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Autore: floricienta    11/06/2017    0 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 40
IL CANTO DEL MARE È NASCOSTO IN UNA CONCHIGLIA


 

Gennaio, anno 440 del XII periodo

“Grazie ancora, Tangaroa.” Ari si inchinò, successivamente anche Inaya e Nael fecero lo stesso. “Farò in modo di onorare per sempre il tuo nome.”
“Grazie a te, Ari.”
Nael gli diede una gomitata leggera, come a indicare il privilegio nell'aver ricevuto un ringraziamento da parte di una divinità, e Ari gli sorrise in cambio.
Avevano preparato tutto quanto per il loro rientro sull'aeronave del Consiglio Maggiore dei Maghi, bastava solamente raggiungerla.
“Ti condurrò nel luogo in cui devi, poi lascerò il resto a te.”
Il biondo annuì, e venne preso per mano da Nael.
“Arrivederci.” salutò Ari.
“Ci incontreremo nei tuoi sogni.”
Tangaroa alzò un braccio e un'ondata potente investì i tre ragazzi. Si tennero stretti mentre la corrente li portava via, facendoli nuotare così velocemente che non ebbero neanche il tempo di distinguere gli animali che passavano loro di fianco.

Ci vollero pochi minuti, ma alla fine il loro moto si arrestò, lasciandoli vicini alla superficie.
Nuotarono ancora per un po' prima di sbucare fuori dall'acqua e prendere un respiro profondo, così come non avevano potuto fare per giorni.
Molti metri sopra di loro c'era l'aeronave.
“Wow, voglio fare un altro giro.” commentò Nael e Inaya si mise a ridere. “Potrebbe aprire un parco giochi.”
“Non ti avevo supplicato di eliminare dalla lista il recupero di queste battute?” ironizzò Ari.
“Fanno parte del mio fascino.”
“Sai, quando Tinirau ha detto che non sopporta il sarcasmo... credo che ti abbia manipolato per reprimere questo tuo lato.”
“Quindi adesso sta uscendo di colpo?”
“Purtroppo per me.”
Nael gli tirò l'orecchio, ottenendo un piccolo urlo, per poi dargli un bacio sulla fronte. Inaya voltò lo sguardo, imbarazzata, e portò alla luce un nuovo problema.
“Dobbiamo raggiungere l'aeronave.”
“Tranquilla, ci penso io.”
Ari allungò il braccio verso il basso e prese a ruotare la mano in senso orario. Non fu che questione di qualche attimo che un vortice li alzò dalla superficie del mare, facendo da elevatore.
“Tenetevi a me.”
Non ci fu neanche bisogno di dirlo che Nael l' aveva già agguantato e Inaya l'aveva afferrato per le spalle.

Quel piccolo tornado d'acqua continuò la sua salita, trasportandoli oltre le nuvole e ancora più su fino a quando non giunsero al ponte della nave e, finalmente, posarono i piedi su un suolo asciutto. Non appena accadde, Ari fu davvero convinto che avevano portato a termine la missione e adesso stavano rientrando in quella che era casa loro come eroi di guerra, benché non fosse sicuro che sarebbero stati accolti come si aspettava.
Ora dovevano solo affrontare il Consiglio.
“Cosa facciamo?” domandò Inaya.
“Andiamo dalla Somma Keneke.” rispose Ari, con sguardo determinato, cominciando a correre.

A giudicare dalla luce esterna, doveva essere mattino inoltrato. Infatti, nei corridoi dell'aeronave giravano già ragazzi con la tunica d'addestramento e dei libri in mano, pronti a recarsi alla prossima lezione. Tutti li guardarono stupefatti mentre correvano di gran leva senza curarsi di nessuno, soprattutto per le loro vesti: Nael era a petto nudo e solo una pelle – che poteva essere di foca o qualcosa di simile – a coprirgli le parti intime; Ari aveva lasciato la maglia blu ormai ridotta in brandelli e indossava una casacca dello stesso materiale. L'unica era Inaya che aveva ancora addosso la sua divisa da addestramento costituita da una maglia viola e dei pantaloni lilla.
Ciononostante, continuarono imperterriti fino a raggiungere le scale e si diressero ai piani più alti, dove vi era l'ufficio del Capo del Consiglio.

