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Autore: ArtistaDiStrada    19/06/2017    2 recensioni
O anche dove la normalità di Stiles verrà man mano stravolta da sempre 'nuove' rivelazioni -o forse sempre la stessa...
Questa ff è ispirata a 50 volte il primo bacio, un film con una trama che per personalmente adoro, ovviamente con le dovute modifiche per i nostri amati lupetti.
Dal testo.
Scott, rimasto indietro, fu affiancato da Isaac. Il moro si stava limitando ad osservare preoccupato il suo migliore amico, ignaro. “Kira oggi l’ha chiamato per nome.” annunciò, voltandosi poi verso il riccio con aria seria. “E per quanto ne sappia Stiles, lui non l’ha mai vista.”
Non è il massimo come introduzione, lo so, ma mettere in chiaro le cose sarebbe rivelare il problema che il branco si ritrova ad affrontare e non si può, ahimè.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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28 Aprile



Sarebbe dovuto essere tutto normale quella mattina: lui si sarebbe svegliato con l’urlo del padre, mentre il genitore leggeva il giornale sorseggiando il suo caffè, senza il quale non poteva iniziare la giornata. E invece aveva trovato un post-it in cui gli si diceva di scendere in salotto appena fosse stato pronto e ora si trovava seduto sul divano con dieci paia di occhi che lo fissavano, immobili -e dieci, solo perché suo padre era occupato a smanettare con il televisore. 

“Ehm… salve?” provò agitando scioccamente una mano. Mano che venne osservata dagli altri neanche fosse stata blu. Stiles stava davvero considerando l’idea di star ancora sognando. Solo nei sogni ci sarebbe potuto essere così tanto silenzio, solo nei sogni lui sarebbe potuto stare così tanto in silenzio. “No? Ok.”

Anche Scott se ne stava religiosamente in silenzio a fissarlo, certo, c’era stato un momento di shock iniziale quando Stiles si era accorto della presenza di Jackson Whittemore, ma sarà stata l’aura di mutismo generale o la staticità anche del suo migliore amico, fatto sta che rimase in silenzio anche lui.

Era inquietante, davvero. Si sentiva come un animale da laboratorio da cui gli scienziati si aspettavano o un grande risultato… o la morte immediata. Stavano forse aspettando la sua morte? Era così teso e distratto dalla situazione che saltò come una molla quando il ragazzo apparentemente più grande -e attraente a suo parere- lo richiamò toccandogli una spalla. Il contatto era stato così delicato, che in altre circostanze non lo avrebbe neanche percepito, ma in quel momento gli altri furono costretti a sorreggerlo per evitare che ruzzolasse giù dal divano.

“Sì?” domandò con voce più stridula di quando volesse.

“Ora ti faremo vedere un video-”

“Io non ho fatto nulla!” esclamò immediatamente Stiles, lanciando una veloce occhiata al padre, che però sembrava tranquillo, giusto un poco nervoso.

“Lo sappiamo.” lo rassicurò sbuffando il moro “Però è importante che tu lo veda. Non è nulla di… male. Ok?”

Stiles lo guardò inarcando un sopracciglio, imitato di riflesso dal bel ragazzo. Agli occhi degli altri dovevano essere uno spettacolo divertente. “Sul serio? Sul serio, amico? Ti sei mai ascoltato quando fai rassicurazioni? Beh, lasciati dire che dovresti farlo. Ti saresti agitato da solo se ti fossi visto prima! Non è nulla di male, certo. E io sono cappuccetto rosso.”

Quello parve… ringhiare? Era un ringhio quello?! “Non mi interessa se sei tranquillo-”

“-o ma grazie eh. Questo dovrebbe cercare di calmarmi?”

“Ora ti siedi qui e-”

“-sono già seduto.”

“Sme.tti.la.” ringhiò, frustrato l’altro. Di nuovo. “Ora stai fermo qui e-”

“Derek.” venne richiamato il moro da una mano sulla spalla da parte di Erica. Da quando la ragazza conosceva gente del genere, pensò Stiles, da quando conosceva gente del genere e non gliela la presentava?!

