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Autore: Justice Gundam    17/06/2017    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 48 - La scelta di Bennett


"Okay... finalmente siamo usciti da quel labirinto di caverne! Credevo che non ne saremmo mai venuti fuori..." affermò Ortilla, tendendo un braccio per permettere ad Alty di appoggiarsi su di esso. La Pokemon dalle candide piume emise un melodioso verso di richiamo prima di atterrare sul poggiolo che la piccola coordinatrice le offriva. Finalmente, dopo aver camminato per ore nel sotterraneo, erano riusciti a trovare una via d'uscita nel Bosco Crisolia, dove le sorelle Belrose e i loro compagni della Resistenza avevano trovato scampo dal Team Meteora. Dietro di lei, si trovava il resto del gruppo - Vera con il suo Skitty, Drew con il suo Masquerain, Max con il suo fedele amico Gardevoir, Hitomi con il suo Sceptile e Cain con la sua Skuntank.

"Il difetto di essere un'organizzazione che si oppone ad un gruppo di spietati terroristi... è che le nostre vie di fuga devono per forza essere poco accessibili per evitarci di essere individuati dai nostri nemici." affermò Cain con il suo classico sorriso un po' strafottente. "Bene, se non altro, per adesso abbiamo perso il Team Meteora. Non ce li troveremo tra i piedi per un bel po', almeno spero."

"Skitty!" protestò lo Skitty di Vera, non volendo che il giovanotto dai capelli viola portasse sfortuna.

"Meglio non sfidare la sorte, amico. Per adesso le cose stanno andando relativamente bene, quindi... cerchiamo di continuare così." affermò Drew. Il suo Masquerain fluttuò accanto a lui e annuì con fare severo, muovendo freneticamente le sue delicate ali. "Adesso... mi sembra che la signorina Amaria ci avesse parlato di una cittadina di nome Zirconia, a qualche ora di marcia in questa direzione. Se arriviamo lì, dovremmo essere abbastanza vicini al rifugio di miss Saphira e del resto del gruppo."

"Speriamo che non abbiano finito per strozzarsi a vicenda, con quel Fern con cui sono costretti a viaggiare..." commentò Max alzando gli occhi al cielo. "Spererei che quel furfante abbia avuto il buon senso di tacere e di non fare tutti quei suoi commentini salaci, ma conoscendolo... non credo che sia stato così, voi che dite?"

"Quello lì è un babbeo." sentenziò Hitomi. Il suo Sceptile disse di sì con la testa, e Vera ridacchiò tra sè alzando gli occhi al cielo.

"Ad ogni modo, è uno della resistenza come noi, quindi... vorrei sperare che abbiaalmeno un po' di spirito di collaborazione... hey, Skitty, non ti allontanare troppo!" rispose Vera, prima di richiamare il suo vivace gattino rosa che stava cominciando a gironzolare lì attorno, inseguendosi la coda come era sua abitudine!

"Attento, Skitty. Non credo che fai bene ad andartene in giro così." disse telepaticamente il Gardevoir di Max, fluttuando gentilmente per seguire il piccolo Pokemon Micio. A forza di inseguirsi la coda, Skitty era arrivato vicino ad un cespuglio pieno di fiori, tutti di uno splendente colore giallo come i raggi del sole estivo, e cominciò ad annusarli... solo per fare un balzo indietro con un miagolio di sorpresa quando uno dei fiori scattò in avanti e gli andò quasi in faccia!

"Skitty?" esclamò il Pokemon Micio drizzando le orecchie e tenendo la bocca spalancata in segno di meraviglia quando il fiore giallo si stacco dal ramo sul quale era sbocciato, e fluttuò senza peso verso di lui! Solo in quel momento, Skitty e Gardevoir si accorsero di una piccola creatura che rimasta mimetizzata in mezzo ai petali -  un minuscolo folletto di forma vagamente umanoide, alto non più di una decina di centimetri, di colore bianco nella parte superiore del corpo, e verde in quella inferiore, un paio di lunghe orecchie che ricordavano come forma i petali di un fiore, e una piccola coroncina gialla attorno alla fronte, che assomigliava ad una sorta di aureola. I suoi occhi erano piuttosto grandi rispetto al viso, e aveva delle chiazze rosse sulle guance, un po' come un Pikachu. Sembrava essere perennemente avvinghiato al pistillo del fiore giallo a cinque petali sul quale viveva, e che usava come una sorta di tappeto volante muovendosi assieme al vento.

"Flabebè?" chiese il piccolo Pokemon floreale con la sua vocetta acuta e penetrante. Skitty, una volta passata la sorpresa, allungò una zampetta verso di lui, in segno di amicizia, ma il Pokemon più piccolo, ancora diffidente, si ritirò di un po'. "Fla flabebè!"

"Skitty?" chiese Skitty. Decise di tentare in un altro modo, allungando la coda verso il nuovo Pokemon in modo da mostrargli che non aveva cattive intenzioni, ma il nuovo Pokemon non sembrava ancora fidarsi...

"Skitty, che succede? Che Pokemon è questo?" chiese Gardevoir, raggiungendo il Pokemon Micio assieme a Max e guardando con curiosità quella minuscola creatura. Quando quest'ultima emise un breve gridolino di paura e si ritirò ulteriormente tra le fronde del cespuglio, abbracciandosi ancora più strettamente al suo fiore.

"E'... un Pokemon che non ho mai visto prima, Gardevoir." affermò Max. Il ragazzino con gli occhiali, avendo cura di tenersi ad una certa distanza in modo da non inquietare la buffa creaturina, si aggiustò un po' gli occhiali e la osservò da distanza di sicurezza. Lo strano essere sembrò tranquillizzarsi un po', anche se esitò a farsi avanti, e il gruppo dei compagni di Max si fermò ad una certa distanza, in modo da non far sentire minacciato il minuscolo Pokemon.

"Nemmeno io... è davvero un Pokemon molto carino, ma... cosa sarà mai, esattamente?" si chiese Vera, illuminandosi in viso alla vista di quella graziosa creaturina. Il Pokedex di Vera caricò le informazioni, restando fermo per qualche istante prima di mostrare un'immagine del Pokemon in questione e cominciare a dare le informazioni del caso.

"Flabèbè, il Pokemon Monofiore, tipo Folletto." affermò l'enciclopedia elettronica. "Sceglie il suo fiore preferito alla nascita e da quel momento se ne prende cura per sempre. È in grado di controllare a piacimento la forza nascosta dei fiori. Va in giro lasciandosi trasportare dal vento."

