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Autore: Anukis    19/06/2017    2 recensioni
Nessuno vorrebbe mai svegliarsi con un Hollow a torreggiare sopra di sé, per giunta dopo essere appena morto. Nel caso di Aomura Okumi, a complicare le cose ci sono uno strano kimono nero e una spada dal carattere volubile. Seguendo gli insegnamenti di un pigro Shinigami senza peli sulla lingua, la ragazza dovrà imparare a destreggiarsi in una situazione che diventa sempre più pericolosa e misteriosa...
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[*Nota: la dicitura Nuovo personaggio si riferisce a tutti gli OC presenti nella storia, ovvero l'intero cast*]
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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the world without Logos


















 
  - Intendi persistere? -
  - M-Ma chiudi quella bocca! - sbottò Okumi.
  La verità era che non sapeva cosa fare. Il peggiore degli scenari possibili si stava realizzando sotto i suoi occhi.
  - Già, come immaginavo. -
  Zamuku scattò in avanti. Okumi non riuscì a vedere il suo primo passo, e nemmeno il secondo.
  Bastò un istante. Lo Shinigami incombeva sulla ragazza, la spada sollevata. Fu allora che il corpo di lui parve immobilizzarsi. L’attacco calò con lentezza innaturale.
  L’istinto ebbe il sopravvento su Okumi. Menò un fendente che deviò il colpo dell’avversario. Quest’ultimo scivolò di lato, assorbendo l’impatto.
  - Beh? - fece Zamuku, sorpreso - Cos’era quella velocità? Che trucchi nascondi, ragazzina? -
  Trucchi?
  - Ma se eri tu... ad essere lento! -
  - Niente giochetti con me, ragazzina! -
  Una scarica percorse il braccio destro di Okumi. L’arto si mosse da solo e, prima ancora che la ragazza se ne rendesse conto, la sua Zanpakuto stava bloccando quella di Zamuku.
  Ma che diamine...?
  Non aveva nemmeno visto il nemico muoversi. Come aveva potuto parare un assalto in quelle condizioni?
  Il braccio le faceva male, ma non si trattava della forza d’urto. Un doloroso pizzicore si generava nel palmo della mano stretta sull’elsa della spada, per poi spandersi ed infiammare tutti i muscoli.
  Zamuku ritrasse di scatto l’arma e si lanciò in una serie di affondi fulminei. Gli occhi di Okumi li registravano in ritardo. Eppure il suo braccio schizzava ad intercettare ogni attacco una frazione di secondo prima che potesse raggiungerla.
  Come dotato di volontà propria, l’arto maneggiò la spada per parare l’ennesimo colpo, stavolta al fianco. Non fu una collisione più violenta delle altre. Ci fu un rumore secco. La ragazza sentì la pressione sparire di colpo, mentre il peso nella sua mano si dimezzava.
  Quella che Okumi sollevò di fronte a sé fu una lama spezzata in due. Giusto il tempo di accorgersene, per poi vedere l’altra metà cadere a terra.
  - E qui cala il sipario... mia cara ragazzina impostora. -
  Okumi recepì a malapena quella frase.
  Il suo braccio sembrava sul punto di esplodere, con ogni muscolo teso all’inverosimile. Le sue dita non volevano saperne di aprirsi per lasciare andare l’elsa della spada. Infatti questa era diventata incandescente e pulsava, stretta nella mano della ragazza.
  - Sto parlando a te. Vuoi almeno degnarti di prestarmi attenzione? - la richiamò Zamuku, spazientito.
