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Autore: hyperktesis    15/06/2017    2 recensioni
Si può mai definire dove una storia inizi, o dove finisca? Per Rin Matsuoka, questi due momenti coincidono nell’eterno istante in cui l’adrenalina gli gonfia le vene, nell’ineludibile incidente che non riesce ad evitare, nell’onda cremisi che gli ottenebra la vista. Che sia rosso il senso della sua esistenza?
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"Rin capiva perfettamente. Nemmeno lui sentiva niente. Era solo brezza e sole, un limpido nulla che si muoveva con le sembianze del vecchio sé stesso, quello che un tempo si lasciava ferire dalle cose ben oltre quanto avrebbe mai ammesso a sé stesso, alle sue lacrime."
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[makorin]
[prima classificata al "flash contest - il tempo di un tramonto" indetto da Ayumu Okazaki e giudicato da
MontyDeeks sul forum di efp]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Makoto Tachibana, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname su EFP e sul forum: sunshower || aware_
Titolo: Symphony for a mayhem – in red.
Fandom: Free! Iwatobi Swim Club
Personaggi: Rin Matsuoka, Makoto Tachibana
Pairing: Rin/Makoto
Introduzione: Si può mai definire dove una storia inizi, o dove finisca? Per Rin Matsuoka, questi due momenti coincidono nell’eterno istante in cui l’adrenalina gli gonfia le vene, nell’ineludibile incidente che non riesce ad evitare, nell’onda cremisi che gli ottenebra la vista. Che sia rosso il senso della sua esistenza?
Note dell'autore: Che buffo, ci ho messo più tempo a scrivere l’introduzione che il resto di tutta la vicenda, lol. Ma veniamo a noi!
Ho deciso di strutturare la raccolta come un concerto: il preludio, l’aria, il notturno, la pausa e il congedo. Ho cercato di ricondurre tematicamente ogni flash al senso della musica che la rappresenta, ma, ahimé, sono una completa ignorante a riguardo e spero di non aver combinato disastri Spero queste flash possano piacere almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverle! Grazie per avermi dato l’opportunità di completare questo lavoro. Buona lettura <3

 

 

 

 

Symphony for a mayhem – in red. 

 

 

 

 

prelude1 of red beats;

 

 

 

La fine del mondo.
A diciassette anni è difficile farsene un'idea precisa; e per qualcuno è un amore giunto alla sua conclusione, per qualcun altro può essere un esame fallito, per altri ancora è una parola di troppo al momento sbagliato.
Rin, per quanto lo riguardava, l'aveva sempre vista come qualcosa di sanguigno, o se non altro orbitante torno al colore rosso – e si sentiva molto soddisfatto della sua idea, in qualche modo coincidente anche con le teorie altrui: perché rossi sono l'amore e la sua fine, rossa la penna che traccia gli errori, rossa la vergogna di chi parla senza riflettere.
E del medesimo colore anche i suoi capelli. Bene o male, gli piacevano; gli davano quell'aria ferale della quale amava farsi scudo, in un atteggiamento di aggressiva arroganza.
Fu per questo, forse, che al momento dello schianto, in quel brevissimo istante in cui tutto parve fluttuare, Rin credette che gli fosse finita qualche ciocca negli occhi; gli ci vollero un paio di battiti di cuore e di ciglia perché afferrasse che non si trattava dei suoi capelli.
Sangue.

  

 

 

 

*

 

air2 of red petals;

 

 

  

Brezza e sole.
Il tempo non sapeva proprio avere tatto, empatia. Non quando tutto ciò che avrebbe dovuto essere pioggia sottile e incessante, monotona, pallida e invadente, si ritrovava a tradursi in una luminosa mattina di fine estate.
Come potesse essere la terra tanto indifferente a tutto quello, al dolore, alla mancanza, nessuno l'avrebbe potuto comprendere.
Rin no. Rin capiva perfettamente. Nemmeno lui sentiva niente. Era solo brezza e sole, un limpido nulla che si muoveva con le sembianze del vecchio sé stesso
– quello che un tempo si lasciava ferire dalle cose ben oltre quanto avrebbe mai ammesso a sé stesso, alle sue lacrime.
Incredibilmente, stavolta, non aveva versato nemmeno una goccia, quasi non fosse un qualcosa che lo riguardasse. O qualcosa che l'avesse colpito. Non avrebbe saputo spiegarlo, Rin, come fosse possibile, ma davanti a quel blocco di pietra intagliato non riusciva a parlare, pensare, provare niente. Quel nome inciso così seccamente, freddo, sterile proprio non riusciva a ricordarglielo, a comunicargli quella vita appena finita. Rin l'avrebbe sicuramente fatto scrivere diversamente, con un taglio più curvo, più dolce. Eppure era conscio che non sarebbe stato mai in grado, nonostante l'impegno, di rappresentare in qualche carattere quegli occhi, quel sorriso, quella storia.
Nessuno ne sarebbe mai stato capace.
Sfregò un'ultima volta i polpastrelli sugli steli sottili prima di lasciar cadere quei ragni rossi3 sull'erba dinanzi alla lapide. Il vento avrebbe accarezzato i gigli.
Per lui era ora di andare.

