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Autore: Nirvana_04    17/06/2017    3 recensioni
SPIN-OFF DE "IL TREDICESIMO RE"
Un racconto rubato al vento, sui Campi Eliòpei.
Bastian ha solo dieci anni quando è costretto a trasferirsi ad Aproeb. La città, sita tra il verde delle colline e il blu del mare, è troppo delicata per chi è cresciuto a Velenia; ma un incontro inaspettato cambierà le sorti del giovane Spettro e quelle delle persone che intrecceranno il proprio cammino al suo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Racconti del Veto'
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Il campo di Eliotropi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Se ne stava lì, a raccogliere quei piccoli fiori dalle tonalità delicate, come lei. I lunghi capelli erano del colore della cenere, eppure rosseggiavano al tramonto come braci pronte a scoppiettare di nuovo, se aizzate.
Bastian se ne stava quatto tra l'erba alta, a vederla cincischiarsi con ghirlande di fiori. Si era trasferito da Velenia una decade prima, per volere della madre. La guerra era diventata troppo dura per lei, le fatiche e il dolore erano un cappio che si stringeva sempre più intorno al suo collo. Aveva odiato Aproeb non appena l'aveva intravvista: case dagli intonachi screpolati che si coloravano di delicate sfumature all'alba e al tramonto; non c'erano archi rampanti o volte su cui arrampicarsi e giocare. Aveva detestato tutto della città: la delicatezza delle mura, la dolcezza delle sue verdi colline, la gentilezza dei suoi abitanti. Aveva odiato anche sua madre e l'aver ereditato da lei quello stupido rossore che lo ghermiva quando qualcuno gli rivolgeva la parola. E poi aveva visto lei: una creatura di sei anni che camminava a monte di una collinetta, cercando di vincere i lunghi steli come se stesse cercando di andare contro la corrente del mare, il vento di bonaccia che soffiava i suoi capelli dietro di lei, raggi scuri che si intrecciavano al verde dell'erba. Era fermezza e delicatezza insieme; ma non era riuscito a odiarla. Così, l'aveva spiata, silenzioso, ogni volta che sua madre piangeva di nascosto o faceva quello stupido sorriso, come a voler dire ‘va tutto bene’, ma non c'era niente che andava bene.
Un refolo di vento rubò uno stelo dall'intreccio. Scacciando la sua ritrosia, Bastian sbucò fuori dal suo nascondiglio e scattò in avanti, lesto. Vide gli occhi dalle scure profondità della bambina seguire lo stelo sfuggito con avidità, per poi trafiggere con indifferenza le sue pupille.
Bastian strappò il fiore dalle grinfie del vento e glielo porse. «A che ti servono tante ghirlande?»
Le esili spalle si sollevarono in un ansito silenzioso. Ella accettò il fiore. Mentre lo prendeva tra le mani, egli poté sentire il calore irradiarsi carezzevole sulle sue dita. La vide puntare un dito verso il mare.
Sullo sfondo, tra i dolci pendii delle colline, oltre i campi Eliòpei, centoventinove corpi erano stati allineati – i corpi di coloro che erano stati riconosciuti e strappati dalla Piana, dove i visi anonimi venivano seppelliti in fosse comuni – sopra a una striscia marrone, formata da tavole di legno posizionate con cura, a fare da ponte tra Serinut e l'Antica Venasta: erano pronti per il rito di passaggio verso i manti scuri della morte e le fiamme rabbiose del Dio Meg.
Bastian sapeva che era così che Aproeb salutava i suoi defunti: ogni morto sacrificato per la guerra era un passo in più verso la loro antica casa; loro avrebbero preparato il cammino per i vivi.
«A loro non serviranno» le disse, «lasciali ai vivi.»
La bambina scosse la testa con rabbia, per allontanare le sue parole; il suo viso s'infiammò, sconvolto, e calde lacrime bagnarono i sottili petali azzurrognoli. Strinse al petto le ghirlande e cominciò ad annaspare, in cerca delle parole.
Bastian capì. «Tuo padre?»
Scosse la testa.
«Tua madre?»
Ancora un segno di diniego.
«Tua sorella? Tuo fratello?»
Gli occhi di fumo si spalancarono sull'accecante nulla che le stava davanti. Il vuoto si allargò intorno a lei, l'insensatezza e l'impotenza punsero le sue iridi ed ella strappò le ghirlande in un turbine di frammenti celesti. Le lacrime si persero sulla terra soffice.
