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Autore: Micole    13/06/2017    0 recensioni
Spesso i giudizi cadono crudeli sulle persone che meno li meritano. Un tuffo nell'adolescenza di Elsa Martini, una triste donna di 75 anni che sembra aver vissuto la più monotona e passiva delle vite, o forse non è tutto come sembra. Questa storia è ambientata nel clima del boom economico del decennio dal 1950 al 1960, le estati a Rimini, le canzoni di Elvis, le pubblicità maschiliste, le prime minigonne e le prime televisioni in bianco e nero e con un solo canale. Il primo amore estivo, felice, folle e sincero di due ragazzi di buona famiglia, le prime delusioni, i primi triangoli amorosi, le prime fughe d'amore con le prime moto Guzzi ... se solo avessero avuto una Vespa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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Budrio, 15 giugno 1967

 

 

L'inzio dell'estate quando si ha solo quindici anni e si ha la possibilità di trascorrere un mese nella casa al mare della propria migliore amica, ha tutto un altro sapore. 

Ha il sapore del gelato al cioccolato, ha il suono della nuova canzone di Elvis Presley, insomma è quello che più vicino si possa immaginare alla felicità.

 

Giulia Mondini aveva fatto un patto con la sua rigidissima madre: se avesse avuto l'ammissione per il il primo anno di liceo* senza debiti, avrebbe potuto invitare la sua migliore amica vacanza a Rimini. 

A Giulia non era mai piaciuto studiare, aveva scelto il liceo classico solo perché il fratello maggiore per dispetto le aveva detto che non era abbastanza intelligente per quella scuola, ma con uno sprono del genere riuscì a raggiungere risultati che la signora Mondini non si era neanche sognata di sperare.

 

Dopo aver visto gli scrutini, insieme a tutti gli altri ragazzi,  Giulia Mondini ed Elsa Martini si strinsero in un abbraccio fortissimo saltellando felici, facendo così muovere le loro gonne dal tessuto leggero. Avevano lavorato duro per riuscire ad ottenere quel risultato. Elsa aveva trascorso pomeriggi interi a studiare con l'amica- anche se frequentava una sezione diversa e quindi avevano compiti diversi- mentre Giulia aveva diminuito la frequenza dei suoi allenanti di scherma, ma tutte queste rinuncie avevano portato alla meta. Avrebbero trascorso un mese insieme in villeggiatura.

 

Felici, spensierate e saltellanti le due ragazze non si accorsero di avere addosso gli occhi, coperti da spesse lenti, di un ragazzo bruno, alto e dinoccolato, dotato di un naso importate messo ancora più in evidenza dalla montatura pesante dei suoi occhiali da vista, tale Ferdinando Bachini. 

Il ragazzo non riusciva a staccare lo sguardo dai lunghi capelli neri e ondulati di Giulia. Erano tre anni ormai che non vedeva altre ragazze oltre che la sua compagna di classe, nessuna aveva i suoi capelli, nessuna sorrideva come lei, nessuna aveva la voce così squillante, né si arrabbiava con tanta veemenza come lei. Nessuna era come Giulia Mondini. Grazie a dio, sarebbe d'uopo aggiungere. 

 

L'intera famiglia Mondini fu invitata a pranzo dalla signora Martini per ringraziarli del generoso invito rivolto alla loro figlia . Il signor Martini era all'esterno da un paio di mesi per affari, mentre il padre di Giulia e Dante pranzava sempre al lavoro durante la settimana poiché la sua pausa pranzo non si prolungava mai oltre i venticinque minuti, così Dante si trovò ad essere l'unico uomo presente. Le due donne erano amiche di vecchia data, non era strano che si conoscessero considerando che non si erano mai spostate dal loro paese di origine, finendo entrambe per sposare un uomo benestante del luogo. Il pranzo si rivelò per lo più una stesura di un giornale di gossip di Budrio. 

Dante  Mondini cercò di accoltellarsi più volte le mani con il coltello da pesce per ottenere la tanto agognata fuga in autoambulanza che lo avrebbe salvato, secondo lui, da quell'incubo. I suoi movimenti suscitavano grande ilarità in Elsa e Giulia, che lo osservano mentre sceglieva  con cura a quale dito della mano potesse rinunciare. 

 

Dante Mondini non era neanche un po' dispiaciuto della presenza dell'amica di Giulia durante la loro vacanza. Questo significava che le due quindicenni si sarebbero fatte compagnia fra di loro e che quindi lui e il suo compagno estivo di conquiste, nonché migliore amico, Andrea Aldobrandini, avrebbero potuto correre dietro le minigonne di tutte le più belle ragazze di Rimini senza dover badare a loro. 

