Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: Infinity EFP    09/06/2017    2 recensioni
Diciamo che attendere fino il 12 ottobre, per sapere cosa è successo al resto del team,
vosì ho scritto un ipotetico finale/inizio che aiuterà a capire, cosa sia successo davvero.
Grazie a chi lo leggerà e recensirà.
Spero vi piaccia.
Buona lettura
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I CAN’T LOSE YOU
 


DODICI ORE PRIMA...


Oliver cercava in tutti i modi di fare il punto della situazione, ma la tensione e l’odio che, scorreva tra Malcolm e Nyssa, non aiutava affatto. E se voleva riuscire nella sua impresa di salvataggio, aveva bisogno di mantenere i nervi saldi  e la mente lucida.
Il suono dell’ascensore, lo riscosse dai suoi pensieri ed immediatamente lo fece puntare con la pistola tesa e pronta al fuoco, contro le porte che, una volta aperte, offrirono l’ingresso ad una Lyla austera e dallo sguardo preoccupato.
Oliver emise un sospiro di sollievo, abbassando subito l’arma.


“ Dall’accoglienza e  dal team approssimativo che vedo, posso dedurre da sola che le mie preoccupazioni sono fondate. Jonny non risponde da ieri al cellulare. Mi ha detto che sarebbe andato fuori città perché gliel’hai chiesto tu, e che si sarebbe fatto sentire una volta arrivato a destinazione, ma è chiaro che non è mai arrivato. Dov’è mio marito, Oliver?”

“ L’ha preso Adrian!”

“ Che cosa?”

“ Insieme al resto del team e a Felicity.”

“ Dobbiamo trovarli, posso chiedere ai…”

“ No!”

Il tono duro del giustiziere venne poi seguito da uno sguardo pieno di comprensione e dispiacere.
Conosceva la paura e l’ansia che invadeva la donna, era la stessa che nutriva lui per i suoi amici, per la donna che amava e per suo figlio. Tutti nelle mani di quel pazzo.
Si sentiva estremamente in colpa, sapeva che se erano  finiti nel mirino di quel pazzo, solo perché facevano parte della sua vita. Ancora una volta, Chase, voleva dimostrare come chiunque amasse o fosse amato da Oliver, subiva una brutta fine.
Ma questa volta avrebbe fallito nel suo intento, Oliver non gli avrebbe permesso di fare del male più a nessuno.

“ Oliver, se succedesse qualcosa a Jonny…”

“ Non gli succederà nulla, e tu devi fare qualcosa per me.
Se Adrian ha preso John, è perché si aspetta un tuo intervento, e noi…io, devo agire in un altro modo. Qualcosa che non si aspetta, qualcosa che vada fuori dai suoi schemi.”

“ E’ per questo che hai radunato una suicide squad 2.0?”

“ Siamo migliori di quella massa di pazzi senza cervello.”

Intervenne subito Malcolm, punto sul vivo. Oliver si voltò per fulminarlo con lo sguardo, prima di tornare a fronteggiare la moglie del suo migliore amico.

“ E non è ancora completa.”

Lyla corrucciò la fronte, non capendo fin dove si stesse spingendo la mente del miglior amico di suo marito, lo stesso per cui il padre di suo figlio avrebbe dato la vita.

“ Devo liberare Slade Wilson.”

“ E’ una follia, Oliver…”

“ No, sarà una follia quello che dovrai fare tu, in caso di necessità…”

[… ]



Oliver era entrato dentro quella cella di massima sicurezza, un tempo carceri cinesi, che l’ARGUS aveva migliorato ed usato per i suoi prigionieri più pericolosi.
Era stato lo stesso Oliver a chiudere Slade li dentro, promettendo che non gli avrebbe più concesso una via di fuga e che sarebbe marcito li dentro.
Ma a distanza di tre anni, era tornato davanti allo stesso uomo che l’aveva aiutato a sopravvivere nei primi anni di naufragio sull’isola, lo stesso uomo che aveva ucciso sua madre e lo stesso che aveva attentato alla sua vita per pura e folle vendetta. Aveva messo tutto da parte, solo per chiedere il suo aiuto e per fronteggiare un male maggiore.

