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Autore: laylabinx    13/06/2017    3 recensioni
"Hai detto che stava bene, perché invece non mi hai detto che è stato trasformato in un moccioso?"
In cui Steve viene trasformato nel più adorabile bambino di tre anni e Bucky è totalmente, esilarantemente come un pesce fuor d'acqua.
[ Pre Age of Ultron ]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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cap 1 trigger

Capitolo 6: Loki’d



«Barnes! Prendi Steve e portalo al laboratorio! Abbiamo...»

Qualsiasi cosa Tony volesse dire viene efficacemente stroncata sul nascere dalla presenza di una lama seghettata e affilata, poggiata alla base della sua gola. La mano che regge la lama è attaccata a un braccio connesso alla spalla di un ex assassino silenzioso e mortale. Il suddetto assassino gli sta rivolgendo uno sguardo minaccioso, una chiara richiesta di chiudere la bocca e tacere. La ragione di tale sguardo è il bambino che dorme accoccolato sul suo petto, aggrappato alla sua maglietta.

«Gesù, amico, puntarmi un coltello alla gola in casa mia...» inizia a dire ancora Tony ma s'interrompe non appena la lama preme un po' di più sulla sua pelle.

«Sta dormendo,» bisbiglia James, l'arto di metallo intorno al corpo di Steve per tenerlo stretto a sé. «Se lo svegli ti pianto il coltello in faccia.»

«Gran bella accoglienza,» borbotta Tony, anche se si sforza di parlare a bassa voce. «Pensavo avessimo superato la fase "un movimento improvviso e ti ammazzo". E poi Fury mi aveva detto che ti eri liberato di tutte le armi. Non devo essere io a farti notare che maneggiare un coltello da caccia mentre c'è un bambino che ti dorme addosso è abbastanza pericoloso, vero?»

James si limita a sollevare gli occhi al cielo in risposta. «Gli ho detto che mi ero liberato delle pistole. Sul serio pensavi che mi sarei liberato di qualsiasi arma mentre Steve è ancora così?»

Tony sospira e si strofina le palpebre, come se quella conversazione l'avesse già stremato. «Prima di tutto, tu sei comunque un'arma vivente. Sono quasi sicuro che potresti far fuori qualcuno solo con un orologio da taschino. E secondo... un coltello? Davvero?! È un po' moscio rispetto all'arsenale che ti porti dietro di solito.»

«Chi dice che sia soltanto uno?» chiede James abbassando la lama e rimettendola nella fodera, intanto che si sistema Steve in braccio. «Ne ho sei nascosti in questa stanza.»

«Ok, questo è terrificante.»

«Grazie.»

«Ed eccessivo.»

«Non ho intenzione di correre rischi.»

«Sì, me ne sono accorto,» mormora Tony, guardandosi intorno con attenzione come se stesse cercando di capire dove potrebbero essere i coltelli nascosti. Non vede niente ma del resto non che si aspettasse il contrario; se un ex assassino dice che sono nascosti, allora sono davvero nascosti.

«Che cosa vuoi, Stark?» domanda James dopo un altro paio di secondi.

«Abbiamo trovato Loki,» risponde una nuova voce, prima che possa farlo Tony, ed entrambi voltano lo sguardo in tempo per vedere Natasha entrare nella stanza. Indossa un paio di jeans e una t-shirt, eppure riesce a farli sembrare un'armatura pronta per la battaglia. È un particolare ragguardevole. «Ci è voluto un po' ma siamo riusciti a prenderlo fuori Jotunheim. Thor l'ha rinchiuso nel laboratorio.»

«Che comunque significa che dobbiamo sbrigarci,» s'intromette Tony facendo un cenno col capo in direzione del laboratorio, in fondo al corridoio. «Le parole "Loki" e "rinchiuso" non vanno molto d'accordo.»

James annuisce e inizia ad alzarsi, per poi fermarsi quando Steve mugugna debolmente in protesta. Si blocca quasi all'istante, mezzo seduto sul bordo del divano, e guarda il bambino che tiene in grembo.

Natasha si rende conto della situazione e si fa avanti a braccia aperte per offrirsi di prendere Steve.

James esita per almeno un paio di secondi e mezzo prima di cedere e passarle con dovuta cautela il bambino addormentato. Non gli piace l'idea di lasciare Steve a qualcun altro però si fida di Natasha quasi quanto si fida di se stesso, quindi la soluzione è accettabile.