“Stiles, so che adesso può sembrare tutto strano.” intervenne Lydia affiancandolo, in un vano tentativo di rassicurarlo.

“Molto strano.” la corresse Erica all’espressione incerta del ragazzo. La rossa annuì. “Ma devi fidarti di noi, dei tuoi amici, e vedere questo video. Appena l’avrai visto capirai tutto, te lo prometto.” gli spiegò andando a stringergli una mano fra le sue. A Stiles non passò l’occhiata velenosa che Mr. Simpatia aveva lanciato alle loro mani unite e neanche l’occhiataccia in risposta della rossa. Fece un piccolo cenno d’assenso e lanciò una veloce occhiata a Scott, che gli sorrise incoraggiante, prima di sistemarsi meglio ed osservare curioso lo schermo appena illuminatosi.
Da quel momento, tutti i suoni esterni all’audio del registratore o immagini altre vennero rinchiusi in una parte della sua mente.
Trovò divertente il conto alla rovescia della cinepresa dei classici film d’un tempo e corrucciò lo sguardo quando apparve una scritta:
 

Ciao, Stiles. Ci sono alcune cose che sono accadute, ma che tu non ricordi.
Lascia che te le mostriamo.
 

Aveva fatto per girarsi verso il genitore, quando l’immagine della squadra di lacrosse con la coppa della finale di stagione era entrata in scena e aveva richiamato la sua attenzione. Ma quello era impossibile perché la partita decisiva si sarebbe tenuta solo fra un mese…
Seguirono un’altra serie di immagini con notizie di giornale da prima pagina, brevi spezzoni di canali televisivi o delle sue serie tv preferite. Ed erano cose così assurde, perché lui era molto attento a vedere i nuovi episodi appena usciti e riteneva impossibile che ne avesse tralasciati così tanti…

Poi i contenuti cambiarono e si vide una foto di tutti loro -anche delle persone che vedeva per la prima volta- insieme davanti ad un falò. Un’altra a seguire che li raffigurava nei pressi di una vecchia villa diroccata con lui che distribuiva panini a tutti. Erano tutte foto di giorni che sembravano particolarmente felici, ma di cui lui non aveva memoria…

Arrivò poi il turno di una foto di sole due persone. Isaac ed Allison, mano nella mano, che si baciavano sorridenti. Il suo sguardo saettò immediatamente nella direzione della mora, trovandoci anche Isaac. Non sapeva se provare rabbia per protezione del suo migliore amico, felicità che finalmente quei due avessero trovato la persona giusta o confusione per non riuscire a ricordare particolari che potessero ricordargli un loro coinvolgimento amoroso. Allison, accortasi del suo fissare, gli sorrise timida, intimandogli con lo sguardo di continuare a prestare attenzione e Stiles desiderò tanto non averlo fatto così alla leggera, perché la foto di lui e Jackson, blandamente abbracciati e zuppi dalla testa ai piedi, ma soprattutto sorridenti, gli fece bloccare il respiro in gola. La scritta che seguì la trovò di pessimo gusto e a detta dello sbuffo che emise il biondo, non doveva essere stato l’unico…

 
E già… è successo anche questo.
Ma se hai dimenticato queste cose, un motivo c’è…
 

Senza preavviso alcuno, apparve una sua foto. Era disteso su un letto d’ospedale. Una fascia gli circondava parte della testa, il naso era visibilmente rotto e presentava diverse escoriazioni. A quella, seguirono altre foto: parti del suo corpo completamente ricoperte di tagli e graffi. Sgranò gli occhi e si voltò repentino verso il padre, che evitava di guardarlo, ma stringeva le mani a pugno, cercando di contenersi mentre osservava quelle immagini.

 
Stiles, se quello che ti stai chiedendo ora è come sia possibile, devi sapere che è successo perché stavi difendendo le persone che ami.
Persone che non ricordi tutte, ma per cui hai rischiato la vita… più volte.

