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Autore: Iodicodino    16/06/2017    1 recensioni
Holmes ha scritto una lettera e l'ha fatta scivolare dentro una bottiglia per gettarla nel mare. In essa sono contenute tutte le parole di un'esistenza vuota, in cui pare risplendere soltanto un barlume: Lei. Il suo nome non viene neanche pronunciato. Che Lei sia reale oppure no, che sia una proiezione mentale di una presunta pazzia o una persona in carne e ossa, non è dato saperlo. Lei assume importanza nel momento in cui l'ha fatto sentire meno solo, per una volta, in mezzo ad un labirinto vizioso senza una via d'uscita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Caro Sconosciuto.
 
Mi chiamo Holmes e penserai che sono pazzo. Tutti lo pensano, soltanto perché vedo il mondo al contrario e da quella prospettiva riesco a percepire cose, dettagli che la gente comune non vedrà mai. Non sprecherò il mio tempo per parlare di me perché non avrebbe importanza. Nulla ha più importanza ormai, neanche ora che sto poggiando la penna su questo pezzo di carta e sto scrivendo con la mia calligrafia orribile che farai fatica a decifrare. Questo momento sarà già passato.
 
Sto parlando con te. Sì, esatto, con te, chiunque tu sia. Non ti conosco così come tu non conosci me. E sinceramente non so se esisti o se mai esisterai, perché questo messaggio è stato gettato dentro una bottiglia nelle fauci del mare. L'ho fatto perché penso che alcune cose debbano essere scritte e debbano rimanere nel tempo. Potrei essere ancora qui quando prenderai tra le mani questo sudicio pezzo di carta, oppure me ne sarò andato via. Ma lei, che ha svuotato il mio corpo della sua anima, risucchiandola con i suoi baci, deve rimanere perché è l'unico modo perché entrambi possiamo continuare a vivere, immortali, su questa terra. Bisogna ricordare, e ricordare lei sarà un piacere. Deve esserlo per forza perché, a dir la verità, rappresento lo scarto di questa società perversa e se ha sollevato me, e impossibile che non riesca a fare altrettanto con te.
Non lo dico per autocommiserarmi, no. È la verità. Da quando sono nato fino a questo momento dovevo sapere che sarebbe stato sempre peggio e che la mia anima sarebbe appassita a poco a poco, accartocciandosi come una foglia secca sotto il sole d'estate. E ora mi sento come un involucro di carne che agisce spudoratamente e senza ritegno, senza pensare minimamente a quali possano essere le conseguenze. E se succede qualcosa che non mi garba, scappo via. È da una vita che scappo e ho sempre sperato di farlo con lei. Ed è forse grazie a lei che per l'umanità esisto ancora. Anche se cambio aspetto, forma, nome o identità, per lei sarò sempre quel ragazzino imbronciato di quattordici anni che in classe se ne stava seduto all'angolino, che non alzava mai la mano, che non parlava mai, che durante il pranzo era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via, tutto questo soltanto per evitare di scambiare quattro chiacchiere con i compagni durante il tragitto verso i dormitori. Ho sempre allontanato tutti e tutto da me perché sapevo che avrei provocato soltanto dolore, a me e agli altri. Ma lei non si è arresa mai. Nonostante la spingessi via, nonostante tentassi di allontanarla da me, si avvicinava sempre di più, violando la mia intimità. Mi chiedevo: perché sta facendo questo? Perché vuole farsi del male? Perché vuole fare del male ad entrambi? E solo quando finalmente cominciai a pormi queste domande, capì che lei non stava cercando soltanto di aiutarmi, come gli altri. Lei aveva visto la paura che animava i miei occhi ogni volta che qualcuno provava a sfiorarmi un braccio, aveva visto i sentimenti che ballavano repressi dietro il mio sguardo vitreo e sentivo che ne era attratta, come se fosse una droga. Ma si sa come va a finire in queste situazioni: si cade in una spirale viziosa che ti avvolge e ti soffoca togliendoti l'aria dai polmoni. Quando mi resi conto che mi stava cambiando e che mi stava insegnando cosa significa provare qualcosa per una persona, che non fosse rabbia, odio o paura, mi accorsi che anche lei aveva modificato il suo modo di comportarsi. Era sempre stata buona e gentile con tutti. Era impossibile odiarla, ma spesso, anche se in maniera non troppo violenta, ho potuto scorgere nel suo atteggiamento, una forte possessione nei miei confronti, qualcosa che va al di là del normale spirito fraterno o addirittura materno. No, era qualcosa di malato, qualcosa che le avevo attaccato come un morbo e che la stava divorando pezzo dopo pezzo, prendendo a morsi la sua coscienza che fino a quel momento era stata limpida come l'acqua di un ruscello. Vedevo come il seme della rabbia stesse germogliando dentro di lei, una furia indomabile, la stessa ira che mi scalda ogni volta il petto e che mi fa sentire vivo, più vivo che mai. Conoscevo quella sensazione e sapevo che il diavolo pensa sempre al suo tornaconto. Quando fui totalmente convinto che mi stesse portando fuori dal mio bozzolo, capii che invece ero io a trascinarla nel baratro, spingendo la corda che, se spezzata, ci avrebbe divisi dal resto del mondo. Io e lei contro tutti, tutti quanti. Ma per una volta in vita mia, per una singola volta nella mia esistenza, potevo illudermi di non essere più solo, per quanto in realtà fossimo entrambi, a modo nostro, soli e incompresi.

Non pretendo che tu capisca. Sinceramente non mi interessa. Forse neanche leggerai tutto quello che ho scritto pensando che la mia fatica sia stata inutile. Potrai credere che si tratti soltanto di uno scherzo o che chi l'ha scritto non sia sufficientemente all'altezza per essere degnato della tua attenzione. E tu pensalo pure. Dico: pensa quel che ti pare. Non avrà alcuna importanza la tua opinione. Perché nel nostro piccolo universo noi esistiamo, siamo esistiti ed esisteremo. Da soli, diversi, divisi dal resto del mondo. Noi SIAMO. Mi chiamo Holmes e penserai che sono pazzo, ma non avrà alcuna importanza.
Per me il pazzo sei tu e sono sicuro che dopo aver letto quello che ho scritto, anche tu comincerai a porti delle domande.
 
   
 
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