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Autore: Lettrice_del_mondo    19/06/2017    0 recensioni
I telegiornali non parlavano di altro, era successo di nuovo, con così poco tempo di distanza: ventottomorti e settantotto scomparsi. Nessuno sapeva come fosse successo, ma una cosa era sicura, erano tutti in agitazioni. In America ormai la ente spariva troppo facilmente, e se si era fortunati si trovava il corpo qualche settimana dopo. Le persone, i televisori e i giornali non parlavano di altro: morte, sparizioni. La fine era vicina, era questo che terrorizzava Emily, e lei sapeva chi fossero le responsabili. E lei centrava.
Lei era una delle assassine.
Aveva le mani sporche di sangue
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Emily si sveglio per il frastuonò che suo Mark produeceva con la batteria elettrica. Non lo sopportava più. Ma ormai era sveglia e anche se fosse la prima settimana di vacanze estive si era svegliata prima di quanto pensasse: erano le 7.30, avrebbe ucciso Mark non appena quello stupido ragazzo fosse uscito da quella lurida bomba nucleare di cibo ammuffito, mutande e calzini stantii che lui chiamava stanza. Ormai sveglia, iniziò a prepararsi per quella truce giornata. Cosa avrebbe fatto? Forse nulla, come al solito. Prima di scendere dal letto si stropicciò gli occhi e lesse i messagi che le erano arrivati al telefono.

Sono stata bene con te. Mi è piaciuto molto.
Notte Emy.
Domani sera che hai da fare?
Oh giusto starai già dormendo.

Sorrise allo schermo del telefono. Iniziò a pensare che provasse qualcosa in più di una semplice cotta per quel ragazzo: Jon, e se Mark l'avesse saputo.... Emily preferiva non sapere cosa avrebbe fatto. Per quanto fosse un fratello protettivo, non era veramente un fratello. Non avevano neanche un famigliare in comune, solo uno stupido tetto sotto il quale nessuno dei due voleva viverci. Ma cosa poetava farci?
Scese dal letto - finalmente - e si mise le ciabbatte per scendere in cucina. Dal primo giorno in cui era entrata in casa era stata felice di vedere che non fosse una delle tante casa in sfaccio in cui era vissuta per quindici anni, ma una normalissima casa dove una famiglia di quattro persone sarebbe potuta crescere con tranquillità e amore. Era grande e accogliente. Aveva tre piani, il piano terra dove vi erano di studi di Angelique e Bernie, la cucina, il grande salotto, la sala tv,al piano di sopra, invece, c'erano principalmente le stanze, tutte molto grandi con il proprio bagno a testa. Angelique diceva sempre che non era dispiaciuto a nessuno dei due spendere quei soldi in più per poter dare libertà ad ognuno di loro, un piccolo vizio che avevano deciso di concedersi. Al piano sopra le camere invece vi era la soffitta, che Emy preferiva non visitare, non perchè ci fosse un terzo fratellastro cattivo con problemi comportamentali o una strega cattiva, più che altro perchè lei e Mark avevano deciso di lasciare un luogo di completa privacy ai due genitori, ci tenevano cose loro, non voleva sapere altro, l'unica parte del terzo piano dedicata a Mark ed Emy erano degli scatoloni con le cose originarie delle loro famiglie, non le avrebbero mai voluto vedere, e su quello erano d'accordo.
<< Ciao, Emy. >> Disse Angelique vedendola scendere. << Come hai dormito? >>
Le sorrise e le prese un biscotto dal suo piatto. Adorava i biscotti che faceva Angelique. Era una bella donna, alta sul metro e cinquanta, capelli scuri e setosi, la pelle scura e gli occhi neri e grandi, molte persone erano affascinate dalla semplice bellezza della donna, ed Emily era in prima riga per battere quella battalia: scoprire quale tocco magico l'aveva fatta diventare così bella. " Si, è mia mamma. " aveva detto molte volte la ragazza dai capelli castani a chi glielo chiedeva, poi se facevano domande stupide come " ma lei è di colore. Com'è possibile? ", lei sorrideva, li guardava e li diceva " tua madre è inteligiente e ha un lavoro, oltre ad un senso di vita, e non te l'ha trasmesso. Molti caratteri non sono genetici.... sai. " E cambiava strada. Era pur sempre la sua mamma, anche se non sanguigna. << Più che altro come mi sono svegliata. Alla fine spaccherò in testa a Mark quella sua orribile batteria. Non lo sopporto più!! >> Sbuffò e si buttò sulla sedia affianco alla donna. << Ciao Ber. >> Disse all'uomo appena entrò nella stanza. Era una famiglia un pò bizzarra, o almeno lo pensavi se fossi stato un tradizionalista, ma Emy non lo era, le piaceva solamente vedere quel quadro generale e pensare: " Com'è possibile che non l'ho trovata prima questa famiglia? " Ne era così orgogliosa. Ne aveva ricevuti d'insulti Emy, da quando si era trasferita in quella famiglia erano aumentati, ma a lei non importava. " Tua madre è africana. " Iniziava sempre così la battutina. " Tuo padre è cinese. " Continuava così, anche se non era vero, erano entrambi americani da un bel pò di generazioni, ma la gente con capiva, e inoltre Bernie non era cinese, se si voleva essere precisi era coreano, la sua famiglia era di Changwon, della Core del Sud, la capitale attuale. Poi ovviamente continuavano insultando lei e Mark, comne se fossero due persone completamenti orribili e senza cuore....... Oh ma ce oassava per la testa delle persone. Emily non lo sapeva proprio.
<< Ma è Mark che sta suonando? >> Chiese l'uomo.
Le due donne annuirono, all'unisono, disperate.
<< Quel ragazzo non poteva mica trovarsi una fidanzata? >> Poi sospirò, prima che qualcuno commentasse. << Si, Giusto. Ci rinuncio, sentite, provate a capirlo voi due, le donne sono brave in queste... ehm.... cose. >>
Angelique alzò lo sguardo sul marito. Erano così belli quegli sguardi intensi. << E tu cosa farai, caro? >>
<< Sostegno morale, amore. Ovviamente. >> Le diede un bacio sulle labbra e ad Emily un bacio sulla fronte. << Vado a lavorare, torno dopo. >>
Emily alzò lo sguardo e si accorse che non erano più le 7.30.... era rimasta troppo nel letto a rimurginare quanto odiasse la batteria di suo fratello, quanto fosse grande quella casa e quanto adorasse stare con John. Le partì un tuffo al cuore. << Emily? >> Era Bernie.
<< Si? >> Sorrise come se nulla fosse.
I due risero. << Lasciamola nei suoi pensieri, e ora va a lavoro, così noi due cerchermo qualcuno che si possa prendere Mark e la sua musica stridula, eh...... principalmente la musica stridula. >> Risero tutti e tre, una sana risata a pieni polmoni. << E se li levassimo tranquillamente gli strumenti? O lo facessimo lavorare? >>
Emily ormai si era alzata da tavola per preparare il caffè. << No, Ange, suonerebbe di notte se lavorasse. E se li levassimo gli strumenti chissà cosa farebbe per averne di nuovi. >> Scosse la testa mentre metteva il caffè nella mocha.
Ange strinse la cravatta del marito e li tirò uno schiaffo sul sedere. << Va a lavorare su. >>

