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Autore: fearofopinions    13/06/2017    0 recensioni
Mi abbandonai alle braccia di Morfeo, ripensando a quel bacio.
Un bacio al sapore di mare.
Questa storia si trova anche su Wattpad (con un cast diverso): https://www.wattpad.com/236042575-un-bacio-al-sapore-di-mare
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dylan O'Brien, Holland Roden, Tyler Posey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN BACIO AL SAPORE DI MARE

Guardavo contenta il mare che mi si estendeva di fronte.

Il sole splendeva ormai alto nel cielo che sembrava un tutt'uno col mare e la linea dell'orizzonte era quasi inesistente.

L'estate portava davvero con sé il buon umore.

Sentivo dentro di me una grande scarica elettrica, come se potessi fare tutto ciò che volevo.

Osservavo col sorriso stampato in viso la spiaggia, i miei amici.

Assaporavo il sapore della libertà, il sapore familiare del vento caldo che scompigliava i capelli e li faceva asciugare naturalmente, il sapore del mare salato. Amavo l'estate.

Era inoltre una giornata perfetta per il mare.

Non c'era un caldo insopportabile e si stava meravigliosamente sulla spiaggia.

Eravamo seduti in cerchio e Stephen aveva portato con sé la chitarra.

Strimpellava qualcosa tanto per trascorrere il tempo.

Avevamo deciso di rimanere in spiaggia fino alla mattina del giorno dopo, così, per "inaugurare" l'arrivo di questa fantastica stagione.

Sorridevo, talmente tanto che la mascella ormai mi doleva.

Gabrielle mi abbracciò forte schioccandomi un bacio sulla guancia. Le sorrisi e la strinsi.

Gabrielle ed Emma erano le mie migliori amiche. Le nostre madri erano grandi amiche al liceo e, incontrandosi tutte a casa della madre di Emma per una "rimpatriata" avevano avuto la grande idea di portare con sé anche le loro figlie. La cosa più intelligente che abbiano fatto. Ricordo che Gabrielle portava, sotto costrizione della madre, un vestitino rosa con stampa floreale che lei odiava e, per fare un dispetto alla madre, l'avevamo accidentalmente strappato, dicendo che Gabrielle era caduta.

Risi a quel pensiero.

Eravamo davvero piccole quando ci siamo conosciute. Circa 7-8 anni. Ed erano passati altri otto splendidi anni della nostra amicizia.

Mi alzai, scuotendomi di poco per far cadere la sabbia che mi si era attaccata sul pantaloncino che non mi ero ancora tolta.

Camminai verso la riva guardando a testa bassa le orme che i miei piedi lasciavano.

Il sole non si trovava più così in alto ma il caldo persisteva.

Arrivai verso la riva guardando alcuni ragazzi che non facevano parte del nostro gruppo ma che a quanto pare avevano avuto la nostra stessa idea.

Voltai la testa al sole, chiudendo gli occhi e sorridendo senza mostrare i denti.

Il cielo era lo spettacolo più bello che avessi mai visto. Lo ammiravo sempre, che fosse giorno o notte, che fosse estate, inverno, primavera o autunno.

D'improvviso sentii urli e schiamazzi dietro di me e un secondo dopo mi ritrovai in acqua. Appena riemersi, cercai di capire chi avesse reso i miei vestiti ormai zuppi.

Davanti a me Stiles rideva, tenendosi la pancia con le mani.

«Lydia dovresti vedere la tua faccia!» disse continuando a ridere.

Sorrisi anch'io e aprii leggermente le braccia, Stiles era sempre stato così, -almeno da quando uscivamo nello stesso gruppo- un po' stupido e faceva ridere sempre tutti. Era il "burlone" del gruppo, ed io lo adoravo. Mi c'ero sempre trovata bene, anche se era il mio completo opposto; lui era estroverso e scherzava con tutti mentre io ero molto timida.

Proprio per questo motivo forse riuscivamo a star bene assieme, era come se lui mi spronasse ad aprirmi con gli altri ed io ero la sua confidente, il suo diario personale.

«Ti faccio tanto ridere?» lo guardai minacciosamente ma con ironia e divaricai le braccia.

«Credimi, non sai quanto.» rispose ridendo mentre cercava di aggiustarsi i capelli ormai bagnati.

Gli saltai alle spalle, cercando di farlo andare sott'acqua ma i vestiti zuppi non mi permettevano di muovermi con leggerezza, di fatti il mio tentativo fallì miseramente. «Questo non dovevi farlo!» urlò prendendomi per i fianchi e scaraventandomi di nuovo in acqua.

Passammo così una buona mezz'ora fin quando, rabbrividendo, gli dissi di uscire dall'acqua.

Lo vidi schizzare fuori e correre verso la spiaggia per prendersi un asciugamano. Ritornò verso di me e mi avvolse nel suo asciugamano sfregando con le mani sulle mie braccia, cercando di riscaldarmi.

Arrossii, non me lo aspettavo.

«Va un po' meglio così?» mi sorrise guardandomi con i suoi occhi nocciola.

Annuii un po' imbarazzata «Se domani avrò la febbre sarà colpa tua, sappilo.» biascicai riservandogli un'occhiata.

«Oh, non me lo perdonerei mai!» fece con finta drammaticità.

Risi, spingendolo e sussurrando uno "scemo".

Raggiunsi Emma che già mi stava aspettando con dei vestiti tra le mani. Emma personificava la "mamma" di tutto il gruppo, non a caso nella sua borsa si trovavano vestiti di ricambio, cerotti, una penna, un foglio di carta e medicine di ogni tipo. Era preparata a tutto.

«Ti ringrazio, mamma.» le feci la linguaccia mentre mi cambiavo accanto a lei.

