Serie TV > Betty la fea
Segui la storia  |       
Autore: Mew_vale    19/06/2017    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 60
 
 
[Francesco]
Questo è veramente pazzo da legare! Neanche se sotto di me ci fosse un enorme e soffice materasso gigante mi butterei da questo ponte.
<< E’ il tuo ragazzo? >> Mi domanda Aida, dandomi una gomitata.
<< No, lo conosco a stento. E’ il figlio di un azionista dell’azienda per cui lavoro e l’ho incontrato per la prima volta qualche giorno fa! >> Spiego.
<< Bhe, è un bel tipo! Se non ci provi tu lo faccio io! >> Esclama Aida. Provarci con lui?
<< Accomodati! >> Rispondo di rimando. Non ho alcun interesse verso Class Huber! Sotto pressione di Aida gli andiamo incontro quando risale, mentre lo liberano da imbragatura e corde varie.
<< Non è la prima volta che lo fai, vero? >> Gli domanda Aida, sbattendo le ciglia.
<< Da cosa l’hai capito? Che sono stato l’unico a non aver urlato come una ragazzina? >> Domanda Class. Aida ride. Cosa c’è da ridere? Non ha fatto una battuta!
<< Ti aiuto io a togliere questi moschettoni! >> Si offre Aida, iniziano a trafficare con i moschettoni che Class ha in vita. Oh signore! Abbasso lo sguardo dato che mi sento di troppo!
<< Posso fare da solo, ma ti ringrazio. Come hai sottolineato tu, so come si fa! >> Esclama lui freddando il suo approccio.
<< Come vuoi! Se non hai altri impegni potremmo andare a bere un aperitivo? >> Propone Aida, arricciandosi una ciocca di capelli attorno al dito.
<< Ti ringrazio ma avevo già preso un impegno con Francesco! >> Risponde lui, lanciandomi un’occhiata. Che? Esito.
<< Ah, sì, abbiamo preso quell’impegno. >> Sto al gioco infine, non sapendo neanche io perché!
<< Francesco ha detto che ti ha appena conosciuto! >> Osserva Aida. Mi accarezzo la nuca.
<< “Appena” è riferito a qualche giorno fa! Andiamo? >> Mi domanda Class, dirigendosi verso la mia auto senza neanche salutare Aida. Capisco che non le piaccia, a quanto pare, ma c’è modo e modo!
<< Cafoncello il tuo amico! >> Osserva contrita Aida. Non posso darle torto!
<< Mi dispiace Aida. Magari ha già una ragazza? >> Adduco come ipotesi.
<< Poteva dirlo chiaramente anziché fare il maleducato! >> Obietta.
<< Mi spiace… Ci vediamo, passa una buona serata. >> La saluto con un guancia a guancia.
<< Buona serata anche a te. >> Risponde con tono di voce piatto. Quando raggiungo la mia auto Class si è già accomodato al posto del passeggero.
<< Detesto le civette…. >> Interviene Class facendo chiaramente riferimento ad Aida.
<< Non serviva essere così sgarbato… Ci è rimasta male! >> Osservo, mentre metto in moto la mia autovettura.
<< Almeno non le verrà in mente di cercarmi ancora. Via il dente via il dolore! >> Esclama. Ammazza, mezze misure zero!
<< Non è il tuo tipo? >> Domando. Sghignazza.
<< No, decisamente no! Anzi, pensavo fosse la tua ragazza. Eravate davvero solo vicini di casa? >> Mi domanda per niente persuaso di questa scusante, evidentemente.
<< Sì, lo eravamo davvero, ma non solo. Aida è stata la mia prima ragazza. >> Confesso. Anzi, prima mezza ragazza! La prima e l’unica.
<< Della serie “il primo amore non si scorda mai”! >> Esclama.
<< Non è proprio così. Aida l’ho dimenticata subito, si può dire! E’ stato grazie a lei che mi sono accorto di essere gay. >> Confesso, sperando che ora non si senta a disagio e non decida di buttarsi fuori dalla mia auto in corsa!
<< Ma non mi dire? >> Commenta dopo un attimo di esitazione. Che avrà voluto dire?
<< Piuttosto, dove devo portarti? >> Gli domando.
<< Manco da Bogotà dalla notte dei tempi. Una pizzeria decente? >> Domanda. Lo guardo di sottecchi tenendo d’occhio anche la strada non capendo il suo intervento.
<< E’ un invito a cena… Devo essere ancora più esplicito? >> Domanda con ironia. Fisso la strada non solo per evitare incidenti ma anche perché non ho il coraggio di voltare il mio sguardo verso di lui! Mi sta invitando a uscire? E tutte quelle domande su Silvia?
<< A cena? Con me? >> Domando come un cretino.
<< No, con quel vigile urbano! >> Mi prende in giro, designando con un gesto del capo una pattuglia sul ciglio della strada.
<< Scusa, ma tutte quelle domande su Silvia? Ho pensato che ti piacesse! >> Ammetto.
<< Perspicacia 10 e lode, complimenti! Le domande erano su di te più che su di lei. >> Confessa senza imbarazzo.
<< Ah. E’ che non me l’aspettavo proprio! >> Confesso.
<< Ho notato. Chiarito che ti ho colto alla sprovvista e che sono gay anch’io, qual è la tua risposta? >> Mi domanda.
<< Conosco la pizzeria giusta. >> Rispondo d’istinto, non sapendo a dove condurrà tutto ciò!
 
 
[Paola]
Per tutto il pomeriggio non ho fatto che pensare alle parole di Alec! Sì, l’idea di smerdare quei due e di vendicarmi mi alletta moltissimo perché li odio a morte e si meritano di soffrire! Perché loro due vivono serenamente una nuova storia d’amore e l’unica a rimetterci devo essere io? Sono io la vittima in questa storia! Invece quei due hanno tutto quello che vogliono ed io mi ritrovo sola, arrabbiata e raggirata!
Infilo la chiave nella toppa della serratura e quando entro in casa vengo accolta da un profumino niente male di carne alla piastra. Kelly starà preparando la cena!
<< Ciao tesoro! >> Mi saluta emergendo dalla cucina con due calici di vino rosso. Afferro il mio dopo essermi tolta il cappotto.
<< Non sarebbe il caso di bere a stomaco vuoto, ma vabbè! >> Accetto, bevendo un sorso. Mi siedo sul divano e mi libero delle decolté che indosso da stamattina.
<< Dopo il pranzo con Alec non mi hai più richiamato! Insomma, cos’è successo? >> Mi domanda la mia nuova coinquilina, prendendo posto accanto a me.
<< Ha detto che non vorrà più vedermi se non abbandonerò la mia idea di vendetta. Che si è pentito di aver accettato questo accordo! E che mi capirà se deciderò di perseguire i miei propositi di vendetta, a discapito di quello che potremmo diventare! >> Spiego in soldoni. Come farei a spiegare a mia madre che Alec, a un mese dalla sfilata, si è tirato indietro?
<< Se voglio stare con lui e buttarmi Diego e Giulia alle spalle devo raggiungerlo al concerto! >> Completo il resoconto.
<< E tu correrai da lui, non è vero? Che sia chiaro, Diego è il pezzo di merda più pezzo di merda di questo mondo, seguito a ruota dalla tua amica sgualdrina, e si meriterebbero questo ed altro! Ma tra la vendetta verso il mio ex e la possibilità di stare con un tipo come Alec io sceglierei la seconda ipotesi! Poi fai un po’ come vuoi! >> Mi consiglia la mia amica. Appoggio la testa al poggiatesta del divano.
<< Quei due non provano il minimo senso di colpa. Vivono serenamente come se nulla fosse successo! Mentre io soffro per quello che hanno fatto. >> Rifletto a voce alta.
<< Ma adesso hai la possibilità di essere felice anche tu! Immagina la tua vendetta: sputtaneresti la reputazione di quei due mostrando al mondo quel filmato e poi cosa ti resterebbe? Un sacco di niente! Solitudine, litigheresti di nuovo con loro (e non solo, con tutta l’Ecomoda) e questo ti renderebbe ancora più arrabbiata! E magari ti beccheresti anche una bella denuncia! Poi ti guarderai in dietro maledicendo il momento in cui non hai raggiunto Alec al concerto. Diventerai una zitella arrabbiata! >> Ragiona Kelly, sorseggiando il suo vino.
<< E’ vero… solo io posso essere l’artefice della mia felicità! >> Osservo. No, non posso permettere ancora a quei due di influenzare la mia vita!
<< Alec è già pazzo di te! E nessuno pretende da te che ti butti a capofitto in questa storia. Ma che ne sai che non sia quello giusto alla lunga? Non tutte le storie iniziano con il colpo di fulmine! >> Mi fa notare Kelly. Mi alzo in piedi con uno scatto.
<< Sai cosa ti dico? Che devo andare a scegliere come vestirmi per il concerto della mia band preferita! >> Esclamo.
<< Ho già scelto io per te! Oggi ero talmente annoiata che ho frugato nel tuo armadio… spero non ti dispiaccia! >> Esclama la mia amica. Scuoto il capo divertita. Diego mi ha già umiliata a sufficienza. Non posso servirgli su un piatto d’argento la possibilità di farmi altro male!
 
 
 
[Giulio]
Canticchio mentre spadello i gamberetti e le zucchine. L’acqua bolle per tanto tolgo il coperchio dalla pentola e butto nell’acqua i ravioli confezionati. Posiziono il canovaccio sulla spalla e apro la porta alla mia ragazza quando sento bussare.
<< Che profumino, cosa prepari? >> Mi domanda, passandomi accanto. Indossa leggins attillati e una canottiera. Calmo Giulio, trattieniti!
<< Ravioli saltati con gamberetti e zucchine! >> Esclamo, abbracciandola da dietro.
<< Ingrasserò irrimediabilmente accanto a te! >> Esclama sorridendo. Le poso un bacio sulle tempia. Lei si volta e mi allaccia le braccia al collo.
<< Giulio, c’è una cosa di cui devo parlarti! Isabella ha organizzato un pranzo per domani con Diego, Francesco e Leon. Si terrà a casa di quest’ultimo. >> Mi spiega. Ah! E così andrà a casa del suo finto fidanzato! Deglutisco a vuoto tentando di dominare i miei istinti primordiali da uomo delle caverne.
<< Ah sì? >> Mi limito ad intervenire. Vorrei diventare una mosca per presenziare a quella riunione!
<< Sì, Isa non passa un bel periodo a causa di alcuni problemi famigliari e vorrebbe parlarne con noi. Ma non devi sentirti escluso se non ti porto con me! Non dipende da me ma da Isabella. >> Precisa. Non mi interessa impicciarmi degli affari di Isabella!
<< Per la precisione dipende da Leon. E’ a casa sua che si terrà il pranzo! >> Osservo.
<< Leon non avrebbe alcun problema ad invitarti. >> Mi assicura.
<< Giulio, non sarai geloso di lui? Ti ho detto che tra me e Leon non c’è mai stato niente, era solo una bugia per cercare di allontanarti. >> Mi ricorda.
<< Ti credo, ma non sono entusiasta del fatto che con il tuo fidanzato fasullo hai così tanta confidenza da frequentare casa sua! >> Esclamo con veemenza separandomi da lei. Sono sbottato!
<< Sono già stata a casa sua perché siamo buoni amici. Una sera l’ho riaccompagnato a casa poiché era ubriaco, e un’altra sera mi ha invitata per il bicchiere della staffa dopo essere usciti a cena. >> Confessa. Bene, sono anche usciti insieme in più di un occasione! Incrocio le braccia gonfiando il torace.
<< Io ce l’avevo con Lorenzo e lui soffriva per Roberta, loro due sono stati gli argomenti che hanno occupato l’ottanta per cento delle nostre conversazioni. Vediamo se indovini cosa, o meglio chi, era l’oggetto del restante venti per cento? >> Mi domanda. Non vorrei peccare di presunzione! Mi punto l’indice contro il petto e lei annuisce.
<< Il venti per cento. Sono lusingato! >> Osservo leggermente infastidito. Si avvicina a me e mi allaccia le braccia al collo.
<< Leon non faceva per stuzzicarmi con delle battutine perché aveva capito prima di me quanto mi piacevi! Siamo solo buoni amici, ok? >> Mi assicura.
<< Ok! Ma terrò comunque gli occhi aperti perciò metti pure in guardia il tuo amico! >> Decido. Si solleva leggermente sulle punte per posare un bacio delicato sulle mie labbra.
<< Mi piaci da impazzire Giulio Valencia! >> Mi ricorda. La bacio con ardore, lasciando che i ravioli diventino colla per attaccare i manifesti! Voglio sfamarmi solo delle sue labbra!
 
 
[Giulia]
Come faccio a guardarlo negli occhi e a confessargli di avergli tenuto nascosta la mia tresca con  Diego? E di avergli nascosto l’esistenza di un filmato che ci ritrae durante uno dei nostri incontri piccanti? Massimiliano è un ragazzo onesto, il tipo di ragazzo che in amore dona tutto sé stesso e non si meritava certo questo trattamento da parte mia! Ho sbagliato a non affrontare subito con lui questi particolari!
Ho la testa per aria, giocherello con l’insalata che ho nel piatto mentre appoggio la testa alla mano destra chiusa al pugno, perciò trasalgo quando il mio ragazzo si avvicina a me e mi posa un bacio sulla guancia.
<< Vedrai che non è niente di grave, e domani anche il ginecologo te lo confermerà. Magari sei stressata a causa di tutte le cose che sono successe! Lo screzio tra tuo padre e Michael, la scoperta fatta su Roberta, la mancata separazione dei tuoi genitori e il recente litigio con tuo padre a causa mia… E’ stato un mese pesante! >> Cerca di tirarmi su, credendo che i miei pensieri siano rivolti al ritardo delle mestruazioni. Pensandoci lo stress potrebbe essere una causa di questo riardo! Non è stato un inizio dell’anno proprio dei migliori!
<< Probabilmente sarà così… >> Rispondo assente. Massimiliano mi bacia castamente prima di infilzare una polpetta con la forchetta.
<< Massimiliano, devo dirti una cosa! >> Esplodo all’improvviso. Probabilmente dopo quello che sto per dirgli farà le valigie e tornerà a stare da Jimmy, lasciando questo appartamento che abbiamo appena preso in affitto, il luogo che abbiamo scelto per cominciare la nostra relazione. No, non voglio rinunciare a tutto questo!
<< Dimmi piccola. >> Mi esorta sorridente. Mi sento una merda!
<< Ti amo tantissimo! >> Esclamo dopo attimi di esitazione, venendo meno al proposito di raccontargli la verità. In risposta si protende verso di me e mi bacia. Sono una codarda!
 
 
[Diego]
<< Sarà meglio ordinare dal take away o la pizza, se cucinassi io finiremmo all’antiveleni! Cosa preferisci? Pizza oppure hot god, patatine fritte e nuggets di pollo, alla faccia della dieta? >> Le domando, squarciando il silenzio per cercare di scuoterla. Quando ha smesso di piangere ha abbracciato il cuscino del divano fissando lo schermo nero del televisore.
<< Non ho fame. >> Risponde sussurrando. Mi avvicino a lei e le bacio il capo prima di abbracciarla.
<< Non è con lo sciopero della fame che il tuo padre biologico cambierà identità! >> Esclamo. Niente, non c’è battuta che la faccia ridere! Sento che trema e che cerca di trattenere il pianto.
<< Non ti devi trattenere con me e lo sai. Sfogati amore mio! >> Le ricordo.
<< Non voglio che pensi di me che sono una piagnona…. Ma non riesco a smettere… >> Balbetta.
<< Non dire sciocchezze. Sarebbe strano se non piangessi davanti a queste rivelazioni che sconvolgerebbero anche la persona più forte di questo mondo! Ma non puoi smettere di mangiare. Già sei magra come un chiodo! Se dimagrisci ancora avrò anche paura a toccarti o a starti sopra quando facciamo l’amore per paura di spazzarti in due! >> Esclamo. La sento ridacchiare.
<< Ce l’ho fatta finalmente! >> Esclamo contento di rivedere il suo sorriso prima si saggiare le sue labbra salate dalle lacrime.
<< Ti amo Diego! Sei l’unica cosa bella che ho nella vita! >> Esclama per poi sedersi a cavalcioni su di me e abbracciarmi.
<< Piccola! Ti amo anch’io, sei tutta la mia vita! Io ti resterò accanto durante ogni passo di questo lungo cammino che ti aspetta! >> La rassicuro. Rimaniamo abbracciati per qualche minuto e cerco di tranquillizzarla come se fosse une neonata da cullare.
<< Oltre ai nuggets di pollo e alle patatine prendiamo anche anelli di cipolla fritti? >> Mi domanda con il mento appoggiato alla mia spalla.
<< Certo. Tanto chi ci tiene alla prova costume? >> L’accontento beandomi della sua risata.
 