“Eccoci.” disse Ari con il fiatone e bussò alla porta.
Un “Avanti.” soffuso gli arrivò alle orecchie e l'aprì.
“Per tutte le divinità!”
Quella frase venne pronunciata da due persone in contemporanea: Keneke e Keyondre.
“Padre!” Inaya si lanciò verso di lui, che l'afferrò al volo e la sollevò da terra in un abbraccio così dolce e protettivo che Ari si sentì sciogliere il cuore.
“Sei viva, sei tornata a casa.” continuò l'uomo. “Stai bene? Sei ferita?”
“No, padre.” disse lei con un enorme sorriso, riappoggiando le punte dei piedi al pavimento. “Va tutto bene, Ari ce l'ha fatta. Ha salvato tutti noi.”
Il ragazzo fece qualche passo avanti, seguito da Natanael che era rimasto dietro di lui, estraneo alla situazione che si stava creando.
“Ari, ti devo ringraziare per aver riportato mia figlia sana e salva.” il mago del buio gli si parò davanti, mettendogli le mani sulle spalle e stringendole appena.
“Non devi ringraziarmi, lei è stata in grado di pensare a se stessa e anche a me. È molto più forte di quanto si possa immaginare.”
Si sorrisero e il mago gli diede un piccolo abbraccio fugace.

“Mi dispiace interrompervi,” prese la parola Keneke. “ma non credete che dobbiate delle spiegazioni?” incrociò le braccia e li guardò con volto furente.
Ari ingoiò a vuoto, terrorizzato da quella visione, e si preparò con un sospiro profondo.
“Sono mortificato, Somma Keneke, per tutti i guai che posso averle fatto passare...”
“No, no...” la maga lo interruppe, scuotendolo la mano come per cacciare via qualcosa. “Non c'è bisogno che tu mi porga le tue scuse. So benissimo che in realtà non hai neanche minimamente pensato a cosa potessimo andare incontro tutti noi per un tuo capriccio.”
Ari strinse i pugni lungo il busto e Nael sentì ribollire la rabbia in lui per il tono che stava usando la donna.
“Un capriccio che vedo si è realizzato.” Keneke indicò con il mento il moro, che si accostò completamente all'altro, traendolo a sé con un braccio in vita.
“Sì.” rispose Ari, semplicemente. “E ne pagherò le conseguenze, se vuole darmi una punizione.”
“Oh, no!” dalle sue labbra uscì una risata cristallina, che fece venire i brividi ai ragazzi. “Non sono quel genere di persona. Perlomeno, non con un ragazzo che, se ora si trova davanti a me, significa che ha appena compiuto un'impresa che ha dell'incredibile.”
Ari sussultò, senza sapere cosa dire.
La voce della Somma Keneke era passata da autoritaria a orgogliosa e tutto nell'insieme lo stava confondendo non poco.
“Ho sempre sostenuto che tu fossi un mago eccellente e, come al solito, le mie supposizioni non fanno una piega.” per la prima volta si lasciò andare a un sorriso dolce e sincero.
“Lei sa tutto.” spezzò quel momento Keyondre.
“Lo sa anche tutto il Consiglio?” sbraitò Inaya, mettendosi le mani tra i capelli.
“Non dire assurdità!” la maga del fuoco si appoggiò con il fondoschiena alla scrivania. “Se l'avessero scoperto, non credo che ci starei ancora io a capo dei Maghi.”
Quella frase fece intendere che fosse più importante il suo ruolo all'interno della comunità che altro, ma era evidente ormai che non fosse così. Tuttavia, era un carattere che solo Keyondre, tra tutti i presenti nell'ufficio, riusciva a comprendere.

