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Autore: Soul Mancini    18/06/2017    2 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi molto diversi tra loro, ma uniti da una grande amicizia.
Insieme, sotto il sole californiano, combineranno follie, si lanceranno sfide, si aiuteranno e si confronteranno. Tra intrecci amorosi impossibili, avventure sempre nuove e appassionanti e accese discussioni, i ragazzi vi terranno compagnia e vi coinvolgeranno in un anno scolastico pieno di colpi di scena ed emozioni.
♥ NOTE:
Ciao! Ho iniziato a scrivere questa storia tempo fa, spero che vi piaccia! Vi avviso già da ora che i primi capitoli sono stati scritti quando avevo undici/dodici anni e non li ho voluti modificare, quindi sono un granché, ma spero che la trama possa piacervi e incuriosirvi lo stesso! ;)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, accetterò di buon grado anche le critiche!
Buona lettura! :3
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 35



Quindi tu pensi che...” Tiffany lasciò la frase in sospeso, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito con aria scettica.

Oh, eccome se è così! È evidente, possibile che tu non l'abbia notato?” le assicurò Cathleen in tono complice.

Aprile stava per volgere al termine e anche nel tardo pomeriggio il sole inondava e riscaldava ogni angolo del campus. Le due sorelle si erano concesse qualche ora solo loro due; in quel momento si trovavano sedute su una panchina all'ombra dei fitti pini, al rientro da una breve passeggiata in spiaggia.

Ben allora non si è accorto di niente, altrimenti me lo avrebbe sicuramente detto! Siamo amici, ci diciamo tutto...” osservò la più grande.

E Grace non ha detto niente a me, eppure si fida abbastanza... secondo me ha paura di Lisa.”

Paura di Lisa?”

Ehm... diciamo che... la vedo ancora molto gelosa nei confronti di Ben” ammise Cathleen con un sospiro.

Eh? Ma cosa vuole? Oddio, quanto è infantile! È troppo abituata a trattare quel poveretto come una proprietà privata, ma almeno adesso che non stanno più assieme dovrebbe fare un passo indietro!” sbottò Tiffany indignata.

Lo so Tiff, ma io ormai non le do più nessun consiglio. Sai che tra me e lei non c'è più il rapporto di un tempo. Comunque sono preoccupata per Grace: da parte di Lisa vedo molta antipatia, però entrambe vogliono passare il loro tempo con me. Ma perché mi caccio sempre in situazioni del genere? Sto sempre nel bel meszo di due fuochi...”

È il tuo modo di essere, Cat: riesci ad andare d'accordo con tutti e molte volte sei anche troppo buona. Fortunatamente tu sei un portento e riesci a cavartela benissimo in ogni caso!” tentò di rassicurarla sua sorella con un tenero sorriso dipinto in volto.

Per qualche istante le due ragazze si limitarono a scambiarsi un'occhiata colma d'affetto mentre i rami che dondolavano leggermente alla brezza proiettavano sui loro visi dei solitari raggi di sole.

Con Kel come va?” domandò poi Tiffany. Sapeva che Cathleen aveva bisogno di parlarne.

Parte dopo la fine della scuola. Come sempre in realtà; ho saputo che si sente di nuovo con la sua ex, la ragazza che ha dovuto lasciare quando è andato via dalla Spagna. Non me lo ha detto esplicitamente, ma secondo me prova ancora qualcosa per lei” raccontò lei con una nota di malinconia.

E... tu sei gelosa?” volle sapere Tiffany con un pizzico di malizia nella voce.

Cathleen sospirò ed esitò per un istante. “No, Kelsey non mi interessa in quel senso. Quando l'avevo appena conosciuto penavo che tra noi potesse nascere qualcosa, ma non mi è mai piaciuto veramente.”

Me l'aspettavo” ribatté prontamente l'altra, per niente sorpresa.

Oh, ma tu sai sempre tutto!”

Tiffany ridacchiò.

Ragazze!” Una voce in lontananza attirò l'attenzione di entrambe e fece trasalire la più piccola, che rischiò di far cadere la borsa poggiata sulle sue ginocchia.

