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Autore: Pixel    13/06/2017    3 recensioni
Storia ambientata durante la 2x09, in particolare quando Raven viene accusata dai terrestri di aver tentato di avvelenare Lexa.
"Gustus infila la lama con accanimento nella tua gamba, senti tutto il dolore che Raven non ha potuto sentire, a causa tua. Allora ricordi perché sei lì al posto suo – Brutta storia il senso di colpa, John. - "
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Murphy, Raven Reyes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Riscatto, perdono, redenzione."
 
Ha i polsi e le caviglie immobilizzate, il corpo è rigido come il tronco dell'albero a cui l'hanno legata, ma questo non le impedisce di tremare. Non pensavi che anche lei potesse avere paura. Quella paura che tu hai conosciuto così bene, che ormai fa parte di te. Così come è parte di te il dolore, quello che senti nelle sue urla strazianti mentre la lama del coltello le sta squarciando la pelle del braccio.
"Non provo gioia nel fare questo, Raven."
Sei sicuro che se non fosse immobilizzata colpirebbe quella selvaggia sul suo muso dipinto. È quello che avresti voluto fare tu, è quello che avresti fatto se avessi avuto anche solo un granello del coraggio di Raven Reyes. Ma chi vuoi prendere in giro? Sanno tutti che sei un codardo.
Un'altra coltellata, un altro urlo talmente forte che ti sembra di sentire la sua anima uscire fuori dal corpo. E forse sarebbe meglio per lei.
Davanti a te puoi osservare Marcus Kane che trattiene Bellamy per un braccio. Non hai mai capito quella sua necessità di essere un eroe a tutti i costi. L'hai sempre trovata così dannatamente idiota, fino a questo momento, fin quando uno di quei ripugnanti terresti non passa il suo coltello sulla gamba di Raven. Il sangue scorre, ma lei non urla. Rimane impassibile e tu ti senti così colpevole.
"Sono stato io!"
Tutti si voltano verso di te. - Fai un passo avanti John Murphy, è arrivato il tuo momento.-
Ti fai largo tra la folla, cammini con lento fare spavaldo, la verità è che stai morendo di paura.
Dovresti dire qualcosa, tutti si aspettano che tu dica qualcosa.
"Avrei voluto vedere il vostro comandante stecchito sul tavolo del banchetto, ma è stato divertente anche vedere quasi soffocare quell'energumeno."dici puntando il dito verso il grosso terrestre con la barba nera, quello che ti si scaglia addosso non appena finisci la frase. Sai di aver esagerato, ma è questo che tutti si aspettano da te.
Nessuno si mette in mezzo per difendenderti, non sei Finn.
Solo Bellamy azzarda un "Ma cosa...?"
Mentre vieni trascinato alzi lo sguardo verso quello che era stato il tuo primo amico sulla terra. Leggi nei suoi occhi che non crede alla tua colpevolezza - Se solo lo avessi fatto quando dovevi, Bellamy.- 
"Do alla folla quella che vogliono." Gli rimandi indietro quelle parole appena prima che il terrestre ti sbatta con forza bruta contro il tronco dell'albero a cui poco prima era legata Raven.
La guardi mentre Abby la trascina via per curarla. Sai che rischia di morire dissanguata per tutte le ferite riportate, non puoi fare a meno di pensare che sarebbe veramente ironico se ti fossi sacrificato invano dopo tutto quello che hai dovuto fare per sopravvivere.
Lexa si avvicina a te, ti guarda con disprezzo. Passa il suo coltello prima sulla maglia squarciandone facilmente la stoffa, poi la lama inizia a muoversi lentamente dal centro del petto fino all’ombelico.
Provi a trattenere le urla ma cedi dopo pochi secondi. Raven si volta a guardarti per un secondo, le tue grida devono essere ancora più strazianti di quanto credi.
È la terza volta che cadi nelle mani dei terrestri, forse avresti dovuto pregarli di ucciderti già molto tempo fa.
Gustus infila la lama con accanimento nella tua gamba, senti tutto il dolore che Raven non ha potuto sentire, a causa tua. Allora ricordi perché sei lì al posto suo – Brutta storia il senso di colpa, John. -
Ormai non distingui più i volti di chi si avvicina per colpirti, la vista ti si appanna e speri di poter svenire in fretta, ma ogni volta l’agonia di un nuovo taglio ti fa rinvenire.
“Fermi, non è uno dei nostri che ha provato ad ucciderti!” forse hai le allucinazioni o forse Clarke sta veramente accorrendo in tuo aiuto, non fai in tempo a capirlo che all’improvviso tutto si fa nero.


 
* * *

Provi ad aprire leggermente gli occhi ma il fastidio che ti provoca la luce ti costringe a richiuderli.
Il dolore lancinante e la puzza di disinfettante ti fanno intuire che non sei ancora morto.
L’unica cosa che ricordi è Clarke Griffin che interrompe la tua tortura, poi solo voci confuse e vista annebbiata. Devi essere riuscito a svenire, ma questo non ti spiega il perché sei ancora vivo.
Riesci nell’impresa di riaprire gli occhi, nonostante li senti bruciare, come il resto del corpo, d’altronde.
Vedi il soffitto grigio di quello che ti sembra essere lo studio medico arrangiato di Abby Griffin. Tiri un sospiro di sollievo per non essere ancora prigioniero dei terrestri.


