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Autore: Ori_Hime    16/06/2017    2 recensioni
[YOUR NAME ][YOUR NAME ]Storia ambientata alla fine del film “Your name” (Kimi no na wa) di Makoto Shinkai, quando Mitsuha e Taki si incontrano sulla scalinata e si chiedono: “Qual è il tuo nome?”
Mi sono presa la libertà di aggiungere particolari sui personaggi e sui luoghi che non vengono descritti, per il resto dovrebbe essere abbastanza fedele al romanzo del regista.
Vi lascio una citazione per incuriosirvi!
“-I tuoi disegni di Itomori, il mio cordino per i capelli... Non possono essere coincidenze, giusto?- spiego accennando a due delle tante cose che ci accomunano. (...)
Sembra che tutta la nostra vita sia stata una preparazione a questo incontro. Il modo in cui pensiamo diversamente, ma allo stesso tempo ci comprendiamo: siamo come due facce della stessa medaglia. Come due fili intrecciati dello stesso nastro.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mitsuha Miyamizu, Taki Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo rosso del Destino

Capitolo 6 – Sogni e distanze

Luglio – Tokyo

 

Mitsuha

Caro Taki,

ti scrivo questa lettera per raccontarti uno strano sogno: ero ancora adolescente e improvvisamente mi sono svegliata in un letto che non mi apparteneva, in una camera disordinata, in una città a me sconosciuta.

Mi sono specchiata e non ho visto il mio volto, ma quello di un ragazzo: il tuo! Vedo tuo padre che mi dice di andare a scuola, anche se mi sono svegliata tardi (o forse dovrei dire svegliato?), perciò scendo in strada, perdendomi a guardare gli enormi palazzi di Tokyo. Arrivo a scuola e incontro i tuoi amici che sono così gentili che mi offrono parte del loro pranzo perché io l'ho dimenticato... Non ho mai incontrato dei ragazzi così disponibili e affascinanti sai? Poi suggeriscono di andare ad una caffetteria, che scopro essere la stessa del nostro primo incontro e ordino le stesse identiche cose. Che mi siano piaciute così tanto che le ho volute ordinare anche nel sogno? Improvvisamente mi squilla il cellulare: sono in ritardo al lavoro! Non so quasi chi sono e dovrei sapere che ho un lavoro?! Mi precipito al ristorante del nostro primo appuntamento e conosco la sempai Okudera, più giovane ma sempre molto bella... posso capire perché te ne fossi infatuato!

Non è assurdo? Credo di essermi ricordata del film visto assieme al cinema a San Valentino prima di addormentarmi, sai quello degli uomini che per salvarsi entrano nel corpo di alieni? Quello. Ecco il perché di questo strano sogno. Era così reale però, come se fosse un ricordo... Che mi dici Taki? Dici che potrebbe essere successo realmente?

Tu avevi i capelli leggermente meno folti, i tratti di un bambino che è cresciuto in fretta, eri un po' più basso di come lo sei adesso, probabilmente eri solo di pochi centimetri più alto di me. Eri proprio carino sai?

Mi manchi tanto, questa casa mi ricorda te, ma è anche troppo vuota, silenziosa e ordinata adesso. Mi mancano le più piccole cose di te: la tua faccia concentrata quando disegni, le tue carezze per svegliarmi, i nostri piccoli battibecchi per il bagno, la tua cucina, il tuo profumo quando ti fai la barba, sentire la tua pelle ruvida sotto le mie dita, le tue mani sporche di matita...

Non vedo l'ora di vederti il prossimo week-end... Prometto che sarà speciale!

Baci,

tua Mitsuha

 

So che scrivere lettere è cosa d'altri tempi ormai, ma io e Taki ci vediamo così poco che abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto di un semplice messaggio o mail e attraverso una lettera può leggere la mia calligrafia, cogliere dalla diversità di scrittura nei punti in cui mi sono impegnata di più e i tratti in cui sono di fretta... Può annusare il mio profumo, trovare qualche briciola della mia colazione o un filo rosso sfuggito da qualche mio ricamo. Gli restituisco la quotidianità che condividevamo, in un certo senso, come i bigliettini lasciati sul frigorifero.