Ari pensò che non avevano tempo da perdere e che dovevano affrettarsi per raccontare a tutti quello che era successo e le condizioni che aveva imposto Tangaroa per tornare a vivere sulla Terra.
“Somma Keneke?” richiamò la sua attenzione il ragazzo. “Indica al più presto un'assemblea del Consiglio, ci sono questioni importanti da discutere che decideranno le sorti dell'intera umanità.”
La donna tornò seria, con gli occhi blu che lo squadrarono da capo a piedi.
“Così sia. Darò l'immediato ordine di convocare tutti i membri.”
Ari annuì.
“Ma prima...” continuò Keneke. “A voi servono dei vestiti. Non vi farò di certo presentare a una riunione speciale conciati in quel modo.”
I due ragazzi si guardarono l'un l'altro, arrossendo imbarazzati per poi mettersi a ridere.





“Somma Keneke, come hai potuto tenerci nascosta un'informazione del genere!” la voce possente di Hallgeir tuonò nella stanza del Consiglio. “Un ragazzo, anzi, quel ragazzo in particolare ha abbandonato l'aeronave per combattere contro una divinità degli oceani!”
“Non posso credere che tu l'abbia permesso.” la Somma Freya parlò più per la preoccupazione che provava verso Ari e gli altri che come ammonimento, infatti, porse loro un sorriso.
“E ha riportato indietro un Sacrificio morto. Questo avrà delle gravi conseguenze su tutti noi!” Elin era evidentemente agitata e impaurita da quello che sarebbe potuto succedere.
“Calmi tutti, adesso.” Keneke si alzò dalla sua postazione, sbattendo forte una mano sul tavolo.

L'assemblea era cominciata da poco più di dieci minuti e già stava degenerando.
Inaya sedeva sulla sedia destinata a suo padre, mentre lui le stava dietro. Ari e Nael, invece, erano ai lati della maga del fuoco; il primo stringeva i denti mentre il secondo ascoltava tutto passivamente, credendoli un branco di idioti.
Ari immaginava che sarebbe successo.

“Sono sicura che c'è una spiegazione a tutto questo, giusto Somma Keneke?” disse Freya.
“Certo che c'è.” rispose la diretta interessata.
“Persino il Sommo Keyondre ci ha tenuto all'oscuro di tutto. Eravate in combutta!” esclamò il mago della terra.
“Smettila, Sommo Hallgeir!” Keneke era evidentemente furente. “Non c'era nessuna combutta, né alcun piano maligno. Ho preso la decisione di non mettervi al corrente di tutto questo perché sapevo già che l'avreste proibito. In questo caso il ragazzo sarebbe scappato comunque e sarebbe andato contro a tutte le regole. Invece aveva la benedizione mia e del Sommo Keyondre e tanto bastava.”
“Perché proteggerlo in questo modo?” chiese Molan.
“Perché era l'unico che poteva compiere questa missione.”
“Un ragazzino che neanche vuole essere un mago.” Hallgeir schioccò la lingua, incrociando le braccia, mettendo in tensione tutti i muscoli.
“Eppure è tornato.” commentò la maga del vento con un armonioso sorriso.
“Sarà scappato, piuttosto.” ribatté il mago della terra.

Non stanno ad ascoltare neanche la Somma Keneke.

