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Autore: Rack12345    09/06/2017    1 recensioni
[In Sospeso]
Dal testo:
"Proprio così, il suo desiderio era quello di diventare un pirata. Cosa che non si addice di solito ad una ragazza. Ma lei era diversa. Amava il mare più della sua stessa vita, e quale modo migliore per dimostrarlo se non dedicando la sua vita ad esso?"
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"Le scostò una spalla del vestito madido di sudore che indossava cercando di far sì che non si svegliasse o chissà che avrebbe pensato di lui. Osservò la spalla della giovane con attenzione e vide quel tatuaggio, visto anni prima, che riconobbe e che non poteva dimenticare. Sulla pelle della ragazza era disegnata la rosa dei venti sospesa su delle onde che ora, dopo anni, stavano sbiadendo.
Impossibile scordare una ragazza tanto determinata come lei.
-Williams.- sussurrò Jack."
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Ciao Pirati!
Vi spiego un po' di cose prima di leggere la fanfiction:
-La storia è ambientata dopo i fatti della maledizione della prima luna, ma non avverranno gli avvenimenti (scusate il gioco di parole) dei seguenti film;
-Forse il mio Jack non sarà del tutto fedele al Jack dei film;
-Godetevi la storia e fatemi sapere cosa ne pensate, ne ho bisogno :) Grazie per l'attenzione.
Rack
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erin & Jack's Saga
Exiting the bay
 
 
 
Erin non riusciva a crederci: Jack Sparrow, l'uomo che l'aveva aiutata ad arrivare a Tortuga, era lì davanti a lei e dopo ben dieci anni lui era stato in grado di riconoscerla! Lei non lo riconobbe facilmente, non subito. Era cambiato rispetto a dieci anni prima. La sua pelle non era più bianca e liscia. Era molto più abbronzato dell'ultima volta che l'aveva visto. Sul viso aveva qualche graffio e qualche ruga ai lati degli occhi e della bocca, anche se queste erano nascoste dai baffi. Ecco cosa l'aveva tradita! La barba leggera appena accennata che sfociava in due buffe treccine sul mento, decorate da piccole perline, e i baffi leggermente allungati che si arricciavano impercettibilmente all'insù. Queste erano cose che, quando lei lo aveva conosciuto, non c'erano sul volto di Jack. Erin apprezzò in ogni caso. Gli occhi vispi ora avevano una sottile linea nera sotto, che lo rendeva ancora più stravagante. I capelli, o meglio i rasta, erano diventati molto più lunghi, quasi quanto quelli della stessa ragazza. Anche questi erano ornati con treccine e perline. Riconobbe però il tricorno, di cui ricordava fosse gelosissimo. Nessuno poteva toccare il suo cappello. E riconobbe i denti d'oro che si intravedevano dal sorriso del pirata.
Una cicatrice gli era spuntata sul braccio che si diramava e andava a sparire sotto la camicia, per finire non si sa dove.
-Oh mio Dio... Jack!!- esclamò Erin alzandosi dal barile contenente probabilmente rum.
-L'unico e il solo, dolcezza!- rispose il capitano allargando le braccia con fare teatrale.
Erin ebbe il primo impulso di abbracciarlo, come se fossero amici di vecchia data, che avevano passato l'infanzia insieme e che ora si ritrovavano dopo anni. Però si fermò. Alla fine non si conoscevano così bene, avevano passato poco tempo insieme sulla Perla, meno di un giorno. Ma Erin si sentiva legata a lui, anche se col tempo si era scordata la sua faccia da furbetto. Era quell'anello. Un pirata che dona un anello d'oro, effettivamente, non l'aveva mai visto in vita sua.
Jack rimaneva con le braccia allargate, con il sorriso stampato in faccia.
-Beh? Non lo abbracci il caro vecchio Jack?-
Erin non se lo fece ripetere due volte. Gli cinse la vita e lo abbracciò ridendo. Forse quello era il primo contatto sincero che aveva avuto con qualcuno in dieci anni.