"Flabebe?" disse il piccolo Pokemon floreale, fluttuando pima verso Max e poi verso Vera, e guardandoli con curiosità. Sembrava che volesse farsi un'idea di che tipo di persone potessero essere quegli allenatori... e poi, con un pizzico di esitazione, si avvicinò a Vera, mentre Skitty cercava di stargli dietro e di afferrarlo con le sue zampette.

"Skit, skit, skitty!" esclamò il gattino rosa, muovendo nervosamente la coda.

"Credo che Skitty abbia paura che quel piccolo Pokemon possa farti del male... anche se a dire la verità, non ho la più pallida idea di come potrebbe fare!" disse Cain con una risatina soffocata.

Anche Vera ridacchiò, per quanto fosse contenta del fatto che il suo Pokemon si preoccupasse così per lei. "Ah! Grazie della premura, piccolo Skitty, ma sono sicura che questo piccolo Flabèbè non abbia intenzione di farci del male. Non è vero, piccolino?" chiese la ragazzina castana al Pokemon Monofiore, che rispose eseguendo un'elegante piroetta su sè stesso, e ripetendo il proprio nome con voce acuta e vivace!

"Flabebe!"

"Capisco che siamo in un continente più pericoloso di quelli a cui siamo abituati, ma non credo che questo Flabèbè abbia cattive intenzioni." affermò Drew. Il suo Masquerain stava svolazzando vicino a Flabèbè, osservandolo attentamente sia con i suoi occhi normali che con quelli posti sulle sue ali. "Non c'è bisogno di essere così sospettosi, Masquerain, sono sicuro che Flabèbè non è un pericolo. Qui siamo al sicuro dal Team Meteora e dai loro trucchetti... almeno per adesso."

"Rain..." affermò il Pokemon Coleottero/Volante, ancora non fidandosi al cento per cento. Drew non potè fare altro che sospirare e massaggiarsi la testa in segno di comprensione. Avevano dovuto imparare molto presto a stare attenti ad ogni loro passo in quel luogo infido che era Reborn, e Masquerain era uno dei Pokemon che meglio di tutti aveva imparato questa lezione. Tuttavia, Flabèbè continuava a non mostrare alcun segno di ostilità nei confronti di Vera e dei suoi compagni - l'unica da cui si teneva a debita distanza era, abbastanza ovviamente, la Skuntank di Cain.

"Vera, credo che Flabèbè ti stia dicendo qualcosa..." affermò il Gardevoir di Max, usando come sempre i suoi poteri psichici per comunicare direttamente alla mente della giovane coordinatrice. "Ho l'impressione che voglia chiederti se può entrare a far parte della tua squadra."

"Skitty?" chiese Skitty, un po' sorpreso da quella decisione così improvvisa. Vera aveva l'impressione che il suo Pokemon Micio si sentisse un po' minacciato dallarrivo di Flabèbè, e lei stessa non era sicura se fosse una buona idea catturarlo in una situazione del genere. Certo, quel piccolo Pokemon Folletto sembrava molto desideroso di unirsi a lei, per qualche motivo...

"Ma... non so, Flabèbè, mi cogli un po' di sorpresa!" affermò Vera massaggiandosi la testa. "Voglio dire, a me farebbe piacere, ma non credi che sarebbe un po' pericoloso? Non siamo qui a Reborn per fare esibizioni o per collezionare Medaglie, siamo qui per combattere contro un gruppo di feroci terroristi che si fanno chiamare Team Meteora, e che da tempo ormai hanno tolto a Reborn la pace e la serenità..."

"Quello che Vera vuole dire è che non sarà un viaggio di piacere." affermò Hitomi affiancata dal suo Sceptile. "Se vuoi venire con noi, dovrai affrontare un bel po' di pericoli, e potresti anche rischiare la vita, con quello che il Team Meteora è disposto a fare."

"Flabebe..." mormotò il Pokemon Monofiore abbassando lo sguardo. Vera si sentì un po' in colpa nel vedere l'espressione rassegnata del Pokemon Folletto. Dava l'impressione di stare dicendo che si rendeva conto di quali fossero i pericoli, ma che non gli andava l'idea di restare fermo senza fare niente mentre il Team Meteora spadroneggiava sul loro mondo.

Fu Gardevoir a confermare quello che Vera immaginava. "Flabèbè dice che lo sa bene... ma che ha visto troppi dei suoi amici venire catturati e usati come cavie da laboratorio da quegli uomini malvagi... in particolare dall'uomo con l'occhio rosso che ha rapito molti dei suoi simili." disse il leggiadro Pokemon Psico/Folletto.

Era una descrizione che, per quanto schematica, era più che sufficiente a Vera e ai suoi compagni per capire di chi si trattasse. "Un uomo con un occhio rosso, eh? Sicuramente sta parlando di Sirius..." affermò Vera sfregandosi il mento. "E' uno degli uomini più pericolosi del Team Meteora... credo che sia il braccio destro del capo, Lord Solaris."

"C'è da sperare che gli allenamenti che abbiamo fatto ci abbiano reso almeno in grado di affrontare i suoi Pokemon, visto che Lord Solaris è ancora... un po' troppo forte per noi." disse Ortilla preoccupata. "Detto questo... se Flabèbè vuole unirsi a noi, non vedo perchè no. In fondo... più siamo, meglio è, no? Qualcuno in più che combatte contro il Team Meteora al nostro fianco!"

"Perchè non dargliene la possibilità, sorellina?" chiese Max, facendo un cenno affermativo con la testa. "Teniamo Flabèbè con noi, in fondo non può che darci una mano."

Vera sembrò pensarci su per un istante, e guardò in direzione di Skitty, immaginando che lui fosse il più sospettoso e il meno entusiasta all'idea di un nuovo Pokemon nella squadra della sua allenatrice. Il gattino rosa storse il naso dubbioso, muovendo lentamente la sua lunga coda e drizzando le orecchie ora in una direzione, ora nell'altra per dimostrare la sua indecisione... e Vera si accucciò accanto a lui e lo accarezzò sulla schiena, facendogli fare le fusa in segno di consolazione.

"Skitty..." miagolò il Pokemon Micio, ora un attimo più calmo.

"Non ti preoccupare, Skitty, lo sai che anche se accolgo un nuovo Pokemon nella nostra squadra, non vuol dire che voglia meno bene a uno qualunque di voi. Avete sempre fatto tanto per me, e non me ne dimenticherò così." disse la ragazzina castana. "E' solo che... beh, in una situazione come questa, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per combattere contro il Team Meteora. E poi... Flabèbè mi dà l'impressione di essere così solo da queste parti e così desideroso di dare una mano... che mi dispiacerebbe molto deluderlo."