Ari non ne poteva più di tutta quella confusione.
Sentiva il cuore battere in gola dall'agitazione e il sudore che gli imperlava la fronte. Se una divinità era venuta a patti con un semplice essere umano, perché gli esseri umani stessi non riuscivano a mettersi d'accordo tra di loro? Gli sembrava tutto così stupido e infantile che non ce la fece più a contenersi.
“Non sono affatto scappato!” la sua voce era abbastanza alta e possente da sovrastare le urla degli altri maghi, che si voltarono verso di lui, e riabbassò il tono per renderlo normale. “Ho sconfitto Tinirau, ho mantenuto la promessa scambiata con Tangaroa e lui mi ha restituito la persona che amo.” indicò Nael con il braccio sinistro, che ormai non gli doleva quasi più.
“Spero che ti renda conto dell'assurdità delle tue parole.” insistette Hallgeir.
“Spero che lei si renda conto dell'aggressività delle sue per qualcosa che invece dovrebbe tranquillizzarla.”
“Ari!” Nael soffocò il suo nome, spalancando gli occhi verde mare.
“Che insolente!”
“Io sono del parere che dovremmo ascoltare tutti quello che ha da dire senza più interromperlo.” Molan incitò il ragazzo a continuare.

Ari non si aspettò di ottenere la parola in quel modo e adesso avrebbe anche dovuto sostenere un discorso. D'altro canto, aveva in mano il potere di far capire finalmente cosa aveva conquistato grazie alla sua impresa.
Mise da parte l'ansia e la paura e cominciò a parlare.
“Non so chi di voi sapesse chi erano i miei genitori, sta di fatto che hanno preferito essere esiliati e vivere lontani da questo mondo pur di non proseguire con la storia dei Sacrifici. Il destino ha voluto che entrambi morissero proprio per questo motivo. Mia madre è stata immolata come vittima molti anni fa e mio padre l'ha seguita...”
“Non vedo il nesso con...”
“Shht” Inaya zittì il mago della terra, mettendogli la mano davanti alla bocca.
“Per varie circostanze che non sto a raccontare, io sono diventato un mago, proprio uno di quelli che non avrei mai voluto incontrare in tutta la mia vita. Mi avete obbligato voi a diventarlo.” squadrò uno a uno tutti i membri del Consiglio. “Per questo ho visto morire anche Nael... L'ho ucciso io stesso...” si mise una mano al cuore e sentì gli occhi rendersi lucidi al ricordo di quelle immagini, ma ricacciò indietro le lacrime non appena avvertì la mano del ragazzo in questione sulla sua spalla. “Ho avuto un'occasione che non potevo lasciarmi sfuggire. Sono sicuro che altri l'avrebbero bramata come non mai.”
Ari si fermò qualche istante, vedendo il volto malinconico di Inaya.
“Me l'ha proposta Tangaroa in persona e, quando ho parlato con lui in sogno, ho capito che la missione che mi era stata offerta poteva portare a un risultato molto più grande del previsto. Non vi nascondo che non mi interessava nulla, ero spinto solo dal desiderio di riavere Nael con me. Ma grazie a un'amica meravigliosa sono riuscito a ottenere la benevolenza di Tangaroa. Ritirerà le acque, potremo tornare a vivere sulla Terra e non ci sarà più bisogno di compiere Sacrifici.”

Calò il silenzio per un tempo che parve interminabile, poi Elin prese la parola.
“Il rituale è ciò che manda avanti il mondo, non posso credere che una divinità non voglia accogliere le anime che noi gli doniamo.”
Ari sospirò con disappunto.
“Non è questione di volere o no delle anime, è questione di mantenere l'equilibrio della Natura!” per la prima volta si intromise nel discorso anche Nael.
“Che ne sapete voi ragazzi di queste cose?” domandò ancora la maga della luce, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
“Loro sono venuti a contatto con Tangaroa in persona.” rispose Keyondre.
“E chi ce lo conferma? Se ci stessero mentendo per far precipitare nella sciagura l'intera umanità?”
“Ari, a quanto pare devi usarla.” Nael gli diede una piccola spinta e il biondo si avvicinò a Inaya, che estrasse dal suo zainetto una conchiglia.
“Usare cosa?” fece Keneke.
“Me l'ha data Tangaroa. È un messaggio per voi.”

