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Autore: micchan91    13/06/2017    2 recensioni
(...) I giorni successivi passano avvolti in una nuvola di fumo, il corpo del mio migliore amico non può essere subito restituito per i funerali perchè devono fare l'autopsia e mentire dicendo che è stata una bestia feroce ad ucciderlo, forse un orso...l'ennesimo caso di morte causata da un animale, ma noi sappiamo che non è così, io so che non è così e vorrei urlarlo a tutti, vorrei dire a chiunque che Stiles è morto da eroe, salvandomi, salvando la città e non per la prima volta. Ma non posso...non posso e quindi mi limito a continuare la mia vita come tutti si aspettano che faccia, continuando a fingere di essere Scott Mccall, il capitano della squadra di lacross, studente mediocre e sconvolto dalla morte del suo migliore amico. Ancora non riesco ad accettare del tutto la sua assenza e nonostante il branco fa di tutto per consolarmi, per distrarmi e non farmi fissare il suo banco vuoto o il suo armadietto io sento un vuoto immenso dentro di me.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono seduto a terra, me ne accorgo solo dal freddo che mi penetra nelle ossa attraverso la stoffa dei pantaloni, ma in questo momento non riesco a pensare ad altro che al corpo steso tra le mie braccia. Premo con maggiore forza la mano sulla sua gola e per la prima volta quel calore viscido e l'odore di sangue mi danno alla testa, facendomi temere di vomitare da un momento all'altro mentre punto i miei occhi in quelli di Stiles.

< Scott...> soffia lui con un lieve sorriso, usando le sue ultime forze per poggiare la mano sulla mia, rosso sul rosso. Io immediatamente scuoto la testa.

< Non parlare. Non parlare Stiles, ora arriverà mia madre, lei saprà cosa fare > gli dico subito con voce strozzata, ricacciando indietro le lacrime. Non posso permettermi di crollare adesso nonostante la consapevolezza di aver appena detto una bugia, la più terrificante bugia di tutta la mia vita.

< Scott sto morendo > ribatte lui continuando a sorridermi ed io scuoto nuovamente la testa, lui non può morire, non il mio migliore amico...

< Scott....eih, non piangere, ti prego > lo sento sussurrare e in quel momento mi accorgo di avere le guance completamente bagnate di lacrime. Tiro su con il naso mentre con la mano che mi trema continuo il mio vano tentativo di bloccare il flusso di sangue.

< Promettimi che ti prenderai cura degli altri...di mio padre soprattutto...> mi dice e per quanto vorrei urlargli che sarà lui a farlo, che sarà lui a prendersi cura di suo padre e del branco annuisco, forse è solo il lupo che è dentro di me ad agire, perchè io al momento sono completamente annientato. Lui mi fa un altro sorriso, uno di quei sorrisi che mi hanno sempre spiazzato fin da quando eravamo piccoli, uno di quei sorrisi che hanno sempre portato ciò che provavo per lui oltre la semplice amicizia, uno di quei sorrisi che in questo momento donerei un braccio per avere la possibilità di poterlo rivedere ancora e ancora...

< Grazie > mi dice con un tono così basso che è solo grazie al mio super udito da licantropo se riesco a sentirlo. Mi mordo il labbro inferiore fino a farlo sanguinare per impedire alle lacrime di uscire ancora più copiosamente, se lo facessero mi si appannerebbe la vista...e io voglio continuare ad osservarlo nonostante faccia male. Pochi istanti più tardi sento dei passi e delle voci concitate.

< Sono qui! > sento dire a Derek ed alzo lo sguardo in direzione delle voci. Vorrei gridare che mi serve aiuto, che Stiles sta male, che dobbiamo correre in ospedale, ma qualcosa dentro di me mi dice che è inutile. Quando vedo sbucare il branco da dietro dei cespugli e bloccarsi con espressioni che non credevo potessero mai fare torno ad osservare Stiles...solo che lui non mi sta più guardando, il suo sguardo è perso nel cielo stellato, spento ormai per sempre.

