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Autore: LatazzadiTea    17/06/2017    1 recensioni
Evy è una ragazzina di quattordici anni cresciuta in un santuario magico da Segundus, l'ultimo stregone rimasto ancora in vita nel regno di Saarland. La giovane è dotata di un dono unico e rarissimo fra la sua gente, quello della Comprensione Universale. Questo singolare potere le permette di capire, leggere e parlare ogni lingua - sia arcana che umana - che sia morta o conosciuta. La ragazza passa i primi anni dell'infanzia e della fanciullezza a leggere tutti i libri della più antica e ben fornita biblioteca magica esistente, immagazzinandone ogni possibile informazione. Quando a causa dell'invasione di Saarland da parte del regno di Ronania, Segundus scompare e la biblioteca viene bruciata, Evy diviene suo malgrado la sola e unica custode di tutto quel sapere. Non le rimane che fuggire e raggiungere un altro santuario per compiere il suo destino: impedire alla magia di scomparire definitivamente dal mondo...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Proseguirono il loro cammino fino al tramonto, fermandosi di quando in quando per riposare. Se Adrastar non aveva problemi a muoversi per ore, Evy sembrava aver bisogno di riprendere fiato più spesso, così decisero di passare la notte presso un rado querceto poco oltre i margini del bosco. La folta cupola di vegetazione che li aveva protetti fino a quel punto si era fatta via via meno fitta: più avanti sarebbero stati senza difesa, perché oltre quella foresta, si estendeva un'immensa pianura verdeggiante.

- Dove hai imparato a fabbricare la polvere soporifera? Non pensavo che al Santuario di Ambrosia insegnassero agli adepti a fare cose simili - le chiese Drias, dopo aver provveduto a controllare che nei dintorni non ci fossero pattuglie di ricognitori o drappelli di mercenari.

- Ho letto la formula in un libro... - tagliò corto Evy, sedendosi sfinita su un grosso tronco cavo.

Adrastar per un istante la osservò in silenzio. La piccola si massaggiava i piedi stanchi e affaticati; benché avesse gli occhi lucidi e fosse esausta, per tutto quel periglioso tragitto non si era lamentata una volta, e l'ammirava per questo. Nonostante i suoi quattordici anni, a guardarla Evy pareva davvero ancora una bambina. Ciò nonostante, aveva dimostrato un immenso coraggio decidendo di tornare indietro a salvarlo. Sorrise fra sé e sé a quel pensiero: mai si sarebbe aspettato un gesto simile da un estraneo, così, ancora stupito ma pieno di riconoscenza, si preoccupò di preparale un giaciglio più comodo dove dormire.

Drias aveva deciso di utilizzare come focolare, il grosso tronco cavo su cui Evy si era seduta qualche istante prima. Dopo aver provveduto a chiudere con un altro pezzo di legno e della resina la parte superiore, dopo aver acceso il fuoco Evy notò che il fumo restava intrappolato all'interno del fusto senza disperdersi. In quel modo avrebbero potuto scaldarsi e cucinare qualcosa, senza che nessuno si accorgesse della loro presenza. Dunque, lei non era l'unica a conoscere trucchetti geniali, anche Adrastar sapeva il fatto suo.

- Hai una borraccia da riempire? - le domandò ancora.

- Sì, ho una piccola fiaschetta nella borsa da viaggio - replicò Evy porgendogliela.

- Te la sentì di aspettarmi da sola un momento? C'è un torrente poco lontano da qui. Riempirò le nostre borracce d'acqua fresca e tornerò in men che non si dica... - le disse per tranquillizzarla.

Gli pesava doverla lasciare, anche sapendo che Orion avrebbe badato a lei in sua assenza. Ma Evy fece un gesto d'assenso col capo, avvicinandosi alla piccola fiamma che avevano acceso e che lentamente prendeva vigore, facendosi sempre più irrequieta e convulsa e a lui non rimase che arrendersi. Quando il fuoco prese bene sulla legna secca che avevano raccolto, Adrastar si allontanò, e lei poté rilassarsi, sentendosi finalmente avvolgere da quel prezioso e agognato calore di cui aveva un bisogno disperato, fino ad addormentarsi inconsapevolmente.



