Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    18/06/2017    1 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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l’educatamente dannato

Erano appena le otto del mattino quando Semir parcheggiò la sua auto sotto le finestre della sede della CID.
Scendendo quasi si meravigliò,  notando accanto alla sua BMW la Mercedes del socio.
“Che strano Ben è già arrivato…” pensò tra sé e sé “Non vorrei ci fossero guai…di solito è così quando arriva presto”
Entrando nell’edificio salutò cordialmente Susanne e Dieter, seduti alle loro scrivanie, poi quasi a passo di carica si diresse verso l’ufficio che condivideva con Ben.
Per qualche istante il piccolo ispettore restò sulla soglia della porta ad osservare il suo socio.
Ben stava strimpellando la chitarra seduto sulla poltroncina, con i piedi sopra la scrivania.
“Non mi sembra una posizione molto consona per un ispettore di polizia” esordì Semir, ma il ragazzo non lo degnò né di uno sguardo, né di una risposta.
A passi lenti Semir si avvicinò a Ben, con l’intenzione di levargli senza tanti complimenti i piedi dalla scrivania.
Voleva riportarlo all’ordine e lo avrebbe fatto aggiungendo una personale ramanzina sulle norme comportamentali da tenere in ufficio.
Era sul punto di attuare il tutto, quando i suoi buoni propositi svanirono di colpo.
Fisicamente Ben era lì, davanti a lui, ma con la mente era da tutt’altra parte.
“Nottataccia? Dormito poco…male…per niente? Troppi pensieri? Che hai Ben? Sono qui se vuoi parlare…” chiese Semir ritornando sui suoi passi, poi sedutosi alla scrivania, cominciò ad osservarlo a fondo.
Passarono interminabili attimi di silenzio poi Ben forse sentendosi osservato o svegliandosi da quel momentaneo torpore, stancamente tolse i piedi dalla scrivania, si alzò, poggiò al muro lo strumento e andò alla finestra guardando un punto indefinito oltre la siepe che abbelliva il parcheggio antistante la sede della CID.
Fece tutto come fosse al rallentatore sotto lo sguardo attento e curioso di Semir, che nel frattempo cercava di capire cosa avesse il collega per essere così apatico.
Il piccolo ispettore stava per dire qualcosa quando fu anticipato dall’amico.
“L’ho persa Semir, l’ho persa per sempre” la voce era quasi un sussurro.
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, Semir capì subito che Ben stava parlando di Livyana.
“Non le avrai mica detto di Wust? Insomma spero…” il piccolo ispettore alzò un sopracciglio.
“No” rispose Ben scrollando la testa “Le avrei raccontato di Wust solo dopo aver saputo chi sia veramente”
“Ma allora??? Che è quella faccia??? E come sarebbe a dire che l’hai persa?” Semir appoggiò i gomiti sulla scrivania in attesa di una risposta.
“Ha letto il contenuto della cartellina che avevo lasciata sopra il divano, poi non l’ho nascosta a dovere, lei l’ha trovata…che idiota…se potessi mi prenderei a pugni”
“Ma porca miseria, Ben…come hai potuto essere così sprovveduto…” poi rendendosi conto di quello che gli aveva appena detto Semir ritornò sui suoi passi “Scusa non volevo infierire”
“No, purtroppo hai ragione sono stato davvero uno sprovveduto, dovevo mettere la cartellina in cassaforte” rispose mogio.
“E adesso? Dov’è Livyana?” chiese preoccupato Semir.
“E’ andata a scuola, spero” replicò atono Ben.
“Quindi hai parecchio tempo per pensare a come rimediare, devi solo trovare il modo” consigliò Semir guardando l’orologio che stava sopra la scrivania.
“Come sempre hai ragione tu, socio, il punto è che non so davvero come rimediare” rispose Ben tornando a guardare l’amico “Ho tradito la sua fiducia e ho paura che niente tornerà come prima”
“Dai non essere così drastico, vedrai che tutto si sistemerà…”
“Non questa volta, stamattina quando è uscita di casa non mi ha nemmeno guardato in faccia, nemmeno mi ha salutato…niente di niente. E quello che mi ha fatto stare più male è che non era arrabbiata, era delusa e questo secondo me è peggio, credimi. Avrei preferito una delle sue sfuriate adolescenziali” mentre parlava Ben aveva un tono piatto, malinconico.
Semir non osò replicare, temeva anche lui che quel legame simile ad un incantesimo che univa Livyana e Ben potesse questa volta essersi spezzato per sempre.