“ Che ci fai qui, ragazzo?”

 

“ Ho bisogno del tuo aiuto.”

 

Una chiave, quella che Lyla gli aveva dato, andando ancora una volta contro i  suoi doveri, solo per salvare la sua famiglia ed i suoi amici, che inserita nella serratura creò un suono, che la fece scattare ed aprire la porta.
In quel momento, la guardia che faceva da sentinella, si allarmò e mostrò la sua presenza, puntando l’arma contro Oliver.

 

“ Che ci fa qui?”

 

“ Abbiamo un problema ed ho bisogno che lei lasci l’isola.”

 

“ Non vado da nessuna parte e lui nemmeno.”



Lo sguardo dell’uomo venne puntato su Slade che, intanto, si era alzato dalla sua panca e diretto alla porta della cella, con l’intento di aprirla.

“ Preleverò lui e Digger Harkness. Su questa costa c’è una barca dell’ARGUS.
La prenda e se ne vada!”


La guardia sicura e temeraria, scandì bene le parole, come a rendere più chiare e limpide le sue
intenzioni e la sua posizione.

“ Non vado da nessuna parte e non lascerò il mio posto.”

“ Come vuole.”

Oliver, per niente intimorito, sollevò un braccio, facendo scontrare le nocche superiori del dorso della mano sinistra, chiusa in pugno, sulla tempia destra dell’uomo, che persi i sensi ricadde sul pavimento.


Su un’isola vicina, un codice rosso illuminò il display di un pc, sulla quale delle dita lunghe ed affusolate corsero con fare svelto lungo la tastiera, digitando una password fondamentale per avviare lo step successivo.
Un cellulare vibrò e la chiamata venne aperta.

“ Si?”

“ Le belve sono liberate.”

“ Vai alla barca e raggiungici, dobbiamo continuare a mantenere segreta la nostra posizione, fino al nuovo segnale.”


“ Si, direttore Michaels.”

La donna, dallo sguardo serio e severo, continuava a guardare il display del suo computer con fare preoccupato e pensieroso, sperando solo che il piano dell’arciere potesse funzionare e che non ci fossero intoppi di nessun tipo.

“ Ti prego, Oliver. Riporta mio marito a casa.”


[… ]

Felicity capì che per loro non c’era speranza di lasciare quell’isola mortale.
Adrian, aveva giocato bene le sue carte, chiudendo la partita prima che loro potessero fare qualsiasi tipo di mossa, era stato come sedersi ad un tavolo di poker truccato.
Folle? Senza dubbio, ma dannatamente scaltro,  rendendo un intero team, un gruppo inutile di
persone, molto più simile a dei topi da laboratorio.
Attivato l’auricolare, avviò il collegamento con Oliver, non perché volesse allarmarlo, ma per sentire la sua voce un’ultima volta.
Mai, come in quel momento, si rendeva conto di quanti errori
avesse commesso nella relazione con Oliver, di quanto fosse stata crudele ed ingiusta nel giudicarlo, di come avesse sprecato del tempo prezioso che, avrebbero potuto vivere in modo diverso. Se il tempo non avesse avuto delle leggi così dure ed immutabili, cosa che aveva imparato per prima grazie alle Legende ed a Barry, avrebbe chiesto un vero e proprio salto temporale nel passato, per poter varcare quella navata e non per una farsa, ma per poter pronunciare quel sentito “si”.

“ Oliver…Oliver, mi ricevi?”

“ Sono qui.”

“ Chase ha sabotato l’aereo, non possiamo lasciare l’isola.”

“ C’è una barca dell’Argus, raggiungetela ed andatevene. ”

“ Si trova dall’altra parte dell’isola.”

“ Slade sa come arrivarci. Andatevene, ora!”

