Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: La Signora dei No    17/06/2017    4 recensioni
Come si può assemblare nuovamente un cuore ridotto in mille pezzi? Tornerà mai com'era un tempo?. Livio non riesce a darsi pace, da quanto tempo lui e Federico non parlavano veramente, da quanto non riuscivano più a leggere uno negli occhi dell'altro. Come hanno fatto ad aspettare che la situazione esplodesse e li portasse a quelle urla, a quella porta sbattuta con una violenza non voluta. Come hanno fatto a non scorgere quell'insormontabile muro, che ha avuto come unico scopo quello di dividerli. Riusciranno a lottare contro i propri " demoni", uscendone vittoriosi, integri e soprattutto insieme? Non sempre i dissapori possono essere messi a tacere facilmente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

§ Angolo Autrice §
Sono imperdonabile, ormai ho perso il conto del tempo che è passato dall'ultimo aggiornamento. Mi dispiace ma le ultime settimane sono state piene di impegni. Bando alle ciancie ora siamo qui con il nuovo capitolo. Spero vi piaccia e vi assicuro che non riesco ancora a credere che io sia riuscita a scrivere già il settimo capitolo. Voglio inoltre ringraziare tutte le persone che hanno recensito la storia, chi la messa tra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto a tutti i lettori silenziosi che l'hanno letta o la leggeranno. 




7. Le cose che non mi hai detto:


Appena aveva ricevuto il messaggio di Livio, Federico spinto dalle rivelazioni di Elena, decise di tornare a casa e controllare di persona. Inizialmente aveva etichettato la sfuriata di Livio come un semplice attacco di gelosia, pensandoci meglio ciò che era successo, poteva nascondere qualcosa di più profondo che a lui era sfuggito. Il loro rapporto negli anni era cambiato e per questo alcuni periodi non erano stati per niente facili. Insieme però erano sempre riusciti ad aggiustare il tiro in modo tale che la loro relazione non uscisse dai suoi stessi binari per deragliare. Quel pomeriggio il cielo era plumbeo e minacciava di piovere. L’etere quel giorno sembrava voler mettere in discussione l’idea che aveva avuto qualche minuto prima. Non che gli mancasse il coraggio necessario anzi, se Livio però non gliene aveva ancora parlato, aveva avuto i suoi buoni motivi. D’altro canto però Federico conosceva la testardaggine dell’altro e sapeva che non amava pesare sulle spalle degli altri, per nessun problema. Una volta entrato in casa posò il borsone con le sue cose accanto al divano e fece un respiro profondo. Tornare dopo diversi giorni faceva uno strano effetto. Dopo essersi calmato un momento, tirò su le serrande e aprì le finestre per far cambiare l’aria ormai stantia. Mentre si stava occupando della cucina, sentì abbaiare dal balcone. Riconobbe all’istante quel verso, era Star. Dopo averlo fatto rientrare nell’appartamento, il Pomerania gli girò intorno continuando ad abbaiare.

-Star è inutile che tu te la prenda con me! Non sono stato io a chiuderti fuori - .

Il cane non curante del padrone continuò a protestare.

-Ho capito, d’accordo. Seguimi in cucina che ti do la pappa -.

Alla fine la soluzione per far calmare Star era di dargli da mangiare.

-Bene ora che ti sei calmato, posso fare quello per cui sono venuto -.

