Anime & Manga > Kilari
Segui la storia  |       
Autore: PiperBlue    13/06/2017    1 recensioni
Kilari è una bellissima giovane idol giapponese, famosa anche nel resto del mondo: la sua storia d'amore si sviluppa fra le luci della ribalta. Ma come sarebbero andate le cose, se così non fosse stato? Se lei fosse rimasta una normale studentessa, avrebbe avuto modo di trovare la sua anima gemella ugualmente? Oppure sarebbe rimasta sola, in attesa di un principe azzurro che non avrà mai modo di incontrare?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Izumi Amakawa, Kilari Tsukishima, Seiji Hiwatari
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Quella sfacciata ragazzina pensa di potermi portar via il MIO Hiroto! Non sa con chi ha a che fare! Troverò il modo di separarli!» ridacchiò correndo via la moretta.
Nel frattempo, Kilari, affermando di sentirsi un po' meglio, volle alzarsi, nonostante Hiroto cercasse di impedirglielo.
«Devi riposarti! Stai a letto!»  le diceva, inutilmente, convincendosi sempre più della testardaggine della ragazza.
«Sto bene!» protestava lei, tentando di scrollarsi di dosso il ragazzo che le impossibilitava i movimenti. 
«Devo andare a casa, mio padre sarà preoccupato per me!» affermò quindi, per poi dirigersi, rossa come un peperone per la vicinanza di Hiroto che la stava aiutando a camminare, fuori dall'infermieri. In fondo al corridoio, una figura si stava avvicinando di corsa ai due.
«Kilari, stai bene? L'infermiera mi ha chiamato dicendomi che avevi perso i sensi! Cosa è successo?» chiese il padre alla ragazza. 
«Sto bene, papà. Ho solo un po' di febbre.» lo rassicurò lei. 
«Okay, allora ti porto a casa e ti metti subito a letto, intesi?» 
«Sì. Grazie di tutto, Hiroto.» disse poi lei, rivolgendosi al moro.
Per tutto il tragitto il padre l'aveva tempestata di domande sul ragazzo, ma lei non lo ascoltava, riusciva solo a pensare a come era stato carino a portarla subito in infermieri e a stare lì con lei. 
-Non sai che preoccupazione! -, le aveva detto. Quelle parole continuavano inesorabilmente a tormentarla. Poi ripensava sempre allo sguardo del corvino ed alla preoccupazione nei suoi occhi, arrossendo vistosamente. All'ennesima domanda del padre, smise di guardare il paesaggio che dal finestrino scorreva veloce e si rifletteva nei suoi cerulei occhi, per voltarsi verso di lui, il volto occupato da un mezzo sorriso un po' ebete che le spuntava al pensiero del ragazzo. 
«E' un mio amico che mi ha aiutata quando sono svenuta, lo stesso del lavoro di scienze. È così gentile e disponibile...» disse, sorridendo di più. Il padre ridacchiò.
«Cosa c'è da ridere?»
«Conosco bene quello sguardo, febbre o non febbre, mia cara, sei cotta.»
«Papà!»
«Non ho ragione?»
«Umpf! Hai ragione...» ammise lei, mettendo il finto broncio e gonfiando le guance.
 
Nel frattempo, Hiroto, dopo aver guardato Kilari uscire col padre dalla scuola, si era diretto nella direzione opposta, verso la segreteria. Intanto, non riusciva a togliersi dalla mente lo splendido sorriso che la ragazza gli aveva regalato ringraziandolo. Di cosa, poi? Non appena l'aveva vista cadere, era subito corso da lei col cuore in gola, sperando che non si fosse fatta male. 
L'aveva portata di corsa in infermieri e lì aveva aspettato con ansia il suo risveglio. 
Quando però questo era arrivato, lui aveva dovuto indossare nuovamente la sua maschera da duro. Vedendo il suo faccino così mortificato, essa si era inevitabilmente incrinata ed il suo sguardo ed il tono raddolciti. Non poteva restare arrabbiato con lei a lungo, ed aveva cercato subito di farle tornare il sorriso.  
 
