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Autore: La Setta Aster    11/06/2017    0 recensioni
Su un pianeta dove la legge è dettata dalla mano più veloce ad estrarre un revolver laser... Un gruppo di coraggiosi eroi affronta il deserto marziano in cerca di vendetta, denaro, donne, denaro, dinamite termica, denaro, e per finire: DENARO! Scopriranno loro stessi cavalcando cavalli elettrici dalla regione di Cydonia alla città di Ma'Adim, facendo esplodere tutto ciò che non gli va a genio.
La Krypteia productions è orgogliosa di presentare...
...John Malkovich, Shia LaBeuf, Zoe Saldana...
C'ERA UNA VOLTA SU MARTE
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il portellone si aprì, e una gran quantità di fumo ne uscì, nascondendo nella sua coltre qualunque tipo di mostruosità. Una piacevole musica era riprodotta dalla radio della cabina di pilotaggio della locomotiva. C’erano un basso e una chitarra che facevano molto blues elettrico, una batteria più vicina al southern rock, un pianoforte che ricordava quel primitivo blues che si intersecava con il folk portato dai pionieri irlandesi nel vecchio west; tutt’un tratto, appariva un flauto traverso, che, se in un primo momento poteva sembrare lo strumento meno indicato per quel genere, si rivelò incredibilmente efficace; pareva quasi il respiro di una vera locomotiva! Comunque sia, dal fumo si fece strada un corpulento individuo appartenente a qualche strana razza aliena, con un muso che dedicava più peli ai baffi che al capo. Pareva un tricheco. Le zampe invece erano più simili a quelle di un elefante. Ma le possenti braccia e le grosse mani erano tutte umane. Anche la ciccia che straripava da un maglietta lurida e sgualcita era da attribuire ai peggiori bevitori della Terra. Questo distinto galantuomo imbracciava un cannone laser pesante, in pratica come quello di Blacky, solo tante, troppe volte più potente. Prima scaraventò Cobra sul tetto del vagone precedente alla locomotiva con un mal rovescio micidiale, poi mollò un pugno a Mat, che, sfondando la porta del vagone, vi entrò, scivolando fin quasi a metà della sua lunghezza.

“non picchio le signore” disse con il suo vocione “quindi vi pregherei di entrare di vostra spontanea volontà nel vagone” con queste parole, puntò il cannone, e lo attivò, attendendo con pazienza che fosse carico e pronto a sparare. Nel frattempo, le ragazze erano fuggite all’interno del vagone.

Ripreso dallo schianto, Mat fece per alzarsi, ma fu nuovamente buttato a terra da Blacky, che gli urlava “giù la testa, coglione!”. Cobra si era trascinato coi gomiti fino a che non ebbe sotto tiro il macchinista, per ficcare una pallottola laser in quella testa di tricheco. Ma nemmeno poté sporgersi dal tetto, che il devastante raggio impugnato dalla suddetta testa di tricheco tranciò in due il vagone per il lungo, come fosse una baguette pronta per essere farcita. La logica conseguenza fu che il tetto crollò, posandosi sui sedili interni del vagone. In pratica, ora Cobra si ritrovava faccia a faccia col macchinista pur essendo sdraiato sul tetto. Gli sorrise con aria innocente. Mat, Blacky e Robin, intanto, trovarono riparo sul pavimento. Il revolver di Cobra cantò, e un proiettile rosso acceso colpì in pieno il macchinista in mezzo agli occhi. Ma il pistolero rimase deluso: lo aveva solo fatto arrabbiare. La testa di tricheco fece per arrampicarsi sul tetto, ma Cobra gli sfuggì facendo una capriola all’indietro e finendo in una delle botole e cadendo all’interno del vagone. Non poteva sapere che, esattamente sotto di lui, Mat tentava di nuovo a rialzarsi. Fu cacciato a terra ancora una volta. Riuniti gli eroi, strisciarono fuori dal ponte, inseguiti da un raggio laser che fece uno squarcio nel vagone. Percorsero quasi metà treno, correndo a perdi fiato, mentre il macchinista correva sui tetti, ogni volta incurvandoli per il grande peso della sua stazza. Le rotaie costeggiavano il vertiginoso canyon, che pareva portare iella chiamando a gran voce un treno deragliato che finiva dritto nella sua gola famelica. Erano quasi alla fine del treno, e il piano di Cobra era di riprendere le loro moto, che per tutto il tempo avevano inseguito automaticamente l’ultimo vagone, pronte per una fuga, e sparare al macchinista schizzando da ogni parte come vespe per evitare il raggio laser. In quel modo lo avrebbero neutralizzato con un fuoco incrociato. Ma li precedette, e la sua faccia da tricheco si presentò davanti a loro proprio davanti all’entrata dell’ultimo vagone. Indietreggiarono, e fecero per correre nella direzione opposta, per ripercorrere il treno fino alla locomotiva; ma non potevano fuggire: ora li aveva tutti nel mirino. Rimasero immobili, cercando una soluzione mentre il macchinista si godeva il momento della vittoria e sghignazzava sotto gli spessi baffi.

