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Autore: giucri89    15/06/2017    0 recensioni
Lee ChoSo lavora per un'agenzia fotografica emergente, ciò che odia di più al mondo sono gli idol, a causa di un triste incidente che coinvolse suo padre in passato. Im JaeBum è un idol, lavora per la JYP, si impegna a fondo in quello che fa, forse anche troppo, rinunciando pian piano alle cose importanti della vita. Il destino farà incrociare le strade di ChoSo e JaeBum. Potrà l'amore superare il pregiudizio di lei e l'orgoglio di lui?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 11
 
 
I tuoi occhi innocenti mi dicono di non andare via.
Invece, è come se stessi guardando una bestia spaventosa.
Mi guardi con puri occhi da cervo.
Mi guardi e mi dici
“Incontriamoci domani a quest’ora”.
È il momento per noi di salutarci.
È arrivato per me il momento di portati a casa.
Il momento in cui dobbiamo separarci
arriva tutti i giorni senza mancare.
Non voltarti indietro e corri a casa
Prima che io cambi.
Prima che il lupo dentro di me si svegli.
Prima che la luna piena sorga.
Prima che la luna piena sorga.
Before The Full Moon Rises-GOT7
 
 
«ChoSo-ya, posso chiederti una cosa?» le disse ad un tratto JaeBum serio in volto. «Dimmi» rispose ChoSo un po’ sorpresa. «Posso restare a dormire da te stanotte?» disse JaeBum tutto d’un fiato. Choso rimase senza parole alla domanda di JaeBum. Restò come pietrificata. JaeBum si accorse del cambiamento di ChoSo ma non volle cedere. «Ti prego ChoSo-ya, fammi restare con te stanotte. Oggi mi sei mancata così tanto. Il comeback si sta avvicinando non avremo molto tempo da passare insieme nei prossimi giorni» disse guardandola dritto negli occhi. ChoSo, che era stata colta alla sprovvista dalla strana richiesta di JaeBum cercò di far ragionare quest’ultimo «Jae-JaeBum-ah, n-non credo sia una buona idea. Se qualcuno dovesse accorgersi della tua assenza in dormitorio che farai? Non voglio che tu finisca nei guai per causa mia» disse imbarazzata. In realtà questa non era la sua unica preoccupazione. ChoSo non era mai stata con un ragazzo prima d’ora, desiderava andare per gradi, passare la notte con JaeBum era troppo per il suo cuore che in questi giorni ne aveva passate di cotte e di crude. «Tutti penseranno che io sia in sala prove, quindi, puoi stare tranquilla da questo punto di vista. Poi… se tu non vuoi questa è un’altra questione…» disse fissandola con occhi da cane bastonato. L’insistenza dell’idol fece vacillare i buoni propositi di ChoSo. Con quei lineamenti sul volto così perfetti e quelle parole che gli uscivano dalla bocca, non poteva far altro che cedere. È così, infatti, fu. ChoSo lo guardò ormai rassegnata, aveva vinto lui su tutta la linea. «Ok, entra» esclamò ChoSo con un fil di voce. JaeBum non se lo fece ripetere due volte e tutto contento entrò in casa di ChoSo come se nulla fosse. JaeBum si accomodò nel divano e ChoSo nella poltrona. Lo aveva fatto entrare sì, però si sentiva tanto a disagio. Non sapeva davvero come comportarsi. Non si era mai ritrovata in una situazione del genere. «Non credi di essere troppo lontana?» domandò JaeBum. «Ti lascio spazio nel divano, magari sarai stanco e vuoi sdraiarti» gli rispose ChoSo, che pian piano diventava sempre più rossa in volto. «Vuoi già che mi sdrai?» la punzecchiò JaeBum ridendo. «N-No, non intendevo quello» rispose ChoSo confusa e impacciata. JaeBum scoppiò in una fragorosa risata. «È davvero troppo divertente prenderti in giro. Ahahahahah» confessò JaeBum. «Cosaaa?» disse ChoSo arrabbiata. Si avvicinò a JaeBum per picchiarlo ma lui le bloccò entrambe le mani. «Cosa vorresti fare?» domandò JaeBum. «Voglio picchiarti» rispose decisa ChoSo. «Oh, fallo se ci riesci» la provocò JaeBum intrecciando le sue mani con quelle di ChoSo, la quale provò a dimenarsi ma non riuscì a liberarsi dalla presa e raggiungere il suo scopo. Al primo intenso incrocio di sguardi tra i due, l’atmosfera che si respirava nella stanza iniziò a cambiare. Quegli occhi neri che la fissavano profondamente erano qualcosa cui ChoSo non avrebbe mai resistito, quella era una certezza ormai. JaeBum si avvicinò a ChoSo sempre di più. Lui era seduto sul divano, lei si trovava in piedi dinanzi a lui. Con un gesto deciso JaeBum la spinse a sé e così ChoSo si ritrovò seduta sulle gambe del leader. Quest’ultimo con una mano circondò la vita di ChoSo e con l’altra iniziò ad accarezzarle il volto. La baciò dolcemente per poi allontanarsi da lei e sussurrarle «Perché mi fai quest’effetto? Sento sempre di perdere il controllo di me stesso quando sono con te, non vorrei mai allontanarmi