 

Dante e Giulia avevano solo due anni di differenza e il loro rapporto era sempre stato molto controverso. Quando erano bambini non era possibile staccare la sorella piccola da lui neanche per un secondo. Era il suo idolo. Se lui non mangiava una determinata verdura non lo faceva neanche lei, se lui si vestiva di blu anche lei pretendeva di indossare qualcosa di blu, e la cosa era durata anche abbastanza finché quei due anni di differenza, quando il ragazzo iniziò a frequentare il quarto ginnasio, divennero all'improvviso troppi . Non tanto colpa di Dante, quanto di Giulia. La ragazza aveva percorso tutte le fasi tragicomiche dell'adolescenza amplificandole. Nessuno la capiva, tutto il mondo era contro di lei, nessun vestito le andava più bene, l'unica cosa importante al mondo erano i suoi capelli, porte sbattute così forte da rischiare di uscire dai cardini, telefono di casa monopolizzato per tutte le ore del giorno e della notte, urla e litigi con la madre erano diventati all'ordine del giorno. In quel periodo anche l'amato fratello, preso come esempio per dodici anni diventò il peggiore dei suoi nemici. Dante ci mise ben poco a reagire alla nuova situazione, che gli era stata imposta contro la sua volontà, iniziando a rispondere per le rime alla sorellina viziata. 

 

Alla fine del pranzo la data di partenza fu fissata per il 15 luglio, i preparativi per le valigie delle ragazze iniziarono quella sera stessa più o meno contemporaneamente alle preghiere della signora Martini per la signora Mondini. 

 

 

 

 

Budrio, 10 luglio 1967

 

La signora Mondini fermò all'ingresso il figlio maggiore, nonché preferito a detta di Giulia Mondini, appena rientrato dopo allenamenti di basket, per discutere delle imminenti vacanze. 

 

«Mammina» la salutò con un bacio sulla fronte trovandola seduta accoccolata sulla poltrona del salotto con il quotidiano in mano. «Cosa si dice nel mondo?» chiese interessato sbirciando i titoli in prima pagina. 

 

«Giolitti si dimetterà quasi sicuramente, ma in compenso hanno presentato la Fiat 500. Quindi direi che almeno in Italia le cose vadano meglio di come vanno in casa nostra» rispose la donna con un sorriso amaro riferendosi all'ultimo litigio con il signor Mondini che si stava protraendo da più di due giorni senza trovare soluzioni poiché entrambi erano troppi orgogliosi per ritrattare le loro ultime accuse. 

 

«Oh, mamma non ti preoccupare, sono quasi sicuro che stasera ti porterà a cena fuori, quantomeno per festeggiare le prossime dimissioni di Giolitti!» la consolò ridendo Dante. 

 

«A volte mi chiedo cosa farei senza di te» ripose felice la donna guardandolo. 

 

«Mamma, dai non hai bisogno di me che ti assicuri su queste cose! Più che altro sei pronta per la partenza?» chiese per avvicinarsi al fulcro dei suoi  pensieri. 

 

«Sì, ho davvero bisogno di questa vacanza. E per la prima volta sarà una vera vacanza, con Giulia in compagnia di Elsa. Quella ragazza è una manna dal cielo!» sorrise con aria sognante. 

Effettivamente Elsa Martini era l'amica del cuore che ogni madre avrebbe desiderato per la propria figlia: studiosa, poco interessata ai ragazzi, calma e pacata abbastanza da saper interagire con la propria figlia, sopratutto se la figlia in questione era Giulia Mondini. 

 

«Hai ragione, ci salverà la vacanza» rise forte Dante asserendo. 

 

«È una cosa cattiva da pensare, vero?» chiese la donna sinceramente preoccupata.

 

«No, è una cosa lecita con Giulia. E poi abbiamo invitato Elsa perché vogliamo bene a Giulia, non solo per liberarcene» Sorrise sornione il ragazzo. 

 

Madre e figlio si misero a ridere forte.

Proprio in quel momento rientrò  in casa il signor Mondini in tutto il suo splendore anche dopo una lunga giornata di lavoro, con un bel mazzo di fiori coloratissimo in mano ed un sorriso timido rivolto alla moglie. 

Dante Mondini si allontanò sorridendo dalla romantica scena per andare a farsi finalmente una doccia. 

 

Intanto nella stessa casa, a due stanze di distanza dal bagno che era occupato da Dante Mondini, che cantava sotto la doccia Luigi Tenco, e solo una dai signori Mondini, che si abbracciavano e baciavano con tenerezza senza però ritrattatare mai del tutto le ultime parole dette, Giulia Mondini continuava il suo clima di terrore nei confronti del telefono di casa. Suo ostaggio da quando se ne ha memoria.

 

«Elsa, ripetimi perché non vuoi uscire con me, Alessandro e quel suo amico tanto carino. E non accetterò che tu mi dica che non ti interessa uscire con i ragazzi ! È davvero troppo carino per non interessati» insistette la ragazza mentre si smaltava l'unghia del primo dito del piede. 

 

«Ok, lo ammetto è carino...» si arrese all'evidenza Elsa per quanto in realtà quel tale non fosse esattamente il suo tipo. Che poi mica lo sapeva quale era il suo tipo! 

 

«E quindi dove sarebbe il problema?» chiese esasperata Giulia assumendo una posizione assurda per  soffiare sul dito appena smaltato prima di passare al successivo. 

