Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    12/06/2017    1 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I loro cavalli erano già sellati e li attendevano nel cortile all’interno della seconda cinta di mura. Il cielo era plumbeo e si rispecchiava negli occhi di Lyanna che si erano adombrati. Si sentiva ancora debole, ma stava tenendo duro. Non voleva che nessuno si accorgesse che non si era ancora ripresa del tutto. Una volta salita in groppa alla sua puledra, sarebbe stata meglio, ne era convinta.
L’idea di tornare a casa da suo figlio, era l’unica cosa che l’aveva spronata. A dire il vero, dopo quello che era accaduto la sera precedente, aveva anche un altro motivo per allontanarsi da quel posto e tornarsene a Grande Inverno. Rimanere a stretto contatto con il principe Targaryen l’aveva fortemente scossa. Quel bacio che si era scambiata con lui, era stato uno sbaglio tremendo. Lui aveva evitato l’argomento. Lei pure, se proprio si voleva essere sinceri non si erano più parlati. Quella stessa mattina il principe l’aveva svegliata molto presto, le aveva solo detto di alzarsi e di vestirsi. Sembrava fortemente scosso ed era quasi certa che non avesse nemmeno chiuso occhio. Aveva già addosso gli abiti da viaggio. Questo significava solo che fosse da parecchio tempo in piedi. Le aveva posato i suoi abiti sul letto e si era voltato verso il camino, mentre attendeva che lei si vestisse. Si stava allacciando il cinturone della spada alla vita, quando la sentì trafficare con i pantaloni di pelle aderenti. Le sue mani erano ancora impacciate e sulle braccia non aveva abbastanza forze per tirarli su. La pelle delle sue gambe fredde non permetteva al tessuto di salire agevolmente e la sua debolezza peggiorava la situazione. Il principe se ne accorse e poco dopo le si era già avvicinato silenzioso e scostante.
-Permettete che vi aiuti? – le chiese con tono alterato e distaccato, mettendosi in piedi di fronte a lei. Lyanna era seduta sul bordo del letto e per tutta risposta lo guardò turbata, non voleva certo che si illudesse che quel bacio gli avesse dato qualche favore con lei, ma l’uomo non ci badò. Le prese velocemente le mani e la sollevò in piedi con estrema facilità. Sembrava come se conoscesse le sue dimensioni e il suo peso da sempre. E ora che ci rifletteva avrebbe dovuto appurare quel pensiero,  già quando le aveva donato quegli abiti. Le fasciavano il corpo con disinvoltura e perfezione, persino sul petto, dove era solita provvedere a far abbondare il tessuto se voleva chiudere il corpetto senza provare quella sgradevole sensazione di soffocamento. Non seppe darsi una spiegazione in quel momento, era troppo agitata all’idea di trovarsi praticamente ad indossare solo una maglia abbastanza lunga e i pantaloni fermi a metà polpaccio. Lyanna maledisse la sua goffaggine e fu costretta a tenersi alle sue spalle, per non cadere a terra, mentre lui si abbassava per farle salire il tessuto fin sopra le ginocchia. I suoi arti inferiori ancora non riuscivano a sorreggerla bene. Viserys prese delicatamente i lembi delle brache e li trascinò verso l’alto. Sfiorò appena la pelle candida e liscia delle sue gambe. Lyanna sentì il tepore delle sue dita accarezzare la sua cute, constatando però che non provava mai ad approfittare di quella situazione. Sentì le proprie guance infiammarsi, quando le sue dita sfiorarono i suoi fianchi e provò una calda sensazione nascerle nel petto. Si scostò imbarazzata e alquanto turbata. Lui le riprese le braccia che lei senza accorgersene gli aveva cinto attorno al collo, e sciolse quel loro involontario abbraccio. Scese con le mani sui suoi polsi e accompagnò il suo movimento finchè non tornò seduta. Si inginocchio ancora ai suoi piedi, sotto lo sguardo incerto di Lyanna, che lo osservava attentamente. Viserys con una mano le afferrò una coscia e le sollevò la gamba appoggiando il tallone sopra il suo ginocchio. Prese uno degli stivali e glielo infilò lentamente con delicatezza. Il silenzio era padrone di quella stanza. Lyanna non sapeva che dire, il principe le riservava delle attenzioni del tutto inusuali nei suoi confronti e non comprendeva il motivo per tanta gentilezza. Lo vide ripetere lo stesso movimento anche con l’altro piede. Poi glielo riportò alla posizione iniziale, e la osservò.
-Ho finito, potete anche tornare a respirare ora. – disse lui risollevandosi completamente sulle ginocchia e riposando lo sguardo sul suo volto. Lyanna era rimasta a guardarlo sbigotti, senza accorgersi di aver trattenuto il fiato – ce la fate da sola adesso? – le chiese mantenendo sempre un tono molto duro. Lei fece solo un cenno con la testa e si concentrò su altro. Prese la maglia di ferro e se la infilò dalla testa. Poi afferrò il soprabito e lo indossò, allacciandosi i bottoni sul corpetto, tornò ad osservare il principe che si era spostato di poco da lei e mettendo un piede sul bordo di legno del letto, stava inserendo un pugnale nello stivale destro, lasciando intravedere solo l’elsa. Un drago era attorcigliato nell’oro, dalla sua bocca spiccava un grosso rubino rosso. Due incisioni identiche rimpicciolite sulle estremità laterali, ma i rubini questa volta erano solo sulle orbite delle teste dei draghi. Non brillavano, però come l’anello che invece aveva al dito. Lyanna pensò al monile con una pietra simile che aveva lasciato a Grande Inverno. Avrei dovuto tenerlo con me, come conservo il suo ricordo nel mio cuore, così anche nell’anima.
 
