Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: obsessijonharrj_    14/06/2017    0 recensioni
E se provassimo ad immaginare quotidianità e momenti salienti della vita di Louis e Harry?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10 Settembre 2011.

"Make a little conversation, so long I've been waiting
To let go of myself and feel alive."

Non riuscì a capire come ma, in un modo estremamente facile, aveva rovinato tutto. Avevano provato per tre settimane quella performance e lui, in dieci secondi, era riuscito a buttare tutto all'aria. Era bastato vedere dei telefoni riprenderlo a fargli sentire tutta quella tensione e, semplicemente, non era riuscito a tenere il fiato. Aveva deluso tutti: i ragazzi, le fan, la Sony, Simon.

Subito dopo l'esibizione corse via come un fulmine, ovviamente seguito a ruota da Louis che lo chiamava a gran voce, facendo voltare chiunque in quel corridoio. Finalmene aveva raggiunto la porta che l'avrebbe condotto fuori in terrazzo, dove avrebbe potuto respirare con calma e schiarirsi le idee, quando una mano gli si posò sul braccio, applicando una leggera pressione.

"Haz, aspetta." soffiò Louis, guardandolo dolcemente con quei suoi occhi dalle mille sfumature e lui, da sciocco, cedette, afferrandogli il braccio per tirarlo fuori con sé.
"Dio, Lou, ho fatto un casino. Che brutta figura, mi dispiace tanto, sai quanto ho dovuto provare per riuscirci, avevo trovato anche una tecnica per tenere il fiato fino alla fine dell'assolo ma poi ho visto.." Harry si fermò un attimo per riprendere fiato dopo il suo discorso, ma Louis lo interruppe.
"Lo so, lo so, hai visto quella ragazza che ci provava con me e ti sei ingelosito. Non preoccuparti, Styles, ci saranno altre performance."
"Cosa?" Il riccio lo guardò stranito, cercando il suo cellulare nelle tasche.
"Andiamo, Haz, vorresti negare che c'è qualcosa tra noi? Abbiamo scopato magnificamente e non fai altro che starmi incollato, anche se ovviamente non mi dispiace." 
Non si rese conto di quello che aveva detto, il maggiore, finché la sua testa si girò violentemente verso destra e sentì un forte bruciore alla guancia. Il minore spiazzò Louis con quel gesto ma, più di lui, spiazzò se stesso, restando a corto di parole per qualche secondo. Il modo in cui Louis aveva definito quello che loro avevano avuto gli aveva lanciato una sorta di scarica elettrica al cuore, come se fosse stato preso in pieno da un fulmine. Decise perciò di sviare il discorso, di provare a fingere che non lo avesse ferito per quel motivo.
"Cristo santissimo, Louis, pensi di essere il fottuto centro del mondo? Pensi che ogni singola cosa ruoti intorno alla tua testolina? Noi tutti, qui, non dipendiamo da te, nè da quello che fai, nè da quello che scrivi o mangi o bevi o pensi. I miei fottuti sentimenti non sono tutti collegati a te, caro amico mio. Sai che ho la paura da palcoscenico, lo sai più che bene e Dio, c'erano tutte quelle persone lì a guardare me, pronte ad attaccarmi se avessi sbagliato, pronte a dirmene di tutti i colori, come d'altronde è stato, e tu ti permetti di dirmi che io mi sono ingel-"Gli urlò contro con veemenza, assottigliando lo sguardo e premendogli un dito sulla spalla.

La voce gli si fermò in gola quando due labbra sottili si pressarono contro le sue, nel tentativo di zittirlo. In un primo momento Harry non capì molto ma, una volta messa a fuoco la situazione, poggiò le mani sul petto del ragazzo e lo spinse forte, cercando di staccarlo. Lo guardò negli occhi, lo sguardo verde fiammeggiante d'ira e angoscia, e subito dopo gli si avvicinò, sussurrando con disprezzo la parola 'bastardo', sperando che bastasse a ferirlo almeno la metà di come aveva fatto lui. Se ne andò immediatamente, ripercorrendo quel corridoio in fretta e furia, la timeline di Twitter piena d'odio nei suoi confronti e gli occhi pieni di lacrime.

"So many night I thought it over,
told myself I kind of liked her,
but there was something missing in her eyes."