Decise di goderselo, mentre il capitano le batteva una mano sulla spalla sorridendo di rimando.
Erin sentì il suo odore. Era un odore forte, ovviamente, ma non era quell' odore nauseante di sudore, accompagnato da quel senso di sudicio tipico dei pirati che alloggiavano alla Sposa Fedele. Non era fastidioso. Riusciva addirittura a non sovrastare l'odore di salsedine di cui erano intrisi i vestiti del capitano.
Erin sciolse l'abbraccio cominciando a sentirsi in imbarazzo e si mise le mani intrecciate dietro la schiena.
-Capitano, non siete vecchio.-
-Oh sì che lo sono, mia cara, 36 anni per un pirata sono tanti.-
-Beh, ma questo non implica il fatto che siate vecchio. Significa solo che sapete vivere meglio degli altri!- rispose lei facendo qualche passo più in là, osservando cosa stessero facendo gli uomini della ciurma.
Capì che stavano per salpare. Il sorriso cominciò a spegnersi e si fece seria.
-Ah e non darmi del voi, te l'ho già detto mi pare!- scherzò lui.
Jack vide che la ragazza si era ammutolita, cosa strana, per quello che ricordava, e capì che stava decidendo se partire con loro o no. Evidentemente lui aveva sbagliato a darlo per scontato.
Le si avvicinò con la sua tipica camminata barcollante.
-Che fai Williams, salpi con noi?-
Erin lo guardò un secondo e poi puntò lo sguardo sul mare.
Aveva l'occasione di fuggire da quell'inferno ed andare per mare. Cosa le costava dire di sì?
Assolutamente nulla.
Era solo rimasta paralizzata dalla situazione. Il mare davanti a lei. Una nave di pirati pronti a salpare. Un capitano che sosteneva i suoi sogni.
Osservò la nave. Era meravigliosa. Non la ricordava così bella, l'unica cosa che ricordava erano le vele nere, al resto non fece caso più di tanto, forse a causa del buio di quella notte, dieci anni prima. Notò che alcune assi del ponte erano di un legno più chiaro, segno che erano state appena cambiate dopo una battaglia.
Chiuse gli occhi e fece un respiro a pieni polmoni. La brezza del mare le arrivò dritta ai polmoni e decise che mai avrebbe voluto che se ne fosse riandata.
Intanto Jack alla sua destra ghignava, speranzoso. Non vedeva da tempo una persona così simile a lui.
-Sì, capitano.- rispose infine Erin.
Jack alzò le sopracciglia. -Ah! Bene!-
Il capitano si affacciò dal cassero e chiamò Gibbs.
-Signor Gibbs! Si parte!-
-Agli ordini, capitano!-
Jack si voltò di nuovo verso la sua nuova compagna di viaggio.
-Il signor Gibbs? C'è anche lui?-chiese Erin.
-Certo! Che ti aspetti che in dieci anni faccia morire tutta la mia ciurma?-
-Assolutamente no, siete un ottimo capitano signor Sparrow!- rise lei.
Jack invece si fece serio. -Senti ragazza, o mi dai del tu o ti faccio pulire il ponte insieme al resto dei mozzi.-
-Va bene, capitano.- rispose lei cercando di soffocare una risatina.
Jack la osservò. Era molto bella. E con gli occhi aperti lo era ancora di più. Scrollò la testa e notò che da quando l'aveva rivista l'aveva pensato già fin troppe volte.
"Non bene." pensò mettendosi al timone per guidare la nave fuori dal porto di Tortuga.
Mentre la scrutava si rese conto che la ragazza indossava ancora quel vestitino e quegli stivaletti scomodissimi, abbigliamento poco adatto in mare aperto, anche se piacevole alla vista.
Scrollò di nuovo la testa e fissò lo sguardo dritto avanti a sé per concentrarsi sulla nave.
