Eden
«Ami! Ami! Apri subito questa porta!»
Usagi continuò a sbattere pugni sul legno
della porta della casa di Ami, energica come non mai. La ragazza blu si
affacciò alla finestra irritata.
«Si può sapere cosa vuoi? Sono le nove del mattino.»
«Ami, devi aiutarmi.»
Sbadigliò e, socchiudendo leggermente gli
occhi, decise di scendere e farla entrare. La sua casa era arredata in
stile antico, con tante piante di bambù e cuscini ricamati da
artigiane professioniste. Usagi rimase stupita.
«Quindi?»
La bionda trasalì, tornando alla realtà.
«Ah, sì. Ho bisogno di scoprire qualcosa sulla Lady Moon.»
«Di cosa parli, Usagi? So che Serenity ci ha
riprovato ma, per quanto ne sappia, la bambina ancora non è
nata.»
«Luna ha detto che esiste, e ha più di cinque anni.»
Ami inarcò un sopracciglio.
«È la verità.»
«Usagi, è innaturale. Non può nascere una bambina dopo una notte e avere già un'età.»
«Se è il caso di Princess Serenity, allora, sì.»
Salirono le scale, e Usagi avvertì
improvvisamente un senso di nausea. Decise comunque di proseguire le
"indagini" sulla piccola Lady.
Entrate nella camera di Amy, la ragazza dai
capelli blu indossò i suoi occhiali e prese il monitor
tascabile, digitando tutte le informazioni che Usagi, pian piano, le
forniva. Alla fine, le ragazze trovarono ciò che cercavano.
«Allora esiste!» esclamò Ami.
«Cosa hai scoperto?» domandò Usagi.
«Si chiama Eden, capelli viola scuro e occhi
di cristallo. Ha appena due giorni, ma dimostra cinque anni appena
compiuti.»
La biondina incrociò le gambe con aria curiosa, ed era felice di aver detto la verità una volta nella sua vita.
«E dove sarebbe nata?»
«C'è scritto l'arco di tempo, ma non il luogo.»
«Credo sia nata durante l'eclissi di luna, ne sono sicura.»
Ami la guardò allibita.
«Tu credi?»
«Sì, e credo anche che quel bagliore di ieri sera sia qualcosa legato a lei.»
«Ne sei sicura?»
«Ovvio, altrimenti non si spiegherebbe.»
Usagi rimase soddisfatta, ma avrebbe voluto tanto
vederla bene in faccia. Quando Makoto l'aveva presentata, aveva
nascosto i suoi occhi dietro la frangia. È una bambina davvero
carina, e fragile.
Non posso di certo seguirla come una stalker.
Non posso di certo seguirla come una stalker.
Le informazioni su di lei erano poche, ma Usagi avrebbe voluto sapere di più, soprattutto dov'era nata.
Il solo pensiero di vederla, però, la
spaventava. Non voleva che facesse la stessa fine di Cherry, la bambina
mai nata, e che aveva ucciso assieme alla felicità della
principessa.
Quella scena se la ricordava. Eccome.
***
Usagi salutò Ami, per poi andarsene con la felicità e la tristezza in volto. Un mix di emozioni indescrivibile. Raggiunse il parco e si sedette con le lacrime agli occhi, ricordando quella terribile scena.
Serenity era proprio lì, a guardare la luna splendere, accarezzandosi il grembo con un sorriso. Fu un fulmine a spaventarla, e ad avvertire le guerriere Sailor del pericolo imminente.
Ma la scagnozza di Galaxia era dietro di lei per rubarle i poteri, e ciò che fece fu farla precipitare dal balcone.
Sailor Moon non
sapeva cosa fare, se pensare ai fulmini o salvare Serenity, e la scelta
che prese fu liberare il regno dai fulmini. Se ne pentì subito,
e dopo ciò, ha cominciato ad odiarsi.
Si accasciò sul legno umido della panchina
e cominciò a piangere. Aveva percepito l'impatto con le
mattonelle del palazzo, l'immagine delle lacrime scorrere come cascata,
le emozioni di Serenity.
Sputava contro se stessa e il fatto che, come paladina della giustizia, era assolutamente negata. E maledisse Luna per questo.
«Ragazza, perché piangi?»
Una dolce voce cancellò quelle immagini di
terrore e dolore, e Usagi alzò lo sguardo incrociando due occhi
di cristallo puri e lucenti.
«Non lo so.» rispose deglutendo.
«Vuoi un gelato?» domandò la bambina tendendole la mano.
La biondina l'afferrò dolcemente, si
alzò dalla panchina e si asciugò le lacrime con la mano
libera, facendosi trasportare dai movimenti lenti della piccola Eden.
Un momento... Eden?!