Bastian s'inginocchiò e raccolse una manciata di fiori sparsi. «Vieni, andiamo a metterli sui suoi occhi. Il cielo, al tempo di Agur, era azzurro, come loro. Lui, così, lo vedrà prima di noi.»
La bambina sollevò finalmente il capo e osò reggere il suo sguardo. Il mare profondo si specchiò nei suoi pensieri e Bastian lo squarciò con un sorriso gentile.
«Sei il bambino che viene dalla città bianca?»
Le porse una mano. «Sono Bastian.»
La bambina strinse alcuni petali tra le mani e si mise in piedi, rifiutando il suo aiuto.
Egli fece strada tra i campi, giù per il declivio. Raggiunsero la vallata e la bambina si riunì a sua madre; probabilmente il padre era morto da tempo. Gli abitanti di Aproeb erano tutti riuniti lì, tra i prati verdeggianti e i floridi seni della terra. Nessuno osava avvicinarsi ai morti o starvi accanto più del dovuto; nessuno incrociava i loro sguardi spenti. Sembrava che ognuno di essi, per quanto addolorato, non sopportasse l'idea di convivere con la nera signora un minuto di più. Avevano talmente tanta fretta di lasciarsi alle spalle quella Falda da ammassare alla bell'e meglio i morti sulla scia di legname, senza preoccuparsi di rispettare il dolore di chi doveva ancora dire addio a quelle creature.
Il vento scompigliava i capelli dei vivi e dei morti, alzando la terra e giustificando il rossore sui visi degli adulti. Le ciocche color cenere della bambina si annodarono ai mulinelli d'aria e nascosero la pelle chiara del suo volto.
«Bastian» sentì la voce di suo padre richiamarlo.
Il bambino si voltò e respirò l'ultimo profumo di casa. Era un cavaliere importante, il suo babbo, molti dicevano che lui ne era la copia fedele: Arantar onorevole, aveva corti capelli bruni e occhi dalle venature blu, talmente scuri che parevano neri; il portamento gentile e compassato mitigava i tratti severi e il terrore che incutevano le tante cicatrici che ricoprivano il suo corpo. Bastian sarebbe diventato come lui anche nello spirito, un giorno.
«Che fai con quei fiori, figliuolo?»
«Volevo aiutare…» Arrossì fino alle punta delle orecchie. Una donna si era voltata verso di lui, azzittendolo con uno sguardo.
I suoi occhi scattarono verso la bambina, stretta alla pancia della madre, e ne seguì lo sguardo fino a individuare il fratello maggiore.
Suo padre capì e lo spinse un po' più avanti. «Coraggio, allora» lo incitò con un sorriso.
Gli uomini stavano già tendendo gli archi, incoccando frecce dalle punte infiammate.
Bastian allontanò la sua timidezza, superò la bambina e la madre, si arrampicò sulla strada per i morti e raggiunse il corpo che stava cercando. Il viso del giovane era irriconoscibile, le tumefazioni nascondevano qualsiasi segno che prima lo accomunava con la sorella. Bastian sistemò i fiori sopra ogni taglio e abrasione, avendo premura di nascondere per bene lo squarcio sul cranio. Poi indietreggiò.
Vide il piccolo pugno della bambina tremare e aprirsi sul petto del fratello. I petali degli eliotropi si sparsero sugli abiti insanguinati e li adornarono di quel colore puro.
Scesero di corsa dal legno, proprio mentre l'ultimo raggio di Mal sfiorava l'orizzonte e il nero effimero della notte ricopriva ogni cosa. Lanterne di fuoco illuminavano pallidamente la volta sopra di loro, mentre lucciole saettanti venivano scagliate sui corpi. La striscia marrone prese fuoco, ghermendo le vesti così come le carni. Le fiamme attecchirono e svamparono in una folle corsa, creando una strada di fuoco che puntava verso est: il Dio Meg avrebbe ingurgitato le anime degli eroi.
Le dita sfiorarono di nuovo la mano di Bastian ed egli si girò a guardare il viso contrito della bambina. Non c'era bisogno di parole, il piccolo sorriso sollevato sui tratti delicati gli bastò.
Il tocco si sciolse, restò di nuovo solo. Un nuovo soffio di vento gli scompigliò i corti capelli e portò seco un piccolo dono, un sussurro che disse: «Sono Miva.»
 


N.d.A.

Un buongiorno a tutti i lettori, nuovi e già conosciuti, che hanno letto questo primo capitolo.
La storia non avrà molte pretese né sarà molto lunga, ma spero che possa piacervi questa sorpresa e che possa fare luce su alcuni punti oscuri della trama originale - o forse aumenterà solo le domandeXD

In attesa del prossimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate!
   
 
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