La imbuco andando al negozio e al mio arrivo incontro già Akane fuori ad aspettarmi. Ha preso molto seriamente la mia richiesta: farmi da assistente.

L'ho scelta tra tutte le ragazze che hanno seguito i miei corsi per diversi motivi, anche se forse un po' troppo personali. La prima cosa che mi ha colpito di lei è stato il nome: Akane significa “rosso brillante”, come il filo rosso del destino. Mi è suonato come un campanellino che mi dicesse “è lei”.

Ricama come se non avesse fatto altro nella vita, in modo molto naturale, è un talento nato. Ricorda un po' me qualche anno fa: capelli lunghi neri, anche se con la frangia, occhi color cioccolato che riflettono la sua voglia di vivere e imparare, snella e alta come una canna di bambù, cammina leggera come una fata, di una bellezza inconsapevole. Ha 24 anni e, come me, ha lasciato la sua famiglia per cercare fortuna a Tokyo. Ha bisogno di lavoro perciò si è rivelata perfetta sotto ogni punto di vista.

Nei prossimi giorni mi affiancherà in negozio per imparare a gestire la cassa e i clienti, poi faremo i turni. Durante la mattina la lascio fare, ma vedo che è un po' timida, così le do una mano con i clienti più esigenti. All'orario di chiusura mi ringrazia per i suggerimenti e per aver riposto la mia fiducia in lei: è così ben educata e modesta! Le dico che è un piacere lavorare con una ragazza di talento e volenterosa di imparare come lei e, mentre chiudo la serranda, arriva Takagi che mi ha invitata a trascorrere assieme la sua pausa pranzo. Chiedo anche a lei se vuole venire, Akane arrossisce vedendolo, ma accetta volentieri e si unisce a noi. Non ha ancora fatto in tempo a fare nuove conoscenze a Tokyo, così ci promettiamo di passare assieme più tempo. Vedo che a Takagi la cosa non dispiace per niente... Che gli interessi Akane?

 

 

Tiamat

 

Taki

Cara Mitsuha,

che coincidenza! Anch'io ho sognato qualcosa di simile... mi sono svegliato in un futon, dentro una camicia da notte rosa... e allora capisco che io sono diventato una donna, sono diventato te. Tua sorella, che quasi non riconosco per quanto è piccola, mi sorprende ancora a letto e mi grida che la colazione è pronta (quanta voce può avere una bambina di quell'età?). Giunto in cucina, incontro un'anziana signora che Yotsuha chiama “nonna”: com'è possibile che la possa conoscere?! Non è morta qualche anno fa? Ma se tua sorella è ancora bambina, allora è logico che non si tratti del presente, ma del passato. La cosa che mi preoccupa è che se tu puoi immaginare Tsukasa e Takagi adolescenti, come posso aver sognato precisamente Yotsuha e Hitoha Miyamizu senza averle mai viste a quest'età? Non posso nemmeno aver mai avuto in mano una loro fotografia, visto che avete perso ogni ricordo quella fatidica notte...

Forse sto diventando pazzo in questo posto senza memoria: che i ricordi altrui stiano affiorando in qualche maniera? Ma soprattutto i tuoi ricordi chiedono di venire a galla? Forse è proprio per questo che i tuoi concittadini hanno voluto me per questo lavoro: perché sono l'unico che può riportare il loro tempio com'era, non solo d'aspetto, ma anche al tatto, con il suo profumo e la sua musica... ed è proprio questo che voglio trasmettere: i ricordi e le emozioni che suscitava.

Dove risiedono i ricordi di una persona?

Nelle stesse connessioni sinaptiche del cervello? I ricordi si trovano anche nei bulbi oculari e nei polpastrelli? Oppure esiste da qualche parte una massa spirituale, invisibile e indefinita come una nebbia, ed è lì che risiedono i ricordi? Una cosa che si potrebbe chiamare cuore, mente o anima.

È possibile estrarla e reinserirla come si farebbe con una scheda di memoria per un sistema operativo?*

Questi sono i pensieri che attanagliano la mia mente da quando sono a Tiamat.

