23. Quello che qualcuno ha preso da te
- da me hai preso la paura, la grandezza, la convinzione di essere nel giusto anche quando si è nel torto -
le tue sclere di squame accese,
tinte agli angoli
di rosso complementare,
mentre muti e rimpicciolisci;
strisci, mordi ed infetti.
Ti sento; ti vedo in rilievo
sotto la mia pelle stanca di
conoscerti da capo ad ogni nuovo respiro.
Gratto i percorsi che stabilisci
in fretta - sogghignando, lo so-
fino a sanguinare.
Sicuramente osservi l’uccidersi
lento delle mie esistenze
da vicino: lecchi, cambi colore e fuggi
attraverso un sistema che trova la sua fine
nel suo inizio.
Ma t’interesso, t’interesso
ancora.