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Autore: mrs konstantyn    11/06/2017    1 recensioni
La prospettiva di quella serata, a lungo attesa con ansia dalle nazioni europee, con la stessa trepidazione che accompagna il periodo dell'avvento per un infante, era molto simile a quella che avrebbe preceduto una qualsiasi altra festa: un'occasione per stare in compagnia, senza l'obbligo di discutere per l'ennesima volta di politica, e divertirsi insieme, come un semplice gruppo di amici.
Tuttavia, come era prevedibile sarebbe successo, la notte dell'Eurovision di Kyiv ospitò non solo il famoso festival, ma anche un grande numero di discussioni tra le nazioni contendenti, in particolare, tra le storiche coppie presenti a casa di Ucraina.
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One-shot ispirata dall'Eurovision song contest 2017. Contiene varie coppie, prevalentemente NedPort (Olanda x Portogallo)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Paesi Bassi, Portogallo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 maggio 2017

La prospettiva di quella serata, a lungo attesa con ansia dalle nazioni europee, con la stessa trepidazione che accompagna il periodo dell'avvento per un infante, era molto simile a quella che avrebbe preceduto una qualsiasi altra festa: un'occasione per stare in compagnia, senza l'obbligo di discutere per l'ennesima volta di politica, e divertirsi insieme, come un semplice gruppo di amici.

Tuttavia, come era prevedibile sarebbe successo, la notte dell'Eurovision di Kyiv ospitò non solo il famoso festival, ma anche un grande numero di discussioni tra le nazioni contendenti, in particolare, tra le storiche coppie presenti a casa di Ucraina.

Il soggiorno della ragazza, nel giro di un paio d'ore, aveva assunto l'aspetto di un fronte di guerra, con tutti i presenti che cercavano di stare il più lontano possibile da chiunque non fosse stato generoso con loro, per quanto riguardava il punteggio assegnatogli, scoperto una volta chiuse le votazioni. Tra i più offesi, vi erano i fratelli Vargas, che si erano esiliati autonomamente sul pavimento, a pochi centimetri dal televisore, allontanandosi il più possibile dagli "ingrati" -a detta di Lovino- fidanzati. Se Antonio era stato, se non generoso, almeno accettabile, con il suo punteggio, Ludwig aveva decisamente offeso il consorte con i suoi miseri quattro punti di televoto. I due uomini, esercrati sul divano, non potendo far altro che fissare le schiene dei rispettivi mariti, avvertiavano oscuri presagi, suggeriti dal modo in cui gli italiani stessero confabulando a bassa voce, voltandosi nella loro direzione ogni tanto, per rivolgergli delle occhiate di offesa e disprezzo. Quelli che erano i loro sospetti, vennero palesati da un indignato Francis, il quale, prima di rintanarsi in cucina per sfogare la sua rabbia, gridò contro il britannico partner delle terrificanti minacce di astinenza. Arthur non fu il solo a cui quelle parole misero i brividi.

Nel frattempo, la povera padrona di casa, piuttosto spaventata dall'idea che quei battibecchi potessero sfociare in qualcosa di serio, aiutata dalle amiche, esenti dalle attuali contese, si era affrettata a portare sul campo di battaglia qualche distrazione, sottoforma di cibo, in grado di far passare in secondo piano quei dannati punteggi. Lì per lì, parve che la strategia di Yekaterina avesse funzionato: le nazioni si diressero verso il centro della sala per saziare il languorino, che la visione degli spuntini aveva suscitato in loro, dimenticandosi momentaneamente delle "offese" subite dai presenti.
Tuttavia, la sua si rivelò una vittoria di Pirro: la stessa Elizabeta, che aveva aiutato l'ucraina a mettere a punto il suo piano, aveva ricordato ai presenti della competizione, quando, aveva mostrato la sua stizza di fronte al punteggio assegnato da Emma a Joci Pápai.
La fidanzata aveva dato un punto alla canzone del suo paese. Sinceramente offesa, e pentita degli otto punti che le aveva attribuito, aveva lasciato la sala, prediligendo anche lei la cucina. Le scuse che Belgio tentò di rivolgerle furono prontamente ignorate, rivelandosi assolutamente inutili.
Conseguentemente a quella scena, gli europei si ricordarono del motivo per cui si trovavano lì, e tornarono ai loro schieramenti precedenti.

