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Autore: Ethylia    16/06/2017    0 recensioni
La paura riprese il sopravvento, come una furia mi gettai nuovamente sul computer, indossando il visore come un tossico in cerca dalla sua dose.
Tutto quello che avevo provato fino a quel momento, dimenticato.
Come se non fosse mai esistito.
Come se l’internet non fosse mai caduto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando cadde l’internet non avevo idea di cosa fare.

Erano le 22.55 di sera, i miei genitori stavano già dormendo e io mi ritrovavo senza possibilità alcuna di intraprendere una conversazione con le persone dall’altra parte dello schermo.

Ero scioccata da questa sciocchezza, ma allo stesso tempo sentivo, per la prima volta, qualcosa che non avevo mai provato in vita mia: ero libera!

Ricordo che mi scostai dal pc, mi alzai in piedi e, dopo un primo momento di panico serio, vidi quello che avevo attorno.

C’erano libri, poster, giocattoli riposti ancora nella loro scatola che aspettavano di essere aperti, che aspettavano me!

Non era solo caduto l’internet, era caduta la tecnologia, la corrente, la tv! Dio mio il trauma di non avere più la tv! Non c’era nessuno che mi diceva cosa avrei dovuto fare, come comportarmi. L’unica luce presente proveniva dalla strada, talmente flebile da illuminare appena ciò che avevo attorno, dandogli dei contorni distorti, surreali.

Eravamo io e quel silenzio irreale che viene quando, attorno a te, si zittisce il ronzio del progresso.

Mentre l’ansia scemava di fronte a quella constatazione mi lasciai cadere contro la parete. Allungai una mano, afferrai una delle scatole contenente una bambola e iniziai a ridere.

Il suono riecheggiava talmente cristallino da farmi male alle orecchie.

Talmente forte da riempire il silenzio.

Fu in quel momento che avvertì un piccolo bip.

Il ronzio del progresso tornò a farsi forte in tutta la stanza, il computer e la televisione ripresero vita nello stesso momento.

La luce inondò la stanza portandola al suo aspetto originale e lo specchio posto di fronte a me rimandò l’immagine di una persona stanca.

Le occhiaie contornavano i miei occhi stanchi, la bocca distorta in una smorfia fastidiosa e grottesca.

La paura riprese il sopravvento, come una furia mi gettai nuovamente sul computer, indossando il visore come un tossico in cerca dalla sua dose.

Tutto quello che avevo provato fino a quel momento, dimenticato.

Come se non fosse mai esistito.

Come se l’internet non fosse mai caduto.

   
 
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