Quando riaprì gli occhi ci mise più di un momento a realizzare daver dormito tutta la notte, visto che albeggiava. I morsi della fame si erano fatti sentire praticamente subito, un buon profumino proveniva da un paiolo che bolliva sul fuoco acceso, e lei ne respirò l'aroma a pieni polmoni: le venne l'acquolina in bocca al pensiero di assaggiare quella zuppa calda e dall'odore invitante.

- Buon giorno, ben svegliata! - la voce familiare di Drias cozzò violentemente con la sua nuova immagine; era irriconoscibile, non solo si era lavato e tagliato i capelli, si era sbarbato per giunta. L'uomo riflesso nello specchio che finiva di radersi la faccia, era molto più bello e giovane di quanto si fosse mai aspettata. Non potendo fare a meno di arrossire, abbassò lo sguardo. Drias era nudo dalla cintola in su, e malgrado avesse il torso devastato da moltissime cicatrici non poté fare a meno di trovarlo affascinante.

- D-Drias... - l'imbarazzato tremolio nella voce di Evy quando lo chiamo, gli fece comprendere meglio il motivo per cui la ragazzina si era improvvisamente nascosta sotto il cappuccio della pesante mantellina invernale che indossava.

- Scusa, avrei dovuto avvertirti... mentre riempivo le borracce sono scivolato nel torrente. Ero già bagnato fradicio, così ho pensato bene di lavarmi. I miei vestiti dovrebbero essere asciutti ormai, su, vieni e mangia qualcosa, la zuppa è ottima! - le rispose lui mentre finiva di affilare su una stringa di pelle, la lama del pugnale che aveva usato come rasoio.

Nel tempo che Adrastar ci mise a rivestirsi, l'imbarazzo di Evy lasciò il passo allo stupore. Da quanto aveva letto, i Ronauk possedevano molte capacità, fra le quali anche quella della guarigione istantanea da numerosi generi di ferite. Allora, per quale motivo Adrastar aveva ancora il corpo ricoperto di segni tanto evidenti? Era forse perché per anni la sua connessione spirituale con Orion, era stata in qualche modo interrotta? Quelli come Drias su Klaryon, per via dei loro famigli venivano anche chiamati Anime Corazzate. E in effetti, fra gli abitanti di quel reame magico, i Ronauk erano senza ombra di dubbio gli esseri più dotati. La quantità di magia di cui disponevano era talmente grande da non poter essere contenuta completamente dal corpo, del resto, loro famigli altro non erano che la proiezione di quel potere, che a secondo dell'inclinazione della persona a cui apparteneva, poteva assumere diverse forme e dimensioni.

Adrastar Drias doveva essere stato un grande cacciatore, e quasi certamente era stato mandato per catturare un qualche traditore fuggito da Klaryon, qualcuno di altrettanto potente e pericoloso quanto lui. Evy iniziò a pensare che la preda designata potesse essere solo una fra le uniche due persone che riteneva avessero quelle caratteristiche, e cioè Segundus, suo tutore e maestro, e il Magister di Celestia, Lord Obsidian. Poi, la sua attenzione fu richiamata da qualcosa di luminoso che sembrava muoversi dietro il collo di Drias, l'intreccio del ricamo formava un circolo energetico molto simile a quello usato dai maghi e dagli stregoni, per imprimere sulla pelle dei loro nemici sigilli e maledizioni. Era un circolo magico di settimo livello: si potevano leggere chiaramente le parole incise con la magia all'interno delle sezioni tondeggianti che si richiudevano una sull'altra quasi a formare una spirale. Lei ne riconobbe chiaramente la natura, dando finalmente una spiegazione logica alle condizioni di Adrastar, ma la cosa non le piacque affatto.

- In Sanct Grav, Ort Sanct, In Ex grav ... - mormorò Evy mentre le leggeva.

- Cosa borbotti, un altra assurda formula? - le domandò lui ingenuamente.

- Avete un tatuaggio sul collo, lì, proprio dietro l'orecchio. Ci sono incise queste parole e io... le ho semplicemente lette - si giustificò Evy, di nuovo in imbarazzo.

- Un tatuaggio? - la reazione perplessa e stupita di Drias fu più eloquente di mille parole. Cercò di scorgerlo usando lo specchio, ma non vide nulla di strano. Ai suoi occhi non c'era niente sulla pelle del collo.