Livyana aspettava impaziente l’autobus che l’avrebbe portata a scuola.
Picchiettava con fare scocciato il piede sull’asfalto continuando a fissare la lancetta dei secondi dell’orologio che aveva al polso.
Il mezzo era in ritardo di cinque minuti.
Detestava arrivare tardi a scuola, ma aveva deciso che mai e poi mai sarebbe ritornata a casa per chiedere a Ben di accompagnarla.
Sicuramente il ragazzo sarebbe stato molto felice di darle un passaggio considerando la sua richiesta un primo passo verso una reciproca rappacificazione.
Decise quindi di attendere ancora, certa che a bordo dell’autobus avrebbe incontrato Demis, colui che le avrebbe fatto riassaporare un minimo di serenità in quella giornata iniziata nei peggiori dei modi.
Nell’attesa si mise a leggere i cartelloni pubblicitari che aveva attorno, ma nonostante ciò non riusciva a scacciare dalla mente l’acceso scontro verbale che aveva avuto con Ben, la persona che fino a poche ore prima considerava molto più di un  amico.
Fino a quel momento Ben per lei era molto più.
Ma più si riprometteva di non pensarci, più ci pensava e per qualche secondo la vista le si annebbiò.
Temette di mettersi a piangere lì in mezzo alla strada, ripensando al giorno in cui si erano conosciuti alla sala prove, Ben che le prometteva che le avrebbe aggiustato la chitarra e prestato una delle sue, la sera in cui gli presentò i suoi genitori o almeno quelli che lei considerava tali.
Con un gesto quasi brusco si asciugò le lacrime “Traditori” sussurrò tra i denti.
Ora la ragazzina sentiva di essere stata tradita anche da loro.
Finalmente arrivò l’autobus, Livyana salì velocemente, ad aspettarla seduto al solito posto c’era Demis che appena la vide le sorrise.
Demis Schön era davvero un bel ragazzo, da mozzare il fiato, era gentile, premuroso, intelligente, a scuola era considerato dai professori uno studente modello; non era solo bello, era anche il classico bravo ragazzo.
Ciliegina sulla torta Demis era il cantante e il chitarrista di un gruppo rock formato da studenti della stessa età.
Da tempo i due ragazzi avevano cominciato a frequentarsi assiduamente scatenando le gelosie di parecchie ragazze della scuola e non solo.
Ma a Livyana non importava, non era gelosa anche perché il ragazzo aveva occhi solo per lei.
Amava vestirsi in modo semplice, una maglietta e un paio di jeans per lui erano il massimo dell’eleganza e della comodità. E in questo aveva notato Livyana era molto simile a Ben.
“Semplicemente irresistibile e che fisico da urlo”  pensò la ragazzina notando la maglietta nera aderente.
La ragazzina si sedette vicino a lui, sospirò, poi poggiò la testa sulla sua spalla.
“Che hai bambolina?” chiese preoccupato accarezzandole il viso “Sei preoccupata per l’interrogazione di chimica? Sei preparata, ieri abbiamo ripassato insieme…a meno che…”
Demis le parlò con calma, aveva una voce profonda, decisa, la voce più bella e rassicurante che Livyana avesse mai udito, solo una persona aveva un timbro di voce così, ma quella persona ora apparteneva, forse, al suo passato.
“Aspetta un attimo” continuò Demis aggrottando la fronte “Mica avrai litigato con l’ispettore Jager? Di solito hai quell’espressione abbacchiata quando…” il ragazzo fece finta di pensarci un po’ “Sì è così hai avuto un 'acceso scambio di vedute opposte' con lui quel genere di cose che io traduco con 'apocalittiche discussioni tra adolescenti e adulti ' ”