 
[Class]
In vita mia non mi sono mai sentito attratto dai bellimbusti. Quei ragazzi disinvolti in ogni situazione, arroganti, narcisisti, in grado di sedurre chiunque. Forse perché io sono proprio così! Non potrei mai sentirmi attratto da una mia fotocopia! I ragazzi come Francesco hanno sempre attratto la mia attenzione: il tipo di ragazzo timido che fatica a cogliere determinati segnali, proprio come ha fatto lui poco fa!
<< Frequenti spesso questa pizzeria? >> Gli domando, quando parcheggia la sua automobile nel parcheggio. Per tutto il tragitto per lo più solo io ho fatto domande!
<< Sì, visto che è anche vicina a dove abito. Sono un tipo abbastanza abitudinario. >> Mi racconta. Finalmente mi confida qualcosa su di sé!
<< Proprio il mio opposto. Io detesto fare sempre le solite cose! >> Racconto. Non potrei mai programmare le mie giornate! Per tanto viaggio spesso e cambio spesso lavoro.
<< C’è un motivo particolare? >> Mi domanda, mentre entriamo nel locale il quale è gremito di gente.
<< Amo viaggiare, spostarmi di frequente e fare nuove esperienze. Per tanto cambio spesso lavoro. >> Racconto mentre ci avviciniamo al bancone.
<< Buonasera, avete un tavolo per 2? >> Domanda Francesco a un ragazzo dietro al bancone.
<< Certamente. Vi accompagno! >> Ci conferma il tipo. Afferra due listini e aggira il bancone del bar per farci strada verso un tavolo centrale.
<< Che paesi hai visitato? >> Mi domanda, mentre scarta una bustina di grissini, posizionati in un cestino al centro del tavolo.
<< Sono stato in vari posti. Italia, USA, Francia, Spagna, Grecia… Ogni Luglio vado a Mykonos, è una tappa fissa. Ho in programma di visitare Giappone e Thailandia! >> Racconto.
<< Però! Sei un vero giramondo. E conosci tutte le lingue dei paesi che hai visitato? >> Mi domanda.
<< Alcune meglio altre peggio, in alcuni paesi mi sono trattenuto poco, in altri ho lavorato e vissuto. A te non piace viaggiare? >> Gli domando.
<< Ho avuto poche possibilità di testarlo! Vengo da una famiglia di mezzi modesti, e quando ho lasciato casa dei miei genitori a 18 anni ho lavorato per mantenermi. Riuscivo a stento a pagarmi gli studi, l’affitto e i mezzi di prima necessità. >> Spiega.
<< Non solo chi è ricco può viaggiare. Io non ho mai chiesto un centesimo ai miei. Quando ho racimolato quanto bastava lavorando per cinque anni nell’azienda di famiglia ho fatto armi e bagagli sono partito! Quando finivo i soldi mi fermavo, lavoravo come cameriere, poi ripartivo e così via. >> Racconto.
<< Con tutto il rispetto, non avevi un appartamento da mantenere, vivendo con i tuoi ti è stato facile racimolare dei soldi. E se non avessi potuto lavorare nell’azienda della tua famiglia ti sarebbe bastato chiedere ai soldi ai tuoi. Io non potevo certo evitare di pagare l’affitto e mettere nel salvadanaio quei soldi e partite per Thaiti… Le due situazioni sono differenti. >> Osserva. Piego il labbro inferiore.
<< Siete pronti per ordinare? >> Ci domanda una cameriera, estraendo il palmare. A dire la verità non abbiamo neanche aperto il listino!
 
 
 
 
[Leonora]
Quella donna in passato aveva un forte ascendente sull’uomo che oggi è mio marito. Le bastava scuotere i capelli, sbattere le ciglia e sculettare di fronte a lui per ricevere ogni sorta di favore. Molte volte rifletto sul fatto che, se Nicola non avesse seguito Betty a Cartagena, sarebbe rimasto accanto a lei e magari avrebbe accettato si sposarla ammaliato dalla sua unica arma, la bellezza esteriore? Nicola era un burattino in sua balia, completamente soggiogato, per sua stessa ammissione. E lei sarebbe stata capace di sposarlo solo per denaro, chissà se non l’ha fatto con quel cerbero del marito dopo la dipartita di Nicola?!
La mia famiglia ed io siamo in religioso silenzio mentre attendiamo con ansia sia l’arrivo di Olga e Alexander, sia l’arrivo dei vampiri. E’ un colpo di tosse di Lorenzo e infrangere il silenzio.
<< Mentre aspettiamo, mi piacerebbe parlarvi! >> Esclama Lorenzo, spostandosi sul divano per sedersi sul bordo. Roberta lo imita. Secondo loro questo è il momento giusto?
<< Dimmi, Lorenzo. >> Lo invita mio marito. Cèsar ed io ci scambiamo uno sguardo in attesa di sentire altre grida! Lorenzo prende fiato.
<< Vorrei essere io a parlare a mio padre, se non ti dispiace. >> S’intromette Roberta, interrompendo il suo ragazzo, mentre gli posa una mano sul ginocchio. Mio marito aggrotta la sopracciglia.
<< Come vuoi! >> Acconsente Lorenzo.
<< Allora, papà. Ti ho detto che sarei venuta qui per spiegarti… >> Esordisce Roberta prima di essere interrotta dal campanello. Proprio adesso? Cèsar si alza e guarda dallo spioncino.
<< il Conte Dracula e la sua famiglia! >> Annuncia Cèsar, aprendo la porta. Ci alziamo tutti in piedi e non perdo tempo per afferrare la mano di mio marito. Sentiamo dire “permesso” da tutti mentre comincia la sfilata.
<< Buonasera. >> Esclamano tutti, più o meno coralmente.
<< Buonasera. >> Rispondiamo di rimando io, mio marito, nostra figlia e il suo ragazzo. Era da anni che non incrociavamo gli sguardi di questi due spiacevoli soggetti! I due bastardi che hanno avuto il coraggio di disfarsi di un angelo come Roberta! Mia figlia evita accuratamente di incrociare il loro sguardo, ma la stessa cosa non fa Lorenzo visto che sta guardando Daniele come se volesse cucinarlo alla brace e gustarselo al sangue. A seguito di Daniele, Patrizia e Michael fanno il loro ingresso Marcella, Mariabeatrice, colui che dovrebbe essere il marito di Marcella e Mario Calderon.
<< I ragazzi non sono ancora tornati? >> Domanda Marcella con una punta d’ansietà nella voce. Scuotiamo in capo.
<< Sicuramente saranno qui a breve! >> Esclama Roberta.
<< Vi presento mio marito Russell. Loro sono Nicola e Leonora, i loro figli Cèsar e Roberta, e Lorenzo Mendoza, uno dei figli di Armando. >> Compie le presentazioni. Russell stringe la mano di tutte le persone elencate da Marcella.
<< Molto piacere. Servo del caffè! >> M’intrometto nella conversazione con tono di voce formale. Quella donna stringe la mano di suo marito e si guarda bene dall’incrociare lo sguardo di mio marito. Meglio per lei!
<< Ti aiuto amore. Con permesso! Cèsar, Roberta, fate voi gli onori di casa. >> Gli prega mio marito. Va bene quei due si meriterebbero un calcio nel posteriore, ma che non si dica che siamo scortesi e buzzurri!
 
 
[Lorenzo]
Era il momento perfetto per l’annuncio! Possibile che il vampiro e la sua famiglia debbano sempre rovinare le cose? Prendo posto sul divano al centro fra Cèsar e Roberta. Daniele, Patrizia e Michael siedono sul divano di fronte, Marcella e Russell sulle due poltrone alla mia destra che danno le spalle all’ingresso. Vengono aggiunte tre sedie sulla mia sinistra, di fronte al caminetto, una delle quali viene occupata da Mario Calderon. Tra parentesi, come mai è qui? Cosa c’entra con questa crisi di famiglia?
<< Come state? Non ci vediamo da Martedì. >> Interrompe il silenzio Michael rivolgendosi a Cèsar. Roby ed io tratteniamo un sorrisetto.
<< Fisicamente bene! E’ il resto che va male, come vedi! >> Esclama Cèsar. I miei suoceri tornano dalla cucina con caffè e dolcetti.
<< Vorrei fosse chiara una cosa: mio figlio intende prendersi le sue responsabilità! Quando gli ho detto di questa gravidanza e che Olga era scappata per poco non gli veniva un infarto, non l’ho mai visto così sconvolto e preoccupato. Tiene a Olga più di quanto lui creda! Non se ne ricorda ma l’ama profondamente! >> Interviene Marcella.
<< E Paige dove la collochiamo all’interno della famiglia che potrebbero formare? >> Domanda mio suocero mordace.
<< Paige non è più un problema. Quando l’amico di mio figlio gli ha rivelato la verità sulla loro rottura Alexander l’ha cancellata dalla sua vita, ancora! Si è pentito per aver allontanato Olga. >> Precisa Marcella.
<< Questa è un’ottima notizia, Marcella. >> Interviene mia suocera.
<< Senza dubbio. Ma non posso dimenticarmi che mia figlia ha passato giorni infernali dato che tuo figlio l’ha lasciata. >> Aggiunge Nicola.
<< Nessuno è immune dal commettere errori, purtroppo. Sicuramente Alexander se ne è pentito! >> M’intrometto spezzando una lancia in favore di questo ragazzo.
<< Me lo auguro, visto che c’è un bambino in arrivo! >> Esclama Nicola.
<< Papà, spero non ricomincerai. Evita certi discorsi davanti a Olga o ci ritroveremo da capo a dodici! Ne ha passate abbastanza e adesso necessita di tutto il nostro sostegno. >> Interviene la mia ragazza. Nicola non fa in tempo a replicare poiché sentiamo la porta d’ingresso aprirsi e noi tutti scattiamo in piedi come molle. Olga fa il suo ingresso con le braccia incrociate, i capelli arruffati dal vento e gli occhi rossi dal pianto. I suoi genitori e i suoi fratelli l’abbracciano immediatamente. Marcella e Russell abbracciano Alexander, gli chiedono come sta e lui risponde che sta bene.
<< Figlia mia… mi dispiace… >> Singhiozza Nicola mentre abbraccia Olga. E’ una bellissima scena! Era da un sacco di tempo che non si riunivano tutti e cinque! All’abbraccio collettivo si uniscono anche Roberta e Cèsar.
<< Mamma…. Papà… mi dispiace così tanto… >> Balbetta mia cognata singhiozzando.
<< Non parliamone adesso tesoro mio. Voglio solo abbracciarti forte! Eravamo molto in pena! Ti vogliamo così bene! >> Esclama Leonora, rimanendo l’unica a stritolarla. Mio suocero lancia un’occhiata feroce ad Alexander, il quale viene abbracciato da sua madre.
<< Nicola, so di essermi comportato da infame dopo l’incidente. Io non ho giustificazioni per aver fatto soffrire così tanto sua figlia e la capirò se non vorrà più vedermi… >> Esordisce mestamente Alex, osservando il pavimento dell’ingresso.
<< Difficile, visto che sei il padre di mio nipote. >> Osserva Nicola. E’ incavolato nero ma tenta di nasconderlo!
<< Mi dispiace. In questi giorni ho pensato sempre a sua figlia e allo sguardo che aveva l’ultima volta che ci siamo visti, Martedì nella mia stanza d’ospedale quando l’ho lasciata. E poi oggi quando ho saputo che Olga è incinta… >> Prosegue mio cognato.
<< A proposito, complimenti per la discrezione Patrizia e Daniele. >> Li rimprovera mio suocero.
<< Alexander è mio nipote e Marcella mia sorella, avrei dovuto tacere la notizia?! >> Risponde quel farabutto di Daniele. Vuole il resto?
<< VI DISPIACE?! Mio figlio vorrebbe terminare il suo discorso! >> Tuona indispettita Marcella.
<< Non potete litigare più tardi?! >> Rincara la dose Russell. Che il circo abbia inizio! La mia fidanzata alza gli occhi al cielo e sospira. Saranno interessanti le cene natalizie di questa famiglia allargata!
<< Grazie mamma e grazie papà. Per la verità bastano poche parole per terminare questo discorso… >> Interviene Alexander. Si avvicina a Olga e afferra la sua mano. I due si guardano negli occhi e mia cognata sorride debolmente con gli occhi lucidi. Alexander le sorride dolcemente prima di tornare a guardare mio suocero.
<< Quando mia madre mi ha dato la notizia della gravidanza per poco non svenivo, quando mi ha detto che Olga era sparita è stato come ricevere un pugno nello stomaco, e in quel momento tutto mi è sembrato chiaro! >> Esclama Alex.
<< C-cosa ti è sembrato chiaro? >> Domanda con la voce tremante Olga. Sorriso sapendo ciò che vuole dire Alexander! Pur non sapendo in che momento esatto io mi sia innamorato di lei. Probabilmente lo sono sempre stato e non me ne sono mai accorto, confondendo quel sentimento con un amicizia! Ma quando ho capito di amare Roberta mi sono sentito così leggero e in pace! Ci guardiamo nello stesso istante e le sorrido. Lei mi sorride di rimando, probabilmente come me sta ricordando quel momento di pochi giorni fa.
<< Che ti amo, Olga! Che sono innamorato di te! E’ vero, non posso ricordare il nostro primo bacio, il nostro primo appuntamento, non posso ricordare qual è la prima parola che ci siamo detti o la prima volta che abbiamo litigato… Ma ricordo l’istante in cui mi sono risvegliato e ho incrociato i tuoi occhi verdi! Ricordo ogni singolo batticuore che mi ha accompagnato ogni volta che ho riletto la nostra chat e guardato le nostre foto… Ed è stato durante questo percorso nel viale dei ricordi che mi sono reso conto di aver sbagliato! Che non eri per me una semplice ex ragazza. In questi giorni mi sono sempre chiesto come avrei potuto fare per tornare indietro? Ero divorato dai sensi di colpa perché sentivo di aver rovinato una cosa bellissima sprecando la mia occasione di essere felice! >> Si dichiara Alex facendo commuovere tutti, tranne quella specie di ebete di Daniele.
<< Alex… >> Balbetta Olga sconvolta dalle lacrime.
<< Nicola, io amo sua figlia! Lei potrà cacciarmi da questa casa e pensare di me le peggio cose, e in quel caso non la biasimerei, ma neanche in quella circostanza starei lontano dalla mia famiglia! >> Esclama Alexander con le lacrime agli occhi. Probabilmente fino a poco tempo fa questa situazione, non dico mi avrebbe lasciato indifferente ma quasi, mentre ora che anch’io so cos’è l’amore comprendo perfettamente lo stato d’animo di Alexander. Combatterei contro tutto e tutti se qualcuno tentasse di tenermi lontano dalla mia Roberta!
<< Ragazzo, dovresti cercarti un rifugio antiatomico, e non è detto che basterebbe, se non volessi stare accanto a mia figlia. Non ti permetterei mai di andartene venendo meno ai tuoi obblighi, figurati se potrei essere io stesso a cacciarti! >> Si esprime Nicola dopo una pausa dalla conclusione del discorso di Alex. Indubbiamente a Nicola tocca rassegnarsi e accettare questa relazione!
<< E poi non sono arrabbiato con te. Non ti sei andato a ficcare in questa situazione di tua volontà, non hai mica desiderato ricevere una botta in testa e dimenticarti di mia figlia? >> Aggiunge mio suocero. Alexander sorride debolmente.
<< Grazie Nicola. >> Interviene mio cognato.
<< Era stato fissato un pranzo di presentazione per Domenica, non so se ti era stato raccontato. Ho già superato il trauma derivante da questa relazione, visto il divario d’età. In parole povere sei il benvenuto ma sappi che non sarò clemente con te se dovessi far soffrire di nuovo mia figlia! >> Sentenzia mio suocero. Marcella accarezza il petto al figlio il quale stringe la mano di Olga.
<< Non accadrà, Nicola. Prometto qui e davanti a tutte queste persone, i membri di quella che presto diventerà un’unica famiglia quando nascerà questo bambino, che sarò un buon padre e un bravo compagno di vita. Io amo sua figlia e farò quanto sarà in mio potere per renderla felice e per dare a lei e a nostro figlio una vita serena! >> Assicura Alexander. Mia suocera avanza verso di lui con le braccia aperte e Alex la raggiunge. I due si scambiano un abbraccio. La mia ragazza, che era a fianco a sua madre, si sposta raggiungendomi. Alex si separa da mia suocera per scambiare un fugare abbraccio di pace con mio suocero. Chissà se abbraccerà anche me quando saprà che sto con la sua figlia prediletta o se al contrario mi farà a fettine sottili sottili!
<< Tesoro mio, dovresti mangiare qualcosa! >> Esclama mia suocera, accarezzando il ventre della sua figlia più piccola.
<< Vorrei prima fare una doccia mamma. >> Risponde lei ancora scossa dal pianto.
<< E sia però dopo mangi come si deve. Siete a digiuno da oggi. >> Osserva Alex apprensivo. Sorrido. Molto presto sarò zio e vizierò quel piccoletto come se fosse mio! Sì, ma non è la stessa cosa. Volto lo sguardo alla mia sinistra e ammiro il suo profilo, il suo naso perfetto (purtroppo il naso dei Fernandez…), il suo sorriso e i suoi occhi azzurri e lucidi… Incredibile! Sono davvero lo stesso ragazzo che ha passato l’adolescenza e metà del decennio della ventina a saltare da una ragazza all’altra? Lo stesso ragazzo che un mese fa ha iniziato una relazione con una ragazza solo per controllare le sue mosse? E ora mi ritrovo qui a pensare a quanto sarebbe incredibile stringere tra le braccia un mini-Mendoza!
<< Scusate, ma non manca qualcosa? >> S’intromette la mia ragazza. Tutti gli occhi sono puntati su Olga! In effetti non ha detto “ti amo anch’io”! Sorride e diventa tutta rossa. Si volta verso il suo ragazzo il quale sorride mostrando denti bianchi e perfetti.
<< Ti amo Alex! Mi sono innamorata di te dal primo momento… Ho temuto di non riuscire a dirtelo! >> Risponde per poi scoppiare a piangere sul finale. Alexander l’abbraccia stringendola forte a sè. Io sono contento di aver tenuto privati questi momenti! Il primo bacio, la prima dichiarazione… Non avrei mai potuto vivere questi istanti alla presenza dei miei genitori e di quelli di Roberta!
<< Scusate, telefono alla mia famiglia per avvisarli che è tutto risolto! >> Annuncio, uscendo in giardino prima di scoppiare a piangere rovinando così la mia reputazione! Sul mobiletto accanto alla porta ci sono un pacchetto di Marlboro Light, che devono essere di Cèsar, e un accendino. Ne rubo una ed esco. Metto la sigaretta in bocca e la mano a mo di paravento per accenderla e ne aspiro una bella boccata prima di sollevare lo sguardo verso le stelle. Sono cambiato così in fretta che in certi momenti avverto un senso di paura! Come spiegare quello che ho provato lì dentro? Osservare Alexander commuoversi mentre parlava della sua donna e del bambino in arrivo mi ha fatto uno strano effetto! Sì, devo guardare in faccia la realtà: mi sono chiesto “cosa si prova?”. Vuol dire che voglio un figlio o che? No, è una follia bella e buona. La scoperta di questo amore mi ha cambiato in meglio ma sarebbe la cosa più affrettata di questo mondo, e poi chi lo sente Nicola? Mi sento irrequieto a causa di questo pensiero! Afferro il cellulare per chiamare la persona con cui ho sempre condiviso ogni sorta di confidenza, anche se non parliamo da un po’ di tempo: mio fratello.
<< Lorenzo, come state? Il volo è andato bene? >> Esordisce una volta aver risposto alla chiamata.
<< Sì, stiamo bene. Ti disturbo? >> Mi accerto. Magari aveva da fare! Ma il quel caso non avrebbe risposto al telefono!
<< No, mi sto cambiando la maglia. Stiamo cenando con hot dog e schifezze varie e mi sono sporcato di maionese! >> Mi racconta.
<< Anche per questo motivo servono quei panini nel pirottino! >> Gli faccio notare.
<< Ad ogni modo ti chiamavo perché avevo bisogno di parlarti! Mi è successa una cosa strana stasera. Olga è tornata a casa e durante la dichiarazione d’amore di Alexander ho sentito lo stomaco contorcersi… >> Inizio a spiegare.
<< Non ti sto capendo! Cos’è successo ad Olga? >> Mi domanda.
<< Tu non sia niente? Olga è incinta e quando suo padre l’ha saputo hanno litigato talmente furiosamente che lei è scappata. Per fortuna Alexander l’ha trovata e l’ha riportata a casa! I due si sono riappacificati, Olga ha fatto pace con suo padre e rinuncerà ad abortire e vissero tutti felici e contenti! >> Racconto per sommi capi.
<< Olga è incinta? Io non ne sapevo niente! Nicola è ancora vivo allora? >> Mi domanda. Abbozzo un sorriso.
<< Credevo che mamma e papà ti avessero ragguagliato sulla situazione. >> Adduco come scusa per non averglielo raccontato.
<< No. Ne desumo che neanche Camilla sia aggiornata! >> Ipotizza.
<< Figurati, lei e la mia ragazza non fanno che messaggiare quando non sono insieme a spettegolare. Dubito che nostra sorella non lo sappia. >> Osservo.
<< Bhe, domani la chiamo per farle le congratulazioni, credo che questo non sia il momento ideale. >> Ne desume.
<< Credi bene. >> Confermo.
<< Tornando al discorso iniziale, perché questa dichiarazione d’amore ti avrebbe sconvolto tanto? Non sarai geloso? >> Domanda.
<< Sei scemo? Avresti dovuto sentire come Alexander ha parlato della donna che ama e della gioia di diventare padre, dovresti vedere come si preoccupa per… >> Spiego, rendendomi conto solo quando Diego m’interrompe che sto fantasticando. Ok, sono uscito di senno!
<< Diventerò zio? Di già? Ma sbaglio o i conti non tornano? A meno che non vi siate saltati addosso come pazzi scatenati prima di mettervi insieme… >> Blatera. Scuoto il capo.
<< Idiota, mi fai finire? >> Chiedo divertito.
<< Tu tra i due sei sempre stato quello con la vita sentimentale più stabile e dopo tutto è la seconda volta che t’innamori. >> Osservo.
<< Tecnicamente, ma i due tipi d’amore non si possono equiparare! >> Precisa.
<< In che senso? >> Chiedo.
<< Nel seno che non ho mai pensato a Paola sono determinati aspetti. Non ho mai fantasticato sul mio matrimonio con lei o sul fatto di formare una famiglia insieme! Può sembrare strano visto che ci sono stato per 6 anni e che le ho proposto di sposarmi mentre Isabella la conosco da un mese, ma è così! >> Spiega.
<< E con lei ti capita? Di fantasticare sul fatto di avere dei figli? >> Domando.
<< Eccome, non solo lo immagino ma mi capita di sognarlo. Nel sogno abbiamo dato al bimbo il nome del nonno! >> Mi racconta.
<< Roberto? >> Chiedo, visto che non ha precisato quale nonno.
<< No, Hermes. Se vuoi Roberto lo lascio a te, visto che la mamma si chiama così e visto che mi sembra di capire che non sono l’unico a fare certi sogni! >> Mi prende in giro.
<< Io mi sento confuso! Sto con lei da poco, prima di lei mi ritenevo incapace di amare, com’è possibile che invidi Alex per quello che sta vivendo? >> Mi domando. Non è da me!
<< Tu la ami? >> Mi domanda.
<< Con tutta l’anima! Sono giunto alla conclusione che l’ho sempre amata anche se non me ne sono accorto prima. L’ho sempre messa al primo posto (anche prima della mia ragazza di turno), l’ho sempre rispettata, l’ho sempre difesa e le ho sempre voluto bene. Provare gelosia verso di lei ha fatto la differenza! E per qualche strana ragione prima di Ken non ero mai stato geloso. Ma quando è comparso quello lì ho perso in sonno! >> Confesso.
<< Probabilmente prima di quell’episodio al club non l’avevi mai guardata con certi occhi. A proposito, Ken chi sarebbe? >> Domanda dubbioso.
<< Leon. So che è tuo amico ma io non lo reggo, con tutto il suo perbenismo. Il capello perfetto, gli occhi azzurri come i principi delle favole, la beneficenza, la sua galanteria… Ecco perché lo chiamo Ken! >> Racconto aspramente. Leon incarna la perfezione e perciò mi sta sulle palle!
<< Vabbè! Riprendiamo il filo del discorso. Tu l’ami e che c’è di male a fantasticare su voi due? Sul vostro matrimonio e su una futura famiglia? >> Mi domanda. Niente, in apparenza.
<< Mi sembra strano fare certi pensieri, tutto lì. >> Rispondo.
<< Anche a me lì per lì ha sorpreso, visto che prima di Isabella non avevo mai provato il desiderio di diventare padre. Ma sono giunto alla conclusione che se mi accade è perché lei è quella giusta! E tra parentesi questa tua telefonata mi riempie di gioia. Il mio fratellino è diventato un uomo! >> Mi canzona.
<< Ah, ah, ah, molto divertente! Ti lascio o penseranno che si scappato anche io. >> Lo saluto.
<< Anch’io ti lascio e torno alla mia cena e alla mia ragazza. Saluta tutti quanti. >> Mi saluta.
<< Sarà fatto. Ciao Diego! >> Pongo fine alla conversazione. Ripongo il cellulare in tasca, butto a terra il mozzicone della sigaretta e lo pesto. Quando mi volto per tornare dentro casa mi raggelo. Roberta è ferma di fronte alla porta e mi guarda con occhi colmi di lacrime. Merda! Ha sentito la mia conversazione con Diego?
<< Esattamente da quanto tempo sei lì? >> Le domando.
<< Il tempo sufficiente per sentire che sei invidioso di Alexander perché sta per diventare padre. Lorenzo, se lo hai detto per scherzo potrei anche ammazzarti. >> Mi avvisa. Sorrido.
<< Perché avrei dovuto scherzare su questo argomento? Prendimi per pazzo visto che io sono giunto a tale conclusione, e non ti biasimo se non ti fidi delle mie parole visto che fino a ieri giocavo a fare il dongiovanni, ma è quello che sento! Sto pensando che Alex è fortunato, penso che mi piacerebbe prima o poi provare le sue stesse emozioni. >> Ammetto. Roberta si avvicina a me.
<< In questo caso mi sembra doveroso avvisarti che il fumo è il principale fattore di rischio di sterilità. >> Osserva sdrammatizzando il momento con una battuta poco prima di accarezzare le mie guance e di catturare le mie labbra.
<< Perché piangi, piccola? >> Le domando, visto che sembra un fiume in piena. Accarezzo le sue guance congiungendo le nostre fronti.
<< Perché tutti i miei sogni di ragazzina si stanno realizzando e tutti velocemente!  Mi è sembrato un sogno sentirti dire quelle due paroline magiche, fare l’amore con te… Non aspiravo a niente di meglio! >> Confessa. Bacio le sue labbra umide dalle lacrime.
<< Ti amo piccola mia! Sembra strano anche a me vivere queste emozioni… sono due le cose che ti posso assicurare la prima è che niente di quello che dico è uno scherzo, e la seconda è anche cercherò di essere il migliore dei fidanzati, e in futuro il migliore dei padri. >> Le prometto. Sì, farò del mio meglio. Sorride prima di baciarmi.
<< Perché detesti così tanto Leon? Io credo che la gelosia influisca fino a un certo punto! >> Osserva, cambiando l’oggetto della conversazione.
<< Mi sta sull’esofago perché è quello che io non sarò mai: l’uomo perfetto! Vivo nella costante paura che tu un giorno ti penta di averlo lasciato per un mezzo uomo come me. >> Confesso.
<< Non voglio mai più sentire queste sciocchezze. Io desidero tutto questo da quando ho iniziato a provare interesse per i ragazzi. Ho tutto quello che mi serve per essere felice! Anche se non è la perfezione. Chi è perfetto a questo mondo? Anch’io ho i miei difetti! Possiamo compensarci a vicenda ed essere perfetti insieme se tu lo vuoi. >> Propone. Sorrido prima di lambire il suo mento con due dita e assaggiare dolcemente le sue labbra.
 