- La prima è una magia di difesa, insomma, le parole possono significare muro o blocco, o anche barriera - gli spiegò Evy attirando definitivamente la sua attenzione.

- E il resto? - volle sapere Adrastar sempre più interdetto.

- La seconda è una magia di supporto. Estrae il potere magico dal corpo della vittima designata, donandolo al mago che ha lanciato l'incantesimo - gli rispose la giovane.

- Anche la terza è una magia di difesa: crea una striscia di energia paralizzante, e questo è davvero strano, perché se foste davvero entrato all'interno del santuario di Ambrosia, per effetto di questo incantesimo non avreste più potuto muovervi. A dirla tutta, non avreste nemmeno dovuto mettere piede là dentro... è possibile che il sigillo si stia scaricando e stia divenendo instabile... - replicò Evy anticipandolo.

Adrastar si alzò in piedi sovrastandola con la propria statura. Era evidentemente che fosse contrariato. Quegli incantesimi avevano strappato a Drias parte del suo potere, facendo di Orion un fantasma e di lui, un uomo senza un passato né scopo. Ma come era venuto quel temporale emotivo, che sembrava averlo profondamente turbato, se ne andò. Adrastar si chinò nuovamente su di lei, sorridendole.

- Penso che dovrei sentirmi lusingato, non credi anche tu? -

- Sul serio? E perché mai, vi hanno tolto molto - sbottò Evy con le lacrime agli occhi.

- Pensaci bene. Si sono presi un bel disturbo per neutralizzarmi, no? Questo significa che dovevano avere una paura tremenda di me e del mio lavoro... qualunque esso fosse. Oltre al fatto che se quello che dici è vero, il potere di questo sigillo prima o poi si estinguerà, consentendomi di ricordare chi sono veramente. Magari potrò tornare dalla mia famiglia. Sempre ammesso che ne abbia una, si intende. Non è magnifico? - disse poi Adrastar, con l'espressione più ridicola che avesse mai visto sul viso di qualcuno.

- Avevate ragione prima. Non siete strano, siete folle! - gli rispose Evy tirando buffamente su col naso.

Era troppo giovane per comprendere fino in fondo il maldestro tentativo fatto da Drias di sdrammatizzare la cosa. L'uomo aveva notato la faccia mortificata della giovane; lei gli aveva rivelato quella cosa inconsapevolmente, e forse, si era sentita in colpa per averlo fatto. Pareva averne passate davvero tante nella sua breve esistenza, e Drias pensò che infondo, i suoi guai non erano nulla paragonati a quelli di Evy. L'esercito più grande mai visto si muoveva in tre direzioni, e seppur diviso, si espandeva come un lungo velo d'ombra oscura, su foreste, campi e villaggi a perdita d'occhio. Nicholaus avrebbe continuato ad avanzare verso sud prima di annientare ciò che restava dell'armata di Saarland,  e poi avrebbe conquistato la capitale. Non avrebbe lasciato la presa su di loro e nemmeno su Westfalia, del resto; aveva comandato per mesi uno dei suoi contingenti più numerosi sapendo esattamente cosa l'avrebbe aspettato. La falsa benevolenza del re, la sua ipocrisia e crudeltà nel voler imporre ai popoli assoggettati una propria filosofia, negandogli ogni diritto alla libertà di culto e di pensiero, erano le ragioni principali che l'avevano spinto a proteggere Evy, benché fosse solo un estranea. Se era così importante per lui trovarla, allora impedirgli di farlo, l'avrebbe rallentato e magari, chissà, anche fermato per qualche tempo.

- Come fai a conoscere tutte queste cose Evy? Non dirmi che anche questo l'hai letto in un libro, piccola - chiese lui cercando di comprendere meglio la situazione.

- Il Grimorio che tratta di tutti e nove i circoli, le formule in essi contenute, le loro proprietà e le classi alle quali appartengono si chiama Enchiridion. Letteralmente, questa parola significa orazione contro ogni sorta di sconfitta. Contiene anche formule misteriose su come vincere una guerra, ottenere la fedeltà di una donna, o attirare su di se' la fortuna e la vittoria - aggiunse la ragazza.

