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Autore: Vanessa1995    19/06/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La testa color oro della regina Cersei fece capolino nella stanza. Quel giorno la sovrana aveva scelto di indossare un vestito color verde smeraldo che si abbinava perfettamente al colore dei suoi occhi. C’erano dei ricami a forma di leone, non molto grandi, su tutta la gonna. Non era per nulla scollato e sulle maniche non c’erano dei ricami. Sul suo viso era dipinto, come sempre del resto, un finto sorriso cordiale.
« Come ti senti oggi? Non manca molto. » osservò, avvicinandosi e sedendosi su una sedia di legno accanto al suo letto. « Ricordo bene quando partorii Joffrey: fu il parto più difficile. Passò un giorno e mezzo circa prima di averlo finalmente tra le mie braccia. » raccontò con nostalgia e tirò un sospiro.
« Vostro marito non era con voi? » si rese subito conto di aver fatto una domanda stupida, considerando come era stato Robert. Sul viso della regina apparve un sorriso divertito e abbassò il capo scuotendo la lunga chioma.
« Mio marito era a caccia, la sua più grande passione. » affermò, sistemandosi una ciocca dietro all'orecchio. « Tutte e tre le volte, invece, accanto a me c'era Jaime che mi stringeva la mano. » continuò. La rossa si rese conto che lei, probabilmente, sarebbe stata da sola, in balia di quello schifoso di Pycelle. « Mia madre è morta per dare la vita a Tyrion, quell'essere deforme! » strillò la bionda piena di odio e disgusto.
« Lord Tyrion è molto intelligente. » avrebbe dovuto imparare proprio a tenere a freno la lingua, siccome la regina la fulminò con lo sguardo, lanciandole un'occhiata omicida. « Ehm… io volevo dire… cioè… » tentò di trovare qualcosa di intelligente da dire o per lo meno di formulare una frase sensata, però senza riuscirci.
Cersei si drizzò in piedi. « Sono sicura che voi sarete più fortunata. » le augurò ed uscì fuori dalla stanza, lasciandola nuovamente da sola e in preda all'angoscia che adesso la perseguitava ancora di più per giunta. Sul essere più fortunata aveva qualche dubbio e si chiedeva se le avesse raccontato del suo parto solo con lo scopo di spaventarla e angosciarla, come se non lo fosse già abbastanza.

Due mesi dopo

La futura zia si trovava fuori dalla stanza della sua serva, o forse ormai sarebbe più giusto dire ex-serva, siccome da diverso tempo non si occupava dei suoi doveri, anche se non per sua volontà. Senza contare che da mesi non le permettevano di vederla. Le urla che provenivano da dietro alla porta di legno non erano molto incoraggianti per Sansa, che tra qualche anno avrebbe dato alla luce i figli di Joffrey. La rossa tirò un sospiro in preda all'ansia.
« Pensate che ci vorrà ancora molto? » chiese alla sua nuova serva Shae. Era una giovane piuttosto attraente, piccola e snella, con grandi occhi scuri e capelli neri. Con lei era sempre stata gentile e l’aveva trattata pure con una certa dolcezza, come del resto Emily. Tuttavia le mancava molto la ragazza che stava sostituendo.
« Non saprei, non sono particolarmente esperta di parti. » confessò la bruna. « Vedrete che andrà tutto bene. » continuò con un sorriso rassicurante sul viso. Si udì un altro urlo da dietro alla porta. La rossa si mosse sulla sedia con fare nervoso e si passò una mano tra i lunghi capelli ramati.
« Speriamo. » commentò con aria incerta e preoccupata. Non vedeva l’ora di stringere tra le braccia il suo nipotino o nipotina e si chiese se sarebbe assomigliato tanto alla madre come lei alla sua.
Il tempo sembrava non passare mai, o comunque trascorreva lentamente. Alla fine arrivò il tramonto e Sansa si rese conto che non avevano mangiato, né lei aveva fame. Un pianto improvviso di un neonato la distolse dai suoi pensieri e si drizzò in piedi, voltandosi verso la porta della stanza. Calò un silenzio irreale e in un certo senso fastidioso. Dopo pochi minuti la porta si aprì e ne uscì maester Pycelle, intento ad asciugarsi le mani sporche di sangue con uno straccio bianco.
« Informate la regina Cersei e re Joffrey. » ordinò rivolgendosi ad una delle serve che lo aveva aiutato con il parto. La giovane fece una piccola riverenza e si allontanò.
« Come sta Emily? » domandò preoccupata la Stark. L’uomo si voltò verso di lei e la guardò con freddezza.
« Sta bene e anche il piccolo Robert sembra. » lo aveva dunque chiamato come il loro sovrano morto e ci volle qualche secondo prima che la ragazzina si rendesse conto di essere diventata zia.
« La vorrei vedere, anzi li vorrei vedere entrambi. » non glielo avevano permesso per un tempo lunghissimo e ancora una volta Pycelle glielo negò scuotendo la testa. « Stiamo parlando della mia serva e del mio nipotino. » protestò la rossa arrabbiata.
« Non sei tu che decidi. » intervenne una voce alle sue spalle. Voltandosi incontrò lo sguardo freddo della regina che teneva le mani intrecciate davanti al ventre e la guardava male. « Voglio vedere il bambino. » a lei non venne negato il permesso, ovviamente, e il grassone si fece di lato lasciando che la leonessa entrasse nella stanza.