  - Zamukuuuu! -
  Una figura nera piombò dall’alto, frapponendosi tra i due combattenti. Un Jukunemu dall’espressione più scura del solito si sollevò in piedi, la Zanpakuto già sguainata.
  - Jukunemu! - si sorprese l’altro Shinigami - Che ci fai qui? Questa non è la tua zona. Potrei farti rapporto! -
  - Ah, sei sempre una rottura di palle, tu! Nessuno ti può pestare i piedi senza che tu lo vada a dire a mammina la Soul Society? -
  Un angolo della bocca di Zamuku si alzò a formare un mezzo ghigno. Sollevò la spada, agitandola in aria con fare noncurante.
  - Sarei lieto di continuare la... conversazione, ma a differenza di te ho un compito al quale assolvere. Questa criminale deve essere assicurata all’Unità Detentiva. Col tuo permesso... -
  - Già, beh, riguardo a quello... - il nuovo arrivato fece saettare gli occhi in direzione di Okumi - Scusa, ma oggi non porterai nessuno dalla mammina. -
  Lo sguardo del suo interlocutore si assottigliò. - Che cosa vorresti dire, Jukunemu? -
  - Non puoi far finta di non aver visto niente, vero? -
  Zamuku sgranò leggermente gli occhi, ma fu solo un attimo, prima di assumere un’espressione di assoluto disprezzo.
  - Ti prego, non dirmi che hai qualcosa a che fare con questa ragazzina. -
  - In sintesi, è così. -
  - Mi pareva che tu avessi già calpestato a dovere la tua dignità, ma questo è troppo anche per te, Jukunemu. -
  - Uuuh, vuoi metterla sul piano della dignità? Bene, perché anch’io posso rinfacciarti un paio di cosette. Ma non lamentarti se poi piangi, eh! -
  - Non cercare di sviare il discorso! La complicità criminale è tutta un’altra faccenda, non ha niente a che fare col personale! -
  Jukunemu sbuffò, grattandosi la testa. - Uff! Il problema è che ci credi davvero, alle stronzate che spari. Con te non si cava proprio un ragno dal buco! - di punto in bianco scoppiò a ridere - Ah! Un ragno dal buco! Cavolo, questa è buona! -
  - N-Non prendermi per il culo! -
  Zamuku assestò un fendente che avrebbe tagliato a metà l’altro, se questo non avesse parato senza troppi problemi.
  - Ehi, ma avevi pure evocato lo shikai? - Jukunemu indicò con il pollice dietro di sé - Dì un po’, siamo sicuri che stessi combattendo contro questa qui? -
  - Scusa, chi sarebbe “questa qui”? -
  Fino ad allora Okumi non aveva prestato grande attenzione alla discussione, troppo concentrata sul problema del suo braccio. Ora però che era finalmente riuscita a forzarsi ad aprire le dita e lasciare andare l’elsa della spada, il dolore iniziava a scemare, permettendole di concentrarsi del tutto su ciò che stava accadendo.
  - Che c’entri tu? Mica stavo parlando a te. -
  - Cattiva idea ignorarmi, Jukunemu! -
  Zamuku arretrò con un breve balzo. Fece roteare la spada, calando una serie di colpi da varie angolazioni. L’avversario adottò la stessa tecnica, facendo cozzare le loro armi più volte. Le Zanpakuto si incrociarono e le lame scivolarono l’una contro l’altra, fino a venire bloccate dalle rispettive guardie. I visi dei due contendenti erano a pochissima distanza.
  - Sei un dannato testone, tu... - mugugnò Jukunemu, continuando a spingere sulla spada.
  - A quanto pare, è l’unica cosa che abbiamo in comune. -