Si fermò un secondo vicino al tavolo del soggiorno per capire dove Livio avesse messo il proprio borsone. Se lo conosceva bene, avrebbe sicuramente trovato la borsa in camera loro. La sua intuizione si rivelò giusta. Trovò quello che stava cercando accanto all’anta destra dell’armadio. Prese la borsa e la poggiò sul letto, sedendosi dopo a gambe incrociate vicino a essa. Mentre frugava dentro la sacca, la prima cosa che tirò fuori furono le sue ginocchiere. Le avrebbe riconosciute tra mille. Innanzitutto perché erano nere e Livio aveva sempre giocato con quelle bianche, inoltre subito dopo l’imbottitura che serve a proteggere le ginocchia, esse erano consunte e logore, segno indistinguibile dei suoi anni passati a giocare come banda*. Col tempo poi era diventato opposto*, a differenza dell’altro invece era sempre stato un palleggiatore*. Infatti, quelle di Livio davano, l’impressione di essere nuove. Quando i medici gli avevano imposto il ritiro dall’attività sportiva, aveva impiegato un po’ di tempo per realizzare la fine della sua carriera sportiva e che avrebbe dovuto mettere via la sua borsa con tutti i ricordi. Quando l’aveva fatto le sue ginocchiere, erano sparite. Ora sapeva chi era stato. In fin dei conti capiva il perché Livio le aveva tenute per sé. Federico era sempre stato il capitano di tutte le squadre in cui loro avevano giocato e quando si era dovuto ritirare, Livio molto probabilmente si era sentito spaesato, per questo le aveva portate con sé. Ora capiva anche il perché l’altro si era rifiutato di diventare il capitano dell’ultima squadra che lo aveva ingaggiato. Appoggiò le ginocchiere sulle sue gambe e proseguì nella ricerca. Continuando a frugare nella sua borsa trovò la propria maglia. Man mano che trovava riscontro con le parole di Elena, capiva ciò che stava passando nella testa di Livio, ammetteva inoltre che in parte era colpa sua. Negli ultimi sei anni avevano iniziato ad allontanarsi piano piano. Inizialmente, dopo il suo ritiro, andare a vedere le partite dell’altro era stato l’unico modo per rimanere ancorato a quel mondo e porre un freno al suo desiderio sfrenato di scendere in ancora in campo. Alla fine tutto ciò era diventato lacerante. Federico doveva ammettere che non aveva mai superato del tutto quel trauma, senza mai parlarne davvero neanche con Livio. Quanto aveva cercato quella maglia. Mentre osservava preoccupato un piccolo buco che si era formato sul fianco destro dell’indumento, il suo sguardo fu catturato da un piccolo album dalla copertina nera. Lo tirò fuori e con sua grande sorpresa notò che conteneva le foto dei loro momenti più importanti. Il loro primo giorno di scuola elementare, la loro primissima partita insieme, loro poco prima di sostenere l’orale per l’esame di terza media e così via. Mentre lo sfogliava, mille ricordi tornavano a galla affollando la sua mente. In quell’album erano contenute una miriade di foto, la partita che li aveva resi delle giovani promesse, la foto scattata da Marco nel periodo in cui preparavano le tesine per la maturità, una foto scattata poco prima di sostenere il test d’ingresso all’università, l’ultima partita. Ognuna di quelle fotografie riportava una dicitura. L’immagine che gli aveva fatto più male era quella scattata durante l’ultimo set della sua carriera. Finalmente aveva compreso i sentimenti di Livio. Tutto era scaturito dal muro che lui stesso aveva creato intorno al suo addio alla Pallavolo. Il suo fidanzato si era sempre sentito colpevole della loro sconfitta durante l’ultima partita, da quel momento, infatti, aveva sempre cercato di non perdere nessuna partita. Riflettendoci, Federico era arrivato alla conclusione che alla loro relazione era mancata la comunicazione. Lui d’altro canto non era bravo con i sentimenti e Livio possedeva la comunicatività di un riccio. Tra loro era sempre bastata un’occhiata per capirsi al volo, complice la loro affinità in campo. Da un po’ di tempo a questa parte Federico si svegliava senza trovarsi Livio abbarbicato a lui, non lo sfiorava neanche per sbaglio, questo per il roscio era davvero strano. Voleva riallacciare le loro vite, anche se questo avrebbe significato abbattere tutte le difese dell’altro. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di dividerli. Quelle foto gli avevano tirato fuori una malinconia e una voglia irrefrenabile di rivedere Livio. Prima di alzarsi dal letto e rimettere tutto dentro il borsone controllò se c’era qualcosa d’interessante, non trovando nulla rimise tutto a posto. Mentre curiosava, aveva preso la decisione di partire e di tornare a casa. Mise dentro il suo trolley da viaggio giusto lo stretto necessario, prese le chiavi della macchina e nel momento in cui stava per chiudere la porta di casa Star iniziò ad abbaiare.

-D’accordo ti porto con me, cammina esci da casa -.

Il tragitto sarebbe stato lungo e sfortunatamente non se li ricordava benissimo, questo, però non l’avrebbe di certo fermato.
 
 



1*
Opposto: E’ uno dei ruoli della pallavolo. È il terminale offensivo principale di una squadra attaccando sia in situazione di prima linea, sia in seconda linea (quando il palleggiatore si trova in prima linea). Spesso il ruolo di opposto è ricoperto da giocatori mancini che prediligono l'attacco dalla parte destra del campo.

2*
Banda: E’ un ruolo della pallavolo (chiamato anche martello). È probabilmente il ruolo più faticoso di tutti, perché richiede al giocatore sia di ricevere (anche quando è in prima linea) che d'attaccare. Per questo è richiesta una certa completezza tecnica nell'esecuzione dei fondamentali.

3*
Palleggiatore: E’ uno dei ruoli della pallavolo. La sua posizione iniziale nella formazione ne determina la cosiddetta "fase" (numerata da 1 a 6), da cui deriva la posizione degli altri atleti e i possibili schemi di gioco da poter attuare. A lui sono indirizzati tutti i palloni (provenienti dalla ricezione o dalla difesa) che dovranno essere smistati agli schiacciatori. Per questo motivo si parla del palleggiatore come del "regista" d'attacco della squadra. Deve essere un leader, non soltanto in campo, ma anche fuori. Deve possedere un patrimonio di capacità coordinative che deve essere il più ampio possibile, sulla cui base si può inserire un elevato livello della tecnica specifica del palleggio. È sicuramente il giocatore che coopera maggiormente con l'allenatore e ne condivide programmi e strategie.

4*
Libero: E’ uno dei ruoli della pallavolo. È, in ordine cronologico, l'ultimo ruolo introdotto dalla FIVB nel 1997 (in Italia la FIPAV l'ha introdotto l'anno successivo). Il termine è invariabile in tutte le altre lingue. Essendo sottoposto a regole particolari, che lo distinguono dagli altri giocatori, indossa una maglia di colore diverso da quelle dei suoi compagni di squadra, in modo da essere riconoscibile. Il libero ha la caratteristica di giocare solo in seconda linea (zone 1, 6 e 5) al posto di uno dei giocatori di seconda linea ed è quindi specializzato nei fondamentali di ricezione e difesa: le limitazioni sul suo gioco di fatto lo escludono dalla possibilità di svolgere tutti gli altri fondamentali.

5*
Centrale: E’ un ruolo della pallavolo, chiamato così perché il giocatore attacca dalla posizione centrale zona 3 della prima linea ed in seconda linea viene sempre sostituito dal libero una volta battuta la palla.
 
P.s. Tutte le informazioni sono state prese da Wikipedia. Lo so che probabilmente molti di voi conoscono le differenze tra questi ruoli, per sicurezza però ho preferito lasciarvi qualche informazione. 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: La Signora dei No