Skitty guardò verso Flabèbè, sentendosi un po' in colpa per essere stato sospettoso nei confronti di quella graziosa creatura. In fondo, chi poteva dirlo, lui e Flabèbè un giorno avrebbero potuto diventare amici, e come diceva giustamente Vera, avevano bisogno di quanti più alleati possibile per affrontare il Team Meteora. Perciò, avvicinandosi a Flabèbè, estese verso di lui la sua lunga coda come se volesse dargli una mano in segno di pace. Il Pokemon Monofiore arretrò di qualche centimetro, ma poi si convinse e accettò il gesto di Skitty.

"Fla... bebe..." affermò il piccolo Pokemon floreale, sorridendo serenamente prima di piazzarsi davanti a Vera e farle cenno di essere pronto.

La bambina dai capelli castani prese una Pokeball vuota dal suo zaino, prese la mira, e lanciò la sfera verso il piccolo Flabèbè con abilità e precisione. La sfera toccò il piccolo Pokemon Folletto, che sorrise e fece un cenno affermativo con la testa mentre veniva risucchiato all'interno... poi, la Pokeball cadde a terra con un tintinnio metallico e si agitò un paio di volte prima che la luce rossa sulla sua parte frontale si spegnesse, a significare che il Pokemon era stato catturato!
Vera raggiunse la Pokeball di Flabèbè in un paio di passi e lasollevò in aria con espressione trionfante. "Evviva! Ho catturato un Flabèbè!" esclamò, mostrando la Pokeball a tutti i suoi compagni di viaggio, prima che la sfera venisse catturata dal sistema computerizzato associato all'allenatrice - visto che Vera aveva già sei Pokemon in squadra, quello che lei aveva appena preso venne trasferito ad un sistema di memoria. Ortilla, Max e Drew fecero un breve applauso, ma un attimo dopo, fu il ragazzo dai capelli verdi a richiamare tutti al problema più pressante.

"Bene... direi che adesso possiamo proseguire, non credete?" chiese il giovane coordinatore, il cui Masquerain continuava a svolazzare tutt'attorno e a gettare occhiate in giro per evitare di essere colti di sorpresa. Il Pokemon Coleottero/Volante notò una stradina che proseguiva nella boscaglia, fiancheggiando quella che sembrava essere una piccola stazione ferroviara costruita solo a metà, e richiamò il resto del gruppo.

"Masquerain!" esclamò, facendo loro un cenno con le ali. Drew raggiunse per primo il suo Pokemon e guardò nella direzione in cui stava indicando, vedendo ciò che restava delle rotaie. La strada che portava verso la loro prossima meta si snodava lungo la strada ferrata completata solo per metà, addentrandosi nella boscaglia ma allo stesso tempo segnando un percorso che appariva più sicuro.

"Hmm, interessante! Ottimo lavoro, Masquerain." affermò Drew facendo un cenno affermativo al Pokemon Occhi, che rispose fluttuando vivacemente sul posto. "Ragazzi, da questa parte! Credo che Masquerain abbia trovato una strada che ci permetterà di arrivare da miss Saphira e gli altri in meno tempo!"

"Ottimo! Ci serviva proprio una buona notizia!" affermò Cain, raggiungendo per primo il ragazzino dai capelli verdi, accompagnato dalla sua Skuntank. Diede una rapida occhiata, e la moffetta gigante annusò attentamente l'aria per assicurarsi che non ci fossero Pokemon ostili, o magari qualche agente del Team Meteora a tendere loro un agguato.

"Skuntank!" confermò la Pokemon moffetta, per dire che erano al sicuro. Sentendosi più rassicurati, i ragazzi presero a seguire la strada che Masquerain aveva appena scoperto, e proseguirono il loro viaggio.

"Okay... tra un paio d'ore dovremmo essere arrivati a Zirconia, dove si trova una nostra alleata, Sierra Voclain, una ex-modella e Capopalestra di tipo Ghiaccio." spiegò Cain. "Dobbiamo fare in fretta... se conosco il Team Meteora bene come credo, non ci metteranno molto ad esserci alle costole."

"Questa volta sapremo come accoglierli." affermò Vera con decisione. "Abbiamo promesso alla sensei Kiki che non lasceremo che il Team Meteora faccia quello che vuole... e manterremo questa promessa ad ogni costo!"

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Nel frattempo, nella città di Zirconia, dopo aver assistito alla spettacolare battaglia tra Ritchie e Bennett, il gruppo della resistenza si stava apprestando a riprendere il cammino per raggiungere il rifugio delle sorelle Belrose, da dove avrebbero progettato la loro prossima mossa contro il Team Meteora. In particolare, c'era da investigare quello che era successo quando gli oggetti e gli alberi di Zirconia avevano cominciato a teletrasportarsi qua e là senza un apparente motivo... ma prima, era il momento di fare i dovuti saluti a Sierra e a Bennett, che avevano avuto la gentilezza di ospitarli quando avevano avuto bisogno di un posto in cui far riposare e riprendere la piccola Anna.

"Vi siamo grati per la vostra assistenza, miss Sierra, Bennett..." disse Laura, facendo un inchino alla ex-modella e al figlio. Padre Elias era in piedi vicino a Sierra e Bennett, e la sua presenza non passava certo inosservata a Saphira, che continuava a tenere d'occhio con fare sospettoso il misterioso sacerdote dai capelli color della neve. "E speriamo di poter ricambiare presto la vostra cortesia."

"Non è stato certo un problema." affermò con tranquillità Sierra, facendo spallucce. "Dopotutto, anch'io desidero vedere il Team Meteora sconfitto, e dare una mano a voi è uno dei modi migliori di farlo. Avete fatto tanto per noi, e grazie ai vostri sforzi, sono convinta che Reborn tornerà ad essere il luogo di pace che era una volta."

"Ci sarà molto da ricostruire, una volta che il Team Meteora sarà stato sconfitto." affermò Ritchie. "Non possiamo ignorare il fatto che abbiano rovinato le vite di numerose persone, e che ci sarà bisogno di molto tempo perchè ciò che hanno fatto possa essere riparato."

"Effettivamente, a volte la parte più difficile è ricostruire, piuttosto che combattere..." affermò Bennett, accarezzando lentamente la Mothim che svolazzava al suo fianco. La Pokemon Coleottero/Volante emise un verso basso e penetrante, muovendo lentamente le ali, e Padre Elias fece un cenno con la testa, apparentemente in accordo con ciò che aveva detto il ragazzo. "Comunque, vi faccio i migliori auguri, e spero che riuscirete a raggiungere la vostra meta senza ulteriori difficoltà."

"Che la benedizione del supremo Arceus vi assista. Fiat Voluntas Domini." affermò Elias, alzando una mano e tenendo l'indice e il medio sollevati in segno di buon augurio. "La vostra strada sarà lunga e tortuosa, ma se vi atterrete ai Suoi precetti, la giustizia sarà dalla vostra parte, e vi aiuterà a riportare la felicità a Reborn."