“Mat, te l’avevo detto di non fermarti nel vagone ristorante per berti un ultimo goccio di scotch! A quest’ora io starei cavalcando la mia Dakota a avremmo spedito questo bestione nel mondo degli spiriti!”

“fatevi da parte, maschi, come al solito noi donne vi salviamo il culo e l’onore!” esclamò Robin, mentre gettava una granata nella bocca del cannone. Probabilmente sarebbe uscito un insulto, dalla bocca di tricheco, ma l’esplosione giunse prima, insieme alle esultanze di Cobra e Mat. Non avevano capito: non era ancora finita. Infatti, quando il fumo dell’esplosione si diradò, mostrò una faccia da tricheco ancora più arrabbiata, con due occhi rossi iniettati di sangue. Ma l’esplosione fu utile a distrarre il macchinista mentre Blacky caricava un colpo abbastanza forte da fondere la giunzione che collegava l’ultimo vagone al penultimo. Quando questa fu distrutta, Robin lanciò un’altra granata sotto al vagone dove stava il macchinista, dirottandolo con la nuova esplosione. Come la voce del canyon aveva previsto, fece merenda con un vagone deragliato.

Ora, finalmente, Mat e Cobra poterono esultare insieme a Blacky e Robin. Ridendo, scherzando, e complimentandosi a vicenda, tornarono verso la locomotiva. La sganciarono dalla sua sede, e Cobra la portò in volo fino alla coda del treno (la locomotiva era dotata di un propulsore gravitazionale, a differenza degli altri vagoni, che fluttuavano e basta; per questo si chiama locomotiva, perché dedita alla locomozione!), dove Blacky la saldò alla giunzione ormai inutilizzabile in maniera normale. Erano pronti per riportare il treno a Yakhim, per la gioia di Stirling e dei suoi instancabili rivoluzionari. Ma qualcosa di inatteso accadde, annunciata da Mat.

“ehm … Cobra?” chiamò il ragazzo, di vedetta sul tetto.

“cosa c’è, rompi scatole?”

“questa la devi proprio vedere!”

Così, il pistolero uscì sbuffando. Vide una nuvola di polvere rossa avvicinarsi rabbiosa.

“andiamo, scherzi?” brontolò Cobra.

“alcuni marziani si sono schierati con gli Earthlings” spiegò Robin “nella speranza di ottenere i loro favori e di ottenere posizioni privilegiate nella società coloniale terrestre. Sono blasfemi nei confronti della loro terra e delle tradizioni del loro antichissimo popolo! Bestie coi blue jeans!”    

I nostri eroi caricarono le armi.

“e va bene, la giornata non è ancora finita, e purtroppo non ci pagano ad ore, quindi fate andare i culetti, gente!” spronò Cobra.

Lui prese i comandi, mentre Mat, sul tetto del vagone immediatamente precedente alla locomotiva, era pronto con il suo fucile. Robin, con esplosivi e pistole, era di guardia alla coda del treno, sicuramente presa di mira per un assalto. Blacky, invece, si sarebbe divertita a correre come un’invasata per tutto il treno, sparando attraverso i finestrini. Tutti erano pronti, qualcuno con tanto di sigaro tra i denti.

Cobra cercò nella playlist della radio del macchinista una canzone adatta. Doveva ammettere che aveva buon gusto, ascoltavano buona musica le sue orecchie di tricheco!

“ah! Ma certo!” esclamò, quando trovò il brano adatto.

Un riff di chitarra elettrica molto allegro apriva la canzone, dalle sonorità profondamente ‘80s. le prime parole erano “don’t look back!”, che lanciarono Cobra in uno sfrenato karaoke.

“don’t look back!”, certo: se si fosse guardato indietro, come stava facendo Robin, non si sarebbe visto altro che una cavalleria marziana colorita e folta, con varie decine di individui pronti a dare la vita per le bibite gassate. La nuvola rossa si avvicinava.

ANGOLO DEI REGISTI
L'assalto al treno prosegue, e i nostri eroi... Beh, pare che si ivertano pure! Ma adesso è in arrivo un'armata di marziani a cavallo. Togliete loro la vita, ma non togliete loro i blue jeans! 

 
  
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