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Autore: FunnyYoungMe    12/06/2017    0 recensioni
Spesso la gente deve seguire altri in una strada dove non vogliono camminare: per affrontare una verità che fa male e per fare tutto ciò con una faccia seria, perché ti sei già arreso; o per nascondere il senso di vuoto con un atteggiamento doloroso di non essere te stesso...
Kyuhyun lotta per mantenere chi è diventato, mentre invece Yesung si dà per vinto nella sua vinta. Entrambi hanno bisogno dell'altro per essere chi sono veramente...
N.d.A: Ciao a tutti. Questa non è la solita storia d'amore KyuSung e quello che voglio davvero è, per tutti quelli che si prenderanno il tempo di leggerla (spero le diate una possibiità), che vi piaccia!!!
DISCLAIMER: Non mi appartengono Kyuhyun e Yesung, anzi, non mi appartiene nessun Super Junior menzionato. La storia non è mai accaduta nella realtà; è solo un prodotto della mia immaginazione, per cui a me appartiene solo la trama.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Un po' tutti, Yesung
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Esatto, sono tornata... Con questo caldo, è difficile trovare la voglia di accendere il pc (o fare qualsivoglia attività, come studiare per gli esami, ma quisquillie - ? -)
Senza ulteriori indugi, vi lascio al capitolo.

 




Ora anche tu non ti dimenticherai mai di me...


 

Due giorni dopo


 

Era già sera quando due ragazzi si sedettero sul balcone del minore a bere del succo e a mangiare spuntini, parlando ogni tanto su diverse cose, come ai vecchi tempi.

“Sono contento di sentirlo”, mormorò Yesung e Heechul lo guardò per niente sorpreso.

“Cosa, che il tuo fratellino ha trovato qualcuno a cui fare la corte, preferendolo ad uno stupido coniglio?”

“Come dici tu… No, in realtà sono sbalordito che tu abbia trovato qualcuno”, ammise il moro.

“Sono contento sia per Sungmin che per Ryeowook. Ha fatto un altro passo; anche se non lo sa ancora, trovare qualcuno che ti fa dimenticare il passato è la cosa più importante per tornare a vivere, e lui sta andando bene. Lo so perché anche io… forse ho trovato qualcuno”, pensò nel frattempo.

Siccome era perso nei suoi pensieri, non prestava ascolto al brontolio del fratello maggiore, però riuscì a sentire il colpo forte alla testa.

“Io starei parlando. Hai il privilegio di comunicare con me, e tuttavia ti comporti così, continui ad ignorarmi… Sei vergognoso!” Si lamentò Heechul, realmente offeso.

“Cosa dicevi?”

“Dove ti sei perso? Non mi dire che stavi ancora pensando a quel ragazzo… Non ti sei ancora ferito abbastanza? Devi continuare a farlo e pensare sempre a lui? Jongwoon-ah, devi accettare il fatto che lui non c’è più.”

“Non è vero...” Mormorò piano Yesung, troppo stanco per difendersi.

“Sì e lo sai. Woonie, dimenticalo, per favore. Concentrati su quelli attorno a te, come Kyuhyun… Sarà pure uno stronzo, però credo provi qualcosa per te.”

“No, non prova nulla. Non ama nessuno al di fuori di se stesso, e anche se fosse, è un suo problema, non mio.”

“Innanzitutto quello non è un problema, avere dei sentimenti per qualcuno… E secondo, ci tiene a te. Non ti sei reso conto...”

“Non lo so”, lo interruppe bruscamente il minore.

“Ovvio che non lo sai, visto che l’unica cosa alla quale pensi è Jongsung, l’unico che è bravo e che pensa agli altri. Gli altri ragazzi non importano, non sono come lui; sono gli esseri più spregevoli qui, demoni arrivati dall’inferno. Lui è un santo. Anzi, Jongsung è solo...”

“Basta, okay? Smettila. Nessuno è come lui né lo sarà mai, soprattutto quel cretino… Non menzionarlo più e non osare paragonare quello lì a Jongsung. È una cosa impossibile e un’offesa per lui, perciò piantala. Quel deficiente irrispettoso è viziato e un ragazzino, niente di più, mentre invece Jongsung era un vero essere umano, con dei principi morali e dei valori… Nessuno è come lui.” Le lacrime cominciarono a solcargli il viso mentre guardava arrabbiato e sofferente Heechul.

