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Autore: I_love_villains    17/06/2017    0 recensioni
Dory decide di restare con i vampiri. Mentre la sua amicizia con loro cresce, qualcosa dentro di lei si fa più forte ...
Dal testo:
"Quindi ... c’è un rimedio sicuro? Eccetto la morte, ovvio.”
Reiji non rispose subito: “Forse. Forse qualcosa c’è per annullare la sua presenza.”
Dory si mordicchiò il labbro, riflettendo a sua volta.
“Ma non sarei più Eve? Insomma, il mio sangue non sarebbe più così, giusto?”
“Forse, difficile dirlo. La pratica a volte si discosta dalla teoria. Presto i miei fratelli saranno qui. Devi raccontare tutto anche a loro.”
“Certo, scendo subito. Ora scusa ma mi sta implodendo la vescica.”
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci vampiri solo per me'
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“Ma cosa diavolo ha Senza-Tette? L’ho insultata e niente.”
“Non lo so, ma sta stirando la stessa camicia da un’ora” rispose Subaru.
“Che Reiji l’abbia fatta impazzire per le sue manie di precisione?” chiese ancora Ayato.
“È così da ieri sera” svelò Kanato. “Dopo che è uscita con Laito.”
“Cos- Che le ha fatto?”
Il viola si strinse nelle spalle e tornò a giocare con Teddy. I due fratelli solitamente si ignoravano, poiché molto diversi, ma stavolta si lanciarono uno sguardo d’intesa. Ghermirono insieme il presunto colpevole.
“Ragazzi, che fate?” domandò Laito, non senza una punta di terrore sotto i loro sguardi minacciosi.
“Sei stato tu a rompere Senza-Tette?” lo aggredì il gemello.
“N- non so di che parli.”
Subaru lo prese per la collottola e si affacciò in soggiorno mostrandogli Dory, poi lo riportò nell’altra stanza.
“Io non c’entro, ha fatto tutto da sola!”
“Tutto cosa?”
“Sapete che sta passando un sabato con ciascuno, no? Ebbene ...”

Il giorno prima, che era appunto sabato, la fanciulla si era svegliata raggiante. Quella sera sarebbe uscita a cena con il suo amore! Il solo pensiero le rendeva piacevoli le faccende di casa che Reiji l’aveva costretta a fare al posto del maggiordomo in ferie. Accese lo stereo e ballando e cantando caricò la lavatrice e spolverò qualche camera. Poi stese i panni. Si comportò da brava ape industriosa fino alle quattro del pomeriggio, quando decise di prepararsi. Si immerse nella vasca da bagno. Doveva essere tutto perfetto. Immaginava di aver fatto del suo meglio: il ristorante era prenotato, il vestito era stupendo e con trucco e gioielli lo avrebbe attratto sicuramente. In senso amoroso, perché fisicamente lo era già. Ma sicuramente una cenetta con l’atmosfera giusta avrebbe risvegliato i suoi sentimenti. Dory si portò le mani al viso per dissipare il rossore.
Basta pensare scene da soap opera” si ammonì. “Laito non è quel genere di ragazzo. In effetti è più un tipo da basta che respira. Però ha accettato l’invito quindi ... speranza sì, illusioni no!
Dory si infilò il vestito, rosso e con una profonda scollatura dietro la schiena, si sistemò i capelli, sciogliendoli una volta tanto, indossò i gioielli, si truccò ed infine si mise il profumo.
Salve, me dello specchio. Se ti somiglio allora sono a posto. Dio, quanto sono agitata. Inspira ed espira, Dory. Avete già mangiato altre volte insieme. Se non si innamora oggi ci saranno altre occasioni.
Un po’ più fiduciosa, la ragazza scese in salotto.
“Dory, vuoi guardare il film con me?” la invitò Kanato.
“Non posso, esco con Laito.”
“Lo vediamo quando torni?”
“Forse ...”
“Salve, puttanella. Ci siamo messi in ghingheri, eh?”
“Anche tu stai benissimo” esalò lei, mangiandoselo con gli occhi.
“Si va, allora” sorrise malizioso lui.
Dory annuì. Si aggrappò al suo braccio. Grazie al teletrasporto furono in città in un attimo. Dopo qualche metro la ragazza trovò il coraggio di guardarlo. Il vampiro non si curava di lei: il suo sguardo vagava sulle donne in prossimità del suo campo visivo, con cui flirtava brevemente. Questo la avvilì non poco.
Calma, Dory ... non siete ancora arrivati ... andrà tutto bene ...
Furono accolti dal maitre, che li accompagnò al loro tavolo e servì i menù. Un cameriere versò loro del vino.
“Grazie” fece Laito a suo agio.
Prese il calice e sorseggiò la prelibata bevanda. Dory aprì il menù.
“Bistecca?” gli chiese.
“Al sangue” confermò lui.
Lei ridacchiò. Smise vedendo che Laito flirtava a distanza con le donne in sala.
“Ehm ... che ne pensi di questo posto?”
“Non sembra male. Se il cibo è buono potrei venirci per trovare prede.”
“C- che bella idea ...”
Il maitre accolse le loro ordinazioni.
“Di’ un po’, puttanella, come mai hai deciso di venire qui?”
“Per fare qualcosa di diverso ... l’ho preferito al cinema.”
“Hai sborsato di più.”
“Sì, spero che ne sia valsa la pena. Mentre aspettiamo ...”
“Approfondiamo quel discorso sulla prima volta?”
“Come?”
“Hai detto che non sono stato la tua prima volta.”
“Uscivo con uno, l’estate scorsa. Era caruccio, ma niente di che.”
“Quanti altri ci sono stati?” domandò Laito ammiccando. “Voglio tutti i particolari.”
“Nessuno. Con gli altri ragazzi non l’ho mai fatto e con lui solo tre volte” rispose lei, rossa.
“Niente di ... audace?”
“Cambiamo argomento, sì?”
“Con me le faresti?”
Per te farei qualsiasi cosa, però ...” pensò lei.
“No” fece ad alta voce, scandalizzata. Lui rise.
“La tua bocca dice no, ma i tuoi occhi dicono sì.”
“Laito, sai che vengo a letto con te solo perché sei tu, vero?”
“Lo so, sono il più figo.”
“Già, ma volevo dire che per un altro non lo farei ... capisci?”
“Dopo aver provato me è normale.”
“Anche prima! Non lo avrei fatto! E le altre donne. Fa piacere essere con un ragazzo che viene ammirato ...”
“Vado via come il pane.”
“Ok, mi arrendo.”
La bistecca fu servita. Dory giocherellò con il cibo, mortificata.
Non ci arriva. Dannazione, che sia davvero una stupida, come dice Reiji? O hanno ragione Azusa e Kou e sono una masochista? Proprio di lui mi dovevo innamorare! Il vampiro playboy!
Laito nel frattempo aveva richiamato l’attenzione di una cameriera e ci conversava amabilmente.
Perché? Cosa ho fatto di male? Non potevo prendermi una cotta per qualsiasi altro? Stupido amore!!
La giovane scostò il piatto e si alzò, senza accorgersi di avere le lacrime agli occhi.
“Dove vai, puttanella?” le domandò il vampiro, una mano stringeva la forchetta, l’altra un fianco della cameriera.
“V- vado fuori. C- ci vediamo a c- casa, scusa.”
Ed era corsa via, piangendo. A poco a poco aveva rallentato. Una volta rientrata a casa Kanato le aveva chiesto se volesse vedere qualcosa con lui. Dory aveva annuito meccanicamente. Il vampiro aveva compreso subito che qualcosa non andava e ne aveva avuto la certezza quando, a fine film, la ragazza era rimasta seduta a guardare il televisore spento. Le aveva agitato una mano davanti la faccia, allora lei si era riscossa e gli aveva augurato la buonanotte.