 
Iniziò un video, girato in un luogo davvero che lui non conosceva, ma dotato di due grandi vetrate e un salotto arredato dalla mano di Lydia. Lì erano sparsi, chi a terra chi seduto, le stesse persone presenti con lui in quel momento. Centinaia di foto era sparse sul pavimento e sul tavolino. Una ragazza con gli short e i capelli castani afferrò una foto e la mostrò restia alla telecamera, ancora diffidente a condividerla con altri. Venne zoomato su quella piccola foto che rappresentava lui, malamente appoggiato ad un lettino d’ospedale che stringeva tra le sue una mano della ragazza, incosciente.  

“Ciao, Stiles. Sono Malia, una tua cara amica -e per un po’ anche qualcosa in più.” si presentò la ragazza, che sembrava concentrata a cercare di mettere le parole una dietro l’altra. “Tu mia hai salvata e seguita nel mio percorso di “riabilitazione”, non curandoti che nel giorno in cui questa foto è stata scattata, ti eri rotto un polso. Ti avevo detto di rimanere a casa!” ci tenne poi a precisare, offesa.

Stiles lanciò una veloce occhiata alla versione reale della ragazza, ricevendo in cambio uno sguardo per nulla imbarazzato, piuttosto alla ‘io te lo avevo detto’.
Quando riportò l’attenzione sul televisore, l’inquadratura, cambiata, stava filmando uno Scott sorridente ed un Isaac avvolto da una delle sue sciarpe. Il messicano teneva in mano una foto, che come per la precedente, fu inquadrata meglio prima di riportare l’attenzione sui due. In quel piccolo pezzo di carta si vedeva lui che reggeva Isaac che sanguinava copiosamente e Scott non messo molto meglio. Pareva cercare di portarli dentro quella stessa villa abbandonata di qualche foto prima.

“Ehi, bro. Beh noi ci conosciamo, di me e di Isaac ti ricordi,” sorrise divertito Scott “però non ti ricordi di quante volte ci hai caricati, portati e curati a villa Hale.”

“Cosa non necessaria se non fosse stato per quel tuo fidanzato incline alla violenza!”

Precisò, poi, Isaac, ricevendo uno scappellotto da una mano priva di proprietario, ma che lo fece borbottare fra sé ‘Ma è vero!’ e ‘È  inutile che te la prendi, lo sai anche tu.’ prima di venir zittito da un ringhio. Nel frattempo, però, Stile aveva strabuzzato gli occhi, non capendo a quale diavolo di fidanzato si riferisse.

Questa volta la foto venne spiattellata sulla cinepresa a distanza così ravvicinata che la camera impiegò qualche secondo per poter mettere a fuoco. L’immagine raffigurava lui ed Erica intenti a disegnare un paio di baffi sul viso addormentato di Boyd.

“Batman!” urlò la bionda, prima di essere ripresa in piedi dietro al divano “Tu sei il mio eroe e non solo metaforicamente parlando. Hai salvato il culo a me e Boyd diverse volte e ti ringrazia anche lui.” disse prendendo possesso della cinepresa poco delicatamente e inquadrando da vicino -troppo vicino- il volto neutro di Boyd. E mentre Erica cercava di spronarlo a fare almeno una smorfia, muoveva la telecamera, premendo un paio di volte per errore sullo zoom e rendendo noto a tutti quanti fosse perfetta la pelle del suo ragazzo.

Ottenuto il cenno, poi, si inquadrò di nuovo da sola. “Non ricordo effettivamente quante, in realtà, ma non fa nulla: non le ricordi neanche tu, quindi…” e la telecamera le venne definitivamente tolta dalle mani, andando ad inquadrare il pavimento. Quello che seguì dopo fece scoppiare a ridere Stiles “Boyd, non mi guardare così! Era una battuta, cav-”

“Può bastare! Forza, alza quella telecamera, grande Alpha.” si sentì ordinare dalla voce di Lydia, Lydia che apparve subito dopo nell’inquadratura, perfetta come sempre, seduta sul
divano composta. “Ok, premetto che io avrei scelto una foto quantomeno più decente,” iniziò facendo una smorfia a quanto teneva fra le mani, prima di girarla e mostrare alla telecamera sé stessa e lui seduti sul divano della ragazza con due cioccolate calde in mano e due occhiaie spaventose. “Tò, guarda che roba e dimmi tu se è accettabile. Comunque,” aggiunse, addolcendo lo sguardo “questa foto l’abbia scattata per testimoniare una delle tante notti in cui mi facevi compagnia perché non riuscivo a dormire. Sai, le voci…” scherzò amaramente, prima di lanciare alla telecamera un sorriso affettuoso e voltarsi verso la successiva inquadrata: Allison.