"Con tutto l dovuto rispetto, padre Elias, non sono una che crede nella volontà divina." rispose Saphira. "Oh, certo, non nego che Arceus esista e che i miracoli possano avvenire. Ma se Reborn è in questo stato, beh... questo vuol dire che Arceus non è molto interessato ad interferire negli affari terreni."

"Peccato. Non è bello non credere nell'infinita bontà del sommo Arceus. Ma immagino che questo non sia nè il tempo nè il luogo per disquisire delle nostre convinzioni teologiche." affermò il sacerdote, mantenendo la sua proverbiale calma. Tuttavia, dietro questa facciata di tolleranza, Elias aveva già deciso che non sarebbe stata la resistenza a portare la prosperità e la pace a Reborn. Le persone che non amavano il sommo Arceus non avevano futuro... la Chiesa d'Alfa avrebbe fatto in modo che nessuno di quei miscredenti sfuggisse alla giustizia divina. "Ad ogni modo, anch'io vi faccio i miei migliori auguri. Che ognuno di voi possa avere il lieto fine che merita."

"La ringraziamo, padre Elias! Sia io che Nostra!" esclamò Anna, tenendo in braccio la sua bambola Jirachi e sorridendo praticamente da un orecchio all'altro! Noel fece un cenno con la testa, riuscendo a fare a sua volta un sorriso, e giusto per accontentare Anna, fece fare lo stesso gesto al suo Cleffa di peluche. "Lei ci ha aiutato a guarire la malattia di Nostra, e le siamo molto grati per questo!"

"Ho fatto solo il mio dovere come pastore di anime." rispose con modestia il sacerdote dai capelli bianchi. Il suo sguardo, tuttavia, si fermò per qualche istante sui due gemelli. Gli stavano venendo in mente un sacco di domande su quei due misteriosi bambini, e aveva l'impressione che non gli sarebbero piaciute troppo le risposte... era sicuramente un fattore da tenere a mente, per la fase finale dei piani della Chiesa d'Alfa. Ma alla fine, era sicuro che il sommo Arceus fosse dalla sua parte. Non importa cosa cercassero di fare quei miscredenti, avrebbero perso. "Piuttosto, bambini, state attenti a dove vi porterà la vostra strada, e ricordate sempre gli insegnamenti del sommo Arceus, che vi terranno sulla retta via."

"Va bene, padre Elias. E grazie per tutto quello che ha fatto per mia sorella." disse Noel con un piccolo sorriso. "Adesso però... beh, miss Saphira, immagino che dovremmo riprendere il nostro viaggio verso il vostro rifugio, non è così?"

"Esatto! Finalmente arriviamo alla casa delle nostre care sorelline Belrose!" affermò allegramente Julia, cingendo Charlotte e Laura per le spalle con espressione arguta. "Wow, sono sicura che sarà una vacanza da sogno!"

"L'entusiasmo dell'unità Julia è fuori luogo." disse con tono piatto Florinia.

Fern scosse la testa. "Secondo me, siamo noi stessi ad essere fuori luogo, da queste parti, ma lasciamo perdere." affermò. "Allora, ci muoviamo o no? Credo che abbiamo perso già abbastanza tempo da queste parti." A queste parole, Ritchie e Sparky rivolsero uno sguardo disapprovante a Fern, che sembrò non accorgersi neanche della loro presenza.

"Certo, se pensi che aiutare una nostra compagna sia una perdita di tempo." affermò Pietro. "Bah, lasciamo perdere. E' comunque vero che dobbiamo andare. Hey, Ritchie, tu che cosa hai intenzione di fare? Resti qui o vieni con noi?"

"In realtà, io e Sparky pensavamo di restare qui ancora un po'." affermò Ritchie, dopo aver guardato Sparky dritto negli occhi come per chiedere il suo parere. Il Pikachu con il ciuffetto annuì, e il ragazzino di Kanto guard verso i membri della resistenza. "Vorrei restare ancora un po' per raccogliere un po' di informazioni sul Team Meteora, e magari per verificare se accadono altri strani eventi come quello di poche ore fa. Tra l'altro, se restiamo qui, il vostro gruppo riuscirà a far perdere meglio le vostre tracce... una peersona in meno da nascondere, mi spiego?"

"Capisco. Va bene, allora ci salutiamo qui, per adesso." affermò Saphira. "Buona fortuna, e attento a quello che fai, il Team Meteora non scherza affatto."

"Pikachu!" rispose Sparky con un cenno sicuro. Voleva chiaramente dire che neanche lui e Ritchie scherzavano.

"Certamente, miss Saphira. Buona fortuna a tutti voi." disse il ragazzino dai capelli rossicci, aggiustandosi il berretto. Padre Elias annuì a sua volta... per adesso, quello che gli interessava lo sapeva. Tutto stava nel convincere Bennett a fare la sua parte...

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Mezz'ora dopo, il gruppo di Saphira si era avviato, e Ritchie e Sparky si erano congedati a loro volta da Sierra e Bennett, per andare in cerca di ulteriori indizi sulle attività del Team Meteora nelle vicinanze di Zirconia. Era stato solo in quel momento che Padre Elias, ora sicuro che non ci fossero più imprevisti, e convinto di essersi fatto una buona idea circa le capacità di quei ragazzi, aveva chiesto di parlare con Bennett. Il ragazzo con gli occhiali era stato più che contento di rispondere alla chiamata del sacerdote, ben consapevole che poteva essere l'occasione di una vita, e in quel momento, chiusi nella comoda camera da letto di Bennett, i due stavano discutendo sul da farsi.

"Come ho detto, ragazzo mio... vedo un grande potenziale in te, e credo che le tue capacità nascoste siano sprecate per una cittadina in mezzo al nulla come Zirconia." stava dicendo in quel momento. "Con la tua determinazione, potresti arrivare ad essere un Superquattro. Certo, hai ancora molta strada da fare prima di arrivare ad un simile livello... ma credo di poter dare una mano ad una persona dotata del tuo talento e della tua dedizione."

"Mothim, mothim?" chiese la Mothim di Bennett, appoggiata alla scrivania del suo allenatore con le ali spiegate.

"Come le ho detto, padre Elias... per me sarebbe un grandissimo onore, e non so se potrò esserne degno." rispose lusingato il giovane studioso di Pokemon farfalla. "Detto questo... visto che lei è un esperto di queste cose, e sicuramente ha visto molti più allenatori nella sua vita rispetto a me, non posso fare altro che fidarmi del suo giudizio."

