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Autore: Emmastory    15/06/2017    1 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XLIII

Maestri dell’inganno

Ancora impegnata a pensare ed elaborare schemi per riuscire a sopravvivere a questo scempio, non dormo da ore, e come sempre, mi occupo dell’allenamento dei ragazzi. In fin dei conti, sono stata io ad insegnare a Terra come usare la sua daga. Il talento di Rose nel tiro con l’arco si è palesato in maniera quasi naturale, ma ciò non significa che a volte lei non abbia bisogno di me. “Tutti abbiamo bisogno d’aiuto una volta o l’altra.” diceva e dice sempre mia madre, ripetendo questa frase in più d’un’occasione. Rimanendo sempre vicini, i miei amici ed io ci sosteniamo a vicenda, continuando a tenere unita la grande e allargata famiglia in cui viviamo. A questo proposito, non vedo Alisia da parecchi giorni, e non avendo sue notizie, posso solo sperare che stia bene. Per pura fortuna, la sua casa è distante dai luoghi della battaglia, e avere Ilmion accanto non è che positivo. Ne abbiamo parlato una volta sola, ma nonostante abbia trovato la felicità in lui, non riesce ancora a fidarsi completamente, né a godere dei preziosi momenti che passano insieme. Per qualche strana ragione, ha ancora in testa mille pensieri legati ad Ashton. Avendo buttato via la collanina ricevuta in regalo, ha dato prova di non esserne più innamorata, ma in qualità di sua sorellastra e prima confidente, sono convinta che ci sia qualcosa sotto. Non so ancora cosa, ma sono pronta a scoprirlo. Ora come ora, vorrei davvero parlarle, ma non posso. Da quando siamo tornate entrambe dal campo, lei non ha fatto altro che cercare di difendersi e star lontana dai pericoli proprio come me, ma ad essere sincera, la sua lontananza inizia a farmi davvero male. Non saremo mai davvero sorelle, ma le voglio bene, e saperla triste o amareggiata mi spezzerebbe il cuore in migliaia di minuscoli pezzi. Fingendo indifferenza in realtà non provata, finge di star bene, ma io non le credo. La conosco bene e quasi meglio di me stessa, ragion per cui ho una sola certezza. Si rifiuta di dirlo apertamente nascondendosi dietro ad una falsa maschera, ma a quanto sembra, quel mostro ha fatto ritorno nella sua vita. A detta di Stefan e dei miei amici sto esagerando, e nonostante io sia preoccupata per lei, comprendo di trovarmi di fronte ad un metaforico bivio. Che fare? Dar retta al mio gruppo o fidarmi del mio istinto? Non so decidere, e con una miriade di dubbi che mi ronzano in testa come un intero sciame d’insetti, faccio del mio meglio per mantenere la calma. Sono combattuta, ho davvero i nervi logori, e come se questo non fosse abbastanza, qualcosa di nuovo ha scosso la mia povera amica Samira. Recentemente, suo fratello Basil ha chiesto di unirsi a noi, e stringendolo in un abbraccio, abbiamo accettato, ma questo non è il punto. Appena arrivato, appariva letteralmente svuotato di ogni energia, e aveva una faccia decisamente scura. Piccoli indizi, certo, ma che una volta messi insieme, avrebbero potuto portarci alla risoluzione di questo mistero. Concedendomi del tempo per pensare, collegai ogni tessera di questo vitreo mosaico, per poi riuscire a capire ogni cosa. Proprio come sospettavo, anche lui era davvero turbato da qualcosa, e sentendo di non poter più nascondere tutto alla sua stessa sorella, era venuta a cercarla per parlarle, prendendo poi due piccioni con una fava. Difatti, aveva trovato tutti noi, e finalmente, aveva deciso di aprirsi. Respirando a fondo, si preparò a dovere, e subito dopo averlo fatto, pronunciò una sola parola. “Maddox.” Un nome che avevo già sentito, e che per me aveva un solo significato. Male. Proprio così, male. Era ormai passato moltissimo tempo, ma nonostante tutto ricordavo ancora benissimo l’inferno che aveva fatto passare a me e Stefan. A causa della pazzia ero quasi morta, ma per fortuna ero riuscita a salvarmi, e sin da quel giorno, non avevo fatto altro che sperare di non rivederlo. Fino ad ora le mie speranze non erano state tradite, ma a quanto sembrava, le mie buone stelle sembravano essersi spente. Così, con una vera e propria guerra che minacciava l’intera popolazione, e il dolore sembrava essersi impadronito dell’animo di ognuno di noi, c’era solo una cosa da fare. Stringere i denti e resistere, nonostante la presenza fra la povera gente di odiosi mostri come Ashton e Maddox, diversi ma uguali al tempo stesso, in quanto perfetti maestri dell’inganno.
   
 
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