da queste labbra». La testa di ChoSo stava per scoppiare, così come il suo cuore del resto. Adesso sentiva di poter dire di aver conosciuto l’amore. Quello con JaeBum era di sicuro amore. Era tutto così nuovo e diverso per ChoSo, ma allo stesso tempo imbarazzante. I baci di JaeBum pian piano si fecero sempre più impetuosi. La sollevò dal divano a mo’ di principessa senza staccare le sue labbra da quelle di ChoSo. «Dov’è?» domandò JaeBum staccandosi a malincuore. A quella domanda ChoSo restò allibita «Dov’è… cosa?» ribatté. Dopo averla baciata velocemente JaeBum continuò a parlare «La stanza da letto». No, no, no, JaeBum doveva essere impazzito. Fin dove voleva arrivare oggi? No, ChoSo non era assolutamente pronta a tutto questo e istintivamente si liberò dalla presa di JaeBum e tornò a reggersi con i propri piedi. «No, aspetta, stanza da letto? Sei impazzito, forse?» iniziò a farfugliare ChoSo impaurita. Adesso era JaeBum a guardarla stranito. Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? In realtà sì, ma molto probabilmente non se ne rendeva conto. Per lui era normale continuare quello che stavano facendo. Sentiva di amare ChoSo, anche se magari non glielo aveva mai detto apertamente come le persone normali. Ma questo era importante? Non bastavano i fatti a dimostrarlo? Ad un tratto pensò che forse i suoi pensieri non coincidessero con quelli di ChoSo. «I-io non sono ancora pronta per questo JaeBum-ah» gli confessò ChoSo alquanto imbarazzata. «Scusa, io non sapevo che per te non andava bene… pensavo…» si scusò JaeBum. «Pensavi cosa? Tu molto probabilmente sei stato con tante ragazze, quindi, non ti ricordi l’imbarazzo della prima volta» disse ChoSo con le lacrime ormai sul punto di fuoriuscire. JaeBum si ricordò delle parole di SoMi, del fatto che lui era il suo primo vero fidanzato e iniziò a maledirsi per essere stato così precipitoso. Si avvicinò a lei lentamente, la abbracciò. «Scusami ChoSo-ya per aver pensato solo a me stesso e non ai tuoi sentimenti. Io spesso do per scontate troppe cose, perdonami. Scusami, sono un pessimo fidanzato». Le lacrime che ChoSo tentava di ricacciare dentro ebbero il sopravvento ed uscirono fuori vittoriose. Ricambiò l’abbraccio di JaeBum. «No, scusa me, invece, ti ritrovi una stupida fidanzata che ha paura di tutto» disse ChoSo singhiozzando. JaeBum la strinse a sé più forte. «Mmmmh, può, allora, questo pessimo fidanzato tenere la mano della sua stupida fidanzata tutta la notte?» chiese JaeBum cercando di far sorridere ChoSo. Fortunatamente ci riuscì. «Sì, può» disse ChoSo asciugandosi le ultime lacrime.
Dopo aver passato tutta la serata a chiacchierare del più e del meno in camera i primi segni di sonnolenza iniziarono a incombere sui due. Con l’ultimo po’ di lucidità che gli restava JaeBum chiese a ChoSo «Prima hai parlato di prima volta. Ti ho messo troppa paura?». «Ad essere sincera un po’ sì. È tutto così nuovo per me. Scusa se non riesco a stare al tuo passo. Diciamo che la mia prima volta l’ho sempre immaginata diversa…» rispose ChoSo imbarazzata. Questa risposta incuriosì JaeBum, tanto da risvegliarlo. «Eeeeh? Adesso sono curioso. Come l’hai sempre immaginata la tua prima volta?» domandò JaeBum. «No, ti prego, non farmi parlare di queste cose. Mi vergogno troppo» rispose ChoSo paonazza in volto. «Dai, ormai voglio saperlo sul serio. Sono troppo curioso. Dai, parla» continuò JaeBum. «Ok, te lo dico ma solo se prometti di non ridere» chiese seria ChoSo mettendosi a sedere sul letto. JaeBum fece lo stesso e insieme intrecciarono i loro mignoli e sfiorarono i loro pollici in segno di promessa. «Spara» le intimò JaeBum. «Be’, ecco… mi piacerebbe trovarmi con il mio lui in un bell’attico con vista sul mare. Così la mattina dopo svegli potremmo guardare il mare abbracciati insieme» disse ChoSo abbassando il capo per l’imbarazzo. «Wow! Sogni in grande tu, eh?» esclamò JaeBum. «Ecco, lo vedi, è una cosa stupida e stai ridendo di me» disse ChoSo mettendo il broncio. «No, non è assolutamente una cosa stupida, è invece un’idea dolce e romantica, mi piace» cercò di rassicurarla JaeBum. «Davvero?» gli chiese voltandosi verso di lui. JaeBum fece cenno di sì con la testa. Si avvicinò poi a ChoSo e le sussurrò «Anche i baci sono vietati stanotte?» le chiese. Stavolta fu ChoSo a prendere per prima l’iniziativa «No, quelli no» e lo baciò. JaeBum sorrise e accolse il bacio di ChoSo. Si allontanò poi leggermente da lei per sussurrarle «Saranghae[1] ChoSo-ya». ChoSo lo guardò sorridente, si avvicinò a lui per sfiorare velocemente le sue labbra e poi rispondere «Nado Saranghae[2] JaeBum-ah».
 