“Ciao, Stiles. Per te magari i nostri rapporti si limitano alla semplice compagnia a scuola, ma… ma invece sei molto di più. Questa,” disse afferrando e guardando dolcemente una foto tra le tante sparse sul tappeto accanto a lei “è stata scattata da mio padre durante il nostro ‘Club di umani’.” ridacchiò al nome “Ho sempre creduto fosse una cosa un po’ triste, però tu hai sostenuto così tante volte che gli speciali in un gruppo di speciali sono le persone più normali, che me ne sono convinta e insieme l’abbiamo trascritto nella mia camera.” gli spiegò, sebbene lui non avesse ben afferrato quel discorso di umani e speciali. L’immagine raffigurava proprio lui e Allison intenti a dipingere le pareti della stanza della ragazza con più vernice addosso che sul muro.

I suoi occhi seguivano ogni singolo fotogramma con un'attenzione tale da isolarlo dal resto del mondo. Era come assistere ad un film, bellissimo, ma pur sempre un film. Ma la cosa che più faceva male era la sensazione che fosse il film di qualcun altro.  

“Tocca a me? Allora, tocca a me? Qualcuno mi dice quando è partita?” chiese Jackson guardandosi sperduto in giro, una volta che la telecamera lo ebbe inquadrato.

“È partita, paparino!” si sentì scherzare da Isaac. “Eppure dovresti sapere come ci si comporta davanti alle telecamere. Visto che di solito le usi per filmare te e L-”

“Isaac!” Stiles si guardò intorno confuso, ma divertito dall’urlo oltraggiato di Lydia, preferendo non scendere nei dettagli. Quel filmato, che rappresentava la quotidianità, gli dava l’impressione di conoscere quelle persone da sempre e sicuramente si sentiva meno come un paziente che si vede presentati mali e medicine.

La telecamera si mosse frenetica, segno dell’impazienza del cameraman e il biondo si affrettò a parlare. “Okok. Allora, Stilinski, qui tutti sono stati sdolcinati. Ma non farti strane idee, io non ti tratterò diversamente solo perché hai un buco in testa.”

“Non ha un buco!” e “Non è un gioco la perdita di memoria, Jackson.” fecero alzare gli occhi al cielo al ragazzo. “Lo vedi con cosa devo convivere?!”

“Mostra quella dannata foto, Jackson!” si sentì sibilare da quello che Stile avrebbe potuto giurare fosse il moro sedutogli affianco.

Bene. Eccola.” sbuffò il biondo “Questa risale a… fu un giorno poco piacevole.” disse abbassando lo sguardo e facendo scemare per un secondo il vociare soffuso del video. L’immagine di cui parlava li mostrava solo di viso, ma chiaramente bagnati fradici che si guardavano tra il torvo e il riconoscente. “Avevo avuto un problema insignificante…”

“Insignificante? Sei caduto in acqua e ti sei quasi messo a piangere!”

“Non è colpa mia se mi è rimasta la paura dell’acqua!” sbraitò furioso l’altro, andando a riguardare la foto che teneva in mano.
La camera, sebbene in movimento, inquadrò perfettamente il ragazzo infilarsi con cura l’immagine in una tasca dei pantaloni, ma i presenti non parvero accorgersene.  

“Ehilà, Stiles.” salutò la nuova protagonista: una ragazza dai tratti asiatici, la stessa che ora si trovava poco dietro il suo migliore amico. “Non ti ricorderai di me, né nei vecchi ricordi né dei nostri piccoli incidenti a scuola… ops.” scherzò, mordendosi il labro inferiore, indecisa se ridere o mortificarsi. “Ti chiedo scusa, perché diverse volte ti ho causato qualche mal di testa.”