Mi manchi così tanto che ti vedo ovunque: in tua sorella che ti somiglia così tanto, ti rivedo nel lago quando mi ci specchio, in Saya-chin che chiede spesso di te, nel tramonto che mi ricorda il nostro primo bacio, nella piccola Yuko che cresce in fretta, nei “nontiscordardime” che ci sono ancora sul monte dove siamo stati assieme, in Tesshy che mi consiglia film di fantascienza come quello che abbiamo visto assieme, nella sedia a dondolo su cui mi siedo per pensarti, in tuo padre, anche se è così diverso da te.

Spero di vederti presto,

ti amo,

Taki

 

Imbuco la lettera alla posta e invio un messaggio a Mitsuha: -Lettera inviata! :-) - così sa che presto riceverà una risposta. Può anche essere che non le arrivi per questo fine settimana, ma per le cose importanti e urgenti usiamo ancora il cellulare, come per inviarci le foto dei tramonti più belli di Tiamat o Tokyo o quelle delle nostre creazioni migliori. Ce n'è solo una che non mi va di condividere ancora, un'idea che mi frulla nella testa da quando sono qui: è un cerchio d'argento con due pietre preziose al centro di due stelline, una azzurra e una rosa che simboleggiano me e lei. Sarebbe il progetto per l'anello di fidanzamento che vorrei donarle.

È vero che non stiamo assieme nemmeno da un anno, ma abbiamo già condiviso casa, mi sento parte della sua famiglia vivendo qui e desidero così tanto farne davvero parte che mi chiedo perché aspettare ancora. Anche se non mi ha ancora detto che mi ama glielo leggo negli occhi e sappiamo che prima o poi accadrà. Perché rimandare? Abbiamo già il nostro lavoro stabile, Mitsuha ha compiuto 30 anni e io devo farne 27, non siamo più ragazzini che non sanno cosa vogliono. Spero solo che lei non pensi stia affrettando troppo i tempi...

A pranzo sono spesso invitato da Sayaka, che essendo a casa si diletta a cucinare pranzetti speciali per me e il marito, sempre che Yuko non la distragga. Si è tagliata i capelli a caschetto e ho la sensazione di averla già vista così, anche se quando l'ho conosciuta li aveva più lunghi. Mi spiega che li ha dovuti ritagliare perché Yuko li tira e li aveva lasciati crescere solo per il matrimonio.

Ci accomodiamo a tavola tutti e tre e mi chiedono come stia andando il progetto. Per poco non sputo quello che sto masticando: oggi sono stato così sommerso di pensieri che non ho continuato nulla, né il monumento, né il tempio. Cerco di essere sincero, nonostante non voglia raccontare loro che sono stato un lavativo, perciò rispondo che va un po' a rilento e ho bisogno di idee per gli interni. Quello che mi turba è infatti cosa ne sarà del tempio: rimarrà solo tale o una casa per accogliere anche un nuovo sacerdote o sacerdotessa? Si potrebbe anche dedicare un'area museale alla scomparsa di Itomori dove raccogliere le poche immagini rimaste del paese e i documenti... mi rispondono che sarebbe una buona idea, che attirerebbe i turisti e porterebbe un po' più di notorietà al paese, abbandonato a sé stesso qualche anno dopo la tragedia. Decido allora di proporlo al sindaco, nonché mio futuro suocero spero, e alla giunta comunale alla prossima riunione. Ringrazio per l'accoglienza e i manicaretti e torno a disegnare, cercando di riprodurre la mia idea nel modo migliore.

 

 

Tokyo

 

Mitsuha

È sera, ho appena finito di cenare mentre ricevo un messaggio da Taki che mi dice: “Ti ricordi la battuta che ti ho fatto al nostro primo incontro? Quella dello scambio di corpi nell'adolescenza? Visti i nostri strani sogni potremmo scrivere la nostra storia! :-)” La sua idea mi intriga e continuo a pensarci mentre mi siedo sul divano e accendo la tv. Scelgo di guardare un film romantico, proprio io che di solito guardo di tutto tranne che storie d'amore.