Lady Brienne stava tenendo le redini di Whitefog, affinché Lyanna riuscisse a salire. Dietro di lei il cavallo nero del principe scalpitava; non vedeva l’ora di partire. La donna si aggrappò alla sella, ma non riuscì a tirarsi su. Le braccia e le gambe non avevano abbastanza forza per sollevarla. Eppure il suo peso era notevolmente diminuito, lo si poteva scorgere anche dal suo volto scarno.
-Lady Lyanna, volete che vi aiuti a salire? – chiese la guerriera cautamente, sperando che la sua signora non si offendesse.
-Lasciate. Faccio io. – il principe arrivò, intromettendosi tra loro. Senza attendere il suo consenso, la prese per i fianchi e la sollevò con prontezza, ma invece di posizionarla sulla sua puledra, la fece sedere lateralmente sul proprio stallone nero. Elanon osservò la scena e scambiò uno sguardo complice col principe.
-Perché mi avete messa sul vostro cavallo? – chiese la giovane lupa sdegnata.
-Siate obiettiva lady Stark – le disse con voce melliflua, montando dietro di lei – non avete nemmeno le forze per stare in piedi. Credete davvero di riuscire a rimanere in sella per così tanto tempo? – prese le briglie in mano e diede ordine al gruppo di partire, con un gesto della mano.
-Avrei almeno potuto provare! – rispose ferita nell’orgoglio. Lui salutò con un cenno del capo le serpi delle sabbie che erano venute a salutare la loro partenza. Ellaria gli omaggiò addirittura un inchino. Le porte vennero spalancate al loro passaggio.
-Sapete, nella cultura dothraki, quando un uomo non riesce a stare in sella al proprio cavallo, perde tutto il rispetto del suo khalasar. – le enunciò infastidito
-Ringrazio gli antichi dei di essere nata nel continente occidentale allora! Ho sempre amato i cavalli, ma non mi sposerei mai un barbaro. –
-Stavate per sposare un uomo ben peggiore… – avanzò infastidito – e oserei dire… per la seconda volta anche. –
-Credete davvero che lo avrei accolto nel mio letto senza combattere? – lo sentì irrigidirsi – non ho avuto paura di un cervo, non temerò mai un stella che neppure brilla. – lo sentì ridere e si voltò a guardare quella fastidiosa maschera che gli celava la metà superiore del volto.
-E’ garantito che avrebbe trovato non poca difficolta anche solo a toccarvi – il principe non abbassò il suo volto, rimase a fissare il sentiero di fronte a loro – perché se non lo frenavate voi, lo avrei fatto io, a costo di macchiare il mio onore. – Lyanna aprì la bocca per lo stupore e sentì il cuore mancarle un colpo.
-Cosa vi avrebbe spinto ad intervenire? – la sua voce era dubbiosa e scettica.
-L’amore che provo per la mia famiglia. – disse semplicemente.
-Comprendo che per voi sarei dovuta essere vostra cognata – rispose fredda, poi abbassò lo sguardo – ma ora non avete alcun obbligo nei mei confronti. – voltò lo sguardo verso il bosco alla loro destra persa nei suoi tormenti. Lui emise un sospiro infastidito.
-Questo non è vero. Sono legato al Re del Nord per un vincolo di sangue, di conseguenza anche a voi. – ed incitò il suo stallone ad una marcia più spedita come a non voler più continuare quel discorso.
 