“Hai detto bene. Jongsung era, ora non è più. Almeno quel ragazzino, come lo chiami tu, Kyuhyun, è vivo.”

Quello fu un colpo basso per Yesung, che spinse suo fratello per la frustrazione ed entrò in camera sua, perseguitato dal dolore e dai ricordi.

Suo fratello corse nella sua stanza, sentendosi in colpa per aver rattristato il minore. Nonostante tutto, rimaneva convinto che Jongwoon avesse bisogno di essere messo di fronte alla cruda realtà.

Purtroppo quella conversazione non era stata privata: Kyuhyun era seduto sul proprio balcone mentre i fratelli discutevano, ascoltando e affogando tutte le sue emozioni nell’alcool. Le sue mani si erano strette attorno alla bottiglia di birra quando le loro parole lo colpirono come coltelli, dilaniando il suo petto.

L’ultima battuta del maggiore dei due fratelli aveva raggelato le sue emozioni. Si era paralizzato e per qualche istante aveva smesso di pensare, ma quando tutto lo colpì nuovamente e lo fece infuriare maggiormente, lanciò la bottiglia contro la parete di fronte. Il suo unico pensiero, incoerente, fu che, con le sue parole, Jongwoon aveva firmato la propria sentenza di morte, e lui sarebbe stato il boia.

Kyuhyun si avvicinò ai frammenti di vetro, che gli ricordavano quelli dei suoi sentimenti, lanciò uno sguardo a quei pezzi e un’idea si fece strada nella sua mente. Un ghigno beffardo spuntò sulle sue labbra. Avrebbe fatto sì che il suo vicino moro non si dimenticasse mai più chi era Cho Kyuhyun, perché Jongwoon aveva ragione in una cosa: lui era un ragazzino viziato che otteneva sempre ciò che voleva. In quel momento, voleva vedere Yesung sotto di lui, mentre soffriva e si rammaricava per quello che aveva detto, chiedendo di avere compassione.


 

Il giorno dopo


 

Come tutte le altre volte, Kyuhyun saltò nel balcone del vicino e lo trovò in camera sua. Senza giri di parole, gli disse perché si trovava lì e lo invitò ad una festa. Yesung rifiutò all’inizio, ma il minore riuscì a convincerlo ad andare.

“È una festicciola tra amici”, gli aveva detto il bruno, aggiungendo che avrebbero guardato la finale della partita di football e Yesung era un fan dello sport.

“La tua squadra gioca nella finale. Perché non vieni a guardarla con me, o hai paura che perderete contro la mia squadra e per questo non vieni?”

Ciò che Jongwoon non poteva accettare erano gli insulti verso la squadra per la quale tifava e per dimostrargli il contrario, accettò l’offerta. Inoltre, non gli sembrava una pessima idea, non gli dispiaceva una piccola festicciola. I suoi amici sembravano gentili, almeno alcuni di loro, e l’idea di vantarsi della vittoria della sua squadra gli sembrava molto allettante.

L’unico problema era sua madre. Non sapeva come avrebbe potuto raggiungere la casa del minore senza essere notato. Ogni volta che andavano a passeggiare, i suoi fratelli, a turni, andavano con lui per far finta che fossero loro quelli che lo accompagnavano. Kyuhyun abitava di fianco e la sua televisione era nel portico. Se sua madre avesse guardato anche solo una volta verso la casa del castano, avrebbe notato il figlio e provocato un imbarazzante subbuglio.

La soluzione al problema gli arrivò dal vicino e all’inizio Yesung aveva posto resistenza, ma alla fine aveva accettato. Avrebbero fatto la festa a casa di uno degli amici di Kyuhyun, Eunhyuk.


 

A casa di Eunhyuk


 

Erano stati i primi ad arrivare e, sedutosi sul divano, Yesung aveva preso in mano il telecomando e una bibita, scelta da lui e non una di quelle alcoliche che gli aveva offerto il vicino, scorrendo i canali sportivi per guardare le altre partite. Da quando era arrivato, Kyuhyun era sparito all’interno della casa e non era rimasto o parlato molto con Yesung.

Anche se durante la partita Kyuhyun non lo aveva infastidito neanche una volta o, durante la pausa, non si era vantato di nulla né insultato la sua squadra per il gol, Jongwoon non gli prestava molta attenzione; era preoccupato solo per la partita, nient’altro, come sembrava fosse per le altre persone. Erano tutti tifosi della squadra avversaria, come Kyuhyun, per cui erano davvero interessati.

