Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: gufetta_95    17/06/2017    0 recensioni
Cosa succede, quando si decide di rivoluzionare completamente la propria vita, abbandonare la tranquillità delle mura di casa e dell'università che ti accolto negli ultimi due anni, e partire per un anno all'estero?
Cosa succede, quando si decide di dire basta ad un'amicizia che ha tentato per troppo tempo di diventare qualcosa di più, logorandoti nel frattempo?
Cosa succede, quando si decide proprio per questo di dire basta all'amore?
Un anno in erasmus, con la ventata di novità che porta con sè, ecco cosa succede.
Un anno a base di persone che un giorno non conosci, e il giorno dopo diventano tuoi coinquilini.
Un anno a base di lezioni poco comprensibili, e di appunti presi in una personalissima combinazione di inglese e italiano.
Un anno a base di amicizie speciali, di chiacchiere strette nel letto a tarda notte, e di Netflix.
Un anno a base di Te che, nonostante non capissi cosa volessi davvero da me, e nonostante i miei tentativi di rimanere razionale, diventavi sempre più importante, conquistandoti un posto sempre più grande nel mio cuore.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo 



L’erasmus non è come uno se lo aspetta. 

Che poi, anche qui, servirebbero non poche, ma mille precisazioni. 

Innanzitutto, che cos’è l’erasmus?

C’è chi lo considera un espediente per sfuggire alla famiglia, divertirsi e guadagnarsi voti facili. 

C’è chi lo considera un’esperienza formativa imprescindibile, fondamentale per un curriculum di stampo internazionale.

E poi ci sono io. 

Che non sono partita guidata da grandi ideali e sogni legati ad una futura brillante carriera, ma per qualcosa di ben più prosaico: una cotta senza speranza per il mio migliore amico, e un cuore che credevo irrimediabilmente spezzato. E, nei pensieri di una ventenne, soprattutto una che studia lettere ed è cresciuta leggendo i grandi romanzi dell’ottocento, partire per un anno e separarsi dall’amore non ricambiato della propria vita è qualcosa che sa abbastanza di eroina romantica da soddisfare le proprie inclinazioni poetiche -e non importa che Elizabeth Bennet non abbia mai pensato di fuggirsene lontano da Mr Darcy, e che quando ci prova in realtà finisca a visitare il suo salotto e -sorpresa!- lui sia lì, o che Jane Eyre sia al massimo andata a fare una passeggiata nei campi sotto il temporale, prima di cedere alla corte di un uomo il cui concetto di monogamia è quanto mai discutibile- . 

Avrei imparato tante cose, quell’anno. 

Che non importa quanti progetti e quante speranze avessi, non avrei potuto immaginare che la prima persona che avrei incontrato sarebbe diventata una delle mie amiche più strette, oltre che ad essere la mia vicina di casa.

Che il mio cuore è ballerino abbastanza per innamorarsi ogni due secondi. Soprattutto quando il ragazzo che è incaricato di farti vedere il tuo nuovo appartamento è decisamente più grande, decisamente pieno di tatuaggi e decisamente affascinante. 

Che la vita tra coinquilini può essere bellissima con le persone giuste, e terrificante quando a questa equazione perfetta si aggiunge una persona sgradevole che non lava i piatti, che sembra convinta che tutti i suoi problemi siano imputabili alla tua presenza, e che ti giura vendetta mentre controlla in modo maniacale che tu stia facendo correttamente la raccolta differenziata. E che ha il coraggio di uscire con lo stesso ragazzo con cui sei appena uscita tu, il che potrebbe aver ingigantito ancora di più il mio affetto, che già rasentava lo zero.

Che non è facile essere catapultati in un mondo dove tutti parlano inglese, e che fingere di capire e tentare di proseguire il discorso pur afferrando solo un quarto della conversazione diventerà, almeno per i primi mesi, una triste realtà. Il risvolto positivo sarà che almeno non potrai parlare della tua disastrata situazione sentimentale, perchè il “siamo migliori amici, forse. Migliori amici che si sono baciati e hanno scoperto di essere più bravi a far finta di nulla che a parlarne, e che hanno adottato la stessa tecnica dopo ogni momento importante del loro rapporto, finendo a non sapere neanche più cosa cavolo fosse, il loro rapporto” suscita varie alzate di sopracciglia in italiano, ma in inglese ancora di più.

Che sarebbe stata un’avventura a base di risate e lacrime, università e netflix, viaggi in posti meravigliosi e weekend noiosi passati a casa, baci a persone sbagliate -ma forse tra loro c’era quella giusta?- e abbracci trovati in posti e persone impensabili, amori impossibili con persone più grandi e coinquilini, note vocali e telefonate a tarda notte con migliori amiche che non importa l’esame del giorno dopo, o i chilometri, erano sempre lì. 

E che, soprattutto, non avrei voluto cambiare neanche un secondo di quei mesi. 

Perchè non importa i momenti tristi, quelli in cui avrei voluto solo tornare a casa -perchè sì, ci sono stati-, era stata un’esperienza magica, o le abbuffate di gelato a tarda notte guardando Bridget Jones e sentendosi molto vicina alla protagonista, tutto aveva contribuito a creare un’esperienza forse non perfetta in ogni sua sfumatura, ma vera.
E, come tale, degna di essere raccontata. 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: gufetta_95