Sua sorella continuò a ridere alla vista della sua espressione spaventata mentre Lionel le raggiungeva.

Lion, ma ti sembra il modo di annunciare la tua presenza? Ti avrà sentito mezza Newton!” lo rimproverò Cathleen, voltandosi per osservare in viso il ragazzo che stazionava alle loro spalle.

Ah, qui si respira, certo che avete trovato un bel posticino! In camera mia c'è un caldo pazzesco! Ma perché Tiff sta ridendo?” esordì lui con entusiasmo, ignorando beatamente le proteste della sua amica.

Siete due pagliacci!” disse loro Tiffany tornando seria, poi si alzò dalla panchina e afferrò la sua grande borsa nera.

Dove vai?” domandò Cathleen.

Devo ripassare, domani ho un'interrogazione pesantissima. Voi restate qui?”

Lionel aggirò la panchina e si stravaccò nel posto vuoto accanto alla ragazza. “E chi si sposta più?”

Va bene, ci vediamo a cena! Auguratemi buona fortuna!” li salutò Tiffany, allontanandosi in fretta sotto la luce arancione del sole.

Aiuto, Tiff quest'anno sta studiando come una matta!” commentò il ragazzo.

Non oso immaginare quando arriveremo al terzo anno...”

Se ci arriveremo!”

Che pessimista! Io ci arrivo di sicuro!”

Per fortuna tu sei un anno più avanti di me, così mi potrai aiutare!”

Chi ti dice che ti darò il mio aiuto?” lo punzecchiò lei.

Perché tu mi vuoi bene!”

Oh, ma stai zitto, scimmietta!” Cathleen allungò una mano per tirargli una ciocca di capelli, poi cominciò a giocarci come suo solito.

Eh no, stavolta questi li lasci in pace!” si rivoltò scherzosamente lui, raccogliendosi i capelli con una mano e gettandoseli alla sinistra, in modo che Cathleen non ci potesse arrivare.

Ma che cretino! No no, i tuoi capelli mi appartengono!” esclamò lei e con una risata si protese per raggiungere il suo obiettivo.

Ehi, stai disturbando il mio dolce far nulla!” protestò Lionel tentando di spingerla via con poca convinzione.

Dopo una breve e giocosa lotta tra i due, tra le risate e gli improperi, Lionel lasciò andare la ragazza che ricadde addosso a lui. Cathleen, presa alla sprovvista, lanciò un gridolino e in un istante si ritrovò con il viso di Lionel a pochi centimetri dal suo. Vide le guance del suo amico imporporarsi violentemente, ma quella vicinanza la portò a smettere di ragionare per un secondo, a disconnettere il cervello e reagire solo d'istinto.

Al posto di allontanarsi subito, come avrebbe di certo fatto in qualsiasi altra situazione, posò le sue labbra su quelle del ragazzo per qualche secondo. Il cuore le martellava nel petto con forza; quel contatto le piaceva, sapeva di mare, di impazienza, di sentimenti celati troppo a lungo.

Lionel intanto si sentiva andare a fuoco: le orecchie e il volto bruciavano, ma soprattutto le labbra. Non sapeva come reagire, cosa fare: la ragazza dei suoi sogni era così vicina, così dolce in ogni suo gesto. Non si sarebbe mai aspettato di vivere un momento del genere.

Da quando aveva incontrato Cathleen per la prima volta si era invaghito di lei, poi i suoi sentimenti erano cresciuti sempre più. Si era trovato costretto a reprimerli più di una volta, a un certo punto aveva pensato addirittura di averla dimenticata, ma lei era sempre lì: bella, dolce, divertente, con il suo magnifico sorriso che lo rendeva felice ogni giorno. Aveva sofferto e lottato, ma in quel momento come mai prima si era accorto di amarla con tutto il cuore, per quello che era, per la sua semplicità, anche per i suoi difetti.

E lei ricambiava i suoi sentimenti, finalmente.