  - ...però credo che dovresti ascoltarmi. -
  - Solo per farmi quattro risate sulle tue patetiche scuse. -
  - Ridi per questo, allora: tu mi devi ancora un favore, se non sbaglio. -
  - Mi spiace, non ricordo nulla del genere. -
  Le spade cominciavano a tremare sotto la forza dei loro proprietari.
  - Rinfrescami un po’ la memoria, di che compagnia sei? - sogghignò Jukunemu.
  Zamuku digrignò i denti. Se con la sua altezza sembrava sempre sovrastare il rivale, ora invece non fu più solo un’impressione.
  - Io non ti devo alcun favore! -
  - Ho sentito bene? È la Decima, per caso? -
  Entrambi ruotarono il polso nel medesimo istante, disincastrando le guardie. Le due spade si ritrassero all’unisono, come se d’un tratto fossero diventate magneti della stessa polarità.
  Zamuku non abbandonò la guardia, al contrario di Jukunemu, che assunse la sua tipica posa con l’arma poggiata sulla spalla.
  Quest’ultimo riprese la parola, ora in tono più serio: - Fammi questo favore con le buone, Zamuku. Non costringermi a resuscitarti il buonsenso a forza di calci nel sedere. -
  Zamuku strinse la mascella, ma non replicò. Anzi, inaspettatamente diede la schiena agli altri due Shinigami. Rimase fermo ed in silenzio a lungo, forse intento a soppesare quanto gli era stato detto.
  - Io non ho paura di te. - esordì ad un certo punto - E di buonsenso ne ho già abbastanza da capire che non vale la pena massacrarci a vicenda. -
  Infine, si voltò. La malcelata insofferenza era evidente sotto il suo tentativo di mostrare la solita compostezza.
  - Alla luce di ciò, avrai il tuo favore, Jukunemu. Nessuno verrà a sapere niente di questa storia. Però non tirare la corda, sono stato fin troppo buono con te. -
  - Questo dovrei proprio dirlo io. -
  - Questione di punti di vista... - fu l’enigmatica replica.
  Zamuku scoccò un’ultima occhiata Okumi, fissandola come a volerle passare un muto ammonimento. Lei ricambiò lo sguardo con tutta la dignità che poté richiamare, anche alla luce della concessione fatta dallo Shinigami. Questi continuò a guardarla anche mentre scioglieva lo shikai e rinfoderava la spada.
  La sagoma di Zamuku si sfocò, sparendo mentre un sibilo si diffondeva nell’aria.
  Jukunemu abbassò finalmente la Zanpakuto, emettendo un verso di esasperazione.
  - Accidenti, discutere con quello mi fa sempre venire un mal di testa! -
  - Sei sicuro che farà come ha detto? - domandò Okumi, scettica.
  - Non ti preoccupare. È uno che ti fa girare subito le scatole, ma non si rimangia la parola. - informò, continuando a guardare nella direzione dov’era sparito Zamuku.
  - Beh, lo spero. -
  - E a te come va? Non sei ferita, vero? -
  - No, per fortuna. -
  - Ben... Merda! Oh, merda! Che è successo alla tua Zanpakuto? -
  Jukunemu si era accorto solo in quel momento, girandosi, della spada spezzata giacente ai piedi della ragazza. Sul suo volto comparve un’espressione inorridita che sembrò quasi esagerata ad Okumi.
  - Si è rotta durante il combattimento. - rispose lei, come fosse una cosa ovvia.
  - L’avevo capito, ma... - Jukunemu si passò una mano sul volto, tentando di calmarsi - Ok, niente panico. Torniamo al quartier generale e vediamo cosa si può fare. -
 
