarsi. -
-La mia unica obiezione si basa sulla felicità di Kibum, ma se tutto va come speriamo quando i tempi saranno maturi potremmo rendere ufficiale il loro fidanzamento. –
Fidanzamento, ripeté Heechul nella sua mente.
Sembrava proprio una parola importante e riguardava lui e Kibum. Tuttavia non era in grado di dire con certezza se fosse una cosa bella o no, di certo aveva un bel suono. Ma allora perché le due donne sembravano sia tristi che felici, che cosa preoccupava l’imperatrice?
Arricciò il naso.
Anche il suo appa gli diceva spesso delle parole importanti che lui non capiva, ma non avevano un suono così bello.
-Non sei senza ambizione, Hecchul, ma ti manca la crudeltà che deve accompagnarla.[2]-
Cru…crudeltà?
Heechul non riusciva mai a capire bene quella parola, non che il senso dell’intera frase gli sembrasse sensato, ma quella in particolare lo metteva parecchio a disagio. Comunque aveva un suono cattivo. Appa non era mai gentile e gli faceva male.
Scacciò quei pensiero per tornare a contemplare i possibili significati della parola “fidanzamento”. Più la ripeteva nella sua mente più gli sembrava avesse un bel suono. Però continuava a non capire.
Una cosa era chiara: le due donne stavano facendo dei discorsi importanti sul suo futuro e su quello di Kibum. Discorsi che probabilmente non avrebbe dovuto origliare.
Decise di andarsene e proseguire la ricerca del più piccolo che, sicuramente, stava attendendo impazientemente di essere trovato da lui.
-Kibummiee -, tornò a chiamare.
Il suono delle sue bellissime scarpe s’attutì quando si ritrovò a camminare su un tappeto. Abbassò gli occhi per osservarne i riflessi luminosi quando una piega sul tappeto attirò la sua attenzione, finché il suo sguardo non corse sino ad un mobile a due ante.
Sorrise euforico. Ecco un posto in Kibum avrebbe potuto nascondersi!
-Bummieee -, cantilenò.
Un tenue risata risuonò dall’interno del mobile ed Heechul decise di stare al gioco.
-Bummieee dove sei? C’è la torta! –
Subito le ante dell’armadio si aprirono di colpo e un Kibum sorridente rotolò sul tappeto, lo sguardo felino lampeggiante e le labbra a cuore atteggiate in sorriso pieno d’aspettativa.
Heechul sogghignò e toccò la punta del naso del più piccolo con l’indice.
-Preso -, disse.
Kibum arricciò il naso, poi tornò a guardarlo sorridente, le gote rosate.
-Dov’è la torta? –
Heechul rise.
-Non lo so. –
-Chulll –
Il più piccolo gli strattonò una manica.
Kibum aveva i capelli spettinati e Heechul vi passò una mano per ravvivarli. Gli piaceva toccare i capelli di Bummie, erano tanto setosi, così come gli piacevano i suoi vestitini sempre in ordine ed il visino simile a quello di una bambola di porcellana. Heechul si beò della visione del più piccolo.
-Chul -, fece Kibum mettendo il broncio, -così non vale. Hai barato e adesso io ho fame. –
Lo stomaco del più piccolo brontolò.
-E’ quasi ora di merenda, una torta deve esserci di sicuro. –
-Con le fragole? –
-Forse. –
 
 
***
 
Come Kibum aveva tanto sperato, tè e pasticcini li stavano aspettando per la merenda. Mentre mangiava la sua fetta con panna e fragole, spiluccando i frutti rossi uno alla volta ed ingoiandoli con gusto, quasi senza masticarli, il principino osservò curioso il più grande.
Il suo Chul era molto pensoso quel pomeriggio. Era piccolo, aveva solo sei anni, ma certe cose le capiva e non gli sembrava normale. Di solito erano i grandi ad avere quella faccia scura. Secondo Kibum pensavano troppo. Perché non si mangiavano un pasticcino e basta invece di riempiersi la fronte di rughe? Certo Chul era grande, ma non così grande da avere quella faccia. Stava pensando troppo.
Kibum si ripulì le dita sporche panna con la lingua e s’avvicinò all’altro. Scosse il capo con disappunto, rendendosi conto che Heechul aveva abbandonato la sua fetta di torta per sfogliare un libro enorme. Il principe sapeva di cosa si trattava, era un dizionario, lo stava usando per imparare a leggere e tante parole complicate.
-Chul cosa fai? –
-Sto cercando una parola. –
Il più grande gli aveva risposto senza alzare gli occhi e Kibum guardò prima Heechul e poi la torta. Arricciò il naso.
Quale parola poteva essere più importante di una torta?
-Quale? –
Ora la sua curiosità era alle stelle.
-Fidanzamento. –
-Fidache? –
-Fidanzamento. -
Kibum reclinò il capo e fece una smorfia. – Non riesco a dirlo. Cosa vuol dire? -
-Uhm –
Heechul fece scorre il dito sulle righe d’inchiostro. Aveva perso il conto delle volte in cui aveva letto il significato di quella misteriosa parola, però non gli era ancora del tutto chiaro. Il fatto che il più piccolo gli stesse chiedendo spiegazioni lo metteva sulle spine. Gli piaceva farsi vedere grande e con la risposta pronta, soprattutto davanti a Kibum.
Però un concetto secondo lui emergeva con chiarezza.
-Persone che stanno sempre insieme -, sussurrò.
Heechul sbatté le palpebre. Era così? Lui e Kibum sarebbero stati sempre insieme? Se era così era davvero una splendida notizia!
Lo stomaco di Kibum brontolò e Heechul lo fissò. Il più piccolo stava fissando la sua fetta di torta del tutto dimentico dello scambio di battute di poco prima.
-Vuoi la mia fetta? –
Kibum abbassò gli occhi. Stava facendo la figura dell’ingordo. La sua pancia brontolò di nuovo e lui mugugnò, imbarazzato. La umma gli diceva sempre di mettere a tacere il suo stomaco!
-Solo le fragole e un pochissimissimo di panna. –
Heechul sorrise.
 
