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Autore: floricienta    18/06/2017    1 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 41
COLUI CHE CANTA LO SCIABORDIO DI UN'ONDA CHE SI INFRANGE


 

Febbraio, anno 440 del XII periodo

Nei giorni seguenti Ari partecipò a tutte le assemblee del Consiglio insieme a Inaya.
Nael confidò alla ragazza di essere stata coraggiosa per essersi esposta a quel modo per quanto riguardasse il catalizzatore, pur sapendo la reazione che avrebbe ottenuto. Anche se Inaya aveva avuto paura per le sorti di suo padre, era per il bene dell'intera razza umana ed era convinta che il Consiglio non avrebbe tolto i poteri a Keyondre. Soprattutto non adesso dove a breve ci sarebbero state molte più persone a maneggiare il Mana senza che scorresse nelle loro vene.
Inaya non aveva neanche perso il suo ruolo di Curatrice. Era vero, ormai i Sacrifici non ci sarebbero più stati, ma questo non significava che non servissero più delle giovani maghe in grado di curare le persone.
Tuttavia lei avrebbe voluto diventare quello che aveva sempre desiderato, e ci sarebbe riuscita una volta tornati a vivere sulla Terra: il progetto delle cisterne sarebbe stato a carico, avrebbe controllato i lavori e aiutato nella costruzione, tutto secondo le sue direttive.
Non vedeva l'ora di cominciare.

Per quanto riguardava Ari, invece, era diventato quasi il braccio destro della Somma Keneke per svariati giorni; per qualsiasi decisione veniva interpellato e, se la situazione degenerava a causa di quei troppi cambiamenti, bastava ricordare quello a cui sarebbero andati incontro se non l'avessero fatto. Si poteva dire che Keneke lo usasse come monito per i membri del Consiglio più radicali.
Non che ad Ari dispiacesse, anzi, aveva imparato ad accettare la comunità dei maghi, perché aveva capito che non tutti erano quelle persone malvagie che aveva sempre creduto. Si erano semplicemente adeguati a vivere in circostanze di estremo pericolo, adattando come soluzione il rituale del Sacrificio, per quanto egoista e immorale fosse.
Dall'altra parte esistevano persone come Keyondre e la stessa Keneke o la Somma Freya che avevano ancora a cuore i vecchi valori rispettati un tempo dai maghi.

Ari si era reso conto di quanto lavoro fosse e tornava sempre nella sua camera esausto, dove un Nael più orgoglioso che mai lo aspettava impaziente.
Non c'era bisogno di dire quanto la sua presenza gli avesse riempito nuovamente l'animo e quanto si sentiva bene di nuovo con lui.
Nael aveva accettato quella nuova vita del biondo fino a quando non sarebbero potuti tornare alla loro. Sicuramente sarebbe accaduto presto, dato che le acque si erano già ritirate per la maggior parte, rivelando l'oscenità della distruzione e dei cadaveri che avevano visto durante il loro viaggio verso il tempio dove era intrappolato Tinirau.
Ci sarebbe stato molto lavoro da fare una volta con i piedi per terra per ricostruire le città e dar un degno riposo a quei corpi.





“Mi rammarica ammetterlo, ma stai benissimo.”
Ari sorrise a quel complimento e fece una piccola piroetta su se stesso, dando sfoggio della sua nuova tunica da mago con i ghirigori azzurri molto più sfarzosi di quella precedente.

Quel giorno si sarebbe celebrata una nuova cerimonia per Ari stesso. Infatti, la Somma Keneke l'aveva premiato per le sue gesta, conferendogli un titolo e un epiteto, così come possedevano solo i maghi scelti dal capo in persona.
Era un passo in più nella sua vita da mago e non se lo sarebbe lasciato sfuggire.
Ormai non gli servivano più i poteri, ripensando da dove era cominciata quella storia, ma gli appartenevano e non aveva alcun dubbio al riguardo.
Con essi si sentiva più forte, più completo.
Era il vero Ari che sarebbe dovuto esistere fin dal primo momento.
Inoltre, dopo tutto quello che era successo, non avrebbe mai abbandonato quel potere.

“Però smettila di essere così adorabile, altrimenti credo che dovranno rimandare la cerimonia.”
Nael si alzò dal materasso e allungò una mano per afferrare l'altro appena sotto il gomito e lo trasse a sé.
“Non posso smettere di esserlo...” Ari sorrise, avvicinando il viso a quello dell'altro.
“Buon per me.”
Si baciarono per un po', finendo con lo sgualcire la tunica appena stirata a causa della stretta troppo forte di Nael.
“Forse abbiamo un po' di tempo...” disse ancora il maggiore, lascivo. e spingendo Ari contro la parete, iniziando a mordicchiargli il collo.
“È tardi, invece.” il biondo fece per respingerlo, ma sembrava impossibile.

Inoltre, perché dovrei respingerlo?

