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Autore: Vago    17/06/2017    4 recensioni
Questo mondo è impazzito ed io non posso farci nulla.
Non so cos'hanno visto in me, ma non sono in grado di salvare chi mi sta vicino, figurarsi le centinaia di persone che stanno rischiando la vita in questo momento.
Sono un allenatore, un normale allenatore, non uno di quegli eroi di cui si parla nelle storie sui Pokémon leggendari.
Ed ora, isolato dal mondo, posso contare solo sulla mia squadra e sulle mie capacità, nulla di più.
Sono nella merda fino al collo. No, peggio, sono completamente fottuto.
Non so perchè stia succedendo tutto questo, se c'entrino davvero i leggendari o sia qualcosa di diverso a generare tutto questo, ma, sicuramente, è tutto troppo più grande di me.
Hoenn, Sinnoh, due regioni in ginocchio, migliaia di persone sfollate a Johto dove, almeno per ora, pare che il caos non sia ancora arrivato.
Non ho idea di come potrò uscirne, soprattutto ora che sono solo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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 Tentai inutilmente di muovermi, ma le catene che mi avvolgevano mi impedivano qualsiasi azione.
- Dove sei?- Mi chiese.
Restai cocciutamente muto.
Non m’importava se quello fosse un incubo o qualcosa di più. Non mi interessava nemmeno perché volesse saperlo. Non gli avrei detto niente in nessun caso.
- Dove vai?-
- Non te lo dirò mai!-
- Esci con me.-
La stanza intorno a me sembrò dissolversi, per lasciare spazio alla fresca brezza e al rumore delle onde.
Eravamo sull’uscio dell’hotel.
Verdeazzupoli non era cambiata di una virgola da quando l’avevo visitata l’ultima volta… peccato non fosse rimasta immutata anche nella realtà.
Appeso alla facciata dell’edificio un cartellone enorme, con tanto di luci colorate, recitava: Hotel Belvedere.  La vista migliore su Verdeazzupoli.
Bene. Ora sapeva dove sarei andato…
E allora?
Che cosa poteva farmi?
- Verdeazzupoli…- disse il pokémon.
Aspetta un attimo. Si, va bene, è un incubo. Questo oramai lo so. Ma i pokémon nei sogni possono parlare?
Magari Darkrai si, dopotutto vive dei pensieri degli umani…
Una luce si accese nel cielo, tanto luminosa da oscurare il sole.
Darkrai si dileguò velocemente, mentre un pokémon leggiadro dalla coda arcobaleno scendeva in mio soccorso.
Cresselia…
Forse, e dico forse, il colpevole di causarmi gli incubi non è stato il film…
Mi svegliai placidamente, nonostante l’incubo che mi aveva attanagliato fino a poco prima.
Presi un respiro profondo e guardai l’ora sul pokèNav.
Le sei e mezzo.
Ottimo. Volevo partire alle sette.
Dovevo solo svegliare quel pigro di Hasi e trascinarlo fino all’isola.

