16/06/2017
5 recensioniDI IMBARAZZO, TENEREZZA E SCENE DI VITA NON PROPRIO QUOTIDIANA.
«Ti adora, non c'è altra spiegazione.»
Le rispose solo il silenzio. Cercò di non scoppiare in una risata che poteva disturbare lo spettacolo che avevano davanti: questa era una di quelle occasioni che si sarebbe ricordata per il resto della vita e Temari non voleva rischiare di perdersela né di rovinarla.
L'espressione confusa di Gaara e la sua esitazione erano una chiara spiegazione dell'assenza di una qualsiasi risposta alla sua affermazione. Dopotutto, sembrava proprio che il suo fratellino non riuscisse a capire per quale diavolo di motivo ciò che stava accadendo davanti ai loro occhi stava effettivamente accadendo.
«Aspetta qui, vado a prendere la macchina fotografica e Shikamaru» gli sussurrò la sorella, facendogli l'occhiolino. «Tu non ti far notare.»
Davvero lo stava mollando lì, da solo?
E come si sarebbe dovuto comportare in una situazione del genere?
Ma il bambino sembrava così concentrato, e incredibilmente a suo agio, che Gaara non ci pensò due volte a poggiarsi con la spalla allo stipite della porta del bagno e a osservare con un'espressione che si poteva definire solo intenerita quello che aveva davanti.
Suo nipote non si era minimamente accorto della sua presenza e forse era meglio così: chissà la reazione che avrebbe avuto una volta scoperto di essere stato colto in flagrante! Ma, dopotutto, quello era il figlio di Temari e Shikamaru: troppo sveglio per avere solo sette anni e troppo shinobi nel sangue per non accorgersi di uno sguardo insistente a pochi metri di distanza.
Shikadai si voltò verso di lui di scatto, il viso a formare una smorfia di sorpresa e imbarazzo. Urlò qualcosa di incomprensibile e saltò giù dallo sgabello che stava usando per guardarsi allo specchio, prendendo a correre verso lo zio e a spingerlo fuori dal bagno con la piccola forza che possedeva.
«No, zio Gaara! Non è giusto, non è giusto!» si lamentò il bambino, la voce acuta di chi era estremamente in imbarazzo. «Esci, esci!»
Gaara fece un piccolo sorriso e si lasciò spingere, guadagnandosi come premio la porta in faccia. Ridacchiò sommessamente, ancora un po' incredulo per lo spettacolo appena visto, ma si ricompose non appena vide la chioma biondo cenere della sorella maggiore spuntare da oltre un angolo del corridoio – prontamente accompagnata dalla coda mora del marito.
«No, Gaara!» esclamò immediatamente Temari. «Ma dai, ti avevo detto di startene zitto! E io ora la foto come la faccio?»
«Scusa.»
«Accidenti!»
Shikamaru li guardava in silenzio, sentendosi chiamato in causa non appena gli occhi verdi della moglie si posarono su di lui, senza pietà – in un'eccellente richiesta silenziosa di prendere una posizione. L'uomo sospirò, il pensiero di star viziando troppo quella seccatura che prendeva vita nella sua mente; ma era talmente palese che Temari sorrise, vittoriosa da qualunque punto di vista si potesse vedere quella scena.
«Mah, credo che prima o poi verrà fuori da quel bagno per mostrarci il suo capolavoro» disse. «E poi, Temari, non so quanto tu voglia vedere, esattamente, la fine che hanno fatto i tuoi trucchi.»
Temari lo guardò storto per un momento, ricordandosi improvvisamente che sì, quelli che Shikadai aveva in mano erano proprio la sua matita nera e il suo rossetto rosso. La sua preziosa matita nera e il suo prezioso rossetto rosso.
In un ringhio sommesso, la donna passò con un lancio la macchina fotografica al marito – che afferrò prontamente – e, superato Gaara, iniziò a battere la mano contro la porta del bagno, strepitando al povero bambino barricato lì dietro della fine che avrebbe fatto una volta uscito.