 
 
  Daisuke si accostò al divano, dove era seduta Okumi. La Zanpakuto rotta era poggiata sul tavolino di fronte a lei, sguainata, le due parti accostate.
  La ragazza la fissava, immersa nei suoi pensieri. Appariva molto giù di morale, da quando avevano raggiunto il magazzino.
  Questo modo di fare aveva disorientato Daisuke, abituato a vederla sempre attiva e vigile verso ogni cosa. Lui non era bravo a consolare le persone, se ne rendeva conto, anche quando riusciva a capire il motivo per il quale si sentissero abbattute.
  Non aveva mai avuto il sentore che la sua allieva avesse legato con la propria spada e, a quello che gli aveva detto lei, si erano incontrate solo una volta. Ma, dopo tutto quello che aveva cercato di inculcarle a proposito dell’importanza del legame fra Shinigami e Zanpakuto, era comprensibile che fosse turbata.
  A confermare le sue supposizioni, e a rompere il silenzio, intervenne la voce di Okumi: - Jukunemu... -
  - Mh? -
  -Tu hai detto  che le spade degli Shinigami sono vive. Quindi, ora che è spezzata, è come se fosse... -
  La frase fu volutamente lasciata in sospeso.
  - Ma figurati! - esclamò lui - Ce ne vuole, per fare fuori una Zanpakuto! Sono fatte d’acciaio, mica come noi povere anime! -
  Dallo sguardo stranito che le lanciò la ragazza, Daisuke capì di essersi infervorato un po’ troppo.
  - Beh, insomma, non è un danno grave. In realtà, in questi casi è sempre meglio una riforgiatura, però credo che andrà bene pure se te la ripari da te. -
  - E come? -
  - Ti basta convogliare il tuo reiatsu nella lama e lasciare che si fonda con quello della Zanpakuto. -
  - Non penso di poterlo fare. Non so ancora controllare il mio potere fino a questo punto. -
  - Ed è per questo che ti ho preso una cosetta. -
  Le porse un foglietto di carta sul quale erano scritte delle formule del kido.
  - Un fuda? - domandò lei, confusa.
  - No, un catalizzatore di energia spirituale. Succhia via il tuo reiatsu in modo che tu lo possa direzionare più facilmente. -
  - Oh, grazie. - mormorò, prendendolo in mano per analizzarlo.
  Daisuke si gettò sull’altro divano, abbandonando le braccia sopra lo schienale.
  - Quindi, com’è ‘sta storia del tuo amico braccato da un Hollow? -
  - Non è mio amico. È solo un compagno di classe. - Okumi strinse il foglietto, senza preoccuparsi di spiegazzarlo - Aveva una specie di Hollow-insetto addosso. Non ho mai visto niente del genere. -
  - Hollow-insetto, dici? Uhm, è strano... Io invece li ho visti, dei mostriciattoli simili. Di solito sono delle emanazioni di Hollow più grandi, ma non riesco ad immaginare come mai uno fosse appiccicato al tuo compagno. -
  - Poi a un certo punto, mentre lo inseguivo il suo reiatsu è scomparso nel nulla. -
  - Si è allontanato? -
  - No, semplicemente, di punto in bianco non ho più potuto avvertirlo. -
  - Ok, mi sa che ti sei un po’ sbagliata, qui. -
  - No che non mi sbaglio! E poi come lo spieghi che, anche avendolo in classe tutto il giorno, io non mi fossi mai accorta di niente? Invece me ne sono resa conto per puro caso. -
  Daisuke alzò le mani in segno di tregua. - Oh, e va bene, va bene. - concesse - Aggiungiamo alla lista delle stranezze pure un Hollow che sa nascondere il proprio reiatsu. -
  Okumi esitò un po’ prima di chiedere: - Perciò che cosa facciamo? -
  - E che ci vuoi fare? Se nasconde la sua presenza nemmeno il comunicatore non ci può dare una mano, e così noi non possiamo fare nulla. Ma ecco allora quello che suggerisco di fare io. - Daisuke drizzò la schiena ed incrociò le braccia - Tu vai a scuola anche domani, no? Se il tizio non c’è, allora forse è stato mangiato, e ci è andata male. Se invece viene, è la nostra occasione per cercare di scoprire qualcosa. -
  Okumi aggrottò la fronte. - Che razza di piano è? -
  - Uno prudente. -
  - E molto cinico, direi. -
  - Hai idee migliori? -
  La ragazza abbassò un poco la testa. - No. -
  Per alcuni minuti regnò un silenzio pensoso.
  Poi Daisuke si ricordò di una cosa che gli premeva sapere in modo particolare.
  - Senti, ma prima, quando ti stavo cercando e poi ho trovato te e Zamuku, ho  sentito un reiatsu strano. Non eri mica tu, vero? -
  - Credo che fosse lei. - Okumi indicò la spada rotta.
  Quella rivelazione lo sorprese, ma in un certo senso ne fu contento. La forza spirituale che aveva percepito non era niente male e, se davvero la ragazza aveva una compagna di battaglia simile, l’addestramento avrebbe fatto un salto avanti di anni luce.
  - Vuoi dire che stavi usando lo shikai? La Zanpakuto ti ha detto il suo nome? -
  - No, ha solo... preso il controllo del mio braccio, credo. -