Mentre tornava al suo appartamento, lasciò che le lacrime scorressero libere sulle sue guance secondo un percorso stabilito da quelle che gli avevano bagnato il viso mentre lasciava gli studi del Red or Black. Durante il viaggio in auto pensò a tutte le notti insonni ad X Factor che aveva passato guardando quel ragazzo che gli aveva rubato il cuore subito. Pensò a tutte quelle volte in cui avrebbe voluto dirgli che adorava il modo in cui si completavano e poi, guardandolo negli occhi, non scovava quella luce che invece sapeva di avere lui quando parlava con il liscio o semplicemente lo guardava.

Era sempre affascinante, sensuale nei movimenti e delicato nelle parole, nonostante fosse simpatico e molto aperto caratterialmente.

Sentiva ancora il fantasma delle sue labbra sulle proprie e la purezza della sua pelle sulle dita. Pensò che fosse stato davvero stronzo da parte sua tirare fuori quell'episodio dell'anno precedente e, pertanto, si obbligò a rivivere quel momento e tutto ciò che ne era derivato.

Aveva sedici anni ed era appena entrato ad X Factor quando Simon Cowell decise di metterli insieme in un gruppo. Louis, senza appartente motivo, gli era saltato addosso. In quei mesi di convivenza aveva imparato a conoscerlo e quando, prima della finale, erano andati nei loro paesi per dei concerti, era stato contento di condividere il letto con Louis. La prima sera a Mullingar avevano bevuto molto e, mentre tutti gli altri ronfavano profondamente, loro non riuscivano a dormire quindi erano semplicemente rimasti svegli a parlare. Louis gli aveva chiesto di dirgli qualcosa che nessuno sapeva e lui gli aveva confidato di essere ancora vergine, nonostante avesse detto il contrario a tutti i suoi amici. Il maggiore gli si era avvicinato e gli aveva sussurrato: "Facciamo in modo che i tuoi amici sappiano la verità".

Louis si era alzato con calma, aveva preso due coperte all'interno dell'armadio e gli aveva fatto cenno di dargli la mano


Louis si era alzato con calma, aveva preso due coperte all'interno dell'armadio e gli aveva fatto cenno di dargli la mano. Lo aveva condotto sul terrazzo della stanza e aveva steso una delle due coperte, facendolo accomodare lentamente, coprendo poi entrambi con la seconda. Quella era stata la prima volta di Harry in assoluto e Louis l'aveva trattato benissimo, inebriandolo col suo profumo e facendolo sentire vivo per qualche istante. Quando poi si era svegliato, la mattina dopo, Louis lo aveva accusato di essersene approfittato e lui aveva dovuto incassare il colpo per forza ed aspettare quella sera per un chiarimento con il ragazzo dagli occhi celesti, che gli aveva poi chiesto di far finta che non fosse successo nulla.

Il riccio si sentiva ancora stordito da quella richiesta. Inutile dire che gli avesse fatto male.. di sicuro non sperava che gli chiedesse di uscire ma si aspettava qualcosa di meglio di quello. 

"I was stumbling,
looking in the dark with an empty heart.
But you say you feel the same,
Could we ever be enough? Baby we could be enough."

Scese dall'auto mentre si asciugava le lacrime, sentendo il cuore svuotarsi di ogni sentimento per lasciare il dovuto spazio al dolore e alla delusione. Provò ad orientarsi nel buio, frugandosi in tasca per trovare le chiavi, fallendo miseramente.

Mentre cercava con rabbia le chiavi nelle tasche della giacca pensò al fatto che Louis non avesse negato di provare qualcosa per lui. Magari anche a lui piaceva, magari non tutto era perso, magari non era solo una scopata.
Magari un giorno sarebbe stato abbastanza per quel ragazzo, un giorno tutte le sue insicurezze e gli spazi vuoti sarebbero stati riempiti da un diciottenne dagli occhi azzuri. Ma, ovviamente, era troppo presto per poterlo dire e lui non si ritrovava nelle condizioni di poter costruire castelli in aria, dato il cuore a pezzi che si ritrovava nel petto.

"And it's alright,
Callin' out for somebody to hold tonight."

Una volta trovate le chiavi, entrò nel loft sbattendo la porta con forza, portandosi i capelli indietro con fare nervoso. Spalancò immediatamente la porta-finestra, lasciandosi avvolgere dalla fredda aria della periferia di Londra che parve quasi schiaffeggiarlo. Le sue labbra presero a tremare e le lacrime si asciugarono a metà del loro percorso a causa del freddo. Osservò le stelle con la tristezza nello sguardo, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a diventare splendente come loro.

