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Autore: Mary Rosemary    18/06/2017    2 recensioni
Vivere la propria vita allo stesso modo, memorizzare i medesimi ricordi, all'infinito.
Da quanto, esattamente, il mondo si era messo a procedere in tale irrazionale maniera?
Il tempo, dilatandosi e restringendosi, srotolava la sua bobina di filo bianco, per poi mettersi a riavvolgerla tutta con un solo, veloce movimento; e così portava tutto con sé, le anime perdevano il loro significato e l'intero cosmo si resettava.
E ricominciava com'era finito.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tecna, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre: Punto di rottura

I.



Tecna si torturò le mani, indecisa sul da farsi e quasi incapace di ragionare in un simile momento critico. Erano state scoperte, e l'unica ad esser rimasta al di là della grande porta di legno che ora stava sprangata davanti a lei, era stata Bloom.
Il cambio improvviso che aveva destabilizzato profondamente il Quarto Ritorno stava volgendo tutto al peggiore delle ipotesi; nella condizione in cui erano non potevano ancora permettersi di affrontare le streghe, le probabilità di sopravvivenza allo scontro erano piuttosto basse. Se le Trix avessero deciso di agire in fretta e prendere possesso della Dimensione Magica, nessuno sarebbe riuscito a fermarle.
Non poteva finire così. Ma del resto, cosa poteva fare per impedire ciò?
I suoi poteri erano ancora profondamente incompleti rispetto alla sua forma di quando un Loop giungeva alla propria conclusione. Ogni incantesimo che lei e le sue compagne lanciavano contro la porta sembrava appena scalfirla. Ci sarebbero voluti secoli a distruggerla. Era dunque inutile struggersi a quel modo: per quando fosse terribile da ammettere, Bloom era spacciata.
All'interno della stanza la Fata della Fiamma del drago non staccava gli occhi di dosso dalla sua rivale. D'altra parte la calma e
la moderazione con cui quest'ultima compiva i suoi movimenti – come espirare un'eterea nuvola di fumo che si liberava lentamente dalle sue labbra, o tirarsi indietro i lunghi capelli bianchi, al momento sciolti – contribuiva ad aumentare l'inquietudine che pareva stringere il petto della fata dai capelli rossi in una morsa atta a toglierle il fiato. Non aveva mai visto qualcuno che le incuteva tanto timore quanto la strega; ma ora era una fata, e non doveva avere paura.
Aveva la magia dalla sua parte.
Appena Icy si chinò verso il posacenere a spegnere la sigaretta, Bloom non perse tempo ed indirizzò un attacco nella sua direzione; la sfera di fuoco acquistava volume bruciando l'ossigeno intorno a sé, mentre sfrecciava verso il corpo chiaro della strega,
ed ormai era talmente vicina da quasi ustionarle la pelle. Già preparata all'eventuale impatto, la fata, era pronta a trasformarsi per sferrare un altro attacco a sorpresa, questa volta con più potenza; non l'avrebbe uccisa, ma stordita forse si.
Ciò che non
prese in considerazione fu che il primo colpo, invece di andare a segno, venne soffocato da un semplice gesto della mano.
Devi imparare come attaccare, prima di farlo, fatina.”
La rossa prese qualche passo indietro, mentre la sua nemica comincia
va ad avvicinarsi pericolosamente a passi leggeri.
Neanche lei osava distogliere lo sguardo, nemmeno per un attimo.

Faresti prima ad arrenderti.” disse, convinta di avere in pugno la fata, che al momento era tesa e quasi paralizzata dalla paura. L'ultima volta non era finita bene per lei.
Ma, s
eppur la sua magia non fosse abbastanza, non avrebbe ceduto agli attacchi delle strega. Non si sarebbe arresa senza combattere. Mai.
Lasciò perdere gli attacchi magici e
la caricò, schivando di lato delle lance di ghiaccio che tagliarono l'aria a sinistra del suo corpo; poteva risultare una tattica inefficace e sembrava stesse andando all'arma bianca contro uno schieramento di mitragliatrici, ma usare le conoscenze – anche se limitate – che aveva appreso sulla Terra voleva dire giocare di anticipo rispetto a chi era abituato alla magia. Non che potesse fare molto altro, del resto.
Contrariamente alle sue aspettative di fallimento, tale tattica risultò essere abbastanza efficace. Icy non si sarebbe mai aspettata un attacco del genere, e quando alzò nuovamente la mano per colpirla con una magia, Bloom l'aveva già placcata ed atterrata.
Anche lei stessa dovette riprendersi un attimo dalla botta, ma si apprestò ad assicurarsi che la strega del ghiaccio restasse contro il pavimento.
Tuttavia, nonostante i suoi sforzi,
non ci restò per molto; dopo che nella testa della strega aveva finito di rimbombare il colpo subito, questa liberò una gamba e scalciò con forza la fata da sopra di sé. La rossa si ritrovò poco lontano ad annaspare in cerca di aria, lo stomaco contratto ed una smorfia di dolore a deformarle leggermente il viso.
Pensava che
la rivale, attaccando a distanza, facesse completamente schifo nel corpo a corpo. E la suddetta, invece, era già in piedi, con l'indice ed il medio della mano destra leggermente sporchi del sangue, che stava colando lento lungo il suo sottile e marmoreo collo. Probabilmente la botta aveva rotto qualche capillare, nulla di troppo preoccupante, se non il fastidio di un liquido tiepido che usciva dalla sua nuca.
M
a, nonostante la ferita fosse lieve e di poca importanza, decise che la fatina avrebbe pagato molto caro il suo gesto, era pronta a giurarlo sulla propria testa.
E quando giurava era certa che niente le avrebbe fatto rompere il suo giuramento.