Da quando Taki non c'è ne sento quasi il bisogno, come se guardare baci e gesti dolci compensasse la sua assenza... e invece la sento solo più pungente, incolmabile e la voglia di dirgli “ti amo” cresce sempre di più. Non voglio dirglielo in un momento qualsiasi, voglio che sia speciale, che avvenga come in un film: ecco un altro motivo per cui li guardo, perché vorrei ricreare un momento così per lui, un momento che non potrà scordare, che rimarrà scolpito nel suo cuore e nei suoi ricordi per sempre, come le dichiarazioni dei film. Se lo merita, per tutti i gesti romantici che ha fatto per me e non solo!

Nel letto non riesco a prendere sonno, continuando a rileggere l'ultimo messaggio di Taki, prima della consueta “oyasumi”, così prendo il computer portatile e inizio a scrivere la nostra storia, inviandogliela per mail:

Una voce e un profumo a me cari, una luce e una temperatura che adoro...”

 

 

Tiamat

 

Taki

Ricevo una mail nel cuore della notte, sento improvvisamente il telefono vibrare vicino a me, non ricordandomi di averlo lasciato acceso sul cuscino. Devo essermi addormentato guardando le fotografie di me e Mitsuha: lei che ammira il tramonto sulla Tokyo Tower, quando ci siamo ritornati per il nostro primo mesiversario per scambiarci quel bacio lasciato in sospeso, noi due in una foto scattata da Yotsuha, vestiti con il kimono per festeggiare il capodanno, Mitsuha mentre scarta il mio pacchetto di cioccolatini bianchi per il white day, poi mentre li mangia e mentre si accorge che la sto fotografando e con la mano vuole impedirmi di scattare, rendendo la foto ancora più unica, imperfetta e speciale perché mi aiuta a ricordare ogni suo piccolo particolare, come il suo broncio e ogni litigio con lei.

Apro la mail e trovo le sue frasi: è la storia che vuole scrivere con me. Sono poche righe, piene di incognite, ma io le rispondo:

...mentre mi lavo la faccia, ho l'impressione di essermi stupito in passato per il tepore di quest'acqua e del suo sapore, e mi fisso allo specchio...”

 

(Taki) (Mitsuha)

 

Da allora,

in ogni momento,

appena riusciamo,

scriviamo il seguito della nostra storia

per sentirci più vicini.

 

 

Tiamat - Agosto 2020

 

Mitsuha

Finalmente non passeremo solo un week-end assieme, ma un'intera settimana! Taki mi accoglie già alla fermata dell'autobus e mi bacia con così tanta passione che per poco non mi sciolgo. Ho già progettato tutto quello che voglio fare con lui, sperando di riuscire in uno di quei momenti romantici di dirgli quel fatidico “ti amo” che non ha ancora ricevuto, ma che sento in ogni singola particella del mio essere.

A cena andiamo in un ristorantino di carne hida, tipica della zona, ma non riesco a dirgli nulla perché il proprietario ogni tanto ci lancia qualche battuta o si ferma a chiacchierare con Taki. A quanto pare lui va a spesso a cena o a pranzo qui, e io che pensavo potesse essere un posticino intimo!

 

Taki

Il martedì Mitsuha dorme a lungo e la mattina passa Sayaka con Yuko per salutarla. Non la voglio disturbare, così le dico di passare nel pomeriggio, pensando che avrà una bella sorpresa. Quando si alza però è furente: voleva che andassimo da soli a fare una passeggiata. Le dico che possiamo sempre andare domani, visto che Tsukasa e Okudera vogliono passare qualche giorno qui, per cogliere anche l'occasione di vederci e passare del tempo con noi. A queste parole diventa ancora più nervosa. Credevo le facesse piacere vedere i suoi amici e invece vorrebbe passare del tempo solo con me. Rispondo che anch'io lo vorrei, ma si sono presi questi giorni di ferie apposta perché così possano vederci entrambi... -A questo punto allora perché non dirlo anche a Takagi?!- dico. -Aspetta che glielo scrivo...- risponde lei. Non faccio in tempo a dirle che era una battuta, che probabilmente si sentirebbe a disagio con sole coppie che mi dice che non sarà solo perché ha chiesto anche ad Akane: a quanto pare si stanno frequentando e sono curioso di conoscerla.