“Una volta per poco non ci scopriva.” si sentì borbottare.

“Già… il fatto è che quando sono distratta mi dimentico che, beh… insomma, tu non ricordi.” sorrise imbarazzata, lasciando intendere i loro possibili incontri. Stiles sorrise intenerito agli scenari che dovevano essere avvenuti. “Ah giusto, la foto!” esclamò poi all’improvviso, buttandosi nel mare di diapositive sparse ed uscendone fuori in possesso di una dal classico stile delle vecchie fotocamere. “Questa -indicò- è di quando ti fulminai. Per sbaglio, eh!” ci tenne a precisare, mentre mostrava lei stessa mortificata per la scossa passatagli.
Non doveva essere stata una scossa molto leggera, visto lo stato stordito in cui si trovava. Ridacchiò divertito, lanciando un’occhiata alla ragazza che ricambiò imbarazzata.  

Arrivati a quel punto mancava solo una persona. Si sentì sospirare profondamente, prima che la telecamera venisse girata, rivelando il viso imbarazzato di Derek. Servì un altro respiro per far prendere coraggio all’uomo. “Ciao, Stiles. Come avrai capito hai molti più amici di quello che credi e il tuo senso di sopravvivenza va di pari passo con loro.” sbuffò, provando a non dare a vedere di star cercando al contempo la giusta angolazione. “Sono Derek, anche se tu mi chiami spesso-”

“Sourwolf!” urlò Erica, comparendo nella visuale “Sourwolf e Batman, il nuovo duo di piccioncini!” esclamò fingendo di star leggendo il futuro titolo in copertina di un giornale. La sua fantasia venne però stroncata dallo spintone che le riservò il moro, deciso a riappropriarsi della scena.

“Sì, beh… come ha detto lei. Comunque, quello che stiamo cercando di dirti è che a dispetto di quanto sia successo e tu possa ricordare, hai una famiglia che ti vuole bene.” gli rivelò l’uomo, poco prima di voltare nuovamente la cinepresa e inquadrare tutti i ragazzi intenti a fissarlo sorridenti. Stiles sentì scioglierglisi qualcosa all’altezza del petto. Non si era neanche accorto di essere sceso da divano ed essersi inconsciamente proteso verso lo schermo.

“Sappiamo che questa scoperta è sconvolgente.” parlò Lydia, sorridendo alla camera “Ma devi fare un altro piccolo sforzo, Stiles.”

“Vuoi scoprire perché ti è accaduto quello che ti è accaduto, no?” incalzò Malia, “E allora mettiti comodo e preparati a rivivere una vita, fratello!” esclamò Scott. Il sorriso del suo migliore amico fu l’ultima cosa inquadrata prima che una sequela di immagini e piccoli filmati apparissero davanti ai suoi occhi.
 

“Ehi, salutate Stiles!” strillò la voce di Kira alla volta di alcuni di loro. Scott ed Isaac intenti a lottare contro Erica in un giardino si fermarono e tutti e tre mantennero i loro volti trasfigurati mentre agitavano le mani e urlavano un saluto alla volta del cellulare della ragazza.
 
Seguì una foto di Allison e il signor Argent spalle contro spalle mentre impugnavano due balestre e sorridevano al fotografo.
Gli si fermò il respiro in gola quando apparve l’immagine di un coyote grigio e di un bellissimo lupo nero ai limi di un bosco. Se i due non avessero avuto rispettivamente gli occhi di un blu brillante e di un rosso scintillante, intenti a fissare in camera, Stiles avrebbe giurato fossero selvaggi allo stato puro, tanta era la fierezza che trasmettevano.
Dovette farsi forza e chiudere la bocca che non si era reso conto di aver aperto.
In veloce sequenza passarono le immagini di Isaac e Boyd completamente trasformati, intenti in un combattimento corpo a corpo e di Malia che sorrideva vittoriosa, seduta su Kira, atterrata.
 

