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Autore: SkyZorua    12/06/2017    1 recensioni
La vita di una principessa e le diverse vicissitudini di un regno raccontate biograficamente in un diario.
"...Ritengo che esistano giorni strani (dando a questo aggettivo, si intende, non una sfumatura negativa, bensì il significato di “fuori dal comune”), giorni che hanno un corso particolare, giorni saturi di avvenimenti o anche giorni privi di essi, che, tuttavia, allo stesso tempo sono straordinari..."
(personaggi e trama tratti dal videogioco "The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild")
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Link, Princess Zelda, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Oggi è un giorno davvero speciale… e non lo dico con leggerezza. Certamente ogni giorno ha una sua importanza specifica, ogni giorno è solo una delle tante pagine del grande libro che è la vita, ogni giorno va vissuto nella sua interezza; di ogni giorno è necessario coglierne le molteplici sfumature e, inoltre, è essenziale congiungerlo agli altri. Tuttavia, ritengo che esistano giorni strani (dando a questo aggettivo, si intende, non una sfumatura negativa, bensì il significato di “fuori dal comune”), giorni che hanno un corso particolare, giorni saturi di avvenimenti o anche giorni privi di essi, che, tuttavia, allo stesso tempo sono straordinari. Voglio dire, esistono giorni diversi da tutti gli altri e sono quelli che si ricordano con maggiore facilità, perché hanno quel quid che li rende unici.

Dunque, volendo iniziare nuovamente il mio discorso, posso affermare che oggi è un giorno più speciale degli altri: oggi, infatti, mi è stato fatto un regalo. So bene che nella vita i beni materiali non sono tutto (anche se la mia condizione di principessa non mi consente di affermare ciò), ma questo è un dono molto apprezzato: si tratta di un fiore. Penso che i fiori siano il dono più grande che la natura ci possa offrire: sono colorati, profumati e si possono utilizzare in tantissimi modi. Ad esempio possono essere usati per ornare santuari, abitazioni, piazze: la stessa piazza del Borgo di Hyrule ne è piena. Questo fiore è davvero particolare ed è la prima volta che se ne vede uno: insomma, mi è stato donato un fiore appena scoperto! È davvero particolare: lo stelo è molto lungo e i petali presentano una doppia colorazione bianca-azzurra. Azzurro, il mio colore preferito! Il colore del cielo, del mare… e degli occhi di un ragazzo, di un cavaliere del Castello…

 Tornando al fiore, dato che è stato appena scoperto, è ancora privo di nome e dunque penso che bisogna rimediare al più presto: il nome è qualcosa di importantissimo, dà un’identità, rende comunicabile l’essenza di qualcosa, ci differenzia dagli altri. Sono scoppiata di gioia quando mi è stato detto che avrei potuto scegliere io il suo nome, tuttavia non è per nulla semplice: nella mia testa si rincorrono un sacco di idee, molteplici denominazioni, una diversa dall’altra. Inizialmente avevo pensato di dare al fiore il nome del ragazzo dagli occhi blu (per cautela mi riferirò a lui con queste parole), ma ho subito cambiato idea: sono una principessa e devo essere discreta, non posso permettere che nel Castello (o addirittura nel regno!) girino voci su di me. Devo mantenere un certo portamento e, comunque, non è ancora tempo di pensare ai ragazzi: una principessa raramente può scegliere il suo uomo e, quando può farlo, si consulta sempre con i suoi consiglieri e i suoi genitori… nel mio caso, solo con mio padre. Chissà cosa penserebbe mia madre del ragazzo dagli occhi blu, se solo lei fosse ancora qui con me…

Tra le tante prospettive di nomi, mi era piaciuta l’idea di chiamarlo “Ghiacciolo”, dato il suo colore. Mi piaceva immaginare questo fiore come un pezzo di ghiaccio inusuale (strano, per l’appunto), che riusciva a resistere contemporaneamente in luoghi freddi e caldi. Ma ho dovuto scartare subito l’idea: era banale, bambinesca, stupida e, diciamocela tutta, poco sensata.

