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Autore: Juliet_Dianna    09/06/2017    0 recensioni
C'è chi crede nella sfortuna, chi nei mostri, negli angeli custodi o chi è semplicemente superstiziosa.
Jonathan non credeva in niente di tutto questo, la sua testa era tra le nuvole ma solamente quando pensava al suo futuro non di certo perché pregava che delle cose belle potessero accadere solo grazie alla sua fede. Era uno scrittore, le cose immaginarie, secondo lui, potevano esistere solo nelle sue storie. Tutto questo fino a quando un evento sconvolgerà la sua vita e si ritroverà faccia a faccia con il suo angelo custode, Sebastian.
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già passata una settimana dall'ultima volta che Jonathan aveva visto Sebastian, i giorni passavano e Jonathan non aveva notizie del suo angelo, neanche qualche piuma lasciata qua e là come dimostrazione del suo passaggio.

Jonathan continuava a vivere, le sue giornate passavano tra tasti del computer, cappuccini e visite all'ospedale per andare a trovare la signora Rhyme. La libreria era rimasta chiusa da quel giorno e la figlia non aveva intenzione di riaprirla. Ogni tanto quando Jonathan aveva tempo andava a vedere la vetrina di quel negozio completamente abbandonato da quando la Danielle era finita in coma, la vetrina si era ingrigita a causa della polvere, dentro i libri erano rimasti come li aveva sistemati Jonathan l'ultima volta che si trovava lì, con Sebastian.

Un numero indicibile di ricordi tornavano alla mente del ragazzo con la tracolla sulla spalla che passava lì appena poteva, facendo finta che fosse solamente un caso, che passava di lì solo perché doveva e non perché voleva. Ricordi di giornate invernali passate a sistemare libri ed a impacchettarli per la clientela che regalava storie per natale invece di oggetti. Si ricordava di come la signora Rhyme risultava radiosa più del solito appena l'aria natalizia cominciava a farsi sentire dopo che il ringraziamento era finito. Entrava nel negozio con una pila di carta da regalo, nastrini ed altre cose utili per fare i pacchetti, e posava tutto sul bancone principale vicino alla cassa facendo rotolare a terra tutti questi pezzi di carta colorati e disastrando la libreria in pochi secondi. Entusiasta mostrava a Jonathan le diverse fantasie della carta appena comprata e gli faceva vedere con quale nastrino doveva essere abbinata, comprava persino dei bigliettini da attaccare ai pacchetti, metteva più passione lei a impacchettare quei libri di quanta ce ne avrebbero messa i clienti per farlo per uno dei loro cari. Jonathan era convinto che uno dei punti forti di quella libreria era proprio quello, e per questo molte persone andavano a fare i loro regali in quella libreria. Il tocco finale era un piccolo adesivo dorato che illustrava una piccola "D" per rappresentare la libreria da dove proveniva quel regalo, per far capire che tutto quell'amore messo in un pacchetto, che appena passato il giorno di natale non avrebbe rappresentato più nulla, era stata Danielle.

Un ricordo che prevaleva nella mente di Jonathan era quando decoravano la libreria a secondo della festività che stava per arrivare, decine di zucche ad Halloween, ed ovviamente era Jonathan a doverle intagliare, un enorme albero di Natale che occupava l'angolo destro della libreria e che era interamente decorato da pezzetti di pergamena dove sopra c'erano scritte delle frasi che provenivano dai libri preferiti della signora Rhyme. L'effetto finale di quell'albero era davvero bello, con piccole luci bianche calde che si riflettevano su tutta la libreria e davano ancora più calore a quel luogo.

Una moltitudine di ricordi che invece di portare gioia facevano sentire a Jonathan tanta malinconia, ricordi di quei tempi che in quel momento sembravano così lontani ed irraggiungibili. Simultaneamente ai ricordi della signora Rhyme si accavallarono quei pochi ricordi che avevano protagonista Sebastian, lui che faceva cadere i libri solamente per prendersi gioco di Jonathan e per vendicarsi, la sua presenza in un angolo della libreria con la schiena poggiata al muro e le braccia conserte mentre lo osservava lavorare o qualche battutina su alcuni autori classici che a sua detta aveva conosciuto. Piccoli momenti che si erano insinuati nel cuore di Jonathan e che erano rimasti lì intenti a fargli ricordare che molto probabilmente non ce ne sarebbero stati di nuovi.

Stringendosi nella sua giacca di pelle si incamminò superando quel luogo, schiacciando con i piedi le prime foglie che l'autunno stava facendo cadere, che con movimenti silenziosi e leggeri si posavano sul marciapiede accanto a Jonathan proprio come facevano le piume del suo angelo qualche giorno prima. Il vento gli gelava il viso e con esso cristallizzò anche una lacrima che scendeva cautamente sulla guancia di Jonathan mentre spariva tra le strade di New York.

Sebastian era accovacciato a terra con il viso livido e del sangue gli scorreva sul lato destro del viso, i capelli scompigliati gli ricadevano sulla fronte ed erano sporchi anch'essi di sangue. Faticosamente si alzò e si dovette reggere al muro per schiarirsi la vista e non perdere l'equilibrio, si passò la mano sul viso cercando di togliere più sangue possibile anche se il risultato non fu dei migliori. Si lisciò la camicia e osservò il luogo intorno a lui, l'unica traccia di quello che era appena successo si trovava sul terreno erano delle gocce di sangue e Sebastian non sapeva se fossero le sue o quelle dei suoi avversari. Ostentando alcuni passi notò che non riusciva a curarsi come faceva solitamente, bastava qualche secondo e qualsiasi taglio o ferita che fosse spariva grazie ad i suoi poteri ma ora non ci riusciva e stava lì in piedi mentre continuava a sanguinare. Non voleva farsi vedere così da Jonathan ma non aveva altro posto dove andare e non si era fatto sentire da una settimana quindi pensò che fosse la cosa più giusta da fare.

Jonathan si stava dirigendo a casa, aveva appena finito il suo turno in caffetteria, stava camminando proprio per quella strada dove aveva rischiato la vita e dove aveva visto o almeno percepito la presenza di Sebastian, ormai qualsiasi cosa facesse gli ricordava lui, in qualsiasi posto dove andava aveva un ricordo con lui. E il solo pensiero che potesse essere morto e che probabilmente lui ora avesse un altro angelo custode gli bloccava il fiato e lo angosciava come non mai.

Prese le chiavi rapidamente dalla sua tracolla ed aprì la porta, sapendo che non avrebbe trovato nessuno a casa, ma appena entrò lo spettacolo che trovò sul pavimento era agghiacciante, schizzi di sangue ovunque e molte piume appiccicose e sporche posate su di esso. Jonathan per ovvi motivi capì subito di chi si trattava, lanciò chiavi e borsa sul divano vicino e seguì le tracce lasciate sul pavimento, un forte odore metallico pervadeva tutto il corridoio fino a quando non arrivò nel bagno, lì trovò Sebastian intento a cercare di medicarsi alcune ferite che aveva sul viso, aveva in mano un pezzo di ovatta che ormai aveva perso il suo candore a causa del sangue dell'angelo.

Jonathan aveva un'espressione tra il sollevato ed il preoccupato, il suo angelo era lì anche se era ferito.

Sebastian con il viso rivolto verso lo specchio si accorse della presenza dell'umano e girandosi con un lieve sorriso gli rivolse la parola.

"Scusa per il disastro, giuro che dopo pulisco io." 

  
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