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Autore: _Lady di inchiostro_    12/06/2017    6 recensioni
«E questo?» disse Iwaizumi, rigirando il muffin ricoperto da una simpatica carta rosa e bianca, con sopra una candelina spenta.
Oikawa si dondolò sui talloni, le mani tenute allacciate dietro la schiena e un sorriso beffardo sulle labbra. «Non te lo ricordi, vero Iwa-chan?»
Il detective, ancora con la testa alle cartelle che stava leggendo poco prima, aggrottò le sopracciglia, non riuscendo seriamente a capire che cosa intendesse dire l’altro. «Ricordarmi… che cosa, scusa?»
«Che giorno è oggi?»
E a quel punto, gli occhi smeraldini di Iwaizumi si spalancarono. «Ah» disse. «È il mio compleanno…»

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[Happy Bday Iwa-chan! Anche se in ritardo! ♥] [Avvertenze: portare con sé salvagente, si rischia di annegare nel fluff] [Questa storia partecipa al contest “Caffè o Tè?” a cura di Fanwriter.it!] [Dedicata a delle personcine speciali ♥]
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tè&Caffè'
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Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Caffè o Tè?” a cura di Fanwriter.it! 
Numero Parole: 1749 
Prompt/Traccia: A ha avuto una pessima notizia/giornata e B prepara a entrambi/e la rispettiva bevanda preferita per aiutare un po’.
Note della detective (?): vi avviso che ci sono delle tematiche che potrebbero turbarvi, per questo ho alzato il rating; non ho messo l'avvertimento, ma se preferite posso sempre inserirlo.



A Laura. Perché è l'amica migliore che mi potesse mai capitare sulla faccia della terra. 

A Alexys_Tenshi, _Aria, shizu_hana e nigatsunoyuki: coloro che sopportano i miei scleri su Twitter.

Ad Ayumu, perché ama Hajime più della sottoscritta.



 