È mattina. ChoSo viene svegliata dal suono familiare della suoneria del suo cellulare. Apre gli occhi e si ricorda della sera precedente, del motivo per cui il volto di quel bellissimo idol è lì vicino al suo. Scuote la testa nel tentativo di risvegliarsi. Prende in mano quell’aggeggio infernale che continua a squillare, per fortuna JaeBum sembra ancora dormire beato. Sulla schermata compare un numero a lei sconosciuto, decide di rispondere e avvicina il cellulare all’orecchio. «Lee ChoSo-ssi?» sente dall’altro capo. Una voce mai udita prima d’ora. «Sì?» pronuncia semplicemente ChoSo. «Chiamo per conto del presidente Park JinYoung». Solo a sentire proferire quelle poche parole ChoSo inizia ad entrare in panico. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di svegliare JaeBum, ancora immerso in un sonno profondo accanto a lei. ChoSo scuote JaeBum il quale svegliandosi la guarda con fare interrogativo. ChoSo gli fa cenno di non fiatare. «Per conto del presidente Park JinYoung?» ripeté ChoSo, per far capire a JaeBum la situazione. JaeBum a sentire pronunciare quel nome fece un balzo e per poco non cadde dal letto. Nella mente dei due amanti circolava un unico pensiero “Perché questa chiamata di mattina così presto? Aveva già scoperto tutto?”. ChoSo continuava a fare cenno a JaeBum di non far rumore. «Sì, il presidente vorrebbe incontrarla al più presto, se è possibile». «V-vuole incontrarmi?» iniziò a balbettare ChoSo. JaeBum la guardò preoccupato, le prese la mano e la strinse forte. Quel contatto in qualche modo rassicurò il cuore di ChoSo, la fece sentire come al sicuro. «Sì, vorrebbe vedere le foto scattate fino ad ora, soprattutto quelle scattate fuori, le verrebbe bene presentarsi nel suo ufficio oggi pomeriggio alle 18?» domandò la persona all’altro capo del telefono. Tutti i muscoli di ChoSo si rilassarono all’istante, se fosse stata in piedi molto probabilmente si sarebbe ritrovata per terra. «Per le foto? Oh, sì, sì, certo. Va benissimo come orario» disse tutto d’un fiato. Anche JaeBum fece un sospiro di sollievo. Questa volta l’avevano passata liscia ma fino a quando sarebbe stato così? Dopo aver formalmente salutato il suo interlocutore ChoSo chiuse la chiamata. Decisamente la giornata di oggi non poteva iniziare in modo peggiore ma fortunatamente c’era JaeBum accanto a lei a rendere tutto migliore. «Accidenti! Credevo che il mio cuore si sarebbe fermato da un momento all’altro» confessò JaeBum. «A chi lo dici», gli fece eco ChoSo. «So che dovrei prepararmi all’eventualità di essere scoperti ma, come dire, adesso non ero abbastanza preparato ma ti prometto che in futuro non sarà così ChoSo-ya, perciò abbi fede in me, ok?» disse JaeBum prendendo entrambe le mani di ChoSo, la quale fece un cenno di approvazione con la testa. Doveva fidarsi di JaeBum, se lui era al suo fianco, nulla poteva andare storto, di questo era ormai sicura.
 