Così dicendo, lanciò con forza la conchiglia sul tavolo e questa si distrusse in mille pezzi.
Una luce abbagliante divampò nella sala e fece chiudere gli occhi a tutti i presenti, poi una voce che parlava in una lingua che non era di quel mondo cominciò a parlare. Anche se non c'era significato in quello che stavano ascoltando, nelle loro menti prendeva forma in maniera ben distinta.
Era Tangaroa che raccontava dal principio quello che era successo, dalla corruzione di Tinirau alla parte malvagia della sua anima legata nel corpo di Natanael; dai sogni di Ari fino alla sua vittoria.
Quando quella voce melodiosa ebbe finito, tutto tornò nella penombra della stanza e i membri del Consiglio rimasero a bocca aperta, sconcertati da quello a cui avevano appena assistito.

“Immagino che dovremo cominciare ad avvisare tutte le aeronavi che presto torneremo con i piedi per terra e che la classe dei Sacrifici sarà sciolta.” la Somma Keneke alzò un angolo della bocca, quasi divertita, poi i suoi occhi blu incontrarono quelli grigi di Keyondre e si lasciò andare a un sorriso di successo.

Ari avvertì una sensazione di freschezza all'altezza del tatuaggio.
Era davvero stato colui che aveva riportato la luce in un mondo governato dalle tenebre. Poteva vivere di nuovo con Nael e non ci sarebbero più stati Sacrifici, tutto era andato decisamente al di là delle sue aspettative.

Tutto questo è iniziato perché avevo paura della morte...

Si voltò verso Natanael che già gli era quasi saltato addosso per avvinghiarlo in un abbraccio, che ricambiò.

...perché volevo mettere in salvo la vita di Nael.

“L'ho sempre detto che sei meraviglioso.” gli sussurrò sulla fronte, spostandogli il ciuffo cenere con il fiato e facendolo arrossire.

Invece, adesso, non devo più preoccuparmi che accada ancora qualcosa del genere.

Le labbra del moro si abbassarono a baciargli la punta del naso, noncurante del pubblico nella sala.

Non morirà mai più nessuno per questo motivo.

Poi si spinse a lasciargli anche un bacio sulle labbra, appena accennato.

I Sacrifici non esistono più.





Uscirono dalla Sala del Consiglio solamente dopo un altro paio di ore. La Somma Keneke aveva insistito nell'avere tutti e tre i ragazzi presenti, per accertarsi che il Consiglio prendesse le decisioni giuste per il futuro che li attendeva, dato che loro sarebbero stati i diretti interessati nel vivere in quel nuovo mondo che gli si presentava.
Era stato estenuante e Nael non vedeva l'ora di andarsene per fare qualcosa, qualsiasi altra cosa e, possibilmente, con Ari. Però era rimasto fino alla fine, intento nel dare tutto il suo appoggio al ragazzo e a sostenere tutte le sue idee.
Inaya aveva presentato il suo progetto per le cisterne e i catalizzatori, dovendo confessare che lei non possedeva Mana.
Tutti erano rimasti ancora più sbigottiti dalla questione; Hallgeir, come al solito, aveva fulminato con lo sguardo Keyondre, ma Keneke aveva richiamato all'ordine e rimandato quel discorso per il pomeriggio, in privato con il mago del buio.
Era stato molto faticoso per tutti e, adesso che erano finalmente liberi, Nael ne vedeva i segni sul viso di Ari.

“Sei stanco?”
“Un po'.” rispose il biondo.
“Dovresti andare a riposare.”
Stavano camminando per il corridoio che portava al parco centrale, mano nella mano.
“Anche tu dovresti.”
“Sono appena nato, ricordi? Io sto benissimo.” si avvicinò fino a sfiorare la sua spalla. “Sei tu quello che ha affrontato tutto da solo, rischiando la vita e rimettendoci un braccio, quasi. Per non parlare del fatto che sei stato sempre a vegliare su di me nei giorni in cui siamo stati da Tangaroa. Credi che non me ne sia accorto?”
Ari abbassò il capo, imbarazzato, e raggiunsero un albero sotto al quale si sedettero, rimanendo con le dita intrecciate.
“Avevo paura che se avessi staccato gli occhi da te, ti avrei perso di nuovo.”
Il cuore di Nael si fermò per un istante.