Si ritrovò a sorridere tra sé, pensando a come fosse diventato il loro rapporto. Non era esattamente uguale a quello che avevano in precedenza: Ari era diventato più sicuro di sé e ribatteva con molta più facilità alle prese in giro dell'altro, per non parlare che aveva lasciato da parte l'imbarazzo per lasciarsi completamente trasportare dalla reciproca passione. Nael non era cambiato molto, se non per il fatto che, se prima era un inguaribile romantico pervertito, adesso lo era ancora di più.
Non che la cosa dispiacesse a entrambi.
“Solo cinque minuti...” Nael rispose quasi assente, mentre risaliva con le labbra per riappropriarsi di quelle dell'altro.
“Solo cinque...”
Ari si arrese senza molti indugi, aggrappandosi con tutta la forza che aveva al suo collo e inclinando il capo per un contatto più intimo. Esplorarono per l'ennesima volta le reciproche bocche come se fosse la prima, colmandosi di nuovo con gli stessi sentimenti, riscoprendo quanto grande fosse il legame che li univa.
Le mani di Natanael scivolarono fino al retro delle sue cosce per poi fermarsi sui glutei, e lì decisero di rimanere, poi soffocò una risata nel bacio.
“Ho detto cinque.”
Ari gli prese le mani e le portò più in alto per poi baciargli appena sopra le labbra e il naso.
“Posso essere un fulmine.”
“Non mi vanterei se fossi in te.”
“Credo tu abbia ragione.” gli morse il naso, prima di staccarsi totalmente.
Era tutto così stupendo.

Tutto così com'è sempre dovuto essere.

Si sorrisero mentre ripristinavano la velocità regolare dei loro cuori, e Ari si avviò verso la scrivania per prendere la Pietra del Mana, ma gli venne tolta dalle mani.
“Te la metto io.” così dicendo, Nael gliela legò al collo e rimase con le mani sulle sue spalle per qualche secondo, baciandogli il capo. “Sono così orgoglioso di te.”
Le gote del biondo accennarono una punta di rosso, mentre si abbandonava contro il petto dell'altro.
“Ho sempre creduto in te.” continuò.
“Grazie.”

Ormai lo so bene. Ho capito quanto sono stato stupido nell'affrontare la mia vita senza mai davvero affrontarla e ti ringrazio per essermi sempre stato accanto, anche quando sembrava impossibile.

“Coraggio! È tempo di andare!” esclamò Nael, trascinandolo fino alla porta.
“Aspetta! La mitra!”
Ari prese il copricapo sul tavolo e uscirono insieme dalla stanza per dirigersi alla cerimonia.





La folla di gente nell'Aula Magna era spaventosa.
Ari credette che si fossero riuniti tutti gli studenti e i maghi presenti sull'aeronave solo per assistere alla celebrazione e, questo, gli procurò una lieve ansia. Non era mai stato il tipo da voler essere al centro dell'attenzione, ma dopo il suo ritorno dalle profondità dell'oceano era stato reso noto a tutti della sua impresa; questo gli aveva conferito una notorietà tale da rendere quell'evento qualcosa di unico per cui essere presente.
Andava ben oltre la sua prima cerimonia dove aveva acquisito il titolo di Mago dell'Acqua.

Dietro di lui erano seduti a un lungo tavolo i membri del Consiglio e al suo fianco c'era la Somma Keneke che stava tenendo un discorso come suo solito. Aveva ormai compreso quanto a lei, invece, piacesse mostrarsi agli altri e dar sfoggio di tutta la sua autorità e intelligenza.
In prima fila vi erano Inaya – che sfoggiava un'altra delle sue capigliature strane con i capelli raccolti in una decina di fiocchi creati con i capelli stessi, che partivano dal lato destro della testa e scendevano a cascata fino al sinistro, il tutto tenuto fermo da gel ricco di brillantini che riflettevano ogni colore – e Nael che non gli toglieva gli occhi di dosso insieme a quel sorriso bellissimo che aveva la forza di tranquillizzarlo.
Da qualche altra parte nell'aula non mancavano Wayra, Niremaan e Hamar, che erano giunti apposta con un portale per assistere. Wayra aveva persino pianto prima che salisse sul palco.

“Per me è un grande onore aver assistito alla crescita e all'educazione di un giovane mago dall'eccezionale bravura e dal coraggio paragonabile a quello dei migliori uomini della storia. Sono sicura che presto anche lui finirà nei libri di didattica e nelle leggende, e sarà ricordato come colui che ha salvato l'intera razza umana e la Terra, sconfiggendo una divinità malvagia che voleva annientare l'equilibrio della Natura.”
Ari si sentì ancora più a disagio per i troppi convenevoli che gli stava attribuendo la maga del fuoco.
“È grazie a lui se oggi non esistono più Sacrifici, se non siamo più costretti a immolare persone ingiustamente solo per salvarci, e se possiamo tornare a dedicarci allo stile di vita che ci è sempre appartenuto fin dai tempi antichi. Sono dispiaciuta di essere stata a capo proprio in questi tempi duri per noi maghi, dove il disprezzo nei nostri confronti è aumentato a dismisura, ma, d'ora in poi, faremo di tutto per farci riconoscere come coloro che sorvegliano la Natura e il benessere umano. Però oggi non siamo qui per parlare di questo.”