Durante la mattina ChoSo fu impegnata con gli scatti singoli di YoungJae. Nel pomeriggio come richiesto dal presidente, si recò al JYP Building. ChoSo in cuor suo era molto agitata. Sperava davvero di fare una buona impressione. Se prima o poi la sua storia con JaeBum fosse saltata fuori, sarebbe utile aver dato una buona immagine di sé al presidente. Doveva mettercela tutta e mostrare tutta la sua professionalità e bravura. Con la testa colma di tali pensieri varcò la soglia della porta dell’ufficio di Park JinYoung.
 
La riunione tra i due durò più del previsto. ChoSo, infatti, uscì da quell’ufficio ben tre ore dopo. Il presidente le era sembrato una persona gentile e con le idee ben chiare. Aveva a cuore i suoi affari, certamente, ma teneva altrettanto a cuore i membri del gruppo, parlava di loro come fossero i suoi figli. ChoSo trovò questa caratteristica davvero lodevole per un presidente di una grande azienda. Fortunatamente anche ChoSo aveva dato una buona immagine di sé, il suo lavoro, infatti, fu egregiamente lodato dal presidente. Le promise addirittura di contattarla per lavori futuri. Fosse stata qualche settimana fa ChoSo sarebbe scappata a gambe levate pur di non lavorare nel mondo degli idol ma adesso era tutto diverso, questo grazie a JaeBum, l’uomo che le aveva rivoluzionato la sua intera esistenza, così come amava definirlo lei. Nonostante i complementi c’era qualche piccola modifica da attuare, per quanto riguardava alcuni effetti, cosa da poco, qualcosa che comunque ChoSo pensò di risolvere in serata stesso e l’indomani mostrarla al presidente. ChoSo sentì il suo cellulare squillare, guardò il nome sulla schermata con un sorriso e rispose alla chiamata «JaeBum-ah dimmi». «ChoSo-ya sei ancora qui? Al JYP Building?» domandò JaeBum dall’altro capo del telefono. «Sì, sono appena uscita adesso dall’ufficio del presidente». «Adesso? Dopo tre ore? Di cosa avete parlato per tutto questo tempo? Comunque, i membri sono appena ritornati in dormitorio, vuoi venire in sala prove a farmi un po’ di compagnia?». «Ok, ma anche io devo lavorare stasera, devo modificare qualche foto ma fortunatamente ho tutto quello che mi serve con me». «Bene, ti aspetto allora. Ricordi dov’è la sala prove?». «Sì, Sì, arrivo subito». ChoSo chiuse la chiamata e si diresse verso la sala prove. Non vedeva davvero l’ora di incontrare il suo adorato JaeBum.
Si era ormai fatto davvero tardi, dalla parete interamente ricoperta di specchi JaeBum vide ChoSo addormentarsi nella panca adagiata alla parete di fronte con ancora vicino il computer acceso. JaeBum le si avvicinò. Doveva essere davvero stanca, pensò. In questi giorni non aveva solo lavorato molto ma aveva provato diverse emozioni che molto probabilmente l’avevano sfinita. JaeBum prese una coperta dall’armadietto vicino. La distese su ChoSo. Si sedette accanto a lei, le accarezzò il volto, spostò i capelli dalla fronte di ChoSo e la sfiorò con le sue labbra. Ad un tratto si aprì la porta della sala prove e si sentì urlare «Sorpresa!». JaeBum fu colto in flagrante per la seconda volta, si allontanò subito da ChoSo rosso in volto e si ritrovò le facce sbalordite dei membri dinanzi. Solo Bam Bam ebbe il coraggio di pronunciare con un fil di voce «Hyung… cosa stavi facendo?».
 
[1] Saranghae: Termine coreano. Letteralmente significa “Ti amo”.
[2] Nado Saranghae: Termini coreani. Letteralmente significano “Anche io ti amo”.
  
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