Mi chiedo davvero come faccio a resisterti.

Gli prese il volto tra le mani, costringendolo a guardarlo e perdendosi negli occhi azzurri quasi trasparenti.
“Non accadrà mai più. Te l'assicuro, te lo prometto. Non mi allontanerò oltre la distanza dove non potrai sentire la mia voce, anzi, non andrò oltre il punto dove le nostre mani non potranno sfiorarsi.” prese a massaggiargli gli zigomi con i pollici, solleticando quella pelle così soffice.

Ma, dopotutto...

“Anche se...” continuò Nael. “Vorrei starti ancora più vicino.”
“Cioè?” gli occhi di Ari erano velati da una leggera patina a causa di quelle parole che lo travolgevano fin nel profondo.
“Non vorrei mai superare la distanza dove le nostre bocche non possano sfiorarsi.”

...credo di non esserci mai riuscito.

Nael lo baciò con calma.
Le sue labbra abbracciarono totalmente quelle dell'altro, le assaporò come un frutto maturo e succoso, le mordicchiò appena fino a quando non sentì la lingua del minore entrare nella sua bocca, e prese a giocare con quella. Venne stregato dai movimenti, si sentì rapito dall'amore che ci stava mettendo, e incatenato ad Ari con una corda invisibile con cui si era legato da solo.
Non esisteva altro posto in cui voleva stare al momento.
A dir la verità, uno esisteva e forse l'avrebbe rivisto, ma per ora andava bene così.
Ari lo cinse per la vita e gli si gettò sul petto, schiacciando il proprio contro.
Nael non poté che prolungare quel bacio il più possibile, passando una mano nel ciuffo cenere e stringendo una ciocca di capelli fino a quando non sentì il mugugno di dolore sciogliersi nella sua bocca.
La sua mente ormai stava vagando ben oltre. Avrebbe tanto voluto che tutte le persone scomparissero per lasciar posto solo a loro, benché lui non vedesse altri intorno. La sua vista era riempita come al solito dalla presenza di Ari.

In fondo, credo di non averlo neanche mai voluto.

Diede un altro paio di baci a schiocco sulle labbra arrossate del minore e gli sorrise con tutta la gioia che aveva nel cuore.
“Ti ho forse già detto che ti amo?”
“Non abbastanza.” Ari si mise a ridere e gli rubò l'ennesimo bacio.
“Ti amo, ti amo. Ti. Amo.”
Il moro vide l'altro mordersi le labbra così carinamente, che non poté resistere a farle sue di nuovo, premendolo contro il tronco dell'albero e una mano ad accarezzargli la gamba.

“Ragazzi!”
Una voce squillante interruppe quel bellissimo momento, facendo staccare i due controvoglia.
“Inaya, non è la prima volta che succede. La prossima te la metto in conto.” fece Nael, scorbutico.
“Che?” chiese la ragazza, confusa.
“Lascialo stare, è solamente geloso come suo solito.”
“Non sono geloso.”
“Inaya, abbracciami.”
“Ehi, ehi, ehi!” Nael scattò in piedi e si interpose tra i due, provocando una risata esagerata da parte di entrambi.
“Hai ragione.” commentò Inaya. “Non lo sei.”
In quell'istante, Natanael prese a grattarsi la testa e si voltò verso il biondo ancora a terra.
“Ari, posso parlare per qualche minuto da solo con Inaya?”
“Perché?”
“Ah, adesso sei tu il geloso!”
“Nient'affatto, mi voglio solo rassicurare che non proverai a ucciderla.” Ari si alzò guardandolo beffardo.
“Sei diventato fin troppo esuberante per i miei gusti.” gli diede un piccolo buffetto sul braccio. “No, davvero, ti raggiungo tra poco.”
“Va bene, vi lascio soli. Ti aspetto su quella panchina.” gli lasciò un bacio sulla guancia e si allontanò.