Il bacio durò pochi secondi, ma entrambi alla fine erano sconvolti. Cathleen si mise di scatto in piedi con gli occhi sgranati, come se si fosse appena risvegliata da un sogno; si guardò attorno spaesata, fece scivolare il suo sguardo sugli alberi, evitando accuratamente quello di Lionel.

Una folata di vento più forte delle altre la fece rabbrividire e istintivamente si strinse le braccia attorno al corpo. Indossava solo ubna maglietta verde acqua a maniche corte, non aveva una giacca con sé.

Lionel era ancora pietrificato sulla panchina, lo sguardo puntato sulla scritta della sua maglietta: BOSTON 35. Perché proprio il 35? In base a quale criterio i produttori degli indumenti sceglievano quei numeri? Erano domande inutili, ma in quel momento non riusciva a concentrarsi su nulla di serio, sentiva la necessità di svuotare completamente la mente.

Cat, io non...” provò a dire dopo qualche istante, sollevando finalmente il capo e osservando la figura di Cathleen che si stagliava contro i fusti dei pini dipinti dai colori del tramonto.

Non fa niente Lionel, non parliamone più.” La sua risposta laconica troncò ogni tentativo di dialogo del ragazzo.

Ascolta, non ti devi porre problemi per quello che hai fatto...” riprovò debolmente.

Ora non ne voglio più parlare, non me la sento. Mettiamo tutto da parte e facciamo finta che nulla sia accaduto” lo interruppe nuovamente lei; era completamente immobile, solo i capelli si agitavano, sospinti dal vento.

Stai tremando di freddo” le fece notare gentilmente lui in tono apprensivo.

Che ne dici di andare a cena?” cambiò discorso lei in tono piatto.

Lui si sollevò e si posizionò accanto a lei: oltre la pineta, in direzione del mare, si presentava ai loro occhi un luminoso e colorato tramonto.

Il ragazzo si sfilò la giacca che aveva indossato qualche minuto prima e la gettò sulle spalle di Cathleen. Lei sorrise appena senza però voltarsi nella sua direzione; si strinse l'indumento attorno al corpo e mormorò: “Grazie”.

Lionel non sapeva bene come comportarsi, ma era certo che la compagnia dei loro amici avrebbe spazzato via quell'imbarazzo che si era formato tra loro due. Così prese la ragazza delicatamente per mano e la condusse tra le viottole del grande cortile fino alla mensa. Tra gli studenti che ancora si trovavano in giro per il campus, pochi degnarono loro di uno sguardo.


Quella notte Cathleen non riusciva a chidere occhio. Faceva caldo nella sua stanza, ma non avrebbe comunque potuto aprire la finestra per via della brezza fresca e umida della notte.

Dopo essersi rigirata più volte tra le lenzuola, si mise a sedere con un sospiro e afferrò il suo cellulare per controllare l'orario: era l'una e venticinque.

La scena del bacio con Lionel la tormentava e le dava da riflettere. Ultimamente si era accorta di una piccola differenza nel loro rapporto, sentiva da parte sua una maggiore voglia di stare con lui; una vocina da un angolo nascosto della sua mente le aveva più volte sussurrato che il suo migliore amico stava prendendo possesso del suo cuore, ma lei l'aveva ignorata e repressa, convinta che una cosa del genere non potesse essere possibile. Conosceva Lionel da mesi ormai, se davvero avesse provato dei sentimenti nei suoi confronti se ne sarebbe di certo accorta molto tempo prima.

Ma allora come poteva spiegare il gesto di quel pomeriggio? Ma soprattutto, come poteva spiegare la sensazione di soddisfazione e felicità che aveva provato nel compierlo?

Non ne poteva più di stare in quella camera, aveva bisogno di uscire a fare due passi. Forse era stupido uscire a quell'ora della notte, al freddo, ma lei ne sentiva il bisogno; non avrebbe potuto certo passeggiare avanti e indietro per i corridoi, non le andava di svegliare nessuno.

Si infilò il cappotto pesante e in silenzio lasciò la stanza.