 
 
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Erin osservò Jack mettersi al timone e manovrare con facilità la sua perla, mentre i suoi mozzi si impegnavano a spiegare le vele. Lo vide sorridere e poi scrollare la testa, ma non ne capì il motivo. Si disse che era normale per Jack Sparrow. Sentì la nave cominciare a muoversi sotto di lei e qualche asse che scricchiolava. Guardò un'ultima volta l'isola di Tortuga. Aveva sprecato dieci anni della sua vita in quella locanda. Il solo pensarci le dava il voltastomaco.
Usciti dalla piccola baia cominciò a sentire la leggera brezza mattutina del mare sfiorarle il viso e scostarle i ricci arruffati dal volto.
Assaporò ogni singolo istante di quel momento in cui lasciò definitivamente la terra ferma e quel posto che ormai era arrivata ad odiare.
In quel momento Jack fece cenno al signor Gibbs di mettersi al timone per sostituirlo.
Gibbs corse subito a fare ciò che il suo capitano gli aveva ordinato, ma, una volta salite le scale, prima di mettersi al timone, fece un inchino ad Erin.
-Felice di riavervi tra noi, Erin!-
-Salve, signor Gibbs!- rispose la ragazza sorridendo.
Gibbs prese il posto del capitano e puntò gli occhi sul mare.
Jack si avvicinò ad Erin e mise un braccio sul parapetto al quale Erin era appoggiata.
Erin si voltò per ascoltare che cosa avesse da dire.
-Allora, dimmi un po'..- indicò il vestito di lei. -stai comoda con questo succinto vestitino?
Lei osservò il suo stesso corpo.
-Effettivamente no.- rispose.
-Uhm..- il capitano si mise un dito sul mento e pensò un attimo, poi aggiunse:- Vieni, magari Elizabeth ha qualcosa da prestarti.-
Scese le scale del cassero di poppa ed Erin lo seguì.
Chi era Elizabeth?
Erin lo seguì negli alloggi. Attraversarono un corridoio piuttosto spazioso per essere quello di una nave, passando davanti anche alla stanza nella quale si era svegliata Erin. Ad un certo punto giunsero nella terza cabina a partire dall'inizio del corridoio e Jack diede un colpo alla porta, ma non per bussare e chiedere permesso, anzi, per avvertire che stesse entrando, non gli interessava chiunque ci fosse dentro.
Ciò che ne segui fu infatti la voce urtata di una donna.
-Jack!! Potresti anche bussare prima di entrare!-
-In effetti..- commentò una voce maschile che sentì Erin fuori dalla stanza.
Era riuscita ad affacciarsi leggermente, riuscendo a vedere solo il letto con una grande vetrata dietro.
-Oh, suvvia, non avrei potuto trovare niente di scandaloso. Tanto tu sei un eunuco!-
Erin arricciò il naso. Sicuramente scherzava, l'aveva intuito da sé.
-Basta, Jack con questa storia. Chiedilo a Elizabeth se sono un eunuco.-
-Will!!- esclamò la donna.
I due uomini ridacchiarono distrattamente.
Poi Jack si ricordò di Erin.
-Comunque bando alle ciance!- si voltò e le fece cenno di venire avanti. -Mia cara Erin, ti presento il mio primo ufficiale, William Turner..-
Turner salutò con un cenno del capo la ragazza che ricambiò con un sorriso.
-.. e sua moglie, Elizabeth Swann.-
Poi si rivolse ai due, con i quali, Erin intuì, aveva un rapporto molto stretto, anche se tutti e tre fingevano un odi et amo.
-Signori, lei è Erin Williams, la ragazza di cui vi ho parlato prim...-
-Tutta la mattina, Jack? Oh, sì! Ciao, è un piacere conoscerti finalmente, Erin.- fece William con un sorriso per prendere in giro Jack, per poi stringere la mano ad Erin.