Sento delle grida e delle mani che me lo strappano di dosso lasciandomi un orribile sensazione di vuoto e di freddo. Abbasso lo sguardo sulle mie mani insanguinate, un mix del nostro ultimo nemico e di Stiles. Stiles che è stato l'unico a scoprire chi fosse l'assassino, Stiles che l'ha rintracciato e ci ha detto dov'era...Stiles che si è lanciato davanti a me per proteggermi e si è ritrovato con la gola squarciata...

Stringo forte i pugni, ignorando il dolore delle unghie che si conficcano nella carne. Fa troppo male, il dolore fisico non riesce a raggiungere nemmeno lontanamente il dolore interno che sto provando in questo istante. Le voci arrivano ovattate, qualcuno mi scuote e sento più volte ripetere il mio nome, ma io non reagisco, mi perdo nell'odore del sangue. Pochi istanti o poche ore dopo qualcuno mi alza di peso e mi trascina verso la macchina, riconosco poi l'odore di mia madre e di Kira, entrambe al mio fianco, e chiudo gli occhi, sprofondando nell'oblio che le ferite mi aiutano a raggiungere.

Quando riapro gli occhi ho un momento di confusione. Sono nel mio letto, nella mia stanza ed è tutto come sempre, c'è solo questo dolore forte e martellante nel petto al quale per diversi istanti non riesco a dare motivo, poi ricordo. Scatto a sedere e mi guardo intorno, sono pulito, non c'è sangue e le ferite si sono rimarginate senza problemi. Mi osservo le mani e per qualche minuto mi crogiolo nell'idea di aver sognato tutto, che sia stato tutto un orribile incubo, magari mandato da qualche nemico che vuole confondermi. Sospiro pesantemente e mi passo una mano prima sul viso e poi tra i capelli, poi afferro il cellulare poggiato sopra il mio comodino e noto che ci sono moltissimi messaggi. Li scorro tutti, ma nessuno è di Stiles così decido di non leggerli. Immediatamente compongo il suo numero a memoria, portando poi il telefono all'orecchio con il cuore che mi martella forte nel petto.

Uno squillo...

Due squilli...

Tre squilli...

Segreteria telefonica.

Prendo un lungo respiro e spingo il tasto rosso per chiudere la chiamata. Una parte di me mi dice di leggere i messaggi che mi hanno mandato, l'altra mi urla di non farlo, consapevole che nell'esatto istante in cui lo farò avrò la conferma delle mie paure. Stiles non c'è più.

Non ho comunque bisogno di leggere nulla, perchè quando mia madre bussa lievemente ed entra la sua sola espressione mi dice tutto. Immediatamente il dolore al petto mi esplode come un petardo, tanto forte da farmi gemere di dolore e piegare in avanti. Porto le mani sul viso e sento mia madre correre da me per mettermi una mano sulla schiena nel vano tentativo di consolarmi.

< No > mi limito a piagnucolare dondolandomi lievemente, cercando di concentrarmi sulle lievi carezze che mia madre mi sta facendo sulla schiena e sulle sue parole per non cadere in pezzi, fa troppo male...fa davvero troppo male. Restiamo così per quella che a me sembra un'infinità e lentamente riesco a riprendere un minimo controllo su me stesso. Tiro violentemente su con il naso e mi asciugo le guance, voltando poi il viso verso mia madre che mi sorride triste, una tristrezza che non pensavo di vederle più stampata sul volto, non dopo che mio padre ci ha lasciato.

< Scott mi dispiace così tanto > mi dice lei ed io la abbraccio forte, chiedendomi come faremo ad andare avanti da oggi in poi. Dopo diverse volte che lei me lo ha chiesto mi convinco ad alzarmi, a scendere di sotto e a mangiare qualcosa solo per non farla stare male, non voglio darle un ulteriore peso oltre quello che ha già. Mi costringo a far arrivare il cibo nello stomaco e soprattutto a farlo restare lì una volta ingoiato mentre la nausea minaccia di farmi tornare su tutto il pranzo. La ascolto attentamente mentre parla del funerale, di cosa farà lo sceriffo e del fatto che dobbiamo tutti fare del nostro meglio per non farlo crollare, per non farlo tornare a bere e ridursi ad uno straccio ed io annuisco. Io l'ho promesso a Stiles...