 

La comunicazione venne interrotta in modo brusco, abbastanza da mandare nel pallone Felicity.
Eppure, per sua fortuna/sfortuna, non era da sola in quel momento e non poteva lasciarsi andare alla disperazione. Una parte di sé, forse la più lucida e folle, continuava a pensare che potevano farcela, solo non sapeva come.
Diggle si avvicinò a lei, guardandola negli occhi e cercando una risposta che potesse tranquillizzarlo ed aiutarlo a capire che c’era un modo per uscire da quella trappola mortale.

“ La barca dell’ARGUS, ma…”

“ E’ TROPPO LONTANA!”

Ripeterono in coro lei e Slade, entrambi sicuri che non avrebbero raggiunto quel punto di fuga, nemmeno se avessero iniziato a correre a perdifiato. L’isola era un luogo insidioso, ostile, un vero e proprio inferno grande abbastanza da intrappolare le persone che finivano lungo quelle coste maledette. Wilson, dentro quegli alberi, si era perso ed anche ritrovato, eppure questo non sarebbe bastato a raggiungere l’unica via di fuga che avevano.

“ Brutto figlio di puttana!”


Imprecò, John, stringendo i pugni lungo i fianchi, non sapendo come riorganizzare le cose.
Improvvisamente, l’auricolare di Fel ebbe un’interferenza, come se qualcuno stesse disturbando la loro linea, per infiltrarsi.

“ Felicity! Felicity, mi senti?”

“ Lyla? LYLA!”

“ Sono io ed  avrai modo di esprimere la tua felicità nel sentirmi, ma dopo.
Dobbiamo muoverci, non c’è molto tempo. Siete nella zona sud’est dell’isola, vero?”

“ Si!”

“ Ci siete tutti?”

“ Tutti!”

“ Bene! Correte più veloce che potete, verso il cuore dell’isola, dovrebbe esserci una grotta.”


Felicity, si voltò immediatamente in direzione di Slade, cercando conferma sul suo volto.

“ C’è una grotta?”

“ Dove ho trovato Oliver, quando quei bastardi lo torturavano. So dove si trova, muoviamoci!”

Tutti iniziarono a correre verso quella direzione, la bionda strinse con una mano l’auricolare al suo orecchio, così da non rischiare di perderlo.

“ Troverete un aereo, è lo stesso con cui sarebbe dovuta scappare Black Siren. Potrebbe esserci il pericolo di incontrarla, ma siete in vantaggio numerico.”




“ Se prova a mettersi in mezzo, la faccio fuori io.”

Ringhiò Overwhatch, stanca di essere la donzella da essere salvata, della situazione.
In poco tempo giunsero a destinazione ed iniziarono a salire a bordo dell’aereo, il primo fu lo stesso Dig, con una lieve esperienza nel pilotare.


“ Attenti a Black Siren, potrebbe essere nei paraggi.”

“ Felicity, di a John che stiamo entrando nel computer dell’aereo e che stiamo per impostare la rotta. Quando ve lo diremo noi, dovrà solo accendere i motori.
Tre…”

In quel momento Laurel si presentò ai piedi della pedana, con la tempia sanguinante e lo spirito combattivo. Era chiaro che non fosse felice di vederli, e dalla sua espressione si capiva che voleva dare via ad un secondo round.

“ Non così presto, dolcezza!”

Dinah si schierò immediatamente in prima fila, con lo scopo di colpirla nuovamente e mostrare chi tra le due avesse il canto del canarino più potente, e la sua posizione, servì anche per distrarre l’attenzione della bionda.
Così facendo, Thea ebbe l’occasione di avvicinarsi alle spalle della Lance di terra – 2 e colpirla alla base del collo.

“ Brutta stronza!”

Laurel ricadde a terra priva di sensi, e le due giovani donne si guardarono negli occhi, facendo un cenno del capo.

“ Caricatela su ed attenti che non si riprenda, quando saremo con Lyla la consegneremo all’ARGUS.”