Lo sguardo di Stiles venne poi catturato dall'inizio di un breve filmato. “Ciao, Stileees!!!” urlarono in coro tutti, raccolti all’ombra di un albero, cercando di entrare nel raggio di ripresa del cellulare di turno.
 

“Vedi?” disse la voce di Lydia, partito un secondo filmato. La mano della ragazza stava indicando delle righe sottolineate su un testo antico. “Un Kanima è un mutaforma derivato da una mutazione del gene della licantropia. Come il nostro Jackie.” spiegò contenta la rossa, illuminata solo dalla luce della lampada al suo fianco. Sorrise malefica ai gemiti insofferenti di Jackson “Ma quando la finirete di riportare a galla quella storia?!”
 

“Der, sorridi in camera!” urlò la voce di Erica, intenta a filmare l’uomo impegnato ai fornelli. “Cosa?” mormorò l’altro, girandosi e venendo accecato da una decina di flash. Ringhiò infastidito, togliendosi con uno strattone il grembiule da cuoco su cui faceva mostra di sé la scritta ‘Al papà pack migliore del mondo!“Adesso basta! Mi avete scocciato con queste foto ogni volta che cucino!” Erica fu brava a seguire la lotta che seguì in soggiorno, la cui vittima fu l’innocente Jackson che stava dormendo ignaro sul divano. “Oh, ma insomma! Perché ci devo di andare di mezzo sempre io?!”
 

Stiles si lasciò andare ad una risata liberatoria e andò ad asciugarsi quelle lacrime che non si era corto di aver versato. Furono i seguenti filmati a lasciarlo però con il fiato sospeso.
 

“Sorridi, Sourwolf!” urlò lui?!, richiamando l’attenzione del suo Sourwolf, prossimo ad uscire dal lago nella riserva con gli abiti completamente bagnati e indecentemente attaccategli addosso.

“Stiles, giuro che se metti quella foto sulla tua pagina di facebook-”

La sua versione più sorridente e spensierata ridacchiò divertito. “Ops… troppo tardi!”

Lo scatto di quello che aveva appreso essere un mannaro fu fulmineo. Derek agguantò il ragazzo, mettendoselo su una spalla sordo alle preghiere di quest’ultimo. “Oh, andiamo, Sourwolf! È solo una fot- ehi, ehi, ehi. Cosa stai facendo?”

“Solo una foto? Sì, ma per l’album che hai creato su di me! E che conta…”

“Trecentoventisei foto.”
gli venne in soccorso Boyd, immobile mentre il proprio Alpha aveva preso a fare il solletico al ragazzo.

“Grazie tante, Boyd!” sentì dire, Stiles, dall’altro se stesso intento a dimenarsi, prima di volgersi serio alla telecamera principale. “Lydia, non rendere vano il mio sacrificio. Tappezza la Terra di quelle foto! Il mondo deve sapereee!!!” urlò in ultimo, prima di lasciarsi definitivamente andare alle risate.

 
Forse tu non ricordi, Stiles. Ma noi sì e non smetteremo di ricordartelo.
 
 







Note dell’autrice.
Eccoci qua! Scusate per il ritardo -in realtà è saltato l’aggiornamento- ma a mia discolpa non avevo il computer per aggiornare e al mare non si comanda.
Bene, allora, questo è in realtà più un capitolo di passaggio. Il vero protagonista è il video che Stiles andrà a vedere ogni giorno, giorno dopo giorno, e meritava le giuste attenzioni.
Spero di essere riuscita a trasmettervi la vecchia quotidianità del branco così come l’avevo immaginata io e di avervi strappato almeno un sorriso.
Il prossimo capitolo sarà sempre lo stesso giorno, quindi il 28 Aprile e non si azzererà nulla. Avverrà anche l’incontro tra Stiles, Derek e il gelato alla vaniglia.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete che accada qualcosa, ditelo e, se sarà possibile, provvederò. Non mi dispiacerebbe aggiungere qualche vostra idea :)
Un saluto a tutti, alla prossima! ;*  
   
 
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