Ancora una volta nell'aria questa melodia. 

Una giornata uggiosa, umida e anonima di giugno. Sto spazzando le foglie di fronte al locale che non sono aderite al terreno ciottolato romano per la calura. 

Giā, "tristezza estiva", sempre in un angolo della mente, senza fretta, si sistema e rimane immobile, hai ancora la consapevolezza di voler fare qualcosa, di poter invitare qualche amico a passare un week end fuori cittā. Di allontanarti. 

Ma ti rendi conto che lei sta lí e ti inchioda a 4 mura per volta. 

Il silenzio viene interrotto da un rumore metallico familiare.

"Questi dove li metto?" Dice il corriere. 

Č sudato e stanco, nonostante siano solo le 4 del pomeriggio, la sua voce lascia trasparire quanto la sua carica di buona volontā sia andata in negativo prima ancora della pausa pranzo, se gli č stata concessa. 

"Oh Roberto ! Prego, di qua" . 

Il piccolo pub č di gestione familiare, non ha aperto da molto e si trova in una via che tutto sommato , non trovandosi nč vicino al centro , nč al mare , nč direttamente alla stazione ferroviaria , finisce per essere vuoto per la maggior parte delle ore diurne. Fatta eccezione per i ragazzi che nel doposcuola arrivano per scroccare una manciata di ore alla playstation, consumando solo una bottiglia d'acqua o due, e quando si sentono minacciati dal mio sguardo, anche un trancio di pizza. 

"Non si decidono proprio con la disposizione delle bevande" nota Roby. 

Effettivamente era la terza volta in un mese e mezzo che la posizione degli alimenti veniva cambiata. Cosí come gli ingredienti nel frigo, e i tavoli. E guai a confondersi. 

Proseguii con le pulizie. 

Messaggi al telefono come "Oh guarda che oggi deve venire Roby vai un po' prima" , lo sapevo gia' e li ho ignorati.

Io sono l'ultimo acquisto dei padroni di questo locale anonimo in una citta' anonima e sono una ragazza anonima. 

"Ciao buona serata e buon lavoro anche a te". 

Eppure la ripetitivitā dei gesti, i miei piccoli riti e le piccole varianti di giorno in giorno e stare al passo con il ciclo solare mi dā gioia. Quando passi la maggior parte del tempo in mezzo alle persone, i momenti piu' preziosi possono diventare quelli in cui sei sola in cucina a friggere gli ordini , o ad affettare gli ingredienti da passare al pizzaiolo attraverso lo sportellino che divide il tuo mondo dalla postazione forno. 

E' proprio un forno a legna quello con cui lavora Valentino, il nostro pizzaiolo. Ha imparato l'arte da suo padre anch'egli pizzaiolo e di fatto il suo impasto č unico, una volta vista la passione con cui lo realizza. 

Una volta visto che tutti i suoi sforzi ogni giorno si vanificano nel venir ingurgitati da spettatori ingrati di tutto ciķ che dietro a quel piatto si cela. Il nostro tempo e il nostro impegno. Quanto viene dato per scontato, tanto da sentirsi parte integrante degli elettrodomestici e dell'arredo. 

Ma le sere in cui sono sola con Valentino sono rare, Mirco si occupa della sala ed e' molto discreto, ma molti clienti abituali e il capo stesso irrompono nella cucina e parlano o flirtano e a volte rinnovo le motivazioni per cui il discreto stipendio che ricevo a fine mese sia cosí importante per me, ripetendomele dentro. 

Lasciare in testa ad un figlio del genere la gestione di un locale. Un parcheggio alternativo per lavorare sulla sua incapacitā di provare empatia e di vedere qualcosa al di fuori del proprio smisurato ego, un incapace alla praticitā. 

Questo era il tipo di persona di cui mi ero lentamente innamorata , senza notare le caratteristiche sopra annotate.