“ Due…”

La voce di Lyla, dentro l’orecchio di Felicity la riportò alla realtà, spingendola a concentrarsi. In quel momento, quando stavano per chiudere il portellone, Samantha fece prevalere la sua voce.

“ No! Io scendo.”

Tutti si girarono nella sua direzione e la guardarono con fare sconvolto.

“ COSA? NO!”

“ Te l’ho detto, Felicity. Senza William, non vado da nessuna parte.”

“ C’è Oliver, ci penserà lui a ritrovarlo.”

“ Ma non hai nessuna certezza che questo sia avvenuto.”

“ Non puoi fare questo, tuo figlio ha bisogno di te.”

“ Se non dovessi farcela, avrà suo padre. E’ giunto il momento che lo conosca, e senza dubbio
Oliver, ha dimostrato che tiene alla salvezza di William.”

Felicity  si avvicinò a Samantha, stringendole una mano cercando di fermarla da quella follia, ed in suo aiuto andò lo stesso John.

“ Samantha, pensa a William.”

“ Lo sto facendo. Non posso andarmene senza di lui.
Tu faresti lo stesso per tuo figlio.”

Nel sentire quelle parole, John si ammutolì. Felicity, intanto, non dandosi tregua, cercò di fermare il conto alla rovescia di Lyla.

“ LYLA,  SAMANTHA E’ APPENA SCESA DALL’AEREO, DOBBIAMO RIPRENDERLA.”

“ Non c’è più tempo, è tutto pronto. Dovete partire, ADESSO!”

Un’esplosione nella prima riva dell’isola bloccò tutti, rendendo chiara la loro situazione di forte allerta. John prese subito posto alla guida e Felicity guardò un’ultima volta verso il portellone che venne chiuso.

“ SAMANTHA”


“ ANDATE, ANDATE!”


John accese i motori e l’aereo lasciò il suolo, un attimo prima che Lian Yu, venisse rasa al suolo.


[…]

In quel preciso momento, con William stretto tra le braccia ed il corpo esanime di Adrian davanti, Oliver non poteva che sentire un enorme buco al centro del petto. In un modo o nell’altro, il folle contro la quale aveva lottato sotto ogni fronte, durante tutto l’inverno, era riuscito nella sua vittoria.


Dubitava che Lyla fosse riuscita ad agire in qualche modo, non c’era stato tempo, aveva preso tutti alla sprovvista con quella pistola puntata alla testa. Le dita si strinsero intorno alla felpa del figlio che aveva appena ritrovato e per un momento si concesse di essere fragile, chianandosi su quella nuca dallo stesso suo colore di capelli, sulla quale lasciò un bacio.

“La mamma è…-…”

“ Starò con te, William. Non ti lascerò più da solo.”

In quel momento, l’auricolare di Oliver, venne nuovamente aperto e la voce di Felicity entrò nelle sue orecchie come la voce di un angelo che lo risollevò e che lo fece sentire nuovamente vivo.

“ FELICITY… FELICITY – SEI VIVA? SIETE TUTTI VIVI?”

“ Siamo vivi, lo siamo tutti..--- tutti tranne Samantha.”

Oliver socchiuse gli occhi e lasciò andare un sospiro; quando abbassò gli occhi, vide l’ultima cosa che avrebbe mai voluto vedere.  Speranza negli occhi di suo figlio e lui  avrebbe dovuto distruggerla. Stavano insieme da meno di mezz’ora e si sentiva già un pessimo padre.

“ Di a Lyla che ci vediamo nel punto prestabilito.”

“ Oliver... – tu stai bene? William?”

“ E’ con me, ci vediamo tra poco.”