II.



Era forse la prima volta in cui Flora si era trovata in un tale stato di agitazione. Picchiettava con l'unghia dell'indice sul legno della sedia, sulla quale era seduta da una buona mezz'ora.
Il rumore non la calmava, né la faceva sfogare; restava in una situazione precaria, il respiro ed il battito accelerati, gli occhi fissi verso la grande tenda viola davanti a sé.
Il mondo aveva preso una piega tanto strana tutto ad un tratto, che si era stupita di non essersene accorta nell'immediato. L'angoscia che l'attanagliava
era intensa, ed era certa di non aver mai provato una sensazione così forte in vita sua.
A ridurla in tale condizione era stata una massacrante attesa, che sembrava protrarsi ancora nel tempo, la quale riguardava l'esclusione di una delle due opzioni che andavano formandosi nella sua mente, soggiogata dal terrore: Bloom sarebbe sopravvissuta, oppure sarebbe morta.
L'una annullava l'altra, e non c'era possibilità di tornare indietro. Continuando a picchiettare sulla sedia, pensò che infiltrarsi a Torrenuvola era stata una pessima idea. Non avrebbero dovuto sfidare la sorte a tale modo, Stella avrebbe potuto accettare la tisana e rilassare i nervi, invece di inasprirsi ed agire d
'impulso.
Ma, nonostante la catena di
eventi fosse partita da quell'avvenimento, Flora non se la sentiva di accollare le colpe all'amica.
Musa, dal canto suo, se la sentiva
eccome: intervallava ogni occhiataccia alla fata del Sole e della Luna con uno sguardo al quadrante dell'orologio appeso al muro. Del resto, se la principessina non si fosse messa in testa di andare a riprendere il suo anello da sola nella stanza di quelle tre psicopatiche, nessuno avrebbe rischiato di essere fatto a pezzi.
Trovava tale gigantesco capriccio talmente inutile
ed infantile – poteva aspettare anche solo dieci minuti e si sarebbero organizzate un po' meglio – che quasi non credeva alla conseguente situazione in cui si erano trovate. Bloom non rischiava la vita, non le sembrava il caso di fare la disfattista date le circostanze, ma, una volta sfondata la maledetta porta della camera delle streghe, non l'avevano certamente trovata fresca come una rosa.
Stella, per nascondere l'enorme senso di colpa che l'avrebbe schiacciata definitivamente da un momento all'altro, rispondeva ad ogni accusa della fata della musica con un “Che ne sapevo io che
Elsa dei poveri fosse una tipa talmente inquietante da non dormire mai”.
'Avresti dovuto saperlo' aggiungeva al seguito una martellante voce della sua testa. In fondo aveva messo in pericolo la sua migliore amica per nulla; aveva recuperato il suo anello, ma tutta quella confusione si sarebbe potuta evitare se fosse stata meno impaziente.
Quindi si limitava a ribattere con quell'unica frase, per poi annegare nel rimpianto delle azioni che aveva compiuto e nella propria colpevolezza,
in silenzio.
T
ecna, vista la gravità della situazione e l'atmosfera pesante che andava creandosi nel gruppo, aveva optato per ritirarsi in camera propria a cercare di saperne di più sulla profonda falda che ora scuoteva il Loop come un terremoto. Com'era stato possibile per le Trix piegare il corso degli eventi per fare in modo che volgesse a loro favore?
Anche l'ipotesi che fosse stato un caso non era da escludere; le incognite erano talmente tante che non sarebbe mai arrivata ad una soluzione, nemmeno alla fine del Quarto Ritorno, sempre che questo non decidesse di implodere prima dei suoi canonici quattro anni.
Per la prima volta, segno che il sistema stesse cedendo neanche troppo lentamente, Tecna si trovò ad essere irrimediabilmente bloccata su un calcolo.
Q
uesta volta, senza alcuna via d'uscita.
Tecna?” le arrivò una voce dolce, che le fece alzare la testa dal foglio bianco sul quale stava per più di mezz'ora.
Flora chiuse la porta dietro di sé,
avvicinandosi silenziosamente fino a sedersi vicino alla fata della tecnologia. Mantenne un religioso silenzio per tutto il tempo.
Vi hanno fatto entrare?” cominciò allora Tecna, per farle dire qualcosa. L'assenza di rumori non piaceva neanche a lei al momento.
No, sta riposando. Ma hanno detto che sta bene e si sta già riprendendo in fretta, probabilmente merito della Fiamma del Drago. Bloom ci ha fatto sempre preoccupare, eh?”
Come sempre? Conosci Bloom solo da due giorni. E come sai tutto ciò sui suoi poteri?
A tali taglienti domande la fata della natura si sottrasse leggermente. Le ci vollero almeno venti secondi per vincere la soggezione che la compagna le metteva ed elaborare una risposta.