Caffè e muffin



Sbuffò sonoramente, mentre toglieva dal pannello le varie fotografie e indizi riguardanti il caso. In fondo lo sapeva – per quanto fosse tremendamente sbagliato – che la giustizia non sempre riusciva a trionfare nel migliore dei modi. E gli dava sempre sui nervi, ugualmente, soprattutto se si trattava di un caso delicato come quello a cui aveva lavorato per ben tre settimane.
Staccò la foto del bambino che era stato brutalmente ucciso assieme alla sua famiglia con riluttanza, sentendo un nodo alla gola, riponendo poi tutto nello scatolo contrassegnato con il nome del caso e richiudendo il tutto. Alla fine, erano riusciti a scoprire chi fosse l’assassino, un membro di una compagnia di narcotrafficanti con cui il capo di quella famiglia aveva avuto a che fare in giovane età; era riuscito ad ottenere una riduzione della pena che gli era stata imposta, in cambio di informazioni sull’uomo per cui lavorava.
Iwaizumi si era sentito così impotente, mentre sentiva gli avvocati che patteggiavano, dietro il vetro che dava sulla sala per l’interrogatorio. Avrebbe voluto spaccare volentieri la faccia di quel mostro, ma sapeva che la prima cosa che deve fare un bravo poliziotto e detective è sapersi contenere, specie in queste situazioni. Eppure, sentiva ancora la rabbia ribollire dentro lo stomaco: era la prima volta, da quando era entrato nella omicidi, che provava questa sensazione, la consapevolezza che non sempre poteva fare qualcosa per rendere giustizia alle vittime, che spesso c’erano interessi maggiori dietro.
Sbuffò ancora, aprendo una delle cartelle che il suo capo gli aveva messo sulla scrivania, cercando di analizzare gli altri casi cui, nel frattempo, avevano lavorato i suoi colleghi. E mentre era chinato su quei documenti, si vide passare sotto il naso due cose: la sua solita tazza verde menta colma di caffè – e quel profumo deciso fu subito capace di rilassare i suoi muscoli tesissimi – e un muffin con le gocce di cioccolato.
Di solito, nella zona relax era presente qualche dolcetto o merendina che i vari detective avevano portato da casa, nel caso in cui avessero avuto fame, ma quella mattina Iwaizumi non aveva visto nessun muffin in giro.
Alzò lo sguardo, trovandosi davanti Oikawa che gli sorrideva, la sua tazza posata anch’essa sulla scrivania di Hajime. Aveva pensato bene di preparare le loro bevande preferite per addolcire un po’ l’atmosfera, in fondo sapeva quanto Iwa-chan se la fosse presa per quella storia, e non poteva dargli torto…
Era stato talmente impegnato da non essersi accorto di come il tempo fosse passato, volato praticamente, e dopo la notizia che aveva ricevuto oggi era normale che se ne fosse dimenticato.
«E questo?» disse Iwaizumi, rigirando il muffin ricoperto da una simpatica carta rosa e bianca, con sopra una candelina spenta.
Oikawa si dondolò sui talloni, le mani tenute allacciate dietro la schiena e un sorriso beffardo sulle labbra. «Non te lo ricordi, vero Iwa-chan?»
Il detective, ancora con la testa alle cartelle che stava leggendo poco prima, aggrottò le sopracciglia, non riuscendo seriamente a capire che cosa intendesse dire l’altro. «Ricordarmi… che cosa, scusa?»
«Che giorno è oggi?»
E a quel punto, gli occhi smeraldini di Iwaizumi si spalancarono. «Ah» disse. «È il mio compleanno…»
Oikawa batté le mani. «Buon compleanno!» esclamò.
In realtà, il ragazzo non era per niente in vena di festeggiamenti, ma si passò ugualmente una mano sulla nuca. «Abbassa la voce, guarda che non lo sa nessuno…» borbottò, in leggero imbarazzo. «E grazie…»
Il castano sorrise, uno di quei dolci sorrisi che erano in grado di mandare il cervello di Iwaizumi in tilt. Scostò lo sguardo, afferrando la tazza con violenza e cominciando a bere.
«Ti prego, dimmi che non hai organizzato nulla…» Oikawa non era nuovo alle feste a sorpresa, l’anno scorso gliene aveva fatta una con tutti i colleghi e alcuni loro amici d’infanzia, partiti direttamente dal Giappone per venirlo a trovare. «Non sarei dell’umore giusto…»
Quel sorriso rimase ancora su quelle labbra morbide e arrossate. «Lo so» disse, abbassando poi la testa, i ciuffi di capelli che coprivano il suo viso e, quindi, anche la visuale di Iwaizumi. «Volevo farti gli auguri stamattina, ma tu sei schizzato subito fuori… A stento hai preso il mio caffè…»
Gli occhi del ragazzo si spalancarono, ricordandosi di come avesse bevuto in tutta fretta il suo caffè e fosse andato in ufficio, lasciando Oikawa da solo a casa. Okay, di solito prendevano due macchine diverse, sebbene il loro capo sapesse che vivevano assieme, ma lo facevano ugualmente per non dare nell’occhio. Quella mattina, però, era come se ci fosse stato qualcosa di diverso, come se il solito rito si fosse infranto, in un certo qual modo, e Iwaizumi si sentì tremendamente in colpa: per quanto Oikawa fosse appiccicoso e petulante, faceva sempre di tutto per dimostrargli quanto lo amasse, specie in occasioni come quelle.
Si alzò in piedi, in un scatto veloce e non controllato, facendo strisciare la sedia, e i suoi occhi incontrarono quelli color cioccolato del ragazzo. «Oikawa…»
Non sapeva perché si sentiva così. Forse perché era la prima volta che non rispettava un rito che, da quando erano colleghi, da quando stavano assieme e abitavano nella stessa casa, si era sempre ripetuto nello stesso identico modo?