____________________________________________________  

Metterlo a letto, era stata una delle cose più difficili che avesse mai fatto. Leggere il dolore ed un velo di lacrime dentro quegli occhi tanto simili a quelli della madre, per il colore, la stessa che aveva deciso di non tornare a casa, senza la certezza che il suo bambino fosse salvo.
William cercava di essere forte, di non farsi vedere debole, eppure sapeva che avrebbe sentito in eterno la mancanza della madre e sapeva che non avrebbe mai potuto colmare quel vuoto in nessun modo. Oliver era stato, per molti anni, un genitore assente, non che all’inizio sapesse qualcosa, e quando la verità era venuta fuori, aveva cercato di proteggere il suo bambino dalla vita pericolosa che faceva. Eppure, conosceva bene il senso di solitudine che procurava la morte di un genitore, lui ne aveva persi due e non c’era giorno che non mancassero.
Spenta la luce, tornò nel salotto di quello che un tempo era la sua casa e si stupì nel trovare Felicity al computer, piuttosto che distesa sul divano.

“ Che stai facendo?”

“ Utilizzo il satellite, per visionare la superficie di Lian Yu e capire se ci sono tracce termiche.
Magari è riuscita a salvarsi in qualche modo.”

“ Felicity…”

“ Quell’isola è un pozzo infinito di guai, ma possiede anche tanti nascondigli, magari è riuscita a trovarne uno e –…”

Oliver, sospirando, stanco e stravolto, si avvicinò al tavolo della cucina, poggiò una mano sul diplay del computer e lo richiuse lentamente.
La bionda sollevò lo sguardo verso l’arcere, già con gli occhi puntati su di lei.
Dentro quell’ oceano c’era amore, dolcezza, tristezza, stanchezza, paura, disperazione e molto altro che non sapeva leggere.

“ Non è stata colpa tua, Samantha ha preso una decisione.”

“ Dovevo fare di più, dovevo convincerla che William fosse con te, ed invece non l’ho fatto.
E’ stato come se l’avessi fatta fuori io.”

“ No, non potevi saperlo. Non potevi sapere che Will fosse nello yacht con Adrian.”

“ Si ma.. -- ..”

“ Ma nulla…”

Oliver fece il giro del tavolo e si avvicinò alla donna, piegandosi sulle gambe, poggiando una mano sulla sua coscia. Istintivamente, Felicity  fece lo stesso adaggiando il palmo aperto sulla guancia barbuta ed ispida, volendo donare un momento di dolcezza a quell’uomo estramente generoso e sempre pronto a sacrificarsi per gli altri.

“ Ho avuto paura di perderti, quando ho visto l’isola saltare in aria, nonostante avessi progettato un piano di salvataggio insieme a Lyla, per un momento, ho temuto che fosse tutto finito.
Che tu fossi morta.”

“ Per un momento, ho avuto la stessa paura.”

“ Ma sei viva, lo siamo entrambi e voglio che continuiamo ad esserlo insieme.
Samantha ha preso la sua decisione, ha pensato come un genitore preoccupato per il proprio figlio e per quanto assurdo possa sembrare, la capisco. Al suo posto, avrei agito allo stesso modo.”

Improvvisamente, le labbra carnose e prive di trucco si poggiarono su quelle di Oliver.
Stavolta non c’era nessuna minaccia di morte, nessuna possibilità di non ritrovarsi, nessun
sequestro di persona. Erano solo Oliver e Felicity, come non lo erano più da tanto tempo, troppo.
Fu un bacio lento, un bacio delicato, un bacio pieno d’amore e di tantissime parole che non avevano mai esternato, da quasi un anno.
C’erano ancora tanti sensi di colpa, per quella storia andata a male, tanti rimorsi  e discorsi lasciati in sospeso, ma qualcosa era cambiato. La consapevolezza di voler stare insieme e che niente era più importante di loro due uniti come coppia.

“ Sarai un padre eccezionale.”

Soffiò con un filo di voce Felicity, procurando l’accenno di un sorriso sulle labbra del biondo.

“ Ho bisogno di te al mio fianco, non posso perderti. ”

“ Non vado da nessuna parte. Non ti lascio più.”

E non c’era altro che Oliver voleva sentire; il resto poteva aspettare fino al giorno dopo, in quel momento voleva solo godersi la gioia di aver salvato il proprio figlio, e la donna che aveva ritrovato dopo un lungo percorso.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Infinity EFP