- E avete lasciato un simile tesoro nelle mani di quel pazzo? Nicholaus intende distruggere ogni fonte di magia solo per potersene servire da solo, è così ovvio... E voi... Mio dio, è imperdonabile! - sbottò Drias sempre più turbato e confuso.

- No, non è così. Ogni parola, frase o concetto contenuta in quei libri è racchiuso nella mia mente, adesso. Su quei testi non c'è più nulla! Quando Nicholaus scorrerà quelle pagine, tutti i libri della biblioteca si dissolveranno fra le sue mani come cenere al vento. In ogni caso, nessuno avrebbe la capacità di leggere quell'antica scrittura tranne me - replicò Evy con gli occhi lucidi e pieni di lacrime.

Lo sguardo incredulo di Adrastar e l'espressione spaventata dell'uomo, finirono però per peggiorare la situazione. Evy iniziò a piangere disperatamente e a singhiozzare.

- Tu sei davvero la custode di tutto quel sapere Evy? -

- Sì - gli confermò la giovane.

- Va bene, allora è tutto a posto piccola. Ti aiuterò io, ti proteggerò. Arriverai sana e salva ad Atalon, te lo giuro! Ma ora smetti, ti prego. Non piangere più... -

Gli si sciolse il cuore quando ancora in lacrime Evy gli si gettò fra le braccia. C'era qualcosa di veramente preoccupante e terribile in quella profonda conoscenza, ora capiva perché Evy fosse tanto preziosa per Nicholaus. Il sovrano di Ronania aveva distrutto santuari e biblioteche, semplicemente perché erano diventati inutili. La ragazza gli raccontò anche di essere stata ospite del Magister del Santuario di Nocturnia per ben sei anni, prima di raggiungere Segundus ad Ambrosia. Ora si spiegava tutto. Grazie a quella strana ragazzina, per una volta nella vita avrebbe potuto fare qualcosa di buono. Aveva di nuovo uno scopo, e anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ne era felice. In realtà il mestiere della guerra non gli era mai piaciuto; aveva combattuto più per necessità che per diletto. Il denaro era stato un mezzo per ottenere una posizione e acquisire più potere all'interno dell'armata a cui si era affiliato, e malgrado ancora non sapesse spiegarsi fino in fondo il motivo di quel suo drastico e repentino cambiamento interiore, dentro di se sentiva che ogni passo fatto fino a quel momento, era stato fatto per lei. Malgrado avesse ancora tante domande da fare, con quell'unica certezza nel cuore, Drias decise di rimettersi in cammino.

Da quel momento in poi, lui e Evy avrebbero dovuto trovare un modo per passare inosservati. Fino ad allora erano riusciti a stare lontani da sentieri battuti e strade che ora però erano costretti a percorrere, se volevano oltrepassare il confine fra Saarland e Ronania. Allora che fare? Cambiare radicalmente aspetto li avrebbe potuti aiutare. Se fossero riusciti a raggiungere un villaggio, per lo meno avrebbero potuto cambiarsi gli abiti e magari comprare un carro, o un paio di cavalli,pensò Adrastar.

- Non c'è una magia per questo, vero? - domandò Drias per essere sicuro di non avere altra scelta che rischiare.

- Per cambiare aspetto? C'è ne sono diverse in realtà, ma solo i maghi più potenti hanno la capacità di farlo - lo informò Evy.

- C'è un altro modo però, e spero che funzioni. Malgrado i sigilli interferiscano con i vostri poteri, credo che possiate usare comunque un portale magico per spostarti da un luogo all'altro - Evy spiegò a Drias che tutti gli abitanti di Klaryon avevano questa facoltà, e cioè quella di usare lame di luce riflessa, come porte per viaggiare.

Ogni mago o stregone poteva creare la sua porta personale usando un oggetto, e benché lo specchio usato da Adrastar per radersi fosse poco più che un piccolo pezzo di vetro, per Evy poteva funzionare.

- E' così che Segundus ha lasciato il santuario? - chiese Drias dopo averci riflettuto un momento. Evy assentì, ammettendo di avergli mentito su Segundus.

- E perché non ti ha portata con lui? - domandò.

- Per via di quella parte di me... che non riesco a controllare. In ogni caso, non abbiamo scelta - rispose Evy affranta.

Quando Evy spiegò ad Adrastar di cosa si trattava, lui rimase in silenzio per parecchio.