“Perché lo hai fatto?”
Ti accorgi solo adesso di non essere solo, voltandoti in direzione della voce rimani sorpreso di vedere un lettino accanto al tuo.
“Perché lo hai fatto?” insiste, ma tu non hai nessuna voglia di dare spiegazioni.
“Io sto bene, grazie per avermelo chiesto, Raven. Oh, non fare caso a questi quattro graffi, non fanno male.”
“L’altro giorno ti ho minacciato puntandoti un fucile davanti alla faccia per costringerti a consegnarti ai terrestri, e oggi ti sei lasciato massacrare per salvarmi la vita.”
“Già, faccio le cose più volentieri quando non mi si punta un fucile in faccia, assurdo!”
“Smettila di fare l’idiota e dimmi cosa c’è sotto.”
“Perché ci deve per forza essere qualcosa sotto, certo.” sussurri tra te e te, ma i vostri lettini sono talmente vicini che può sentire.
“Avanti, vuoi dirmi che John Murphy si è immolato per salvare la vita alla ragazza che ha provato a darlo nelle mani di un popolo di spietati selvaggi? Non ci crederebbe nessuno.”
Stai iniziando ad odiarla, a pensare che avresti fatto meglio a rimanertene in disparte aspettando che qualcuno come Clarke Griffin o Bellamy Blake arrivasse a salvare la situazione meglio di come hai provato a fare tu. Ognuno ha il suo ruolo, e ti sembra chiaro che quello dell’eroe non è il tuo.


“Forse voglio dirti che John Murphy si è immolato per la vita alla ragazza che per colpa sua non potrà mai più camminare da sola. Ma nessuno crederebbe neanche a questo.”
Ti mordi la lingua, hai perso un’altra occasione per stare zitto. Ma tanto, la tua vita è un susseguirsi di scelte sbagliate.
“E non posso biasimarti per aver provato a salvare la vita a Finn a tutti i costi, è questo che fanno le persone innamorate o quelle disperate… come se ci fosse qualche differenza.”
“Cosa speravi di ottenere? Riscatto, perdono, redenzione?”
Continui a fissare il soffitto, ma percepisci che per la prima volta da quando sei sveglio lei ti sta guardando. Ti senti obbligato a voltarti nella tua direzione per ricambiare quello sguardo che senti puntato addosso.
Vedi i suoi profondi occhi marroni che sembrano penetrarti nella pelle più dei pugnali dei tuoi aguzzini. Ti senti indifeso, una sensazione che odi.
“Che importa?”
“Rispondi.”
“Non lo so, non so cosa speravo di ottenere.” sbotti all’improvviso. “Ho provato per una volta nella mia dannata vita a fare qualcosa di buono.” Se solo non facessi fatica a muoverti andresti via all’istante, ma l’unica cosa che puoi fare è distogliere lo sguardo sperando che lei faccia lo stesso e torni ad ignorarti. Senti gli occhi pizzicare, non più per la luce.
- Non ti metterai a piangere adesso, John? -
Non lo fai, ricacci dentro le lacrime che minacciavano di uscire. I tuoi pianti devono rimanere solitari, come sono sempre stati. Come te.
Ti accorgi di star stringendo i pugni per il nervosismo solo quando senti delle dita sfiorarti delicatamente le nocche.
Hai un sussulto, non sei abituato ad un tocco gentile da ormai troppo tempo. La sua pelle ambrata a contato con la tua ha una sorta di effetto lenitivo e in un attimo tutta la tensione sembra sciogliersi.
“Qualsiasi cosa stessi cercando di ottenere oggi, riscatto, perdono, redenzione… sappi che per quanto mi riguarda lo hai ottenuto, John Murphy.”




Nda:
Perdonate questo piccolo delirio. 
Era da anni che non scrivevo sul fandom di "The 100" e mi sembrava giusto ritornare proponendo una coppia assurda come questa. Certo, in questa storia non ci sono coinvolgimenti sentimentali nel senso più romantico del termini, ma non posso nascondere che nella mia testa potrebbero esserci le basi per un'eventuale ship.
Se qualcuno ancora si ricorda di me sono quella che ha scritto la long che aveva come protagonisti Bellamy e Raven , "Almeno guardami negli occhi". Quindi, come potete intuire non mi è passata la mania per le strane coppie. Purtroppo non sono ancora risucita a concludere quella long perchè avevo dovuto arrestare la visione della serie all'inizio della 2' stagione, ma adesso sto recuperando (Inizio 3' stagione) e sono pronta a tornare a tediarvi con le mie storielle (Che fortuna!).
Ammetto anche di non essere totalmente soddisfatta della stesura di questa storia, ma è venuta così e volevo pubblicarla.
Ringraziare infinitamente chiunque sia riuscito ad arrivare alla fine di questo delirio e ancora di più chi spenderà qualche minuto per recensire o per farmi sapere anche in privato le impressioni sulla storia, se volete qualche chiarimento o scambiare qualche opinione mi farebbe piacere leggervi. 
  
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