Natasha prende Steve e lo abbraccia, coccolandolo mentre saltella leggermente sulle piante dei piedi. Steve sbatte le palpebre e la osserva, ormai sveglio nonostante il tentativo di evitare di svegliarlo. Impiega qualche istante a riconoscerla ma quando riesce a metterla a fuoco le sorride, ancora assonnato. Natasha gli sorride di rimando posandogli la fronte contro la sua e continuando a cullarlo piano. «Доброе утро, солнышко1

Tony segue tutta la scena con l'aria di qualcuno abbastanza irritato all'idea di non essere considerato all'altezza di prendersi cura di Steve. «Certo, diamo pure il bambino a una donna. Non è per nulla sessista.»

«Il sessismo non c'entra,» replica James, intanto che si solleva dal divano. «Preferirei non lasciare Capitan America in braccio a un uomo che si guadagnava da vivere progettando armi di distruzione di massa.»

Tony sgrana gli occhi per un secondo. «Natasha è un'arma di distruzione di massa,» dice indicando la donna, al momento occupata a sussurrare in russo al bambino che tiene tra le braccia. «Probabilmente è la persona più letale in questo team... a parte te, fatti due conti.»

«Attento, Stark, finirai per farmi arrossire,» ribatte Natasha e lo colpisce allo stinco con la punta del proprio stivale.

Tony sussulta nel tentativo di trattenere un'imprecazione, qualcosa di incomprensibile borbottato a denti stretti. «Sì, come stavo dicendo, dovremmo andare al laboratorio. Loki non è il più collaborativo degli dei nella galassia e credo che ci lascerebbe volentieri nei guai piuttosto che sistemare questo casino, quindi faremmo meglio a muoverci.»

James annuisce in direzione del corridoio e distende un braccio. «Facci strada.»

Tony accetta l'invito e li porta fino al laboratorio, Natasha subito dietro di lui e James a seguito. Gli altri sono già all'interno, Bruce e Clint bloccano la porta e Thor è al centro della stanza con una mano serrata sulla spalla di Loki. O perlomeno, James pensa che quello sia Loki.

Riconosce Thor dai dossier che gli sono stati forniti ma l'uomo dai capelli scuri che gli sta accanto non ha un viso familiare. C'è un luccichio maligno nei suoi occhi quando si posano su di lui, un misto di malizia e caos. Ha un aspetto pericoloso e squilibrato, di una persona che potrebbe scoppiare in una risata incontrollabile mentre le sue mani grondano sangue. Anche se non si è ancora mosso né ha detto una sola parola, il suo aspetto è minaccioso e a James non piace per nulla.

Lo sguardo del dio degli inganni si posa sul piccolo Capitano che Natasha tiene in braccio, poi la sua espressione si trasforma nel sorriso di un cobra. «Oh, cielo... che adorabile mascotte potresti essere,» sogghigna, senza smettere di fissare la versione infantile di Steve. «Non capisco proprio dove stia tutto il trambusto. Sono sicuro che i vostri ammiratori adoranti andrebbero in visibilio nel vedere uno di voi ridotto in questo stato. Per come è adesso rappresenta l'incarnazione fisica dell'innocenza e della virtù. Che senso avrebbe farlo tornare come prima?»

«Ha senso se non vuoi che faccia una collana con i tuoi denti,» sibila James, fulminandolo con un'occhiata. Non si fida di lui, per niente, e prima si sbrigherà a far ridiventare Steve normale e a tornarsene da qualsiasi angolo della galassia dalla quale proviene, meglio sarà.

Loki distoglie l'attenzione da Steve e rialza gli occhi per squadrare l'ex assassino. «Interessante. Noi non ci siamo mai incontrati prima, direi.»

«Già, dove sono le mie buone maniere?» dice Tony facendosi avanti e mettendosi fra James e Loki. «Mi sono dimenticato le presentazioni. James, questo è Loki, il nostro dio dell'instabilità mentale,» continua Tony con un gesto della mano rivolto verso il dio. «I suoi passatempi preferiti includono radere al suolo intere aree metropolitane, parlare come una pessima imitazione di Shakespeare e comportarsi da sociopatico. Oh, e ogni tanto gli vengono manie omicide quindi non gli starei troppo vicino, se fossi in te.»

Tony torna a guardare Loki, che gli rivolge un'occhiata composta in parti uguali da esasperazione e fastidio. «Non preoccuparti, dopo un po' si impara ad amarlo. Quasi come un cancro.»

«Quanto mi sono mancate queste tue pungenti invettive,» risponde Loki in un sospiro ostentato.