 

«Non fare la finta tonta, Giulia!» inveì l'altra alzando il tono di due ottave ed arrossendo «è proprio quello il problema, è carino, popolare e simpatico! Come potrebbe mai guardarmi, figurarsi poi rivolgermi la parola?!» concluse la frase con voce rotta e coprendosi il viso accaldato con le mani, benché nessuno potesse vederla. 

 

«Santa pace, Elsa! Ma cosa c'è di male nel confrontarsi con gente bella e popolare? Come se poi ci fosse solo quello nella vita, tu sei venti volte più intelligente di lui e dieci volte più intelligente di tutte le persone che conosco! Non devi sentirti mai  inferiore agli altri. Sai reggere benissimo una conversazione anche con la più temuta delle professoresse di filosofia, come puoi avere paura o addirittura  vergognarti di parlare con un bellimbusto!» anche Giulia alzò il tono della voce, già di per se squillante, quando capì quale era il vero problema dell'amica. 

Elsa non era la ragazza più bella della scuola, e su questo c'era poco da fare. Probabilmente bella non lo sarebbe mai stata, ma era intelligente, spigliata, sincera come poche, simpatica e con una lingua che se voleva sapeva fare male. Di ragazze belle ce ne erano milioni in giro, e per ognuna di loro se ne poteva trovare un'altra ancora più bella, di ragazze come Elsa Martini trovarne un'altra sarebbe stata un'impresa faticosa quanto quelle di Ercole!

 

«Sì, beh, se si tratta solo di una Coca-Cola al bar, e di chiacchierare effettivamente non vedo nessun problema» disse con una voce che sembrava contraddire tutte le parole appena pronunciate. 

 

«Vedrai che ci divertiremo come non mai! E poi conoscono mio fratello e non gli va per nulla a genio, abbiamo già in comune un argomento su cui sono ferratissima!» concluse ridendo Giulia. 

 

«A me in realtà tuo fratello è simpatico!» rispose subito Elsa. 

 

«Solo perché in terzo ginnasio ti eri presa una sbandata per lui quando ti aiutò dopo che eri caduta dai pattini!».  Risero insieme ricordando l'avvenimento. 

 

Dante quando aveva visto la scena aveva allegramente ignorato Giulia stesa per terra, la quale era caduta rovinosamente tirandosi dietro Elsa, ed era andato ad aiutare quest'ultima e con un espressione dolcissima e piena di apprensione. Si era chinato su di lei e i capelli d'onice che portava all'epoca più lunghi gli erano cascati sugli occhi, chiedendole come stesse. La ragazza ancora sognava, di tanto in tanto, il volto così simmetrico del ragazzo che si avvicinava a lei per aiutarla a alzarsi. 

Ad Elsa era sempre rimasto il dubbio che Dante avesse aiutato lei unicamente per fare un dispetto alla sorella minore, senza mai considerare che in realtà il ragazzo fosse molto  più maturo di come lo descriveva la Giulia, e che infondo Elsa le andasse più a genio di quello che dimostrava e non solo perché era amica della tremenda sorella. 

Dante non aveva una cotta per Elsa, non era esattamente il suo tipo, troppo saccente, troppo poco appariscente e sopratutto troppo amica della sorella. Né tantomeno Elsa aveva una cotta per lui, lo vedeva più come un bel ragazzo gentile e protettivo che avrebbe tanto voluto come fratello maggiore invece di essere figlia unica. 

 

«Ma che dici?!» rispose Elsa con fare esasperato ma più goliardico che altro. Continuarono a ridere e a scegliere cosa indossare monopolizzando il telefono per un altra ora e mezza. Finché non furono pronte per uscire con Alessandro ed il suo amico. 

 

 

*sarebbe l'attuale terzo anno delle scuole superiori. All'epoca si chiamavano primo, secondo e terzo ginnasio i primi tre anni delle medie, quarto e quinto ginnasio il primo ed il secondo anno di liceo, mentre primo, secondo e terzo anno del liceo corrispondono rispettivamente al terzo quarto e quinto anno.

 

 

 

 

 

Angolino di M! 

 

Ciao a tutte! 

Non sono solita aggiungere parentesi, ma mi piacerebbe raccontare come è nata questa storia.

Chiacchierando con mia nonna sulle ultime vicende di una signora amica di famiglia, mi è scappato in giudizio ben poco simpatico nei suoi confronti. Così mia nonna mi ha raccontato la storia di questa donna. Una volta concluso mi ha chiesto: «Ti senti ancora in diritto di giudicarla?». Non ho risposto, ma mi sono sentita in colpa per la mia superficialità. 

 Quindi ho deciso di condividere con voi questa storia, aggiungendo un po' di particolari inventati di sana pianta. Un po' in  onore di questa donna, un po' per chiedere scusa, un po' perché ogni tanto è giusto ricordare che giudicare la gente senza conoscere i fatti è scorretto. 

Quindi è un libro tratto da una storia vera, Nomi, alcuni fatti e luoghi sono stati modificati! 

 

Bacini 😘

  
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