Shikamaru si avvicinò al cognato, un piccolo sorriso a intenerirgli i lineamenti marcati. Dopotutto, quella era la realtà che si era scelto. Anche Gaara stava sorridendo, quella piccola increspatura delle labbra a testimoniare che non si stava pentendo minimamente di aver deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza dai Nara.
«Ma quindi è vero quello che mi ha detto Temari?»
«Sì.»
«Allora ci credo che voglia una foto ricordo.» Shikamaru sentì lo sguardo di Gaara su di sé – quegli occhi verdi uguali a quelli di sua moglie e di suo figlio. «Insomma, quando lo rivedremo con gli occhi cerchiati di nero e dei kanji rossi sulla fronte nell'imitazione dello zio più forte ed eroico di sempre?»
«Di' a tuo figlio di smetterla di chiamarmi così, ti prego.»
Angoletto che mi ritaglio perché sì:
Massseraaaa
Ritorno, inaspettatamente, dopo esattamente tre giorni la pubblicazione dell'altra mia one-shot su Naruto [pubblicità esplicita: siete fan della MinaKushi? Non vedete l'ora di un po' di fluff e angst tutto insieme? Allora Leggènda vi sta aspettando!], e dico 'esattamente' perché è di nuovo l'una di notte e io mi devo svegliare presto e sono in crisi TT
Ma bando alle ciance e ciance alle bande: come mi è uscito questo coso? Una Fanart. Una meravigliosa Fanart che ho visto in un momento di estrema noia, googlando 'Shikadai and Gaara' perché sì: non ve la metto qui solo perché sono un'impedita con html e roba varia, scusatemi. Ma se fate la ricerca come me vi giuro che non ve ne pentirete: troverete certe Fanart di questi due che boh, mi sciolgo AHAHAHA
Be', non ho altro da dire. La solita solfa del: recensite, aggiungete questo disagio nelle vostre liste e pace e amore e cioccolato a tutti :D
Evaporo,
Agri :3
Le rispose solo il silenzio. Cercò di non scoppiare in una risata che poteva disturbare lo spettacolo che avevano davanti: questa era una di quelle occasioni che si sarebbe ricordata per il resto della vita e Temari non voleva rischiare di perdersela né di rovinarla.
L'espressione confusa di Gaara e la sua esitazione erano una chiara spiegazione dell'assenza di una qualsiasi risposta alla sua affermazione. Dopotutto, sembrava proprio che il suo fratellino non riuscisse a capire per quale diavolo di motivo ciò che stava accadendo davanti ai loro occhi stava effettivamente accadendo.
«Aspetta qui, vado a prendere la macchina fotografica e Shikamaru» gli sussurrò la sorella, facendogli l'occhiolino. «Tu non ti far notare.»
Davvero lo stava mollando lì, da solo?
E come si sarebbe dovuto comportare in una situazione del genere?
Ma il bambino sembrava così concentrato, e incredibilmente a suo agio, che Gaara non ci pensò due volte a poggiarsi con la spalla allo stipite della porta del bagno e a osservare con un'espressione che si poteva definire solo intenerita quello che aveva davanti.
Suo nipote non si era minimamente accorto della sua presenza e forse era meglio così: chissà la reazione che avrebbe avuto una volta scoperto di essere stato colto in flagrante! Ma, dopotutto, quello era il figlio di Temari e Shikamaru: troppo sveglio per avere solo sette anni e troppo shinobi nel sangue per non accorgersi di uno sguardo insistente a pochi metri di distanza.
Shikadai si voltò verso di lui di scatto, il viso a formare una smorfia di sorpresa e imbarazzo. Urlò qualcosa di incomprensibile e saltò giù dallo sgabello che stava usando per guardarsi allo specchio, prendendo a correre verso lo zio e a spingerlo fuori dal bagno con la piccola forza che possedeva.