Da quel momento in poi, la situazione non poté che peggiorare.

Alla fine della serata, i rappresentanti delle nazioni si erano sparpagliati per il soggiorno di Ucraina, chi in silenzio, troppo umiliato per aprire bocca, chi inveendo contro altri partecipanti, e su quel divano, posto al centro della sala, ormai decisamente alleggerito, erano rimasti soltanto, Spagna, Olanda e Portogallo.
Quest'ultimo, era forse l'unico a non essersi alterato durante il corso dell'intera competizione. Comodamente appoggiato allo schienale, con le gambe incrociate e un sorriso strafottente sulle labbra, aveva assistito passivamente ai numerosi battibecchi che si erano svolti di fronte ai suoi occhi, ridendone, tutt'altro che invidioso di coloro che li avevano allestiti. Aveva reagito similmente, quando vari insulti o provocazioni a lui diretti erano giunti alle sue orecchie, ogni volta che gli venivano assegnati dodici, pieni, tondi e soddisfacenti punti. Ma il momento clue della serata fu quando, in televisione, venne annunciato il nome del vincitore: Salvador Sobral. Il rappresentante portoghese aveva vinto il festival.
Trattenersi dal gongolare gli fu impossibile -non che ci avesse veramente provato, s'intende-. Mentre il vincitore sghignazzava, canticchiando "Amar Pelos Dois" giusto per marcare meglio il concetto, attorno a lui, le altre nazioni si disperavano.
C'era chi si limitava ad affogare nella propria delusione, chi gli rivolgeva sguardi sprezzanti, e chi, invece, si dilettava dell'affibbiargli fantasiosi epiteti.
Quello che si era spinto più in là era, ovviamente, Romano, che aveva deciso che la parola in grado di definirlo meglio era un estremamente fine "pompinaro".
Il portoghese non si offese, trovando quell'astio nei suoi confronti alquanto divertente.
"Tutta invidia". Pensava, scuotendo il capo e sogghignando. In effetti non gli si poteva dare torto.