Fuori faceva freddo, ma lei iniziò a camminare velocemente e ben presto i brividi scomparvero, così come i pensieri che le affollavano la mente.

Durante il suo tragitto senza una vera meta incrociò altri ragazzi: un ragazzo solitario che si teneva la testa tra le mani seduto su una rampa di scale, una coppietta che si stringeva in un abbraccio sul ciglio di un'aiuola, un gruppetto di amici che faceva baccano vicino all'ingresso del parco. Cathleen si sorprese di quanto fosse attiva la vita notturna della scuola; non si sarebbe mai aspettata di trovare così tante persone a vagabondare là fuori, chi in preda all'insonnia come lei, chi desideroso di un momento di privacy, chi invece agognava solo un po' di compagnia.

La ragazza volse lo sguardo alla luna: era quasi piena quella notte e inondava ogni angolo con la sua morbida luce.

Tutti ammirano la bellezza della luna, ma in realtà lei brilla semplicemente di luce riflessa, si ritrovò a osservare. Era per questo che trovava affascinante la fontana avvolta dall'oscurità della notte: rifletteva la luna, che già di per sé era un riflesso, la rendeva ancora più falsa.

Si recò quindi presso il pozzo d'acqua per ammirare quello spettacolo che l'aveva sempre affascinata, ma quando vi giunse si accorse di non essere sola: dalla parte opposta una figura familiare avvolta in un grosso giubbotto scuro era appollaiata sul bordo. Cathleen si avvicinò a essa con curiosità. “Angel? Che ci fai qui? Ti hanno nuovamente buttato fuori dalla stanza?” domandò in tono preoccupato quando riconobbe il ragazzo.

Ma lui non sembrava per niente turbato; sollevò i suoi occhi grigi e sereni su di lei e con calma rispose: “Ciao Cathleen. No, stavolta sono stato io ad andarmene, avevo troppi pensieri per la testa. Tu invece che ci fai qua fuori? Fa freddo”.

Lei prese posto al suo fianco e puntò il suo sguardo sul cerchio luminoso che baluginava in acqua. Quanto era bella e pura la luna, ma anche lei nascondeva dei segreti e dei misteri, come tutti.

Ti capisco, anche io non riuscivo a dormire.”

Non vorrei sembrare indiscreto, ma... se vuoi puoi dirmi che cosa ti preoccupa, per sfogarti. E tranquilla, qualsiasi confidenza con me è al sicuro” la invitò gentilmente il ragazzo in tono incerto, come se avesse paura di pronunciare quelle parole.

A una condizione: anche tu dovrai sfogarti con me. Ci stai?”

Angel tentennò per qualche secondo: faceva sempre fatica a fidarsi del prossimo, era estremamente riservato e non confidava mai i suoi pensieri a nessuno. Ma quella notte si era creata un'atmosfera magica, ogni pensiero poteva essere rivelato con il dolce scroscio dell'acqua e l'impetuoso borbottio del vento come sottofondo.

Va bene, ci sto.”

Okay. Il punto è che oggi ho dato un bacio a fior di labbra a un mio caro amico. Non avrei mai pensato di poter fare, ma soprattutto di voler fare, una cosa del genere: io e lui ci conosciamo da mesi, nel frattempo ho nutrito interesse per altri ragazzi, non mi sarei mai aspettata di... insomma... lui mi piace, ecco. Ultimamente ho maturato questi sentimenti, ma li ho negati a me stessa fino a questo pomeriggio” raccontò Cathleen. Nella sua voce non c'era nessuna traccia di vergogna o imbarazzo, ma il ragazzo non poteva scorgere il viso completamente rosso della ragazza.

E qual è il problema?” domandò lui con semplicità.

Il problema l'ho appena superato. Prima d'ora non avevo mai ammesso che questo ragazzo mi piace, non riuscivo a darmi pace, ma ora che me ne sono resa conto mi sento più libera. Forse avevo proprio bisogno di togliermi questo peso, ero stanca di mentire a me stessa.”

Pensi che lui possa ricambiare i tuoi sentimenti?” chiese ancora Angel, cercando di non fare domande troppo specifiche per non risultare invadente.