L’unico che sembrava essersi perso tutto ciò che gli accadeva accanto fu Yesung. Quando la partita terminò, si aspettava i commenti fastidiosi del vicino e dei suoi amici, ma ciò non accadde. Il motivo era semplice e Jongwoon se ne rese conto immediatamente non appena girò la testa e vide una folla di persone. Non aveva mai visto così tante persone riunite in uno stesso posto, forse alla festa che aveva fatto Kyuhyun qualche mese prima.

Nonostante tutto, Yesung si sentiva a disagio e voleva andarsene. Inoltre, Kyuhyun gli aveva mentito, a meno che il suo vicino considerasse quella una festicciola e la cosa non lo avrebbe sorpreso più di tanto. Tuttavia, il moro non poteva andarsene, non fino a quando il castano non fosse tornato per accompagnarlo a casa, ma del vicino neanche l’ombra. Sentitosi dimenticato, si sedette sul divano, cercando di nascondersi il più possibile da quegli estranei, ma allo stesso tempo sperando che arrivasse Kyuhyun a prenderlo.

Le lancette dell’orologio scorrevano lentamente e Yesung era annoiato, ma soprattutto trascurato, e ciò lo fece sentire lievemente male. Non poteva credere che il minore potesse dimenticarsi della sua presenza. Era sgradevole e si sentiva anche ferito.

Alla fine Jongwoon si stancò di aspettare, per cui si appoggiò sulle ginocchia posando le mani sullo schienale del divano, alle volte alzando la testa leggermente fino a riuscire a vedere qualcosa, gli occhi guardandosi in giro, cercando tracce del minore, ma sembrava come se Kyuhyun fosse stato divorato dalla folla. Anzi, Yesung non era riuscito a intravedere nessuno degli amici dell’altro.

Quando Jongwoon stava per perdere ogni speranza di trovare il vicino, come se fosse stato maledetto, il minore apparve nel suo campo visivo abbracciando una ragazza mai vista prima, mentre veniva abbracciato da un’altra ragazza, baciandosi. Yesung spalancò gli occhi e il suo corpo si irrigidì per qualche istante, mentre si sentiva il petto stringersi. Respirò profondamente per calmarsi e si girò, pensando a quanto si era sentito male assistendo a quella scena. Sapeva che sentimento stava provando, ma preferiva non pensarci molto perché il primo passo per renderlo reale era rifletterci troppo, e il moro non voleva arrivare alla conclusione che poteva provare un nuovo e bello, però allo stesso tempo così problematico, sentimento.

Proprio quando pensava che Kyuhyun avesse smesso con quello stile di vita, che aveva finalmente smesso di essere un cretino, il minore gli aveva mostrato che non era così. Yesung provava solo compassione per il fatto che il vicino non aveva ancora superato le proprie paure, quando cercava di aiutare Jongwoon con le sue.

Kyuhyun, invece, aveva tenuto un occhio su Yesung per tutto il tempo; non riusciva a non sentirsi leggermente soddisfatto di fronte alle emozioni che il viso del maggiore lasciava trapelare. Per lui, quelle erano sinonimo di gelosia ed era così piacevole fargli provare la sua stessa medicina. Inoltre, quella gelosia serviva ad aumentare ulteriormente il suo ego; Kyuhyun era sicuro che anche Yesung era caduto ai suoi piedi, rendendo possibile la vittoria di quel gioco che il moro non sapeva nemmeno stesse ancora giocando.

“Sono sicuro che sarò capace di mortificarti. Molto presto Jongwoon-ah scoprirai cosa sia davvero l’umiliazione. Soffrirai come mai prima d’ora, ed è solo l’inizio.” Troppo perso nei suoi pensieri sadici, non si accorse che la ragione per la quale faceva tutto ciò non era solo il suo orgoglio ferito, ma qualcosa di più profondo.

 


 

“Non ero sicuro se davvero ti avevo visto o se i miei occhi mi stavano facendo qualche scherzetto, ma no, sei veramente tu, ad una festa… Non avrei mai creduto che questo giorno sarebbe arrivato.” Kibum sorrise mentre porgeva a Yesung una lattina di bibita energetica che prontamente prese.

“Siamo in due”, disse Yesung, bevendo qualche sorso dalla bevanda.