Alzando le spalle, Portogallo constatò che, se non altro, la persona a cui faceva seriamente quel genere di favori era stato di manica larga con il suo punteggio. Cosa che, invece, non aveva fatto João: all'olandese che frequentava da qualche mese aveva concesso tre miseri punti di compassione.
Appoggiato allo stipite della porta del corridoio, il sopra citato paese scrutava con un cipiglio inflessibile il fiero vincitore, macchinando una vendetta che, ne era sicuro, non gli sarebbe piaciuta affatto.

~~~

Le nazioni europee avevano lasciato l'abitazione di Ucraina, salutandosi con leggera freddezza, troppo orgogliosi per dimenticare gli affronti subiti quella sera.
Poco distante da quel luogo, in un piccolo parcheggio illuminato da qualche modesto lampione, era parcheggiata la macchina di Olanda, che giorni prima, si era messo d'accordo con Portogallo per dargli un passaggio fino al suo hotel -senza nascondere di aver accettato solo perché confidente nelle capacità di entrambi di far evolvere la situazione in qualcosa di più-.
Le due nazioni salirono sulla vettura, spensero il primo la sua pipa, ed il secondo la più modesta sigaretta, e allacciarono le cinture. Tuttavia, Williem esitò ad accendere il motore. Il castano si voltò verso l'altro, l'espressione interrogativa che ovviamente chiedeva spiegazioni, ma non ricevette alcuna risposta. Ciò che ottenne fu, invece, di ritrovarsi improvvisamente senza nulla da dire. Le iridi verdi del biondo fissavano direttamente le sue, scure, gelide, e per questo, maledettamente attraenti. Subito dopo, si accorse che l'uomo di fronte a lui era intento a leccarsi lascivamente le labbra, in un gesto che non poté lasciarlo indifferente.
Il latino si convinse di essersi addormentato senza accorgersene, finendo in un batter d'occhio in un suo sogno a luci rosse.

Trovandosi di fronte ad un'immagine simile, l'impulso di avventarsi sulle labbra dell'altro fu irresistibile. Superò rapidamente lo spazio che li divideva, scavalcando l'ingombrante freno a mano posto al centro dei due sedili, e, in un attimo, prese posizione a cavalcioni sulle gambe dell'olandese, bramando la sua bocca come acqua per un assetato. Non ci fu il tempo per provocarsi ulteriormente. Le loro labbra si scontrarono senza che nessuno di loro si facesse scrupoli, dischiudendosi appena dopo, lasciando libero accesso ai muscoli, che si strusciavano ed intrecciavano, rapidi e frenetici.
Si morsero, succhiarono l'uno le labbra dell'altro, bisognosi di un contatto simile, puramente rude e passionale.
Il portoghese infilò le mani tra i capelli biondi dell'altro, stringendoli e tirandoli a scatti, ogni qualvolta ne sentisse l'impulso.

Esattamente come aveva pianificato.

Le mani del biondo vagarono lungo tutto il corpo abbronzato del moro, stringendo i fianchi spigolosi, scivolando sotto la maglietta, percorrendo la spina dorsale con le dita, fino a fermarsi di colpo, o almeno, a rallentare la propria frenesia, carezzando il ventre di Portogallo. Quello, ancora attaccato alle sue labbra, emise un ansito liberatorio, soddisfatto, pregustando quello che immaginava sarebbe avvenuto da lì a pochi minuti.
Il respiro caldo del moro si accorciò quando sentì che partner aveva deciso di dedicarsi al punto che, attualmente, necessitava più attenzioni. La pelle sensibile che giaceva tesa sotto alla stoffa dei jeans venne sfiorata dalle dita esperte di Olanda, le quali riuscirono a strappare un gemito roco all'altro.
Separarono le loro labbra con uno schiocco bagnato. João, senza allontanarsi neanche di un minimo centimetro dal suo viso, avvolse le proprie braccia attorno al collo di Williem, convinto che il biondo avrebbe compreso la sua richiesta sottintesa.

Ahimè, l'olandese aveva tutt'altra cosa in mente.

Alzò un sopracciglio, assumendo un'espressione fintamente confusa. Con tutta l'indifferenza che era capace di dimostrare, pronunciò, con voce piatta, neutra, questa semplice, eppure dolorosa per il portoghese, considerando il suo stato d'animo, frase: «Se non ti dispiace, vorrei guidare.»

Dire che Portogallo era sconvolto sarebbe stato riduttivo. Stava per domandare il motivo di quel comportamento -usando un più che giustificato francesismo-, ma la risposta gli apparve in mente ancor prima che potesse formulare ad alta voce la domanda.

Tre punti.

Stizzito, si sistemò sul sedile del passeggero senza proferire parola. Incrociò le braccia al petto, e voltò la testa verso il finestrino, imbronciato, imbarazzato, ma soprattutto infuriato per via di quel problema che Olanda aveva causato nei suoi pantaloni, a cui era ovvio che non avrebbe porto rimedio.

Williem, dal canto suo, non poté fare a meno di ridere sotto i baffi. Quella piccola rivincita era molto più soddisfacente di una qualsiasi vittoria ad un festival. Era sicuro che ci avrebbe preso gusto.

Con un simile trattamento, sarebbero stati puniti gli altri stati che avevano giocato sporco quanto lui.

   
 
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