Keneke si voltò verso Ari, indicandolo con un ampio gesto del braccio.
“Oggi è il giorno in cui un altro mago avrà accesso alle porte del mondo divino, dove le divinità stesse ci permettono di attingere per estrapolare il Mana più puro che esista.”
La donna fece segno di avvicinarsi.
Così fece e Keneke si voltò verso di lui, sorridendogli affabile.

L'attimo dopo, gli altri membri del Consiglio circondarono il ragazzo, che si ritrovò nel bel mezzo di una stella a sei punte immaginaria.
A uno a uno richiamarono tra le loro mani il Mana dell'elemento a cui appartenevano, facendo risplendere il palco di tutti i colori del visibile; successivamente questo fluì intorno ad Ari, che venne circondato da tutte le scie che si rispecchiarono nei suoi occhi.
La sensazione che ne scaturì era fantastica. Si sentiva rinvigorito come se avesse passato una settimana a riposo, come se tutte le stanchezze che aveva passato negli ultimi mesi fossero svanite all'istante, come se tutti i suoi timori non fossero che mere sciocchezze in confronto a quell'energia.

Come se questo fosse il mio vero io.

Il proprio Mana cominciò a fluire da solo all'esterno, partendo dal tatuaggio che aveva sul ventre e mischiandosi insieme agli altri, generando un'esplosione di luce ancora maggiore che gli fece socchiudere appena le palpebre.
Subito dopo, il proprio potere stava inglobando quello degli altri maghi, facendolo tornare nel corpo e a ogni affluire sentiva il petto gonfiarsi e il cuore battere più veloce.
Ci volle qualche minuto perché tutto si placasse e tornasse alla normalità.
Mosse le dita delle mani, avvertendo un leggero formicolio per nulla fastidioso e sentendo scontrarsi tra di loro tutti i fluidi al suo interno, come ad accogliere con una grande festa i poteri appena acquisiti.
La Pietra del Mana stava risplendendo come mai prima d'ora.

“Ti proclamo Ari, Mago dell'Acqua, colui che canta lo sciabordio di un'onda che si infrange.”
Ari alzò lo sguardo sulla Somma Keneke, poi guardò gli altri membri uno a uno e si fermò su Keyondre.

Grazie, grazie infinite. Questo sarà il dono più prezioso che custodirò gelosamente.

“Che la mia anima possa esser degna di questo nome.”





“Congratulazioni!” Inaya si lanciò letteralmente addosso ad Ari, facendolo barcollare e quasi perdere la mitra.
“Grazie, Inaya.” la strinse appena e le diede qualche pacca sulla testa.
La cerimonia era finita e la gente stava cominciando ad andarsene per tornare ai loro impegni. Tutti quelli che incrociavano il suo sguardo, però, non facevano che congratularsi con lui, facendolo imbarazzare esageratamente. Qualcuno ottenne anche un'occhiataccia da parte di Nael, ma Ari ci aveva fatto l'abitudine e sapeva che non sarebbe mai svanito quel suo lato.
“Come ci si sente a essere un mago completo?” domandò ancora la Curatrice.
“A dir la verità, non mi sono mai sentito meglio.” sorrise, guardandosi il palmo della mano sul quale avvertiva ancora piccole scariche elettriche.
“Ah, grazie tante. Me lo ricorderò.” commentò Nael, incrociando le braccia e squadrandolo ironico.
“Ovviamente ho dovuto escludere tutti i momenti passati con te, perché, altrimenti, sarebbe andato molto in fondo alla lista.” recuperò all'ultimo, scuotendo il capo con un sospiro.
“Ti sei salvato.” Nael lo prese per la vita e gli diede un lungo bacio a stampo, come al solito senza curarsi della gente che avevano intorno.