 
 
[Paola]
Sono in ritardo! E se se ne fosse andato? Non ci voglio neanche pensare. Per una volta in vita mia che decido di buttarmi e vivere il momento! Una volta parcheggiata la mia auto percorro i 200 metri che mi separano dal palazzetto dove si terrà il concerto come se stessi fossi un’atleta di fitwalking. Raggiungo il cancello del palazzetto dove gli spettatori sono stati disposti in quattro ordinate file che conducono alle biglietterie e mi guardo in giro. Lui non c’è! Non lo vedo! Estraggo il mio cellulare.
 
Paola: E’ troppo tardi… se n’è andato!
Kelly: Nooo!! Ma ne sei certa?? Guarda meglio in giro… Immagino ci sarà tanta gente… Magari è già entrato? Chiamalo!
 
Così decido di seguire il suo consiglio e chiamo Alec. Alle mie spalle sento un trillo per tanto mi volto ed eccolo: mi sorride e mi guarda, sollevato vi vedermi lì a quel concerto. Metto via il cellulare e lo saluto.
<< Ciao. Scusa se ho tardato! >> Mi scuso. Cos’è questo susseguirsi di emozioni che sento? Stavo per scoppiare a piangere poco fa quando pensavo che se ne fosse andato e ora che ce l’ho di fronte mi sento in pace con il resto del mondo!
<< Credevo che non saresti venuta! Oggi mi sono comportato come un bambino. Non avrei dovuto porti quell’ultimatum. E’ la tua vita ed giusto che sia tu a stabilirne le priorità! >> Si giustifica.
<< Sei tu! >> Esclamo sorprendendo anche me stessa. Lui aggrotta la sopracciglia.
<< O meglio, noi. Quel “noi” che potremmo essere sforzandomi di cambiare e di lasciarmi il passato alle spalle. Non voglio diventare quel tipo di persona arida che vive spiando le vite degli altri. Voglio vivere la mia vita. >> Chiarisco. Sì, questo mio scopo è chiarissimo! Non è detto che il mio futuro sia Alec, ma lui è nel mio presente!
<< E adesso nella vita ci sei tu e c’è il concerto degli CNCO! >> Aggiungo. Ma lui come mai non dice nulla? Per tutta risposta sorride e mi abbraccia. Nascondo la testa nell’incavo del suo collo e inalo il suo profumo. Ho paura, tutto questo mi spaventa… Ma Diego non mi ha mai amata davvero, questo è un dato di fatto. La storia con lui è stata un enorme sbaglio e non voglio portarmi dietro quello strascico ingombrante!
 
 
 
[Francesco]
Possiamo dire che la cena non è iniziata nel migliore dei modi? Ci mancava poco che litigassimo prima, discutendo su cosa può o non può permettersi un ragazzo di famiglia benestante e uno di famiglia povera!
<< Quando finirà il tuo mandato in azienda? >> Mi domanda, mentre taglia a spicchi la sua pizza ai 4 formaggi.
<< Tra tre settimane circa. Dopo di che ricomincerà la caccia al lavoro. >> Rispondo, bevendo un sorso di coca-cola.
<< Potrei parlare con mio cugino e trovare un modo per far sì che tu non sia costretto ad andartene. >> Si offre.
<< Ti ringrazio, ma credo che Diego avrebbe avanzato qualche offerta se ce ne fossero. >> Osservo.
<< Dopo tutto mancano ancora tre settimane. Magari gli verrà in mente qualcosa? >> Sottolinea. Speriamo! Trovare un altro lavoro è sempre difficile.
<< Sei single da tanto tempo? >> Mi domanda di punto in bianco. Rimango con la forchetta a mezz’aria. Infondo ha chiaramente espresso il suo interesse verso di me ed è normale che mi ponga domande così personali.
<< Da un anno, circa. Ti posso chiedere io una cosa? La tua famiglia è al corrente del tuo orientamento sessuale? >> Gli chiedo.
<< No. Per il semplice fatto che tengo la mia vita sentimentale ben riservata. Detesterei che i miei venissero a pormi domande del tipo “a quando le presentazioni?” e cose del genere, non sono il tipo da pranzi di presentazione. >> Ammette con franchezza.
<< Ah. Per tanto niente storie serie? >> Ne deduco. Proprio a me doveva capitare? A me che desidero così tanto il vero amore?
<< Niente. Non ho mai frequentato una persona per più di un mese. >> Confessa. Benissimo! Il che vale a dire parecchi partner sessuali. Ed io dovrei aggiungermi alla lista?
<< Non ti puoi legare a qualcuno, sapendo che il giorno dopo potresti prendere un aereo per chissà dove. >> Si giustifica. Bhe, non fa una piega in effetti! Non è il tipo di persona a cui legarsi.
<< In effetti! >> Commento.
<< Perché, tu sei alla ricerca del grande amore? >> Mi domanda con un mezzo sorriso. Mi sta prendendo in giro?!
<< Vero amore? Certo che no. Una relazione stabile avrà anche i suoi lati positivi ma porta anche tante grane. >> Mento. Non voglio dargli un pretesto per ridere di me! Sorride maliziosamente prima di sorseggiare la sua birra.
 
 
[Isabella]
Credevo di non avere fame ed invece sto divorando ogni schifezza che mi capita a tiro. Mi conviene fermarmi o non resteranno più patatine fritte per il mio amore! Questa è tutta fame nervosa. Tutto il pianto e la tensione provata hanno condotto a quest’abbuffata di cibo spazzatura. Immergo un nuggets di pollo nel ketchup ripensando a quell’uomo. Le poche volte che l’ho incontrato mi ha trattato come una nullità! E’ un uomo duro e Dio solo sa che è in grado di provare qualcosa di buono per qualcuno. Come posso fare per avvicinarmi a lui? Non accetterebbe mai di sottoporsi ad un esame del DNA per accettare o meno la parentela!
<< Stavo per finire le patatine fritte così ho ripiegato sui nuggets. Se fossi stato di là un altro minuto avrei spazzolato tutto. >> Affermo, quando il mio ragazzo torna in salotto con addosso una t-shirt pulita.
<< Non ti facevo un tipo così pasticcione. A tavola non ti capita mai! >> Osservo visto che è la seconda volta che mangiato questo cibo ed è la seconda volta che si sporca con le salse.
<< Gli hot dog di questo mondo mi odieranno, che ne so? Sono rimasto di là perché mi ha telefonato mio fratello. A Miami c’è stata una piccola crisi. Olga, la sorella minore di Roberta e Cèsar, è incinta di Alexander, il figlio di Marcella Valencia. >> Esordisce Diego. Cioè mio cugino perciò!
<< Quando Nicola l’ha scoperto padre e figlia hanno litigato così aspramente che la ragazza è scappata di casa. Fortunatamente l’emergenza è rientrata visto che Alexander l’ha rintracciata e riportata a casa. >> Mi spiega.
<< Meno male. E il signor Nicola come ha reagito quando è tornata? >> Domando.
<< Ha sotterrato l’ascia di guerra. Non ho chiesto a mio fratello se sono riusciti ad annunciare a Nicola il loro fidanzamento. >> Riflette a voce alta riferendosi a Lorenzo e Roberta.
<< So che non hai grande stima di mio fratello dopo ciò che ha fatto a Silvia, ma sta cambiando davvero. Pensa che mi ha chiamato per chiedermi se mi succede mai di fantasticare sull’ipotesi di avere dei bimbi da te! >> Esclama. Sorrido quando mi guarda con quei suoi occhi che brillano e mi accarezza una guancia.
<< E tu cos’hai risposto? >> Chiedo, pur conoscendo la riposta. Mi piace sentirgli dire che mi vuole al suo fianco per tutta la vita.
<< Lo sai! Lo sogno eccome. Quando ha sentito Alexander promettere a Olga amore eterno verso il figlio in arrivo mio fratello ha capito che Roberta è quella giusta! Ma essendo insieme da poco tempo giudicava questo pensiero una pazzia. Gli ho risposto che siamo pazzi in due, allora! >> Esclama. Lo amo da impazzire! Anche se mi conosce solo da un mese davvero desidera da me dei figli?
<< Stai pensando che anche tu desideri le stesse cose, vero? >> Mi domanda.
<< Certo, amore mio. Mi stavo anche chiedendo se sto sognando o se sono sveglia. Mi conosci da così poco tempo… >> Osservo. Molte volte temo di svegliarmi come sempre nel nostro letto e di trovarlo vuoto. Di andare il salotto e di trovare i suoi bagagli pronti, e lui che se ne và non prima di confessarmi che è stato tutto un colpo di testa! Diego intreccia le sue dita con le mie.
<< Mai sentito parlare di colpo di fulmine? Nemmeno io ci credevo e poi mi è accaduto. Con te, ragione della mia vita! >> Esclama prima di catturare le mie labbra in un bacio.
<< Ma sappi alcune cose. La prima è che voglio fare le cose con calma, vivere con te tutte le tappe della nostra storia! La seconda è che la mia proposta arriverà quando meno te l’aspetti. Come avrai capito sono un asso a preparare le sorprese in gran segreto! >> Esclama strizzando l’occhio verso di me prima di dedicarmi un sorriso dolcissimo.
<< Corri il rischio di dover chiedere la mia mano a Daniele Valencia, lo sai? >> Gli ricordo.
<< Per te affronterei i Cullen, i Salvatore… tutti i vampiri del mondo! Daniele Valencia è l’ultima persona su questo pianeta a farmi paura. >> Risponde prima di baciarmi.
<< Come farò a raccontare a Silvia che Daniele Valencia potrebbe essere mio padre? Andrà a dirlo a Giulio! >> Osservo. E Giulio lo dirà subito a suo padre!
<< Purtroppo tesoro mio non lo possiamo evitare. Se Silvia ti dicesse una cosa importante sulla mia famiglia tu non me la riferiresti? Posso parlare io con Giulio e pregarlo di tener per sé questa notizia fino a che non sarai tu a parlarne con Daniele. >> Propone il mio amore.
<< Io so quanto è difficile tenere nascosto qualcosa a qualcuno che ami, visto che non ho detto a Silvia cosa si nascondeva dietro all’interesse di Lorenzo. Non la posso mettere nella medesima situazione con Giulio, non adesso che hanno iniziato la loro relazione. La caricherei di questo segreto proprio quando si stanno conoscendo! >> Rifletto.
<< Amo questo di te, pensi agli altri prima che a te stessa. E non ti ho ancora ringraziata abbastanza per aver taciuto quel segreto con la tua amica. So quanto ti è costato! >> Esclama accarezzandomi la guancia.
<< Tanto vale invitare anche Giulio a questo pranzo a questo punto. >> Osservo. Diego sospira.
<< Per te sono disposto a sopportare anche la sua presenza! Ma non chiedermi di invitarlo personalmente. >> Mi prega.
<< Prima devo parlarle con Leon, visto che il pranzo si tiene a casa sua. E se Giulio dovesse darmi della bugiarda? >> Mi preoccupo. Lui sarà il primo ostacolo da superare visto che caratterialmente sembra così simile a Daniele.
<< Non uscirebbe vivo dalla casa di tuo cugino! Se lo vuoi dire a Giulio merita di saperlo anche David, non credi? >> Osserva Diego. Da qualche parte devo pur cominciare! Chissà che loro non mi aiutino ad affrontare Daniele!
 