Kibum si sedette al suo fianco facendo sì che il moro lo guardasse stranito perché non lo aveva invitato a prendere posto. Tuttavia, Yesung avrebbe avuto qualcuno con cui parlare e che lo aiutasse a non sentirsi abbandonato e solo mentre era accerchiato da numerose persone. Il moro non sopportava trovarsi lì in quel momento; voleva tornare in camera sua. Poteva solo incolpare il suo vicino che non solo non si stava prendendo cura di lui, ma sembrava pure si fosse dimenticato della sua presenza.

Yesung sbuffò spazientito e il suo accompagnante lo guardò confuso.

Il moro non sapeva che non era stato dimenticato. L’attenzione di Kyuhyun era solo su di lui, e anche la sua ira. Vedere il maggiore socializzare, secondo lui, con il suo arcinemico aumentava il suo desiderio di mostrare a Yesung il suo posto. Se prima Kyuhyun aveva dei dubbi, ora non ne aveva più: Jongwoon aveva deciso la propria sorte.

Le azioni del minore erano guidate dal rancore e dal dolore e non c’era niente di più pericoloso della combinazione tra un cuore spezzato e un orgoglio ferito, oltre ad un pensiero irrazionale che potevano solo portare dolore ad un’anima innocente.

 



Kyuhyun si avvicinò a Yesung con un’unica intenzione.

“Qualcosa che ti piace bere”, disse sedendosi sopra il tavolino di fronte al moro e mettendo un bicchiere di succo sulle sue ginocchia.

“Voglio andare a casa”, ribatté immediatamente l’altro, fissando il succo che aveva tra le mani prima che i suoi occhi si posassero su quelli del castano, aspettando una risposta.

“Ah, mi vuoi abbandonare così facilmente?” Replicò il minore fingendo un’espressione triste.

Yesung gli lanciò uno sguardo che diceva ‘sei serio?’ prima di accigliarsi.

“Yah! Ma di cosa stai parlando? Sei tu che mi hai abbandonato, dopo che mi hai portato qui...” Yesung si fermò un attimo a cercare la parola esatta. “In questo ordinario vortice di persone cretine pronte a scatenarsi e a diventare degli ubriachi e arrapati dementi.”

Kyuhyun lo guardò sorpreso per la scelta di parole mentre una risatina gli uscì dalle labbra. Yesung gli aveva messo il broncio; non sembrava che il minore lo stesse prendendo sul serio.

Jongwoon sentì un colpettino sulla spalla e girò la testa verso il ragazzo sorridente che entrambi si erano dimenticati fosse lì.

“Per un secondo vi ho scambiati per una coppia, ma so che sarebbe impossibile”, disse Kibum.

“Cosa? Ma neanche per sogno! Io e lui una coppia? Non scherzare”, mormorò rapidamente Yesung prima di fare la linguaccia all’altro ragazzo che voltò il capo, dissimulando con un ghigno l’ira che provava verso Kibum e Yesung.

“Non ti avevo visto. Quando sei arrivato?” Domandò Kyuhyun.

“Sono stato qui tutto il tempo”, rispose l’altro con il suo sorriso distintivo.

“Non ti avevo notato. Vorrei poter dire che è stata colpa mia, ma è solo tua e della tua presenza insignificante.”

“Come la tua presenza nella sua vita. Oh, scusa, la tua non esiste affatto.” I suoi occhi si piegarono in mezzelune che fecero arrabbiare Kyuhyun, facendogli crescere l’impulso di sfigurarlo. “Sono sicuro al cento per cento che non hai fatto niente con lui. È così bello vederti comportare come un cucciolo rifiutato che segue il suo padrone dappertutto solo per avere una carezza.”

“Aspetta e vedrai. Ti farò rimangiare le tue parole e soffocare nel tuo veleno”, ringhiò Kyuhyun. “Sei così patetico. Alimentarti con illusioni di me che fallisce. Fai come vuoi; sarà divertente vedere la tua faccia quando ti proverò, ancora una volta, la mia superiorità nell’essere desiderato da tutti, che sono ancora il migliore”, aggiunse in un tono più calmo, ma ancora beffardo.

Sogghignando, guardò di sottecchi Yesung che sembrava perso nel proprio mondo, bevendo spensierato il succo.

“Ho più possibilità io con lui di te, e sono pure etero”, lo sfidò Kibum in un tono derisorio.