Dopo aver attraversato la tempesta che infuriava sulle acque dell’oceano riuscimmo ad atterrare fradici davanti al centro pokémon di Verdeazzupoli. Di fianco a noi il centro spaziale svettava maestoso.
Negli ultimi anni la città si era espansa, diventando una piccola metropoli, rumorosa a tal punto da aver costretto i capipalestra gemelli Tell e Pat a spostare la loro palestra su un isolotto vicino, per non far sconcentrare gli allenatori.
- E ora? Che vuoi fare?-
Vedo che non hai neanche una briciola di spirito d’iniziativa, vero Hasi?
Lasciamo stare…
Devo fare due cose, ora come ora. La prima è ritirare un pokémon per sostituire Gardevoir, visti gli ultimi eventi è meglio avere una squadra al completo. La seconda è cercare informazioni sulla squadra 1… qualcuno li avrà pure visti, no?
- Allora? Sai almeno perché siamo venuti qui?- mi chiese con quella sua voce fastidiosa il ranger unticcio.
- Si. Lo so perché siamo qui. Ora tu devi solo stare zitto e seguirmi. Intesi?-
- Ehi, stai tranquillo… che ti ho fatto?-
Stai calmo… evita di picchiarlo.
Entrai rapidamente nel centro Pokémon cittadino e ritirai una riserva. Sharpedo, per la precisione, un acqua-buio. Siamo su un’isola e probabilmente dovremo andare a largo, tanto vale avere un pokémon veloce in acqua e resistente.
Fatto questo, mi concentrai sulla missione vera e propria.
Sembrava che nessuno avesse fatto caso al passaggio di uno degli allenatori che si è meritato il titolo di Campione e di un ranger.
Poi un miracolo. Un ingegnere aereospaziale mi disse di averli visti. E non solo. Gli avevano chiesto informazioni.
Gli avevano chiesto da che parte, il primo giorno, era arrivata la tempesta. Lui li aveva diretti verso sud.
- In teoria,- continuò l’uomo - c’è una fossa marina poco prima di Ceneride. È lì che gli allenatori di Relicanth si trovano per le loro battute di pesca. Si dice anche che ci sia una grotta, la sotto, ma io non sono mai riuscito a trovarla. Questo è tutto quello che ho detto ai vostri colleghi.-
- Grazie per l’aiuto. Se vuole un mio consiglio, però, ora lascerei la città. Potrebbe essere pericoloso restare.-
Lasciammo andare l’uomo, poi un’idea mi colpì.
- Hasi, tu non hai un respiratore subacqueo, vero?-
- Certo che ce l’ho. Mi hanno attrezzato con tutto quello di cui ho bisogno, cosa credi?-
Spero per te che l’abbiano anche fatto controllare.
Mi precipitai quindi sulla spiaggia, quasi completamente sommersa dai cavalloni che arrivavano regolari. Accesi il pokèNav e feci partire una chiamata per il centro di controllo.
- Che fai?- mi chiese il ranger con sguardo ebete.
- Zitto! Voglio evitare di rimanere bloccato sott’acqua!-
Una voce al quarto squillo finalmente mi rispose.
- Centro di controllo emergenze. Chi parla?-
Tentai di non far trasparire dalla mia voce tutto l'odio che il ranger al mio fianco mi faceva provare per l'umanità intera. - Qui squadra 6. Ho chiamato per avvertirvi che siamo sulle tracce della squadra 1. Ora ci appresteremo a scendere nella fossa oceanica tra l’isola di Iridopoli e quella di Ceneride. Abbiamo sentito parlare di una grotta e riteniamo sia il caso di andare a controllare. Se nella verifica di domattina non risponderemo, chiedo di mandare rinforzi.-
- Ho preso nota. Buona fortuna.-

Feci uscire Sharpedo dalla sua sfera e gli salii sul dorso, tenendomi ben salto alla pinna dorsale per non essere sbalzato in acqua quando lui partì al massimo della velocità verso il mare aperto.
Hasi ci seguiva a stento sul dorso del suo Dragonite.
E infine eccola, davanti a noi una striscia di mare più scuro, la fossa oceanica del percorso 127.
- Dobbiamo immergerci! - urlai in direzione del mio compagno.
- Scusa, eh, ma io non ho un pokémon d’acqua, come faccio a starti dietro.-
- Ma tu lo sai qual è la linea evolutiva del tuo Dragonite? Si o no?-
- Beh, no… ma questo cosa c’entra?-
- Allora. Prima c’è Dratini, poi Dragonair e infine Dragonite. Guarda caso i primi due vivono nell’acqua, quindi quel tuo lucertolone arancione sa nuotare.-
Ok, non avevo pensato a questo inconveniente. Sì che la linea evolutiva di Dragonite è quella, ma questo non fa di lui un pokèmon acquatico, il tempo che può rimanere sott'acqua è troppo limitato.
Merda.
Poi un'idea mi fulminò.
Sono un coglione. Sono stato quasi più cretino di Hasi in tutta la sua inutile vita.
- Ma, scusa. - Le mani mi tremavano di rabbia. Avrei voluto strangolare quel coso - Sei un fottuto ranger. Per cosa ti porti dietro quella macchinetta, se poi non la usi. Non serve a utilizzare i pokèmon che incontri? -
- Beh, in realtà... - Il ranger si rigirò un aio di volte lo Styler tra le mani grassocce.
- In realtà cosa? Dovrebbe essere il tuo lavoro usare quel coso! Sei pagato per risolvere i casini della tua regione con quello! -
- Si, però io... non è che sia molto bravo ad utilizzarlo... cioè, io... -
Il Dragonite si abbassò al punto che gli artigli che gli ornavano le zampe posteriori toccarono l'acqua su cui il mio Sharpedo galleggiava, portandomi il ragazzo che teneva sul dorso a portata di mano.
Mossi il braccio prima ancora di rendermene conto.
Avrei voluto tirargli un ceffone, ma mi trattenni, andando a strappargli solo lo strumento dalle mani.
Non era un giocattolo troppo difficile da capire, almeno per le funzioni basilari. Due tasti e un grilletto, niente di che. Giocai con i due bottoni finchè il display non mi mostrò le informazioni di sistema.