Neanche si accorsero che Inaya fosse sgattaiolata via per lasciarli soli, con le mani unite dietro la schiena e dei piccoli saltelli.
Loro erano già da soli non appena i loro occhi si erano incontrati.
Rimasero incollati, con i nasi a sfiorarsi e a guardarsi l'un l'altro con un enorme sorriso. Non ci fu bisogno di altre parole perché Nael si azzardasse ad afferrarlo con più vigore e ad alzarlo da terra, facendogli cadere la mitra sul pavimento e coinvolgendolo in un ulteriore bacio.
“Non esagerate, ragazzi. In fondo vi trovate in un ambiente scolastico.”
La voce sottile del Sommo Molan li fece staccare all'istante e Ari diventò rosso come un pomodoro.
“Ci scusi, Sommo Molan.” fece un piccolo inchino dopo aver riappoggiato i piedi per terra.
Il mago dell'acqua sorrise.
“Perché invece di concentrarsi su di noi non va e fa lo stesso con la Somma Freya?” Nael lo disse nel modo più ingenuo possibile, dato che aveva ben compreso che ci fosse del romanticismo tra i due.
“Nael!” esclamò Ari, ancora più in agitazione. “Ci perdoni ancora, Sommo Molan.”
Il mago non rispose e i due si accorsero di quanto fosse arrossito e che stava cercando di nascondere l'evidenza con una mano posta sopra alla bocca e parte del volto.
Natanael scoppiò a ridere e diede una gomitata al biondo.
“S-scusate... devo andare...” Molan si voltò paonazzo. “Però cercate di mantenere un atteggiamento decoroso.” si preoccupò di dire prima di andare dalla maga del vento, che si spostò i capelli armoniosamente e gli porse un gran sorriso.

“Nael!” ribadì Ari.
“Che c'è?”
“Ti sembrano cose da dire?”
“Gli ho solo consigliato di stare con l'amore della sua vita, dovrebbe ringraziarmi.”
Ari non ce la fece a rimanere arrabbiato ancora un secondo di più.
Aveva scoperto un lato di Nael che non aveva mai avuto modo di vedere, prima perché non si erano mai approcciati con altri se non con loro stessi. Anzi, Nael l'aveva fatto nella sua adolescenza, ma lui non sapeva come interagiva con il gruppo di ragazzi di strada o con qualsiasi altra persona.
A ogni modo, aveva capito quanto fosse incapace anche lui delle volte e che il suo istinto era ben più forte del comando sulla sua lingua.

Dice che sono io quello adorabile, ma lui non è da meno.

Ari lo prese per mano e gli baciò una nocca.
“Ari, su una cosa aveva ragione il Sommo Molan.” Nael a sua volta gli prese la mano e gli riservò lo stesso gesto. “Dovremmo andare da un'altra parte.” gli fece l'occhiolino.

Un adorabile depravato.

Il biondo si ritrovò a sospirare.
“Non vuoi il mio premio?”
Lo voleva, eccome se lo voleva.
“Andiamo.”
Raccolse da terra la mitra e si ritirarono nella loro stanza.





La camera dove dormivano era la stessa che era stata assegnata ad Ari quando era giunto sull'aeronave. Nonostante avesse un letto solo, a loro andava più che bene, ormai abituati a dormire così vicini da anni; inoltre sapevano che, se fosse stata affibbiata un'altra stanza a Nael, lui avrebbe comunque passato ogni notte in quella dell'altro, e lo stesso sarebbe successo se avessero avuto un letto in più.

Entrarono spalancando la porta con gran fretta, facendola sbattere sulla parete con un tonfo sordo mentre già si erano persi in un bacio prolungato ancor prima di richiuderla. Fu faticoso farlo mentre non la smettevano di far vagare le mani sui loro corpi, ma alla fine ci riuscirono.
La mitra era di nuovo finita sul pavimento e Nael ci passò sopra con un piede senza neanche accorgersene. Ari non ebbe il tempo di rimproverarlo che il suono delle sue parole venne soffocato nella gola dell'altro.

Avevano avuto così poco tempo da stare insieme in quella maniera da quando avevano confessato i loro sentimenti, che adesso non potevano far altro che buttare fuori tutta la loro foga e repressione, anche nella maniera più libidinosa possibile.
Tuttavia non perdevano mai la dolcezza dei loro gesti.
Le mani di Nael, per quanto lo tenessero forte, lo solleticavano delicatamente e il resto del suo corpo non faceva che ripararlo dall'esterno fino a cullarlo in una morsa d'amore dalla quale non voleva scappare.
C'era sempre quel fare protettivo che accompagnava i movimenti di Nael, sempre quella gentilezza che solo una persona che considerava l'altra come qualcosa di prezioso poteva usare.
E Ari lo era, il più prezioso di tutti.
L'unico e il solo che si meritava quel comportamento da parte sua.

Ari non faceva che spingersi sempre più contro l'altro, cercando e ricercando quella sensazione confortevole e calda che non gli veniva mai negata, che non gli avrebbe causato mai dolore. Si ritrovò all'improvviso schiacciato contro la parete, così tanto che gli sembrò soffocare mentre non poteva recuperare ossigeno a causa di Nael che lo coinvolse in un bacio sempre più lussurioso e veloce.
Le loro lingue non facevano che scontrarsi e acciuffarsi, in una continua via di fuga che non esisteva e un prendersi subito dopo.
Ormai sembrava che la testa dolesse a entrambi a causa della troppa pressione che stavano imprimendo in quel semplice atto. I visi erano arrossati più che mai e le tempie di entrambi pulsavano, tanto che dovettero staccarsi a forza per riprendere fiato.