-Ehm.. Piacere mio William!- disse Erin un po' imbarazzata.
Aveva sul serio parlato tutta la mattina di lei, oppure William voleva solo metterlo in imbarazzo?
Fatto sta che Erin arrossì in modo particolare.
-Ahahaha, non dar retta Erin, William è una persona che ama scherzare.. Raramente..- disse Jack per poi guardare William socchiudendo gli occhi.
Ad Erin venne da ridere.
-Comunque!- Jack interruppe quella strana situazione. -Cara Elizabeth, la mia amica qui avrebbe bisogno di qualcosa di più "piratesco" da indossare. Comprendi?-
Elizabeth lo squadrò.
-Per favore.- aggiunse il capitano.
La ragazza bionda annuì.
-Certo, vieni Erin, frughiamo un po' in questo baule!-
Erin entrò nella cabina osservandola. Era praticamente uguale a quella dove si era svegliata, solo che c'erano meno scartoffie gettate alla rinfusa ovunque. Si vedeva che era la cabina di un primo ufficiale. Si avvicinò ad Elizabeth che le strinse la mano sorridendole calorosamente. Non era l'unica donna pazza allora.
-Bene, vi lascio sole.- fece Jack uscendo dalla stanza.
Tempo tre secondi che era già tornato indietro, mentre Erin si stava togliendo gli stivaletti, e si affacciò dentro la stanza.
-William?-
-Sì Jack?-
Jack guardò velocemente Erin che si era fermata per capire cosa stesse facendo, poi tornò a guardare il primo ufficiale.
-Aehm.. Non credi che dovresti lasciarle sole anche tu?-
Will sorrise.
-Jack, tranquillo, mi sto solo mettendo gli stivali, adesso arrivo.-
Il capitano rimase lì a fissarlo. -Fai, ti aspetto!-
Intanto Elizabeth ghignava senza farsi vedere da nessuno.


 
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-Allora? Che ne pensi?-
-Sì, sto decisamente più comoda di prima e questi stivali sono la cosa più comoda che abbia mai indossato!- rispose eccitata all'idea di stare diventando sempre più pirata, ora anche nell'aspetto.
Sì osservò nello specchio legato al muro di legno della Perla. Ora indossava ai piedi dei larghi stivali marroni, dei pantaloni leggeri neri sbiaditi, infilati dentro gli stivali. Una camicia larga con uno scollo profondo a V, ma magra come era non c'era assolutamente niente da vedere a detta sua. Sopra la camicia indossava una lunga giacca, marrone di pelle, con delle macchie, che ovviamente non erano state fatte volutamente da chi l'aveva creata.
Si raccolse i voluminosi capelli ricci in una treccia lunga quasi fino al sedere e mise le ciocche che sfuggivano ribelli dalla treccia dietro le orecchie.
Elizabeth vide qualcosa brillare sotto i capelli raccolti di Erin.
-Sai, non so quanto ti conviene portare degli orecchini d'oro quando sei in mezzo ai pirati.- le disse la bionda.
Erin sorrise.
-Non posso separarmene Elizabeth.- fece una pausa abbassando lo sguardo. -E' tutto ciò che mi rimane di mia madre e di mio padre.-
Non erano chissà quale sfarzoso gioiello. Erano dei semplici piccoli cerchi d'oro. Non se ne sarebbe mai separata. I suoi genitori glieli avevano regalati poco prima che salpassero e che la loro nave, erano pescatori, venisse inghiottita da una tempesta in mare aperto.
-Oh.- fece la bionda. -Va bene. Adesso andiamo sul ponte, coraggio.-
Erin sorrise, annuì e la seguì.
 
 
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Jack era sul ponte appena sotto il cassero di poppa ed osservava il mare piatto come una tavola, quando si sentì chiamare dal suo primo ufficiale, il quale a quanto pareva quel giorno aveva deciso di essere anche il suo primo seccatore, che stava al timone.