Lasciò la porta aperta e tornò all'interno dell'appartamento, dirigendosi in cucina per prepararsi una tazza di tea. Yorkshire, ovviamente, perché se avesse comprato un'altra marca probabilmente Louis l'avrebbe ucciso.
Passava molto tempo nel suo loft, la maggior parte del quale trascorsa a giocare con la Play Station. Quando arrivava lui quell'appartamento si trasformava in un porcile ed, ovviamente, toccava al riccio mettere a posto quando il maggiore scappava per un qualsiasi improbabile motivo inventato sul momento per non dover sistemare le cose che aveva spostato.
D'altra parte, però, a lui non importava. Era davvero piacevole averlo in giro per casa a rompergli le scatole e a impregnare il divano del suo profumo.

Una volta finito il suo tea, lavò la tazza e si apprestò in bagno per farsi una doccia veloce e poi andare a dormire. Si sfregò con forza la pelle fino a vederla arrossarsi, quindi si sciacquò e uscì dalla doccia, guardandosi allo specchio mentre asciugava i capelli con l'asciugamano. Si passò le dita sulle labbra, sentendo ancora una volta il fantasma del tocco leggero di Louis, lasciando che le lacrime cominciassero a scendere liberamente.

Sì infilò il pantalone di una tuta a caso e una felpa leggera, quindi andò in camera e si coricò, afferrando nuovamente il cellulare per controllare Twitter.
Tra i vari insulti, trovò anche i commenti di qualche fan a cui piacevano i "Larry" che dicevano che probabilmente ora lui lo stava consolando con delle coccole sul divano. Non potevano sapere che, oltre alla consapevolezza e alla delusione di aver sbagliato, si era affiancato il dolore cieco procurato da un Louis egocentrico e spavaldo come mai prima di allora.

Si infilò sotto le coperte e si portò le gambe al petto, piangendo in modo disperato, arrancando quasi per respirare. Quello stupido pantalone si era alzato, come sempre, lasciandogli i polpacci scoperti.
-Stupidi vestiti-, pensò tra sé e sé.
La voce di Louis gli rimbombava nelle orecchie, forte e chiara. Lo aveva definito 'una scopata magnifica', senza rendersi conto di aver ferito per l'ennesima volta i suoi sentimenti. Pochi minuti dopo si ritrovò con le unghie conficcate nei polpacci, una strana voglia di urlare e mille voci che gli frullavano in testa, ricordandogli che lui per il liscio non valeva nulla; nel frattempo, il suo cellulare -dimenticato con lo schermo sbloccato sul cuscino, era scivolato sotto le coperte e aveva fatto partire per sbaglio una chiamata a Louis.

"Pronto? Haz, senti, mi dispiace un casino per prima.." La voce di Louis si fece strada nelle sue orecchie, attraverso quel labirinto di lamenti sconosciuti, ed Harry sentì qualcosa sfracellarsi contro il suo cuore.
"Lou?" sussurrò il più piccolo, la voce roca e graffiante più del solito a causa del pianto.
"H, è tutto apposto?" Sembrava quasi preoccupato, il liscio, dalla sua voce al cellulare. Ma Harry pensò che non ci fosse motivo di essere preoccupato per un ragazzino che gli stava appiccicato senza un apparente motivo, quindi si lasciò andare ad un lamento più forte degli altri.
"Okay, ho capito, sto arrivando. E' tutto apposto, Haz, ora arrivo." E staccò la chiamata.

-Merda.- fu tutto ciò che riuscì a pensare Harry, prima che le voci ricominciassero ad urlare e i graffi sulle sue gambe cominciassero a perdere sangue.
Non si preoccupò minimamente di quello che gli stava succedendo, riuscì solo ad ascoltare quegli sconosciuti che gli facevano notare che lui non valeva niente e, Dio, quanto avrebbe voluto ammettere il contrario.

Presto sentì la porta aprirsi e dei passi veloci accompagnati da un respiro affannato farsi sempre più vicini, finché una testa castana non fece capolino nella sua camera e lo vide in quelle condizioni.
Louis corse accanto al letto, sollevando velocemente le coperte. Quando vide il sangue secco sulle gambe di Harry non riuscì a pensare ad altro se non al fatto che doveva riuscire a calmarlo. Si tolse velocemente le scarpe e le lasciò volare in una direzione qualsiasi, sdraiandosi poi accanto al ragazzo, abbracciandolo da dietro.