«Il sentimento è reciproco, Amleto,» ribatte Tony. «E siccome siamo in tema "omicidi", vorrei presentarti James Buchanan Barnes: un ex assassino sovietico che ha un record più o meno pari al tuo. Guarda caso è anche il miglior amico di Capitan America, lo stesso Capitan America che qualche giorno fa hai trasformato in uno dei Cabbage Patch Kids. Mi sembra il caso di aggiungere che in genere è furiosamente e pericolosamente iperprotettivo nei confronti di Steve e non è molto contento di quello che gli hai fatto.»

«Per dirla alla leggera,» ringhia James in risposta, la mano di metallo chiusa a pugno.

«Ecco,» sottolinea Tony spostando lo sguardo da uno all'altro. «Adesso che ci siamo tolti dai piedi le formalità ti suggerisco di ripescare il tuo abracadabra per far tornare Steve com'era, perché a questo tizio piacerebbe davvero, davvero tanto usarti come bersaglio e non credo ci sia granché a trattenerlo.»

«A me piacerebbe fare lo stesso,» mormora Clint dalla sua postazione accanto alla porta, le braccia incrociate sul petto e gli occhi puntati su Loki.

«Anche a me,» aggiunge Natasha, ancora occupata a cullare il piccolo Capitano.

Loki li osserva tutti a turno e le labbra si inarcano in un sorriso subdolo. «Minacce solide e potenti, ma sono curioso... cosa fareste se dovessi rifiutarmi? Non potete uccidermi o il vostro prezioso Capitano resterà così in eterno, quindi che succederà se mi rifiuterò di farlo tornare com'era prima?»

«Nessuno ha mai detto che ti avremmo ucciso.» sentenzia James in tono cupo, la sfumatura intimidatoria ben percepibile nelle sue parole. «Sarebbe troppo facile. Le alternative che mi vengono in mente richiedono molto più tempo e sono infinitamente più convincenti.»

«Inoltre,» interviene Bruce parlando per la prima volta da quando sono arrivati. «Credo che all'Altro Tizio piacerebbe scambiare due parole con te a riguardo. So che sarebbe felice di rivederti,» aggiunge, intanto che nei suoi occhi compare un lampo verde per una frazione di secondo.

Il sorrisetto compiaciuto di Loki vacilla all'idea. James non sa chi sia "l'Altro Tizio" ma è abbastanza sicuro di non volerlo incontrare a breve.

«Questo gioco è durato abbastanza, fratello,» rimbecca Thor e la sua voce profonda rimbomba nella stanza come il rombo di un tuono. «Fai tornare il Capitano al suo solito stato o le conseguenze saranno tragiche.» Per rafforzare il concetto scrolla Loki per la collottola, come un cucciolo disubbidiente.

Il dio degli inganni borbotta qualcosa a fior di labbra. «Molto bene,» dice con un altro sospiro plateale. «Onestamente, voi mortali prendete ogni cosa troppo sul piano personale.» Fa un cenno col polso in direzione di Steve. «Portatelo qui.»

Natasha lascia che James riprenda Steve in braccio. Il piccolo Capitano, a quanto pare ignaro delle negoziazioni in corso, si fa passare da uno all'altro senza opporsi e poi stringe la maglietta dell'ex assassino tra le dita.

James avanza con lentezza, lo sguardo fisso sul dio degli inganni. Ancora non si fida ma lui è l'unico che sia in grado di far tornare normale Steve. «Niente scherzi,» ringhia dal fondo della gola in tono basso. «Se ti azzardi a fargli qualcosa...»

«Sì, sì, molto temibile,» replica Loki tornando a rotare gli occhi. «Farò tornare il Capitano al suo solito aspetto, non avere timore. Ho perso interesse in questo svago, in ogni caso.»

In parte soddisfatto dalla risposta, James si abbassa su un ginocchio e sistema Steve a terra. Il bambino alza la testa verso il dio dai capelli scuri e subito la sua espressione si trasforma in un broncio inquieto. Si gira per aggrapparsi a James, afferrandolo per l'orlo della maglia.

«Devi farti indietro,» gli dice Loki con l'entusiasmo di qualcuno che sta guardando della vernice asciugarsi. «La magia può essere imprevedibile, è meglio non farsi colpire dal contraccolpo.»

James lo fulmina con un'occhiataccia e si solleva, liberandosi dalla stretta di Steve. Il piccolo Capitano piagnucola in protesta e James è costretto ad allontanarsi comunque. È una delle cose più difficili che sia mai stato costretto a fare.

«Va tutto bene, Stevie,» gli dice dolcemente e gli altri si dimostrano abbastanza comprensivi/furbi da non fare commenti sul nomignolo che ha usato. «Sono qui.»

Una volta che si è allontanato abbastanza, Loki rivolge lo scettro contro Steve e fa roteare il polso. C'è un lampo di luce, si sente un vago ronzare elettrico e poi il laboratorio si riempie di fumo argentato che si spande come nebbia.