Alcuni avrebbero detto che non sarebbe cambiato nulla, che non era poi la fine del mondo; eppure, per loro quei piccoli gesti erano importanti. Il fatto di poter bere una tazza della loro bevanda preferita assieme – per quanto fossero diverse tra di loro –, li faceva sentire più vicini. Si ritagliavano quel piccolo spazietto che era solo per loro, dove gli bastava stare con l’altro, sentire che c’era.
«Ehi, tranquillo! Ho visto quanto ci tenevi alla riuscita di questo caso, e non posso che biasimarti…» Oikawa ripensò a quando gli avevano portato il corpo del bambino, allo sguardo che gli aveva rivolto Isles – la sua collega e assistente –, mentre si accingeva a compiere le solite procedure di verifica. Era la prima volta che gli capitava di farlo su un corpo così piccolo, e per un po’ gli occhi cominciarono a pizzicare. «…E dopo la decisione che hanno preso gli agenti dell’FBI, ho immaginato che te la fossi presa, per questo ti ho preparato il caff…»
Le restanti parole gli morirono in gola non appena si rese conto di avere le braccia di Iwa-chan che gli stavano circondando le spalle. Avvertì il suo respiro sul collo, il naso che sfiorava la pelle candida lasciata scoperta dallo scollo della maglietta, e Oikawa sentì il suo cuore martellare forte contro la cassa toracica di Hajime. Anzi, erano entrambi i loro cuori che battevano troppo forte.
«Iwa-chan… Sei impazzito?» disse con riluttanza, non avendo proprio voglia di staccarsi da quelle braccia; più che altro, era la paura che lo faceva parlare. «Potrebbe vederci il capo, e…»
Era una cosa rara che Iwaizumi si lasciasse andare a manifestazioni d’effetto di quel tipo. Quando si baciavano cercava sempre di farlo con discrezione, sapendo che erano totalmente soli e al sicuro. C’erano volte, però, in cui il suo sguardo si rabbuiava di una nota malinconica e a volte decisa, ed era allora che Oikawa poteva vedere chiaramente quello che stava pensando: credeva di non meritarlo, credeva che non meritasse di provare per lui un sentimento così forte. Che lui era troppo importante e che si meritava certamente di meglio.
Tooru era di certo più impulsivo di Hajime, quest’ultimo pensava troppo, alle volte. Eppure, quei gesti lo lasciavano sempre spiazzato.
«Scusami…» Ecco, lo sapeva che l’avrebbe detto. Come quella volta in ospedale. Come quando l’aveva baciato in obitorio, perché era certo che stava pensando a lui, a quanto gli mancasse e a quanto avrebbe voluto tenerlo al sicuro, sempre.
A quel punto, a Oikawa non importava nulla se qualcuno avrebbe visto. Si scostò, e adesso aveva il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo; non gli lasciò un bacio sulle labbra, bensì sulla guancia, in un gesto molto più tenero, che stava a significare che non doveva preoccuparsi.
Iwaizumi si lasciò sfuggire un sorriso, addolcendo l’angolatura delle sue labbra, e fu felice di vedere la medesima espressione nel volto di Oikawa. Rimasero a fissarsi per un po’, poi fu Oikawa a parlare. «Allora, cosa vuoi fare stasera? È pur sempre il tuo compleanno!»
Hajime alzò gli occhi al cielo: Oikawa non cambiava mai, ed era quasi certo che lui aveva una mezza idea di quello che avrebbe voluto fare per quella sera…
«Intanto – si rimise seduto e prese la sua tazza di caffè – io ho intenzione di finire questo caffè prima che si freddi.»
«Oh, giusto!» Oikawa rovistò tra le tasche dei suoi jeans, tirando poi fuori un accendino fucsia e accendendo la candelina sopra il muffin. «Volevo comprarti una torta, ma so che tu odi che la gente sappia del tuo compleanno e sia costretta a farti gli auguri...» disse, rendendosi conto che oramai l’ufficio era mezzo vuoto e che, anche volendo, nessuno stava facendo caso a loro.
«E che odio le canzoncine di auguri e spegnere le candeline…» aggiunse Iwaizumi, facendo sollevare lo sguardo carico di furbizia di Oikawa.
Gli passò il muffin e il ragazzo lo tenne in una mano. Con un soffio spense subito la piccola fiammella, lanciando uno sguardo al castano, che sembrava ugualmente soddisfatto.
«Che cosa hai espresso?» gli chiese, mentre l’altro stava dividendo il dolcetto in due parti.
Si fermò a metà dell’opera, sollevando lo sguardo. «Dovevo esprimere un desiderio…?»
«Non l’hai fatto?»
Hajime sollevò le spalle. «Perché devo farlo, se ho già tutto quello che voglio?»
La prima volta che aveva visto Iwa-chan, quando gli assegnarono l’obitorio di quella sezione, rimase un po’ sorpreso, perché credeva che avrebbe scelto un’altra strada,  quella del giornalismo o della fotografia, per esempio. Col tempo, però, si rese conto che quelle vesti si sposavano perfettamente con il carattere serio e a volte pungente di Hajime: sembrava che quel ruolo fosse dipinto per lui.
Tuttavia, Oikawa sapeva che sotto quella scorza dura c’era un cuore, solo che non si faceva sentire spesso. Un detective deve riuscire a scindere la vita personale dal lavoro, i sentimenti dalla razionalità. Per loro era tutto difficile, e Oikawa non sempre gli rendeva la vita facile, ne era consapevole.
La frase che disse, però, lo fece ricredere su tutto: a lui stava bene così, voleva che fosse così.
Si coprì il viso con le mani, le guance completamente in fiamme. «Iwa-chan, cazzo, non vale! Dovevo essere io a farti arrossire!»
E Iwaizumi non poté non lasciarsi sfuggire una piccola risata.