 
[Silvia]
Facciamo tintinnare i nostri calici prima di scambiarci un altro bacio. Bevo un sorso di vino prima di raggomitolare le gambe sul divano per poi appoggiare la testa al suo torace.
<< Perciò tu sei sicuro? Vuoi farmi guardare questo film? >> Chiedo di nuovo. Diciamo che non smanio per vedere un film in cui una ragazza deve fare da baby sitter a un bambolotto a grandezza naturale, che in effetti somiglia ad un bimbo di 8 anni, in una grande villa dove accadono cose sinistre, tutta sola, in mezzo alle campagne inglesi!
<< Io l’ho visto a 13 anni! >> Si vanta.
<< Complimenti per il fegato. Ma io preferisco le commedie comiche! >> Gli spiego.
<< Puoi stringerti a me se ti spaventi! >> Esclama.
<< Adesso ho capito, è tutta una tattica per far sì che ti stia appiccicata, vero?! >> Osservo con una nota di divertimento.
<< Visto che non mi sfiori neanche per caso, dovrò inventarmi qualcosa? >> Risponde. Mi separo da lui per sedermi all’altro capo del divano. Accavallo le gambe e sorseggio il mio vino, offesa dalle sue pressioni. Ho paura! Ho paura di concedermi troppo presto e che lui mi dia in ben servito, esattamente come tutti gli altri, è tanto difficile da capire?
<< Cosa c’è? Che ho detto? >> Mi domanda. Cerca di accarezzarmi una guancia ma mi alzo dal divano prima che la sua mano lambisca il mio viso. Mi avvicino al tavolo e mi verso una dose generosa di vino. Un gesto di Giulio mi costringe a voltarmi e mi ritrovo immersa nei suoi occhi azzurri.
<< Mi spieghi cosa c’è? >> Mi domanda.
<< Mi dispiace che quest’astinenza di faccia soffrire così tanto. Sai cos’ha fatto soffrire a me? I mille modi in cui i miei ex mi hanno scaricata subito dopo essersi fatti un giro! >> Sbotto. Non sopporterei un’altra delusione.
<< Mi guardi? >> Mi domanda, sollevando il mio volto con pollice e indice posizionati sotto il mento.
<< Mi dispiace che tu abbia sofferto in passato, che tu abbia accordato ai tuoi ex una fiducia che poi è stata tradita! Ma io non sono così. Parliamoci chiaro, non sono il tipo che promette l’amore eterno senza esserne sicuro, io sarò sempre sincero con te! Tu mi piaci da impazzire e penso a te da quando ti ho conosciuta al club! E tra parentesi mi sei sembrata insopportabile. Non ti posso nascondere che inizialmente provassi sono attrazione fisica ma più ti incontravo più mi intrigavi! Voglio stare con te adesso, nel presente! Voglio vivere con te una vera storia e se ci sarà un futuro tanto meglio. Voglio condividere tutto insieme a te! Se non sei pronta a volermi accordare questa fiducia, se l’astinenza sessuale è una specie di prova bene: voglio superare il test! Ma voglio che tu sappia anche che se stasera facessimo l’amore non mi dileguerei domani mattina anzi: mi troveresti accanto a te a darti il buongiorno per poi prepararti la colazione. E la stessa cosa accadrebbe dopo domani e il giorno dopo ancora. Quanto alla mia uscita di prima era solo una battuta di spirito ma se le interpreti come delle pressioni eviterò in futuro. >> Interviene non separando mai i suoi occhi azzurri dai miei. Il mio cuore galoppa.
<< Mi dispiace per essermela presa. Io desidero solo vivere una relazione duratura… Nella mia vita ho solo attirato stronzi disposti a mentirmi per portarmi a letto. >> Racconto.
<< Quelli sono i peggiori. Secondo te faccio tutto questo, le cene e le uscite, solo perché sono in cerca di una donna che mi scaldi le notti? Anche io voglio vivere con te una vera storia! >> Esclama. Gli allaccio le braccia al collo.
<< Scusami se me la sono presa! >> Ripeto. Devo dirla tutta: non è la prima volta che un ragazzo mi prepara una cenetta casalinga ma negli atteggiamenti di Giulio c’è qualcosa di diverso. Dopo aver conosciuto tanti imbroglioni so riconoscere una persona sincera perciò devo smetterla di farmi mille paranoie! Ci separiamo quando mi arriva un messaggino.
 
Ciao amica mia. Vorrei che invitassi anche Giulio al pranzo di domani, ho già parlato con Leon e sarebbe entusiasta di conoscerlo meglio, così come lo siamo Fra ed io visto che si tratta del tuo ragazzo. Inoltre quello che devo dirvi riguarda anche lui. Niente domande ora, ne parliamo domani. Buona notte.
 
Scrive Isabella. Faccio leggere il messaggio a Giulio.
<< Che c’entro io con i suoi problemi di famiglia? >> Si domanda aggrottando le sopracciglia.
<< Non lo so… >> Sussurro. Isabella era a caccia del suo vero padre, un uomo non proprio da prendere a modello. C’è solo una spiegazione a questo messaggio criptico! Porca vacca! 
 
 
 
[Armando]
Premo il pulsante a lato del mio smartphone per accertarmi ancora una volta che non vi siano chiamate o messaggi. Perché da Miami non ci fanno sapere niente?!
<< Armando devi stare calmo. Vedrai che presto ci faranno avere notizie, buone notizie! >> Cerca di rassicurarmi mia moglie, sempre ottimista.
<< Beata te che sei sempre così ottimista! Prova a guardare il tuo cellulare. >> Suggerisco. Mia moglie sbuffa prima di posare le gambe giù da divano per raggiungere il tavolino e afferrare il suo cellulare. Lena sgranocchia patatine mentre non smette di guardare il suo cellulare, proprio come faccio io, ma lei per motivi molto meno importanti!
<< Mhmh. >> Mugugno contrariato quando osservo che anche il suo smartphone tace! Se Maometto non va alla montagna è la montagna ad andare da Maometto. Cerco il numero di mio figlio Lorenzo nelle chiamate e premo la cornetta verde. Risponde dopo diversi squilli.
<< Papà! >> Esordisce.
<< Ciao. Non ci avete più fatto avere notizie su Olga! >> Taglio corto. Siamo solo i migliori amici dei suoi genitori e i suoi zii putativi, dopo tutto!
<< E’ tutto risolto. Alexander l’ha trovata e i due si sono riconciliati, vale a dire che accantonerà l’idea dell’aborto. >> Mi spiega. Traggo un respiro di sollievo e con me mia moglie.
<< Meno male, eravamo in pena. >> Preciso.
<< Domandagli come ha preso il fidanzamento Nicola! >> Suggerisce mia moglie.
<< Tua madre vuole sap… >> Cerco di intervenire.
<< Non lo sa ancora. Stavamo per dirglielo mentre aspettavamo l’arrivo di Olga e Alex, quando ha suonato il campanello e la comitiva è arrivata! >> Esclama contrariato.
<< La comitiva? >> Chiedo confuso.
<< Daniele, Patrizia, Michael, Marcella, Russell, Mariabeatrice e Mario Calderon che tra parentesi non capisco cosa c’entri! Sfiga ha voluto che i due sciroccati abbiamo preso il nostro stesso volo e che li siano stati assegnati i posti accanto a noi! >> Racconta. Per fortuna sono atterrati sani e salvi!
<< No, un secondo, Patrizia e Daniele sono a casa di Nicola e Leonora? Con Roberta? >> Rifletto a voce alta.
<< Oh Signore! >> Esclama la mia signora.
<< Ahah. Per ora non sono volati né coltelli né altre armi… Ma non si sa mai cosa accadrà! Torno dentro, ci sentiamo domani. Saluta la mamma. >> Ci congeda.
<< Ciao, saluta tutti quanti. La mamma ricambia e vi auguriamo buonanotte. >> Ricambio, prima di porre fine alla conversazione. Mia moglie ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Non vorrei essere lì! >> Commento.
 
 
 
[Alexander]
Mi sudano le mani e mi sento agitato durante questa improvvisa riunione di famiglia. E’ come se fossi stato catapultato in universo parallelo! Cioè, io tra otto mesi sarò padre!
<< Andrete subito a vivere insieme? >> Mi domanda colei che posso considerare una cognata. E’ vero, ci sono parecchie questioni da affrontare a questo punto!
<< Probabilmente sì, dopo tutto formeremo una famiglia. >> Osservo.
<< Questa casa può ospitare entrambi e il bambino. Basterà arredare nuovamente la stanza di Olga. >> Propone il padre di Olga. Niente di personale, ma preferirei vivere per conto mio!
<< Magari i ragazzi preferiscono vivere per conto loro, come è giusto che faccia una famiglia. >> Gli fa notare mia madre. Nicola sembra rimanerci male.
<< Caro, e poi non eravamo d’accordo che saremo tornati e Bogotà quando Olga avesse finito il servizio sociale? >> Interviene Leonora. Come? Tornano a Bogotà? Noi tutti ci scambiamo degli sguardi.
<< Ve ne andate? >> Chiedo di stucco.
<< Il progetto era questo. Ma ora le cose sono cambiate perciò bisognerà discuterne. >> Spiega il padre di Olga. Se la sua famiglia dovesse decidere di trasferirsi probabilmente Olga vorrà andare insieme a loro, e sono quasi sicuro che Nicola non accetterebbe di non essere presente durante la gravidanza della figlia. Andrò con loro in quel caso!
<< Bisognerà affrontare questi aspetti con calma… Cosa ne dite di vederci domani a pranzo? >> Propone mia madre.
<< Facciamo a casa nostra, sempre che Marcella sia d’accordo. >> Interviene quel bastardo di mio padre. Vista la situazione tragica devo tollerare la sua presenza e che addirittura stia così vicino a mia madre! Quello che non ho capito è il ruolo di Mario Calderon in questa storia!
<< Lei come mai era così interessato alla sparizione di Olga? >> Chiedo al tipo senza tanti peli sulla lingua.
<< In effetti me lo sono domandato anch’io. >> Sussurra Lorenzo Mendoza. Tutti gli occhi dei presenti sono puntati su Calderon.
<< E’ stato un caso. Tornando dall’aeroporto morivo di fame così ho costretto i miei a fermare il taxi per comprare un panino, è stato allora che abbiamo incontrato Calderon. In quel momento zia Marcella ha telefonato, di conseguenza Calderon ha chiesto cosa stesse succedendo e si è offerto di aiutare nelle ricerche! >> Interviene Michael. Arriccio le labbra non del tutto persuaso! Mi alzo dal divano quando la mia Olga scende la scale ed entra in soggiorno con un turbante in testa per tamponare i capelli bagnati. Mi avvicino a lei e le prendo la mano.
<< Tesoro mio ho messo a scaldare una spianata. Va bene prosciutto cotto e formaggio? >> Le domanda sua madre.
<< Sì, mamma, grazie. Mi dispiace se vi ho fatto tanto preoccupare! >> Esclama con gli occhi ancora rossi e sul punto di scoppiare di nuovo a piangere.
<< Non discutiamone più, ok? Siamo tutti contenti di questo evento! >> Esclama suo padre, accarezzandole il ventre. Lorenzo e Roberta si alzano e ci vengono incontro. Olga sorride verso Lorenzo, il quale si avvicina a braccia a aperte, e vi si fionda contro.
<< Cosa combini, piccola peste? >> La redarguisce giocoso.
<< Sorellona… >> Balbetta la mia ragazza prima di abbracciare forte Roberta i cui occhi si velano di lacrime.
<< Non fare mai più una cosa del genere! Ok? Sono morta di paura! >> Esclama con la voce spezzata in alcuni punti, a causa del pianto. Olga annuisce prima di asciugarsi le lacrime.
<< I vostri rispettivi genitori stavano quasi litigando sulla questione della casa! >> Interviene Cèsar, alleggerendo l’atmosfera.
<< Non esagerare! Ho solo proposto che potevate vivere qui, basterà trasformare la tua cameretta da adolescente in una stanza adatta ad ospitare una coppia di neo genitori. Tuttavia anche questa proposta è da rivedere visto che prima di oggi volevano tornare a vivere a Bogotà. >> Spiega mio suocero.
<< E quando pensavate di dirmelo? >> Domanda offesa la mia ragazza.
<< Non ricomincerete a litigare? Oltretutto questa questione potreste sviscerarla con la dovuta calma! Adesso mia sorella deve solo sedersi, mangiare, bere e riposarsi! >> Interviene Roberta.
<< Scusate, io avrei bisogno del bagno. >> Chiede l’autorizzazione mio cugino.
<< Il bagno degli ospiti e in cima alle scale, la prima sulla destra. Lorenzo, Roberta, porto su i vostri trolley. >> Si offre Cèsar, salendo le scale insieme a mio cugino. La madre di mio figlio ed io ci scambiamo uno sguardo abbastanza eloquente. Questo aspetto su dove iniziare la nostra vita famigliare si trasformerà in una questione in cui tutti si sentiranno in diritto di dire la loro e vorranno far valere la propria idea!
 
 
[Cèsar]
Gli sguardi tra di noi costituivano per noi un tacito accordo. Non ci ho messo molto a capire che era tutta una scusa quando ha chiesto di andare al bagno!
<< Ancora uno! >> Protesta quando mi stacco. Mi afferra per il colletto della polo che indosso e mi attira a sé.
<< Quanto durerà tutto questo? >> Penso a voce alta sconsolato.
<< A meno che non vuoi marcare a tuo padre la strada verso il cimitero, dovremmo resistere ancora un po’! >> Mi fa notare. In effetti non è il caso di rendere questo week end ancora più pesante, considerando che Roby e Lorenzo devono ancora sganciare la seconda bomba!
<< Oltretutto vorrei dare altro tempo a mio padre. Già non ci parliamo da quando ha scoperto che sono gay, vorrei che digerisse ne notizie una alla volta. >> Osserva. Suo padre non si merita tutta questa premura!
 
 
 