"Il giudizio non è mio, ma del nostro signore, il sommo Arceus, che tutto sa e che a tutto provvede." continuò Elias, facendo un altro gesto di preghiera e alzando lo sguardo come per rivolgere una preghiera alla sua divinità. "Detto questo... mi auguro che ti renderai conto che per me, prendere in consegna una persona relativamente sconosciuta come te, e presentarla ai miei colleghi della Chiesa d'Alfa, non è esattamente una questione molto semplice. Ti sto facendo un grande servizio, e mi aspetto in cambio qualcosa che abbia pari valore."

Bennett annuì lentamente, per ulla sorpreso. In fondo, non poteva certo pretendere che una persona, finanche un sacerdote che aveva dedicato la sua vita a servire Arceus, facesse qualcosa per lui a titolo gratuito. "Certo... certamente, padre Elias, me ne rendo conto." affermò. "E... sono chiaramente disposto a pagare il mio debito con la sua chiesa, di qualunque cosa possa trattarsi."

"Perfetto." rispose soddisfatto il sacerdote. "Allora cominciamo con una domanda abbastanza semplice. Ti chiedo di rivelarmi tutto quello che sai su dove si trova Luna. Sai, mi sono reso conto che prima non hai condiviso tutto quello che sapevi, e anche se comprendo i motivi per cui tu possa averlo fatto, adesso c'è assoluto bisogno che tu sia sincero ed esauriente. Luna... ti ha per caso detto qualcosa su dove sarebbe andata?"

Bennett ci pensò per un attimo, cercando di ricordare quanto più possibile dell'ultima volta che aveva visto Luna. "Lei... penso che abbia menzionato Castello Vanhanen, vostra grazia." rispose dopo qualche secondo. "So che il proprietario di quel maniero è una persona molto ricca e anche piuttosto eccentrica, e forse è per questo che il nome mi è rimasto particolarmente impresso. Ma... le posso assicurare che Luna non ha detto nient'altro."

"Non importa, ragazzo, quello che mi hai appena detto è ampiamente sufficiente." rispose Elias, la cui espressione calma e serafica venne per qualche istante sostituita da una di rabbia a malapena controllata. "Certo... avrei dovuto immaginarlo... Castello Vanhanen... quel maledetto ateo..."

Bennett sbattè gli occhi, non del tutto sicuro di aver capito. "M-mi scusi, vostra grazia?"

"Ah... non è niente, ragazzo mio, stavo solo facendo delle riflessioni ad alta voce." rispose rapidamente il sacerdote di Arceus. "Quanto al resto... quando ho visto Luna per l'ultima volta, aveva con sè un oggetto particolare... una collana di smeraldi, che ho per l'appunto chiamato Collanasmeraldo. Sai per caso se ce l'avesse ancora, quando se n'è andata da casa tua?"

Bennett sembrò farsi più vivace di colpo. "Ah! Certo... certo che ce l'aveva, vostra grazia! E devo dire che le stava benissimo... ehm, mi scusi... volevo dire che, sì, ho visto che indossava questa Collanasmeraldo il giorno in cui è andata via di qui." affermò rapidamente, i ricordi di quel giorno stampati in maniera quasi indelebile nella sua mente.

Padre Elias sembrò soddisfatto della risposta. "Certo, certo... capisco." affermò. "Questo è esattamente quello che volevo sapere. Possiamo anche andare, a questo punto."

"Mothim?" chiese la Mothim del ragazzo, vagamente allarmata. Come mai Padre Elias aveva così tanta fretta di andarsene? Anche Bennett aveva capito che il sacerdote di Arceus stava cercando di concludere l'accordo il prima possibile.

"Vuol... vuol dire adesso, padre Elias?" chiese il ragazzo, non del tutto sicuro di aver capito. "Non... non ho avuto neanche il tempo di dirlo a mia mamma... è successo tutto così all'improvviso..."

Il sacerdote di Arceus disse di sì con la testa, cercando comunque di venire incontro al ragazzo. "Beh, su questo ti devo dare ragione. E' giusto che tu parli a tua mamma della tua decisione e di quello che pensi di fare per il tuo futuro." affermò. "Tuttavia... non metterci troppo tempo, okay? Dobbiamo partire il prima possibile, e prima comincerai ad imparare le vie del sommo Arceus... e le tattiche necessarie per diventare l'allenatore forte e rispettato che vuoi essere... meglio sarà per tutti. Soprattutto per Luna. Vedrai, la ritroveremo, e faremo in modo che lei torni sulla via della luce."

Menzionare Luna era il modo migliore per convincere Bennett, che infatti mise immediatamente da parte ogni obiezione potesse avere. "Sì... immagino che lei abbia ragione, padre Elias... andrò immediamente da mia mamma a parlarle di questa mia decisione. Se mi permette..." disse, alzandosi dalla sua sedia e facendo un inchino rispettoso al misterioso sacerdote, per poi dirigersi verso le scale che portavano al piano terra. "Mamma! Mamma, scusa... c'è una cosa di cui vorrei parlarti! Mamma, dove sei? Accidenti, a volte questa casa mi sembra un labirinto..."

Cercò per quasi un minuto la madre, rendendosi conto che vivere in una casa così grande e lussuosa aveva anche i suoi svantaggi... finalmente, la voce di Sierra rispose ai suoi richiami, e la ex-modella arrivò a passo spedito dal soggiorno, mettendosi un po' a posto i suoi lunghi capelli bicolore.

"Sì, Bennett... scusa, ero lì in soggiorno a mettere un po' in ordine..." affermò, prima di schiarirsi la voce e mettersi in ascolto. "Dimmi, caro, c'è qualcosa di cui volevi parlarmi?"

Bennett tirò un sospiro, sentendosi improvvisamente a disagio. Aveva già una mezza idea di come dare la notizia a sua madre, ma adesso che si trovava al momento del dunque, si rendeva conto che non era tanto facile come gli era sembrato all'inizio...

"Allora..." cominciò, intuendo dallo sguardo leggermente malinconico della madre che Sierra aveva già una mezza idea di quello che stava per dire. "Allora, mamma, devi sapere che ho parlato appena adesso con padre Elias, e... e mi ha fatto una proposta che mi sembra molto interessante. Padre Elias... mi avrebbe proposto di unirmi a lui e alla Chiesa d'Alfa... lui dice che sotto la sua guida, non solo potrò ritrovare Luna e ricondurla da noi... ma potrò anche diventare un allenatore talmente bravo da entrare a far parte dei Superquattro di Reborn una volta che la Lega sarà stata istituita. Sono... sono tutte e due cose a cui tengo molto, mamma... ma per poter sfruttare questa occasione, devo per forza partire e cominciare un periodo di apprendistato con padre Elias. Il che vuol dire che... sì, dovrò andarmene anch'io di casa per un po'.  Volevo... volevo fartelo sapere, mi sembrava giusto che anche tu potessi dire la tua."