 

 

 

 

*

 

nocturne4 for red memories;

 

 

 

La luce vermiglia invade quella cabina panoramica, invade loro.
Non sono niente più che due ragazzi e qualcosa che ancora non comprendono.
Qualcosa che, forse, uno sta accettando e l'altro cercando di negare.
- Dato che ti sei trasferito da pochi giorni a Tokyo, ho pensato che da qui potessi vederla meglio. -
E uno sorride e l'altro volta lo sguardo fuori, verso il panorama.
- È bello da qui, no? -
- Sì. - replica Rin, leggermente a disagio. Non sa perché sia venuto, perché sia rimasto, perché stia guardando quel tramonto cremisi sulla città. - Haruka? - aggiunge nervosamente.
- Si allena. -
Quel sorriso non si spegne ma si incrina appena. Il suo proprietario abbassa gli occhi sulle sue dita intrecciate. - Senti, Rin. -
Rin che malvolentieri lascia il panorama per concentrarsi sull'altro ragazzo.

- Non voglio sembrarti... precipitoso. -
Lo guarda arrossire mentre il suo, di colorito, illividisce.
- So che probabilmente penserai che sono un idiota che sta solo perdendo tempo, - e
 il suo sorriso si fa amaro e a Rin quasi fa male - ma volevo dirti, anche se so che non ti interessa... -
Il respiro si spezza.
- Che starti vicino mi fa stare bene, che vederti sorridere mi è sempre piaciuto, e che il colore dei tuoi capelli è il mio preferito. -
Le iridi di Rin sono incollate al labbro che l'altro si sta mordendo adesso con forza, in silenzio, in attesa di qualcosa, di una risposta.
La cabina è sulla cima della ruota panoramica e tutto tace.
- Ma certo. Scusa. Chiaramente è una cosa che penso solo io. Scusa davvero. Dimentica tutto. Fai finta che -
Rin non lo lascia finire.
Ora pensa solo che le sue labbra siano incredibilmente morbide per essere quelle di un ragazzo.


Aprì gli occhi.

 


 

 

*

 

abeyance5 in red mo(u)rning; 

 


 

Notti come giorni.
Ogni minuto sgocciolava via togliendogli il sonno, la voglia, la vita. E nemmeno voleva reagire.
Dopo quel giorno, al cimitero non era più tornato. Ne aveva avuto abbastanza di morte, eppure anche nella penombra del suo appartamento se la sentiva appiccicata alla pelle come sudore umido, come sangue rappreso.
A volte sentiva il rumore di un'auto che passava sotto la sua finestra, e non poteva reprimere un brivido – nemmeno la periferia più estrema di Tokyo era abbastanza per tenerlo al sicuro.
O forse era Tokyo stessa che non lo voleva più, che lo stava cacciando. Da solo, Rin era soltanto un impiccio, anche per una città fredda.
Girandosi sul fianco, le molle del materasso che cigolavano piano sotto il suo peso, puntò gli occhi al muro scrostato. Dietro le palpebre, le immagini che non sapeva cancellare, impresse a fuoco nella sua mente. Poteva ancora sentire la sua pelle liscia sotto le dita, se ci provava, e la sua voce che si riempiva di orgoglio quando parlava dei suoi fratellini che stavano per entrare al liceo.
Non li avrebbe visti diplomarsi, si ritrovò a pensare.


Fu strano in quel momento.
Quasi che quello stupido pensiero gli avesse spezzato qualcosa dentro, qualcosa che non credeva più di avere, in quel nulla cosmico che provava, che aveva provato dal momento in cui si era svegliato in ospedale e aveva saputo del funerale.
Finalmente, finalmente il respiro si frammentò, un singhiozzo per ogni ago che gli pungeva la gola e il petto – e finalmente, ancora, sentì la pelle bagnarsi per tutto ciò che, dopo troppo poco tempo, aveva perduto.
E urlò al mondo quel dolore che sapeva quasi di libertà. 

 


 

 

*

 

congedo6 in green oceans.

 

 

 

Luce.
Rin non l'aveva mai trovata tanto fastidiosa quanto in quel momento, puntata sulle sue palpebre pesanti. Portandosi una mano al volto per proteggersi, rifletté che era davvero curiosa, quella luce, nella sua stanza che le finestre le aveva sempre chiuse. E che, pure, non gli sembrava di essersi addormentato, non con qualcosa stretto tra le dita.
Aprì gli occhi di scatto, portandosi a sedere in quello che decisamente non era il suo letto, in quella che altrettanto decisamente non era la sua stanza, non il suo appartamento – un ospedale? – ; e tra le dita, non qualcosa, ma qualcuno.
Stringendo le labbra, Rin vide il mondo farsi liquido, appannato dietro un muro acquoso.
La figura, addormentata con la testa sul suo lettino, ebbe un fremito, si raddrizzò sulla sedia con una certa fatica, schiudendo le palpebre lentamente, senza nemmeno focalizzare davvero lo sguardo su niente.
Ma fu un attimo, prima di accorgersene.
- Rin... Rin! -
Disse, e Rin rimase in silenzio, troppo intento a divorare con gli occhi il volto dell'altro, con una barba appena accennata, le occhiaie e degli zigomi sin troppo sporgenti.
Ma le iridi verdi, loro e anche la stretta in cui dopo un istante si ritrovò intrappolato, erano quelle, inconfondibili, di sempre, di lui –

Makoto.

 

 

 

 

1* preludio - brano piuttosto breve collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione.

2*air, aria – componimenti dedicati all'accesso all'intimo sentimento, stasi drammaturgica.

3*ragni rossi  la lycoris radiata, anche nota come giglio dei ragni rossi o giglio della resurrezione, è una pianta che fiorisce in tarda estate ed è utilizzata spesso nella tradizione giapponese come tributo da offrire al morto sulla sua tomba [invito a leggere la leggenda che si racconta sulla sua origine (nella pagina di wiki) perché la trovo incredibilmente bella~].

4*nocturne, notturno – ispirato alla notte, componente di sogno.

5*abeyance - pausa.

6*congedo - conclusione.

   
 
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