[Leon]
Getto nel cestino le due coppette del gelato vuote e attraverso nuovamente la strada per tornare verso la panchina dove Grace mi sta aspettando. Mi siedo accanto a lei.
<< Grazie per avermi convinta a uscire per questa passeggiata ma non dovevi disturbarti tanto. >> Interviene timidamente, un attimo prima di divenire meditabonda.
<< Litigano spesso? >> Domando, non certo per impicciarmi ma unicamente per instaurare una conversazione. Solleva lo sguardo verso di me.
<< Scusa, non sono affari miei! >> Esclamo.
<< Sì, litigano spesso. Alma è una strega che lo ha agganciato per il suo conto in banca! Perciò è gelosamente ossessiva, per paura di perdere i soldi mio padre. Io so che mio padre non l’ama! Ha solo paura della solitudine. >> Mi racconta.
<< E’ una debolezza di molte persone, non devi fargliene una colpa. Se Alma non dovesse rivelarsi la donna giusta per lui le cose faranno il suo corso. Nostro malgrado le persone a cui teniamo scelgono persone che non ci piacciono… >> Commento con amarezza.
<< Certe volte ho l’impressione che mio padre in fondo non abbia mai dimenticato Beatrice, che abbia vissuto tutta la sua vita fantasticando su come sarebbe stata la loro vita insieme. >> Riflette ad alta voce.
<< Cosa te lo fa credere? >> Domando. Se ho ben capito si è trattata di una relazione breve e più d’affari che sentimentale. Esita di fronte alla mia domanda.
<< Mi dispiace, l’ho rifatto. Non mi voglio impicciare, non sono affari miei per ciò dimentica la domanda. Ti riporto a casa? >> Propongo. Sto per alzarmi quando mi accorgo che tira su con il naso e si asciuga una lacrima con il dorso della mano.
<< La sera prima dell’incidente stradale in cui è morta mia madre, più o meno tre anni fa, l’ho sorpresa mentre leggeva quella che sembrava essere una lettera, nello studio di mio padre. Le ho chiesto cosa fosse ma non ha voluto dirmelo, ha sorriso come se niente fosse e mi ha aiutata a prepararmi per una festa. Era un periodo che le cose in casa erano strane… Ho notato che si parlavano di meno! Quella notte mi sono alzata per frugare nello studio di mio padre e ho trovato una cartellina dove custodiva due lettere: una lettera risalente a molti anni fa in cui Beatrice gli diceva addio e lo lasciava per tornare da colui che oggi è suo marito, e un’altra lettera più recente, risaliva a un paio di mesi prima. In quella lettera mio padre racconta di aver causalmente visto Beatrice in compagnia di suo marito e dei suoi figli mentre erano in vacanza a Cartagena. E’ stato allora che ho scoperto che in fondo mio padre non aveva mai smesso di pensare a lei! Così come si è messo con Alma ha sposato mia madre per rimediare alla solitudine, capisci? Ho sempre pensato che Theo ed io fossimo frutto di un grande amore! >> Racconta non evitando di piangere.
<< Io penso che non ci si sposi solo per paura della solitudine e non si fanno due figli con una persona che non ami, tuo padre non mi sembra il tipo. Altrimenti sposerebbe anche Alma. Sei certa di non aver frainteso il testo di quella lettera? >> Le domando. Scuote il capo.
<< Ha scritto “Se avessi trascorso la mia vita insieme a te mi avresti senz’altro reso felice, al contrario di ciò che sono ora accanto alla donna che ho sposato”. Come si può fraintendere questa frase? >> Mi domanda. Mi mordo il labbro superiore.
<< Quando ho notato dal corridoio la luce dell’abadjour accendersi in camera dei miei ho messo via la cartellina alla meglio e sono tornata in camera mia. Il giorno dopo quando sono tornata da scuola i miei stavano litigando in modo molto vivace. Ho sbirciato e ho notato che mia madre brandiva quella cartellina, rimproverando pesantemente mio padre per il contenuto di quella lettera. Lei lo accusava di essersi alzato nel cuore della notte per rifugiarsi nel suo studio e leggerla, lui negava. Ero stata io a causare quel litigio ma non mi feci avanti per informarli che ero io la persona che si era intrufolata nello studio. Mia madre disse a mio padre “ti rendi conto che umiliazione è stata per me leggere che non ti ho reso felice e che rimpiangi di non avere avuto lei al tuo fianco?”. Lui ha risposto “Ho scritto quelle parole in un momento di strazio e tu non mi puoi certo rimproverare!”. Ricordo troppo bene quel dialogo! Quando si sono accorti della mia presenza hanno smesso di litigare. Mia madre ha afferrato la borsa ed è uscita per fare la spesa. Ho chiesto a mio padre cosa stesse accadendo e non mi ha riposto, ha passato il resto della giornata al lavoro. Dopo due ore mamma non era ancora tornata, quanto è tornato mio fratello gli ho detto che dopo un litigio mamma era uscita e che non era ancora tornata. Abbiamo aspettato, nel frattempo è calata la sera e mia madre non tornava inoltre risultava irraggiungibile al cellulare. Verso mezza notte ha suonato alla porta la polizia per avvisarci dell’incidente, mamma è morta il giorno dopo in terapia intensiva. Non ho mai detto a mio padre che sono stata io quella notte a leggere la lettera! E’ tutta colpa mia se mia madre è morta! >> Si sfoga, nascondendo il viso tra le mani. Le accarezzo le spalle.
<< Non potevi certo immaginare che la situazione sarebbe degenerata tanto… Il tuo unico scopo era capire come mai il rapporto tra di loro si fosse deteriorato per quello ti sei intrufolata nello studio. >> Le faccio notare. Cosa potrei dire per aiutarla? La conosco appena e questa storia è straziante!
<< Dovevo confessare subito che ero stata io a curiosare nello studio! Avrebbero smesso di litigare e lei non sarebbe uscita di casa sconvolta! Non mi dispiace che litighi con Alma, ma il ricordo che mio padre ha di quella donna sta rovinando un’altra volta la sua vita sentimentale. Come si può essere così legati ad una donna con cui ha condiviso a mala pena sei mesi di vita? Tanto da rinnegare tua moglie, la madre del tuoi figli? Mia madre è sempre stata una moglie devota e fedele, cosa gli mancava a mio padre? >> S’interroga.
<< Sono certo che abbia sofferto molto per la morte di tua madre, non devi avercela con lui. >> Cerco farle capire.
<< Non ho avuto il coraggio di porgli questi miei dubbi o avrei dovuto confessargli anche di essere entrata nel suo studio e di aver causato tutto questo sfacelo. >> Afferma in un sussurro, prima che il silenzio ci avvolga.
<< Ovviamente io non racconterò ad anima viva questa storia. Ma, se posso permettermi, dovresti parlare con tuo padre. Dovreste affrontare i fatti di quel giorno e chiarire i suoi sentimenti verso Betty e verso tua madre! >> Le consiglio, prima che lo squillo del suo cellulare ci interrompa.
<< Papà… >> Esordisce, quando risponde alla chiamata. << Sì, sto bene… Sono fuori con un amico, abbiamo preso un gelato… Va bene, tra poco arrivo. >> Conclude, ponendo fine alla telefonata.
<< Ti riaccompagno a casa. >> Intervengo, senza aggiungere altro sull’argomento.
 
 
[Paola]
Sento la sua mano vezzeggiare il mio fianco al ritornello di “Reggaetón Lento (Bailemos)”.
<< Voglio portarti in un posto speciale domani! >> Mi sussurra all’orecchio.
<< E dove? >> Domando sorridendo.
<< Se te lo dico adesso che sorpresa sarà? Prepara una piccola borsa con il costume da bagno e il cambio. Non ti dico altro! >> Esclama. Costume da bagno… che sia un centro benessere? Non credo mi porti al mare in Febbraio! E poi per raggiungere la costa servono molte ore di auto oppure un aereo!
<< Ok. >> Acconsento,senza fare altre domande che servirebbero solo a rovinare la sorpresa. Si protende verso di me e bacia la mia guancia mentre il pubblico applaude alla fine della canzone. Purtroppo anche lo show volge al termine!
 
 
 
[Giulio]
Immergo in naso tra i suoi capelli ricci che profumano di mandorla. Le poso un bacio sulla tempia e lei si accoccola di più a me. Dopo quel messaggio d’invito da parte di Isabella l’ho notata pensierosa. Sono certo che non saprebbe da che parte cominciare se le chiedessi di riassumermi la trama del film che stiamo vedendo e che giunge al termine.
<< Scusa, ma il tizio da dove è uscito fuori? Chi è? >> Mi domanda. Come volevasi dimostrare!
<< E’ l’ex ragazzo della tipa, quello che la maltrattava. Ha preso un aereo dall’America per raggiungerla in Inghilterra, convincerla a tornare con lui a casa. >> Le spiego. A che starà pesando?
<< Ahah. >> Risponde senza troppo interesse. Afferro il telecomando e spengo il televisore prima di sollevarmi.
<< Perché hai spento? >> Mi chiede.
<< Perché io l’ho già visto e a te non interessa, a quanto pare. Cos’hai? Hai la testa su Marte. >> Le faccio notare.
<< Hai ragione, non sono presente con la testa ma non ti posso raccontare il perché! >> Esclama. Infondo chi sono? Solo il suo ragazzo!
<< Vabbè. >> Affermo, cercando di celare il fatto che l’ho presa come un’offesa. Riaccendo la tv, poso i piedi sul tavolino e incrocio le braccia al petto. Silvia si siede a cavalcioni su di me.
<< Ehy, abbiamo idee birichine? >> Ammicco. Lei fa per sollevare la mano e so che sta per arrivarmi uno scappellotto. La fermo afferrandole dolcemente il polso mentre ammiro il suo sorriso che toglie il fiato. L’attiro verso di me e la bacio.
<< Se ti dicessi cosa mi passa per la testa questa notte non dormiresti. Aspetta che arrivi domani e saprai a cosa pensavo, ok? >> Mi domanda.
<< Ha a che fare con questo pranzo durante il quale si discuterà dei problemi famigliari di Isabella? Io non capisco il collegamento con me! >> Esclamo. Si morde il labbro inferiore.
<< Ok, ti prego solo di prendere con le pinze quanto sto per dirti perché magari è solo una mia fantasia. >> Esordisce, prendendo posto sul divano con le gambe incrociate.
<< Recentemente Isabella ha scoperto che l’uomo che l’ha cresciuta non è l’uomo che ha cooperato alla sua nascita. Dietro ai maltrattamenti fisici che lui le infliggeva c’era la rabbia dovuta al fatto che la madre di Isabella l’ha tradito, con l’uomo che in realtà è il suo vero padre, e al fatto che una volta scoperta la gravidanza la madre di Isabella ha fatto credere a Juan di essere lui il padre. Prima di morire Juan in una lettera ha scritto che il vero padre di Isa è un uomo ricco e potente. La madre di Isabella lavorava come colf presso famiglie ricche e influenti, per tanto le ricerche sono partite da li, dando per scontato che quest’uomo fosse uno dei suoi datori di lavoro. >> Racconta. Ci metto qualche istante ad elaborare tutte queste informazioni e a dedurre il finale della storia da lei ipotizzato!
<< Frena! Bogotà è piena di uomini ricchi e facoltosi mica c’è solo la mia famiglia! >> Esclamo.
<< Lo so, ma altrimenti perché Isabella avrebbe scritto che ciò che deve raccontarti riguarda anche te? >> Si chiede Silvia. Scuoto il capo fissando un punto immaginario sul pavimento. E’ assurdo!
<< E’ assurdo e un po’ debole come impianto! Su quali basi affermerebbe che mio padre è anche suo padre?! >> Chiedo alzando il tono di voce. Silvia fa spallucce.
<< Sicuramente è solo una mia fantasia te l’ho detto di prendere le mie parole con le pinze! >> Sottolinea nuovamente.
<< Visto che era alla ricerca di suo padre e che ha inviato quel messaggio ho tratto questa conclusione… Ma sicuramente mi sbaglio, vedrai! >> Cerca di tranquillizzarmi posando una mano sulla mia spalla. Mi alzo di scatto. Mio padre 26 anni fa ha tradito mamma con la nostra cameriera!
<< Che c’è? >> Mi domanda Silvia allarmata, aggrottando le sopracciglia.
<< Quanti ha Isabella? Sua madre come si chiama? Quanti anni ha lei? >> Chiedo. Fa che non dica Ingrid, ti prego!
<< 24, ne compirà 25 in Maggio. Sua madre di chiama Ingrid e credo sia sulla cinquantina. Perché? >> Domanda mentre il mondo mi crolla addosso!
<< Molti anni fa avevamo una cameriera di nome Ingrid che era giovane. Quando mia madre era incinta di me mio padre l’ha tradì con lei. >> Confesso alla mia ragazza. Appoggio i palmi delle mani sul tavolo.
 
 
 
[Camilla]
<< Sei bellissima questa sera, te l’ho già detto? >> Interviene il mio ragazzo, incapace di smettere di guardarmi con quei suoi occhioni che brillano.
<< Circa una ventina di volte! Ma non mi stanco mai di sentirlo. Vale a dire che ieri e i giorni scorsi ero brutta? >> Lo punzecchio. Stringe più forte le braccia attorno a me e posa un bacio sul mio capo.
<< Lo sai che sei sempre stupenda! Potresti anche indossare un sacco di juta ed essere elegantissima. Oltretutto sei una stilista abile e sapresti come rendere elegante anche quel tessuto! >> Esclama. Sorrido. Poso un bacio sulla sua mano godendomi questo momento: io e lui da soli, su questa spiaggia…. Sento il suo respiro contro il mio capo, le sue braccia mi avvolgono e sono sempre più innamorata di lui! E’ il grande amore della mia vita e l’ho sempre avuto sotto al naso… Come ho fatto a rendermene conto solo ora? Mi volto verso di lui e poso un dolce bacio sulle sue labbra.
<< E questo per cos’era? >> Mi domanda sorridendo.
<< Perché non mi sono resa conto prima che eri tu la mia felicità, il mio grande amore! Ti rendi conto che dovrò convivere per il resto della vita con la consapevolezza di averti sempre conosciuto e di averti a stento salutato per anni? >> Intervengo, prima di abbracciarlo. Nascondo la testa nell’incavo del suo collo. Sento le sua mani sulla mia schiena, quelle mani che sanno fin troppo bene dove accarezzarmi per farmi impazzire!
<< Allora saremo in due ad essere tormentati per il resto della vita! Io ripenserò al fatto che sono rimasto in disparte per tutti questi anni invece di farmi coraggio. Magari se ti avessi invitata a cena tanto tempo fa ora saremmo sposati, con tre o quattro eredi urlanti! >> Fantastica. Sorrido e mi viene quasi da piangere! E’ dolce, premuroso, romantico, spiritoso e bellissimo. Anche se è fin troppo geloso e impulsivo, ma sono difetti passabili perché se si inalbera tanto quando un altro ragazzo mi dedica un attenzione vuol dire che per lui sono essenziale!
<< Perché non 5? Una squadra di calcetto! >> Scherzo.
<< E un nonno isterico! >> Risponde di rimando.
<< Chi dei due? Armando o Daniele? >> Mi domando.
<< Ovviamente tuo padre, sarebbe lui il super nonno baby-sitter! >> Precisa. In effetti Daniele al parco con 5 bimbi pestiferi non riesco ad immaginarlo! Questo momento magico viene interrotto dal suono del suo cellulare. Lo estrae dalla tasca e constatiamo che è Giulio l’autore della telefonata.
<< Che rompi scatole, cosa vorrà? >> Si domanda il mio fidanzato prima di rispondere al fratello.
<< Ciao Giulio, dimmi tutto… Intanto calmati! Ti metto in viva voce. >> Lo sento dire. Allontana il telefono dall’orecchio e preme l’icona adatta allo scopo.
<< LO SAPETE COS’HO SAPUTO?! CHE LA MADRE DI ISABELLA SI CHIAMA INGRID, ESATTAMENTE COME LA NOSTRA DOMESTICHA CHE 25 ANNI FA PAPA’ SI E’ SBATTUTO! 25 ANNI FA, PROPRIO L’ETA’ DI ISABELLA E LA MIA! E GUARDACASO ISABELLA NON SA CHI SIA SUO PADRE! >> Esclama molto alterato! Cazzo, come lo avrà scoperto? David si passa una mano in fronte.
<< GIULIO! NON PUOI FARE COSì! HAI INTENZIONE DI CHIAMARE TUTTI I MEMBRI DELLA TUA FAMIGLIA E SBANDIERARE QUESTA NOTIZIA? NON SIAMO NEANCHE CERTI CHE SIA VERO! E’ PER QUESTO CHE NON VOLEVO ESPORTI IL MIO PENSIERO! >> Lo riprende Silvia.
<< E’ la verità! Ci sono buone probabilità che nostro padre sia anche il padre di Isabella. >> Interviene il mio ragazzo con un filo di voce. Mi porto le mani in viso. La cena di Domenica sarà un massacro!
<< Cazzo dici?! Stai scherzando, vero?! >> Domanda Giulio incredulo.
<< No, Giulio. Ho compiuto delle ricerche quando Isabella mi ha raccontato la sua storia famigliare, ho trovato il contratto di lavoro tra la nostra famiglia e la madre di Isabella, sono la stessa persona. E il certificato di nascita di Isabella. >> Racconta David.
<< Merda… Porca puttana… e papà lo sapeva? >> Domanda Giulio.
<< Non lo sappiamo. Stando a quanto ha detto Ingrid, lei non ha mai informato Daniele della gravidanza, facendola passare per una Carissi. Ma quella donna è una bugiarda di professione e potrebbe aver mentito anche su questo… >> Suggerisco.
<< Cami, ti prego! Ci mancherebbe solo questa. >> Mi riprende il mio ragazzo.
<< Camilla ha ragione. Ti sei dimenticato che nostro padre è un pezzo di merda che ha costretto nostra madre a scegliere tra lui e sua figlia? E che per anni ha ignorato l’esistenza di quella figliastra, oltre a nasconderne l’esistenza ai suoi figli legittimi? Potrebbe benissimo essere al corrente di questa parentela! Se così dovesse essere ti avviso subito che non ci saranno più sconti da parte mia! E che quella merda umana farebbe meglio a partire per Plutone e a non fare più ritorno! >> Si sfoga. Come biasimarlo? A chi non verrebbe il dubbio?
<< Calma, ok? Niente fa supporre che papà fosse a conoscenza di quella gravidanza e che abbia fatto finta di niente. >> Anche questo è vero! Ma vuoi vedere che in 26 anni non ci sia mai stato un ripensamento? Che sia stato tanto scaltro da seppellire così bene questo segreto? Vabbè che come uomo di politica sarà avvezzo ai segreti e alle macchinazioni!
<< Non ci posso credere! >> Esclama Giulio senza parole.
<< Devi calmarti adesso! Domani a quel pranzo sapremo dalla diretta interessata come stanno le cose. >> Interviene Silvia.
<< Pranzo? >> Chiediamo in coro il mio ragazzo ed io.
<< Isabella ha chiesto a me, Fra, Diego e Leon di riunisci a casa di quest’ultimo per comunicarci le novità riguardanti la ricerca di suo padre. Visto che ha invitato anche Giulio dicendo che ciò che deve raccontare lo riguarda abbiamo fatto 2+2! >> Ci racconta.
<< Ovviamente. >> Commenta David.
<< Giulio non ti puoi comportate da pazzo! Ti è andata bene che David lo avesse già scoperto, ma non puoi comportarti così. Lascia che sia Isa a decidere quando e come presentare la questione a Giulia, Micky e ai tuoi genitori! >> Lo redarguisco.
<< Scusate, ma ho perso la testa. Scoppierà il macello quando mamma lo saprà! >> Ipotizza Giulio.
<< Anche nostra madre ha avuto una figlia fuori dal menage matrimoniale, cosa potrà recriminare? Avrebbe le sue buone ragioni se papà avesse saputo e taciuto, ma io credo non sia così! >> Interviene David.
<< Sei libero di vivere sulla sua nuvoletta! Io la penso diversamente. >> Ribadisce.
<< Cercherò di farlo calmare in tempo per la cena di Domenica. Mi dispiace che abbia disturbato la vostro vacanza! Come state? >> Ci domanda Silvia cambiando argomento.
<< Bene,mi stavo finalmente distraendo da questa storia di Isabella e ci stavamo coccolando sulla spiaggia! >> Esclama David celando un rimprovero verso suo fratello.
<< Cercherò di non scocciarvi più. Ciao. >> Ci saluta.
<< Ciao, e cerca di stare zitto e fermo. Ciao Silvia. >> Li saluta il mio amore.
<< Ciao, ci vediamo domenica sera. >> Li saluto.
<< Ciao, buon week end. >> Ci saluta Silvia prima di porre fine alla telefonata. Traiamo entrambi un lungo sospiro.
<< Se Isabella ha deciso di dirlo a Giulio, con cui non ha mai scambiato una parola, vuol dire che è nelle sue intenzioni parlare anche con te non appena torneremo in città. >> Gli faccio notare passando la mano tra i suoi capelli.
<< Sì, probabilmente hai ragione. >> Commenta assente. Ero riuscita a distrarlo! Maledetto Giulio!
 
