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Autore: Liry_chan    11/06/2017    0 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 21
L’ora del thè 

Sedevano a un tavolo basso di bambù, inginocchiati su morbidi cuscini di piume.
Più precisamente, solo il Seiten Taisei si trovava in ginocchio; lui stava alquanto scomodo con la gamba sana piegata sotto quella rotta, allungata rigida sotto il piano.
Dopo che si furono rinfrescati e cambiati, un attendente di Bosatsu li aveva accompagnati in quell'ampia sala, arredata con sobria classe. Fuori dalla finestra, bellissimi alberi di ciliegio stagliavano le chiome fiorite contro un cielo incredibilmente azzurro e limpido.
Il sutra gli era stato confiscato; “per evitare altri guai” aveva detto la vecchiaccia.
Un valletto con la puzza sotto il naso li squadrava dall’alto in basso, mentre serviva loro del thè verde, aromatizzato al gelsomino, in raffinate tazze di porcellana. 
Distesa su un futon, a pochi metri di distanza, Haydè riposava tranquilla, bellissima come sempre.
Sanzo era convinto che, a vederlo dall’esterno, quel siparietto dovesse apparire alquanto surreale. Pensò, in effetti, che tutta la situazione lo era.

«Sei strano con quei capelli così lunghi.» Goku lo riportò alla realtà. «Però hai un’aria insolitamente… familiare. Sì, mi piaci! Sembri un sole… un sole imbronciato!» Tirò una ciocca del crine aureo, e nonostante l’avesse fatto con delicatezza gliene rimase in mano un piccolo ciuffo. «Ops… scusa.»
Il bonzo per poco non rovesciò la tazza e tutto il suo contenuto. Si voltò verso l’amico con occhi sbarrati.
«P-perché mi guardi male?» il giovane mostrò una certa apprensione. «Ho detto qualcosa che ti ha offeso?»
Il monaco cercava di mettere a parole il frullato di pensieri, emozioni e… ricordi?, ma tutto ciò che gli uscì di bocca fu un suono inarticolato.
Subito dopo si accorse, con disappunto, che la dea, appoggiata immobile allo stipite della porta, assisteva divertita alla scena.
«Niente panico cucciolo, non ti sta guardando male…» disse avvicinandosi, «piuttosto, credo che il nostro biondo» fece pat-pat sulla sua testa, «si sia un tantino emozionato!»
Nonostante gli ultimi progressi emotivi dell’amico, Goku lo guardò come se la donna avesse detto che gli era spuntato un terzo braccio in mezzo alla fronte.
Di rimando, Sanzo continuava a fissarlo come sul punto di dire qualcosa, ma le sue labbra rimanevano serrate.
«Ti dispiacerebbe lasciarci soli un momento?» Bosatsu invitò educatamente il giovane moro verso l’uscita. «Vorrei parlare a quattrocchi con il venerabile qui presente.»
Il ragazzo era titubante: quella divinità atipica gli suscitava sensazioni contrastanti, ma vedendo il suo sole annuire si decise a fare una passeggiata in giardino; senza allontanarsi troppo, però.

Una volta che fu andato, Kanzeon si sistemò dove un attimo prima era seduto Goku. In maniera molto poco femminile, constatò il monaco.
«Allora» esordì la dea, «tornata la memoria?»
Vedendo l’occhiata che Sanzo diresse all’angolo in cui giaceva Haydè, continuò «Tranquillo, dorme così profondamente che non sentirebbe nemmeno le cannonate.»
Con riluttanza, il giovane intraprese una conversazione che avrebbe preferito evitare.
«Non so esprimerlo a parole, però… per rispondere alla tua domanda, direi di sì. Ma… che significa? Credevo che il Muten Kyomon permettesse di spostarsi nello spazio-tempo, non che impastasse tra loro passato, presente e futuro.»
«Il Muten è un sutra incredibilmente potente. E misterioso anche. Possiede aspetti oscuri e imperscrutabili.»
«Ukoku era un uomo dalla personalità deviata, questo è certo, ma sicuramente non mancava d’acume e intelletto. Possibile che in tutti questi anni non sia riuscito a svelarne i segreti?»
«Può anche darsi che ce l’abbia fatta. Ciò non significa che avesse le caratteristiche necessarie a sfruttare certe potenzialità.»
«A quali caratteristiche ti riferisci?» Pose la domanda pur intuendo già la risposta.
Voleva comunque sentirlo confermare dalla dea stessa.
«Davvero non lo immagini? Non ti facevo così tonto!» Kanzeon piegò la testa leggermente di lato e alzò un sopracciglio; con eleganza mosse la mano dall’alto in basso, indicando la figura del monaco.
Sanzo fece una smorfia; era ciò che si aspettava, tuttavia non riusciva ancora ad accettare pienamente quella realtà. La sua natura divina apparteneva al passato; il fatto che si fosse manifestata proprio ora e in circostanze così particolari non era una coincidenza. Di certo, lo irritava non avere chiaro il quadro della situazione.
Prese coraggio e pose la spinosa domanda. «Perché siamo qui?»
Bosatsu sorrise. «Bravo bambino. Se fai le domande giuste, avrai le giuste risposte…» non c’era scherno nel suo tono.
«Comprendo che abbiate i migliori intenti, e ho visto due potenziali distruttori mutare il loro animo guidati dall’amore. Nonostante questo, agli ashura non sarà mai più consentito camminare insieme nel regno terreno. La decisione che verrà presa dal concilio celeste è una, e una soltanto.»
«Eterna reclusione» concluse il bonzo al posto della donna, che annuì greve. «Ma questo già lo sapevo; non hai ancora risposto: perché siamo qui?» la esortò.
«Allora non sei poi così tonto.» Fece una lunga pausa; fissandolo dritto negli occhi riprese. «C’è la possibilità che Goku e Haydè vivano una vita normale, da comuni mortali.»
Diede al giovane il tempo di assimilare bene il concetto.
Sanzo colse al volo l’opportunità che gli veniva offerta. «Dimmi che cosa devo fare.»
«Semplice, sacrificarti al posto loro.» L'alzata di spalle che accompagnò la frase sembrava denotare disinteresse da parte di Kanzeon, ma l’intensità del suo sguardo tradiva grande coinvolgimento. «Hai già dato prova di un notevole controllo con l’energia di Haydè; usando la combinazione di Muten, Seiten e Maten Kyomon sarebbe possibile trasferire in te il potere demoniaco di entrambi; sul tuo corpo verrebbero poi apposti i sigilli sacri, trasformandoti in reliquiario vivente.»
«…»
«È una decisione difficile, lo so, ma non rimane molto tempo…»
«Non ho bisogno di tempo per decidere. Ho bisogno di tempo… per dire addio. Questo almeno me lo devi concedere.»
La dea gli poggiò una mano sulla spalla, comprensiva. «E sia. Hai fino a domani, all’alba.»
Detto questo lasciò la stanza, in silenzio. 
   
 
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