 
____

 

HAPPY BIRTHDAY HAJIME-SAN! ♥♥


E l’avevo detto che avrei scritto qualcosa per il compleanno di Iwa-chan, dovevo farmi perdonare per quello che era successo nella precedente storia lol
A proposito: se non ci hai capito una fava di quello che è successo in questa storia, sappi che fa parte di una serie, che puoi trovare qui. Se sai di cosa sto parlando, vado avanti :’)
Che dire, spero che nessuno si sia turbato per quello che ho scritto all’inizio, ma a casa mia guardiamo solo polizieschi, quindi è normale che vediamo episodi che parlano di cose del genere. Rispiego meglio: il padre di quella famiglia aveva lavorato per questo narcotrafficante, ma in seguito aveva deciso di vivere una vita normale, sposandosi e mettendo su famiglia; purtroppo, la persona per cui lavorava, che alla fine era solo uno degli scagnozzi del vero capo, voleva che tornasse a lavorare con lui, ma si è rifiutato. Per questa ragione, ha ucciso lui e la sua famiglia.
Ora, la notizia che ha ricevuto Hajime riguarda il fatto che certi casi, negli USA, vengono affidati all’FBI, perché riguardano questioni più delicate, come la seguente. L’assassino, in cambio di alcune informazioni, ha chiesto una riduzione della pena, e quelli non ci hanno pensato neanche mezza volta ad accettare; gli avvocati hanno solo accordato il numero di anni che dovesse scontare in carcere. Morale della favola: Iwaizumi era furibondo perché, in realtà, quell’uomo doveva scontare una pena pari ad una cinquantina d’anni (quindi sarebbe praticamente invecchiato in carcere), e invece si è ridotta alla metà.
Spero di non essere stata troppo pesante, e di aver addolcito un po’ la pillola con quello che succede dopo <3
Ad essere sincera, non so se ho rispettato il prompt a dovere e se ho lasciato inalterata la caratterizzazione dei personaggi, non so…
Altro da dire? Ah, sì, Isles è sempre ispirato al personaggio della serie Rizzoli&Isles, e nella mia testa è la giovane assistente di Oikawa lol
Che dire, fatemi sapere che cosa ne pensate! <3 
E alle personcine speciali a cui l’ho dedicata: spero che vi piaccia! ♥
Sappiate che stilerò in una lista i prompt del contest e che li utilizzerò comunque c’:
(ma ho visto che c’è una proroga, piango!)
Alla prossima,
_Lady di inchiostro_


l'uccellino cinguetta
  
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