«No, zio Gaara! Non è giusto, non è giusto!» si lamentò il bambino, la voce acuta di chi era estremamente in imbarazzo. «Esci, esci!»
Gaara fece un piccolo sorriso e si lasciò spingere, guadagnandosi come premio la porta in faccia. Ridacchiò sommessamente, ancora un po' incredulo per lo spettacolo appena visto, ma si ricompose non appena vide la chioma biondo cenere della sorella maggiore spuntare da oltre un angolo del corridoio – prontamente accompagnata dalla coda mora del marito.
«No, Gaara!» esclamò immediatamente Temari. «Ma dai, ti avevo detto di startene zitto! E io ora la foto come la faccio?»
«Scusa.»
«Accidenti!»
Shikamaru li guardava in silenzio, sentendosi chiamato in causa non appena gli occhi verdi della moglie si posarono su di lui, senza pietà – in un'eccellente richiesta silenziosa di prendere una posizione. L'uomo sospirò, il pensiero di star viziando troppo quella seccatura che prendeva vita nella sua mente; ma era talmente palese che Temari sorrise, vittoriosa da qualunque punto di vista si potesse vedere quella scena.
«Mah, credo che prima o poi verrà fuori da quel bagno per mostrarci il suo capolavoro» disse. «E poi, Temari, non so quanto tu voglia vedere, esattamente, la fine che hanno fatto i tuoi trucchi.»
Temari lo guardò storto per un momento, ricordandosi improvvisamente che sì, quelli che Shikadai aveva in mano erano proprio la sua matita nera e il suo rossetto rosso. La sua preziosa matita nera e il suo prezioso rossetto rosso.
In un ringhio sommesso, la donna passò con un lancio la macchina fotografica al marito – che afferrò prontamente – e, superato Gaara, iniziò a battere la mano contro la porta del bagno, strepitando al povero bambino barricato lì dietro della fine che avrebbe fatto una volta uscito.
Shikamaru si avvicinò al cognato, un piccolo sorriso a intenerirgli i lineamenti marcati. Dopotutto, quella era la realtà che si era scelto. Anche Gaara stava sorridendo, quella piccola increspatura delle labbra a testimoniare che non si stava pentendo minimamente di aver deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza dai Nara.
«Ma quindi è vero quello che mi ha detto Temari?»
«Sì.»
«Allora ci credo che voglia una foto ricordo.» Shikamaru sentì lo sguardo di Gaara su di sé – quegli occhi verdi uguali a quelli di sua moglie e di suo figlio. «Insomma, quando lo rivedremo con gli occhi cerchiati di nero e dei kanji rossi sulla fronte nell'imitazione dello zio più forte ed eroico di sempre?»
«Di' a tuo figlio di smetterla di chiamarmi così, ti prego.»
Angoletto che mi ritaglio perché sì:
Massseraaaa
Ritorno, inaspettatamente, dopo esattamente tre giorni la pubblicazione dell'altra mia one-shot su Naruto [pubblicità esplicita: siete fan della MinaKushi? Non vedete l'ora di un po' di fluff e angst tutto insieme? Allora Leggènda vi sta aspettando!], e dico 'esattamente' perché è di nuovo l'una di notte e io mi devo svegliare presto e sono in crisi TT
Ma bando alle ciance e ciance alle bande: come mi è uscito questo coso? Una Fanart. Una meravigliosa Fanart che ho visto in un momento di estrema noia, googlando 'Shikadai and Gaara' perché sì: non ve la metto qui solo perché sono un'impedita con html e roba varia, scusatemi. Ma se fate la ricerca come me vi giuro che non ve ne pentirete: troverete certe Fanart di questi due che boh, mi sciolgo AHAHAHA
Be', non ho altro da dire. La solita solfa del: recensite, aggiungete questo disagio nelle vostre liste e pace e amore e cioccolato a tutti :D
Evaporo,
Agri :3