Per un momento nessuno si muove, tutti rimangono immobili in silenzio mentre il fumo continua a vorticare. James non è sicuro che a muoversi sia lui prima di Stark, però parlano entrambi all'unisono. «Steve?» «Capitano?»

Passa un altro istante senza risposta. Poi, da un punto imprecisato all'interno della nebbia, Steve finalmente risponde. «Ragazzi? Il laboratorio va a fuoco? Perché c'è tutto questo fumo?» La coltre grigia inizia a diradarsi; Steve Rogers in versione adulta (e nuda) compare al centro della stanza.

«Ecco. Soddisfatti?» domanda Loki, una volta che il fumo è scomparso del tutto e anche gli altri possono vedere che Steve sta bene ed è tornato alle solite dimensioni.

Steve gli rivolge una smorfia sospettosa. «Cosa ci fa lui qui?»

«Beh... sei stato Lokizzato, Capitano,» lo informa Clint dalla parte opposta del laboratorio.

«Lui è qui per sistemare il problema,» continua James, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo quando capisce che Steve è davvero tornato normale e sembra essere incolume.

Solo allora il Capitano si gira per guardarlo con un'espressione a metà fra il confuso e il sorpreso. «Sei tornato,» dice, e suona come qualcosa di simile a una domanda e a un'affermazione speranzosa. James annuisce in assenso.

Steve sembra voler aggiungere altro, poi all'improvviso realizza di essere parecchio nudo al centro della stanza e le sue guance si colorano di rosa acceso. «Uhm... perché sono senza vestiti?»

«Questo è un po' più difficile da spiegare, Capitan Ghiacciolo,» risponde Tony intanto che stacca un camice da laboratorio da un gancio sul muro e lo porge al Capitano. «Ti sei rimpicciolito per un paio di giorni e il tuo amichetto ex assassino ti ha fatto da guardia del corpo e babysitter.»

«Il mio...? Che cosa...?!» chiede Steve, abbottonando il camice.

«Oh, non preoccuparti, è stato adorabile,» cinguetta Clint. «Colori a dita e tutto il resto.»

Natasha gli assesta una gomitata nelle costole prima che possa rivelare qualche altro dettaglio. «L'importante è che adesso sei tornato,» s'intromette con un sorriso. I suoi occhi studiano dalla testa ai piedi il corpo di Steve, a malapena coperto dal camice di laboratorio che nasconde giusto quello che non dovrebbe essere esposto. «In versione adulta.»

«Sì, è bello vederti con il tuo solito aspetto, Capitano,» aggiunge Thor sorridendo, una mano sempre stretta sulla spalla di Loki.

Il dio degli inganni rotea gli occhi al cielo. «Tutto ciò è estremamente toccante,» borbotta mentre rivolge a Thor uno sguardo cupo. «Adesso vi sarei molto grato se mi lasciaste libero di andare. Ritornare su questo disgustoso pianeta non era proprio ciò che avevo pensato di fare oggi.»

«Eppure sei responsabile di quello che è successo,» ringhia James, gli occhi socchiusi per la rabbia.

Loki apre la bocca per ribattere ma Thor gli impedisce di parlare, afferrandolo per la collottola e costringendolo a voltarsi. «Adesso basta,» ammonisce in tono minaccioso e spinge il fratello dall'altra parte della stanza. «Hai già causato fin troppi problemi.»

Si fermano quando tra loro e gli altri c'è abbastanza spazio. Thor ammicca in direzione di Steve per un'ultima volta. «Felice che tu sia tornato, Capitano,» gli dice prima di concentrare la propria attenzione sul soffitto. «Heimdall, siamo pronti.»

Quasi nello stesso esatto momento, un raggio di luce accecante circonda i due dei come se un riflettore fosse stato acceso sopra le loro teste. C'è un bagliore accecante, una folata di vento, poi entrambi scompaiono e lasciano nel laboratorio il resto della squadra.

Per un paio di secondi nessuno parla, il vuoto d'aria lasciato dall'apertura del portale ha tolto il fiato a tutti. Tony è il primo a rompere il silenzio, con un fischiettio che echeggia attraverso la stanza.

«Non è un piacere quando Loki viene a trovarci?!» mormora indicando il posto in cui si trovavano poco prima le due divinità. «Divertimento e caos per tutti.»

«Preferisco che si limiti a tenere le distanze,» sibila James a fior di labbra, concentrato con aria cupa sullo spazio ormai vuoto.