Sierra restò in silenzio per qualche secondo, e i suoi occhi puntarono verso l'elegante tappeto che copriva il pavimento del corridoio. Bennett trattenne il fiato, immaginando che sua madre non avesse preso troppo bene la notizia, e cercò di farsi venire in mente qualcosa per proseguire il discorso... ma prima che potesse farlo, Sierra alzò lo sguardo, e diede la sua risposta, con fare triste ed orgoglioso al tempo stesso.

"Bennett. Tu lo sai, che io voglio che tu cerchi la tua strada, e faccia quello che tu ritieni giusto. Quindi... non ho certo il diritto di importi di rinunciare ad una tale opportunità. Se è davvero quello che senti, ragazzo mio, vai pure, e io farò sempre il tifo per te." affermò la ex-modella. "Tutto... tutto quello che voglio dirti, è di stare attento. Io... e i miei amici della resistenza, quelli che hai incontrato poco fa... non ci fidiamo troppo di questa Chiesa d'Alfa. Tutto quello che ti chiedo... è di non farti irrettire. Stai attento a quello che ti dicono, e non farti indottrinare. Non sappiamo esattamente cosa vogliano fare, quelli della Chiesa d'Alfa, e abbiamo il sospetto che collaborino con il Team Meteora. Se... se dovessi coprire che è così, te lo chiedo per favore, figliolo... vattene subito da lì, e fai in modo di avvisare me e tutti quelli della resistenza!"

Bennett deglutì, sentendosi improvvisamente invischiato in qualcosa di molto più grande di quanto lui potesse immaginare. Ma la sua decisione era stata presa, e non aveva voglia di tirarsi indietro proprio adesso. Era la sua migliore occasione per realizzare il suo sogno, ritrovare Luna e finalmente diventare qualcuno, essere conosciuto per essere qualcosa di più che semplicemente il figlio della famosa Sierra Voclain...

"Va bene, mamma... me ne ricorderò..." affermò con un pizzico di nervosismo, prima di scambiarsi un affettuoso abbraccio con la madre. "Mi farò sentire quanto più mi è possibile... e ti prometto che la prossima volta ci sarà anche Luna con me. Grazie di tutto, mamma... ti voglio bene, e tu lo sai."

"Sì, lo so... ma a volte abbiamo voglia di sentircelo dire." affermò Sierra, ricambiando l'abbraccio e tenendo stretto suo figlio per quaalche secondo. Aveva la terribile sensazione che, dopo Luna, adesso anche Bennett si stesse allontanando, non solo fisicamente. ERa una costante un po' troppo frequente, nella sua vita... tutto ciò a cui lei voleva bene finiva per allontanarsi, per un motivo o per l'altro... ma dopotutto, si disse, era una cosa che non avrebbe dovuto darle così tanta pena. Non si dice forse che la gloria del mondo è una cosa passeggera?

"Bennett... mi raccomando, stai attento. E fatti sentire. La tua mamma ti appoggerà sempre, tienilo a mente."

"Sì, mamma, me ne ricorderò..." concluse Bennett, dandole infine un bacio su una guancia. Sierra riuscì a sorridere, nonostante la malinconia del momento... momento che ebbe termine quando padre Elias raggiunse a passo calmo madre e figlio, e fece a Bennett un cenno che voleva dire che adesso era pronto a partire, e che non stava aspettanfo che lui. "Ora... credo che ci dobbiamo salutare, mamma. Starò bene, non ti preoccupare. Andrà tutto bene."

Sierra annuì senza dire una parola, poi guardò verso padre Elias, che restava un po' in disparte in segno di rispetto per la loro privacy. "Padre Elias... io le affido mio figlio Bennett." affermò. "Lei... farà un buon lavoro a guidarlo e ad insegnargli tutto quello che ha da sapere per essere un Superquattro, dico bene?" Non potè fare a meno di rimproverarsi tra sè che quello che diceva non corrispondesse ai suoi sospetti nei confronti della Chiesa d'Alfa, ma non era quello il momento adatto per dare voce a certe sue idee.

"Può stare tranquilla, miss Sierra. Guidato dalla luce del sommo Arceus, suo figlio diventerà un faro di speranza per tutti i giovani di Reborn." affermò il sacerdote, mentre Bennett verificava le Pokeball appese alla sua cintura per essere sicuro di avere tutti i suoi Pokemon con sè. "Non nascondo che sarà un apprendistato che avrà le sue difficoltà. Non tutti hanno le capacità necessarie per raggiungere un traguardo elevato come quello a cui suo figlio aspira. Ma non gli avrei fatto questa proposta se non fossi sicuro che Bennett ha sia le capacità che la forza di volontà necessarie. Sarebbe un peccato sprecare un giovane con tali potenzialità, non è d'accordo?"

"Immagino di sì..." rispose Sierra di malavoglia.

Elias porse la mano a Sierra, che nonostante i suoi dubbi ricambiò il gesto con una cordiale stretta di mano, poi fece cenno a Bennett che era il momento di andare. "Bene... credo che sia il caso di prendere la nostra strada, Bennett, ragazzo mio." affermò. "E' da qui che inizia la tua nuova vita."

"Lo so... e farò in modo di esserne degno." rispose il ragazzo, cercando di non mostrare troppo la sua emozione. Sorrise e fece un ultimo saluto alla sua mamma, che ricambiò il gesto e restò ad osservare mentre i due ripercorrevano il corridoio e si avvicinavano alla grande porta d'ingresso. Fece qualche passo in avanti, giusto per far sentire a Bennett che sarebbe sempre stata con lui... e infine, quando padre Elias aprì la porta d'uscita e gli fece cenno di prendere la strada verso il suo santuario, Bennett e Sierra si scambiarono un ultimo saluto, prima che il giovane studente uscisse dalla villa della famiglia Voclain e muovesse i suoi primi passi verso la realizzazione del suo sogno. Era un momento solenne... e Sierra si sentiva un po' in colpa per il fatto di non essere felice per suo figlio quanto sarebbe dovuto esserlo...
La porta della villa si chiuse con un suono sommesso, che ciò nonostante riecheggiò per qualche istante nelle sale della grande villa, facendola sembrare ancora più grande e vuota...

E dopo qualche secondo passato a guardare come ipnotizzata la porta dietro la quale suo figlio era sparito, Sierra sospirò e andò a sedersi sul divano dell'ingresso, appoggiando la testa sul palmo della mano destra, come se all'improvviso si sentisse stanca. Era successo tutto senza che lei quasi se ne rendesse conto... Bennett era partito, come Luna e Gardevoir prima di lui... e adesso, solo adesso, si rendeva pienamente conto di quanto solitaria sembrasse quella casa così lussuosa.