Demis sapeva che Ben non era il vero padre di Livyana, ma si rendeva conto che il poliziotto per lei era molto più di un semplice ‘genitore affidatario’.
Non se la sentiva di chiamarlo Ben o tuo padre, accompagnando le parole con il classico gesto delle virgolette, né tanto meno sbirro o nomignoli simili.
Aveva quindi optato per un semplice, ma secondo lui molto efficace ispettore Jager.
“Ben mi ha tradita, mi ha mentito…” sussurrò la ragazzina con tono triste.
“Come sarebbe a dire” e delicatamente le alzò il viso, incrociando i suoi bellissimi occhi scuri “Scusa, ma trovo la cosa un po’ assurda…nel senso…quando parli di lui…”
“Mi ha tenuto nascosto che …insomma mamma e papà…i Karpov non erano i miei genitori naturali, e forse il mio vero padre è ancora vivo…ed è un ricercato, un assassino…stanotte ho letto l’intero fascicolo che lo riguarda”
“Cavolo” imprecò Demis, non sapendo che altro dire “E chi avrebbe ucciso?”
“Mia madre” rispose laconica lei.
“Doppio cavolo” rispose lui stringendola a sé.
“Lo odio…Ben doveva dirmelo”
“Suvvia Livy, lo avrà fatto per proteggerti, la notizia non è di quelle che….sì insomma…mettiti anche nei suoi panni, pensa in che situazione si è trovato…”
“Che fai lo difendi? Cosa è solidarietà maschile?” sbottò lei.
“Quello che ti sto dicendo è che… vabbè lasciamo perdere, non voglio litigare con te. Solo che mi preoccupi, cosa pensi di fare ora?”
“Andrò a Cottbus, lì c’è l’avvocato che ha difeso Mathias Wust, quello che in teoria potrebbe essere mio padre. Gli chiederò di dirmi tutto quello che sa su di lui, magari lo ha contattato e l’avvocato potrebbe sapere dove si trova”
“Ma scusa a parte che Cottbus non è proprio dietro l’angolo, cosa speri di scoprire che il fascicolo non ti abbia già detto? E poi se è un evaso dubito che si trovi ancora in quella città” confutò il ragazzo “E l’avvocato potrebbe non esserti d’aiuto inoltre non per essere maleducato, ma ai suoi occhi tu sei una ragazzina e…” Demis cercava di farla ragionare e allo stesso tempo di farla desistere nel recarsi a Cottbus.
“Capisco cosa intendi, però ho letto negli atti del processo che Mathias Wust si è sempre dichiarato innocente e…” la ragazzina venne interrotta.
“Forse lo è, non sarebbe la prima volta che un innocente finisce in prigione” continuò con fare accigliato Demis.
“E se fosse tutta una messa in scena? Un complotto ai suoi danni?” a Livyana l’ipotesi sembrava plausibile.
“Oddio stiamo solo facendo delle supposizioni, ma la realtà…forse guardiamo troppi film di spionaggio” ribatté con un piccolo sorriso Demis.
“Non voglio nemmeno pensarci, con le spie e i servizi segreti non vado molto d’accordo” la ragazzina al solo ricordo si rabbuiò.
“Comunque cosa pensi di fare?” chiese ancora il ragazzo visibilmente preoccupato.
“Non lo so, ma ti ripeto che voglio parlare faccia a faccia con questo avvocato e se c'è la possibilità che Mathias Wust sia ancora in quella città voglio trovarlo, chiedergli se davvero ha ucciso la mia madre naturale e perché”
“La verità potrebbe non piacerti” sentenziò Demis.
“In questo caso farò di tutto per consegnarlo alla polizia, merita di marcire in galera se mi confesserà di aver ucciso mia madre” replicò decisa Livyana.
“Capisco la tua sete di giustizia o forse dovrei dire di vendetta, ma chiedere aiuto all’ispettore Jager non sarebbe una cattiva idea”
“Con lui ho chiuso” fu la laconica risposta della ragazzina.
Demis stava per dirle che la riteneva esagerata, il suo amico poliziotto probabilmente era l'unico che poteva aiutarla, ma conosceva anche la caparbietà di Livyana.
“So che non posso farti cambiare idea, ma almeno permettimi di venire con te, non ti lascio da sola in una città che nemmeno conosci…”
“Demis così ti metterai nei guai”
“Lo so, ma se ti accadesse qualcosa non me lo perdonerei, a meno che non riesca a farti cambiare idea…”
“Non ci provare nemmeno” ribatté lei fiera.
“Appunto, almeno spero tu abbia un piano” domandò Demis.
“Sì certo e anche tutti i miei risparmi, ma tu che dirai a tua madre?”
“Per il momento niente, lei per quattro giorni è a Berlino per lavoro e con i nonni mi inventerò qualcosa, dirò loro che sono ospite da un amico”
Livyana e Demis quel giorno non si presentarono a scuola.
Non ci fu nessuna interrogazione di chimica o altro, ma una frettolosa partenza da Colonia.

Angolino musicale:Capitolo in cui non accadde molto, ma segna l'inizio...dei guai.

Ringraziamento speciale a coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, ai recensori Furia, Summer e…‘Miss Argenti’.
Super mega grazie alla mia Beta Reader Maty (ti ho fatto fare gli straordinari…sorry)
Alla prossima.
CBJ.
Guns'N'Roses 'Don't Cry'  (Non Piangere)
Per ascoltarla:
https://www.youtube.com/watch?v=zRIbf6JqkNc

Parlami dolcemente C'è qualcosa nei tuoi occhi Non buttarti nella tristezza E per favore non piangere Lo so come ti senti dentro Ci sono stato in precedenza Qualcosa sta cambiando in te E tu non lo sai Non piangere stanotte C'è un paradiso sopra di te piccola Dammi un sussurro E dammi un sospiro Dammi un bacio prima di dirmi addio Non prenderla cosi duramente adesso E ti prego non prenderla cosi male Starò ancora pensando a te E al tempo passato assieme... piccola e per favore ricorda che non ho mai mentito e per favore ricorda come mi sento dentro adesso



 
  
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