  - Ha... preso il controllo del tuo braccio? - ripeté Daisuke, senza capire.
  - Sì, sentivo il potere della spada fluire in me, ed il braccio ha cominciato a muoversi da solo. -
  Per sottolineare il concetto, Okumi si afferrò l’arto come se temesse di vederlo staccarsi da un momento all’altro.
  - Ooook... Ma se lo spirito ti ha salvato vuol dire almeno che le relazioni sono migliorate, no? -
  - Non lo so. -
  Grandioso.
  - Faceva male. - continuò Okumi - Ho anche pensato che mi stesse andando a fuoco il braccio. -
  Daisuke sospirò. - Mi pare normale. Se una Zanpakuto cerca di usare il suo potere su di te senza che tu sappia il suo nome, è una forzatura. Altro che braccio, tutto il tuo konpaku rischiava l’autocombustione. -
  La ragazza sbiancò un poco e gettò alla Zanpakuto un’occhiata stavolta non molto indulgente.
  Tuttavia la sua replica fu un laconico: - Ah. Capisco. -
  Si prospettava un altro silenzio come il precedente, e lo Shinigami decise di non volerlo tollerare di nuovo. Si alzò dal divano e si diresse verso la porta sul fondo del deposito.
  - Vabbè, tu hai bisogno di concentrarti, quindi mi levo dai piedi. -
  Non giunse risposta e Daisuke sperò che fosse perché la ragazza si era subito messa all’opera.
  Uscito fuori dal magazzino, prese una generosa boccata d’aria ed espirò lentamente. Era scesa la sera e una brezza fresca passò fra i capelli corti dello Shinigami.
  Un basso ronzio, che sapeva di poter sentire solo lui, giunse alle sue orecchie.
  Kurosemi...
  Era diverso tempo che non parlavano. Erano sempre in contatto, certo, ma ora sentì anche lui il bisogno di averla davanti. Parlarle di quello che stava succedendo con le parole, non attraverso quelle violente emozioni che lo contraddistinguevano e che spesso turbavano l’animo sensibile della sua Zanpakuto.
  Solo un attimo, piccola mia.
  - Ehi, Zamuku, vieni fuori e dimmi che c’è! Avrei già una specie di appuntamento, io! -
  Tempo un solo secondo, e l’aria accanto a lui si squarciò, rivelando una nicchia colma di ribollente energia grigiastra. Da lì sbucò fuori proprio chi Daisuke si era aspettato.
  - La tua percezione è molto peggiorata, se ti sei accorto di me solo adesso. - commentò Zamuku, richiudendo la fessura del suo nascondiglio.
  - Sappi che fra dieci secondi non ti ascolterò più. -
  - A dire il vero, sei tu che dovresti spiegarmi qualcosa. - accennò dietro di sé, verso il magazzino - Qual è il tuo rapporto con quella ragazzina? Perché la aiuti? -
  - Fatti i cazzi tuoi. Tu devi solo tenere la bocca chiusa. -
  - Dimentichi che il mio è un favore, che ti faccio calpestando tra l’altro la mia etica professionale. Dunque, per cortesia, ti dispiacerebbe spiegarmi per cosa mi sarei messo in gioco? -
  Daisuke roteò gli occhi. Pareva proprio che la cosa non dovesse risolversi in breve, come aveva pregato succedesse.
  Zamuku ascoltò ogni cosa senza proferire parola, restando zitto anche al termine del racconto.
  - Beh? Soddisfatto? - fece un irritato Daisuke.
  - Tutto ciò non ha senso. Che razza di creatura è quella ragazzina? Come ha potuto diventare una Shinigami? E... come ha fatto a tenermi testa mentre ero in shikai, con una forza così bassa? -
  - Non ho capito l’ordine delle tue priorità, ma non importa. Non so e non voglio rispondere a nessuna domanda. -
  - Fai male, Jukunemu. - lo ammonì l’altro - Ti sei gettato in un affare pericoloso, e te la dovrai sbrigare da solo. -
  - E questo che vorrebbe dire? -
  - Che io non ho intenzione di farmi coinvolgere ulteriormente. -
  - E chi ti ha chiesto niente! -
  Zamuku si picchiettò con l’indice sulle labbra, osservando con attenzione il collega Shinigami.
  - Per caso... c’è qualcosa fra te e lei? -
  La mano di Daisuke si strinse istintivamente intorno al fodero di Kurosemi.
  Quella domanda non aveva senso e anche il dio della morte accanto a lui lo sapeva. Stava facendo lo stronzo per il gusto di farlo, ecco tutto.
  - Sai benissimo che non è così. - rispose in ogni caso, a denti stretti.
  L’altro si strinse nelle spalle. - Chiedevo... Sia mai che tu fossi rinsavito. -
  - Grazie tante, eh! Si può sapere perché non torni ai tuoi preziosi doveri? -
  - Il giorno che sarai tu a dovermeli ricordare, sarò messo davvero male. -
  Daisuke avvertì lo spostamento d’aria di uno shunpo. Attese ancora un po’, per assicurarsi che l’ospite indesiderato intendesse davvero lasciarlo in pace.
  Una volta che ne fu certo, sfoderò la spada, osservandola riflettere una sbiadita falce di luna.
  Sia mai che tu fossi rinsavito.
  Come se me ne fregasse qualcosa di ciò che pensi, Zamuku.