 
[Patrizia]
L’ultima volta che sono stata così vicina a mia figlia è stato il giorno del parto, in quella clinica privata di Barranquilla, un attimo prima che le infermiere me la strappassero dalle braccia per consegnarla alle cure di suo padre, com’eravamo d’accordo. Se potessi tornare indietro non asseconderei di nuovo mio marito. La vacanza forzata di nove mesi per nascondere la gravidanza, il parto segretissimo e l’abbandono… Tutto per il Dio denaro! Ma come ho potuto? Non riesco a sostenere lo sguardo di questa bellissima ragazza che non ho neanche il diritto di chiamare “figlia”! Abbasso lo sguardo quando mi lancia occhiataccia gelida, rendendosi conto che la sto fissando. La donna che l’ha cresciuta con rispetto e amore le accarezza una mano mentre parla e Roberta le sorride.
<< Non vi dispiacerà abbandonare Miami e questa casa? >> Domanda mia cognata Marcella ai coniugi Mora.
<< Sì, Miami è una bella città in cui vivere. Ma casa nostra è Bogotà e l’idea di riunire la famiglia, di riunirci ai Mendoza non ci dispiace. Specialmente perché tra 8 mesi la famiglia si allargherà e sarebbe bello accogliere il nuovo arrivato tutti insieme. >> Risponde Nicola. Semmai Roberta avrà dei figli non potrò neanche vederli!
<< Dovremmo prendere contatto con i nostri affittuari di Bogotà. Fortunatamente il loro contratto scade tra quattro mesi, dobbiamo avvisarli che vogliamo tornare a vivere lì così avranno il tempo di cercare una nuova casa. >> Ricorda Leonora al marito.
<< Hai ragione amore mio. Domani come prima cosa! >> Risponde Nicola.
<< E’ molto bella questa casa. >> Intervengo. Mia figlia mi guarda di sbieco e un ghigno compare sul suo viso.
<< Considerando che lei è così affezionata allo sfarzo e al lusso, avrei giurato che l’avrebbe considerata una bettola! >> Interviene Roberta senza peli sulla lingua. Stringo i pugni sulle mie cosce.
<< Il complimento di mia moglie era sincero. Non serve essere così pungenti! >> Mi difende mio marito.
<< Ma i complimenti di sua moglie, o i suoi, non ci interessano! Francamente non capisco nemmeno cosa ci facciate qui. Fosse dipeso da me vi avrei fatto attendere fuori seduti sul marciapiede ma, fortunatamente per voi, i miei genitori sono due signori. >> Sbotta Roberta. Mi odia profondamente e il solo fatto di avermi nel suo campo visivo la carica di cattiveria! Non la posso biasimare.
<< Noi siamo qui perché la ragazza di nostro nipote era scomparsa, nel caso te ne fossi dimenticata. Inoltre non siamo qui con cattive intenzioni! Oltretutto prima di presentarci qui abbiamo chiesto il vostro consenso! >> Risponde indietro mio marito. Possibile che da un innocuo complimento sia nata una simile discussione?
 << Correzione: sua sorella ha chiesto il permesso per conto vostro, quando avreste potuto benissimo farvi avanti personalmente. Le ricordo inoltre che rivolgendomi la parola non poco tempo fa ci ha rimediato solo un fracasso di insulti e non solo quelli, per ciò le vieto di rispondermi indietro! Agli occhi del Sud America sarà anche una personalità ma per me lei è solo un mostro! Per non parlare della donna che le siede accanto! Anzi, l’apostroferei come “essere umano” perché considerarla una donna è un insulto alla categoria! >> Sbotta mia figlia.
<< TI VIETO DI INSULTARE MIA MOGLIE! >> Si scalda Daniele alzandosi in piedi. No! Urlarle addosso non è il caso!
<< Dani, non importa. >> Sussurro afferrandogli la mano. Quasi tutti, tranne mio nipote, Bea e Cèsar si alzano in piedi.
<< DANIELE NON ALZARE LA VOCE VERSO MIA FIGLIA! CON CHE DIRITTO?! >> Gli urla addosso Nicola.
<< Mi scusi?! Si permette anche di darmi degli ordini? Sono anche fin troppo gentile verso questa… signora, visto che non le sputo in un occhio ogni volta che la incontro! >> Interviene mia figlia. Daniele serra la mascella. Conosco abbastanza bene mio marito da sapere che vorrebbe strepitare ma cerca di reprimere la rabbia.
<< Avanti, perché non condividi con noi ciò che vorresti dire? O hai paura di prenderle ancora? >> Interviene Lorenzo Mendoza, frapponendosi tra la sua fidanzata e mio marito. Mi intrometto prima che venga di nuovo sparso del sangue! Afferro la mia borsa e l’appendo alla spalla.
<< Io non cercavo la lite con nessuno. Volevo solo essere gentile! >> Intervengo, con le lacrime agli occhi.
<< Cosa pretende da me, signora? Che mi sieda con lei a bere il thè come due vecchie amiche?! >> Ironizza mia figlia.
<< Me ne vado. Marce, Bea, ci vediamo a casa. Arrivederci. >> Saluto contrita, uscendo da questa casa. Sento mio marito salutare i presenti con un semplice e freddo “arrivederci” prima di raggiungermi. Posa una mano sulla mia spalla e mi costringe a voltarmi. Poso il viso contro il suo petto mentre lui mi accarezza il capo.
<< Mi dispiace! So che non avrei dovuto risponderle di rimando, ma non potevo restare calmo! Ti ha insultata e attaccata senza alcun pretesto. Neanche gli avessi insultati! >> Si giustifica mio marito.
<< Lo abbiamo fatto, Daniele! L’abbiamo umiliata ancor prima che nascesse! >> Gli ricordo.
 
 
 
[Marcella]
Mi sembrava troppo bello per essere vero! I mora e i Valencia-Fernandez nella stessa stanza senza litigare!
<< So cosa starai pensando, che ho esagerato e che non dovevo provocare Daniele. Ma non chiederò scusa! Sfido chiunque a biasimarmi per il fatto che non tollero la loro presenza. >> Interviene Roberta rivolgendosi a me.
<< Non mi permetterei mai di biasimarti. E’ vero, Patrizia ha avanzato un semplice complimento, ma posso capire la tua collera e capisco anche il fatto che non potevi perdere l’occasione di insultarla. >> Rispondo. Roberta sta per ribattere.
<< Finiamola qui, ok? >> L’interrompo prima che abbia il tempo di ribattere. Potrebbe dire quello che vuole ma non me la darebbe a bere… Ha colto la palla al balzo per creare un pretesto di litigio e insulare Patrizia!
<< Che sta succedendo? Patrizia e Daniele dove sono andati? >> Domanda Olga, scendendo la scale dopo essersi fatta un lungo e rilassante bagno.
<< Se ne sono andati, hanno discusso con Roberta, Nicola e Lorenzo. >> Spiega Michael.
<< Io li raggiungo. Bea, vieni con me? >> Domando verso mia sorella, la quale annuisce e si alza dalla poltrona.
<< Vi seguo. >> Coglie la palla al balzo Russell. Vuole venire a casa?!
<< Allora me ne andrai anche io a questo punto. Sono contento che si sia risolto tutto. >> Annuncia Mario. Si avvicina a mio figlio e trattengo il fiato. Gli posa una mano sulla spalla.
<< Ragazzo, tra poco la tua vita cambierà. Sarà tutto diverso e avrai l’impressione di essere invecchiato di 10 anni pur avendo lo stesso aspetto esteriore! >> Esclama Mario, dipingendo alla perfezione la sensazione che si ha quando si diventa genitore, pur essendosi perso quell’istante di vita.
<< Lei ha figli signor Calderon? >> Gli domanda mio figlio. Sento una fitta al petto. Mario esita. Che risposta darà? Gli mentirà?
<< Non ho avuto la gioia di crescere un figlio. >> Si toglie d’impiccio. Rilasso il torace.
<< Tesoro, tu puoi restare se i signori Mora sono d’accordo. >> Intervengo riferendomi a mio figlio. Nicola e Leonora annuiscono.
<< Non ci sono problemi. A quanto punto può trattenersi ancora un po’ anche Michael, prepareremo della cioccolata calda. >> Acconsente Leonora.
<< Accetto volentieri, grazie. >> Ringrazia mio nipote.
<< Porgo ad entrambi le mie congratulazioni! Arrivederci. >> Saluta Mario. Abbandona la stanza dopo aver lanciato uno sguardo prolungato ad Alex.
<< Arrivederci. >> Salutano i presenti, più o meno coralmente. Il silenzio ci avvolge fino a che non sentiamo la porta d’ingresso richiudersi, quando Mario ha abbandonato la casa.
<< Che tipo strano… Che poi non sono convinto della spiegazione che ha dato quando gli ho chiesto come mai fosse qui! >> Chiosa mio figlio.
 
 
 
[Diego]
Mentre mi lavo i denti tengo la porta del bagno aperta e posso osservare il lettone matrimoniale, visto che anche la porta della camera da letto e spalancata. La mia fragolina è in posizione prona con i piedi sollevati e sta navigando dal McBook. Sputo il dentifricio in eccesso, mi sciacquo la bocca, lavo lo spazzolino e lo ripongo al suo posto prima di avvicinarmi di soppiatto a lei. Trasale quando mi fiondo sul letto accanto a lei. Sollevo un sopracciglio quando mi rendo conto che l’oggetto della sua ricerca su internet è quel cretino di Daniele!
<< Vuoi che passi la notte a fare incubi? Se qualcuno spiasse la cronologia del mio McBook cosa penserebbe di me vedendo che compio ricerche su quel caso umano? >> Domando ottenendo un suo sorrido divertito.
<< Volevo scoprire qualcosa di più di lui! Sapevi che un paio di anni fa si è scoperto che il segretario del suo partito ha avuto un figlio fuori dal matrimonio, che è stato massacrato dei media e che ha dovuto dimettersi? >> Mi domanda.
<< Sì, tesoro mio, perché quel tizio era un fedifrago seriale e ha tentato di pagare la donna che aveva messo incinta, e lei per vendetta ha chiamato tutti i giornali per rovinarlo. Le cose tra tua madre e Daniele stanno diversamente! Sperando che tua madre sia stata per lui l’unica volta in cui è uscito dal seminato, non credo che i media si accanirebbero tanto con voi. E poi Daniele non sa niente di te non ha mica pagato tua madre. Non farti suggestionare! >> Cerco di rincuorarla prima di posare un bacio sulla sua spalla scoperta. Quando adoro il profumo della sua pelle e la sua morbidezza!
<< E poi su internet cosa pensi di trovare su di lui? Notizie sulla sua carriera politica e magari tante calunnie, non leggerai nulla sui suoi pregi, sempre che ne abbia! Certo, mio padre ti direbbe di metterti l’anima in pace ma magari Daniele riserva il lato migliore di sé solo a pochi? >> Ipotizzo. Oddio, ci credo poco! Ma cosa le posso dire? Daniele Valencia è uno stronzo e fossi in te inizierei ad abituarmi? Dopo questa mia affermazione chiude Google Chrome, spegne il McBook e abbassa lo schermo.
<< Cosa farei senza di te? >> Si domanda. Sorrido prima di baciarla dolcemente. Ed io cosa farei senza di lei? Non sarei nessuno!
 
 
 
[Silvia]
<< Magari è un banale caso di omonimia! >> Adduce come ipotesi, ancora incredulo della piega che ha preso questa serata. D’altro canto nemmeno io me lo aspettavo!
<< Credo sia improbabile Giulio. E’ è più probabile l’ipotesi che Isa sia davvero figlia di tuo padre… >> Osservo, mentre continuo distrattamente a massaggiargli le spalle. Osservo le sue braccia (non solo perché sono muscolose) analizzando il tatuaggio che occupa quasi tutto il braccio destro.
<< Mi scusi, signorina massaggiatrice, perché ha interrotto il trattamento? >> Mi domanda scherzosamente.
<< Stavo ammirando il tuo tatuaggio. >> Confesso.
<< Il tatoo o i miei muscoli scolpiti? >> Si pavoneggia piegando il braccio per mettere ancor più in evidenza il duro lavoro in palestra. Bhe, quelli non guastano!
<< Perché la tigre e il drago? >> Gli domando, accarezzandogli il braccio destro.
<< Sono due animali che mi hanno sempre affascinato. L’uno elegante e bellissimo, l’altro forte e cattivo… Rappresentano un po’ il positivo e il negativo, come mi vedo io! >> Mi spiega. Appoggio il braccio sulla sua spalla destra e il mento sul mio braccio.
<< Come ti vedi tu o come di descrivono gli altri? >> Gli domando.
<< Gli altri mi descrivono solo in negativo! >> Mi fa notare. Certo, con le passate azioni non si è guadagnato il favore di amici e parenti.
<< Perché David ti detesta? Cioè, a parte la storia di Camilla, so che il più delle volte gli hai soffiato le fidanzate. Perché lo facevi? >> Gli domando curiosa di conoscerlo più intimamente.
<< Io sono la seconda scelta di mio padre! >> Esclama, prima di voltarsi. Appoggio il gomito alla spalliera del divano dedicandogli la mia attenzione.
<< Cosa te lo fa credere? Senza offesa, ma non mi sembra che tuo padre ami qualcuno di più e qualcuno di meno. Da quel che so è abbastanza freddo con tutti voi! >> Osservo.
<< E’ una semplice questione di gelosia. Banale vero? Io se prendevo un 9 a scuola facevo semplicemente il mio dovere, mentre se lo prendeva David erano complimenti a go go! Se io portavo la mia squadra di calcio a vincere il campionato scolastico ero bravo, mentre se David vinceva il premio per il miglior progetto di scienze bisognava celebrarlo! David era il preferito di mio padre, poi deve essersi ribellato, che ne so? Magari quando ha scoperto la faccenda di Roberta. Così mio padre si è accorto di me, ma io ero già troppo inasprito verso mio fratello. >> Racconta. Dovevano proibire a Daniele di farei dei figli! Per quanto la battuta possa sembrare cattiva visto che se così fosse stato il mio ragazzo, la mia migliore amica, Michael e David non esisterebbero (Barbie ho-un-criceto-in-prognosi-riservata-al-posto-del-cervello è trascurabile).
<< E tu, invece di affrontare l’argomento, hai preferito fare lo stronzo con tuo fratello! >> Concludo il racconto.
<< All’epoca non mi passava neanche per l’anticamera del cervello di parlare con i miei famigliari di sentimenti e cose simili. Non che adesso sia diverso. >> Commenta.
<< Sarebbe stato tutto diverso se avessi fatto vedere alla tua famiglia che sotto questi pettorali c’è un cuore che batte! >> Osservo, accarezzando il suo petto.
<< A me basta che lo sappia tu. >> Risponde ammirando il miei occhi verdi. Avvampo. Mi sento come se mi stessero trafiggendo lo stomaco con una spada! Non mi ero mai sentita così di fronte allo sguardo di un ragazzo! Lambisce la mia guancia con una mano e ci avviciniamo reciprocamente per scambiarci un tenero bacio. Si avvicina lentamente a me così finisco con la schiena premuta contro il divano e il suo corpo parzialmente su di me, mentre continua ad accarezzare la mia pelle e a baciare le mie labbra. Con il palmo della mano accarezzo il suo petto, scendendo lentamente lungo il resto del torace. Dirotto il mio tocco sulla schiena prima di raggiungere la vita dei jeans che indossa. Morde leggermente il mio labbro inferiore interrompendo la sequela di baci, sorridendo.
<< Bastarda! >> Esclama giocosamente. Sorrido di rimando prima di farmi largo all’interno del suoi jeans e di giocare con l’elastico dei boxer. Geme. China il capo su di me e posa sul mio collo soffici baci, dopo aver scostato dolcemente i miei capelli. Veniamo interrotti dal suono del campanello e ci guardiamo negli occhi.
<< Zitta, facciamo finta di non essere in casa. >> Sussurra Giulio. Mi tappa la bocca con il palmo della mano per evitare che scoppi a ridere! Chiunque sia non desiste perché continua a suonare. Se è quella sgualdrina di Lena giuro che la massacro a suon di calci!
<< Silvia, sono la mamma, sei lì per caso? >> Sentiamo dire. Aggrottiamo le sopracciglia.
<< E’ mia madre, non la posso lasciare sul pianerottolo. >> Osservo sotto voce. Giulio sbuffa prima di alzarsi per indossare la t-shirt. Peccato! Quando apro la porta non mi aspetto certo di trovare mia madre in compagnia di armi e bagagli! Osservo di stucco il suo trolley zebrato.
<< Buonasera, mi dispiace avervi disturbato ma non sapevo dove andare. >> Saluta, con la voce rotta in alcuni punti visto che sta piangendo. Si asciuga il naso con un fazzolettino che ha senza dubbio vissuto istanti migliori prima di entrare in casa.
<< Entra mamma, ma cos’è successo? >> Le domando.
<< Michel ed io abbiamo litigato e me ne sono andata! >> Esclama.
<< Ti ha cacciata? >> Domando. Cosa sarà successo di tanto grave da arrivare a questo? Scuote il capo.
<< No! Durante la lite ho minacciato di andarmene, speravo che lui davanti a questa mia minaccia mi pregasse di restare… >> Inizia a raccontate. Scuoto il capo incredula. Che mossa stupida!
<< Ma così non è stato. >> Ne deduco, visto che ora si trova qui con una piccola parte del suo guardaroba.
<< Anzi, ha detto che ero libera di scegliere e che non mi avrebbe fermata! Cosa dovevo fare, rimangiarmi la minaccia e fare le figura dell’idiota? Ho messo due cose in valigia e me ne sono andata! >> Completa il racconto.
<< E la tua speranza è che lui ti chiami e ti implori di tornare? Della serie “se non ha preso sul serio la minaccia lo sistemo con i fatti”? >> Ne traggo la conclusione. Annuisce. Ma devo esserle io a insegnarle l’ABC con i rapporti con gli uomini (proprio io che mi lascio infinocchiare così bene)? E’ risaputo che gli uomini reagiscono passivamente a certe minacce, almeno la maggior parte!
<< Ho fatto una cazzata, vero? >> Mi domanda conferma.
<< Sì mamma, e anche bella grossa. Michel è bello, un uomo benestante, intelligente, il tipo d’uomo che si occupa della propria compagna e non le fa mancare niente, dall’affetto alle cose materiali, e tu agisci così? E poi perché avete litigato? >> Domando, quando sento un colpo di tosse del mio Giulio che abbiamo totalmente ignorato.
<< Io porto dentro il suo bagaglio e chiudo la porta visto che la freddo! >> Osserva, attuando le azioni che ha anticipato.
<< Ops, scusa. Mamma ti presento Giulio Valencia, Giulio lei è mia madre, Alma Gomez! >> Li presento. I due si salutano con un guancia a guancia.
<< Molto piacere signora. >> La saluta il mio Giulio.
<< Solo Alma, piacere mio, e sei anche molto più carino dell’ultimo! >> Osserva mia madre.
<< Mamma! >> La riprendo scuotendo il capo. Giulio sorride compiaciuto. Ti pareva!
 << Mi dispiace per l’invasione. >> Si scusa nuovamente.
<< E dove altro potevi andare, mamma? Bhe, ovviamente non puoi stare qui da Giulio! Dormirai nella mia stanza, oltre il pianerottolo. A Francesco non dispiacerà coabitare con te per qualche tempo. A proposito, come mai hai suonato qui? >> Le domando.
<< Perché a casa vostra non c’è nessuno. E tu dove andrai a stare piccola mia? >> Mi domanda mia madre.
<< Bhe, io un’idea c’è l’avrei! >> Interviene Giulio. Per fortuna volevo andarci piano!
 