«Come qualsiasi altra persona che abbia mai avuto a che fare con lui,» scherza Clint dall'altra parte della stanza e Natasha approva con un cenno del capo.

«Ehm, ragazzi...?» dice Steve, stringendo l'orlo del camice per tirarlo ancora più verso il basso e coprirsi. «Non per dare fastidio ma adesso vi dispiacerebbe trovarmi dei vestiti della mia misura?»

«Sempre il solito incontentabile,» lo sbeffeggia Tony e gli dà una pacca sulla spalla. «È bello riaverti con noi. Ma se Pepper comincia a parlarmi di avere un bambino la colpa sarà tutta tua, Rogers.»

OOOOO

Parecchie ore più tardi (dopo un sacco di controlli e accertamenti da parte di Bruce e Tony, per essere sicuri che la situazione sia davvero tornata alla normalità) Steve e James si trovano a rientrare da soli nell'appartamento. Nonostante Steve abbia riacquistato la sua forma adulta, James si sente ancora un po' nervoso.

«Sei sicuro di star bene?» domanda, forse per la quinta volta di fila. Continua ad aspettare che succeda qualcosa, che la magia di Loki si ritorca contro Steve in un ultimo "vi ho fregato!". Però non succede e l'attesa lo mette a disagio.

Steve, da parte sua, riflette per un attimo prima di rispondere. «Sì,» dice sinceramente, stringendosi nelle spalle. «Mi sento bene, sul serio. Un po' stranito all'idea di essere tornato bambino per un paio di giorni, ma in generale sto bene.»

«Ricordi qualcosa?» chiede James e si tratta dell'unica domanda che ancora non gli aveva fatto. Si è concentrato così tanto sull'aspetto fisico della situazione da essersi quasi scordato di quello mentale.

Steve storce la bocca e ci pensa, con espressione indecifrabile. «Non molto,» risponde mentre scuote la testa. «È come se fosse stato un sogno. Mi ricordo qualche dettaglio ma il resto è del tutto sfocato.»

James annuisce comprensivo; è una sensazione che conosce bene, come risultato della prolungata criostasi.

Il Capitano ridacchia tra sé. «Non credo di averti ringraziato abbastanza per esserti preso cura di me mentre ero...» Non termina la frase ma solleva una mano in aria, più o meno ad altezza bambino.

James minimizza e incrocia le braccia sul petto, sprofondando nel divano. «Non farti prendere troppo dall'entusiasmo,» gli dice, incrociando il suo sguardo con la coda dell'occhio. «Non ho intenzione di aprire un asilo tutto mio o roba del genere.»

Steve sorride di nuovo. «Beh, so che non dev'essere stato facile, quindi... grazie.»

«Nessun problema.»

Un silenzio rassicurante cala nella stanza e sembra davvero che le cose siano tornate alla normalità. Poi Steve parla di nuovo.

«Da dove salta fuori questo orsetto, comunque? Con la maschera?»

James sente un muscolo della mascella contrarsi e si ripromette di rendere la vita di Coulson un inferno, quando riuscirà a incontrarlo di nuovo. «Il tuo amico Coulson ha pensato che potesse farti compagnia mentre eri...» ripete il gesto di Steve e indica l'altezza di un bambino con la mano. «Si chiama Bucky Bear, a quanto pare vendevano come il pane durante la guerra.»

Steve sogghigna nel sentire la spiegazione. «Davvero? Ti hanno fatto diventare un orsacchiotto di peluche?»

«Ho ancora un coltello a portata di mano, Rogers.»

Il Capitano ridacchia ancora però, cautamente, non aggiunge nient'altro. Si abbandona sul divano, la spalla che quasi tocca quella dell'ex assassino, e poggia la testa sui cuscini.

«Penso che lo terrò,» dice dopo un minuto e non c'è alcuna traccia di scherno nella sua voce, solo un'onesta considerazione dei fatti. «A dire il vero è proprio carino.»

James non dice nulla in risposta e lascia cadere l'argomento. Non dice niente neanche riguardo al disegno colorato a pastelli che Steve gli ha dato pochi giorni prima e che adesso è al sicuro, piegato con cura e nascosto nell'angolo di uno dei suoi cassetti. Nessun altro ha bisogno di saperlo.

 

1. «Buongiorno, raggio di sole.»

  


Capitolo originale dell'autrice

Show her some love!

 

 
Sì... purtroppo siamo arrivati alla fine.
Sniff.
Come sempre grazie a chi è passato di qui, a chi si è divertito seguendo la storia e un giro di ringraziamenti bonus a chi ha commentato questa piccola perla fluffosa!

Your Humble Translator,
Milla984

   
 
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