"Che diavolaccio rivuole quell'eunuco!" pensò Jack risalendo le scale del cassero per raggiungerlo.
In cuor suo già lo sapeva. Aveva visto sia lui che sua moglie ghignare e ammiccare.
-Che c'è?- incrociò le braccia. -Oggi mi chiami un po' troppo spesso William. Il fatto che tu sia un eunuco sta diventando fastidioso anche per me!-
William rise.
-Ti brucia eh?-
Jack aggrottò la fronte.
-Che cosa?-
-Ahaha sì, ti brucia.-
-Io non capisco di cosa tu stia parlando.-
Il capitano si voltò verso il ponte decidendo di ignorare ciò che stava dicendo Will.
Ciò che vide lo colpì tanto da rimanere imbambolato con una mano appoggiata sul parapetto del cassero.
Strinse gli occhi, come per tentare di vedere meglio.
Erin vestita così era decisamente più bella a parer suo.
Lei lo guardò e dal ponte gli fece un teatrale inchino e Jack, di risposta, le sorrise facendole un cenno con la testa, senza dire una parola.
Ad un tratto il capitano sentì una voce dietro di se.
-Attento che ti sciogli.-
Alzò gli occhi al cielo e si voltò verso William per mollargli un po' pugni addosso e fingere di minacciarlo con la spada. Will alzò le mani in segno di resa ridendo.
-Maledetto cane rognoso.- ghignò infine al suo primo ufficiale.
Jack, ora che Erin era di nuovo tra i piedi, si sentiva vulnerabile. La sua presenza lo addolciva, gli ricordava i suoi primi tempi da capitano della Perla Nera. Quella ragazza gli faceva uno stranissimo effetto, e il fatto che William se ne fosse accorto e non la smetteva di punzecchiarlo non gli facilitava la situazione.
E neanche vedere Erin che lo salutava con gli occhi ridenti facilitava la situazione.
-Jack!-
Elizabeth lo chiamò.
-Che diavolo stai facendo?-
Jack alzò gli occhi al cielo scrollando la testa in modo buffo, rimettendo la spada nel fodero. Poi si girò verso la donna.
-Oh niente, dolcezza, stiamo solo giocando ad ammazzarci.-
Intanto Erin aveva seguito Elizabeth ed avevano raggiunto i due.
Jack osservò Erin e le fece un sorriso inclinando la testa di lato, per osservarla meglio.
-Sei uno schianto, gioia.-
Erin sorrise imbarazzata e ringraziò il capitano.


 
Dopo poche ore erano in mare aperto: non si vedeva più neanche un granello di terra. Erin aveva l'umore alle stelle, non aveva fatto altro che ridere nell'ascoltare le assurde storie del signor Gibbs insieme ad Elizabeth. Ogni tanto Jack le diceva qualche frasetta strana e buffa come suo solito. Erin lo adorava, qualsiasi cosa facesse, per lei era come una specie di modello, un mentore, da cui prendere esempio per non farsi mai fregare da nessuno, cosa necessaria nella vita di un pirata. Si sentiva molto legata a lui, anche se si erano visti solo una volta nella loro vita. Sfiorò involontariamente l'anello, ripensando a ciò che il capitano le aveva detto dieci anni prima. Una promessa di fede al mare e un modo per ricordarsi dei suoi alleati. Un modo per ricordarsi di Jack: il suo unico alleato.
Ad un certo punto sentì una mano toccarle la spalla. Quando si girò vide che era Will.
-Scusa se ti disturbo.- disse subito lui.
-No, no, figurati! Non ho nulla da fare tanto.- rispose lei sorridendo.
William sorrise.
-Bene. Volevo sapere come ti stai trovando, niente di più.-
-Benissimo, sono la persona più felice del mondo al momento. Sai William, andare per mari è sempre stato il mio sogno da che ne ho memoria. E' tutto merito vostro se ora riesco a realizzare questo sogno.-
Il primo ufficiale annuì sorridendo.