“Come se quello fosse un problema. Jongwoon sa che razza di perdente sei. Avendo me, perché dovrebbe guardarti minimamente?” Kyuhyun si stava trattenendo dall’esporre il suo lato possessivo e urlare cose insensate come ‘Stai lontano da lui!”, ma era più furbo di quello che sembrava. Doveva sembrare indifferente.

“Lo conosco e so che non si darebbe mai a te, o a chiunque altro. Per cui, se riesci davvero a portarti a letto Yesung, lascerò il mio posto come DJ e musicista al ‘Sapphire’ e, allo stesso tempo, rinuncerò al possibile invito a partecipare al ‘Super Tune Galaxy Tour’. Magari, essendo il mio sostituto, potresti partecipare al tour al mio posto.”

Le ultime parole avevano destato l’interesse del più giovane. “Davvero?! Farai sul serio ciò che hai appena detto?!” Domandò scettico.

“Fintanto che tu farai la tua parte, io farò la mia.”

“Quindi il ‘Sapphire’ ha appena acquisito un nuovo musicista, il migliore in circolazione… Me.” Kyuhyun sorrise, pensando a come stessero andando le cose, senza problema alcuno. Questa sfida era inaspettata ma benvenuta. D’altronde, andava nella stessa direzione dei suoi piani.

“Forse sì, forse no”, replicò Kibum con un sorriso.

“Solo ricorda le tue parole e seguile rigorosamente quando arriverà il momento che, tra l’altro, non è neanche così lontano.” Con il suo atteggiamento impertinente, Kyuhyun lo superò, colpendogli la spalla.

“Sei uno scemo. Ti sei scavato la tua stessa fossa senza neanche rendertene conto… non ancora, ma quando lo farai, sarà troppo tardi per te e così soddisfacente per me. Non sai nemmeno a che gioco sto giocando”, pensò Kibum mentre i suoi occhi si posavano sul moro che, in quel momento, girò la testa e lui optò per un sorrido dolce.

“Dov’è il ragazzino?” Domandò Yesung con uno sguardo adorabilmente smarrito.

“Non lo so”, rispose Kibum scrollando le spalle, ascoltando il suo sussurrò quasi impercettibile.

“Ma doveva accompagnarmi a casa...” Yesung lasciò il bicchiere vuoto sul tavolino e portò le gambe al petto, abbracciandosi le ginocchia, pensando a cosa avrebbe potuto fare per lasciare quel posto. La testa gli faceva male leggermente mentre pensava a quanto odiava trovarsi lì e per colpa del vicino.


 

Qualche istante dopo


 

Quello che Yesung pensava fosse un mal di testa dovuto all’ansia di essere bloccato lì, nel mezzo di persone festaiole ubriache, non lo era affatto. Si rimproverava per aver bevuto quella bevanda energetica; quelle bibite gli alzavano sempre la pressione sanguigna e il moro sapeva che prima di svenire, avrebbe dovuto uscire da quella casa immediatamente.

Si alzò e si girò verso la folla, cercando tra le persone Kyuhyun fino a quando non lo trovò, un po’ appartato rispetto agli altri. Non desiderando perdere l’occasione di parlargli, camminò a passo rapido fino a raggiungerlo. Proprio quando cominciò a sentire il suo fiato farsi irregolare, il calore lo avvolse e sentì la testa appesantirsi. Sapeva che quello era uno di quegli attacchi che gli veniva ogni volta che ingeriva della caffeina, ma di solito i sintomi si susseguivano l’uno all’altro, non così rapidamente. Era strano, ma non poteva fermarsi a riflettere su quello quando i suoi piedi sembravano pronti a cedere.

Jongwoon reagì istintivamente e posò la testa tra le spalle di Kyuhyun, mentre che con le mani si afferrava all’orlo della sua maglia, l’unico modo al quale poteva pensare per non cadere a terra, dato che il suo corpo non gli rispondeva più. Forse era per questo che Yesung non si sentiva imbarazzato per il contatto intimo con l’altro.

“Non avrei dovuto bere quello”, mormorò Yesung e Kyuhyun girò la testa all’istante, guardando confuso il moro e anche spaventato.

“Le bevande energetiche mi fanno sempre male. Finisco sempre per perdere conoscenza”, continuò a dire il maggiore.