Il giorno dopo

La regina Cersei si trovava nella sua stanza intenta a scrivere alcuni documenti, quando suo padre irruppe nella camera come una furia. La donna si voltò e gli lanciò un’occhiata indecifrabile, poi tornò a concentrarsi sulla pergamena che stava scrivendo. « Padre, credevo che foste a Castel Granito. » commentò tranquillamente, senza neanche fingersi contenta di rivederlo, siccome era ancora adirata con lui per aver scelto di cedere a Tyrion il suo incarico di Primo Cavaliere del Re.
« Devi uccidere il bastardo e sua madre! » urlò il lord, avvicinandosi alla figlia e sbattendo le mani sul tavolo.
« Quel bambino è il primogenito di Robb Stark e futuro re del Nord, vale molto più che sua zia. » osservò la Lannister.
« Quel bambino ha gli occhi viola, sai cosa significa questo? Emily in realtà è una Targaryen e i loro bastardi portano sfortuna. » ribatté il padre. « Ho ucciso i figli di Rhaegar e se pensi che abbia paura di fare lo stesso con quei due ti sbagli di grosso! » aggiunse.
« Se lo cresciamo noi sarà fedele a noi. Avremo un’arma nelle nostre mani contro gli Stak e non dimenticare che mio marito lo ha legittimato. » osservò come se questo potesse cambiare le cose. Suo padre tirò un sospiro e scosse la testa.
« Fai come vuoi, però ti avverto Cersei: non tollererò un altro errore da parte tua! » l’avvertì e uscì fuori dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle. La bionda era sorpresa dal fatto che avesse ceduto così facilmente, tuttavia non le importava.