- Quindi, sei una mezzosangue. Tua madre era una maga e tuo padre un comune essere umano, o il contrario? A dirla tutta, non sembra così terribile - le rispose lui, senza comprendere veramente le reali implicazioni.

Se solo avesse ricordato, non l'avrebbe pensata i quel modo, si disse Evy. Ma dopo quel pensiero, la giovane riportò la sua attenzione su una questione più urgente: dovevano trovare un modo per passare inosservati da quel momento in poi.

L'insistenza della ragazza finì per convincerlo a provare, prima però, doveva metterla al sicuro. Si ricordò di aver notato un buco sul fianco di una collina, poco lontana dal torrente in cui era caduto la notte precedente. Non era abbastanza grande da contenere un adulto, ma un bambino si, pensò Drias. Si affrettò a recuperare tutte le loro cose, preoccupandosi di spegnere il fuoco e riempire di terra il tronco vuoto usato come focolare, prima di abbandonare quel luogo. Ripercorsero per un breve tratto la strada fatta fino al torrente, e dopo aver raggiunto il buco semi nascosto da un folto cespuglio, Adrastar mostrò a Evy l'entrata.

- In tutta onestà, non so davvero da dove cominciare... - le confessò preoccupato.

- Non è difficile. Dovrete concentrarvi su un posto in particolare, o su in luogo in cui siete già stato. La lama di luce perdurerà abbastanza da permettervi di arraffare quante più cose possibili e tornare indietro. Vi è tutto chiaro? -

- Certo che sì! - replicò Drias iniziando a sudare freddo.

Non capiva perché l'idea di doverla lasciare, lo affliggesse così tanto. La posizione era ideale; i cani non avrebbero potuto fiutarla e nei dintorni, a quanto pareva non c'erano pericoli imminenti.

Eppure, si sentii come se la stesse tradendo.

Seguendo le istruzioni di Evy, Adrastar fece in modo che i raggi del sole si riflettessero sullo specchio, creando un sottile raggio di luce di fronte a se'. Sempre seguendo le indicazioni della giovane, aveva dovuto disegnare un simbolo col proprio sangue sul vetro dell'oggetto e pronunciare un incantesimo, per ottenere il risultato sperato. Quando finalmente riuscì a vedere attraverso quel lampo il villaggio dove aveva vissuto per anni, dopo essersi risvegliato privo di memoria, rimase a bocca aperta per la sorpresa. Titubante le lanciò un ultima occhiata, Evy non sembrava spaventata, così, finalmente si decise ad oltrepassare quell'angusto e misterioso passaggio.

La ragazza era rimasta per qualche tempo ad osservarlo attraverso quello stesso squarcio, fino a quando non lo vide svanire completamente al suo interno. Orion aveva guaito a lungo dopo la partenza del suo padrone, ma poi, le si era avvicinato strusciandosi contro i suoi abiti in cerca di attenzioni. Inaspettatamente, era riuscita a farsi coraggio proprio grazie alla sua presenza. Quella bizzarra creatura poteva apparire grande e minacciosa quanto una belva affamata, oppure, come in quel momento, manifestarsi sotto forma di una piccola e tenera palla di pelo impaurita e bisognosa d'affetto. In ogni caso, per lei rappresentava la presenza di Drias al suo fianco e in quell'occasione particolare, non poté che esserne felice. Ubbidendo agli ordini di Adrastar decise di nascondersi, rimanere all'aperto era comunque troppo rischioso. Dovette mettersi a carponi per infilarsi in quell'oscura apertura nel terreno, finendo per sporcarsi completamente di quella terra morbida profumata e scura, sia i vestiti che le mani. Fortunatamente il buco si allargava un po' verso l'interno, e proseguì fino a trovare abbastanza spazio per potersi mettere seduta e attendere.

Mentre Orion le si arrotolava come un morbida fusciacca attorno al collo per scaldarla, Evy gli si strinse contro con impeto, pregando il cielo che Adrastar tornasse da lei, il più in fretta possibile.