****

Dopo un'ora se ne era andata anche Angelique: un'ergente chiamata di lavoro, così l'aveva chiamata, e a quell'ora Mark era giù uscito dalla suan camera, con un paio di mutande a strisce che li aveva già visto addosso tre giorni fa. Era uscito dalla camera con dei capelli così scompigliati che qualsiasi parrucchiera e barbiere si sarebbe sucidato: niente da fare con quella pagliera. Mark le era sembrato molto interessante appena lo aveva incontrato, erano arrivati lo stesso giorno nella grande abitazione, ma si erano conosciuti già qualche giorno prima, nello stesso orfanotrofio, la donna a capo della casa, Lisabetta, gli aveva chiamati nel suo ufficio, e li non era stato il loro incontro migliore, poi, ovviamente, quando inziarono a conoscerci capirono che erano veramente fatti per essere fratelli: avevano entrambi la passione per la lettura, non che qualcuno dei due sembrasse un vero appassionato di letteratura, lei così da ragazza snob e lui da motociclista-musicista a cui interessava solamente della sua " baby ",una moto che sognava di comprare e i suoi strumenti musicali. Due fratelli.
<< Senti, Emily. Sbrigati a cambiarti che tra poco stanno per arrivare. >> Disse Mark, mangiandosi un panino colmo di schifezze. Era pieno di salumi, carne, salse e...
<< Ma ci sta la pizza avanzata di ieri in quel panino? >> Il ragazzo annuì, si era fatto tagliare i capelli neri pecere molton rasati, in stile militare, solo la parte superiore era rasata a spazzolone. << Scusami, ma chi sta arrivando? >>
Mark arricciò il naso e aprì il panino, tra il petto di pollo impanato e il salame ci mise del curry e della salsa fritta. Tirò un morso e, mentre masticava fissò la sorellastra. << I ragazzi. >>
<< In questa casa vengono molti ragazzi. >> Disse Emily.
<< Ovviamente non per te. >> rispose Mark con la pocca piena di tutto ciò che aveva trovato nel frigo. Lo odiava quando faceva così, per quanto si volessero bene, per quanto fossero fratelli che avevano imbottito gli anni di solitudine e il bisogno di una famiglia, a volte avevano anche loro i momenti da " fratelli di sangue ", come li chiamavano i loro genitori, quando litigavano per cose simili, per la maggior parte delle volte riguardavano le storie d'amore e come si vestissero, Emily consigliava a Mark di osare di meno, che le camicie non mangiassero le persone, Mark, a sua volta, consigliava a Emily di osare, ripeteva, sempre " Dannazione, potresti pure usare qualcosa che non sia un cardigan. Osa donna, osa. ". << E comunque ci saranno... Bill... Fred... Aaron... Gerald.... >>
Emily si sentì male. Aveva perso qualche battito del cuore, aveva sperato di sentire quel nome, avrebbe voluto sentirlo. << Okay. >> Disse con enfasi e allegria, << vado a cambiarmi... >> Avrebbe potuto rilassarsi, mettersi qualcosa di comodo, sarebbe stata tranquillamente a casa sua, senza i suoi soliti vestiti... sarebbe stata bene anche con un paio di pantaloncini sportivi e una magliettina a caso. Non ci sarebbe stato... lui.
Salì in camera sua e si lavò, velocemente, si profumò e si tolse il trucco della sera prima, passando solamente un sottile filo di mascara e cipria. Si vestì e rimase nella sua stanza, a sistemarla. Finchè non sentì un campanello suonare. << Emilyyyy. >> Suò fratello gridò il suo nome. Emily scese le scale, sistemandosi i capelli in una crocca, il fratello stava uscendo delle birre dal ripostiglio e le stava mettendo nel frizer. << Emily.. oh eccoti qui... >> Il campanello continuava a suonare, con frequenza e molta forza. << Potresti aprire la porta? Quegli stronzi stanno rompendo le palle. >>
Emily rise e aprì la porta. Felice di poter passare una giornata con tranquillità.
<< Emily. >> Disse un ragazzo biondo, davanti alla porta, quasi non faceva cadere qualcosa a terra.
<< John. >>

   
 
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