Nael annuì e rimase da solo con Inaya, che lo guardava sempre più stranita.
Dopo tutto quello che era successo, gli sembrava quasi un obbligo dover parlare con lei. Aveva tante cose da dirle e sapeva di doverla ringraziare e anche scusare per i suoi modi, nonostante fosse uno spirito incorporeo e lei non poteva neanche sentirlo.

Allora, da dove posso iniziare..?

“Grazie per essere amica di Ari.” gli uscì spontaneo, la prima cosa che gli venne in mente.
“Non è qualcosa per cui dovresti ringraziarmi.” inclinò il capo – sulla quale vi erano i capelli intrecciati a formare una rete e poi cadevano morbidi sulle spalle – con un sorriso.
“Invece sì. Lui non ha mai avuto amici, neanche io a dirla tutta, ma lui ne aveva bisogno per quello che ha dovuto sopportare mentre eravamo separati. Se non avesse avuto qualcuno con cui parlare durante i mesi di apprendistato, se si fosse circondato di tristezza e solitudine più di quanto già non ne avesse, sento che sarebbe crollato molto prima e io non sarei qui a parlare con te.”
Era tutto vero. Aveva sempre pregato che trovasse qualcuno con cui condividere le sue emozioni.
“E sono felice che sia tu quell'amica.”
“Anche io sono felice di essere sua amica. È una persona così meravigliosa che...” Inaya si bloccò, notando una scintilla negli occhi verdi dell'altro. “Sono sicura che tu lo sappia molto meglio di me.”
“Lo credo anche io.” soffocò una risata, guardandosi i piedi e poi di nuovo la ragazza. “Comunque non è l'unica cosa di cui devo ringraziarti. Anche tu mi hai salvato e non era tuo dovere farlo.”
“Non è stato un dovere, ma un enorme piacere. Ari è come un fratello per me e non vorrei mai saperlo giù di morale, per questo ho dovuto e voluto aiutarlo. Inoltre, ti ho già espresso il mio desiderio di essere tua amica, no?”

Nael si rese conto di quanto fosse simpatica, cordiale e una stupenda persona.
Lo si capiva dal modo in cui parlava, da come si muoveva con la grazia di una bambola di porcellana, nonostante i suoi atteggiamenti da bambina. Non era un caso che fosse diventata così intima con Ari. Non aveva potuto scegliere una persona migliore di lei di cui fidarsi.

“Anche io voglio esserlo.”
“Ah, che bello!” la Curatrice fece un piccolo saltello sul posto e i suoi capelli caddero a onda sulla schiena. “Posso darti un abbraccio, Natanael?”
Inaya nemmeno aspettò una risposta che si gettò tra le sue braccia, stringendolo con troppa forza per essere una ragazza, e lui si ritrovò a ricambiare un po' impacciato.
“A proposito di questo... puoi chiamarmi Nael.”
“Ne sei sicuro?”
“Beh, forse...” guardò in alto la cupola di vetro, pensandoci su. “Però solo tu, sia ben chiaro.”
Inaya scoppiò a ridere, presa dall'entusiasmo.
“C'è anche un'altra cosa.”
Il moro prese un respiro profondo. La sua gelosia era tutta basata sulla relazione puramente fisica che non poteva avere con Ari finché era un'anima, ma adesso poteva anche lasciare da parte quella questione e doveva chiarirla con lei.
“Scusami per il mio comportamento. Non sono sempre stato carino con te.”
“Non preoccuparti.” Inaya scosse il capo a destra e sinistra. “Non mi sono mai offesa. È ovvio che ti creasse qualche problema il fatto che io fossi praticamente sempre appiccicata ad Ari e te non potevi neanche sfiorarlo.”

