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Autore: annalisa93    17/06/2017    0 recensioni
Questa storia non è mia, ma di una mia amica, il suo profilo ufficiale lo trovate su wattpad : https://www.wattpad.com/user/ChiBa93
GENERE: sentimentale, thriller, mistero, psicologico, urbanfantasy.
Diciassette ragazzi.
Diciassette anime diverse, ognuna con il proprio passato, con le proprie fragilità e con le proprie aspettative per il futuro.
Diciassette cuori destinati ad incontrarsi e a scontrarsi.
Diciassette persone che si ritroveranno ad indagare su una serie di misteriose scomparse e sull'inquietante morte di una giovane liceale, avvenuta quarant'anni prima.
N.B: Questa storia è una light novel, ovvero un romanzo con illustrazioni in stile manga
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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La luce del mattino, che filtrava dalle tapparelle semichiuse, lo colpì con la forza di una lama lucente e affilata. I suoi sensi erano fortemente intorpiditi, un po' per gli analgesici, un po' perché aveva dormito parecchio. Dopo che si era risvegliato dal coma, tutte le volte che si appisolava, finiva per fare lunghissime dormite. Per questo ci mise un po' per realizzare dove si trovasse. Era ancora in ospedale e la prima cosa che riuscì a distinguere fu la voce dell'infermiera fuori dalla stanza.

«Attenda un momento, prego.» La donna fece scorrere la porta ed entrò nella stanza. «Buongiorno caro.» Gli disse con un sorriso rassicurante. «Hai visite.» A quelle parole il viso di David si illuminò di stupore. Non ebbe il tempo di chiederle chi fosse venuto, che l'infermiera fece entrare il visitatore. Lì, in piedi sulla soglia, c'era una ragazza. Il suo volto era nascosto dietro un bellissimo mazzo di fiori colorati. Al segnale della donna si avvicinò lentamente al letto, poi con grazia appoggiò i fiori sul comodino, mostrando il viso fino a quel momento occultato. Era la ragazza del parco-avventura. David, nel momento in cui la riconobbe, sentì il corpo diventare preda dell'imbarazzo ed ebbe l'impressione che il cuore gli fosse balzato in gola, perciò deglutì nel tentativo di ricacciarlo al suo posto. Le mani e il viso cominciarono a sudare e lui non capiva il perché. Non gli era mai capitato niente del genere. Forse è colpa dello stress fu la spiegazione che ingenuamente si dette.

«Allora io vi lascio soli.» Disse l'infermiera facendo l'occhiolino. «Vi ricordo che l'orario di visita termina alle 9.00.» Precisò uscendo. David non aveva il coraggio di parlare, si sentiva stranamente emozionato. Così fu lei a rompere il ghiaccio.

«Ti volevo ringraziare per aver salvato il piccolo Jason, ti sei comportato da vero eroe.»

«Figurati, l'ho fatto con piacere! Mica potevo lasciare che un bambino si facesse del male.» David abbozzò un sorriso. Non era facile per lui muovere i muscoli facciali dopo che questi erano stati in stato di inattività per più di tre giorni. Emma comprese lo sforzo. Sorrise dolcemente. «Grazie ancora. Salvando Jason hai salvato anche me e il mio lavoro.» Lei lo guardò dritto negli occhi esprimendo col suo sguardo tutta la gratitudine che provava verso di lui e che nessuna parola al mondo sarebbe riuscita a rivelare. Lui arrossì. Decifrò il messaggio che quegli occhi luminosi gli stavano mandando, ma non riuscì a sopportare la loro l'intensità, perciò fu costretto ad abbassare il viso.

«Che c'è? Ti senti male per caso? Aspetta che vado a chiamare l'infermiera» Allarmata, Emma era già diretta verso la porta.

«Ferma!» David cercò di intervenire prima che fosse troppo tardi. «Non ti preoccupare» rispose, ancora visibilmente imbarazzato. «Non è niente.» A quelle parole Emma si tranquillizzò e si riavvicinò al letto.

«Posso fare qualcosa per te? Hai sete?»

«No, grazie, non ho sete.» Dopo una breve pausa David riprese a parlare «Però c'è una cosa che puoi fare per me.»