"Cryo?" una voce acuta, melodiosa e cristallina distrasse Sierra dai suoi cupi pensieri quando uno dei suoi Pokemon, una strana creatura simile ad un gigantesco fiocco di neve il cui corpo era scolpito nel ghiaccio più puro, si avvicinò a lei per farle un po' di coraggio. Sierra alzò la testa e guardò verso la strana creatura esagonale, che fluttuava con leggiadria a circa un metro e mezzo da terra, muovendo ritmicamente due "baffi" posti su quella che doveva essere la sua faccia.

"Va tutto bene, Cryogonal." disse Sierra. "E' una cosa a cui mi dovrò abituare. Dopotutto... immagino che ci siete ancora voi, anche se forse anche voi finirete per allontanarvi da me, e magari non sarà neanche per vostra volontà."

"Crrryogonal!" rispose Cryogonal scuotendo la "testa", e cercando di dire alla sua allenatrice che lui e gli altri suoi Pokemon non si sarebbero mai neanche sognati di andarsene e lasciarla sola. Fluttuò accanto a Sierra, che allungò una mano e accarezzò il Pokemon Cristallo sulla parte superiore del corpo, reprimendo un brivido nel sentirne la temperatura.

"Ti ringrazio, Cryogonal... anche se non penso durerà tanto a lungo." affermò Sierra. Decisa quanto meno a godersi tutto il tempo che poteva avere a disposizione con uno dei Pokemon a cui voleva bene, Sierra permise a Cryogonal di appoggiarsi sul divano accanto a lei... e poco dopo, da altri corridoi entrarono gli altri suoi Pokemon, decisi a restare vicini a Sierra in quel momento così delicato. Un candido Dewgong si trascinò con trasporto nel soggiorno, seguito da un elegante Glaceon e da un tozzo e robusto Glailie. Da un altro corridoio arrivò un Vanilluxe, un Pokemon Ghiaccio che assomigliava in maniera impressionante ad un cono gelato scolpito nel ghiaccio, con due teste fatte di panna montata decorata con numerosi pezzetti di ghiaccio che spuntavano qua e là dalla sua massa, e una cannuccia di ghiaccio che fuoriusciva da una di esse. E dietro di lui si vedeva un altro Pokemon, una Jynx dall'espressione un po' stralunata. Tutti i Pokemon si avvicinarono a Sierra, decsi a farle capire che in ogni caso loro non se ne sarebbero mai andati.

"Vi ringrazio per il pensiero." rispose Sierra, accarezzando il suo Glaceon che chiuse gli occhi in un'espressione beata. Per diversi minuti, Sierra e i suoi Pokemon restarono in silenzio, a godere un po' della reciproca compagnia, e la ex-modella si permise di pensare che forse, quella villa così grande e così vuota non era poi tanto triste...

Fece un piccolo salto per la sorpresa quando sentì bussare alla porta della villa, e alzò lo sguardo in quella direzione. Per un attimo, le venne in mente che poteva essere Bennett che aveva cambiato idea ed era tornato indietro, ma scacciò quasi subito quel pensiero. Doveva essere più forte di così... "Ah... ehm... avanti, prego!"

"Miss Sierra?" chiese Ritchie, aprendo appena un po' la porta d'ingresso e facendo capolino. Il suo Pikachu, Sparky, entrò subito dopo di lui, guardandosi attorno con un po' di soggezione quando si accorse di tutti i Pokemon che si erano raccolti attorno a Sierra. "Scusi se la disturbo, ero venuto qui giusto per avvertirla che io continuerò le mie ricerche qui attorno, e tenterò di trovare qualcosa in più sul Team Meteora e sul loro ultimo esperimento. Piuttosto... ho visto suo figlio e padre Elias che si allontanavano, discutendo tra loro. Allora... Bennett ha deciso di andare con lui? Avevo avuto questa impressione quando li ho visti parlare tra loro, dopo la nostra battaglia."

"Sì, è proprio così." disse Sierra,  facendo cenno a Ritchie e Sparky di accomodarsi. "Ha deciso di studiare ed allenarsi assieme a padre Elias per diventare uno dei Superquattro della Lega Pokemon di Reborn, per quando quest'ultima sarà istituita, si intende. E se ciò fosse vero e ci riuscisse, beh... sarebbe a dir poco meraviglioso."

"Dewgong..." mormorò il Pokemon simile ad un lamantino bianco, appoggiando una pinna sul divano accanto alla sua allenatrice, che alzò lo sguardo verso il soffitto e proseguì.

"Dovrei essere contenta per mio figlio. E in effetti, lo sono." continuò Sierra. "Ma... Ritchie, questo è un favore che ti chiedo. Se per caso dovessi incontrarlo là fuori, da qualche parte... per favore, tienilo d'occhio anche tu da parte mia. Certo... sono sicura che sa badare a sè stesso, ma non sempre lui fa le scelte migliori. Dopotutto, nessuno di noi fa sempre le scelte migliori, dico bene?"

"Mi... mi sembra anche giusto che lei si preoccupi per suo figlio, miss Sierra." rispose Ritchie, rivolgendo un pensiero anche ai suoi genitori che in quel momento erano sicuramente a Kanto, a vivere la loro vita di ogni giorno, e probabilmente a preoccuparsi per lui che stava vivendo chissà quali avventure in un luogo infido e pericoloso come Reborn.

Sierra alzò le spalle. "LO so, lo so... ma mi sembra quasi surreale. Prima Luna e Gardevoir, e adesso Bennett... ogni cosa col tempo se ne va, a quanto pare." rispose. "Forse non sono proprio tagliata per questa storia di essere una mamma... ma non importa. Mi basta sapere che Bennett sta bene e sta inseguendo i suoi sogni. Al resto... mi abituerò."

"Pikachu..." rispose malinconico Sparky, augurandosi tra sè che se non altro, Bennett sarebbe stato in grado di realizzare il suo sogno e compiere le giuste scelte...         
   

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"Ormai ci dovremmo essere..." affermò Saphira, spostando un grosso ramo ricoperto di foglie che le ostruiva la visuale. Adesso i dintorni cominciavano a sembrarle più familiari. "Tra non molto arriveremo finalmente al nostro rifugio. Almeno lì, almeno per un po', dovremmo essere in grado di riposarci un po', e pianificare la nostra prossima mossa contro il Team Meteora."

"Un rifugio, eh? Mi ritorna alla mente quello di mia sorella Titania..." commentò Pietro, facendo un sorriso un po' amareggiato. "Non ricordo più quante volte sono andato da quelle parti perchè Tania mi ci aveva trascinato."