 
[Armando]
Ciao cognatina, spero mi perdonerete se non vi ho più fatto avere notizie in questi giorni. Come vanno le cose lì? Spero che i miei figli non vi facciano dannare troppo! Quest’oggi abbiamo avuto dei visitatori e una coppia sempre molto interessata alla villa. Mi piange il cuore, ma non lo posso dire a mio marito che si comporta già come un disco incantato, continuando a ripetere “mi dispiace”! So che è sincero, lo leggo nei suoi occhi, ma sono stanca di sentirlo… Soprattutto perché colei che dovrebbe sentirsi in colpa sono io! Oggi Kristoff mi ha proposto di ricominciare. Di acquistare un appartamento a Bogotà dove ricominciare daccapo! Ovviamente io sono in stato confusionale visto che solo pochi giorni fa volevo divorziare da lui e questa proposta mi confonde sempre di più! Ma la vuoi la verità? Mi sento così in colpa sta stavo per accettare! Sì, mi sento in colpa perché quel bacio che ho dato a Daniele rimescola le carte e mi tormenta! Che persona sono se chiedo il divorzio a mio marito, dopo aver baciato il mio ex? Non faccio che ripensare a quel bacio e sto male. Cosa devo fare? Come farò quando tornerò li a rivedrò Daniele al lancio? Non far leggere questo messaggio, anzi tema, ad Armando please! Male interpreterebbe il mio sentimento verso Daniele. Un bacio.
 
 
Quando ho visto che mia sorella aveva scritto a mia moglie e non a me, dopo giorni e giorni di silenzio stampa, non ho resistito alla curiosità e ho letto il messaggio! Dovrei fraintendere ciò che prova per Daniele?! Già è grave il fatto che provi “qualcosa” verso quel soggetto poco raccomandabile! Che si facesse ipnotizzare se non riesce a dimenticarsi della cazzata che ha fatto baciandolo! Se Kristoff lo dovesse scoprire mia sorella non sarebbe granché difendibile…
Blocco il telefono, lo poso sul comodino e ritorno nella mia metà nel letto incrociando le braccia al petto quando sento mia moglie tornare verso la stanza da letto. Afferra il suo cellulare quando si siede sul letto.
<< Che strano, lo avevo sentito squillare ma la notifica del messaggio non c’è! >> Osserva, lanciandomi una chiara frecciatina. Dopo tutto è un genio della finanza, non posso scamparla su questioni tanto banali.
<< Armando, hai letto il messaggio, vero? >> Mi domanda dopo averlo letto anche lei.
<< Sì! Quando ho visto che il mittente era mia sorella l’ho letto. Non credevo che aveste dei segreti di cui io dovrei essere tenuto allo scuro! >> Rispondo offeso.
<< Cami non voleva che lo leggessi per evitare che ti agitasti. Cosa che hai fatto, vista la tua faccia! >> Osserva.
<< Mia sorella prova “qualcosa” verso Daniele. Che faccia dovrei avere? >> Domando. L’unica faccia adatta è quella da funerale!
<< Tua sorella non prova niente verso Daniele. E’ divorata dai sensi di colpa e pentita per ciò che ha fatto! Se tu baciasti Marcella ti sentiresti in colpa o di botto si riaccenderebbe in te la scintilla? >> Propone il paragone. Se dovessi baciare Marcella vorrebbe dire che ho raggiunto il più grave stadio di demenza senile!
<< Non potrei mai baciare Marcella quando ho una moglie molto più bella, dolce e sopportabile! >> Rispondo, baciandole una spalla non prima di aver spostato la bretella della canottiera. Sorride.
<< Mi sentirei in colpa, ovviamente, mi sentirei la feccia del genere umano visto che amo e adoro mia moglie. Ma mia sorella fino a due ore fa voleva divorziare e andava predicando di non amarlo più non provando il minimo senso di colpa! >> Osservo, rispondendo alla sua domanda.
<< Evidentemente in questi giorni tra i due è accaduto qualcosa che non sappiamo e il rapporto sta migliorando? Oppure proprio quel bacio ha fatto capire a tua sorella che nonostante non sia il principe azzurro ama ancora suo marito! >> Ipotizza la mia consorte.
<< Mia sorella dovrebbe farsi visitare da uno bravo! Spero solo che risolva i suoi tormenti interiori prima del lancio! >> Mi auguro.
 
 
 
[Roberta]
Crede di poter darmi ordini come se fossi uno dei suoi galoppini in politica?! Certo, si stavano comportando bene e sono stata io a inviare la discussione. Ma come biasimarmi? Non posso condividere con loro la stessa stanza e chiacchierare del più e del meno come se niente fosse!
<< Se ne sono andati adesso, me lo fai un sorriso? >> Mi domanda il mio fidanzato, accarezzandomi un ginocchio. Gli lancio uno sguardo. Mio padre non sa ancora niente dell’evoluzione che ha preso il nostro rapporto!
<< Mamma, me ne prepari un’altra? >> Domanda Olga, mentre mastica l’ultimo boccone della sua piadina.
<< Un’altra?! Magari potresti mangiare della frutta. >> Suggerisce il suo fidanzato. Mia sorella sbuffa.
<< Non credere che ti permetterò di abbuffarti di schifezze per i prossimi 8 mesi! >> L’avvisa Alex. Sorrido. Sono così teneri!
<< Ti sbuccio una mela, va bene cara? >> Propone mia madre.
<< Potevate evitare di invitarli… >> Brontolo verso mio padre.
<< Credi che a me abbia fatto piacere? No, per niente! Non ti biasimo per non aver potuto evitare di insultarli. Quei due te le tolgono di bocca! >> Chiosa mio padre.
<< … e dalle mani! >> Completa l’intervento il mio ragazzo. Ha picchiato Daniele per difendermi, si è talmente inalberato quando ha saputo che era venuto a casa mia e mi aveva sconvolta con le sue parole… Non credevo che Lorenzo si sarebbe mai accorto di me. Scrollo leggermente il capo e torno sulla terra quando lui tossisce e mi rendo conto che lo sto fissando con gli occhi a cuoricino.
<< Bhe, ora che siamo rimasti soli potresti spiegarmi cos’è questa storia? Prima stai con Gonzalo, poi non è vero! >> Introduce l’argomento mio padre. E’ arrivato il momento! Michael, Cèsar e Olga mi lanciano sguardi di incoraggiamento. Mamma torna dalla cucina con il piattino in mano, lo posa sul tavolino e prende posto accanto a mio padre.
<< Grazie mamma. >> La ringrazia mia sorella, offrendo della mela a nostro fratello. Ma non smette mai di avere fame?
 
 
 
[Francesco]
Class Huber ha tutte le caratteristiche dell’uomo che non mi ha mai attratto: troppo indipendente, troppo libertino, troppo mordace. Certo, non che in passato scegliendo uomini diametralmente opposti mi sia andata bene… Ma questo ragazzo ha ben chiara la sua idea di relazione: un rapporto puramente carnale senza sentimentalismi e progetti a lungo termine. Ho già mentito su ciò che cerco dalla mia vita sentimentale – e non avrei dovuto – non vorrei diventare una tacca sulla sua cintura! E’ meglio che questa serata resti un episodio isolato. Accosto sotto il palazzo in questo quartiere di lusso dove vive la famiglia Mendoza.
<< Ti ringrazio del passaggio e della serata. >> Esordisce, dopo un percorso un auto di venti minuti in religioso silenzio.
<< Grazie a te. >> Rispondo evitando accuratamente di guardare quei suoi occhi azzurro chiaro!
<< Ho l’impressione di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato! >> Osserva con acume notando il mio atteggiamento di forzata indifferenza.
<< No,perché pensi questo? E’ stata una serata piacevole. >> Mento.
<< Da ripetere? >> Mi domanda, celando un secondo invito a uscire. Si e no!
<< Io non ti ho detto tutto. Attualmente frequento già un’altra persona, e la poligamia non rientra nei miei requisiti. >> Mento di nuovo. Potrei scrivere un romanzo con tutte le balle che sono uscite dalla mia bocca stasera!
<< Ah. Bhe io non direi ad anima viva che tu ed io ci frequentiamo ma se la situazione ti imbarazzerebbe sto al mio posto. Grazie per la serata! >> Saluta per la seconda volta. Sto per rispondere al saluto quando si porge verso di me e con le sue labbra assaggia il mio labbro inferiore. E’ un bacio semplice e che dura mezzo secondo ma che mi lascia del tutto spiazzato.
<< Questo era solo uno sfizio che volevo togliermi, resterà tra di noi. Ciao, ci vediamo. >> Saluta strizzandomi l’occhio prima di scendere dalla mia auto. Resto imbambolato a guardare il nulla!
 
 
[Marcella]
Una volta usciti dall’abitazione di Nicola e Leonora ci accingiamo tutti a salire sulle rispettive auto, parcheggiate lungo il marciapiede.
<< Andate avanti. >> Indico a mio fratello, sua moglie, mia sorella e l’uomo che, incapace di interere e di volere – evidentemente – ho sposato. Mario ed io restiamo soli.
<< Temevo che avresti detto tutto ad Alex! >> Confesso.
<< Così davanti a tutti e senza parlarne prima con te? Non lo farei mai. >> Mi assicura.
<< Io credo che dovremmo dirglielo, quanto prima! Alex probabilmente si sposerà e tra qualche mese sarai nonno. Penso che sia tuo diritto riconoscere la creatura come tuo nipote. >> Ragioni a voce alta.
<< Non ci avevo pensato. In effetti queste novità cambiano le cose. E vorresti farlo al pranzo di domani? >> Mi domanda. In effetti sarà una delle rare occasioni di riunione. Ma come potrei giustificare le presenza di Mario?
<< Facciamo così! Non dirò a nessuno del tuo arrivo. Dirò loro che ci sarà un ospite a sorpresa così nessuno farà delle domande sul tuo ruolo. >> Propongo. Domani sarà un’altra giornata campale!
<< Ah, e quando arrivo glielo diciamo? Via il dente via il dolore? >> Osserva.
<< Domani è l’occasione giusta e voglio togliermi il pensiero. >> Intervengo.
<< Tuo marito cosa ne pensa? >> Mi domanda. Voltiamo lo sguardo verso di lui che appoggia il fondo schiena alla sua auto. Magari mi sta aspettando per intercettarmi, visto che la mia è parcheggiata davanti alla sua e per raggiungerla devo passarci davanti!
<< Non lo sa, è un pensiero che ho avuto poco fa quando vi siete salutati. Siamo d’accordo, allora? >>
<< Certo. A domani. >> Mi saluta. Ci scambiamo un guancia a guancia.
<< Buonanotte. >> Saluta rivolto a mio marito il quale, svogliatamente, risponde sventolando la mano. Mario mette in modo l’auto e se ne và. Traggo un profondo sospiro prima di intraprendere la strada verso la mia autovettura. Farfuglio un atono “buonanotte” carico di risentimento quando passo davanti a mio marito il quale mi afferra un braccio e mi costringe a fermarmi.
<< Di cosa avete parlato tu e Calderon? >> Non perde tempo a chiedere.
<< Del modo e del momento giusto per dire ad nostro figlio chi è il suo padre vero padre. >> Affermo, scegliendo le giuste parole per ferirlo!
<< Con “nostro” non intendo mio e tuo, ovviamente! >> Osserva contrito. Non rispondo.
<< Ad ogni modo ti informo che glielo diremo al pranzo di domani. Dopo tutto Calderon diventerà nonno e mi sembra il momento giusto per permettergli di entrare nella vita di Alexander. >> Gli comunico.
<< SENZA CONSULTARMI?! DANNAZIONE MARCELLA! NON MI VUOI PIU’ COME MARITO? E’ UN TUO DIRITTO! MA SONO ANCORA IL PADRE DI ALEX, L’UNICO PADRE CHE ABBIA MAI AVUTO! >> Inveisce. Non oso guardarlo negli occhi perché dentro di me mi rendo conto che aver ignorato la sua opinione è stato ingiusto… Quest’uomo, per quanto con me si sia comportato come un bastardo, è stato colui che ha tifato per Alexander durante le partire di calcio, che lo ha portato a pesca in barca, che l’ha consolato dopo la prima batosta amorosa alla tenera età di 14 anni.
<< Pazzesco… Non hai niente da dire. >> Commenta incredulo davanti al mio silenzio.
<< Bene. Se hai già deciso tutto da sola posso anche non venire al pranzo di domani, immagino di non essere il benvenuto! >> Afferma comportandosi da vittima indifesa prima di occupare il posto di guida della sua auto e andarsene senza neanche salutare.
 
 
 