“Nael...” sussurrò il suo nome con un tono roco e basso mentre il respiro di questo gli accarezzava un angolo della bocca.
Era incredibile come solamente con un bacio potessero provare una sensazione del genere. Già si sentivano crollare per quello, già poteva essere sufficiente.
“Nael, baciami ancora.”
Ari, ormai, non ragionava più. Il desiderio era così grande che voleva solo quello.
Non aspettò nemmeno che l'altro rispondesse che gli prese il volto tra le mani e fu lui stesso il fautore del bacio successivo, un altro bacio carico e quasi doloroso.
Gli morse il labbro superiore più volte fino a quando Nael non lo afferrò saldamente per i glutei e lo sollevò. Così facendo, il minore allacciò le gambe intorno a lui, con un po' di fatica a causa della tunica che finì con lo scoprire fino al di sopra delle ginocchia, e riprese da dove aveva lasciato.
I capelli biondo cenere erano appiccicati tra i loro volti e davano fastidio davanti all'occhio destro, ma poco importava finché ci fossero state le labbra di Natanael sulle sue. Poco dopo ci pensò lo stesso Nael a toglierli dal viso, rimanendo con la mano tra di essi.
“Ogni volta che acquisisci un nuovo potere diventi inspiegabilmente caloroso.” Nael si mise a ridere contro la sua bocca. “Dovrebbe succedere almeno una volta alla settimana.”
Ari lo seguì nella risata e prese a baciargli il resto del volto.
“Non c'entra niente...”
Uno schiocco sul naso.
“Questo lo dici tu.”
“Dovrò pur porre un freno ai tuoi pensieri impudici.” un altro sullo zigomo sinistro. “Non posso sempre essere così.”
“Stupido.” rise ancora il moro.

Nael lo tenne stretto e si avviò verso il letto. Riprendendo a baciarsi, scalciò le scarpe e si poggiò al materasso con le ginocchia, gattonando su di esso per poi lasciarsi cadere sopra all'altro, ancora avvinghiato a lui.
Il secondo dopo aveva spostato una mano verso la sua coscia e poi ancora più giù fino ad arrivare all'orlo della tunica, già di per sé sollevato a scoprirgli le gambe.
Ari si sentì attraversare da una scarica quando le dita appena ruvide di Nael lo lambirono quasi fosse di cristallo e gli fecero solletico fino al ginocchio.
Era troppo evidente quanto ci tenesse a lui.
Il maggiore posò lì la sua mano, mentre le sue vagavano sulla schiena con carezze gentili, ben in contrasto con il bacio che proseguiva in continuazione. Solo dolo qualche minuto, Natanael, si staccò da quelle labbra paffute per attaccarsi al suo orecchio destro e succhiarlo avidamente.
Le gambe di Ari presero a scorrere su e giù, sfrusciando con la stoffa dei pantaloni.
Il peso si alleggerì per un attimo, quando Nael si sollevò per togliergli gli stivali e lanciarli sul pavimento, per poi sentirsi nuovamente schiacciato da lui che riprese a mordergli il lobo. Successivamente seguì la linea del viso per arrivare al mento e leccarlo e continuare così fino al collo e la scapola dove prese a succhiare.
Ari sentiva una scossa dopo l'altra ed erano sempre più piacevoli, sempre più coinvolgenti.
Solo il suono della voce di Nael spezzò il flusso di emozioni.

“Ari, se non ti togli subito questa cosa, credo che non potrai farmene una colpa se si strapperà.”
Il suo tono era così serio, che pensò seriamente che gli avrebbe ridotto a brandelli la divisa da mago se non si fosse spogliato e, di certo, non avrebbe potuto spiegare il motivo per cui gliene serviva un'altra.
Lo allontanò da lui, facendolo inginocchiare, e se la levò dalla testa, rimanendo solo in biancheria intima, poi prese da dietro il collo dell'altro e lo spinse contro il suo viso per baciarlo ancora e si ritrovò all'improvviso sopra di lui a prendere in mano le redini del gioco.
Ormai ostentava più di quanto avrebbe mai pensato e la cosa allietava particolarmente il suo compagno.
Non ci pensò due volte che allungò entrambe le mani sotto alla maglietta verde del ragazzo, tastandogli il torace fino ai pettorali sui quali si soffermò a lungo per vezzeggiarli, accogliendo i piccoli gemiti che cominciavano a uscire dalla sua bocca quando le esili dita si scontrarono con i capezzoli già irrigiditi.
Senza neanche accorgersi come, Nael era rimasto a torso nudo, e il Ari si fermò nell'ammirarlo.
Non ne aveva mai abbastanza di quella linea perfetta che accentuava i muscoli e delle proporzioni del resto del busto fino ad arrivare all'incavo dell'inguine che si poteva notare vicino all'orlo dei pantaloni. Era una visione troppo bella per poter anche solo voltare lo sguardo da un'altra parte per un tempo che fosse inferiore al secondo.
E lo sguardo cristallino perso sul suo corpo fece spuntare a Nael un sorriso sornione, ben consapevole di provocare certi tipi di reazioni nell'altro e non poteva che aspettare che lo squadrasse da capo a piedi nonostante lo conoscesse già a memoria.
L'indice di Ari contornò il perimetro del tatuaggio appena al di sotto dell'ombelico.