Non lo so, probabilmente non mi crederai… Ma è come se avessi già vissuto tutto questo. Tutto, tranne ciò che è successo oggi.”
Com'è possibile? Mi stai dicendo che ricordi tutto?!” chiese la fata della tecnologia incredula, sporgendosi leggermente verso l'amica. Lasciò che i fogli caddero, se fossero stati pieni di calcoli, sarebbero stati tutti sbagliati.
Aveva il risultato di una delle incognite: non era l'unica a poter ricordare e forse, anche se personalmente pensava di starsi allargando un po' troppo, il Loop non era
stata colpa loro.
Che ricordo tutto? Io mi ricordo di voi, di quando le Trix sono fuggite da Roccaluce, di Aisha...” Flora si sentiva più confusa ad ogni parola che pronunciava. Dov'era Aisha?
In effetti non la vedeva. Non sapeva
nemmeno il motivo dell'assenza delle Pixie.
Aisha! – esclamò Tecna, evitando così che l'amica andasse in paranoia – Flora, ora calmati ed ascoltami attentamente. Ho bisogno che tu continui a ricordare, devi cercare di mantenere un contatto con la tua attività cerebrale. Sarà difficile da capire, ma sto per spiegarti cosa sta succedendo al nostro mondo.”
La fata della natura esitò; non seppe di preciso perché, ma era profondamente indecisa sul da farsi. Oscillava come un pendolo fra la sua curiosità e il fatto che, forse, non
avrebbe voluto conoscere affatto la verità. Il suo ottimismo in quell'attimo era sfumato ed aveva lasciato il posto alla pura ansia.
Incapace di sbilanciarsi, si limitò al silenzio.

Siamo bloccate in un Loop – iniziò comunque Tecna, credendo fermamente che fosse inutile indorare la pillola inventando qualche bugia inconsistente – Un Eterno Ritorno: tutto ciò che abbiamo vissuto in vent'anni della nostra vita ha cominciato a ripetersi in un ciclo infinito. Questo in cui siamo è il Quarto Ritorno; tuttavia ho notato che, nei ritorni precedenti, mi accorgevo di essere vittima di un Loop solo nei quattro anni che ho passato ad Alfea. Prima lo ritenevo un indizio trascurabile, ma ora che anche tu hai ricordato in questo periodo, direi di cominciare a prenderlo in considerazione. Qualche evento accaduto in tale lasso di tempo dev'essere la causa, ed il pilastro, che permette al Loop di reggersi. Dimmi se ti è chiaro.”
Flora la guardò un po' smarrita, la sua mente stava ancora metabolizzando il pesante pacchetto di informazioni che aveva appena ricevuto.