Proseguirono per molte leghe, senza trovare difficoltà. Il principe però non conosceva il territorio come lady Stark, quindi in alcuni tratti dovette chiederle quale direzione prendere. Lyanna spesso e volentieri gli consigliava il sentiero più lungo, per evitare neve troppo fresca o strade impraticabili. Man mano che si inoltravano nell’entroterra il clima divenne sempre più rigido. Il naso e le guance della donna erano diventate rosse dal freddo. Si ritrovò a tremare ed il principe se ne accorse. Cercò di avvolgerla nel suo mantello, ma lei protestò.
-No! Non lo fate! – fermò quel suo gesto con un colpo secco della mano. Lui sembrò deluso.
-State tremando di freddo. – le fece notare, Lyanna chinò lo sguardo sul suo grembo prima di parlare.
-Ho solo avuto un brivido, tutto qui. – sapeva che era una bugia, il gelo le era penetrato nelle ossa già da ore. Le sue mani erano ghiacciate e non sentiva più i piedi e le gambe da un po’. Oltretutto sapeva anche che non avrebbe potuto fingere più di tanto, erano troppo vicini. Lui sentiva ogni suo sussulto, anche se lei cercava di dissimularlo.
-Non mi mentite – le rispose secco – non sopporto quando lo fate. – continuò con tono irritato.
-Levatevi i guanti e mettete le mani sotto la mia casacca. – le propose poi, ma non cambiò il timbro della sua voce, lei lo guardò astiosa – eviterete di perdere l’uso delle dita. – poi le osservò le gambe, che si muovevano scomposte all’oscillazione della cavalcata – non voglio nemmeno immaginare in che condizione possano essere i vostri piedi. –
-Sapete che non farò mai una cosa del genere! – lei era inferocita. Lui sembrava aver assimilato troppi particolari che lei non gli avrebbe mai concesso di scoprire. Il principe attese qualche istante prima di sussurrarle.
-Ieri sera mi avete baciato di vostra spontanea volontà, mentre oggi vi fate tanti problemi per una sciocchezza del genere? – si era avvicinato al suo orecchio e le aveva sfiorato il collo, lambendo al pelliccia del suo mantello. Lyanna aveva sentito i peli del manto sfiorarle il lobo dell’orecchio e della guancia, ma ciò che l’aveva turbata maggiormente era il suo respiro caldo sulla pelle.
-Quello è stato solo un errore, ve l’ho già detto e mi sembra di avervi anche già chiesto perdono! – si impuntò lei – ad ogni modo non considero una sciocchezza andare contro i miei dei! – decise di evitare di parlare ulteriormente di quel bacio e preferì soffermarsi sulla seconda parte della frase
-Lo scambio dei mantelli è un atto definitivo, per voi forse può sembrare una cosa fin troppo banale. Siete nato con il culto dei Sette Dei, poi siete cresciuto nelle Città Libere e infine avete viaggiato insieme a quei barbari, e non vi biasimo se avete anche smesso di credere nelle divinità che hanno permesso tutto questo, ma qui al nord non perdiamo facilmente la nostra fede, e chi crede negli antichi dei, sa che è un legame eternamente vincolante! –
-Conosco bene il significato di quel rito e vi posso assicurare che ne ho il massimo rispetto! Ma in questo momento l’unica cosa che posso fare per evitare che vi congeliate, è proporvi di dividere con me il mio mantello! Mettete da parte il vostro orgoglio per un po’, perché i vostri dei non verranno oltraggiati. Ho tutta l’intenzione di riportarvi a casa viva, non voglio certo trovarmi Lungo Artiglio puntata alla gola. –
Lyanna stava per ribattere, ma il principe la prese e la strinse a sé, avvolgendola nel suo mantello solo da un lato. Anche se le diede notevolmente fastidio, la donna dovette accettare quel gesto. Percepire il tepore che si generava dal suo corpo, le fece già provare una sensazione piacevole. Si odiò in quel momento. Odiò il proprio cuore che sembrava battere felice di ricevere quelle attenzioni. Odiò le proprie mani che salirono sul suo petto in cerca di calore. Levò i guanti, proprio come gli aveva detto e appoggiò le sue dita sulla casacca del principe, la tepidezza del suo corpo la avvolse come un caloroso abbraccio. Viserys colse l’occasione per prenderle un polso e portarsi l’arto contatto con la pelle scoperta del collo.
-Come immaginavo… siete congelata. – constatò innervosito e senza permetterle di respingerlo ancora, la fasciò interamente nel suo mantello scarlatto, tenendola stretta a sé impedendole ogni tentativo di avversione. Lyanna non fece obiezioni e rimase immobile e silenziosa, lasciandosi cullare da quel tenero dondolio della cavalcata, tra le braccia di un uomo che voleva detestare, ma non ci riusciva, perché trovava sempre il modo per dimostrarle che poteva fidarsi di lui. Cercò di cacciare indietro le parole di quel sogno che continuavano a perseguitarla.
Lyanna, perché mi hai tradito? Ciò che non riuscì a fermare furono però le lacrime per l’amara delusione verso se stessa.
 