Nel frattempo nelle segrete del castello

Tra i corridoi di pietra grigia e umida, nella semi-oscurità i passi e le conversazioni risuonavano perfettamente, anche se chi origliava si trovava piuttosto distante. Tuttavia l'eunuco Varys questo non l'aveva ancora compreso, nonostante fosse considerato una persona particolarmente intelligente.
Varys camminava tra le fredde mura e ignorava i topolini che ogni tanto vedeva passare contro le pareti grigie. La maggior parte di loro, vedendo l'uomo arrivare con una candela in mano, che non faceva molta luce in realtà, scappava via. L'uomo li ignorava e continuava a camminare. Ad un certo punto una persona apparve davanti a lui. L'identità era celata da un cappuccio calato sul capo.
« Un nuovo piccolo Targaryen nel regno. » esclamò Varys.
« Daenerys Targaryen ha perso suo figlio e penso che non le dispiacerà questa notizia. » notò l’altro e i due incominciarono a camminare diretti chissà dove. Il pelato incrociò le mani dietro alla schiena.
« Robert ha legittimato il bambino e questo lo rende un possibile erede per il Trono di Spade, però sono preoccupato. » ammise. « La regina Cersei vuole crescere lei il piccolo, sperano che diventi fedele alla sua casta e questo potrebbe essere un problema. » aggiunse preoccupato.
« Un Targaryen fedele ai Lannister? Dopo tutto quello che hanno fatto a quella famiglia? Non penso che Daenerys sarebbe tanto contenta. » commentò lo sconosciuto. « Speriamo che Emily non lasci che le portino via il figlio. » lo diceva anche perché gli sarebbe dispiaciuto per la giovane se davvero Cersei sarebbe arrivata al punto di rubarle il suo neonato.
« Non è lei che decide, la regina farà come vuole ed Emily non potrà dire la sua. » disse Varys e tirò un sospiro con aria triste. « In ogni caso Daenerys deve essere avvisata della nascita di questo piccolo Targaryen, sebbene sarebbe più giusto dire Stark. » veramente dubitava che la Targaryen sarebbe stata contenta di venire a conoscenza del fatto che il suo erede fosse uno Stark, ma forse avrebbe avuto un figlio a sua volta un giorno e perciò non si sarebbe dovuta preoccupare più di tanto all'idea di lasciare a Robert Stark il trono.
Nei giorni e nelle settimane seguenti Tyrion Lannister si legò sempre di più ad Emily e incominciò persino a provare qualcosa per lei, peccato che la giovane pensasse solo al piccolo Robert e al padre di questi, però questo era comprensibile, Lui temeva di non avere alcuna speranza, considerando inoltre di essere un nano.
Una sera come tante stava rientrando nella sua camera, quando udì sua sorella che parlava con suo padre. I due Lannister erano in piedi in un corridoio. « Vuoi fare la bambinaia? Va bene, ma devi uccidere la madre se no sarà più difficile portare il bimbo dalla nostra parte. » affermò il vecchio.
« Pensi davvero che uccidere la madre porterà il piccolo dalla nostra parte? I Martell ci odiano ancora adesso per le morti di Elia e dei suoi figli. Il piccolo Robert farà lo stesso. » esclamò sua sorella e il nano si chiese come mai si batteva tanto per tenere in vita quella giovane.
« Non hai voluto ascoltarmi mesi fa, ma lo farai adesso. Avremmo già dovuto ucciderla dopo il parto. » ribadì il padre. Un’idea venne in mente a Tyrion. Fece un passo nella loro direzione e fece appello a tutto il suo coraggio.
« La sposerò. » i due si voltarono e lo fissarono ammutoliti con i loro occhi color verde smeraldo.
« Chi? » domanda inutile da parte di sua sorella. Tirò un sospiro e strinse i pugni per farsi coraggio.
« Emily Waters, anzi Alicia Targaryen, è legittima quindi non ci sono impedimenti. » affermò con decisione. Cersei scoppiò a ridere, sembrava trovare la cosa tanto divertente.
« Se io la sposassi lei sarebbe costretta ad essere fedele alla nostra casata, siccome ne farà parte. » aggiunse.
« Pensi veramente che sarà fedele a noi solo perché porterà il nome Lannister? » chiese dubbioso Tywin. Doveva ammettere che non aveva tutti i torti, però se lei diventava una Lannister non le avrebbero fatto del male e lui avrebbe potuto proteggerla, o almeno ci avrebbe provato.
« Sarai tu a darle la bella notizia. Il matrimonio verrà celebrato tra due settimane. » sancì Cersei e per una volta nella sua vita le fu grato di qualcosa. Restava solo il problema di dare la notizia alla sua futura sposa.
Per sua grande fortuna la sua futura mogie prese bene la notizia, un po’ meno la dolce Sansa che non accettava il fatto che la sua ex-serva sposasse un orribile nano, però la ignorarono. Fu Cersei ad organizzare il matrimonio e impose tutte le sue decisioni al fratello e alla futura cognata. In fondo la cosa non dispiacque ai due, che lasciarono volentieri tutti i grattacapi del caso alla donna che scelse perfino l’abito da sposa senza nemmeno degnarsi di chiedere il parere della diretta interessata.

Due settimane dopo

Il giorno del matrimonio Emily, dopo aver indossato l’abito da sposa, si avvicinò allo specchio a figura intera che si trovava contro una delle pareti. Tirò un sospiro mentre fissava il proprio riflesso: l’abito era di colore bianco, con delle cuciture argentate, molto bello e con una scollatura abbastanza discreta che lasciava intravedere l’inizio del suo seno. Il mantello era di colore nero e rosso naturalmente e c’era ricamato sopra un grande drago. Le suonava strano sposarsi con un mantello che portava i colori e il simbolo di una casata che non sentiva propria. Teneva i capelli semi raccolti e questi ricadevano lungo la sua schiena e le sue spalle come delle dolci onde. Al collo portava una collana d’argento con uno smeraldo a goccia. Doveva ammettere di essere bellissima, più del solito, e sorrise al suo magnifico riflesso.

   
 
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