I suoi pensieri furono interrotti da un singhiozzare sommesso che proveniva da sotto le scale che portavano al piano superiore.  Proprio lì, infatti, stava rannicchiata una ragazzina dai lunghi capelli castani che sobbalzava dal pianto.
«Stai bene? Cosa ci fai qua sotto?» le chiese, per cortesia. Non l'aveva mai vista in giro prima per la scuola, ed era alquanto strano quel posto come rifugio. Se fosse stata beccata, si sarebbe presa un gran rimprovero. 
Lei alzò la testa dalle ginocchia, guardando Hiroto con gli occhi arrossati. 
«Mi nascondevo da quella ragazza...» rispose timidamente la poverina.
«Chi?» domandò allora, incuriosito, lui.
«Quella là con i capelli castani in due codini e gli occhi celesti. Mi tormenta sempre, mi prende in giro e mi ruba la merenda!» si lamentò lei, enfatizzando poi il falso pianto. 
«K-Kilari!?» esclamò lui, incredulo.
«Proprio lei!» confermò la ragazza, voltandosi per non far vedere il ghigno che le era spuntato sul volto, pensando di aver convinto il corvino, che, però, non credeva ad una sola parola. Incuriosito dal motivo di tale menzogna, le resse il gioco. 
«Non pensavo potesse essere capace di una cosa simile! Dai, ti aiuto ad alzarti!» le disse, porgendole la mano, che lei prontamente afferrò, alzandosi.
Hiroto si ritrovò così a squadrare quella piccola bugiarda, che però era davvero carina.
I capelli scuri le ricadevano mossi sulle spalle coperte dalla parte superiore della divisa scolastica che le fasciava il fisico, con alcuni ciuffi della frangia che le pizzicavano i profondi occhi viola. La gonna, un po' stropicciata, arrivava fino a alle ginocchia, lasciando scoperte le lunghe gambe.
«Come ti chiami?»
«I-Izumi» rispose, con la voce tremante nel tentativo di mantenere la recita. 
«Devo andare ora!» esclamò subito dopo, correndo via.
"Che tipa strana. Chissà cosa aveva per la testa, per dire quelle cose su Kilari." pensò Hiroto, guardandola correre via, per poi sospirare.
Una volta superato l'angolo, sicura di essere nascosta dalla vista del bel corvino, Izumi si fermò. Agitando trionfante il pugno in aria, pensò: 
"Ah! Ci è cascato in pieno! Adesso non mi resta che parlare con lei. Vedrà che avrebbe fatto meglio a non avvicinarsi al mio amore! Gliela farò pagare, in qualche modo! Nel frattempo, ho avuto il primo contatto con il mio futuro ragazzo! È rimasto estasiato dalla mia bellezza, si vedeva!"  ridacchiò, buttò indietro i capelli con rapido gesto della mano e si allontanò ondeggiando.
 

Nel mentre, un ragazzo biondo seduto al suo banco era distratto dalla lezione e guardava attraverso il lucido vetro della finestra il sole che faceva brillare ogni filo d'erba del prato rasato all'inglese.
"Capisco come ti senti, Kilari. Non sono arrabbiato. Avevo rifiutato molte ragazze prima d'ora, non mi ero mai accorto dell'effetto che faceva, eppure ho visto come guardi Hiroto. Ti auguro di essere felice, mio primo ed unico amore".
Una lacrima solitaria lasciò gli occhi celesti del ragazzo*, percorrendo la guancia per infrangersi sul dorso della sua mano. 

 

 

*Per chi non avesse capito, Seiji.

Sono tornataaaaaaaa! Vi sono mancata? Spero di sì, ma soprattutto spero che non siate tanto arrabbiati per la lunga assenza, ma fra gli esami scolastici ed il braccio rotto ho fatto una fatica ad aggiornare! Spero dunque che apprezziate questo nuovo capitolo e mi perdoniate! Ricordatevi di lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate, sono quelle che mi fanno andare avanti! Abbracci dalla vostra PiperBlue!

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kilari / Vai alla pagina dell'autore: PiperBlue