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Autore: Rinalamisteriosa    15/06/2017    0 recensioni
Erika associa l’estate al caldo torrido, al sudore appiccicoso, a ventilatori e condizionatori accesi, alla ricerca costante di una zona d’ombra e alle bevande fredde, anzi ghiacciate. Ritrova tutte queste cose in un improvviso viaggio di lavoro in coppia con quel folle presuntuoso del suo giovane capo, l’irritante Brian.
[Piccola AU per il personaggio di Erika, protagonista della precedente one-shot "Dolce e piccante"]
{Questa storia partecipa al contest “Caffè o Tè?” a cura di Fanwriter.it!}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scoprirsi amante del caffè

 

 

 

 

 

 

Erika associa l’estate al caldo torrido, al sudore appiccicoso, a ventilatori e condizionatori accesi, alla ricerca costante di una zona d’ombra e alle bevande fredde, anzi ghiacciate. Ritrova tutte queste cose in un improvviso viaggio di lavoro in coppia con quel folle presuntuoso del suo giovane capo, l’irritante Brian.

Al momento, la ragazza dagli ondulati capelli neri siede in una camera d’albergo per due.

A occuparla lei, lui, un tè freddo, una granita al caffè e una torta gelato.

Sul piattino di porcellana in verità è rimasto l’ultimo pezzetto e i due si scrutano intensamente, assottigliando gli occhi come sono soliti fare i pistoleri nei film western. Vince il più lesto con il cucchiaino, ovviamente.

Erika si sente appagata e felice quando mette il suo piccolo trofeo in bocca, mentre il ragazzo aggrotta la fronte. Sembra avere cattive intenzioni.

Difatti, bruscamente, Brian si alza dalla sedia e aggira il tavolo fino a ritrovarsi affianco alla ragazza. Allora si azzarda a posare le mani sulle sue guance, si china ad altezza viso e lecca via il gelato alla nocciola dagli angoli delle sue labbra.

Si fissano per qualche secondo, lui intensamente con le sue iridi di un verde cangiante, l’altra completamente disorientata. Si dimentica persino di inghiottire, quando egli si china nuovamente, quando si riempie la bocca con un cucchiaio di granita, la bacia e la forza a gustarla insieme.

Si staccano giusto il tempo di ingoiare il tutto.

Lei, occhi sgranati e gote arrossate, realizza solo in quell’istante cosa sia appena successo. Lui ha ribaltato astutamente la situazione che lo dava per perdente e vorrebbe sentirsi già soddisfatto, ma in realtà non gli è bastato.

Desidera di più, vuole approfondire il contatto, sussurra le sue scuse mentre lei tenta di indietreggiare, di opporre resistenza. Si alza e muove dei passi all’indietro, senza perderlo di vista.

A quel punto, Brian la acchiappa dal braccio, la segue, la blocca tra il muro e il proprio corpo. Prima lo chiede gentilmente, un bacio, le accarezza piano le spalle e il collo, la vezzeggia con le sue attenzioni, con parole seducenti e dolci come il miele.

E con la promessa che, se baciarlo non le piace, lui se ne andrà subito e non ne riparleranno più. Frattanto i loro visi si accostano, i respiri si fondono, le labbra si schiudono e le palpebre si abbassano.

Una parte di Erika le urla che Brian in passato era lo stesso bambino che le faceva i dispetti, lo stesso ragazzo che la sfotteva di continuo e si comportava da bullo immaturo, lo stesso uomo che pareva l’avesse assunta come sua segretaria per stressarla continuamente e per pagarla in ritardo.

Adesso che ha rivelato il suo reale interesse per lei, che la tratta come mai avrebbe immaginato potessero essere i loro rapporti, quella parte orgogliosa e diffidente viene messa a tacere da una serie di sensazioni nuove e sconosciute – il cuore batte forte come un tamburo, le mani tremano visibilmente, ha la pelle d’oca e brividi lungo la schiena, il calore affluisce alle gote arrossate.

Da un bacio appena accennato, un semplice sfioramento di labbra, passano a un secondo contatto. A un terzo, poi a un quarto e così via, finché la ragazza non gli consente di approfondire.

Rilascia languidi sospiri, non lo respinge e lui si sente incoraggiato a non lasciarla andare via.

Lento, appassionato, mozzafiato.

Le gambe le cedono e si deve aggrappare al suo corpo, si sostiene cingendogli il collo con le braccia, facendosi più vicina.

Anche Brian ne sorregge il dolce peso, mentre la mangia di baci; le mani scivolano su e giù, carezzano spalle, schiena, fianchi, posteriore, poi di nuovo schiena, fianchi.

Sopra la maglietta, poi sotto, Erika trasalisce quando il palmo ruvido della sua mano blandamente lambisce la pelle nuda.

Vorrebbe dirgli di no, che non possono spingersi oltre, non in quel momento, è troppo presto, mugugna, scuote la testa, interrompe il bacio, respira, inspira e intanto lui le ha scoperto interamente la pancia.

«Togliamola, non serve», impone caldamente. E assicura di levarsi la camicia subito dopo. Decide lui, basta opporsi, hanno aspettato troppo. Via la maglietta, c’è solo un reggiseno rosso a coprirla, ma si sente comunque esposta, incrocia le braccia per nascondere meglio le forme rotonde sul suo petto, mentre lui è impegnato a sbottonare. La guarda, la fa arrossire, stringe prevenuta le cosce.

Via la camicia, due prese ferree cingono i polsi e di nuovo la spinge contro il muro, labbra su labbra e pelle su pelle. Bloccata, impotente e alla sua mercé, ella percepisce ogni muscolo duro contro di sé.

Black-out.

Il cervello di Erika è ormai fuori uso, non serve ragionare con i sentimenti, se c’è di mezzo la passione i pensieri passano in secondo piano.

Molto presto, il reggiseno fa la stessa fine della camicia e della maglietta, tutti sul pavimento.

La ragazza solleva il capo, il viso arrossato e stringe i denti mentre le mani dell’ormai disinibito giovane si chiudono a coppa sui suoi seni, li palpa, li massaggia, li schiaccia, finché con due dita non strizza un capezzolo e lei se ne lamenta.

Lo prega di essere più delicato, non ci è abituata, ma con una mano Brian soffoca le sue parole. Gli geme sul palmo che le ha coperto le labbra quando lui prende a succhiare il capezzolo inturgidito del seno destro. Prova un ultimo e debole tentativo di divincolarsi, volto più che altro a riprendere il controllo, ma dopo un bacio accattivante, Erika capisce che deve arrendersi al fatto che è attratta fortemente da lui, così come lui è attratto da lei.

Stretta al petto muscoloso, presa da braccia forti, sorretta da gambe che si dirigono verso il letto matrimoniale, lei si lascia gettare nel vortice della perdizione.

E sarà un po’ come scoprirsi amante del caffè dopo anni in cui ha sempre preferito il tè.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Caffè o Tè?” a cura di Fanwriter.it! 

Numero Parole: 974

Prompt/TracciaEstate: Tè freddo e granita di caffè

 

Terzo esperimento di genere "lime", riprendendo il personaggio di Erika (poverina xD) e accoppiandola a un altro uomo.

 

Rina

 

 

 

  
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