In quel medesimo istante, Drias apparve smarrito e confuso, proprio al centro della piazza principale del villaggio in cui aveva desiderato tornare. Nel tempo che ci mise a realizzare d'aver realmente percorso centinaia di miglia in meno di un secondo, si rese anche conto che stranamente, nessuno aveva fatto caso a lui. Si portò improvvisamente una mano al collo sfregandosi la pelle dietro l'orecchio: il marchio impostogli e fino a quel momento invisibile ai suoi occhi, stava letteralmente iniziando a bruciare. Il sigillo che avrebbe dovuto impedirgli di usare la magia, aveva iniziato a fargli davvero molto male. Era come se stesse letteralmente emergendo da sotto l'epidermide, perché al tatto poteva seguirne i contorni circolari e misurarne lo spessore. Si domandò come fino a quel momento non si fosse mai accorto di quel tatuaggio, e imprecò al pensiero che qualcuno avesse osato tanto. Per quale motivo gli avevano strappato via con tanta violenza l'essenza stessa del suo essere? Strinse i denti, quel dolore pulsante non doveva distrarlo dalla sua missione, era pieno pomeriggio, e presto il sole sarebbe tramontato. Al calar della sera la lama di luce si sarebbe dissolta, e terrorizzato da quell'evenienza, malgrado il dolore si sforzò di dedicarsi più in fretta alle sue compere.



Nei dintorni di Ambrosia intanto, una strana figura si aggirava non veduta fra i soldati di Ronania in cerca di notizie. Era stata mandata in quel luogo dal capo del suo clan, per prendere in consegna una giovane fanciulla di nome Evy. Non avendone trovato traccia dove avrebbe dovuto, aveva temuto fosse stata catturata proprio da quegli infidi e brutali invasori da cui avrebbe dovuto proteggerla.

- Che il demonio se lo porti! Quando lo troverò, gli spezzerò braccia e gambe, e dopo averlo eviscerato, lo impiccherò con le sue stesse budella! - esclamò con rabbia un mercenario grande e grosso.

Non contento, il soldato si augurava che quello spergiuro del suo ex comandante finisse all'inferno tormentato da mille diavoli in eterno. Il mercenario in questione si chiamava Petrus, e discutendo animatamente con alcuni dei suoi compagni aveva continuato a sbraitare e inveire per ore contro l'uomo che così vigliaccamente, gli aveva ingannati e traditi. Quasi tutti i componenti dell'armata di Adrastar non riuscivano ancora a credere al suo voltafaccia, molti avevano espresso pareri discordanti sulla defezione di chi li aveva guidati per anni a costo della propria vita. Quei discorsi avevano inevitabilmente finito per attirare l'attenzione di Zlabya, la giovane donna era guerriera Jungara appartenente al nobile popolo dei Nati Liberi, nomadi abitanti nelle cosiddette terre aride dell'Est.

Gli Jukaghiri, da sempre compagni e preziosi alleati di maghi e stregoni avevano occupato quei territori di confine all'alba dei tempi, e vi avevano vissuto in pace per molti secoli prima dell'incoronazione di Nicholaus. Ma solo dopo che il Magister di Ambrosia li aveva interpellati, avevano deciso di agire. Grazie agli antichi rituali appartenenti al suo retaggio, Zlabya era riuscita a nascondersi alla vista del nemico Ronaniano per ben due giorni prima di riuscire a capire come fossero andate veramente le cose. L'uomo in questione si chiamava Adrastar Drias, e fino a pochi giorni prima, era stato il loro comandante. Ricordavano di averlo visto per l'ultima volta mentre si addentrava da solo, nel fitto bosco che circondava quelle valli. Avevano sentito da altri soldati al servizio del Duca di Siagrio, che l'avesse fatto per duecento pezzi d'oro. Adrastar era stato accusato di essere passato al nemico e che quella cospicua somma, gli fosse stata pagata addirittura dal re di Westfalia in persona. Se quello che dicevano era vero, per il momento la giovane Evy pareva essere in salvo. Ma a parer suo, il pericolo incombeva ancora sulla giovane, visto che non conosceva nulla dell'uomo che l'aveva presa in consegna. Per quel che ne sapeva di lui, Adrastar Drias poteva essere una spia di Westfalia, un traditore loro alleato, come un mascalzone e un avido furfante. Così, si rimise in cammino seguendo quelle poche traccie che era riuscita a trovare: avevano tre giorni di vantaggio su di lei, doveva far presto.



 
   
 
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