Ma che..?

Nael indietreggiò, quasi spaventato da come gli avesse letto nella mente.

Altro che maga, è una strega!

“Io non posso che ripeterti che non ho cattive intenzioni con Ari, ma questo non ti impedisce di essere geloso. E se questo significa che continuerai a punzecchiarmi e a prendermi in giro, a me sta bene. In fondo, mi diverto a controbattere. Con te è davvero divertente.”
Nael sbatté le palpebre più volte.
Davvero glel'aveva confidato? Era assurdo, non aveva mai conosciuto qualcuno come lei, eppure, dal nulla, sentì sbocciare un nuovo sentimento. Uno che aveva a malapena sfiorato mentre viveva da ladruncolo insieme alla banda di Rorik.
Si mise una mano davanti alla bocca, per trattenersi, ma non ci riuscì e scoppiò a ridere di gusto, tenendosi anche la pancia con quella libera.
“Ho detto qualcosa di male?” domandò Inaya.
Nael non rispose, continuando a ridere.





Ari stava osservando tutto da qualche metro in lontananza. Non riusciva a cogliere le parole, ma era evidente che Nael si stesse divertendo un mondo, dato che non aveva ancora smesso di ridere da minuti. Dovette ammettere di essere piuttosto curioso, tuttavia aspettò che entrambi gli si avvicinassero.
Nael si lanciò su di lui come quando si trovavano nel salotto di casa loro, portando le gambe sulle sue, e le braccia facevano da cuscino dietro la testa.
“Tutto bene?” domandò Ari.
“Va tutto benissimo.” rispose Inaya.
“Adesso per davvero.” concluse Nael.
“Di cosa avete parlato?”
“Del fatto che Nael continuerà a essere geloso di me per tutta la vita, ma che mi permetterà di rimanere comunque tua amica.” la ragazza fece un occhiolino a entrambi.
“Ah, siete diventati amici, quindi.” il biondo sorrise, prendendo saldamente la mano di Nael. “Ne sono felice.”
“Neanche un briciolo di gelosia?” fece l'altro.
“Neanche un po'.”
“No, dai. Neanche uno sputo?” insistette.
“No, Nael.” Ari si mise a ridere. “Come faccio a essere geloso, se sono convinto al cento per cento che tu mi ami come nessun altro potrà mai fare?”
Natanel si sentì preso in contropiede e si mise seduto di scatto.
“Prendi esempio dal tuo fidanzato.” affermò Inaya, portandosi le mani sui fianchi.
“Suppongo che debba pensare lo stesso...” Nael avvicinò il naso alla guancia dell'altro.
“Non lo pensi già?”
“Assolutamente.”
“Chiaro. Questo è uno dei momenti dove voi due vi estraniate completamente come se il mondo non esistesse, perciò, vado nella mia camera.”
Inaya fece un saluto militare, ma venne afferrata prontamente per il polso da Nael e rimasero a chiacchierare per l'intero pomeriggio, perdendosi tra una risata e l'altra, finalmente senza più pensieri negativi a occupare le loro menti.



 

NOTA DELL'AUTRICE:
*festeggia saltellando* guardate quante cose è riuscito a ottenere Ari con la sua impresa! Il Consiglio ha ceduto, la classe dei Sacrifici verrà sciolta e potranno tornare “presto” sulla Terra. Spero siate felici anche voi! Ah, altra cosa importante: Nael ha messo da parte un briciolo di gelosia ahah e adesso il trio non lo ferma più nessuno.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi dopo tutto questo tempo, i nuovi arrivati e chi verrà in futuro. Ci avviciniamo davvero drasticamente alla fine, vi avverto che manca un capitolo e l'epilogo. Detto ciò, ci vediamo domenica prossima! Un bacio a tutti.
Flor <3

 

  
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