Perché ho ricordato solo adesso allora? Perché io?” le domande le vennero spontanee, anche se, una volta pronunciatale ad alta voce e non solo nella propria testa, si accorse che le possibilità di trovarvi una risposta certa erano veramente basse.
Non lo so per certo, Flora. Ma potrei cominciare a formulare delle ipotesi. Hai avuto esperienze traumatiche fin'ora?”
No, no, io non… Non credo sia successo qualcosa da considerarsi traumatico.”
Neanche io.” disse la fata di Zenith, distogliendo lo sguardo dagli occhi verde smeraldo della compagna per rivolgerli, in modo pensieroso, verso la finestra. Si potevano quasi sentire gli ingranaggi lavorare all'interno del suo cervello, concentrata com'era non si accorse dei tentativi di Flora di attirare nuovamente la sua attenzione.
E' proprio questo.” disse infine, sbattendo più volte le palpebre, quasi fosse incredula della sua stessa teoria.
Questo cosa?”
Noi sfuggiamo al Loop perché non vi siamo legate in modo indissolubile. In sostanza, non abbiamo alcun motivo per cui il tempo debba ripetersi da prima della nostra nascita alla sconfitta degli Stregoni del Cerchio nero. – vedendo che la fata della natura faticava ancora a capire, Tecna decise di moderare i termini e fornire una spiegazione più pratica – Prendiamo Aisha come esempio; lei non potrà mai ricordare. Il dolore dato dalla morte di Nabu è stato troppo grande da sopportare e non credo che rinuncerebbe a poterlo rivedere vivo di nuovo. A noi non è successo nulla di tutto ciò.”
L
a castana inclinò la testa da un lato, sentendosi come trascinare in un mondo troppo complicato a cui non apparteneva. Il fatto difficile da metabolizzare era che tutto ciò che la sua amica spiegava, risultava essere indubbiamente vero.
Come temeva, sapere la verità non avrebbe allentato la morsa che l'angoscia teneva su di lei.

E le altre?” chiese sottovoce, quasi sperando che la diretta interessate non l'avesse sentita parlare affatto.
Bloom aveva il suo scopo, nel quale si era immersa per tre intensi anni: cercare le sue origini, regno e genitori compresi. Dedicava parecchio tempo a tale ricerca, e la felicità per aver ottenuto ottimi risultati era sfumata dopo poco, se ricordi. Non era ancora riuscita a trovare un nuovo obiettivo al pari di quello, probabilmente nella sua condizione sarebbe arrivata perfino al desiderio illogico di un ritorno delle Trix, per movimentare un po' la condizione di calma in cui si era trovata; la situazione dei genitori di Stella era destinata a peggiorare con il corso degli anni, a confortarla era solo un procedere a ritroso degli eventi che li riguardavano. Credo che per il suo caso non ci sia il bisogno di ulteriori informazioni; Musa perse sua madre quando era bambina. Un trauma che non aveva mai superato veramente: alla Festa della Rosa usava passare del tempo con una sua foto a rimpiangere i tempi passati. Con lei vale lo stesso motivo di Aisha.”
Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui le pesanti parole di Tecna sembravano scendere verso il suolo, a costituire una coltre di nebbia che impediva ad entrambe di vedere ancora, con gli stessi occhi, tale mondo illusorio e ricreato dal Quarto Ritorno.

Tecna… Potresti essere meno tecnica?” sussurrò poi l'altra, confusa, ma quando la fata della tecnologia si ritenne pronta ad un'ulteriore spiegazione, la porta si aprì piano una seconda volta.
Questa volta ad entrare fu Stella, tacita come non era mai stata. Le guardò per un lungo attimo – gli occhi e le gote visibilmente arrossati dal pianto – come se non si aspettasse di trovarle lì, quando si era introdotta nella stanza appositamente per cercarle.

Bloom si è svegliata, ora sta bene – vide che Flora stava per alzarsi con un accenno di sorriso sul volto, allora si apprestò ad aggiungere ciò che avrebbe dovuto dire fin dal principio – Aspetta, deve riposare. Non siamo entrate nemmeno noi, è successa una cosa ed ha bisogno di assoluto riposo, quindi...”
Quale cosa.” chiese Tecna, interrompendola bruscamente ed alzandosi in piedi a sua volta.
“… Le Trix le hanno preso la Fiamma del Drago.”



Avvertenze e condizioni per l'uso: Per ogni azione si paga una conseguenza. E le fate l'hanno scoperto a loro spese. Almeno, grazie a questo trauma, Tecna non è l'unica ad essersi accorta del Loop e può contare su un aiuto in più, invece che fare tutto da sola, povera. O almeno ha qualcuno con cui sfogarsi, per non impazzire e pensare che sia solo lei a notare un insolito comportamento dello spazio tempo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio Vlad123 per aver recensito lo scorso capitolo, _LestrangeMills_ per aver recensito lo scorso capitolo ed aver inserito la storia fra le seguite, faymorgana e TheSeventhHeaven per averla inserita fra le preferite.
Inoltre ringrazio tutti i lettori silenziosi che, viaggiando fra le storie di questo fandom, hanno trovato un po' di svago nella mia.
Mary

   
 
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