 

Mitsuha

Tsukasa e Okudera sono ripartiti il sabato, mentre Takagi e Akane si sono fermati solo una notte. Abbiamo trascorso una giornata sul monte dove io e Taki ci siamo baciati la prima volta assieme anche a Saya-chin e Tesshy. È stato una bella riunione e mi ha fatto piacere passare questa giornata in compagnia, ma ora ci è rimasto solo un weekend per me e Taki.

Gli propongo di fare un giro al lago, è un po' troppo fresco per farci il bagno, anche se qualche turista occasionale ci prova, perciò noleggiamo una barca a remi. Non l'ho mai fatto prima, sarà perché mi sembrava una cosa da coppiette...

Il sole è alto e caldo, il cielo è sereno, anche se si scorgono dei nuvoloni grigi in lontananza, la temperatura è perfetta e il lago è calmo, tanto che la superficie sembra uno specchio. Remiamo dandoci il cambio fino ad una riva, dove poi ci fermiamo per fare una pausa e pranzare.

 

Taki

Ci sdraiamo sul prato di un parco e ammiriamo il cielo, ci rilassiamo così tanto che potremmo addormentarci. Questi giorni sono stati intensi e, nonostante siano stati speciali, non ho recuperato il tempo perso con Mitsuha, così l'avvicino a me e la stringo al mio petto. Sorride, sorpresa dal gesto che probabilmente desiderava e chiude gli occhi, appoggiandosi su di me e accarezzandomi i capelli. Le do un bacio sulla fronte e lei ricambia sulla mia guancia, per poi baciarci le labbra. Quando ci stacchiamo Mitsuha inizia a dire: -Taki, è tanto tempo che te lo voglio dire... oh si è alzato il vento!- dice interrotta da una folata improvvisa che ha fatto volare via il suo cappello. Corriamo assieme a prenderlo e decidiamo di tornare indietro: il vento si sta facendo davvero forte e le nuvole che si avvicinano non promettono molto bene.

 

Mitsuha

Taki si offre di remare da solo per essere il più veloce possibile, mentre il cielo si rabbuia sempre di più. Siamo a metà tragitto che inizia a piovere: grosse gocce si stanno intromettendo nel mio giorno speciale e mi sento impotente perché non posso fare altro che sperare di arrivare presto a casa. Porgo a Taki una felpa per ripararsi dalla pioggia, ma quando raggiungiamo la riva inizia a starnutire ininterrottamente. Ha la fronte calda ed è affaticato, perciò chiamo mio padre per darci un passaggio verso casa.

 

Taki

Mitsuha mi porge un termometro: ho la febbre così alta che mi impedisce di uscire dalla camera. Mi porta una coperta in più, del tè caldo e uno sciroppo per abbassare la temperatura. Sorseggio un po' e prima che me ne accorga mi addormento profondamente.

Non so che ore sono quando mi sveglio, ma vedo Mitsuha che non ha lasciato la stanza e sta seduta su una sedia. Cerca di tenersi sveglia, nonostante sia palesemente stanca e si avvicina a me, appena mi giro a guardarla.

-Takiiiii- dice meravigliata di vedermi sveglio mentre mi abbraccia. Sta per iniziare a parlare, ma poi comincia a piangere.

 

Mitsuha

-Non sto mica morendo sai?- mi dice accarezzandomi i capelli.

-Lo so...- rispondo tra i singhiozzi, - ma mi sento in colpa per averti fatto ammalare!-

-Non è stata colpa tua!- mi consola lui.

-Sì, invece! Sono stata io a volerti portare sul lago in barca e tu ti sei affaticato tanto remando per tornare e non ti ho potuto aiutare! io... io volevo solo passare una giornata romantica con te, perché sono mesi che voglio dirti che... ti amo! Ecco, finalmente te l'ho detto! Ti amo e credo di aver sentito questo sentimento dal primo momento che ti ho visto, o forse sarebbe meglio dire rincontrato, visto che dalla prima volta che siamo usciti è stato come trovare una parte di me che non sapevo di avere. Mi completi e mi hai riportato il sorriso, capisci subito se c'è qualcosa che non va. Ti amo e scusami se non sono brava con le parole e non ho trovato un momento migliore per dirtelo...-