«Senza di me saresti persa.» mi sorrise scuotendo la testa. Aveva ragione.

Le ore che seguirono le trascorremmo cercando di accedere il fuoco, sia per tenerci caldi, sia per avere uno spiraglio di luce. Cenammo mangiando pizza e la cosa non mi dispiacque.

Sentimmo Stephen suonare la sua chitarra per un po' e cantammo tutti sulle note di Chasing Cars di Snow Patrol, amavo quella canzone.

«Ora che si fa?» chiese Alec.

Ci guardammo tra di noi fino a quando Scott propose qualcosa.

«Giochiamo a obbligo, giudizio o verità!»

No, no, no, pensai.

Non mi piaceva per nulla quel gioco, mi divertiva vedere gente che era obbligata a fare cose che non voleva o che rivelava verità scomode, ma non mi divertiva per nulla se la persona in questione ero io.

Tutti sembrarono d'accordo e si posizionarono meglio in cerchio.

Cercai di dileguarmi ma pensai che alla fine non sarebbe stato tanto male se non avessi scelto l'opzione obbligo, così rimasi nel cerchio.

«Bene, cominciamo!» quasi gridò esaltato Scott prendendo una bottiglia vuota di birra e facendola girare al centro del cerchio. Si fermò su Gabrielle.

«Allora, piccola Gabrielle, obbligo, giudizio o verità?» le chiese, facendo ballare le sopracciglia. Gabrielle rise.

«Mh, direi obbligo dai.» rispose.

«Vai subito forte ragazza!» disse Alec alzando le braccia.

«Sai che mi piace il rischio.» la castana gli fece un occhiolino.

«Allora, la nostra Gab dovrà» Scott si guardò un po' intorno e all'improvviso il suo sguardo s'illuminò «rimanere in costume tutta la serata» si fermò un momento e guardò Alec «in braccio ad Alec!»

Gabrielle e Alec sgranarono gli occhi nello stesso momento mentre noi ridevamo. Ecco perché non sceglievo mai obbligo, soprattutto con Tyler.

«Oh ma non se ne parla!» Emma sovrastò le risate «Morirà di freddo!»

«Non preoccuparti Em, Alec la riscalderà per bene.» ribatté Scott ridendo ancora.

Guardai Gabrielle che non sembrava contrariata anche perché Alec era un gran bel ragazzo.

«Riprendiamo!» Scott riprese la bottiglia vuota e la fece girare. Si posò su Emma che scelse verità.

«Piccola e innocua Emma.» cominciò Tyler «sei ancora vergine?»

Emma arrossì mentre vedevo un sorriso farsi largo sulle labbra di Scott. L'aveva nominata "innocua" per un motivo.

«Non sono cavoli tuoi, Scott.» biascicò a bassa voce Emma.

«Sei stata tu a scegliere verità.» Scott le fece l'occhiolino.

Dopo alcune battute tra i due, andammo avanti e Alec, con Gabrielle fra le sue braccia, fece girare la bottiglia. Indicò Stiles.

Lo guardai mentre sorrideva ed esordiva con un sonoro «Obbligo!»

«Stiles, mio caro Stilinski, dovrai baciare qualcuno.» fu Alec a scegliere l'obbligo questa volta. Sorrisi, sarebbe stato divertente veder Stiles baciare uno dei ragazzi.

Stiles aggrottò le sopracciglia «Chi?» domandò.

Alec girò la bottiglia.

Sgranai gli occhi, la bottiglia indicava proprio me.

Alzai lo sguardo incontrando quello di Stiles, lui non sembrava molto turbato, o almeno non lo faceva notare.

Una serie di fischi si alzarono dal mio gruppo, la pecca di far parte di un gruppo di tre ragazze e cinque ragazzi.

Mi alzai arrossendo mentre Stiles si avvicinava.

Posò le mani dietro la mia schiena e fece scontrare i nostri petti. Stavo morendo dall'imbarazzo, sprofondando in quegli abissi scuri dei suoi occhi.

Mi sorrise rincuorante avvicinando le sue labbra alle mie facendole combaciare. Ci baciammo per alcuni secondi che mi sembrarono un'eternità. Tutto intorno a noi era come sparito, non sentivo il mare che s'infrangeva sulla riva, non sentivo le risate dei nostri compagni, ero in un mondo tutto mio, con Stiles.

Ci staccammo lentamente e ritornammo ai nostri posti con gli sguardi ancora incatenati.

Il rossore sulle mie guance non era ancora scomparso ma gli sorrisi, mordendomi un labbro.

Emma e Gabrielle mi guardarono con sguardo complice, speravano che un giorno io e Stiles ci saremmo baciati, secondo loro saremmo stati "una coppia perfetta".

Trascorremmo il resto della serata a giocare a obbligo, giudizio o verità e ormai a notte inoltrata decidemmo di andare a dormire.

Ci rannicchiammo vicini al fuoco, coprendoci con delle coperte; l'estate era appena iniziata ma di sera faceva comunque freddo.

Cercai di riscaldarmi il più possibile.

Sentii un braccio forte che mi avvolgeva e mi tirava a sé. Sobbalzai.

«Sono solo io, tranquilla.» Stiles.

Il suo respiro mi solleticava il collo ma ero completamente paralizzata.

«Sentivi freddo?» cercai di ironizzare la situazione, ridendo leggermente.

«Si, avevo bisogno di riscaldarmi.» giurai di sentire le sue labbra aprirsi in un sorriso.

Mi lasciò un bacio fra i capelli. «Buonanotte, Lydia.» mi sussurrò.

Sorrisi, girandomi e accoccolandomi al suo petto. «Buonanotte, Stiles.»

Mi abbandonai alle braccia di Morfeo, ripensando a quel bacio.

Un bacio al sapore di mare.

  
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