Non nascondo che nel peggiore dei casi sarei arrivata a dare al fiore il mio stesso nome: Zelda. Ciò sarebbe risultato troppo egoistico e narcisistico e, nonostante sembri impossibile, l’egoismo e il narcisismo non sono parole che appartengono al mio dizionario: odio stare al centro dell’attenzione, essere celebrata dagli altri in quanto principessa, essere esaltata come “ragazza più bella del Regno”. Odio fare il compleanno, ad esempio, stare seduta al trono o svolgere consuete mansioni che si addicono ad una principessa; odio la burocrazia. Più di ogni altra cosa al mondo odio posare per un ritratto: stare seduta e mantenere la stessa espressione facciale per molte ore, non potere muovermi, bere, mangiare, andare in bagno se necessario, trovarmi lì come una statua ammirata da mio padre, dal pittore e da tutti i funzionari.

 L’ultimo nome che ho pensato è molto grazioso e penso sia anche molto adeguato. Impa, la mia balia, discendente dall’antico popolo degli Sheikah, mi ha spiegato perché questo fiore sia stato scoperto solo adesso: esso, in realtà, è molto antico e gli Sheikah lo utilizzavano per ornare le offerte alla dea Hylia. Nel corso dei secoli, tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici e geografici e a causa dello scarso utilizzo che ne fecero i popoli successivi agli Sheikah, il fiore smise di essere coltivato ed oggi è a rischio di estinzione (e io spero troveremo un modo per coltivarlo: mi piace tantissimo!). Impa mi ha spiegato che gli Sheikah erano soliti chiamarlo “Fiore della dea”, ma è a parer mio un nome troppo banale per un fiore così bello. Ho dunque avuto una specie di “illuminazione” (che sia stata proprio la dea ad illuminarmi?): il fiore, in qualche modo, è simile a me. È bello e ammirato da tutti; è semplice, è diverso dagli altri fiori. Io, specularmente, sono una bella ragazza (sarei ipocrita se dicessi il contrario) e tutti mi ammirano; sono una principessa semplice, non mi interessa il troppo sfarzo o l’apparenza; sono diversa da tutti coloro che abitano qui al castello, a volte non mi sento nemmeno adatta al mio ruolo da principessa. Molti, al mio posto, si sentirebbero soli, tristi, non sarebbero felici della propria vita piena di impegni, una vita diversa da quella di qualsiasi adolescente: una vita senza amici, ma dedita al benessere della propria gente, piena di responsabilità; vorrebbero scappare, sparire, cambiare. Eppure io sono felice. Se sono principessa vuol dire che gli dei mi hanno riservato questo destino: questo è il mio posto nel mondo. Inoltre sono sempre convinta del fatto che le difficoltà siano delle sfide necessarie nella nostra vita, delle tappe inevitabili che ci aiutano a crescere, a migliorare, a maturare, a vivere. Non sono dunque preoccupata… sono piuttosto serena. Lo stesso fiore, quando lo si ammira, suggerisce un’idea di tranquillità, di pace, di stabilità. Così è nato il nome del fiore: Principessa Serena.

Impa ha subito approvato il nome, dicendomi che è il più adatto che avessi potuto scegliere. Lei mi è sempre vicina ed è una figura molto importante nella mia vita. Spero tanto che il nome piaccia anche agli scienziati del regno e, soprattutto, a mio padre. Chissà, magari questo episodio potrebbe ammorbidire di poco il suo cuore, pietrificatosi dopo la morte di mia madre. Magari anche lui potrebbe ritornare ad essere sereno.

 

-Spazio dell’autore-

Salve e benvenuti! Questa è la prima fan fiction che voglio prendere seriamente: avevo già pubblicato due capitoli di una fan fiction a tema Pokémon, ma il risultato è stato piuttosto scadente. Sono un ragazzo che ha una grande passione per il mondo Zelda e quindi mi rendo conto che leggendo questa prima “pagina di diario” potreste restare un po’ senza parole o, magari, potreste trovare elementi che non corrispondono agli aventi del gioco originale. Sappiate però che siamo solo alla prima e alcuni eventi sono antecedenti a quelli di Breath Of The Wild: insomma, col tempo tutto si aggiusterà! Come primo capitolo volevo una presentazione di Zelda, ma, per renderla originale, ho pensato di unire anche un'eziologia del nome del fiore più amato. Spero apprezzerete!

P.S.Sono molto lento e incostante per cui tra un capitolo e l'altro potrebbe passare taaaaanto tempo. Scusatemi. Mi dileguo.

   
 
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