***
 
 
Steso nel grande letto a baldacchino, Heechul si ritrovò a fissare il vuoto. Si rigirava da ore, ma i suoi occhi continuavano a rimanere sbarrati. Proprio non ne volevano sapere di chiudersi! La verità era che quella giornata era stata troppo curiosa ed eccitante perché lui riuscisse a prendere sonno.
Lui e Kibum sarebbero stati insieme per sempre! Questo lo rendeva davvero felice e non stava nella pelle all’idea di dirlo al piccolo, però non sapeva se fosse una mossa saggia. Dopotutto non avrebbe mai dovuto udire quella conversazione. Heechul si rigirò nel letto.
-Uffa! – sbuffò.
Ci teneva tanto a vedere la faccia che avrebbe fatto Kibum!
Un tuono rimbombò nella notte e Heechul si mise a sedere, la schiena appoggiata ai cuscini. Fuori, oltre la vetrata drappeggiata dalle tende blu, imperversava un temporale estivo. Lui adorava i temporali, tanto quanto Kibum ne era terrorizzato. I lampi, i fulmini…era così bello vederli squarciare il cielo! E poi ciò significava che il più piccolo si sarebbe intrufolato nel suo letto tremante come una foglia.
Heechul guardò verso la porta, certo che da un momento all’altro si sarebbe aperta. Gli piaceva dormire abbracciato a Kibum, cullarlo e respirare il suo profumo dolce come quello di una caramella. Era come dormire stringendo una bambola delicata.
Tornò a guardare la finestra. Il vento scuoteva gli alberi e fitte gocce di pioggia bagnavano le colline. Era davvero un brutto temporale e probabilmente il giorno successivo non avrebbero potuto giocare in giardino.
La porta cigolò e Heechul fece quello che faceva ogni volta: tornò a sdraiarsi e finse di dormire.
I piedi nudi di Kibum zampettarono sul tappeto, Heechul sapeva che era lui perché aveva imparato a riconoscere i suoi passi, così come distingueva chiaramente il gattonare del più piccolo sul materasso.
Non appena Kibum s’infilò sotto le coperte, Heechul sentì che aveva i piedini gelati.
-Chul -, lo scosse il più piccolo.
Sorridendo, Heechul aprì gli occhi e lo guardò. Come immaginava, Kibum era terrorizzato e stava tremando. Subito l’abbracciò.
-Ho paura, posso dormire con te? –
Heechul annuì.
-Ti fa ancora male la pancia? – chiese.
Quel pomeriggio Kibum aveva mangiato troppa torta.
Kibum tirò su col naso e si strinse a lui. – Ani. Però ho paura. –
Lo stinse più forte e subito il più piccolo si tranquillizzò. Heechul osservò le manine di Kibum stringersi intorno alla sua camicia da notte, mentre i suoi piedini freddi cercavano calore sotto le coperte. Gli carezzò il capo, piano, ed iniziò a cullarlo. Sapeva che era l’unico modo per farlo addormentare.
-Bummie -, sussurrò.
Glielo doveva dire altrimenti non sarebbe mai riuscito a chiudere occhio.
-Umma e umma hanno detto che quando saremo grandi ci fidanzeremo. –
Kibum riaprì gli occhi sottili per sondarlo attentamente.
Ancora quella parola, pensò Kibum.
E ancora non capiva perché avesse reso Heechul prima tanto pensieroso e poi tanto felice. Almeno così credeva a giudicare dal sorriso del più grande.
-E’ un bella cosa? –
-Vuol dire che staremo sempre insieme. –
Il viso di Kibum s’allargò in un sorriso.
-Io voglio stare sempre con Chul hyung. –
Heechul guardò estasiato gli occhietti magnetici del più piccolo. Anche lui lo voleva. Bummie era perfetto.
-Fidanzamento -, biasciò Kibum in un sbadiglio.
Il principe si accoccolò sul petto del più grande e s’addormentò.
Heechul lo strinse affondando il naso nei suoi cappelli. Aveva davvero un profumo dolce.
Caramella.
Un lampo squarciò il cielo, illuminando la stanza.
Mio, fu l’ultimo pensiero che attraversò la mente di Heechul prima che il sonno lo sopraffacesse.
 
 
 
[1] Il titolo è preso dal testo di Excuse me Miss, probabilmente ci saranno dei riferimenti anche nel prossimo capitolo della storia originale.
[2] Da Macbeth
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Elayne_1812