- Proprietario: Hasi Gaffurd
- Modello: St3Mk12
- Livello Styler: 4
- Batteria: 76%
- Ore di utilizzo...

Aspetta.
Che cazzo ho appena letto?
- Che cosa vuol dire "Livello Styler: 4"? - Il mio sguardo gelido si fulminò il ranger davanti a me.
- Ecco... Io ho sempre lavorato in squadra e... ho sempre lasciato caturrare agli altri i pokèmon che ci servivano... -
- Vuoi dirmi che non sai usarlo? -
- No, lo so usare. Solo che non ci riesco bene. -
- Basta. Chiudiamo il discorso. Voglio sapere ancora solo una cosa. Ci sono solo otto ranger in tutta la regione del Fiore? Perchè, se così non fosse, non riesco a capire chi possa essere così coglione da scegliere te per un compito così importante come questo! -
Stavo decisamente perdendo le staffe. Dovevo calmarmi.
Respira Nail.
- No, siamo parecchi, però Jack aveva preso ferie, Mary è al sesto mese di gravidanza, Call mi ha detto che sua madre è stata ricoverata, quindi, alla fine, ero rimasto solo io... -
- Ah… ottimo! Ora riprenditi questo schifo di coso e vedi di prendere uno dei Wailmer che girano qua sotto. Se non ci riesci ti dovrò lasciare qui, non posso farti da balia per sempre.-
Il condizioni normali mi sarei divertito un mondo, guardando quel ranger grassoccio tentare invano di catturare un lento Wailmer agitando quel suo affare, ma, in quel momento, non sembravo esserne in grado.
Finalmente, l'anello luminoso tracciato dall'apparecchio riuscì a chiudersi intorno al pokèmon azzurro preso di mira, che, dopo un momento di smarrimento, risalì a galla.
- Ce l'ho fatta! - Esultò il ranger.
Non lo degnai di uno sguardo. Mi misi il respiratore e, senza più dire nulla, feci immergere il mio pokémon.

Lo ammetto, non è stata un’impresa facile, ma alla fine siamo riusciti a trovare quella maledetta grotta e, facendoci seguire dal Dragonite per un breve tratto sotto la superficie, riemergemmo all’asciutto. Sopra le nostre teste un piccolo gruppo di Golbat volò spaventato, uscendo dalla caverna attraverso una piccola apertura sul soffitto.
Ottimo, non ci saremmo dovuti reimmergere per uscire.
Non riuscimmo ad allontanarci più di qualche metro dallo specchio d’acqua da cui eravamo emersi, perché il buio più assoluto ci avvolse.
Feci uscire dalle rispettive sfere Blaziken e Absol. Il primo lasciò scaturire dai polsi le sue fiamme, rischiarando così l’ambiente, il secondo ci precedette.
Secondo una leggenda abbastaza diffusa, gli Absol sono in grado di avvertire l’avvicinarsi di un pericolo, e il mio ne ha già dato prova più di una volta.
A tentoni riuscimmo ad arrivare in fondo alla caverna e quel che vidi illuminato dalle fiamme che ci mostra hanno il percorso fu indescrivibile. 

   
 
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