Le tenebre stavano calando e cominciava a diventare impossibile proseguire lungo il sentiero all’interno del bosco. La luna era nascosta da una spessa coltre di nubi. Lyanna si era appisolata tra le braccia del principe, riscaldata dal calore che emanava il suo corpo a dal dolce cullare dell’andatura del cavallo. Lui la cingeva con un braccio per evitare che potesse cadere, in un tenero abbraccio protettivo e premuroso. Tirò le redini, quando raggiunsero un piccolo spiazzo aperto tra gli alberi e si accostò a Lady Brienne.
-Fermiamoci qui. – disse semplicemente, senza alzare troppo la voce. La guerriera alzò un braccio per avvisare alle sue compagne l’arresto.
Il principe scosse leggermente la donna tra le sue braccia, massaggiandole la schiena con estrema tenerezza.
-Mia signora, svegliatevi. – le sussurrò. Lyanna aprì gli occhi al quel richiamo.
-Dove siamo? – chiese confusa con la voce impastata dal sonno e meravigliandosi di vedere buio attorno a sé.
-Siamo ancora nella Foresta del Lupo. È calata la notte e abbiamo perso il sentiero, la neve era alta e ma ho seguito la luna per orientarmi. – ammise il principe.
-Perché non mi avete svegliata prima? – chiese allarmata.
-Stavate dormendo così profondamente che non ho avuto il coraggio di disturbarvi, e poi anche i cavalli cominciavano ad essere stanchi. – affermò con voce bassa – avevo comunque programmato una pausa con lo scendere delle tenebre. Non siete l’unica a non aver dormito, la notte scorsa. –
Lyanna si sentì in forte imbarazzo, e preferì non dire nulla. Emise uno sbadiglio e si portò una mano per coprirsi la bocca. Viserys scese da cavallo e l’aiutò a smontare, cingendola dalla vita. Quando atterrò, sentì di nuovo le ginocchia deboli e fu costretta a tenersi al braccio del principe per non cadere. I piedi sembravano due pezzi di ghiaccio negli stivali.
-Venite, sedetevi qui. – e la condusse verso le radici contorte di un albero-diga. La corteccia era bianca, e la sua base, pareva il covo di una serie infinita di serpi pallide. Al contrario le foglie sembravano nere come la pece al buio. Dasira si premurò di accendere un fuoco. Meera e Tessa cominciarono a scartare le razioni di cibo, riservando alla loro lady la parte più abbondante, nella speranza che riuscisse a riprendere le forze più in fretta. Avevano assodato, quanto quel veleno l’avesse indebolita ed erano seriamente preoccupate per la sua salute. Lyanna lo vedeva dal modo in cui la guardavano e non le era gradita tutta quella compassione. Il suo orgoglio non glielo permetteva.
Viserys tornò al cavallo e lo vide slacciare le loro spade dalla sella. Notò che Elanon senza un motivo preciso si era avvicinata a lui e ora stavano parlando tra loro a voce talmente bassa che non le giunse alle orecchie nemmeno una parola. Poi l’uomo tornò verso di lei e appoggiò le due armi, ai piedi dell’albero sacro. Si posizionò al suo fianco, lasciando però un leggero spazio tra di loro. Lei prese la sua razione dalle mani di Meera e addentò una fetta di pane raffermo senza troppe cerimonie. Dovette constatare che aveva davvero fame. Il principe mangiò in silenzio, non sembrava condividere il suo appetito, e dette a Lyanna la maggior parte della sua porzione. Brienne appena ebbe finito, partì col suo turno di guardia, poi l’avrebbe sostituita Elanon.
Lyanna si accorse che la propria scorta d’acqua era terminata.
-Che gli Estranei siano dannati in eterno… – brontolò. Aveva bevuto molto durante il viaggio. Era una conseguenza del veleno, glielo aveva detto Tyene.
-Mia signora, prima abbiamo attraversato un ruscello. Se volete provvedo a tornare indietro e… - si propose Elanon.
-No. Rimani qui. – disse con tono fermo il principe – riempila con della neve e tienila accanto al fuoco in modo che si sciolga. Nessuno si deve allontanare dall’accampamento senza il mio permesso. – affermò in tono autoritario. Le altre Rose dell’Inverno lo guardarono in modo arcigno, ma non osarono esprimere il loro disappunto. Lyanna notò quella tensione e condivise il loro pensiero, ma in quel momento non era il caso che alzare un polverone. Doveva solo pensare a riprendersi il prima possibile.
-Tenete la mia borraccia. – le offrì poi il principe.
-Non ne avrete abbastanza per voi. Il viaggio è ancora lungo, e se ci siamo persi è facile che dovremmo anche tornare indietro alla ricerca del sentiero. –
-Ritengo sia il caso che voi siate ben nutrita e idratata, dopo quanto avete appena passato… - rispose serio – non dovete preoccuparvi per me, io sono abituato ad arrangiarmi, soprattutto durante i viaggi. Non ho mai sopportato l’idea di venir accerchiato da servitori, quando non ne avevo la necessità. – Lyanna lo guardò poco convinta, rammentando che quella era una prerogativa anche di suo fratello, ma il primo gene era nato dalla Regina Rhaella.
La sete era tanta e si ritrovò a sgolarsi anche quella fiaschetta. Lui rimase a fissarla come in attesa di qualcosa, che mai arrivò.
Il gelo attorno a loro aveva tenuto una bassa temperatura anche all’interno del bosco. Le altre ragazze si avvolsero nei loro mantelli e cercarono di prendere sonno. Lyanna tremò vistosamente appena una leggera brezza ghiacciata la raggiunse. Viserys lo notò e si avvicinò a lei. Con gentilezza l’avvolse nel suo mantello scarlatto e la sentì nuovamente irrigidirsi:
-Chiedete pure ai vostri dei di chiudere gli occhi per questa notte. Non permetterò che moriate congelata. – e la strinse tra le sue braccia, assicurandosi che i loro mantelli rimanessero ben chiusi, così da non lasciar entrare l’aria fredda. Lyanna si accoccolò appoggiando la guancia sul suo petto, mordendosi le labbra dall’odio che ancora provava verso se stessa e a quel gesto diventato fastidiosamente troppo immediato e naturale. Pochi istanti dopo stavano già dormendo.