Anna guardò verso di lui e sbattè gli occhi con espressione vagamente confusa. "Pietro? Va tutto bene? Mi... mi sembra di capire che non vai molto d'accordo con tua sorella, o sbaglio?" chiese la bambina dai capelli neri. "Come mai? Pensavo che tra fratelli ci si intendesse sempre..."

"Benvenuta nel mondo reale, stupida marmocchia." intervenne Fern.

Charlotte grugnì e alzò gli occhi al cielo. "TU apri bocca soltanto per insultare, eh?" chiese sarcastica.

Fern ghignò e alzò le spalle. "Hey, non è colpa mia se sono circondato da idioti." affermò. "Avete mai pensato a cosa farete una volta che il Team Meteora sarà stato sconfitto? Se la cosa sarà possibile, beninteso. Non so se ve ne siete accorti, ma questo paese non ha neanche una Lega Pokemon, non ha nessuna autorità che permetta di mantenere l'ordine... solo il Team Meteora riesce a mantenere una parvenza di controllo, e se dovesse essere eliminato... questo mondo cadrà nell'anarchia!"

"E quindi tu dici che sarebbe meglio lasciarli fare e permettere loro di fare la bella vita a spese di persone innocenti? Ma ti ascolti mentre parli, Fern?" lo rimbeccò Pietro. "Ah, già, dimenticavo, se una cosa non riguarda te allora non è di alcun interesse, vero?"

"E che c'è di male?" ribattè Fern. "Esatto, se una cosa non mi riguarda direttamente, allora non so che farmene. Qualche problema?"

"Ora basta! Non siamo qui per queste discussioni infantili!" intervenne rapidamente Saphira con tono infastidito. "Pietro, non rispondere a Fern, non fai altro che fare il suo gioco. Fern, tu sei libero di pensarla come vuoi, ma ti ricordo che sei stato tu ad entrare a far parte della resistenza, di tua volontà. E adesso, che ti piaccia o no, sei anche tu contro il Team Meteora. Pensavo che la cosa fosse ovvia."

"Hehehee... ammettilo, Fern, ti ha bruciato!" sghignazzò Julia.

Il ragazzaccio con gli occhiali masticò amaro, ma tenne per sè ogni risposta. Non era certo quello il momento di dire la sua... non ancora, almeno.  

Per fortuna, ci pensò Laura ad intervenire prima che la tensione potesse diventare insopportabile. La sorella di mezzo del terzetto Belrose richiamò l'attenzione con un gesto della mano, e indicò una stradina ricoperta di ciottoli che si addentrava in un grande giardino, il manto erboso ricoperto di bellissimi fiori di ogni colore. La valle era circondata da alte rupi di roccia bianca che formavano attorno ad essa delle mura protettive, e tutt'attorno si vedevano svolazzare dei Pokemon Coleottero o Volante, oltre che dei normali uccelli ed insetti che rendevano l'atmosfera molto più vivace. Anche Fern doveva ammettere che la visione era davvero suggestiva - la prateria fiorita era interrotta soltanto dall'apparizione di qualche piccolo edificio costruito in tavole di legno inchiodate rozzamente tra loro, e dei piccoli specchi d'acqua limpida, una vista sicuramente gradita ai ragazzi che erano abituati a vedere il degrado e la sporcizia di Reborn City. Anche il cielo sopra di loro era di un azzurro mai visto, con delle gradevoli nuvole bianche che fluttuavano lentamente sopra di loro. Anna e Noel, che non avevano praticamente mai visto in vita loro un simile spettacolo, rimasero ipnotizzati davanti ad una scena tanto semplice, e al tempo stesso tanto suggestiva.

"Woooow! Questo posto è bellissimo!" esclamò Julia, avanzando per prima sulla stradina di ciottoli che si addentrava nella prateria. "Saphira, non mi avevi mai detto che tu e le tue sorelle vi eravate fatte il rifugio in un posto così fico!"

"E' davvero... un posto molto bello." commentò Pietro, anche lui sorpreso e meravigliato. Per un attimo, gli era sembrato che anche l'apatica e silenziosa Florinia avesse assunto un'espressione vagamente impressionata. "Spero solo che... Vera e gli altri riescano a trovarlo. Non è la cosa più facile del mondo, orientarsi tra queste montagne..."

"Tranquillo, Amaria avrà sicuramente fatto un ottimo lavoro. Se è stata lei a dare a Vera e agli altri le direzioni, allora arriveranno presto." continuò Charlotte, tenendo le mani sulla nuca con un sorriso acuto. "Piuttosto, adesso proseguiamo e raggiungiamo la nostra casetta! Non vedo l'ora di appoggiare un po' la testa su un vero cuscino, piuttosto che quello schifo di pagliericci che ci davano all'orfanotrofio!"

"Ormai è acqua passata, Charlotte." disse Saphira con tono rassicurante. Anche se Charlotte non dava l'impressione che i maltrattamenti subiti in quel posto orribile l'avessero troppo segnata, la maggiore delle sorelle Belrose aveva comunque tutta l'intenzione di fare sì che il passato restasse tale, e che nessuno subisse più quello che loro avevano subito. "Ora siete tutti al sicuro, qui in questa valle dove il Team Meteora non ha ancora allungato i suoi tentacoli."

"E se quei dannati del Team Meteora proveranno ancora a fare del male ai miei cari... troveranno me ad attenderli." pensò ferocemente tra sè, tenendo in mano una Pokeball e stringendola fino quasi a farsi venire le dita bianche. "Chiunque provi a prendersela con la mia famiglia... non vivrà abbastanza a lungo da pentirsene!"         
             

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CONTINUA...

Note dell'autore: Scusate se l'aggiornamento arriva così tardi. C'è stato un periodo in cui non riuscivo a concentrarmi sulla scrittura, e dovevo saltare sempre da un argomento all'altro. Spero che questo non abbia danneggiato troppo il mio nuovo capitolo, e che vi piaccia in ogni caso!

Bennett ha fatto la sua scelta... ora, non resta che vedere se sarà in meglio o in peggio. Certo, vedo che pochi dei miei lettori, se non nessuno, si fidano di padre Elias e della Chiesa d'Alfa... bisognerà vedere cosa accadrà, e se davvero quella gente vuol dire guai.

Saphira e il suo gruppo sono arrivati là dove le sorelle Belrose hanno il loro rifugio... ma sarà davvero sicuro? Non credo che il Team Meteora tarderà troppo a farsi sentire, con i suoi nuovi e folli esperimenti... speriamo solo che Vera e Ritchie riescano a raggiungere il gruppo in tempo, o saranno guai!

Grazie della vostra attenzione, e alla prossima!

 

  
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