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Autore: RickyChance98    17/06/2017    0 recensioni
Un'epoca lontana, un regno dimenticato. Vivi la storia di amore e coraggio di Celia alla ricerca del suo posto del mondo, al confine tra il bene e il male, fra luce e oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPISODE VI – In trappola

Theo nel frattempo era arrivato nel magazzino delle cucine. Vide un sacco pieno di pane e altre leccornie. Ebbe per qualche istante l’acquolina in bocca, poi la sua mente tornò alla missione di salvataggio. Aprì un grosso portone che dava alla cucine reali.
“Hey, Piffy! Riesci a sentirmi?” – chiese. Per fortuna la stanza era deserta, cominciò quindi a darsi da fare, cercando in ogni angolo una traccia dell’animaletto. Doveva trovarlo, l’aveva promesso alla sua amica.
Aveva cercato in ogni sacco, in ogni cesto. Piffy non era lì! E se invece se ne fossero sbarazzato in un altro modo? Magari era già troppo tardi… Proprio in quel momento la porta si aprì; Theo, senza ragionare e preso dal panico, si nascose dietro la fornace.
“Lo metto qui?” – chiese una guardia stringendo in mano un piccolo sacco.
“Lascialo dove ti pare, torniamo ai nostri compiti” – rispose un’altra, che aspettava fuori.
La guardia fece come gli venne detto, e andò via. La stanza era di nuovo vuota, Theo corse quindi subito a vedere se dentro quel sacco ci fosse proprio il povero Piffy. Prima che riuscisse ad aprirlo, sbucò da fuori il musetto della creatura.
“Sei tu, ce l’hai fatta!” – esclamò il ragazzino. “Oh, sei ferito! Aspetta, cerco qualcosa per aiutarti!” – girandosi, però, Theo inciampò, scontrandosi contro decine di mestoli d’argento appesi proprio dietro di lui. Il boato risuonò in tutte le cucine e a Theo si gelò il sangue. Pochi istanti dopo sentì il rumore di passi pesanti che si avvicinavano, seguiti dal “Click” della porta che si apriva davanti ai suoi occhi spaventati.
 
Celia nel frattempo fissava ciò che credeva fosse la soluzione all’enigmatica frase rivelatole da Juanita. Al centro della stanza, sopra il caminetto, vi era un grande e bellissimo quadro che raffigurava la sua bellissima mamma. Aveva guardato e ammirato quel dipinto moltissime volte. Cora aveva un sguardo sereno, e Celia da piccola aveva sempre avuto l’impressione che da lì la mamma la guardasse e vegliasse su di lei. Pensò subito che la risposta che cercava potesse trovarsi dietro al quadro. Avvicinò una sedia e cercò di sollevare il dipinto, ma dietro di esso vi era solo la parete. Non c’era altro, Celia non riusciva a capire. Guardò l’affresco da ogni prospettiva, toccò addirittura la parete sperando in un qualche passaggio segreto.
Poi le venne un’idea. E se i suoi occhi non guardassero un punto qualunque? Andò alla parte opposta della stanza, cercò il punto che la donna sembrava fissare da quel vecchio quadro. Vi era un piccolo scaffale con dei libri. Erano i suoi preferiti, e li voleva tenere vicini a sé. Celia cercò un indizio, tastò ogni libro e toccò ogni angolo del mobile. Ma purtroppo era ancora lontana da ciò che doveva sapere.
“Che cosa sto cercando?” – si chiese, sospirando lentamente. I suoi occhi si posarono poi sull’unico libro che ancora non aveva esaminato. Era esattamente al centro di quello scaffale.
“Ti ho trovato!” – Celia prese il libro ma nulla si mosse e niente successe. Pochi istanti dopo dal libro cadde qualcosa. Celia si spaventò, poi si chinò e vide una misteriosa piccola chiave. Un mistero si era risolto ma un altro se ne era creato.
Si guardò intorno, ammirando anche il quadro posto sopra lo scaffale. Raffigurava un paesaggio notturno e stellato. Avvicinò la sedia e si arrampicò al di sopra dello scaffale, avvicinandosi al dipinto. Le rimaneva un’unica possibilità per risolvere quel mistero.
 
Il piccolo Theo era spaventato a morte. Non aveva avuto neanche il tempo di nascondersi. Aveva preso il piccolo Piffy e si era inginocchiato dietro ad un bancone. La porta intanto era aperta ma Theo non riusciva a sentire nulla. Cautamente, quindi, cercò di capire se fosse effettivamente entrato qualcuno ma la stanza era ancora vuota. Si alzo e tirò un sospiro di sollievo, ignaro del fatto che qualcuno o qualcosa in realtà fosse entrato.
 
“Ci siamo!” – esclamò Celia. La ragazza aveva sollevato il quadro, notando una porticina che era riuscita ad aprire con la chiave trovata nascosta in quel libro. Non perse altro tempo ed entrò. Celia si ritrovò in un lungo e piccolo cunicolo che la stava portando chissà dove. Il cunicolo diveniva a ogni metro sempre più largo e sempre più alto e, in breve tempo, poteva camminare normalmente. 
Alla fine della galleria Celia poteva intravedere uno spiffero di luce provenire da dietro una porta. La risposta a tutto ciò che cercava non poteva che essere lì.
D’un tratto però la pareti cominciarono inspiegabilmente a restringersi, era stata azionata un trappola! Celia cominciò a correre così velocemente che il cuore sembrava le stesse per uscire dal petto, eppure più correva e più la porta alla fine del cunicolo sembrava allontanarsi. Allo stesso modo le pareti si restringevano sempre di più e Celia stava per rimanere schiacciata da quei muri. La ragazza non demorse e allungò la mano, in quel momento capì che stava vivendo un’allucinazione: si fermo, sospirò e chiuse gli occhi. Pochi istanti dopo li riaprì e Celia era esattamente davanti alla porta che nascondeva quella misteriosa luce, e le pareti erano dove dovevano essere. Ella stava per aprire il portone quando una voce familiare la chiamò da dietro le spalle.
“Io non lo farei se fossi in te” – Era Kavira, che teneva per il collo il povero e spaventato Theo, che nel frattempo stringeva a sé Piffy.
“Sei tu, quella del mio sogno! Che cosa vuoi da me? Chi sei?” – Celia era spaventata per i suoi amici, non avrebbe certo rischiato la loro vita per scoprire le verità che cercava.

“Tu non dovresti essere qui, e se adesso vuoi salvare i tuoi amici dovrai venire con me” – la minacciò Kavira.

(...)
   
 
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