 

Taki

-Sono contento che tu me lo abbia detto, anche se forse questa giornata non è stata delle migliori, ma ora me la ricorderò sempre come la prima volta in cui mi hai detto che mi ami e non per essermi ammalato. Non esiste un momento giusto, siamo noi che li creiamo, che li rendiamo migliori, non ti pare?- Mitsuha sorride e mi ringrazia, mi bacia la fronte che non scotta più molto e si rannicchia accanto a me nel letto, facendosi piccola piccola. Le dico che potrebbe ammalarsi, che non sono ancora guarito del tutto, ma a lei non importa. Adesso capisco perché ci è rimasta male quando ha saputo che questa settimana non saremmo rimasti soli: stava già progettando di farmi la sua dichiarazione! Che dolce la mia Mitsuha...

La coccolo per farla addormentare e le dico: -“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia meretrice, ma non dubitare mai del mio amore”. Grazie per questa giornata, ti amo anch'io!- E con un ultimo sorriso si addormenta.


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Note:

*è una citazione presa pari pari dal libro che mi era piaciuta molto e torna anche nei pensieri di Genki Kawamura, produttore di Your name, perciò l'ho considerata una parte molto importante e che dovesse essere riportata.

In questo capitolo infatti ho voluto rendere omaggio al romanzo, facendolo scrivere direttamente a loro, ricostruendo la loro storia dai vaghi ricordi che hanno della loro adolescenza e per un tratto li faccio parlare all'unisono, come succede nel film e spesso anche nel romanzo. Le frasi che citano nel scrivere il romanzo solo prese direttamente dal libro e gli episodi raccontati nei sogni sono i primi che ricordano dei loro scambi. Pian pianino mettono assieme i pezzi del puzzle...

A proposito di citazioni... riconoscete l'ultima frase che dice Taki? È dell'Amleto di Shakespeare, so che non ha nulla a che fare con loro, ma “dubita che le stelle siano fuoco” mi ha ricordato la cometa, perciò mi piaceva come riferimento, e Taki sa esser un gran romanticone! ;-)

Anche Mitsuha ha dimostrato di esserlo in questo capitolo, anche se tutto non è andato come progettava... ma i momenti migliori a volte sono quelli inaspettati! Inoltre la sua frase “si è alzato il vento” è detta nel romanzo dalla sempai Okudera, quando si trova con Taki alla fine del film e del romanzo nel ristorante dove avevano lavorato assieme e, o forse è solo una mia impressione, è stata messa apposta in corsivo per ricordare il capolavoro di Hayao Miyazaki “Si alza il vento”, di cui vi consiglio caldamente la visione. Anche il titolo dell'opera di Miyazaki deriva da un'altra opera, ovvero dal poema di Paul Valéry “Le cimitière marin” del 1920 che dice “Il vent se lève... Il faut tenter de vivre”, ovvero “Si alza il vento... bisogna tentare di vivere”, riportato anche da Miyazaki. Per la sua opera ci sono diversi motivi per cui usa questa citazione, perciò ho riflettuto sul perché Shinkai usasse quella frase proprio in quel momento. Il primo motivo credo appunto per ricordarlo, in quanto lo reputa migliore di sé e perciò un gran maestro dell'animazione giapponese, il secondo forse per “far dare una mossa” a Taki, il quale sta appunto cercando un lavoro ed è in fase di cambiamento e vede Okudera come maestra, come Shinkai con Miyazaki e come Jiro con Caproni nel film (anche se non ricordo se è proprio lui a dire la frase o meno...). Spero di essere stata chiara con le mie spiegazioni!

Ringrazio Sbam42 per aver recensito e aggiunto la mia storia tra le preferite! Ne sono sempre molto contenta! Per i prossimi capitoli vi avviso già che non so quando potrò aggiornare in quanto ho iniziato il settimo a scriverlo, ma sono in sessione d'esame, perciò non ho molto tempo per continuare purtroppo! Sappiate che per qualche messaggio o recensione sarò sempre comunque disponibile a rispondervi!

Baci a tutti,

Ori_Hime


 
  
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