"Ehi, Haz, ciao." e tutto quello che ricevette in risposta fu un singhiozzo mal trattenuto.
"Okay, penso che questo sia una conseguenza dell'esibizione. Umh.." Si guardò intorno, cercando di trovare qualcosa che potesse calmare il riccio. Vide il suo cellulare e lo afferrò d'impulso, scovando la timeline di Twitter piena di insulti vari e commenti riguardanti loro due. In quel momento, per la prima volta, capì.

Harry si era incazzato quando lui aveva nominato quella tipa che ci aveva provato con lui, l'aveva schiaffeggiato quando aveva riportato alla luce quello che c'era stato tra di loro e se n'era andato dopo avergli detto che non girava tutto intorno a lui. Tempo addietro, lo stesso ragazzo gli aveva confessato di essere vergine e si era donato a lui, che lo aveva premiato con una stupida accusa e gli aveva chiesto di tenere il segreto. Harry non gli aveva parlato per tre giorni e non aveva sorriso davvero per una settimana circa.
Solo in quel momento capì che il ragazzo con le fossette era innamorato di lui e che lui l'aveva trattato come un oggetto, un premio senza valore. 
"Mio Dio, Haz, che ho combinato.." sussurrò consapevole, stringendo con dolcezza il ragazzo da dietro.

"When you're lost I'll find a way,
I'll be your light."

Louis cantò per lui, allora. Decise di cantargli una canzone che non avevano potuto inserire nell'album, di cui lui però non era a conoscenza.
Gliela cantò all'orecchio, sentendo i brividi sfiorare ogni parte del corpo del minore, che nel frattempo aveva smesso di tremare. Gli prese le mani, spostandole dai suoi polpacci al suo stomaco, e gli sussurrò all'orecchio un lieve 'Mi dispiace per averti fatto sentire come se non valessi nulla', al quale il riccio rispose con un leggero mugugno, stringendogli le mani più forte.

Harry nel frattempo era rimasto in silenzio, ascoltando la voce di Louis sovrastare tutte le altre e metterle a tacere. Dopo un po' aveva allungato le gambe e si era voltato, trovandosi faccia a faccia con il liscio. Lui gli aveva baciato la tempia e gli aveva portato una ciocca di capelli indietro.

"Ho sbagliato tantissimo con te." aveva sussurrato dopo un po' il maggiore, guardandolo negli occhi verdi scintillanti.
"Non importa, si tratta solo di me." sussurrò il più piccolo, lasciando per un attimo che i suoi occhi lo scrutassero per bene.
"Haz, non sei una semplice scopata. Dovresti saperlo bene. Sei il migliore amico che potessi avere e Dio solo sa quanto amo la tua compagnia." gli aveva detto Louis, carezzandogli la guancia, togliendo ogni traccia del passaggio delle lacrime salate.
"Beh, stamattina non sembravi pensare questo." mugugnò il riccio in risposta, scuotendo piano la testa e socchiudendo gli occhi.
"Perché stamattina ero un coglione ottuso, ora invece sono un coglione che sta per baciarti."

Quando le labbra di Louis si posarono su quelle di Harry, questa volta, il minore non si tirò indietro. Portò le mani fra i suoi capelli, stringendo quelli sulla nuca tra le dita, sorridendo appena contro le sue labbra. Fu un semplice bacio a stampo, ma il cuore di Harry, che prima era distrutto, si ritrovò di nuovo intero nel suo petto, l'unico rischio era quello di esplodere di gioia.

"Promettimi che domani mattina sarai ancora qui e che non mi rinfaccerai nulla." Gli disse il minore, determinato a non farsi trattare ancora come pezza da piedi.
"Promesso." rispose semplicemente il più grande, avvolgendolo poi con le sue braccia.

"You'll never feel like you're alone,
I'll make this feel like home."

Harry non aveva mai definito 'casa' quel loft perché, nonostante l'avesse scelto lui e lo rispecchiasse in tutto e per tutto, mancavano quell'amore e quell'affetto che lo facessero sentire al sicuro.
Ma quella sera, per la prima volta, Harry si disse finalmente che quella casa era fatta per loro.
Perché casa non erano quattro mura, ma le braccia della persona amata pronte a stringerti di notte.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: obsessijonharrj_