Note dell'autore:

Siamo finalmente ripartiti da Deepwood Motte. Se avete notato in un primo momento abbiamo una situaziona alquanto strana e imbarazzante tra il principe e la lady, (visto quanto era successo la sera prima c'è anche da capirlo) eppure lui sembra stranamente distaccato, nervoso e forse anche arrabbiato... non lo avete trovato strano anche voi? Vi siete fatte un'idea del perchè?

Lo ammetto come capitolo è un pò povero di trama ai fini della storia, effettivamente ho scelto suddividere un capitolo che era fin troppo lungo altrimenti, e vedrete poi perchè la seconda parte ho preferito tenerla per dopo. Cominciamo ad entrare nel vivo della storia adesso e succederanno cose che vi domanderete sicuramente come siano possibili.

Per il momento intanto vi lascio e vi auguro anche buone vacanze, visto che siamo in giugno e molti immagino comincino a fuggire verso località turistiche o di relax. Io una capatina me la farei volentieri a Dorne in questo momento, al calduccio e tra i fiori profumati, cullata dal suono delle onde del mare al osservare il sole affondare nelle acque... non  vi svelo però qual'è la mia città preferita, lo scoprirete più avanti e spero che gli intrecci che sto creando in questo periodo per questa storia vi piacciano, perchè vi assicuro che la mia banale idea sta lievitando giorno dopo giorno e ne sono sempre più felice.

Alla prossima!
   
 
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