“Simbolo di unione, coppia e matrimonio...” sussurrò Ari, dolcemente.
Quando gli era stato detto il significato di quel tatuaggio non aveva potuto non rifletterci sopra.
Aveva così tante interpretazioni che la sua mente non poté che vagare a lungo: Nael era tornato in forma spirituale al suo fianco, nonostante fosse morto, solo questo gesto valeva il più forte dei legami che potevano esistere in tutto l'universo; poi era stato salvato e si erano riuniti diventando finalmente quello che avevano aspettato da molti anni; sarebbero diventare ancora di più.
Nessuno dei due sapeva se ciò che il simbolo voleva dire fosse già stato realizzato o se c'era altro disegnato per loro nel corso della vita, ma, probabilmente, dovevano prenderlo come un suggerimento di tutto quello che sarebbe potuto succedere.

“Il più grande desiderio celato nella tua anima.” continuò Ari.
Alla fine era giunto a quella conclusione: non c'era niente di prestabilito.
Ogni azione avrebbe portato loro in una strada diversa che si basava solo sulla forza di volontà, e Ari l'aveva compreso bene quando la questione di Tinirau era stata risolta, perché lui non si era accorto di essere già divenuto quella luce nelle tenebre molto tempo prima che venisse marchiato.
L'unica motivazione che l'aveva sempre spinto era stato Nael. Diventare un mago per proteggerlo – la paura per la razza dei maghi erano le tenebre in quella circostanza – buttarsi nelle profondità dell'oceano per riportarlo in vita.
Tinirau era solo una faccenda che si era aggiunta e aggrovigliata con la sua.
Il suo essere luce era il poter regalare una vita serena a Nael e poterla continuare insieme.
Era stato difficile, aveva dovuto lottare contro se stesso e tutti gli altri per giungere dove si trovava adesso e nessuno aveva scelto per lui. Ma era lui stesso che aveva deciso di diventare la luce nelle tenebre.

Si abbassò per poter baciare il tatuaggio, sentendo il mana dentro di sé zampillare non appena lo sfiorò, e rimase su di esso a lungo mentre una mano dell'altro era andata ad accarezzargli la testa, lisciando i capelli cenere.
“Ho sempre voluto rimanere con te.” disse Nael, continuando a pettinarlo con le dita. “Sei sempre stato la mia luce.”
Ari sorrise, felice del fatto che anche a lui fosse venuto in mente del simbolo, poi si spostò con la bocca sull'ombelico e lo leccò all'interno, ottenendo un gemito sorpreso.
“Però mi piaci anche quando sei avvolto dal peccato.” Natanael lo prese in giro, socchiudendo gli occhi e premendo le mani contro la testa bionda per farlo abbassare di più.
“Perché, ho qualche peccato?” Ari non diede retta a quegli stimoli, cominciando un percorso che risaliva lungo lo stomaco e lasciando un succhiotto dopo l'altro, mentre la Pietra del Mana segnava la scia che stava seguendo.
Nael lo fermò, mettendosi sui gomiti per poterlo guardare meglio.
“Quello di aver rubato una parte di me.”
Le guance di Ari si accesero immediatamente e il fiato gli mancò per qualche istante.
“La mia parte più importante, che ora vive unicamente per te.” riprese a parlare il moro. “Non credi di aver esagerato a ridurmi in questo stato?”
Era incredibile come sapesse giocare con le parole. Se all'inizio poteva dar l'impressione di cadere in discorsi ambigui, ecco che poi diventava il ragazzo più romantico che potesse mai incontrare.
Non aveva altro che la parola amore per lui, stampata su ogni centimetro di pelle.
“Ho imparato dal miglior ladro in circolazione.” gli rispose affettuosamente, andando a lambirgli il naso con il proprio per poi dargli un bacio.
“E sei stato il miglior alunno che potessi avere.”