«Ovvero?»

«Lì sul tavolo ci sono un CD dei Bon Jovi e uno stereo. Non è che potresti mettere il cd nello stereo e farlo partire? Sai, la musica mi rilassa molto. E mi carica.»

«Sì, certo, lo faccio subito.»

«Grazie.» David abbassò la testa e piantò lo sguardo sulla coperta che nascondeva le sue gambe. «A te piacciono i Bon Jovi?»

«Moltissimo, sono la mia band preferita. Poi» A quel punto gli occhi di Emma s'illuminarono «Io amo John Bon Jovi. Più invecchia più diventa bello.»

«Già...» David si rattristì sentendo quelle parole. Il suo cuore fu invaso da un sentimento sgradevole a cui però non riusciva dare un nome. Gelosia? No, non poteva essere gelosia. Non poteva essere geloso di una ragazza che neppure conosceva e neppure provare invidia per Bon Jovi, con cui né lui né lei avrebbero mai avuto a che fare di persona. Allora cos'era?

David non poté darsi una risposta perché venne interrotto da Emma. «La mia canzone preferita è la numero quattro. E' una canzone così romantica...»

«Se ti fa piacere, mettila pure.»

Emma non se lo fece ripetere due volte. In men che non si dica la stanza si riempì delle note di Always dei Bon Jovi. La ragazza ne rimase estasiata. Si avvicinò nuovamente al letto. Si sedette e sfilò le ballerine che aveva ai piedi. «Ce la fai ad alzarti?» Chiese poi al ragazzo.

«Insomma, sono tutto indolenzito...» David si portò la mano destra sulla schiena e la massaggiò. Poi, dopo aver riflettuto un attimo su ciò che gli aveva chiesto la ragazza, incuriosito, volle sapere il perché di quella domanda.

«Mi è venuta voglia di ballare.» Rispose sincera Emma. Sul volto del ragazzo si dipinse un'espressione sorpresa. «Ma io veramente non credo di essere nelle condizioni migliori per farlo.» Il suo tono era incerto, non voleva ferire la ragazza. Poi, vedendo che lei si era rattristata, cercò di rimediare. «Va bene, ci proverò, ma sappi che non posso andare tanto lontano con questo.» disse indicando l'ago che aveva nel braccio.

«Non ti preoccupare, non ti farò dannare.» Intanto gli dette una mano a scendere dal letto. Nel preciso istante in cui toccarono terra, le gambe di David cedettero. Ma Emma riuscì a sostenerlo.

«Forse è meglio se la canzone l'ascoltiamo stando sul letto.» Disse con un filo di voce. David sorrise amaramente. Gli dispiaceva di non poterla accontentare. Emma lo aiutò a sedersi e con lui si accomodò anche lei. Ma la canzone oramai era terminata. Così si alzò con l'intenzione di farla ripartire e in un lampo andò allo stereo, fece ripartire la canzone e tornò al letto, su cui si sedette nuovamente.

«Ecco, adesso ci siamo.» Disse con un sorriso soddisfatto. I due, che erano seduti sul letto, si lasciarono cadere all'indietro, sdraiandosi sul materasso. Entrambi serrarono i propri occhi per poter assaporare pienamente ogni singola nota. Intorno a loro si andò a creare un'atmosfera magica, calda ed accogliente. Vicino a quel ragazzo Emma si sentiva al sicuro, c'era qualcosa nella sua presenza che le trasmetteva calma e tranquillità. Senza accorgersene appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo. Quel contatto inaspettato colse David di sorpresa. Ben presto, però, il suo volto si distese in un sorriso colmo di tenerezza. Chiuse gli occhi e, insieme ad Emma, si lasciò trasportare dalla melodia della canzone, una melodia nuova, arricchita dal ritmo di due cuori che battevano all'unisono.

 

 

Angolo annalisa93

Buon sabato a tutti!
Non so voi, ma io sto morendo di caldo, c'è un'afa pazzesca -.-"
Cooomunque spero che la storia vi stia piacendo e se vi va lasciate un commento :)
Grazie a tutti e alla prossima!

   
 
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