I giorni successivi passano avvolti in una nuvola di fumo, il corpo del mio migliore amico non può essere subito restituito per i funerali perchè devono fare l'autopsia e mentire dicendo che è stata una bestia feroce ad ucciderlo, forse un orso...l'ennesimo caso di morte causata da un animale, ma noi sappiamo che non è così, io so che non è così e vorrei urlarlo a tutti, vorrei dire a chiunque che Stiles è morto da eroe, salvandomi, salvando la città e non per la prima volta. Ma non posso...non posso e quindi mi limito a continuare la mia vita come tutti si aspettano che faccia, continuando a fingere di essere Scott Mccall, il capitano della squadra di lacross, studente mediocre e sconvolto dalla morte del suo migliore amico. Ancora non riesco ad accettare del tutto la sua assenza e nonostante il branco fa di tutto per consolarmi, per distrarmi e non farmi fissare il suo banco vuoto o il suo armadietto io sento un vuoto immenso dentro di me.

< C'è troppo silenzio > mi ritrovo a dire un giorno all'improvviso mentre stiamo facendo una delle tante riunioni del branco. Immediatamente tutti mi guardano preoccupati, soprattutto la povera Kira che ultimamente sta venendo ignorata da me, ma se prima riuscivo a fingere di voler stare con lei ora non ci riesco più. Mi mordo nervosamente il labbro inferiore e ricambio i loro sguardi.

< C'è troppo silenzio > ripeto come se questo cambiasse qualcosa, come se qualcuno di loro improvvisamente potesse per magia ereditare la parlantina e i modi di fare di Stiles e animare le riunioni che ultimamente non stanno più portando a niente.

< Lo so Scott, manca a tutti > dice Lydia cercando di sorridermi incoraggiante ed io sospiro pesantemente con dentro solo la voglia di urlare e di distruggere tutto. Domani ci sarà il suo funerale, la prova tangibile che lui è morto ed io sono qui a parlare come se niente fosse...ci sarei dovuto essere io in quella bara.

< Non voglio che ci sia questo silenzio domani > dico poi guardandoli negli occhi ad uno ad uno.

< Niente lacrime, niente silenzi orribili > aggiungo e in molti mi guardano come se fossi pazzo, ma Stiles vorrebbe così, vorrebbe che ci tirassimo su di morale a vicenda, che ridessimo e che facessimo ridere suo padre, non vorrebbe lacrime. Evidentemente devono tutti pensare che sto andando fuori di testa perchè cinque minuti dopo la mia stanza è vuota ed io mi ritrovo da solo, seduto sul letto dopo che ognuno ha trovato una scusa per andarsene. Passo ore a pensare, a ricordare, a progettare inutili futuri, poi mi alzo e stacco dalla bacheca la foto che ritrae me e lui sorridenti e sorrido lievemente.

< Non sai quanto mi manchi > sussurro osservandolo e sobbalzo quando sento il cellulare squillare. Inizialmente prendo in considerazione l'idea di non rispondere, probabilmente sarà Lydia che mi chiama per assicurarsi che sto bene, che non sto per commettere qualche pazzia, poi però mi dico che sarebbe una cattiveria non farlo così poggio la foto sulla scrivania e torno sul letto dove il mio cellulare, poggiato sul materasso, continua a squillare insistemente. Scosto un po' la coperta che lo copre e mi gelo sul posto, la mano ferma a mezz'aria e la bocca spalancata. Sullo schermo c'è il solo nome che non mi sarei mai più aspettato di leggere...

Stiles...

 

 

Angolino dell'autrice

Ciao a tutti! Sono nuova del fandom (praticamente mi sono vista sei stagioni in meno di due settimane XD ) e ieri mentre rimettevo in ordine vecchie fict ne ho riletta una che avevo pubblicato parecchio tempo fa su inazuma eleven...e mi è venuta l'idea di ricrearla anche sul fandom di teen wolf (finendo comunque per stravolgerla, quindi anche se l'avete letta o vi viene la curiosità di leggerla non vi spoilerate nulla XD la fict si chiama come questa, "telephone") . Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, in tutto saranno tre capitoli più un piccolo extra! E niente, aggiornerò presto. Baci <3

  
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