Rey Za Burrel & Athrun Zala

«Mi vuoi spiegare che ti è saltato in mente di aiutarlo?» Rey non rispose. «Tu e Shinn potevate rischiare molto più di un semplice periodo di detenzione», continuò allora il suo superiore. Lui, però, si ostinò al silenzio. Athrun sospirò. «Non so come potrebbe reagire il Presidente Dullindal, sapendo che avete liberato un prigioniero, che per altro è uno dei responsabili dell’incidente avvenuto ad Armory One», spiegò.

   A dire il vero non se la sentiva di rimproverarlo troppo visto che anche lui, in passato, aveva fatto qualcosa di simile quando aveva conosciuto Cagalli: l’aveva lasciata andare fidandosi soltanto della sua parola, nonostante lei avesse abbattuto il mezzo su cui viaggiava e, non paga, avesse cercato di ucciderlo.

   Al nome di Gilbert, finalmente gli occhi del biondo parvero illuminarsi. Il Comandante se ne accorse e rimase perplesso. Quindi, intuendo di aver imboccato la strada giusta per farlo parlare, aggiunse: «E prega affinché il Presidente non decida di espellerti da ZAFT.»

   Rey lo fissò apparentemente divertito. «Temo che tu stia ingigantendo l’accaduto, Athrun.» Questi batté le palpebre, non capendo. «Se Gilbert ha permesso ad un disertore di tornare nell’esercito, perché mai dovrebbe prendersela con me per un’opera di bene?»

   Gilbert? Lo chiamava addirittura per nome?

   Troppo allibito da tanta sfrontatezza, Athrun non riuscì a zittirlo, per cui l’altro concluse: «Gilbert si fida ciecamente del mio giudizio. E ora, con permesso.» E si accomiatò con un saluto militare.

   Decisamente stordito dall’elegante protesta del soldato Za Burrel, il giovane Zala rimase immobile al suo posto, riflettendo sulle sue parole e sulle espressioni del suo volto – espressioni che non gli aveva mai visto se non quando si trattava di Dullindal.

   «Santo cielo», mormorò poi fra sé, portandosi la mano sinistra alla tempia per lo shock. «Shinn sarà stato avvisato del pericolo che corre a dormire nella stessa cabina dell’uomo del Presidente?»

(11 giugno 2009)