Non lo so. Oggi non mi ha respinto, era imbarazzato ma non disgustato. Ha provato a parlarmi, ma io non gliel'ho permesso perché non avrei saputo che dirgli. Non ne ho proprio idea, non credo abbia altre ragazze per la testa comunque.”

Va bene. Ora ti senti più leggera?”

Oh sì, mi sento più consapevole. Non è stato facile parlare sinceramente, ma è un grande passo avanti. Grazie. Ora è il tuo turno” concluse Cathleen, preparandosi ad ascoltare la confidenza del suo interlocutore.

Più o meno anche io sono qui per questo motivo. Cioè... una ragazza” esordì lui. A differenza di Cathleen, Angel aveva molta più difficoltà a esprimere ciò che provava, ma sapeva che era necessario. Prese a torcersi nervosamente le dita e mordicchiarsi il labbro inferiore, poi prese un profondo respiro e proseguì: “Penso a lui da un po', ma il mio problema è che... non mi sento mai abbastanza”.

Non voglio necessariamente sapere di chi si tratta, dimmi solo che non è Alice.”

No, ho dimenticato Alice, non potrei continuare a provare dei sentimenti nei suoi confronti dopo quello che è capitato. Probabilmente capirai di chi sto parlando, ma non importa. Dicevo: lei, a differenza di tutte le altre, mi ha da subito accettato per quello che sono e mi ha fatto sentire subito a suo agio. È una ragazza allegra, che rende più luminosa ogni sua giornata; io con lei riesco a essere me stesso, a ridere ed essere forte. È dolcissima, perfetta, ma io... non lo sono. Io sono così timido, goffo, impacciato, pieno di difetti, invece... questa ragazza merita di più, molto di più. Sto cercando di cambiare e di migliorarmi per lei, ma purtroppo non ho la fortuna di averla al mio fianco e senza il suo aiuto mi sembra di non fare nessun progresso.”

Cathleen ascoltò attentamente con un sorriso pieno di tenerezza appena accennato. Certo che aveva capito a chi si stava riferendo e ne era entusiasta; il discorso di Angel inoltre era stato davvero dolcissimo, da esso traspariva un affetto puro e genuino.

Angel, ascoltami bene. Chiunque sia questa ragazza, se è quella giusta per te, ti accetterà per quello che sei. Tu sei una persona stupenda, ne vuoi la dimostrazione? Stai cercando di essere migliore per lei, questo è simbolo di grande intelligenza, bontà e altruismo. Ma se lei ti ha accettato, sono sicura che ti adora per quello che sei. Non sminuirti mai; nessuno è perfetto, nemmeno lei, e sono proprio i difetti a rendere le persone uniche. Io per esempio voglio bene a Tiff e quindi anche alle sue particolarità, altrimenti non sarebbe Tiff.”

Lui annuì lentamente, più per sé stesso che per lei. Sapeva che Cathleen aveva ragione, ma convincersi di tutto ciò era molto complicato. “Lo so, ma io sono insicuro.”

Tieni conto che tutte le persone sono diverse e quella perfetta, quella da prendere come esempio, non esiste. Dimmi, sai già quando rivedrai questa ragazza?”

Tra un mese, più o meno.”

Ecco, in questo mese cerca di prendere coraggio e superare le tue insicurezze. Quando passerete del tempo assieme devi solo cercare di essere te stesso, senza troppe forzature, perché fingere non porta da nessuna parte. Devi essere come il sole, puro e trasparente, non come la luna. La luna è bella, ma così falsa: riflette solo una luce non sua, ma di concreto non ha nulla di speciale.”

Angel sollevò lo sguardo verso quella falsa fonte di luce. Cathleen aveva ragione: voleva mostrarsi per quello che era, le maschere non servivano a niente, non era necessario raggiungere la perfezione.

Grazie Cathleen” mormorò con un lieve sorriso.

Grazie a te, Angel” ribatté lei.

Ed entrambi si sentivano più leggeri.



   
 
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