Natanael lo agguantò per la schiena, riportandolo sotto di sé mentre l'ennesimo bacio voluttuoso prendeva forma attraverso i loro respiri e la saliva che si mischiava fino a colare sul mento.
Era impossibile staccarsi da quel ragazzo all'apparenza così fragile, ma che nascondeva un coraggio e una volontà fortissima, e Nael non poteva che ringraziarlo in continuazione, beandosi della sua visione un po' impacciata e le pupille dilatate che gli rendevano ancor più trasparenti le iridi.
“Sicuramente sei il più bello.” gli fece un altro complimento, mentre andava a slacciarsi i propri pantaloni e si liberò di essi con le gambe.
Nael si staccò controvoglia dalle sue labbra per poterlo girare a pancia sotto; l'altro lo lasciò fare, sospirando quando avvertì i denti pizzicargli la pelle della schiena. Il moro scese lentamente seguendo tutta la colonna vertebrale, finendo al sottocoscia dove le stimolazioni non resero possibile nascondere l'evidente eccitazione nascente.

Un attimo dopo, Ari si ritrovò completamente nudo a ricevere le stesse attenzioni di poco prima senza più qualcosa che facesse da divisore con la sua pelle. Le scariche aumentavano di intensità ogni qual volta la bocca di Nael andava troppo oltre e al di sotto, il suo cuore aveva già aumentato i battiti e il respiro usciva mozzato.
Fu questione di qualche altro secondo che una mano circondò integralmente il suo membro e cominciò a tormentarlo con gesti lenti.
Ari sprofondò la faccia nel cuscino, soffocando i gemiti che non riusciva a controllare, e percepì il fiato dell'altro sul suo capo, anch'esso irregolare perché aveva preso a strusciare sul suo fondoschiena la propria intimità ugualmente priva di veli.
Era abituato al fatto che sentire il calore di Nael sul proprio corpo, i respiri rochi sbattere vicino al proprio orecchio e il battito del cuore coordinato al proprio, gli facesse perdere la ragione, tanto da non avere più il comando dei pensieri e dei gesti.

Era una sensazione stupenda abbandonarsi completamente a qualcuno che sapevi ci sarebbe stato sempre e comunque per sorreggerti, anche se lui stesso stava precipitando a fondo con te, e Ari non perdeva occasione per lasciarsi avvolgere da quelle possenti braccia e attutire la caduta.
L'impatto poteva assomigliare a quello con l'acqua, duro e doloroso, ma poi ci si accorgeva di quanto fosse dolce e rassicurante venir trasportati dalla corrente, perdendo la cognizione di tutto il resto che circolava intorno. Per questo entrambi non facevano che crollare noncuranti di quello che avrebbero trovato al di sotto.

Erano arrivati al punto tale dove la passione cominciava a prevalere.
Ari non faceva che spingersi verso l'altro mentre Nael aveva aumentato la velocità della sua mano.
Non ci fu bisogno di un permesso perché Nael potesse andare oltre.
Senza indugi penetrò Ari, sempre mettendoci tutta la premura che poteva possedere, e prese a muoversi al suo interno, tenendolo per il bacino un po' sollevato.
Il biondo girò il capo per poter prendere ossigeno mentre i colpi si facevano sempre più forti e gemeva in continuazione il nome dell'altro.
Nael posò le labbra sulla sua guancia e rimase in quella posizione per parecchi minuti, solleticandogli le palpebre con i capelli e avvertendo il pizzicore del sudore su tutto il corpo e il suo sapore proprio sulle labbra.
Quel particolare non fu che un incentivo tra i tanti segnali che lo spinsero a impadronirsi ancora di più di Ari. Lo circondò con un braccio sullo stomaco, traendolo contro di sé per una maggiore penetrazione, e i lamenti che sentì provenire dalla sua bocca non poterono che destare quella parte di lui che a malapena era in grado di tenere a bada.
La ragione era stata messa da parte da qualche minuto, dando spazio alla lussuria più totale.
La sua voce rauca usciva sporadica, frammentata da respiri brevi e intensi che gli avevano causato un dolore alla gola, ormai secca; il bacino si scontrava di continuo con i glutei dell'altro provocando un suono che non poteva essere casto e innocente, e gli occhi pieni di voluttà di Ari l'avevano trasportato in una realtà lontana da quella.

Andò avanti per qualche altro minuto prima di riversare il proprio piacere all'interno del minore con un gemito strozzato e il suo nome stretto tra i denti e la lingua.
Uscì subito dal suo corpo e lo voltò supino, beandosi della visione di un Ari accaldato, con un braccio sulla fronte a schiacciare il ciuffo e il petto che si alzava e abbassava velocemente. Fece guizzare gli occhi verdi ancora più in basso, oltrepassando il riccio di mare e posandosi sulla sua erezione ancora evidente. Si abbassò su di essa per accoglierla in bocca e poter finire il proprio lavoro.
Il leggero urlo di godimento misto a sorpresa dell'altro gli colmò le orecchie.
Si compiaceva ogni qual volta accadeva qualcosa del genere, facendolo andare sempre più oltre, e non importava quanto imbarazzante o troppo al di là si potesse spingere, Ari non l'avrebbe allontanato comunque.
Il sapore amarognolo e pungente pervase la sua bocca, dapprima lievemente, poi diventò sempre più intenso facendogli ingrossare le guance arrossate. Dovette perderci un po' di tempo, giocando con il sesso dell'altro e usando anche le mani per stimolarlo, prima che anche lui potesse raggiungere il culmine del piacere, riprendendo a respirare a pieni polmoni.
Gli sorrise, ripulendosi un angolo della bocca e ammirando il risultato che aveva ottenuto nel trattare così Ari: un ragazzo ancora più seducente di quanto potesse mai essere, che gli faceva tornare l'impellente voglia di rifarlo suo. Pensò che non si sarebbe mai saziato di lui.