-E di Jack, invece, che mi dici?-
Erin inarcò un sopracciglio.
-In che senso, Will?-
Will si passò una mano sul mento.
-Beh nel senso... Beh, tu non lo vedi da dieci anni, quindi ovviamente non te ne accorgi, ma da quando sei su questa nave, Jack è.. come dire.. si è addolcito.-
Erin stavolta alzò entrambe le sopracciglia.
-E dici che sia merito mio?-
-Forse? Chi lo sa cosa passa per la mente di quel matto.
Erin scoppiò a ridere e fu seguita da William.
Nel frattempo sentirono dei passi che si avvicinavano verso di loro. Era Jack che era appena uscito dalla sua cabina e li aveva raggiunti per sapere cosa li stesse facendo divertire tanto.
Si parò di lato ai due con le braccia sui fianchi e sollevando un po' il mento. Li squadrò dall'alto al basso.
"Turner, che stai facendo..?"
Storse un momento la bocca e chiese:
-Cos'è che vi sta facendo ridere tanto, se mi è concesso sapere?-
Erin rimase in silenzio, guardando William per incitarlo a rispondere.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo - Parlavamo di quella volta in cui sei fuggito da un'isola a cavallo di una coppia di tartarughe marine.-
"Che??" pensò Erin soffocando una risata.
-Ahaha, già, bella esperienza quella!- esclamò Jack. -Adesso vai, tua moglie ti stava cercando. Poverina non ha ancora capito che sei..-
-Sei un disco rotto, Jack..- disse Will mentre se ne andava.
Jack, soddisfatto di averlo fatto andare via, lo guardò allontanarsi con un fastidioso sorrisetto furbo sulla faccia. Poi si voltò di nuovo verso Erin.
Era all'incirca metà mattina ed il sole iniziava a picchiare forte. Erin infatti notò che Jack si era tolto la giacca lunga e si era arrotolato le maniche della camicia, lasciando intravedere delle cicatrici lungo le braccia abbronzate. Erin le osservò, ma distolse subito lo sguardo. Magari al capitano non sarebbe piaciuto.
-Non ti darà più fastidio per un po'!- disse infine Jack.
-Oh ma non mi stava dando fastidio! Will è una delle persone più educate che abbia mai conosciuto!-
Jack la fissò. -Mh, già.-
Erin sorrise, poi si voltò di nuovo verso il mare per osservarlo ancora. Jack fece la stessa cosa.
-Jack, non ti ho chiesto una cosa importante.-
L'uomo rizzò le orecchie. -Oh, beh, dimmi pure.-
-Dove siamo diretti?- chiese Erin con lo sguardo fisso sul mare.
Anche Jack continuò ad osservare il mare, come se potesse già figurare la meta davanti a sé. Poi con un ghigno malizioso rispose ad Erin.-
-Europa.-
Erin sgranò gli occhi
-Come scusa? Hai detto che stiamo andando in Europa?-
Jack finalmente la guardò, visto che lei era scattata con lo sguardo verso il capitano.
-Sì, tesoro! Precisamente in Spagna, comprendi?-

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Buonasera a tutti!
Ecco a voi il secondo capitolo! E' un capitolo di passaggio, in cui ho cercato di descrivere come Erin cominci ad ambientarsi a bordo della nave.
Ora devo fuggire a letto perché sto morendo di sonno, perdonatemi qualche svista dunque, perché non ho fatto in tempo a ricontrollare il capitolo, ma non vedevo l'ora di pubblicarlo!
Mi prendo solo un momento per ringraziare velocemente tutti coloro che hanno recensito la storia e tutti coloro che l'hanno inserita tra  le ricordate, le seguite e le preferite <3 Siete stati di grande aiuto per me nell'infondermi coraggio, magari anche involontariamente.
Aspetto ansiosamente delle recensioni!
Grazie davvero,
Rack 
  
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