“Così io sono rimasto con quella biondina svampita e lei è tornata. Stamattina ha detto che era tutto a posto, ma non poteva parlare con me perché aveva un sacco da fare” concluse Laito.
“Donne, chi le capisce” fece Ayato.
Subaru si stupì di avere due fratelli così imbecilli, ma non commentò. Tornò in camera sua: almeno sapeva che la preda non aveva niente di grave. Prima o poi si sarebbe ripresa.
Dory passò per l’ennesima volta il ferro da stiro sul colletto della camicia. In testa aveva un turbine di pensieri, come palle da biliardo si aggiravano per la sua mente senza che riuscisse a farle andare in buca. Qualcuno le cinse la vita. Lei si voltò spaventata e premette un pulsante sul ferro come se fosse uno spray al peperoncino. Una nuvola di vapore caldo circondò Shuu.
“Ma sei matta?!” gridò lui agitando le mani per scacciarlo.
“Tu te ne vieni così all’improvviso!”
Shuu indietreggiò fino alla parete ed incrociò le braccia.
“Così … anche tu cammini. Non ti aveva mai visto in piedi finora, al massimo appoggiato … come adesso.”
“Che hai?”
“Che ho?”
“La battuta era giusta, ma il tono no” osservò lui.
La ragazza lo guardò titubante.
“Cosa vuoi?”
“Ieri hai messo musica a tutto volume per gran parte della giornata, se devi fare lo stesso metti questi brani.”
Il vampiro le tese l’MP3.
“Grazie … non mi va molto però. Non la tua musica, intendo in generale. Oggi sono …”
Si interruppe, non sapendo come proseguire. Si girò verso l’asse da stiro e riprese il suo stirare meccanico.
“Giù di corda, direi. Io metterei la musica … e passerei ad un’altra camicia.”
Dory si voltò, ma lui era sparito. Sospirò. Che stava facendo? Stava volutamente rimandando di ripensare alla sera prima. Posò il ferro e si diresse verso le casse.
È colpa mia, che non seguo i miei consigli. Non lo sapevo già di non illudermi? Certo, è stato peggio di quello che pensassi, però … Basta dargli così tanta importanza! Si vede che non era quello il momento giusto! Com’è che si dice? Sarà quel che sarà!
La musica si diffuse, e col passare del tempo il volume si alzò. Verso l’ora di pranzo Dory ci aggiunse la sua voce … ed aveva stirato tutti i panni.

   
 
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