Ari allungò le braccia per farsi abbracciare e Nael non dovette neanche rimuginarci sopra che gli si incollò addosso, appiccicoso e affaticato dall'amplesso.
Il biondo lo accarezzò dolcemente sulla schiena, guardandolo con un sorriso appena accennato e ricambiato, senza bisogno di dire alcuna parola perché non ne servivano affatto.
Il bacio che seguì fu il più innocente che si fossero dati da quando erano entrati nella stanza e fu accompagnato da uno schiocco che risuonò nelle orecchie.
Rimasero in silenzio per parecchi altri minuti prima che il Nael prese la parola.
“Sei un eroe.”
“Non è vero, io non lo sono...” Ari gli lambì una guancia con la punta delle dita.
“Sì, invece. Sei il mio eroe.”
Per quanto fosse cresciuto, Ari non poteva che venir trafitto al petto ogni volta dalle frasi che uscivano dal cuore dell'altro, finendo con il diventare rosso e risaltando il colore dei suoi occhi.
“Eppure, pensavo che tu fossi il mio.”
“Sinceramente non so se posso ancora considerarmi tale dopo tutto quello che è successo e sapendo che potresti uccidermi con un semplice gesto della mano.” rise, afferrando la destra saldamente e incrociando le dita tra loro.
“Mai.”
“Mh?”
“Non ti ucciderei mai.”
“Guarda che lo so, stupido.” gli baciò una nocca. “Non complessarti ancora su quella storia.” si riferì al sacrificio per il quale Ari si tormentava da mesi. “E se non vuoi capirlo, pensa che hai già pagato il conto riportandomi in vita.”
Ari gli strinse ancora più forte la mano.
“Sei tutto ciò di cui ho bisogno.” dichiarò dal nulla, con gli occhi lucidi.
“Perfetto, perché per me vale lo stesso.”

Nael si sdraiò sul letto e circondò la schiena dell'altro per portarlo sopra al suo petto, dove Ari adagiò la testa, lasciandogli un'infinità di baci.
Si cullarono teneramente per un po' di tempo, provando quella sensazione che poteva nascere solo stando l'uno di fianco all'altro.
“Nael?” richiamò la sua attenzione. “Non sono mai stato più felice di così.”
Il cuore del maggiore si riempì nel sentir pronunciare quella frase. Ari sapeva perfettamente che fosse qualcosa che lo scombussolava, perché aveva sempre cercato di renderlo felice nel corso degli anni che avevano passato insieme.
“Ti amo.” gli rispose Nael, sentendo risalire un magone nella gola che ricacciò subito.
“Anche io.”
Si persero nell'ennesimo bacio con i cuori che battevano a mille.
Quando si staccarono, Ari lo fissò intensamente negli occhi verde mare e con un sorriso beffardo che era strano vedere sul suo volto.
“Che succede?” chiese Natanael.
“Sai, immagino che tu non sia l'unico che ha molto da recuperare.” le dita del biondo si inumidirono a causa del mana che fece fuoriuscire e vagarono lungo il torace dell'altro, facendolo rabbrividire, e si fermarono appena sopra l'inguine.
“Per tutte le divinità!” esclamò Nael, ironico. “Allora questo è il momento per farlo!”
Con una risata si buttarono di nuovo l'uno tra le braccia dell'altro, suggellando ancora e ancora il loro amore. Ricaddero in preda della passione, marchiando i reciproci corpi fino a quando non ne ebbero abbastanza, nonostante fosse difficile dare un limite al loro sentimento che non faceva che espandersi sempre di più.




 

NOTA DELL'AUTRICE:
Dopo 41 capitoli ecco svelato il significato del titolo! È il significato del nome di Ari, un po' reso poetico, ma è il significato di Ari. Infatti non l'avevo ancora svelato, era l'unico che mancava u.u
Nael mi ha praticamente pregato in ginocchio per la scena d'amore e non sono riuscita a non scriverla, occorreva e spero di non aver esagerato... naah! Non penso xD
Ancora una domenica e poi sarà tutto finito, mi mancano già ;^; *inizia ad allagare la camera*
Come al solito ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e continuano a farlo, chi legge in silenzio e chi commenta. Un bacio grande a tutti voi e che la Nari sia sempre con voi (?)
Flor :3

  
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