[Lorenzo]
In uno stato di agitazione neanche lontanamente paragonabile al sentimento provato nel giorno in cui ho discusso la mia tesi di laurea – quello a confronto era una specie di leggero turbamento – mi mordo il labbro inferiore spostando lo sguardo dal mio potenziale suocero – dico potenziale perché tra cinque minuti potrei essere morto – alla la mia dolce e bellissima ragazza la quale si tormenta le mani mentre inizia a balbettare un resoconto di quello che è stato l’equivoco con Gonzalo.
<< Sì è trattato di un equivoco, papà! >> Esclama come prologo.
<< Aahah. Questo particolare mi è sufficientemente chiaro! Quello che vorrei sapere è come siete arrivati a questo malinteso? >> Domanda Nicola, impaziente di fronte a questo tergiversare.
<< Vedi, la sera del cocktail Armando mi ha vista…. in compagnia del mio vero ragazzo. Non lo ha visto in volto e, dato che i due vestivano con un completo del medesimo colore, Gonzalo, pensando di farci un favore, ha fatto credere di essere lui quel ragazzo, alla presenza di suo padre Marcus. Ecco perché Marcus ti ha telefonato! Gonzalo cercava solo di far guadagnare del tempo a me e al mio ragazzo…. Non eravamo pronti ad annunciarvi la nostra relazione. >> Racconta la mia ragazza sfoderando tutta la sua maestria nell’uso delle parole. Lo sguardo di Nicola si sposta su di me e stiro le labbra in una specie di sorriso disinvolto. Che stia pensando a come uccidermi? Il silenzio è spezzato solo dal rumore che viene prodotto dalle mascelle di Olga che masticando trasforma la mela in bolo.
<< Papà? >> Lo richiama cautamente all’attenzione Roberta.
<< Ovviamente Armando ha ritenuto superfluo telefonarci per raccontarci di averti sorpresa appartata a fare sconcezze con chissà chi durante un party affollato! >> Si lamenta Nicola.
<< Sconcezze… non penso sia il termine più adatto. >> M’intrometto. Nicola mi fulmina con lo sguardo.
<< Tu cosa ne sai? Non mi verrai a dire che eri presentente spero! >> Tuona. Per quanto qualcuno potrebbe aspettarmelo, l’esperienza nel menage a trois non rientra nel mio curriculum e neanche m’interessa.
<< Bhe, ovviamente ero presente… >> Puntualizzo, sperando che mangi la foglia! Cosa ci vuole per capire? Nicola si alza.
<< QUESTO POI E’ IL COLMO! MA SEI COMPLETAMENTE USCITA DI SENNO?! >> Inveisce contro la figlia maggiore. Ci alziamo anch’io e Roberta.
<< Papà, calmati, hai preso fischi per fiaschi! E’ Lorenzo! >> Confessa Roberta.
<< Scusa? >> Domanda confuso. Leonora si alza e posa una mano sulla spalla del marito.
<< Tesoro, Lorenzo è un fidanzato di nostra figlia. E’ con lui che Armando l’ha vista quella sera alla festa. >> Gli spiega con parole comuni sua moglie. Trattengo il fiato come se stessi per tuffarmi in piscina. Roberta annuisce davanti all’espressione sbalordita del padre.
<< V-voi lo sapevate? >> Domanda al resto della famiglia. Olga annuisce con la bocca piena. Cèsar la imita.
<< Io l’ho saputo questa mattina. >> Spiega Leonora. Mi rischiaro la gola con un colpo di tosse prima di intervenire. Che ansia!
<< Immagino la tua sorpresa Nicola… E mi dispiace di aver scatenato questa sequela di equivoci! Mio padre ci aveva visto giusto: era sicuro che fossi io quel ragazzo e probabilmente avrei confermato il suo sospetto se la questione fosse stata sviscerata in privata sede e non inaspettatamente davanti al jet set di Bogotà! >> Mi giustifico. E che cavolo! Perché dovevo annunciare questa unione alle condizioni di mio padre e di quell’impiccione di Calderon, che sembra stare sempre tra i piedi? Mia madre non ha tutti i torti a non sopportarlo!
<< Perciò… Tu sei il ragazzo di mia figlia? Cioè, tu la ami? >> Domanda dopo aver deglutito a vuoto. Sembra che gli stia per venire un embolo! Annuisco abbozzando un sincero sorriso. Sì, l’amo da morire!
<< Papà ti porto dell’acqua! >> Esclama Roberta osservando la brutta cera di mio suocero. La trattengo e le passo un braccio dietro il collo.
<< Sì Nicola. Io amo follemente questa ragazza, vostra figlia! La stessa ragazza con cui sono cresciuto, la bambina a cui facevo i dispetti da piccoli… E lo so, Nicola, cosa starai pensando! Che ho sempre fatto il provolone con tutte… >> Introduco il mio discorso quando vengo interrotto da un commento pungente di mio suocero.
<< No, perché mai? Ci mancava poco che fossimo costretti a metterti in guinzaglio sotto il periodo di una sfilata, per non parlare della sera del lancio! >> Osserva. Incasso.
<< Sì, non credere che me lo sia dimenticato. Me ne vergogno come un ladro! E me ne vergogno doppiamente quando ripenso al fatto che ciò avveniva sotto gli occhi di Roberta che era segretamente innamorata di me. Non posso modificare ciò che è stato ma posso fare qualcosa oggi e per il futuro! La rivelazione è arrivata come una doccia fredda ma è anche stata la scoperta più sconvolgente e felice della mia vita perché mi ha condotto lungo la mia strada! Il mio posto accanto a Roby, e l’ho capito meglio tardi che mai. Probabilmente per me non è mai stata solo un’amica, ma me ne sono accorto solo ora. >> Bacio la tempia di Roberta alla fine di questo mio intervento. Ci scambiamo uno sguardo.
<< I tuoi occhi brillano. >> Le faccio notare sorridendo.
<< Anche i tuoi. >> Osserva diventando cremisi in volto.
<< Non sono carini? >> Interviene la madre di Roberta, trovando l’assenso dei suoi figli e dei rispettivi partners. Nicola si siede e lo imitiamo. Il suo sguardo mi fa sentire un piccolo verme che può spiaccicare quando vuole!
<< Io non me la sento di dubitare della tua buona fede, Lorenzo. Se dici di esserti invaghito di mia figlia, evidentemente è vero! Ma non posso ignorare i fatti passati. Se avessi ricevuto un peso per ogni ragazza di cui ti sei invaghito negli ultimi dieci o undici anni a quest’ora sarei più ricco di Mark Zuckerberg! >> Osserva pungente.
<< Nicola…. >> Lo rimprovera tranquillamente sua moglie. Osservo il pavimento talmente attentamente da notare una minuscola macchiolina talmente piccola che alla perfetta padrona di casa che è Leonora dev’essere sfuggita! Roberta sta per rispondere ma prendo io la parola: tocca a me liberarmi da questa rete di pregiudizi!
<< Non è esatto, Nicola. Una cosa è “invaghirsi” come lo intendi tu ovvero desiderare qualcuno quasi da esserne ossessionato, incapricciarsi, come una donna può desiderare un paio di scarpe. Io voglio dire che sono follemente e irrimediabilmente innamorati di Roby! >> Metto in divario tra i due concetti. “Follemente e irrimediabilmente innamorato”… Dopo quest’affermazione fatta di fronte a suo padre mi sarebbe impossibile scappare senza conseguenze, anche se desiderassi di farlo!
<< Voglio dire che mi manca l’aria quando sono costretto nel mio ufficio senza poterla avere accanto, per ciò la tartasso di messaggi anche le ore di lavoro, vuol dire che certe volte mi incanto ad osservarla per fino mentre si lava i denti! Vuol dire che mi viene un travaso di bile quando la vedo parlare con un altro uomo e si sorridono anche solo per pura cortesia! >> Concludo. La nostra attenzione viene catturata da Olga che tira su con il naso, ha gli occhi lucidi.
<< Saranno gli ormoni? >> Ipotizza in cerca di una scusate.
<< Figlia mia, credo sia troppo presto per usare questa scusa. Credo piuttosto che sia pura sensibilità visto che sono commossa anch’io! >> Interviene mia suocera.
<< E non solo tu, mamma. Sorella, vuoi un fazzoletto? >> Domanda Cèsar alla mia ragazza che sorride con le guance rigate dalle lacrime. Le cancello dalle sue gote con i pollici.
<< Quando smetterai di piangere di fronte ad ogni mia manifestazione d’amore? >> le domanda sussurrando.
<< Quando nevicherà a Quito? >> Risponde lei con ironia. Sorrido teneramente e le accarezzo una guancia. La mia ragazza di alza dal posto dove è seduta, aggira il basso tavolino del salotto e si inginocchia di fronte a suo padre. Gli prende le mani.
<< Papi, io sono felice. Felice! Tu lo puoi essere per noi? >> Gli domanda Roberta. Nicola le accarezza il capo.
<< Non serve dirti che è fondamentale la tua benedizione. >> M’intrometto. Nicola è come uno zio… Non potrei vivere con il suo disprezzo!
<< Cosa devo dire? Vi sembrerò noioso o come direste voi “una palla” ma l’unica che posso dirti, Lorenzo, è che ti spezzerò entrambe le gambe se la farai soffrire! I miei figli sono tutto per me! >> Esclama. Oddio, non è “vi do la mia benedizione”, ma è il modo suo per dire che non opporrà! La mia ragazza sorride prima di allacciargli le braccia al collo con talmente tanta foga che cade sul divano tra i suoi genitori e sua madre, divertita, afferma “stai attenta!”.
<< Grazie, papà! Grazie, grazie! Ti voglio bene! >> Esclama Roby.
<< Anche a te, ovviamente, mamy! >> Aggiunge, baciando la guancia a sua madre e passandole un braccio dietro al collo, utilizzando appellativi come “papi” e “mamy” che lei, come altri figli, tirano fuori quando è ora di fare i lecchini! Sorrido intenerito. Nicola si alza a si avvicina a me.
<< Zio, Papà… adesso come caspiterina devo chiamarti? >> Ironizzo, prima di essere abbracciato vigorosamente dal mio neo-suocero.
<< Meglio tu che chiunque altro, figlioccio mio, ma non lo dire alle mie figlie! >> Mi sussurra all’orecchio nell’istante in cui il nostro abbraccio è più stretto. Sorrido e annuisco sorridente quando si separiamo.
<< A proposito, noi viviamo già insieme. A Bogotà, voglio dire! >> Esclama Roberta vomitando la notizia con il dovuto tatto. Nicola mi fulmina con lo sguardo, ma lo fa solo per mantenere le apparenze! Vero?
 
 
 
[Daniele]
<< Ma non potete mancare a questo pranzo! Avevate promesso che si sareste stati quando avessi detto la verità ad Alex! >> Protesta Marcella,dopo aver udito la nostra decisione.
<< Marce, Roberta non può vederci neanche in fotografia, sostenuta da quel veicolo di malattie veneree che ha scelto come fidanzato. E se ci aggiungiamo anche il mio calmo marito questo pranzo finirebbe per diventare una svendita al mercato rionale! >> Puntualizza mia moglie.
<< Ah,sarebbe colpa mia adesso? Lei ti ha insultata senza pretesto! Cercavo solo di difenderti! >> Cerco di scagionarmi. Non posso essere la causa di tutti i mali del mondo!
<< Amore, ho capito le tue intenzioni e te ne sono grata. Ma non posso neanche biasimare Roberta! Sua sorella e nostro nipote metteranno su famiglia ma per lei questo avvenimento, giustamente, non costituisce un motivo valido per perdonarci. Non avresti dovuto redarguirla. >> Mi ricorda. Sospiro infastidito. No, dovevo batterle in cinque per aver insultato gratuitamente mia moglie! Capisco che siamo dalla parte del torto ma a tutto c’è un limite! Avesse avuto un buon pretesto per insultarla…
<< Comunque sia io vi voglio qui domani! Le nostra famiglie si uniranno e, che ai Mora piaccia o meno, anche voi ne fate parte. >> Afferma perentoria Marcella. Afferra la mano che posto sul bancone della cucina dove stiamo consumando una camomilla. Afferra anche la mano di Patrizia.
<< Ci siamo appena riuniti. Non vi voglio perdere di nuovo! >> Sorrido impercettibilmente di fronte a questa sua dichiarazione. Mia moglie e mia sorella si abbracciano mentre io mi defilo. Il pranzo di domani sarà un massacro, me lo sento! Per fortuna, grazie ad Armando, sono abituato alle grida. Ma riuscirò a sotterrare quella mia parte impulsiva e mordace che m’impedisce di contare fino a 100 prima di aprire bocca?!
 
 
 
[Giulio]
Stiamo insieme da l’altrieri e mi ritrovo la suocera oltre il pianerottolo. Ottimo! Spero che non mi tocchi sorbirmela ogni mattina a colazione, visto che l’appartamento di Silvia è fornito di cucina e dispensa colma di generi alimentari. E poi, visto che questo splendido rappresentate dei genere femminile che è la mia ragazza, da stanotte dormirà al mio fianco, ho altri programmi al mattino, in cui mia suocera non ha alcun ruolo! Poso il borsone di Silvia - anche se abita oltre la mia porta ha praticamente traslocando, a giudicare dal peso del borsone, e ciò non mi dispiace – sul lettone e sprofondo sopra di esso. Se chiudo gli occhi riesco solo ad immaginare il volto di mio padre e quello di Isabella! E’ pura follia. Ci sarà un’altra spiegazione? Apro gli occhi quando la mia ragazza entra nella stanza, apre il borsone e ne estrae una trousse che posa sul cassettone.
<< Cos’è quel ghigno? >> Mi domanda.
<< Sei entrata nella mia stanza da letto e sei ancora viva! >> La prendo in giro. Chiude gli occhi a due fessure e mi fulmina con lo sguardo.
<< Posso sempre dormire sul divano di casa mia, o sul tuo! >> Mi sfida. Con uno scatto degno di un ghepardo mi alzo per avvicinarmi a lei e l’abbraccio da dietro.
<< Spostati sul divano e costringerai anche me al mal di schiena. Io vado dove vai tu! >> Le soffio nell’orecchio. Stira le labbra in un sorrido. Le bacio una gota. La nota positiva è che l’arrivo inatteso di Alma mi ha distratto da questa inaspettata e spaventosa novità. Non perché l’idea di avere Isabella come sorella sia catastrofica di per sé, visto che sembra proprio essere una specie di santa, ma per una serie di tragedie greche che travolgeranno la mia famiglia. A partire dalla reazione spropositata che sicuramente avrà mia madre – prima di guardarsi allo specchio e ritrovare la ragione – e concludendo con la scenata isterica che sicuramente ci regalerà la piccola e viziata Giulia. Io, David e Michael ci ritroveremo in mezzo a questa follia cercando di calmare gli animi e di far ragionare un po’ tutti. Obbiettivamente parlando poteva andarmi peggio e poteva uscire una squinternata come la famigerata zia MariaBeatrice.
<< Andrà tutto bene! Ti posso assicurare che Isabella è un tesoro di ragazza. >> Mi richiama dalle nuvole la mia ragazza.
<< Non lo metto in dubbio. >> Rispondo. Se Diego ha mollato quella papera di Paola per mettersi con lei non potrà essere tanto male!
<< Non sono psicologicamente pronto al pranzo di domani. E poi cosa dovrei fare, fingermi sorpreso? Nascondere che David ed io lo avevamo già scoperto? >> Mi chiedo. Lei si volta e mi allaccia le braccia al collo.
<< Non le puoi dire che David lo sa già! Sarà lei a parlare a tua fratello. Le puoi sempre dire che vista la frase del suo messaggio io ho avanzato la teoria della parentela, e perciò eri arrivato preparato a quel pranzo! >> Suggerisce. Bacio castamente le sue labbra prima di attirarla a me e abbracciarla.
<< Dovremmo accompagnarla quando lo dirà al resto della famiglia. La tua amica avrà anche mille pregi ma il coraggio non è tra questi, mi pare, visto che per poco non si metteva a piangere quando mio padre l’ha maltrattata. Non ha le armi necessarie per affrontare Giulia e mia madre! Credimi, mia madre sa essere davvero sgradevole se vuole. >> Rifletto ad alta voce. Ci separiamo e mi guarda con gli occhi che brillano.
<< Mi dispiace se l’ho offesa, ma a volte sembra senza spina dors… >> tento di giustificarmi di fronte al suo silenzio.
<< E’ di carattere remissivo. E tu ti preoccupi già per lei! >> Osserva, accarezzandomi una guancia.
<< Diciamo che provo pietà. Ne ha già passate tante  e cade dalla padella sulla brace, visto che non siamo il tipo di famiglia da pubblicità! E che mia madre e mia sorella sanno essere due streghe quando ci si mettono. Che resti tra noi! >> La prego. Ridacchia.
<< Non è un segreto che sopporto tua sorella come sopporto i crampi del primo giorno delle mestruazioni! >> Aggrotto le sopracciglia scuotendo leggermente il capo. Che paragone!
<< La mia Isa ed io siamo cognatine… Bello, no? >> Riflette a voce alta. Diego ed io siamo cognati… Lorenzo ed io siamo cognati… una favola!
<< Sono contento per voi! Cosa ne dici di togliere i tuoi abiti dal borsone e di metterli nel cassetto che ho svuotato prima? >> Propongo, saltando di palo in frasca.
 
 
 
[Francesco]
Infilo la chiave nella toppa della porta del mio appartamento. L’abitazione è avvolta dall’oscurità, ciò mi suggerisce che Silvia non sia in casa ma che bensì si sia trattenuta nell’appartamento del suo nuovo ragazzo, oltre il pianerottolo. Mi libero del piumino e lo butto con non curanza sul divano. Necessito di un bagno e di un lungo sonno! Ma qualcosa dentro di me mi suggerisce che non riuscirò a prendere sonno! Con i polpastrelli mi sfioro le labbra e ripenso al bacio che mi ha dato. Non ha proprio paura di niente quel tipo… Si vede che è abituato a prendere la vita di petto! Io non mi sarei mai buttato in quel modo baciando qualcuno con cui ho cenato una sera… e un po’ flirtato, ammettiamolo! Trasalgo ed emetto un grido quando accendo la luce del soggiorno e mi trovo di fronte una donna con una vestaglia da camera rosa, ciabatte con il pelo, i bigodini in testa e la faccia imbrattata da una sostanza verde.
<< Francesco, buonasera. Non ti ho sentito! >> Si giustifica, togliendosi gli auricolari dalle orecchie tramite cui, presumibilmente, stava ascoltando il suo amatissimo Enrique Iglesias! Ancora ricordo i pomeriggi di studio a casa di Silvia con quel cantante sparato a tutto volume.
<< Alma… Stava per cogliermi un infarto! Ma cosa ci fai qui? >> Domando, appoggiando una mano al muro e l’altra al mio petto.
<< Una piccola crisi, passeggera ovviamente, con Michel. Ma si risolverà tutto! >> Se lo dice lei!
<< Silvia ha detto che posso stare qui in camera sua, non ti dispiace vero? Lei è andata a stare da Giulio. >> Mi spiega.
<< No, fa come se fossi a casa tua. >> L’invito. Il che suona come una battuta visto che a casa sua ci si sente già!
 
 
 
[Alexander]
<< Ho assoluto bisogno di un buon sonno dopo questa giornata. Voi non fate tardi e andate a letto presto, e intendo ogni uno nel suo letto! >> Precisa mio suocero,lanciando un’occhiata torva a Roberta e Lorenzo.
<< Ovviamente,Nicola. Grazie ancora dell’ospitalità,starò bene sul divano letto. Buonanotte. >> Augura verso i suoi suoceri.
<< Buonanotte. >> Ripetiamo coralmente io, Olga, Cèsar e mio cugino.
<< Buonanotte. >> Salutano i miei suoceri prima di imboccare le scale. Lorenzo e Roberta si prendono per mano e tornano il salotto dove iniziano ad aprire il divano letto.
<< Ti accompagno fuori? >> Propone Cèsar verso Michael. Mio cugino non trova la porta?
<< Certo. Alex ti aspetto in macchina. >> Mi ricorda mio cugino.
<< A domani. >> Saluta verso la mia fidanzata. La mia fidanzata… Sì! Questa donna, che per lo più sembra una bambina, è la mia fidanzata e presto mi darà un figlio. Quanto vorrei ricordarmi questo mese passato insieme… Ma prima di ogni altra cosa vorrei tanto baciare quelle sue labbra visto che oggi siamo stati interrotti! Traggo un profondo sospiro.
<< A domani. >> Saluta di ricambio la mia ragazza. Quando restiamo soli si stringe a me appoggiando la testa al mio petto e chiude gli occhi. Accarezzo i suoi capelli ricci ancora umidi.
<< Scusa. >> Bisbiglia. Cingo le guance con entrambe le mie mani e la costringo a guardarmi negli occhi.
<< Basta. In questa storia ho commesso io gli errori più grandi! Io non potrò mai dimenticarmi che stavo per preferire quella lì a te! Ma come vedi i sentimenti che ho maturato per in queste settimane sono più forti di tutto. >>
<< L’avresti lasciata per me se Ryan non ti avesse narrato la verità dei fatti? >> Mi domanda. Mi prendo qualche istante per riflettere. Sì, no…? Come faccio a saperlo?
<< Probabilmente ci avrei messo più tempo, troppo tempo. Ti prometto che mi farò perdonare da te e da lui… >> Le giuro, accarezzandole il ventre. Non vedo l’ora che diventi un enorme pancione!
<< O lei. >> Pone l’interrogativo la mia fidanzata. Sarebbe la fine del mondo se fosse una femminuccia! Sarei il papà di una ricciolina tutto pepe. Sorrido perdendomi in queste fantasie mentre continuo ad avvertire al tatto la sua morbida pelle.
<< I tuoi occhi… Speriamo che abbia i tuoi occhi, qualunque sarà il sesso, perché sono magnifici… >> Intervengo completamente stregato da quei suoi occhioni.
<< Ma smettila… >> Risponde, arrossendo leggermente. Mi protendo verso di lei e poso le mie labbra prima sull’angolo destro della sua bocca, poi su quello sinistro. Anche il profumo della sua pelle richiama nella mia mente l’idea di un piccolo tesoro da custodire con cura! Sorride mentre sposta leggermente il capo e facendolo le nostre labbra finiscono per sfiorarsi. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quello che sento: il mio cuore sembra un martello pneumatico! Lambisco il suo labbro inferiore. Non ho fatto che desiderare le sue labbra per tutta la sera da quando siamo stati interrotti! Vengo colto da un fremito quando sento la sua mano accarezzarmi la nuca. L’abbraccio forte accarezzandole la schiena e lei mi allaccia le braccia al collo. La mia famiglia!
 
 
 
FINE CAPITOLO 60.
 
 
Lo so, mi sono fatta attendere ed è un po’ più corto ma spero che sia piaciuto. Come vedete tutti gli scenari sono aperti e può ancora accadere qualunque cosa. E il finale – sempre che ne esista uno, magari di questo passo a 70 anni starò ancora scrivendo questa FanFiction – è tutto da decidere! Alla prossima!
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Betty la fea / Vai alla pagina dell'autore: Mew_vale