  Daisuke conficcò Kurosemi nel terreno brullo. In altre occasioni l’avrebbe materializzata, ma ora si sentì più al sicuro così. Si sedette a gambe incrociate, con la schiena poggiata sulla lama, sapendo che in ogni caso non ne sarebbe stato ferito. Chiuse gli occhi.

 






































  Angolo Autrice
 
  Sono sconvolta. Non ho mai scritto un capitolo così parlato. Non ho mai scritto dei dialoghi così lunghi NELLA MIA VITA! Fino ad ora credevo di essere abbastanza negata nel far conversare i miei personaggi, invece ho scritto tutto molto di getto e ne è uscita una cosa tutto sommato decente.
  Sì, so che è un capitolo anomalo. Negli altri succedevano millemila cose, qui non fanno altro che parlare e spiegare. Credo lo si possa definire a pieno merito “di passaggio”, dato che ho disseminato anche qualche piccolo spunto non-così-nascosto, che poi servirà più avanti. Infatti questa doveva essere solo la prima parte di un mega-capitolone che, ancora una volta nel work in progress, mi sono resa conto essere troppo lungo e troppo poco coeso. Insomma, era già di sua natura spezzato in due, e il risultato non sarebbe venuto dei migliori. Spero solo che questo pezzo da sé non sia risultato noioso.
  La buona notizia è che d’ora in poi i tempi di attesa si accorceranno notevolmente. Sia per quel secondo avvento noto col nome di “vacanze estive”, sia per il fatto che, entrando nel vivo della storia, io stessa mi sento più stimolata a scrivere :D
  Data la mancanza - sigh! - dell’Angolo del Titekubismo, che comincerà a farsi sentire sempre più spesso, vi lascio stavolta con una piccola anticipazione del prossimo capitolo.
  Salutoni,
 
  Anukis
 
  PS Sì, il titolo del capitolo è spudoratamente copiato da uno di Bleach:Redux. Sorry, RIP, mi piaceva troppo ‘sto titolo! :*
 
 
NEXT ON “SHINJITSU NO KAGAMI”: Il primo, vero incontro di Okumi con lo spirito della sua Zanpakuto!




 
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