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Autore: kamy    11/06/2017    0 recensioni
La vita di Ash sta per cambiare. Tutto comincerà in modo insolito, per proseguire nella follia. Nella pazzia ci può essere un lieto fine?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ash, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.12  Dopo il bacio

 

Gary sentì la lingua dell’altro penetrare nella sua bocca, accarezzandogli la propria. Socchiuse le proprie gambe e sporse le labbra, chiudendo gli occhi.

Ash lo spinse indietro, continuando a baciarlo, spingendolo contro la parete, il battito cardiaco di Gary accelerò e il corpo del padrone di casa premere contro il suo.

< Ho capito, è una vendetta per quel bacio, quella volta > pensò. Afferrò le spalle di Ash e lo spinse indietro, ansimando. La palandrana nera alle spalle del giovane boss ondeggiò, la stoffa strofinò sul pavimento lucido.

“T-tu sei un clone, ammettilo!” gridò con voce rauca. Le sue labbra erano arrossate e le sue pupille dilatate.

Ash si poggiò la mano coperta dal guanto sul petto, sopra la camicia candida che indossava.

“Un clone?” domandò.

Gary si passò la mano sulla fronte sudata e si sollevò una ciocca dei capelli castani verso l’alto.

“Sì, tra te e Ash c’è la stessa differenza che c’è tra Mew e Mewtwo” disse. La propria capigliatura si era spettinata e le sue orecchie erano arrossate.

“Io non sono un clone” lo rassicurò Ash.

Gary si guardò intorno, osservò la pesante porta massiccia a due ante socchiusa, incastonata nella parete alle sue spalle.

“Beh, allora… dov’è Pikachù?” domandò.

Ash si spostò di lato e Gary lo vide riflesso negli specchi tutt’intorno.

“In stanza, voleva lasciarci un po’ di intimità” spiegò Ash.

“Fammelo vedere” disse Gary. Giocherellò con l’ultimo bottone della camicia che indossava e lo slacciò, cercando di regolare il respiro.

“D’accordo, ma dovrei seguirmi nuovamente nelle mie stanze” gli disse Ash.

“Nella tua camera da letto?” domandò Gary.

Il padrone di casa avanzò con passo cadenzata, facendo ondeggiare la palandrana alle proprie spalle.

“Ne potresti approfittare per riconsegnarmi i vestiti che ti ho prestato. Così, se penserai ancora che sono un clone, te ne potrai andare” gli disse.

“Benissimo” sibilò Gary, seguendolo.

Ash ridacchiò, scuotendo il capo. Aprì la porta utilizzando entrambe le mani e proseguì nel corridoio, sentendo il respiro dell’altro leggermente irregolare alle sue spalle.

“Mi duole che la nostra amicizia debba avere termine così. Avevo desiderato davvero tanto riunirmi a te. Sei l’unico che non volessi perdere durante il mio cammino, come mi avevi rimproverato, non facevo lo stesso con i miei compagni di viaggio. Mi sono reso conto troppo tardi dell’importanza della ‘famiglia’” spiegò.

Gary si grattò la testa e sbuffò.

“Tua madre lo sa che sei diventato il conte Dracula?” domandò ironico.

Ash raggiunse la porta della propria camera e l’aprì.

“Mia madre riceve il mio assegno di mantenimento ogni mese ed è lieta che io abbia trovato finalmente un lavoro stabile. Ho ottimi contatti, anche in politica e stiamo facendo molto per il nostro mondo, adesso” disse atono.

Gary entrò alle sue spalle e aggrottò la fronte quando Ash chiuse la porta della camera.

“Non sei in campagna elettorale, signore del maniero, rilassati” disse secco.

“Pikachù” chiamò Ash. Da sotto il letto uscì Pikachù, che corse verso il padrone e saltò, atterrandogli sulla spalla.

“Pika! Pika!” disse il Pokemon, chiudendo gli occhi e sorridendo.

“Non ci credo, gli hai messo un papillon!” sbraitò Gary.

Pikachù riaprì gli occhietti e fece tremare le proprie guance vermiglie.

“Anche lui è stato sottoposto ai miei stessi allenamenti e ci tiene alla sua classe” rispose Ash, grattando la testa del suo Pokemon.

“Beh, fai meno paura con quel topolone elettrico sulla spalla. Potrei quasi credere che sei tu” ammise Gary.

Ash raggiunse il proprio armadio e lo aprì.

“Desidero cambiarmi anch’io. Posso evitare di lasciarti e proporre, invece, di cambiarci insieme?” chiese.

Gary raggiunse il letto e si sedette.

“Senti, parliamone, non puoi baciare la gente e fare finta di nulla subito dopo. Suppongo non fosse il bacio della morte o qualcosa del genere, perciò… per te siamo amici o volevi provarci?” domandò.

 



  
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