Il castano voltò completamente la testa verso di lui, capendo il perché Jongwoon si era afferrato a lui. Era leggermente deludente che Yesung lo stesse usando solo come supporto fisico. Scosse il capo a quel pensiero. Questa era l’occasione per fare ciò che aveva pensato durante la serata.

“Dovresti sdraiarti un attimo”, disse Kyuhyun, prendendo per mano il maggiore e voltandosi.

“Voglio andare a casa”, mormorò Yesung alzando la testa per guardare il vicino, ma l’improvviso movimento gli causò un attacco di nausea e quasi cadde, se non fosse stato per il minore che lo afferrò prontamente per la spalla, spingendo contro di sé il moro.

“Devi riposarti un paio di minuti, poi andremo a casa”, lo incitò Kyuhyun mentre lo guidava verso l’altro lato della casa.

Sapeva che la situazione non era così seria come sembrava e che la condizione del maggiore era temporanea e simulata; il giorno dopo, Jongwoon si sarebbe sentito meglio. In realtà, il moro non avrebbe dovuto pensare a quello perché avrebbe avuto altre cose di cui preoccuparsi.


 

Dentro la casa di Eunhyuk


 

Con una mano Kyuhyun aprì la porta di una delle stanze degli ospiti al primo piano. Gentilmente, aiutò Yesung a sdraiarsi in mezzo al letto. Si raddrizzò e i suoi occhi passarono in rassegna ogni parte del corpo del moro, fermandosi sul viso del ragazzo e in un istante, notò ogni minimo dettaglio: i capelli scompigliati, le ciocche che gli cadevano e che coprivano una parte del volto di Jongwoon. Kyuhyun voleva spostare quelle ciocche per poter osservare liberamente le guance rosse e le labbra rosa, così invitanti.

Tutto nel ragazzo sdraiato scatenava i suoi desideri. Yesung rifletteva una lussuria innocente. Era un invito il suo, con le labbra schiuse. Kyuhyun voleva provarle, sentire il petto muoversi; non poteva resistere. Senza saperlo, il moro lo stava tentando e non sapeva nemmeno cosa stava causando a Kyuhyun, ma la verità era che il minore pensava da tempo ad afferrare quel corpo.

Con un movimento lesto, Kyuhyun si mise sopra il maggiore, intrappolandolo sotto di lui, sostenendosi sulle ginocchia e le braccia per non schiacciarlo. Per qualche istante rimase a fissarlo, come se stesse esitando.

Accecato dalla vendetta e dalla passione, probabilmente anche dall’alcol e le labbra del maggiore. Avvicinò la mano al viso di Yesung, spostando con le dita le ciocche, le sue labbra sopra le guance dell’altro.

Jongwoon socchiuse gli occhi per chiuderli subito. Voleva riposare, i suoi sensi sembravano essersi intorpiditi, stava perfino per perdere quel poco di coscienza che gli era rimasta. Nonostante tutto ciò, riusciva a sentire un peso sopra di sé, le punta di dita sul suo viso, ma non riusciva a reagire, non come voleva, non fino a quando il suo corpo accaldato veniva sfiorato dalla mano fredda di quello sopra di lui. Soprattutto non quando il suo petto veniva accarezzato in modo sensuale. Ma quando cominciò a spostarsi verso il basso, quasi a toccare la zona più sensibile, Jongwoon riuscì a muoversi.

Il moro afferrò la mano del vicino in una presa goffa, cercando di spostarla mentre Kyuhyun faceva l’opposto e continuando con le carezze. Per inerzia, i tentativi di Yesung di liberarsi si fecero più insistenti, arrivando ad usare l’altra mano, cercando di spingere il ragazzo. Riuscì solo ad infastidire il vicino.

Kyuhyun sollevò la testa, sogghignando a Yesung. Il minore parlò, ma non riuscì a distinguere neanche una parola.

“Non provare a resistere, non a quello che ti farà godere. E poi, sono sicuro che ne vorrai ancora una volta che lo avrai provato”, fu ciò che disse in modo arrogante il castano prima di abbassare di nuovo la testa e posandola sul collo del moro.

“Come ben saprai, detesto non venire ascoltato, perciò obbedisci e sarà più piacevole anche per te”, sussurrò Kyuhyun tra baci leggeri che lasciava dalla mandibola all’orecchio.

Gli diede un bacio dietro l’orecchio. “Ora non ti dimenticherai più di me.”

   
 
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